Papaver rhoeas

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Papavero comune
Papaver rhoeas
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni basali
Ordine Ranunculales
Famiglia Papaveraceae
Sottofamiglia Papaveroideae
Tribù Papavereae
Genere Papaver
Specie P. rhoeas
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Magnoliidae
Ordine Papaverales
Famiglia Papaveraceae
Sottofamiglia Papaveroideae
Tribù Papavereae
Genere Papaver
Specie P. rhoeas
Nomenclatura binomiale
Papaver rhoeas
L., 1753
Nomi comuni

papavero comune, rosolaccio

Papaver rhoeas (L., 1753), comunemente noto come papavero comune o rosolaccio, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Papaveraceae, originaria di Eurasia e Nordafrica[1].

La specie, largamente diffusa in Italia, cresce normalmente in campi e sui bordi di strade e ferrovie. È considerata una infestante dei cereali[2].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Tre diversi stadi del fiore di Papaver rhoeas: bocciolo, fiore in antesi, frutto.

Il rosolaccio è un'erba che cresce come pianta annuale, latifoglie e alta fino a 80 – 90 cm.
Il fusto è eretto, coperto di peli rigidi. Tagliato emette un liquido bianco.
I boccioli sono verdi a forma di oliva e penduli. Il fiore è rosso, (molto raramente bianco), dai petali delicati e caduchi, spesso macchiato di nero alla base in corrispondenza degli stami di colore nero. Fiorisce in primavera da aprile fino a metà luglio.
È visitato dalle api per il suo polline di colore nero.[3] Le foglie sono pennato partite sparse lungo il fusto.
Il frutto è una capsula che contiene molti semi piccoli, reniformi e reticolati; fuoriescono numerosi sotto lo stimma. Petali e semi possiedono leggere proprietà sedative: il papavero comune è parente stretto del papavero da oppio, da cui si estrae la morfina.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Al momento, oltre alla pianta in sé, ne è accettata una sola varietà[1]:

  • Papaver rhoeas var. himerense (Raimondo & Spadaro, 2007)[4]

Questa rara varietà, caratterizzata da fiori bianco-rosati e scoperta solo di recente, è endemica di una ristretta area della Sicilia nei pressi di Termini Imerese, da cui il nome della pianta[5].

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Il rosolaccio contiene degli alcaloidi, dei quali il principale è la rhoedina, dalle proprietà blandamente sedative, infatti un infuso ottenuto con 4 o 5 petali per tazza veniva tradizionalmente somministrato ai bambini prima di coricarsi in maniera da indurre loro un sonno migliore. È importante notare che gli alcaloidi presenti sono blandamente tossici, per questo motivo è sconsigliata l'assunzione abituale di estratti ed infusi ottenuti da questa pianta, in particolare a bambini ed anziani.

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Foglie di papavero in fase di sbollentatura

Le foglie giovani della pianta vengono utilizzate in varie zone del mondo crude oppure preventivamente sbollentate come gli spinaci, e contribuiscono alla composizione di zuppe o insalate[6].

In Friuli per esempio il cespo di foglie che si sviluppa attorno alla radice all'inizio della primavera, quando la pianta è ancora poco sviluppata ed è lontana dalla fioritura, viene consumato lessato ed eventualmente saltato in pentola come verdura nota sotto il nome di "confenòns". Il sapore è delicato e leggermente amaro. La pianta giovane, che non abbia emesso il fusto fiorale, si può consumare cruda, soprattutto le foglie, tagliata sottile e frammista ad altre verdure, per fare delle ottime insalate, che se condite con sale, succo di limone e olio di oliva nell'ordine, sono gustosissime. Nel Veneto tale pietanza è chiamata "rosoina", "pevarel", o "batis'ciosoe"; in realtà questo ultimo nome si riferisce alla Silene, chiamata anche s-ciopèt. Anche con questa verdura si possono fare insalate, se cruda, oppure ottimi risotti con le foglie giovani. Anche nel Salento le piantine tenere sono consumate sotto il nome di "paparina fritta", sbollentate e passate in padella in un soffritto di aglio con l'aggiunta di olive nere (celline) alcuni gherigli di noce ed aromatizzate con buccia d'arancia e barbe di finocchio. In Romagna, è conosciuta con il nome di "Rosole". Si utilizzano in cucina, da crude, dopo averle triturate finemente e lasciate macerare sotto sale per 24/36 ore. Dopo averle strizzate, si utilizzano per fare da ripieno al famoso "Crescione" o "Cassone" (o Cascione).[7]

Simbologia[modifica | modifica wikitesto]

Claude Monet, I papaveri (Les Coquelicots1873): il maestro impressionista dipinse più volte questi fiori nei suoi quadri

Nel mondo anglosassone Papaver rhoeas è tradizionalmente dedicata alla memoria dei soldati caduti in battaglia durante la prima e la seconda guerra mondiale. Ad esempio, in Regno Unito, durante il Remembrance Day, è diffusa la tradizione di appuntare un papavero rosso all'occhiello.

A questa simbologia è probabilmente collegato anche il richiamo ad un campo di papaveri rossi che fa il cantautore italiano Fabrizio de André nel testo della canzone La guerra di Piero che racconta appunto di un soldato che muore sul campo di battaglia:

Dormi sepolto in un campo di grano / non è la rosa, non è il tulipano / che ti fan veglia dall’ombra dei fossi / ma sono mille papaveri rossi.

Al simbolo del papavero rosso è legata la locuzione "alto papavero", che sta a indicare una personalità altolocata o di potere. Il modo di dire deriva dall'aneddoto raccontato nell'opera Ab Urbe condita libri di Tito Livio; Sesto Tarquinio chiese al padre, Tarquinio il Superbo consiglio su come impossessarsi di Gabii. Il re rispose con un'allegoria recidendo i papaveri più alti del giardino nel quale aveva accolto il messaggero inviato dal figlio.[8][9]

È uno degli attributi di Ipno (in greco antico: Ὕπνος, dio greco del sonno, figlio della Notte, e fratello gemello di Tanato, dio della morte).

Papaveri in pittura e fotografia[modifica | modifica wikitesto]

Un campo di papaveri rossi è un richiamo all'occhio che è impossibile ignorare. Molti pittori e fotografi hanno cercato di cogliere e riprodurre la sensazione di stupore che si prova davanti alla brillantezza del rosso del papavero. Famosi sono i verdi campi di grano dipinti dai macchiaioli, con tante macchie rosse tipiche dei papaveri.

Varie[modifica | modifica wikitesto]

È pianta molto visitata dalle api, che vi raccolgono abbondante polline dall'insolito colore grigio scuro.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Papaver rhoeas L., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 4 febbraio 2021.
  2. ^ Scheda da Acta plantarum, su floraitaliae.actaplantarum.org. URL consultato il 20 maggio 2021.
  3. ^ http://florabeilles.org/serie/papaver-rhoeas_apis-mellifera-5
  4. ^ (EN) Papaver rhoeas var. himerense Raimondo & Spadaro, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 4 febbraio 2021.
  5. ^ Papaver rhoeas L., su flora-della-sicilia. URL consultato il 4 febbraio 2021.
  6. ^ (FR) , Des herbes pas si mauvaises..., Jean-Marie Polese,edizioni De Borée, 2011, ISBN 978-2-8129-0263-5
  7. ^ Una ricetta con rosolaccio, su cucchiaioverde.it.
  8. ^ Papavero, in Dizionario dei modi di dire, Hoepli.
  9. ^ Papavero, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 15 dicembre 2017.
  10. ^ http://www.florabeilles.org/serie/papaver-rhoeas_apis-mellifera-4

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gualtiero Simonetti, Guida al riconoscimento delle erbe di prati e campi, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1990, ISBN 88-04-25812-8.

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