Pier Ruggero Piccio
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Conte Pier Ruggero Piccio | |
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Senatore del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 3 novembre 1933 – |
Conte Pier Ruggero Piccio | |
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27 settembre 1880 – 30 luglio 1965 | |
Nato a | Roma |
Morto a | Roma |
Luogo di sepoltura | Roma |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() |
Forza armata | Regio Esercito Regia Aeronautica |
Arma | Fanteria |
Corpo | Corpo aeronautico militare |
Specialità | Caccia |
Reparto | 43º Reggimento fanteria 2ª Compagnia mista 37º Reggimento fanteria 70ª Squadriglia caccia 91ª Squadriglia |
Anni di servizio | 1898 – 1933 |
Grado | Generale di squadra aerea[1] |
Guerre | Guerra italo-turca Prima guerra mondiale |
Comandante di | 5ª Squadriglia da ricognizione e combattimento 3ª Squadriglia 77ª Squadriglia Aeroplani X Gruppo (poi 10º Gruppo) |
Decorazioni | Medaglia d'oro al valor militare Medaglia d'argento al valor militare (2) |
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Pier Ruggero Piccio (Roma, 27 settembre 1880 – Roma, 30 luglio 1965) è stato un asso dell'aviazione italiana e medaglia d'oro nella prima guerra mondiale. Nel dopoguerra divenne il capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare, per essere poi nominato nel 1933 senatore del Regno d'Italia.
Indice
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Fu un illustre ufficiale prima del Regio Esercito e successivamente della Regia Aeronautica. Ha frequentato l'accademia militare di Modena dal 29 ottobre 1898 uscendone l'8 settembre 1900 con il grado sottotenente del 43º Reggimento fanteria. Il Tenente Piccio dal 24 novembre 1903 lavora al Ministero degli Affari Esteri: da novembre 1903 fino al 16 febbraio 1907 è a Kalambari in Ciad. Rientrato in Italia, dal 13 marzo 1908 al 30 luglio 1909 va alla 2ª Compagnia mista di Creta. Ha partecipato dal 20 novembre 1911 al 1º dicembre 1912 in Libia alla guerra contro l'Impero ottomano nel 37º Reggimento fanteria, ove al comando di una sezione mitragliatrici ottenne la sua prima medaglia di bronzo al valor militare. Il 15 febbraio 1911 venne iniziato in Massoneria nella Loggia Andrea Vochieri di Alessandria[3].
Il capitano Piccio del 19° fanteria (poi 19ª Divisione fanteria "Venezia") dal 31 marzo 1913 venne nominato pilota di aeroplano il 25 luglio conseguendo il brevetto su velivolo Nieuport e pilota militare d'aeroplano il 25 ottobre su velivolo Caproni e viene destinato dal 29 marzo 1915 al Battaglione Scuole Aviatori, dal 23 maggio va in zona di guerra al Battaglione squadriglie di Pordenone e sempre in maggio al comando della 5ª Squadriglia da ricognizione e combattimento di Campoformido. Assegnato al Corpo Aeronautico Militare prese parte alla prima guerra mondiale. Ha conseguito una seconda medaglia di bronzo al valor militare per le azioni di ricognizione effettuate dal maggio all’agosto. Dal 15 agosto va a Cascina Malpensa per passaggio apparecchio e dal 29 agosto al Battaglione squadriglia aviatori. Dal 12 ottobre ottiene il comando della 3ª Squadriglia di bombardieri Caproni Ca.32 di Comina (Friuli-Venezia Giulia) in zona di guerra, dal 1º marzo 1916 parte per Torino e dal 27 marzo viene inviato a Parigi per conversione su velivolo Nieuport 10 biplano e dal 31 maggio dello stesso anno assume il comando della 77ª Squadriglia aeroplani Nieuport di Comina in zona di guerra che il 18 giugno si sposta ad Istrana.
Nell’ottobre del 1916 viene decorato di Medaglia d'argento al valor militare per l’abbattimento del 18 ottobre di un Draken (pallone frenato). Promosso maggiore dal 10 dicembre, dal 10 aprile 1917 è il primo comandante del X Gruppo (poi 10º Gruppo squadriglie) di Pasian di Prato in zona di guerra (che, tra le altre, ha in assegnazione anche la 91ª Squadriglia, la cosiddetta Squadriglia degli assi tra le cui fila c'è l'asso Capitano Francesco Baracca oltre alla 70ª Squadriglia caccia). La 91ª Squadriglia dal 1º luglio gli riserva un aereo a Pasian di Prato come anche la 70ª Squadriglia gli riserva lo SPAD S.VII. Nell'ambito dell'Undicesima battaglia dell'Isonzo il 19 agosto il Sottotenente Alberto Marazzani (77^), il Ten. Giovanni De Briganti (77^) e Piccio sostengono di aver abbattuto ognuno un caccia. Con l'aereo della 91ª il 2 agosto Piccio abbatte 2 Brandenburg dalle parti di Tolmino, il 3 ottobre attacca costringendo a prendere terra un ricognitore entro le linee italiane ed il 25 ottobre nell'ambito della Battaglia di Caporetto vicino a Tolmino Baracca rivendica un Albatros sul Monte San Marco di Gorizia in collaborazione con Piccio.
Promosso tenente colonnello per meriti in servizio dal 3 ottobre per poi assumere il ruolo di ispettore della caccia. Per quanto fatto durante il conflitto ottenne una medaglia d'oro al valor militare, due medaglie d'argento e un'altra medaglia di bronzo al valor militare, inoltre gli furono accreditati 24 abbattimenti, facendogli guadagnare la qualifica di asso.
A partire dal 10 aprile 1921 passa all'Arma Aeronautica e svolge la funzione di addetto aeronautico a Parigi, carica che ricoprirà poi saltuariamente fino al 1935. Il 1º marzo 1923 è nominato anche aiutante da campo onorario del re. Dal 14 ottobre passa nella Regia Aeronautica ed il 25 ottobre è comandante generale dell'Aeronautica fino alla rinuncia del 1º marzo 1925 quando diventa Comandante di Divisione Aerea, il 17 aprile è ancora addetto aeronautico all'ambasciata di Parigi, dal 25 giugno il suo grado cambia denominazione in Generale di Brigata Aerea e dal 1º luglio Generale di Divisione Aerea. Il 15 novembre rientra da Parigi e dal 18 gennaio 1926 diviene il primo Capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare fino al 6 febbraio 1927 quando cessa a domanda dall'incarico e dal 5 gennaio 1928 torna come addetto Aeronautico all'ambasciata di Parigi. Il 17 settembre 1932 diventa Generale di Squadra Aerea fino al 1º gennaio 1933 quando viene messo fuori quadro per essere nominato senatore del Regno d'Italia dal 3 novembre. Dal 17 gennaio 1938 ha vissuto prevalentemente in Francia. Muore a Roma nel luglio 1965.
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
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Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia |
«Motu proprio del Re» — 28 gennaio 1926[4] |
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Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia |
«Motu proprio del Re» — 5 settembre 1923[4] |
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Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia |
— 31 dicembre 1914[4] |
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Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro |
«Motu proprio del Re» — 20 novembre 1924[4] |
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Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro |
— 11 giugno 1922[4] |
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Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia |
— 17 maggio 1919[4] |
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Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia |
— 28 febbraio 1918[4] |
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Medaglia d'oro al valor militare |
«Pilota arditissimo da caccia, sempre pronto ad ogni audacia, abbatteva, dal 10 luglio al 30 novembre 1917, undici apparecchi nemici, portando così il numero totale degli apparecchi da lui abbattuti a diciassette. Personificazione mirabile delle più elette qualità del pilota italiano, condottiero ideale dei cacciatori del cielo, cuore ardente di entusiasmo, soldato provato alle più dure vicende dell’aria, da additarsi come esempio a tutti gli aviatori come vanto dell’esercito nostro. Cielo dell’Isonzo e del Carso, Aidussina, 28 luglio; Tolmino, 2 agosto; Volgarù, 7 settembre; Avscek, 14 settembre; Kal, 23 settembre; Ternova, 29 settembre; Auzza, 2 ottobre; Mesniak, 3 ottobre; Castelmonte, 25 ottobre; Bosco di Panovizza, 25 ottobre 1917.» — 5 maggio 1918[5] |
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Medaglia d'argento al valor militare |
«Quale ispettore delle squadriglie da caccia, con opera costante e fervida preparò i propri reparti all'arduo e nuovissimo compito del loro impiego a massa sul cielo stesso della battaglia, partecipando altresì con superbo ardimento e con travolgente esempio del suo entusiastico ardore alle brillanti azioni, che hanno fatto dell'aviazione un valido e sicuro strumento di vittoria. Cielo del Montello e del Piave, 15-25 giugno 1918» — 9 ottobre 1919 |
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Medaglia d'argento al valor militare |
«Pilota militare, compì numerosissime ardite operazioni di guerra in aeroplano. Servì di costante esempio e di sprone ai suoi dipendenti, ottenendo costantemente risultati molto efficaci. Il 18 ottobre spontaneamente si recò ad abbattere un Draken avversario. Riuscì nella brillante impresa mercé la sua rara abilità ed il suo indomito coraggio. Altipiano Carsico, 18 ottobre 1916» — 24 maggio 1917 |
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Medaglia di bronzo al valor militare |
«Aviatore, compì numerose e molto efficaci ricognizioni ed azioni offensive sul nemico rilevandone e fotografandone le posizioni e le opere difensive, dando continue prove di grande ardire e noncuranza del pericolo. Durante le sue ricognizioni fu quasi sempre fatto segno al fuoco dell'avversario, ritornando varie volte con il velivolo colpito. Friuli e regione Carsica, maggio-agosto 1915» — 7 novembre 1915 |
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Medaglia di bronzo al valor militare |
«In ripetuti combattimenti dava prova di molto coraggio e capacità al comando della sezione mitragliatrici. Homs, 6 gennaio 1912; Mergheb, 27 febbraio 1912» — 22 marzo 1913 |
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Medaglia militare aeronautica di lunga navigazione aerea di 2º grado |
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Medaglia commemorativa della guerra italo-turca del 1911-1912 |
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Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca del 1915–18, 4 anni di campagna |
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Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia |
Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]
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Commendatore della Legion d'onore |
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Dal 17 settembre 1932.
- ^ William Ira Boucher, Italian Aces of WW1 - Pier Ruggero Piccio, su wwiaviation.com. URL consultato il 13 agosto 2014.
- ^ Vittorio Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Erasmo ed., Roma, 2005, p. 219.
- ^ a b c d e f g Scheda di Piccio sul sito del Senato.
- ^ La motivazione della Medaglia sul Sito della Presidenza della Repubblica.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentili e Paolo Varriale, 1999
- [1] Biografia di Piccio sul sito dell'Aeronautica Militare
- Scheda di Piccio sul sito del Senato, su notes9.senato.it. URL consultato il 17 gennaio 2013.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Aviazione nella prima guerra mondiale
- Lista degli assi italiani della prima guerra mondiale
- Servizio Aeronautico del Regio Esercito
- Asso dell'aviazione
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pier Ruggero Piccio
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Biografia di Piccio sul sito dell'Aeronautica Militare, su aeronautica.difesa.it.
- Scheda di Piccio sul sito del Senato, su notes9.senato.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 310601393 · ISNI (EN) 0000 0004 3676 7422 · SBN IT\ICCU\CUBV\013097 · GND (DE) 1057887285 · BNF (FR) cb166866196 (data) |
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