Paolo Guzzanti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Paolo Guzzanti

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato29 aprile 2008 –
14 marzo 2013
LegislaturaXVI
Gruppo
parlamentare
- Il Popolo della Libertà (Fino al 2/02/2009)
- Gruppo misto - componente: Noi Sud-Libertà e Autonomia-Partito Liberale Italiano (Dal 7/06/2010 al 21/10/2010)
- Popolo e Territorio (Dal 17/02/2011 al 16/05/2012)
- Gruppo misto - componente: Iniziativa Liberale (Dal 16/05/2012)
CoalizionePdL-LN
CircoscrizioneLazio 1
Sito istituzionale

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato30 maggio 2001 –
28 aprile 2008
LegislaturaXIV, XV
Gruppo
parlamentare
Forza Italia
CoalizioneCasa delle Libertà
CircoscrizioneXIV: Lombardia
XV: Lazio
CollegioXIV: 22 (Brescia)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPLI (2010; dal 2023)
In precedenza
PSI (anni '70-1994)
Patto Segni (1994)
FI (1994-2009)
FI (2013-2016)
Rete Liberale (2016)
Titolo di studioDiploma di liceo classico
ProfessioneGiornalista professionista

Paolo Guzzanti (Roma, 1º agosto 1940) è un giornalista, politico e saggista italiano.

È stato parlamentare dal 2001 al 2013.

È nipote di Elio Guzzanti, bisnipote di Corrado Luigi Guzzanti[1] e padre dei comici satirici Sabina, Corrado e Caterina, avuti dalla prima moglie Germana Antonucci[2]. Dalla seconda moglie, la statunitense Gill Falcigno (insegnante d'inglese di origini italoamericane, irlandesi e svedesi, da cui ha divorziato), ha avuto Liv Liberty, Lars Lincoln e Liam Lexington.[3][4]

Carriera giornalistica

[modifica | modifica wikitesto]

Giornalista professionista, inviato dell'Avanti!, redattore capo e inviato speciale di la Repubblica e la Stampa negli Stati Uniti. È stato vicedirettore de Il Giornale ed editorialista di Panorama.

Ha scritto per L'Automobile. Ha condotto le trasmissioni televisive Chi l'ha visto?, Fai la TV e Bar Condicio. È poi editorialista per Il Giornale ed Il Riformista.

È membro della Fondazione Italia USA.

Paolo Guzzanti

Carriera politica

[modifica | modifica wikitesto]

Aveva fatto parte negli anni '70 e '80 del Partito Socialista Italiano, e nel 1994 del Patto Segni.

Senatore di Forza Italia

[modifica | modifica wikitesto]

Eletto al Senato della Repubblica nel 2001 con Forza Italia nel Collegio di Brescia, ha presieduto dal 2002 al 2006 la commissione parlamentare d'inchiesta sul Dossier Mitrokhin che ha indagato sull'attività del KGB in Italia fino al 1984. A causa della segnalazione di possibili attentati alla sua persona in relazione alla sua attività di presidente della commissione Mitrokhin è stato sotto scorta armata dal 2003 al 2008, anno in cui ritenendola inutile, gli viene definitivamente tolta; Guzzanti si oppose a questa decisione dicendo di aver ricevuto "continue e numerose minacce di morte"[5].

Nel 2006 è rieletto al Senato.

Attraverso il suo blog, il 9 febbraio 2008 Paolo Guzzanti annuncia che quello che lui definisce "il laboratorio politico-culturale Rivoluzione Italiana" confluisce nella federazione del Popolo della Libertà.

Deputato del Popolo della Libertà

[modifica | modifica wikitesto]

Eletto nella XVI legislatura deputato del Popolo delle Libertà. Nel 2009 lascia questo partito e passa all'opposizione.

L'uscita dal PdL e il passaggio all'opposizione
[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante l'avesse elogiata pubblicamente su Panorama[6], in seguito polemizza più volte con la deputata Mara Carfagna, ministro per le pari opportunità,[7] e sulla ragione per cui secondo Guzzanti le sarebbe stato assegnato l'incarico ministeriale,[8] scatenando così la querela da parte del ministro in qualità di persona offesa.[9][10]

Guzzanti pone sotto accusa anche alcuni comportamenti di Silvio Berlusconi[11] e nell'ottobre 2008, attraverso il suo sito internet, lo critica: "Berlusconi ha superato se stesso paragonando il presidente georgiano Saakašvili a Saddam Hussein. Ho vomitato. Ieri sera ho ascoltato da Berlusconi parole terribili e inaccettabili che non avrei mai voluto ascoltare"[12][13].

Critico sulla politica filo-russa perseguita dal governo Berlusconi, il 2 febbraio 2009 lascia il partito di Forza Italia e il suo gruppo parlamentare per poi aderire al Partito Liberale Italiano e al Gruppo misto della Camera[14].

In seguito pubblica opere critiche nei confronti di Berlusconi, tra cui Guzzanti vs Berlusconi (dicembre 2009) e Mignottocrazia. La sera andavamo a ministre (2011). Il 5º Congresso nazionale del PLI, il 21 febbraio 2009, lo elegge vicesegretario nazionale. Il 21 ottobre 2010, però, abbandona il Partito Liberale Italiano per aderire al gruppo del Polo della Nazione.

Il ritorno in maggioranza
[modifica | modifica wikitesto]

Il 17 febbraio 2011 annuncia il suo ingresso nel gruppo di Iniziativa Responsabile come "indipendente liberale". Il gruppo sostiene alla Camera dei deputati il Governo Berlusconi. Il 17 maggio 2012 abbandona, insieme al collega Maurizio Grassano, il gruppo dei "Responsabili" per aderire al gruppo misto, dove resterà fino al 22 maggio 2012.

In seguito aderisce al gruppo parlamentare "Iniziativa Liberale" fino alla fine della legislatura il 14 marzo 2013.

La candidatura alle Elezioni europee del 2014

[modifica | modifica wikitesto]

Torna di nuovo in Forza Italia nel 2014. Alle Elezioni europee del 2014, candidato per Forza Italia nella Circoscrizione Centro, non viene tuttavia eletto, raccogliendo soltanto 6.792 preferenze.

Nell'aprile 2016, candidandosi come capolista di Rete Liberale, sostiene Guido Bertolaso come candidato sindaco di Roma confluendo poi sul candidato Alfio Marchini.

Nel 2023 aderisce nuovamente al PLI, divenendone vicesegretario nazionale.[15]

Soggetto ad intercettazioni

[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º dicembre 2006 sono state riportate dai giornali alcune intercettazioni[16] con un consulente della Commissione Mitrokhin, Mario Scaramella, con l'obiettivo, secondo quanto dichiarato da alcuni giornali, di screditare pubblicamente l'allora candidato alla carica di Presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi. Nelle intercettazioni, Scaramella, successivamente arrestato per calunnia nei confronti dell'ex capitano del KGB Alexander Talik, che viveva illegalmente in Italia[17], riferisce che fonti russe vicine al KGB avrebbero indicato Prodi come l'uomo di fiducia del KGB in Italia.

Sempre secondo quanto emerge da tali intercettazioni, Scaramella avrebbe cercato prove di finanziamenti a Prodi da Mosca attraverso la Cassa di Risparmio e, da qui, a Nomisma. Le dichiarazioni su Prodi da lui registrate di Litvinenko, avrebbero potuto essere utilizzate nella campagna elettorale del 2006, ma non vennero mai utilizzate.[18] Furono rese note al pubblico solo in seguito all'intervento dell'eurodeputato inglese Gerald Batten al parlamento europeo.

Dopo la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche, Paolo Guzzanti è stato al centro di una grossa polemica politica riguardante il ruolo da lui ricoperto. In un'inchiesta si analizzano le credenziali del consulente di Guzzanti, Mario Scaramella, sia come esperto di problemi ambientali, sia come analista di intelligence.[19][20] Il 22 gennaio 2008 la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato ha respinto la richiesta dell'uso di intercettazioni telefoniche del senatore Paolo Guzzanti.[21]

  1. ^ Mineo. La gente che ha trovato molti versi (PDF), su lasicilia.it (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2004).
  2. ^ Paolo e Caterina Guzzanti: «Rapporti difficili, ma poi ci siamo ritrovati», su ilmessaggero.it. URL consultato il 25 febbraio 2021.
  3. ^ Come ha spiegato nel suo blog lo stesso Guzzanti, Copia archiviata, su paologuzzanti.it. URL consultato il 18 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 17 agosto 2009). i nomi sono stati dati "in omaggio alle origini svedesi-irlandesi di mia moglie, il primo nome è svedese (Liv e Lars) o irlandese (Liam, che è anche ebraico). Il loro secondo nome è statunitense (Liberty, Lincoln e Lexington) per bilanciare il cognome che è italiano"
  4. ^ Emilia Costantini, Nasce Livliberty, la saga dei Guzzanti continua, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 25 agosto 2001. URL consultato il 3 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2009).
  5. ^ "Senza scorta rischio la vita", su rassegna.camera.it, Corriere della sera. URL consultato il 1º settembre 2008.
  6. ^ Paolo Guzzanti, Bella dentro e votata fuori, in Panorama, Picconate, 27 aprile 2006.
  7. ^ Affaritaliani.it - Paolo Guzzanti (Pdl): "Libero di attaccare Mara Carfagna. Se poi mi cacciano...", su affaritaliani.it. URL consultato il 16 luglio 2009 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2009).
  8. ^ Paolo Guzzanti: «Carfagna calendarista delle pari opportunità». Ministro querela - Il Messaggero, su ilmessaggero.it. URL consultato il 6 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2008).
  9. ^ Intercettazioni: la Carfagna querela Paolo Guzzanti. Ecco le frasi incriminate, da calendarista a meretrice, su polisblog.it. URL consultato il 16 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 25 giugno 2009).
  10. ^ Guzzanti: "Contro la Carfagna porto i testimoni in tribunale" - Politica - Repubblica.it
  11. ^ YouTube - Paolo Guzzanti: "Berlusconi è Pisello Irrefrenabile!" ... ("e mi incita al Palpeggio")
  12. ^ Paolo Guzzanti contro Berlusconi "È amico di Putin, mi fa vomitare", su repubblica.it, La Repubblica, 8 ottobre 2008. URL consultato il 9 ottobre 2008.
  13. ^ Guzzanti attacca Berlusconi Forza Italia: «Ora chieda scusa», su ilgiornale.it, il Giornale, 9 ottobre 2008. URL consultato il 9 ottobre 2008.
  14. ^ Antonello Caporale, "Silvio è come Kim Il Sung" E Guzzanti dà l'addio al Pdl, su repubblica.it, la Repubblica, 3 febbraio 2009. URL consultato il 3 febbraio 2009.
  15. ^ PAOLO GUZZANTI, IL GRANDE RITORNO, su partitoliberale.it. URL consultato il 12 luglio 2023.
  16. ^ "Così incastreremo Prodi" il piano Scaramella-Guzzanti, su repubblica.it, La Repubblica, 1º dicembre 2006. URL consultato il 26 agosto 2008.
  17. ^ Il mio agente Sasha, pp. 111-112
  18. ^ Il mio agente Sasha
  19. ^ Claudio Gatti, La resistibile ascesa di Scaramella, su ilsole24ore.com, Il Sole 24 Ore, 11 gennaio 2007. URL consultato il 25 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2005).
  20. ^ Francesco Grignetti, Istruzioni per incastrare Prodi [collegamento interrotto], su lastampa.it, La Stampa. URL consultato il 5 febbraio 2008.
  21. ^ Mitrokhin: Guzzanti, per giunta illegali mie intercettazioni, su diritto-oggi.it, Diritto Oggi, 22 gennaio 2008. URL consultato il 5 febbraio 2008 (archiviato dall'url originale il 10 febbraio 2009).

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN73060917 · ISNI (EN0000 0000 8265 0103 · SBN CFIV057678 · LCCN (ENn93008864