Hermonax

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Pelike di Hermonax con Perseo, 465-460 a.C., da Cerveteri, Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma"

Hermonax (in greco antico Ἑρμῶναξ, da Ἑρμῆς e da ἄναξ; in italiano anche Ermonatte[1]; fl. 470 a.C. / 450 a.C.) è stato un ceramografo greco antico, attivo ad Atene.

Ha dipinto vasi a figure rosse, soprattutto stamnoi, lekythoi e pelìkai. Sono conosciuti più di dieci[2] vasi con la sua firma ("Hermonax dipinse") e gliene sono attribuiti tra 150 e 200, per la maggior parte di medie o grandi dimensioni, rinvenuti in tutto il mondo greco, da Marsiglia al Mar Nero.

Fu allievo del Pittore di Berlino e contemporaneo del Pittore di Providence. Entrò probabilmente nella bottega del Pittore di Berlino verso la fine della attività di questa e ne adottò la pratica di dipingere su grandi vasi ampie scene figurate. Le fasce decorative a meandro, a differenza di quelle del suo maestro, possono essere poco curate, come accade anche nelle opere del Pittore di Providence.

Una caratteristica del suo stile, di tradizione arcaica, è la forma degli occhi delle figure[3], con bordo inferiore concavo e bordo superiore convesso. Le figure sono staccate l'una dall'altra e con struttura allungata.

Per la maggior parte le scene dipinte sulle sue opere conservate raffigurano temi dionisiaci[4].

Esemplari interi

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Anfora di Hermonax con vestizione del guerriero nel Museo Martin von Wagner di Würzburg (L 504)
Anfora di Hermonax con giovane inseguita dal Walter Arts Museum di Baltimora
Hydria di Hermonax con figure femminili del Museo archeologico di Rodi
Lekythos di Hermonax con menade del Metropolitan Museum of Art di New York (41.162.19)
Pelike di Hermonax con il rapimento di Orizia da parte di Borea, nel Museo nazionale etrusco di Villa Giulia da Cerveteri
Stamnos con Eos che rapisce Tithonos e Laomedonte, nel Museo archeologico nazionale di Firenze
Stamnos di Hermonax con Filottete ferito del Museo del Louvre di Parigi (G 413)
Stamnos di Hermonax con la morte di Orfeo del Museo del Louvre di Parigi (G 416)
Particolare con la nascita di Erittonio, da uno stamnos attribuito a Hermonax presso la Glyptothek und Antikesammlung di Monaco di Baviera
  • Oinochoe
    • Museo archeologico nazionale di Paestum 57799
    • Museo civico archeologico di Bologna 344
    • Museo nazionale di Spina a Ferrara 2461, B 31.5.1958, T 216 CVP, T 607 e T 897 (cinque esemplari)
    • Museo del Louvre di Parigi G 573[11]
    • Lindenau-Museum di Altenburg 297
    • Museo di antichità e collezione Ludwig di Basilea KA 430
  • Pelikai
    • Museo archeologico nazionale di Napoli SP 2028
    • Museo Mustilli di Napoli (Palazzo di San Nicandro)
    • Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma Beazley n.33 e 50459[12] (due esemplari)
    • Museo Borely di Marsiglia 3592 e 7023 (due esemplari)
    • Museo del Louvre di Parigi CP 10765, G 374 e G 546 (tre esemplari)
    • British Museum di Londra E 371 e P 374 (due esemplari)
    • Museum & Art Gallerydi Glasgow 1883.32A
    • City Art Gallery & Museum di Manchester III.I.41
    • Musei reali delle belle arti del Belgio di Bruxelles A 1579
    • Università Ruprecht-Karls di Heidelberg 171
    • Museo di antichità e collezione Ludwig di Basilea BS 483
    • Museo storico di Berna 26454
    • Kunsthistorisches Museum di Vienna 336, 1095 e IV 3728 (tre esemplari)
    • Ermitage di San Pietroburgo 727
    • Università di Chicago 171
    • County Museum of Art di Los Angeles A 5933.50.41
  • Adria, Museo archeologico nazionale (ex museo civico): tre frammenti di coppe (B34, B296, B785)
  • Ancona, Museo archeologico nazionale delle Marche: due frammenti di coppe
  • Atene, Museo dell'agorà: frammento di hydria (P 30134); frammento di loutrophoros (P 15018); frammento di stamnos (P 25357); frammento di lekythos (P 30065); frammento di pelike ( P 8959); frammento di cratere (P 30017)[18]; frammento di cratere a campana (P 30019); frammento di coppa (CP 11948); altro frammento di vaso non identificato (P 25357 A)
  • Atene, Museo dell'acropoli: frammenti di diverse loutrophoroi
  • Atene, Museo archeologico nazionale: frammento di vaso non identificato (2.692)
  • Barcellona, Museo di storia: frammento di coppa (4233.6)
  • Bryn Mawr College di Bryn Mawr (Pennsylvania): tre frammenti di coppe (P 199, P 209, P 989)
  • Cambridge (Massachusetts), Arthur M. Sackler Museum (Università di Harvard): due frammenti di coppa (1995.18.42 e 1995.18.77)[19].
  • Corinto, Museo archeologico: frammento di cratere (C 66.40)
  • Dresda, Albertinum: frammento di una coppa
  • Firenze, Museo archeologico nazionale: due frammenti di stamnoi (14B5, PD 421); altro frammento di vaso non identificato (14B53)
  • Gottinga, Università Georg-August: frammento di una coppa (H74)
  • Heidelberg, Università Ruprecht-Karls: pelike (171); frammento di uno stamnos (170); frammento di una lekythos (172); frammento di una coppa (173)
  • Innsbruck, Università: due frammenti di due coppe (II.12.66-67)
  • Istanbul, Museo archeologico: frammento di coppa (A 33.2350); altro frammento di vaso non identificato (A 33.2322)
  • Karlsruhe, Badisches Landesmuseum: tre frammenti di due coppe (69.35C, 86.360 A-B)
  • Magonza, Università Johannes Gutenberg: frammento forse di una pelike (144)
  • Montréal, Museum of Fine Arts: frammento di una coppa (RS 470)
  • New York, Metropolitan Museum of Art: due frammenti di coppe (1972.257, 1973.175.4A-B)
  • Parigi, Museo del Louvre: tre frammenti di tre pelikai (CP 10766, CP 11060, CP 11064); due frammenti di stamnoi (CP 11065, CP 11067); undici frammenti di coppe (CP 11944-11954[20]); altri due frammenti di vasi non identificati (CP 11061, CP 11068),
  • Samotracia, Museo archeologico: frammento di cratere a campana
  • San Pietroburgo, Ermitage: frammento di stamnos (NB 6463)
  • Sarajevo, Museo nazionale della Bosnia-Erzegovina: due frammenti di loutrophoroi (425, 426); frammento di hydria (31)
  • Tubinga, Università Eberhard-Karls: due frammenti di loutrophoroi (E 90, E 99), frammento di coppa (E 43); frammento di pelike (S 101583)
  • Vienna, Università: frammento di coppa (503.50); un altro frammento di un vaso non identificato
  • Zurigo, Università: frammento di stamnos (3550)
  1. ^ Ermonatte, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.; Ermonatte, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.; vedi invece Hermonax, in Enciclopedia dell'arte antica, vol. 1961, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana..
  2. ^ Robertson 1992, citato in bibliografia, p.176.
  3. ^ Robertson 1992, citato in bibliografia, p.176
  4. ^ Cornelia Isler-Kerényi, Dionysos in Classical Athens. An Understanding through Images, (traduzione di Anna Beerens), Leiden-Boston 2015, pp.69-73.
  5. ^ Immagine in bianco e nero sul sito del Walters Art Museum.
  6. ^ Scheda Archiviato il 1º dicembre 2017 in Internet Archive. sul sito del Museum of Art and Archaeology dell'Università del Missouri.
  7. ^ Grizelda McClelland, Scheda dell'anfora sul sito del Mildred Lane Kemper Art Museum.
  8. ^ Louise Berge , "St.Louis WU 3271" da Warren G. Moon, Greek Vase-Painting in Midwestern Collections (sul sito Perseus.tufts.edu).
  9. ^ Nicole Weill, "Un cratère d'Hermonax", in Bulletin de correspondance hellénique, 86,1, 1962, pp. 64-94 (testo on line sul sito Persee.fr).
  10. ^ Scheda (solo testo) sul sito MetMuseum.org.
  11. ^ Scheda sul sito Louvre.fr.
  12. ^ Laura Ambrosini "Pelike attica a figure rosse di Hermonax", in Anna Maria Moretti Sgubini (a cura di), La collezione Augusto Castellani, Roma 2000, p. 99 ((scheda 62) ISBN 88-8265-089-8.
  13. ^ Scheda Archiviato il 1º dicembre 2017 in Internet Archive. sul sito della Rete civica del comune di Trieste.
  14. ^ Scheda di G 336 sul sito Louvre.fr.
  15. ^ Scheda di G 413 sul sito Louvre.fr.
  16. ^ Scheda di G 416 e altra scheda di G 416 sul sito Louvre.fr.
  17. ^ L'attribuzione a Hermonax dello stamnos di Monaco è discussa: Robertson 1992, citato in bibliografia, p.177, note 101 e 102.
  18. ^ Susan I. Rotroff, John H. Oakley, Debris from a public dining place in the Athenian Agora (Hesperia, supplement 25), Princeton 1992, p.75, n.42, fig.4, tav.18
  19. ^ Scheda sul sito HarvardArtMuseums.org.
  20. ^ Scheda di Cp 11944 e scheda di Cp 11948 sul sito Louvre.fr.
  • Massimo Pallottino, Studi sull'arte di Hermonax (Atti della Accademia nazionale dei Lincei. Memorie. Classe di scienze morali, storiche e filosofiche, serie VIII, 1.1), Roma 1940
  • Franklin Plotinus Johnson, "The Late Vases of Hermonax", in American Journal of Archaeology, 49, 1945, pp.491-502.
  • Franklin Plotinus Johnson, "The Career of Hermonax", in American Journal of Archaeology, 51,3, luglio-settembre 1947, pp.233-247.
  • Cornelia Isler-Kerényi, "Hermonax in Zürich. I. Eine Puzzle mit Hermonaxscherben", in Antike Kunst, 26, 1983, pp.127-135
  • Cornelia Isler-Kerényi, "Hermonax in Zürich. II. Die Halsamphora Haniel", in Antike Kunst , 27, 1984, pp. 54-57
  • Cornelia Isler-Kerényi, "Hermonax in Zürich. III. Der Schalenmaler", in Antike Kunst , 27, 1984, pp.154-167
  • Cornelia Isler-Kerényi, "Hieron und Hermonax", in Ancient Greek and Related Pottery (convegno Amsterdam, 12–15 aprile 1984) Amsterdam 1984, p.164
  • Cornelia Isler-Kerényi, "Hermonax e i suoi temi dionisiaci", in Images et société en Gréce ancienne. L'iconographie comme méthode d'analyse, (convegno Losanna 8-11 febbraio 1984), Lausanne 1987, pp.169-175.
  • Martin Robertson, The art of vase painting in classical Athens, Cambridge 1992, pp.174-177.
  • Lisia Virginia Benson, Hermonax. An Early Classical Vase-painter (tesi di dottorato presso University of Missouri-Columbia) 1999

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