Queen (Queen)

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Queen
album in studio
ArtistaQueen
Pubblicazione13 luglio 1973 Bandiera del Regno Unito
4 settembre 1973 Bandiera degli Stati Uniti
Durata38:44
Dischi1
Tracce10
GenereHard rock[1]
Glam rock[1]
Art rock[1]
Heavy metal[1]
Arena rock
EtichettaEMI (Europa)
Parlophone (Europa)
Elektra (USA)
Hollywood (USA)
ProduttoreJohn Anthony, Roy Thomas Baker, Louie Austin, Queen
RegistrazioneTrident Studios, De Lane Lea Studios, giugno-novembre 1972
FormatiLP, CD, MC, download digitale
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera del Regno Unito Regno Unito[2]
(vendite: 100 000+)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti[3]
(vendite: 500 000+)
Dischi di platinoBandiera della Polonia Polonia[4]
(vendite: 20 000+)
Queen - cronologia
Album precedente
Album successivo
(1974)
Logo
Logo del disco Queen
Logo del disco Queen
Singoli
  1. Keep Yourself Alive
    Pubblicato: 6 luglio 1973
  2. Liar/Doing All Right
    Pubblicato: 14 febbraio 1974

Queen è il primo album in studio dell'omonimo gruppo musicale britannico, pubblicato il 13 luglio 1973 nel Regno Unito dalla EMI e il 4 settembre dello stesso anno negli Stati Uniti d'America dall'Elektra Records.

Registrato ai Trident Studios e ai De Lane Lea Studios di Londra tra il 1971 e il 1972, venne prodotto da Roy Thomas Baker, John Anthony oltre che dai Queen. Il cantante Freddie Mercury e il chitarrista Brian May furono autori della maggior parte dei brani; il batterista Roger Taylor compose e cantò Modern Times Rock 'n' Roll mentre il bassista John Deacon non venne accreditato in alcun brano.

L'album, caratterizzato da sonorità hard e glam rock, oltre che presentare alcuni elementi del nascente heavy metal, comprende brani che trattano anche di argomenti folkloristici (My Fairy King) e religiosi (Jesus). La band incluse il commento "No synthesizers" sulla copertina dell'album, per non confondere i loro elaborati multi-tracking, i numerosi effetti con la chitarra e i suoni vocali con quelli prodotti con questo strumento[senza fonte].

Il disco[modifica | modifica wikitesto]

Genesi dell'album[modifica | modifica wikitesto]

Il gruppo, formato nel 1970 e completato da Deacon nel febbraio 1971, cominciò a suonare nel circuito universitario e dei club nei dintorni di Londra. Nel settembre 1971, Terry Yeadon, un amico di May, offrì ai Queen, che avevano organizzato un primo tour in Cornovaglia nello stesso anno,[5] la possibilità di registrare gratuitamente nei nuovi De Lane Lea Studios, per collaudarne le attrezzature.[5] La band ne approfittò, registrando alcuni brani originali, come Keep Yourself Alive, Liar e Stone Cold Crazy.[6] Inizialmente nessuna casa discografica volle assumerli, ad eccezione della Chrysalis Records; nel 1972, i brani attirarono poi l'attenzione di John Anthony, discografico della Mercury Records, e di Roy Thomas Baker, collaboratore dei Trident Studios, di proprietà di Norman e Barry Sheffield.[5]

Registrazione[modifica | modifica wikitesto]

I Queen ebbero così la possibilità di avere a disposizione delle sale di registrazione, tuttavia poterono registrare le proprie canzoni solo durante i tempi morti degli Studios, solo dopo che l'artista pagante fosse andato via. Il limitato utilizzo delle sale di registrazione si protrasse da giugno a novembre del 1972; in questo periodo la band si concentrò sul terminare un brano alla volta, prima di passare al successivo. Il produttore Roy Thomas Baker chiese loro di registrare nuovamente le canzoni, stavolta con un equipaggiamento migliore. Un giorno il produttore Robin Cable chiese a Freddie Mercury di registrare delle parti vocali per delle versioni di I Can Hear Music e Goin' Back su cui stava lavorando. Il cantante chiese la collaborazione anche a Brian May e Roger Taylor, non John Deacon, nonostante facesse già parte del gruppo; i pezzi vennero registrati e pubblicati in vinile nel 1973 con lo pseudonimo di Larry Lurex.

Keep Yourself Alive fu la prima a venire registrata nuovamente, risultato che però non venne apprezzato dal gruppo. La traccia venne registrata ancora una volta, ma, nelle sessioni di mixaggio, nessun mix soddisfava le loro pretese, finché dopo altri sette o otto tentativi falliti, Mike Stone, che sarebbe poi rimasto il tecnico del suono e a volte il co-produttore dei successivi cinque album dei Queen, ebbe poi l'approvazione dei Queen. Per il brano Mad the Swine, nonostante fosse registrato per l'album di debutto, Baker e i Queen erano in disaccordo per quanto riguarda la qualità del suono delle percussioni; non avendo risolto le divergenze, il brano venne lasciato fuori dall'album. Per quanto riguarda The Night Comes Down si preferì utilizzare la demo registrata ai De Lane Lea Studios, poiché la sua qualità risultò migliore rispetto allo standard del resto delle canzoni dell'album.

Stone Cold Crazy, che venne scritta alla fine degli anni sessanta da Mercury, quando era membro dei Sour Milk Sea, non fece parte dell'album ma venne incluse nel terzo album dei Queen, Sheer Heart Attack, del 1974. Anche Father to Son e Ogre Battle erano già state composte, oltre che era eseguita in concerto già dal 1972, ma la band volle avere più tempo per perfezionarla in studio. Altre registrazioni di questo periodo, come due tracce degli Smile (Silver Salmon e Polar Bear), Rock And Roll Medley (allora eseguito molto spesso nei bis) e Hangman vennero incise su vinile e fanno ora parte di collezioni private.

Nonostante l'album fosse già completo e mixato dal novembre 1972, i Trident impiegarono alcuni mesi per cercare un'etichetta discografica disposta a pubblicarlo. Infine lo pubblicarono essi stessi, ma solo dopo otto mesi, nel 1973. Durante questo lasso di tempo i Queen avevano iniziato a scrivere materiale per il loro album successivo, ma erano demoralizzati dai ritardi nella pubblicazione del loro primo lavoro. Nello stesso periodo registrarono due sessioni per la BBC Radio 1.

Al momento di decidere che titolo dare all'album, il gruppo si trovò a scegliere tra varie opzioni: Roger Taylor avrebbe voluto chiamarlo Top, Fax, Pix and Info ma venne messo in minoranza, invece, dopo qualche discussione, venne scartata anche l'ipotesi di chiamarlo Deary Me, uno dei modi di dire di Roy Thomas Baker, che divenne produttore del gruppo. Alla fine la band decise di chiamarlo semplicemente Queen.

La copertina, secondo la prima idea, avrebbe dovuto ritrarre una foto del gruppo, scattata nell'appartamento di Mercury, racchiusa dentro un ovale con toni seppia, in modo tale da assumere un aspetto "vittoriano" (un esemplare della foto originale verrà poi usato per la copertina del primo singolo Keep Yourself Alive).

Brian May ipotizzò di usare alcune particolari tecniche fotografiche, mettendo della plastica colorata davanti all'obiettivo della macchina fotografica, ottenendo così dei suggestivi effetti di distorsione. I primi risultati non furono soddisfacenti e così, sempre Brian, suggerì di utilizzare una foto che ritraeva Freddie Mercury sul palco con alle spalle due riflettori. Quest'ultima, modificata accuratamente tramite l'uso di filtri di color porpora, secondo lo stesso May, doveva avere l'aspetto di una "cometa" che illuminasse il cantante. La stessa foto, sarà resa di colore rosso acceso per il mercato americano.

La retrocopertina del disco invece presenta un collage composto da immagini della band, tra cui alcune foto glam scattate a casa del cantante ed altre riguardanti un party in cui ognuno di loro è mascherato (Mercury è un cavaliere, Taylor un pagliaccio, Deacon è un cappellaio matto, mentre May usa il becco da pinguino che riprenderà nel 1991 per il videoclip di I'm Going Slightly Mad). Sono presenti anche una foto di uno dei loro roadie, una bambola raffigurante Roger Taylor e altre immagini prese da concerti e registrazioni nel periodo 1971-72.

Pubblicazione[modifica | modifica wikitesto]

«Queen ha venduto davvero tanto nel corso di un lungo periodo di tempo e ha coinciso con la nostra irruzione nel mondo dei concerti live. In quel modo noi maturammo molto come gruppo, inoltre avevamo il nostro pubblico già da prima che la stampa si accorgesse di noi. Credo che ci abbia dato un buon inizio perché a quel punto noi eravamo già preparati.»

Il primo singolo di Queen, Keep Yourself Alive (il mix di Mike Stone, ovvero la versione album), venne pubblicato una settimana prima dell'album[7] (nel Regno Unito pubblicati il 6 e 13 luglio rispettivamente). La traccia venne poi portata da 3:47 a 3:30 per la pubblicazione negli Stati Uniti, avvenuta in ottobre. In tutti i paesi il lato B conteneva la traccia Son and Daughter.

Il 14 febbraio 1974 la Elektra Records pubblicò negli Stati Uniti d'America il singolo Liar/Doing All Right. La stessa etichetta, nel 1975, ripubblicò anche Keep Yourself Alive con un doppio lato B costituito dai brani Lily of the Valley e God Save the Queen, entrambe uniche se confrontate con le rispettive versioni album. Questa nuova versione rimase inedita su album negli USA fino al 1991, anno in cui venne inserita come bonus track nell'edizione rimasterizzata dalla Hollywood Records di quest'album, e nel resto del mondo fino al 2011, quando venne inserita nell'EP bonus dell'edizione deluxe dell'album A Night at The Opera.

L'album è stato ripubblicato prima nel 1991 negli USA dall'Hollywood Records con l'aggiunta di tre bonus tracks, in seguito nel 1994 dalla Parlophone (senza alcuna traccia bonus) ed infine nel 2011 rimasterizzato in formato digitale dalla Island/Universal e distribuito in due edizioni:

  • standard edition, contenente l'album originale
  • deluxe edition 2 CD, contenente l'album originale ed un EP bonus

Descrizione del disco[modifica | modifica wikitesto]

Stile musicale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stile di Queen venne influenzato dal rock progressivo e dall'heavy metal dell'epoca, rifacendosi a gruppi come Led Zeppelin e Yes.[8] I testi spaziano attraverso vari argomenti, tra cui la religione (nella nona traccia Jesus) e il mito (in My Fairy King).

Cinque dei brani di questo album sono stati scritti da Freddie Mercury, quattro da Brian May (compresa Doing All Right, scritta in collaborazione con Tim Staffell, bassista e cantante degli Smile), mentre uno (Modern Times Rock 'n' Roll) è stato composto e interpretato da Taylor.

Queen può essere suddiviso in tre differenti periodi di scrittura:

  • brani composti prima che la band fosse formata: Doing All Right, proveniente dal repertorio degli Smile, la band pre-Queen in cui militavano Brian May e Roger Taylor assieme a Tim Staffell.
  • brani composti dopo la formazione dei Queen, ma prima dell'arrivo di John Deacon nel gruppo: Keep Yourself Alive, Great King Rat, My Fairy King, Liar, Modern Times Rock 'n' Roll, Son and Daughter e Jesus.
  • brani composti dopo l'arrivo di John Deacon: The Night Comes Down.

Nel retro dell'album la band fece includere il commento "No synthesizers" (nessun sintetizzatore), poiché alcuni ascoltatori avevano erroneamente ritenuto che alcuni effetti vocali e chitarristici fossero dovuti all'uso di strumenti elettronici. Sempre nel retro il bassista John Deacon viene indicato come "Deacon John". Brian May spiega:

(EN)

«We used to call him that, so we put it on cover. John agreed, but he had reclamations later and wanted to be called John Deacon.»

(IT)

«Eravamo soliti chiamarlo a quel modo, così lo indicammo sulla copertina. John fu d'accordo, ma più tardi ebbe da reclamare e volle essere chiamato John Deacon»

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic
Chicago Tribune[9]
Encyclopedia of Popular Music[10]
Pitchfork Media[11]
PopMatters[12]
Q[13]
Record Collector[13]
Rolling Stone[13]
The Rolling Stone Album Guide[14]
Piero Scaruffi[15]

Rolling Stone scrisse: «Non c'è dubbio che questo energico, quartetto funky inglese abbia tutti gli strumenti necessari per rivendicare l'abdicato trono heavy-metal degli Zep, oltre che per diventare una forza veramente influente nel mondo del rock. Il loro album di debutto è eccellente.»[16] Il Winnipeg Free Press fece notare come i Queen prendessero in prestito da altri artisti e li paragonò favorevolmente ai Led Zeppelin, scrivendo: «Il gruppo riesce a iniettare un tale tocco di energia alla maggior parte di questo [album] che non mi dispiace un po' [...] Con il loro primo album, i Queen hanno prodotto un punto di riferimento, mischiato a forte energia che nel tempo potrà essere considerata con la stessa riverenza che Led Zep 1 riceve adesso.»[17] Altre testate lodarono il disco, mettendo soprattutto in risalto la qualità di pezzi quali il trittico iniziale Keep Yourself Alive-Doing All Right-Great King Rat.[18] Tuttavia non mancarono nemmeno le critiche negative, e alcune riviste (soprattutto americane) arrivarono a definire Queen come "banale rock da supermercato".[19]

Negli anni successivi, AllMusic ha assegnato all'album 3 stelle su 5, definendolo come «bizzarro, ma promettente esordio di un classico gruppo rock». Nel 1994, Guitarist Magazine l'ha classificato come il 19º album dalle chitarre più influenti di tutti i tempi.[20]

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

  1. Keep Yourself Alive – 3:47 (Brian May)
  2. Doing All Right – 4:10 (Brian May, Tim Staffell)
  3. Great King Rat – 5:43 (Freddie Mercury)
  4. My Fairy King – 4:13 (Freddie Mercury)
  5. Liar – 6:25 (Freddie Mercury)
  6. The Night Comes Down – 4:23 (Brian May)
  7. Modern Times Rock 'n' Roll – 1:48 (Roger Taylor)
  8. Son and Daughter – 3:23 (Brian May)
  9. Jesus – 3:44 (Freddie Mercury)
  10. Seven Seas of Rhye... – 1:17 (Freddie Mercury)
Tracce bonus nella riedizione CD del 1991 della Hollywood Records
  1. Mad the Swine (June 1972) – 3:24 (Freddie Mercury)
  2. Keep Yourself Alive (Long-Lost Retake) – 4:04 (Brian May)
  3. Liar (1991 Remix) – 6:28 (Freddie Mercury)
EP bonus nella riedizione CD del 2011 della IslandUniversal
  1. Keep Yourself Alive (De Lane Lea Demo, December 1971) – 3:50 (Brian May)
  2. The Night Comes Down (De Lane Lea Demo, December 1971) – 4:22 (Brian May)
  3. Great King Rat (De Lane Lea Demo, December 1971) – 6:07 (Freddie Mercury)
  4. Jesus (De Lane Lea Demo, December 1971) – 5:04 (Freddie Mercury)
  5. Liar (De Lane Lea Demo, December 1971) – 7:52 (Freddie Mercury)
  6. Mad the Swine (June 1972) – 3:22 (Freddie Mercury)

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Gruppo
Produzione

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifica (1973) Posizione
massima
Regno Unito[21] 24
Stati Uniti[22] 83

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Queen, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 12 giugno 2012.
  2. ^ (EN) BRIT Certified, su bpi.co.uk, British Phonographic Industry. URL consultato il 5 agosto 2018. Digitare "Queen" in "Search BRIT Certification" e premere Invio.
  3. ^ (EN) Queen - Queen – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 13 maggio 2015.
  4. ^ (PL) Przyznane w 2009 roku, su bestsellery.zpav.pl, Związek Producentów Audio-Video. URL consultato il 4 agosto 2014.
  5. ^ a b c Felsani, Primi, 2006, p. 9.
  6. ^ Riva, 2005, p. 11.
  7. ^ a b (EN) Queen, su Queen. URL consultato il 5 maggio 2007.
  8. ^ (EN) Gordon Fletcher, Queen (1st LP), in Rolling Stone n° 149, 6 dicembre 1973. URL consultato il 21 aprile 2007 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2007).
  9. ^ Greg Kot, An 18-record, 80 Million-copy Odyssey, in Chicago Tribune, 19 aprile 1992. URL consultato il 19 aprile 2016.
  10. ^ Colin Larkin, Encyclopedia of Popular Music, 5th, Omnibus Press, 2011, p. 2248, ISBN 0-85712-595-8.
  11. ^ Queen: Reissues Album Review - Pitchfork, su pitchfork.com.
  12. ^ AJ Ramirez, In the Lap of the Gods: The First Five Queen Albums, in PopMatters, 8 giugno 2011. URL consultato il 19 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2013).
  13. ^ a b c Queen CD Album at CD Universe Super-High, su cduniverse.com, CD Universe. URL consultato il 19 aprile 2016.
  14. ^ Queen: Album Guide, su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 9 giugno 2012.
  15. ^ The History of Rock Music
  16. ^ Fletcher, Gordon (6 December 1973).Rolling Stone review. Archived from the original Archiviato il 6 maggio 2009 in Internet Archive. on 23 November 2011.
  17. ^ Winnipeg Free Press review. Archived at queenarchives.com
  18. ^ Chicago Herald review. Archived at queenarchives.com
  19. ^ Felsani, Primi, 2006, p. 10.
  20. ^ "The Top 50 Most Influential Guitar Albums Of All Time Ever!". Guitarist. December 1994. Archived at rocklistmusic.co.uk
  21. ^ Queen charts at Chartstats
  22. ^ Queen charts at Allmusic

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]