José Mujica

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Pepe Mujica)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
José Mujica
José Mujica nel 2023

40º Presidente dell'Uruguay
Durata mandato1º marzo 2010 –
1º marzo 2015
Vice presidenteDanilo Astori
PredecessoreTabaré Vázquez
SuccessoreTabaré Vázquez

Ministro dell'allevamento, dell'agricoltura e della pesca
Durata mandato1º marzo 2005 –
3 marzo 2008
PresidenteTabaré Vázquez
PredecessoreMartin Aguirrezabala
SuccessoreErnesto Agazzi

Senatore della Repubblica
Durata mandato15 febbraio 2000 –
15 febbraio 2005

Durata mandato1º marzo 2015 –
14 agosto 2018

Durata mandato15 febbraio 2020 –
20 ottobre 2020

Deputato della Repubblica
Durata mandato15 febbraio 1995 –
15 febbraio 2000

Dati generali
Partito politicoMovimento di Partecipazione Popolare (nella coalizione Fronte Ampio) (dal 1989)
In precedenza:
Partito Nazionale (1952-1958)
Unione Popolare (1958-1966)
Tupamaros (1966-1972)
ProfessioneAgricoltore
FirmaFirma di José Mujica

José Alberto Mujica Cordano (Montevideo, 20 maggio 1935) è un politico uruguaiano, conosciuto pubblicamente come Pepe Mujica[1], Presidente dell'Uruguay dal 1º marzo 2010 al 1º marzo 2015. Con un passato da guerrigliero nei Tupamaros ai tempi della dittatura, fu eletto deputato, senatore e, tra il 2005 e il 2008, fu ministro dell'allevamento, agricoltura e pesca. Fu leader del Movimento di Partecipazione Popolare (MPP), raggruppamento maggioritario del Fronte Ampio, fino alle sue dimissioni avvenute il 24 maggio 2009. Il 30 novembre 2009 vinse le elezioni presidenziali, battendo al ballottaggio Luis Alberto Lacalle.

Dal 2005, dopo una lunga convivenza, si è sposato con la senatrice e storica leader del MPP Lucía Topolansky. Mujica è noto per il suo stile di vita di volontaria semplicità, e riceveva dallo Stato uruguaiano un appannaggio di 260 259 pesos (~8 300 euro) al mese per il suo lavoro alla guida del Paese[2], ma ne donava circa il 90% a favore di organizzazioni non governative e a persone bisognose[2]. La sua automobile è un Volkswagen Maggiolino del 1987[3], donatagli da alcuni amici e che si è rifiutato di vendere nonostante offerte cospicue[3]. Vive in una piccola fattoria a Rincón del Cerro, alla periferia di Montevideo[2]. Anche durante il suo mandato aveva rinunciato a vivere nel palazzo presidenziale. In riferimento alla piccola quota di stipendio che tratteneva per sé (più o meno 800 euro) che lo fece soprannominare anche il "Presidente più povero del mondo"[4], Mujica dichiarò in un'intervista al quotidiano colombiano El Tiempo che tale quantità di denaro gli era sufficiente, alla luce del fatto che molti suoi connazionali devono vivere con meno[2].

Il 20 ottobre 2020, con le dimissioni dal Senato, ufficializza il suo ritiro a vita privata[5].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Origini e infanzia[modifica | modifica wikitesto]

José Mujica nacque il 20 maggio 1935 da Demetrio Mujica, discendente da antenati baschi, e Lucia Cordano, originaria della Liguria. La famiglia di sua madre era molto modesta ed aveva origini nel paesino di Favale di Malvaro[6] in Val Fontanabuona, in provincia di Genova[7].

I suoi nonni materni si stabilirono a Carmelo in Uruguay, dove riuscirono a comprare due ettari di terreno nella Colonia Estrella e lo misero tutto a vigna. Anche suo padre era un agricoltore, che però finì in rovina e morì nel 1940, quando Mujica aveva 5 anni. Dai 13 ai 17 anni il giovane Pepe si dedicò al ciclismo, appartenendo successivamente a diversi club sportivi della regione mano a mano che saliva di categoria.

Debutto in politica[modifica | modifica wikitesto]

Suo zio materno, Ángel Cordano, era nazionalista e peronista e influenzò molto la formazione politica di Mujica. Nel 1956 conobbe, tramite sua madre che militava nel suo partito, l'allora deputato nazionalista Enrique Erro e da allora iniziò a militare nel Partito Nazionale, divenendone Segretario Generale del settore giovanile.

Alle elezioni del 1958 trionfò per la prima volta il cosiddetto Herrerismo e Erro fu designato ministro del Lavoro, accompagnato da Mujica che però non aveva nessun incarico ufficiale. Nel 1962, Erro e Mujica abbandonarono il Partito Nazionale per creare l'Unione Popolare assieme al Partito Socialista Uruguayano e ad un piccolo gruppo chiamato Nuova Base, partecipando alle elezioni per la presidenza della repubblica con il candidato comune Emilio Frugoni: perdettero nettamente, ottenendo soltanto il 2,3%.

Comandante guerrigliero[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Tupamaros e Dittatura civile-militare uruguaiana.
La moglie di Mujica, Lucía Topolansky, nel settembre 2009, durante la campagna che la porterà a diventare senatrice.

Nei primi anni sessanta aderì al neonato movimento dei MLN - Tupamaros (Movimiento de Liberación Nacional), un'organizzazione di guerriglia urbana di ispirazione marxista-leninista, ispirato dalla rivoluzione cubana e alla difesa dei diritti dei lavoratori della canna da zucchero (cañeros) del nord del paese sindacalizzati da Raúl Sendic Antonaccio. Il nome al movimento fu dato ispirandosi al romanzo Ismael del 1888 di Eduardo Acevedo Díaz che parlava delle truppe dei "contadini, nativi o criollos, rappresentati nel testo come gli uomini al seguito del libertador José Gervasio Artigas e comparati da spagnoli e proprietari terrieri alle truppe al seguito di Túpac Amaru II"[8], "l'autore spiegava come la denominazione tupamaro fosse usata spregiativamente dalla classe dominante (...) Si scelse il riferimento storico ai tupamaros di José Gervasio Artigas (...) con l'obiettivo di dargli una connotazione più aperta e capace di andare oltre i tradizionali riferimenti troppo legati alla sinistra eurocentrica (...)"[9].

Nel corso di varie azioni ricevette ben 6 ferite da arma da fuoco, e nel 1969 partecipò alla breve occupazione di Pando, una città vicina a Montevideo. Mujica fu arrestato in quattro diverse occasioni e fu tra i prigionieri politici che riuscirono a evadere dalla prigione di Punta Carretas nel 1971. Fu comunque ricatturato un anno dopo e condannato da un tribunale militare sotto il governo di Jorge Pacheco Areco, che aveva sospeso diverse garanzie costituzionali.

Dopo il colpo di Stato militare del 1973, organizzato dal presidente e dittatore Juan María Bordaberry, fu trasferito in un carcere militare dove rimase rinchiuso per quasi 12 anni[10], la maggior parte dei quali passati in completo isolamento in un braccio ricavato da un pozzo sotterraneo[11]. Fu uno dei 9 dirigenti tupamaros prigionieri che la dittatura civile-militare chiamava rehenes ("ostaggi"), ossia persone che, in caso di ulteriori azioni militari dei Tupamaros in libertà, sarebbero state immediatamente fucilate.

Altri rehenes erano un altro dirigente tupamaro, Eleuterio Fernández Huidobro, poi diventato ministro della difesa, lo scrittore Mauricio Rosencof[12], che raccontò di aver subito torture, e il fondatore del loro movimento, Raúl Sendic Antonaccio, con i quali riuscì a mantenere i contatti in carcere, malgrado le inumane condizioni di detenzione. Mujica, come affermato da lui stesso, a causa dell'isolamento soffrì di gravi problemi di salute, specialmente psicologici, arrivando ad avere allucinazioni uditive e paranoia.[13]

Nel 1985, quando la democrazia costituzionale fu ristabilita, Mujica fu liberato grazie ad un'amnistia della quale beneficiarono sia guerriglieri sia golpisti, coprente crimini di guerra e fatti di guerriglia commessi dal 1962 in poi. Tale amnistia sarà revocata per crimini contro l'umanità, ottenendo il processo e la condanna dell'ex dittatore Bordaberry.

Ritorno alla democrazia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo qualche anno di apertura democratica, Mujica e altri dirigenti tupamaros, assieme ad altri gruppi di sinistra, crearono il Movimento di Partecipazione Popolare (MPP), all'interno della coalizione del Fronte Ampio. Alle elezioni del 1994 fu eletto deputato nella circoscrizione di Montevideo e dichiarò di "sentirsi come un fioraio in parlamento", facendo riferimento alla sua attività professionale nell'agricoltura. Malgrado ciò, la sua presenza nell'arena politica catturò subito l'attenzione del pubblico.

Alle elezioni del 1999 fu eletto senatore e in quell'anno fu pubblicato il libro Mujica di Miguel Ángel Campodónico (un altro oriundo ligure), che racconta la vita e il pensiero del guerrigliero convertito al parlamentarismo. Alle elezioni del 2004 il suo movimento ottenne la più alta percentuale di voti mai raggiunta fino ad allora, facendone la prima forza del Fronte Ampio, cosa che aumentò grandemente l'influenza e l'autorevolezza di quest'ultimo all'interno della coalizione di governo.

Attività all'interno del governo del Fronte Ampio[modifica | modifica wikitesto]

José Mujica assieme al presidente Vázquez.

Il 1º marzo 2005 fu nominato ministro dell'Allevamento dal neoeletto Presidente della Repubblica Tabaré Vázquez; il suo sottosegretario era Ernesto Agazzi, ingegnere agronomo specializzato. Mujica è stato accusato - a torto - di scarsa professionalità, occupato più nella campagna elettorale che nella guida del suo dicastero, tant'è che il vero "ministro" era considerato proprio Agazzi, ritenuto più adatto alla guida di tale ministero[14].

Tuttavia Mujica è stato il ministro più popolare, proprio per la sua vicinanza alla gente e per il suo carisma, che lo hanno reso molto popolare tra l'elettorato uruguaiano. Mujica è inoltre apprezzato per il suo dialogo con la gente[15]. Il 3 marzo 2008 lasciò la sua carica a favore di Agazzi per candidarsi alla Presidenza per le elezioni del 2009 ed ottenne il seggio di senatore. Gli altri candidati alle primarie erano Danilo Astori e Marcos Carámbula, anche se il Presidente Vázquez indirettamente appoggiava Astori.

Tra le prime proposte di Mujica ci fu il riavvicinamento all'Argentina dei coniugi Néstor e Cristina Kirchner. Nel 2006, infatti, era sorta una crisi diplomatica a causa della costruzione, da parte del governo dell'Uruguay, di una cartiera sul Rio Uruguay, dalla quale sono sorte polemiche con il governo peronista dell'Argentina. Mujica invitò i Kirchner a riavvicinarsi al popolo uruguaiano, cercando di superare le controversie passate[16]

Candidatura presidenziale[modifica | modifica wikitesto]

Mujica con il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, nel 2010

Il 13 e il 14 dicembre 2008 si tenne il congresso del Fronte Ampio che aveva l'obiettivo di stilare il programma di governo per il successivo periodo presidenziale tra il 2010 e il 2015 e che candidò ufficialmente José Mujica alla presidenza. Ciò suscitò polemiche tra gli altri potenziali candidati, Danilo Astori, Marcos Carámbula, Daniel Martínez ed Enrique Rubio, che pretendevano condizioni eguali tra tutti gli aspiranti alla corsa presidenziale[17][18][19]. Successivamente sia Martinez sia Rubio rinunciarono alla competizione e i candidati alle primarie restarono tre: Astori, Carámbula e lo stesso Mujica.

Il 24 maggio 2009 Mujica lasciò la guida del suo movimento, affermando che tale scelta era stata dettata dal fatto che il candidato rappresenta non un settore specifico, ma tutto il partito[20]. Il 28 giugno 2009 Mujica fu eletto candidato presidente del Fronte Ampio con il 52% dei voti, a fronte del 39% del suo principale avversario, Danilo Astori[21]. Tra le prime proposte di Mujica figurava la vendita di parte di azioni di imprese statali[22].

Elezioni presidenziali del 2009[modifica | modifica wikitesto]

Il 25 ottobre 2009 Mujica ottenne al primo turno il 48% dei voti (circa 1 105 000), contro il 29% di Luis Alberto Lacalle del Partido Nacional. Al ballottaggio, tenutosi il 29 novembre Mujica fu eletto presidente dell'Uruguay con più del 52% dei suffragi.

Politica nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Mujica con la Presidente del Brasile Dilma Rousseff, con cui ha in comune un passato nella guerriglia contro le dittature sudamericane

Mujica, che in passato sostenne e ottenne la depenalizzazione dell'aborto, sostenne poi il riconoscimento dei matrimoni gay e la legalizzazione della marijuana: «la tossicodipendenza è una malattia, guai a confonderla col narcotraffico». Mujica proponeva di non fumarla, bensì di ingerirne piccole quantità inserite nei cibi[senza fonte]. José Rubial, presidente della Corte Suprema, propose anche di distribuirla gratuitamente, per evitare che i consumatori compissero atti criminali per ottenerla (cadendo quindi nella tossicodipendenza) o la acquistassero al mercato nero, gestito dalla criminalità organizzata. Per poter monitorare il consumo di droga, Rubial propose di registrare i consumatori[23].

Questi obiettivi vennero raggiunti :

  • Nel 2013 ci fu l'istituzione del matrimonio omosessuale per i cittadini uruguaiani che ne facessero richiesta[24].
  • La legalizzazione delle droghe leggere, specie la cannabis, di cui sono state autorizzate la coltivazione fino a sei piante per uso personale, e quella statale (e privata con apposite licenze) per quantità superiori, destinate alla libera vendita nelle farmacie. Quest'ultima legge è entrata in vigore nell'aprile 2014[25].
  • La nuova legge sull'aborto[26].

In seguito alle elezioni politiche del 2014, in cui Mujica non ha voluto ricandidarsi, è diventato nuovamente presidente, in carica dal 1º marzo 2015, il suo predecessore Tabaré Vázquez.[27]

È stato vicino al presidente venezuelano Hugo Chávez che considera "il più generoso governante che io abbia mai conosciuto". Nel 2011 si è espresso contro le operazioni militari lanciate da diversi paesi occidentali contro la Libia.

In termini generali, la sua politica è in linea con il precedente mandato. La quota della spesa sociale sul totale della spesa pubblica passa quindi dal 60,9% al 75,5% tra il 2004 e il 2013. Durante questo periodo, il tasso di disoccupazione è diminuito dal 13 al 7%, il tasso di povertà nazionale dal 40 all'11% e il salario minimo è stato aumentato del 250%.Secondo la Confederazione sindacale internazionale, l'Uruguay è diventato il paese più avanzato nelle Americhe in termini di rispetto dei "diritti fondamentali del lavoro, in particolare la libertà di associazione, il diritto alla contrattazione collettiva e il diritto di sciopero".[28]

Il pensiero politico[modifica | modifica wikitesto]

Mujica sostiene che a guidare la vita di ciascuno debba essere il principio della sobrietà:

«...Concetto ben diverso da austerità, termine che avete prostituito in Europa, tagliando tutto e lasciando la gente senza lavoro. Io consumo il necessario ma non accetto lo spreco. Perché quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli. E il tempo della vita è un bene nei confronti del quale bisogna essere avari. Bisogna conservarlo per le cose che ci piacciono e ci motivano. Questo tempo per se stessi io lo chiamo libertà. E se vuoi essere libero devi essere sobrio nei consumi. L'alternativa è farti schiavizzare dal lavoro per permetterti consumi cospicui che però ti tolgono il tempo per vivere... Lo spreco è [invece] funzionale all'accumulazione capitalista [che implica] che si compri di continuo [magari indebitandosi] sino alla morte.[29]»

Riconoscendo l'indispensabilità del mercato, ma criticandolo per migliorarlo, Mujica non disconosce la funzione positiva del capitalismo che «so bene che [...] serve a produrre ricchezza, quindi tasse, buone per i servizi di cui anche i poveri si avvantaggiano.»[29]

È comunque errato promettere la felicità per il futuro sacrificando la generazione del presente: occorre muoversi con una visione gradualista che abbia come obiettivo reale immediato l'eudemonia piuttosto che un improbabile edonismo.[29]

Intervistato nel novembre del 2016 dal giornalista Omero Ciai, José Mujica espone il suo pensiero su alcuni argomenti che agitano la società contemporanea.

La ricchezza complica la vita: «*...viviamo in un mondo nel quale si crede che colui che trionfa debba possedere tanto denaro, avere privilegi, una casa grande, maggiordomi, tanti servitori, vacanze extralusso. Mentre io penso che questo modello vincente sia solo un modo idiota di complicarsi la vita. Penso che chi passa la sua vita a accumulare ricchezza sia malato come un tossicodipendente, andrebbe curato.»[30]. «Non sprecate la vita nel consumismo, trovate il tempo di vivere per essere felici.»[31]

«La mia idea di felicità è soprattutto anticonsumistica. Hanno voluto convincerci che le cose non durano e ci spingono a cambiare ogni cosa il prima possibile. Sembra che siamo nati solo per consumare e, se non possiamo più farlo, soffriamo la povertà. Ma nella vita è più importante il tempo che possiamo dedicare a ciò che ci piace, ai nostri affetti e alla nostra libertà. E non quello in cui siamo costretti a guadagnare sempre di più per consumare sempre di più. Non faccio nessuna apologia della povertà, ma soltanto della sobrietà.»[30]

Sul fenomeno della globalizzazione Mujica sostiene che «No, non è possibile [eliminarla]. Sarebbe come essere contrari al fatto che agli uomini cresce la barba. Ma quella che abbiamo conosciuto finora è soltanto la globalizzazione dei mercati. Che ha come conseguenza la concentrazione di ricchezze sempre maggiori in pochissime mani. E questo è molto pericoloso. Genera una crisi di rappresentatività nelle nostre democrazie perché aumenta il numero degli esclusi. Se vivessimo in maniera saggia, i sette miliardi di persone nel mondo potrebbero avere tutto ciò di cui hanno bisogno. Il problema è che continuiamo a pensare come individui, o al massimo come Stati, e non come specie umana.»[30]

Coerentemente ad altri osservatori politici Mujica si è detto «... molto preoccupato da un'eventuale vittoria di Donald Trump perché il peso degli Stati Uniti nel mondo è tale che i disastri combinati da un presidente statunitense si possono ripercuotere su tutti noi. Però penso anche che il presidente negli Stati Uniti, per fortuna e per disgrazia, ha in fondo poteri abbastanza limitati» .[30]

José Mujica è ateo.[32]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

José Mujica decorato con le insegne del Gran Collare dell'Ordine dell'Aquila azteca dal presidente messicano Enrique Peña Nieto.

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Collare dell'Ordine Nazionale al Merito (Paraguay) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Sole del Perù (Perù) - nastrino per uniforme ordinaria
Collare dell'Ordine dell'Aquila azteca (Messico) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Collare dell'Ordine Nazionale al Merito (Ecuador) - nastrino per uniforme ordinaria
Collare dell'Ordine nazionale di San Lorenzo (Ecuador) - nastrino per uniforme ordinaria
Cittadinanza onoraria di Livorno e Chiavi della città di Livorno (Italia) - nastrino per uniforme ordinaria
«Ritenuto che i principi di democrazia e di promozione e affermazione di uno sviluppo economico mai scisso dall’attenzione ai più deboli e ad uno stile di vita personale che ha saputo coniugare il profilo istituzionale della massima carica dello Stato con un rigoroso e assoluto rispetto dell’eticità pubblica siano stati gli elementi caratterizzanti che maggiormente hanno contribuito a delineare la Sua personalità di ormai riconosciuto e apprezzato livello internazionale e considerato che il profilo di cui sopra onora la città di Livorno di poterlo annoverare tra i suoi concittadini, anche in considerazione del profilo di profonda umanità che ha sempre contraddistinto l’operato pubblico di Josè Alberto Mujica Cordano»
— Livorno, 27 maggio 2015[41].
Membro di II Classe dell'Ordine della Bandiera della Republika Srpska - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Manuel Amador Guerrero (Panama) - nastrino per uniforme ordinaria
Mujica durante una visita in Italia nel 2016, in occasione della pubblicazione del libro Una pecora nera al potere
Collare dell'Ordine del liberatore San Martín (Argentina) - nastrino per uniforme ordinaria

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pepe Mujica: La felicità al potere secondo il presidente del popolo.
  2. ^ a b c d (ES) César Bianchi, Perfil del singular mandatario uruguayo José Mujica, in El Tiempo, 11 agosto 2012. URL consultato il 14 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013).
  3. ^ a b (ES) Mujica aseguró que no venderá su automóvil Fusca porque ofendería a los amigos que se lo regalaron, in La Red 21, 14 novembre 2014. URL consultato il 14 novembre 2014.
  4. ^ Ecco la casa di Mujica, il presidente più povero al mondo.
  5. ^ Uruguay, l'ex presidente contadino José "Pepe" Mujica lascia la politica: "Il Covid mi ha steso", su Repubblica.it, 20 ottobre 2020. URL consultato il 20 ottobre 2020 (archiviato il 9 novembre 2020; seconda copia archiviata il 9 novembre 2020).
  6. ^ LevANTE - Favale di Malvaro, Mujica visita la terra degli avi: «Un saluto a tutti i liguri», su ilsecoloxix.it. URL consultato il 13 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2018).
  7. ^ liguriantighi.it (PDF).
  8. ^ Il Presidente impossibile. Pepe Mujica da guerrigliero a Capo di stato, Nadia Angelucci e Gianni Tarquini prefazione di Erri De Luca, Roma 2014.
  9. ^ Ibidem
  10. ^ di Álvaro Brechner. Un film con Antonio de la Torre, Chino Darín, Alfonso Tort, Soledad Villamil, Sílvia Pérez Cruz. Cast completo Titolo originale: La Noche de 12 Años. Genere Drammatico - Francia, Argentina, Spagna, 2018, durata 123 minuti. Uscita cinema giovedì 10 gennaio 2019 distribuito da Bim Distribuzione e Movies Inspired.
  11. ^ «Le mie prigioni con Pepe Mujica», intervista di Laura Guglielmi a Mauricio Rosencof, mentelocale.it, su mentelocale.it. URL consultato il 28 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2014).
  12. ^ Angelucci Nadia, Storia di un rivoluzionario innamorato della parola, Il Calendario del popolo n. 761, 9 dicembre 2013, Roma.
  13. ^ Pablo Brum, The Robin Hood Guerrillas: The Epic Journey of Uruguay's Tupamaros pp. 331-336
  14. ^ Mujica for export, su espaciouruguay.com. URL consultato il 13 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013).
  15. ^ Mujica e il suo rapporto con la gente.
  16. ^ Mujica invita i Kirchner a riconciliarsi con l'Uruguay.
  17. ^ Con 1694 voti Mujica vince il congresso del Fronte Ampio.
  18. ^ Il FA elegge Mujica (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2014).
  19. ^ Mujica è il candidato ufficiale del FA.
  20. ^ Mujica lascia la direzione del MPP.
  21. ^ Mujica e il suo candidato alla vicepresidenza Astori (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2009).
  22. ^ Mujica propone vendita di azioni delle imprese statali (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2009).
  23. ^ L'ultima sfida del presidente Mujica: “Vi insegno come usare la marijuana”.
  24. ^ Uruguay, Parlamento approva le nozze gay. Escluse le coppie omosessuali straniere.
  25. ^ L'Uruguay ha legalizzato la marijuana, su ilpost.it.
  26. ^ L’Uruguay ha depenalizzato l’aborto, su ilpost.it, 19 ottobre 2012.
  27. ^ Secondo Wyre Davies, giornalista corrispondente della BBC: «Mujica ha lasciato il proprio incarico con un'economia relativamente sana e con stabilità sociale che i suoi vicini più grandi potrebbero solo sognare». (In (EN) Wyre Davies, Uruguay bids farewell to pauper president, in BBC News, 1º marzo 2015. URL consultato il 1º luglio 2018.
  28. ^ Christophe Ventura, En el país de las conquistas sindicales, su medelu.org. URL consultato il 10 maggio 2019.
  29. ^ a b c Riccardo Staglianò, Il Venerdì di Repubblica, 8 novembre 2013, p. 25.
  30. ^ a b c d Dall'intervista di Omero Ciai, Mujica e "l'apologia della sobrietà": "Chi accumula denaro è un malato. La ricchezza complica la vita"., Repubblica.it, 6 novembre 2016. (Cfr. J. Mujica, Rio+20, 2012: «I pensatori antichi, Epicuro, Seneca, gli Aymara, dicevano che povero non è chi possiede poco, ma veramente povero è chi […] desidera tanto, e sempre più»).
  31. ^ Citato in Omero Ciai, Mujica e "l'apologia della sobrietà": "Chi accumula denaro è un malato. La ricchezza complica la vita"., Repubblica.it, 6 novembre 2016. Fase pronunciata a Roma il 4 novembre 2016.
  32. ^ Sammy Said (2013). "Jose Mujica, The Poorest President in the World". The Richest. "Jose Mujica, an atheist, vegetarian, former member of the Tupamaro, Volkswagen Beetle-owner who has eschewed the privilege of living in a palace reserved for the country's head of government for a humble farm in the outskirts of the capital of Montevideo, is known as the poorest president in the world and he is proud of it."
  33. ^ José Mujica agradece condecoraciones y afirma que América es la "gran causa" por seguir, Andina.com.pe, 25 gennaio 2011. URL consultato il 16 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2014).
  34. ^ (ES) «El presidente recibirá condecoración creada por José de San Martín en 1821», su archivo.presidencia.gub.uy, 25 gennaio 2011.
  35. ^ Enrique Peña Nieto condecora a Mujica, su elobservador.com.uy, El Observador, 29 gennaio 2014. URL consultato il 7 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2014).
  36. ^ Mujica fue condecorado por el presidente mexicano, su republica.com.uy, La República, 28 gennaio 2014.
  37. ^ Registro Oficial N°410». Registro oficial de Ecuador. 7 de enero de 2015.
  38. ^ «“Pepe” Mujica fue homenajeado en Ecuador: recibió la Orden Nacional del Gran Collar» (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2016)., artículo en el diario Noticias 24 (Caracas).
  39. ^ Mujica apasionado, su republica.com.uy, La República, 7 dicembre 2014.
  40. ^ (ES) Mujica apasionado, su Republica.com.uy, 7 dicembre 2014. URL consultato il 7 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2014).
  41. ^ Ansa.it., Pisorno.it., QuiLivorno (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2015).
  42. ^ Bojan Bilbija, Hoseu Muhiki najviši orden Republike Srpske, su Politika Online. URL consultato l'8 gennaio 2021.
  43. ^ (SR) Srna, ANDRIĆGRAD Dodik uručio Orden zastave RS sa srebrnim vencem bivšem predsedniku Urugvaja, su Blic.rs. URL consultato l'8 gennaio 2021.
  44. ^ (ES) Panamá condecora al expresidente de Uruguay José 'Pepe' Mujica, su tvn-2.com, TVN, 24 novembre 2017. URL consultato l'11 maggio 2021.
  45. ^ (ES) El Gobierno condecoró a José "Pepe" Mujica con la Orden del Libertador San Martín, su infobae.com. URL consultato l'11 maggio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Nadia Angelucci, Gianni Tarquini, Il presidente impossibile. Pepe Mujica, da guerrigliero a capo di stato, presentazione di Erri De Luca, 2014, 224 p., rilegato, Editore Nova Delphi Libri
  • José "Pepe" Mujica, La felicità al potere, a cura di Cristina Guarnieri e Massimo Sgroi, prefazione di Omero Ciai, postfazione di Donato Di Santo, Castelvecchi Editore, 2016
  • Andrés Danza, Ernesto Tulbovitz, Una pecora nera al potere. Pepe Mujica, la politica della gente, Gruppo Editoriale Lumi, 2016

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Presidente dell'Uruguay Successore
Tabaré Vázquez 1º marzo 2010 – 1º marzo 2015 Tabaré Vázquez
Predecessore Ministro dell'allevamento, dell'agricoltura e della pesca Successore
Martin Aguirrezabala 1º marzo 2005 – 3 marzo 2008 Ernesto Agazzi
Controllo di autoritàVIAF (EN164105107 · ISNI (EN0000 0001 1458 2732 · LCCN (ENnb2001008851 · GND (DE132202034 · BNE (ESXX4616195 (data) · BNF (FRcb171442359 (data) · J9U (ENHE987007456697305171 · NDL (ENJA001166295 · WorldCat Identities (ENlccn-nb2001008851