Herb Jeffries

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Herb Jeffries
Herb Jeffries nel 1944
NazionalitàBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereJazz
Canzone popolare
Periodo di attività musicale1933 – 1995
EtichettaWarner Bros.[1]

Herb Jeffries, pseudonimo di Umberto Alexander Valentino (riscontrato anche come Umberto Alejandro Balentino[2] o Ballentino[3]) (Detroit, 24 settembre 1913Los Angeles, 25 maggio 2014), è stato un cantautore e attore statunitense, noto in particolare per le sue composizioni e per la caratteristica voce baritonale in brani di musica popolare e jazz, oltre che per aver recitato per il cinema e la televisione.

Conosciuto anche con gli pseudonimi Herbert Jeffrey, The Bronze Buckaroo e The Sepia Singing Cowboy, Jeffries ha recitato in diversi film western a basso costo rivolti a un pubblico afroamericano,[4] tra cui Harlem on the Prairie (1937), Two-Gun Man from Harlem (1938), Rhythm Rodeo (1938),[5] The Bronze Buckaroo (1939) e Harlem Rides the Range (1939), oltre che in molte altre pellicole e programmi televisivi. Durante la sua carriera di attore di solito si è presentato al pubblico come Herbert Jeffrey (a volte anche Herbert Jeffries o Sensational Singing Cowboy).[6]

Negli anni '40 e '50 Jeffries incise canzoni per diverse etichette discografiche, tra cui RCA Victor, Exclusive, Coral, Decca, Bethlehem, Columbia, Mercury e Trend. L'album Jamaica, registrato dalla RKO, è un concept album di canzoni in stile calypso composte da lui.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Jeffries è nato a Detroit da madre irlandese[7], che gestiva una pensione. Suo padre, che non ha mai conosciuto, era di origini siciliane, francesi e berbere.[8][9][10][11] Ha anche affermato che sua bisnonna paterna era un'etiope con il cognome Carey.[12]

È difficile trovare prove certe dell'etnia e dell'età di Jeffries, ma i documenti del censimento statunitense del 1920 lo descrivevano come mulatto e riportavano come suo padre un uomo afroamericano di nome Howard Jeffrey. Lo stesso Jeffries, in età avanzata, disse che Howard Jeffrey era in realtà il suo patrigno, mentre il suo padre biologico era Domenico Balentino, un siciliano che morì nella prima guerra mondiale.[7]

Jeffries si è auto-descritto in un'intervista come "three-eights Negro", rivendicando con orgoglio un'eredità afroamericana in un periodo conflittuale in cui molti artisti di origine africana o meticci dalla pelle chiara stavano tentando di "passare" come bianchi americani nel tentativo di farsi accettare dal pubblico. In netto contrasto con la tendenza, quindi, Jeffries ha usato il trucco per scurire la pelle al fine di perseguire una carriera nel jazz e di essere visto con maggiore interesse dai principali ensemble musicali, al tempo principalmente formati da musicisti afroamericani.[9]

Molto più tardi nella sua carriera, Jeffries si è identificato come bianco americano per motivi economici e personali. Il periodico Jet riferì che Jeffries si identificava come tale e affermava che il suo nome reale fosse "Herbert Jeffrey Ball", così come scritto su una richiesta di matrimonio per sposare la ballerina e attrice Tempest Storm nel 1959.[13]

Jeffries è cresciuto a Detroit in un quartiere ghetto[14] in cui risiedevano persone di varie etnie, ma senza mai aver dovuto affrontare problemi legati al razzismo di quegli anni.

Dopo il martedì nero ed il crollo di Wall Street del 1929, abbandonò il liceo per guadagnarsi da vivere come cantante. Ha mostrato grande interesse per il canto durante tutta l'adolescenza e spesso lo si poteva trovare in giro con l'Orchestra Howard Buntz in varie sale da ballo della città.

Ha iniziato a esibirsi, quindi, in un locale clandestino dove ha catturato l'attenzione di Louis Armstrong, che gli ha fornito una nota di raccomandazione per Erskine Tate al Savoy Ballroom di Chicago. Più tardi fece un tour con la Earl "Fatha" Hines's Orchestra nel profondo sud.

Carriera musicale[modifica | modifica wikitesto]

Da Detroit, su sollecitazione di Louis Armstrong, Jeffries si trasferì a Chicago, dove si esibì in vari club. Uno dei suoi primi concerti è stato in un club presumibilmente di proprietà di Al Capone. Jeffries, all'epoca diciannovenne, ha iniziato la sua carriera lavorando con Erskine Tate e la sua Vendome Orchestra, firmando un contratto per la Savoy Ballroom di Chicago.

Il successo è arrivato durante l'Expo 1933 in cui ha cantato con la Earl Hines Orchestra in diretta nazionale dal Grand Terrace Cafe. Le sue prime registrazioni furono proprio con Hines nel 1934, incluso il famoso tema Just to be in Carolina.[15]

Nel 1940 cantò con la Duke Ellington Orchestra e poi continuò a registrare con lui fino al 1942. La sua registrazione di Flamingo del 1941 vendette più di 14 milioni di copie ai tempi. Seppur il suo nome fosse Herbert Jeffrey, i titoli del disco lo avevano erroneamente riportato come Jeffries, cosicché si ribattezzò in modo che il suo cognome corrispondesse al refuso.[7]

Durante il periodo con la Duke Ellington Orchestra come cantante solista, Jeffries ha dimostrato il suo talento come cantante maturo, spaziando in una vasta gamma vocale in canzoni come I Don't Know What Kind of Blues I'm Got, The Brownskin Gal e Jump for Joy.[14] Il singolo My Little Brown Book del 1944 di Ellington and his Famous Orchestra, a cui Jeffries ha fornito la voce, ha raggiunto il quarto posto nella classifica R&B di Billboard.[16]

Durante l'adolescenza Jeffries aveva sviluppato una bella voce, inizialmente cantando in registri più alti.[15] Ha iniziato la sua carriera di cantante come tenore lirico ma, su consiglio dell'arrangiatore musicale di fiducia di Duke Ellington, Billy Strayhorn, ha abbassato il suo tono per imitare gli stili vocali del crooner Bing Crosby. Jeffries divenne così un "baritono setoso e lussurioso", secondo il critico musicale Jonny Whiteside.[17]

Nel 1945 Jeffries ottenne ancora successo nella classifica R&B di Billboard con Left A Good Deal In Mobile (classificata al secondo posto), in cui fu accompagnato dal pianista Joe Liggins e dalla sua band Honeydrippers.[16] Quindi, si è trasferito in Europa, dove si è esibito per molti anni anche nei night club di sua proprietà.

Tornò in America negli anni '50, registrando di nuovo dischi jazz, inclusa la raccolta di ballate del 1957, Say It Is't So.[7] In questo priodo collaborò con il musicista Eddie Cano per circa un decennio.[18]

Nel 1995, a 81 anni, ha registrato The Bronze Buckaroo (Rides Again), un album di canzoni di Nashville per l'etichetta Warner Western.

Carriera cinematografica[modifica | modifica wikitesto]

In tournée nel profondo sud con Hines, Jeffries è rimasto colpito dalla realtà della segregazione, dato le possibilità di suonare per l'orchestra erano limitate ai magazzini di tabacco e ai cinema per soli afroamericani. Fu proprio notando i giovani ragazzi che riempivano i teatri per guardare i film western che Jeffries decise di creare un eroe cowboy pensato appositamente per questo tipo di pubblico.[14]

L'ambizione di Jeffries era quella di produrre il primo western musicale interamente recitato da afroamericani del cinema sonoro. Per finanziare il progetto si avvicinò al veterano produttore di B-movies Jed Buell. Ottenuti i finanziamenti, scrisse le canzoni per il film[5] e assunse Spencer Williams per apparire con lui, che desiderava il ruolo di protagonista. Quando Buell espresse preoccupazioni per le sue origini irlandesi da parte di madre, usò il trucco e i cosmetici per scurire il tono della pelle. Jeffries fece così il suo debutto come cowboy-cantante con il film Harlem on the Prairie, che è stato il western sonoro con un cast interamente afroamericano. Il film è stato girato nel 1937, in cinque giorni, al Murray's Dude Ranch di Apple Valley, in California. Sebbene l'accoglienza della critica sia stata mista, il film ha ricevuto le attenzioni della rivista Time, che gli ha dedicato un articolo, e ha incassato 50.000 $ nei primi 12 mesi di proiezioni.

Interpretando questo ruolo, Jeffries è diventato noto tra i suoi fan come "Bronze Buckaroo".[19]

Jeffries continuò a recitare in altri tre western musicali nei successivi due anni.[4][5][14]

Successivamente si dedicò ad altri film, recitando nel ruolo del protagonista in Calypso Joe (1957), con Angie Dickinson.

Nel 1969 ha recitato nell'episodio "Stopover" della serie TV The Virginian, in cui interpretava un pistolero che aveva intimidito la città, e nell'episodio "The Face of the Dragon" di Hawaii Five-O, nel ruolo di Jardine.

Negli anni '70 è apparso in alcuni episodi di I Dream of Jeannie e successivamente ha prodotto e diretto Mundo depravados, un film cult interpretato da sua moglie, Tempest Storm.

Premi e onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Jeffries è stato sposato per quattro volte, divenendo padre di cinque figli.

Nel 2007, mentre assemblava materiale per i produttori di un film documentario su di lui (A Colored Life), Jeffries ha ritrovato il suo certificato di nascita; ha affermato che questo gli ricordò di essere nato nel 1913 e che per tutta la vita aveva travisato la sua età, dopo essere uscito di casa per cercare lavoro e rendersi indipendente.

Negli ultimi anni, risiedette a Wichita, in Kansas.[10] Morì di insufficienza cardiaca al West Hills Hospital and Medical Center il 25 maggio 2014, all'età di 100 anni.[5][23]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Harlem on the Prairie (1937)
  • Two-Gun Man di Harlem (1938)
  • Harlem Rides the Range (1939)
  • The Bronze Buckaroo (1939)
  • Calypso Joe (1957)
  • Chrome and Hot Leather (1971)
  • Portrait of a Hitman (1977)
  • Awake: The Life of Yogananda (2014)[24]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Magenta Moods (esclusivo, 1950)
  • Just Jeffries (Mercury, 1951)
  • Flamingo (Coral, 1952)
  • The Singing Prophet (Olympic, 1954)
  • Giamaica (RKO, 1956)
  • Say It Is't So (Betlemme, 1957)
  • Herb Jeffries (Harmony, 1957)
  • Devil Is a Woman (Golden Tone, 1957)
  • Passione (Brunswick, 1957)
  • I Remember the Bing (Dobre, 1978)
  • Ho il mondo su una corda (Discovery, 1989)
  • The Bronze Buckaroo (Rides Again) (Warner Western 1995)
  • The Duke and I (2012)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Warner Bros. Records, Promotional image of Herb Jeffries (JPG), su geocities.com, Internet Archive Wayback Machine. URL consultato il 26 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2009).
  2. ^ Herb Jeffries, jazz balladeer and star of all-black cowboy movies, dies, The Washington Post, 26 maggio 2014.
  3. ^ (EN) Herb Jeffries, su IMDb, IMDb.com.
  4. ^ a b Herb Jeffries Obituary, in Legacy.com.
  5. ^ a b c d Herb Jeffries, Pioneering Black Singing Cowboy of the Movies, Dies at 100, in The Hollywood Reporter, 25 maggio 2014.
  6. ^ Herb Jeffrey/Jeffries - Western Movie Hero.
  7. ^ a b c d Herb Jeffries-Singing Star of Black Cowboy Films Dies at 100, NY Times, 27 maggio 2014.
  8. ^ Feather, Leonard. "Jeffries, Herb" profile, Biographical Encyclopedia of Jazz (Oxford UP, 1999). p. 354.
  9. ^ a b Manzoor, Sarfraz. " From Our Own Correspondent – The Black Cowboy.." BBC Radio 4. First aired on March 21, 2013. Segment on Jeffries begins at 22:10. Accessed March 22, 2013.
  10. ^ a b Bruce Fessier, Bruce Fessier: At 100, age is just a number for jazz legend Herb Jeffries, in The Desert Sun, Gannett Company, 24 settembre 2013. URL consultato il 25 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2013).
  11. ^ "Jeffries, Herb" profile at Biography and Genealogy Master Index (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2013). (Gale, Cengage Learning, 2013); accessed March 23, 2013.
  12. ^ The Bronze Buckaroo Rides Off Into The Sunset. URL consultato il 2 giugno 2014.
  13. ^ Johnson, John H., ed. " Herb Jeffries Lists Self 'White'.". Jet. June 11, 1959. pp. 48–49; accessed March 22, 2013.
  14. ^ a b c d Herb Jeffries-obituary, in The Telegraph, 13 luglio 2014.
  15. ^ a b Herb Jeffries: Leading man in a string of all-black cowboy films who also sang with the Duke Ellington Orchestra, The Independent, 29 maggio 2014.
  16. ^ a b Joel Whitburn, Top R&B/Hip-Hop Singles: 1942-2004, Menomonee Falls, Wisconsin, Record Research Inc., 2004, p. 297.
  17. ^ L.A. Times Magazine.
  18. ^ Biography of Eddie Cano, Allmusic.com.
  19. ^ Donna L. Halper, Hats off to a Happy Cowboy: A Salute to Herb Jeffries, su Classic Images. URL consultato il 4 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2013).
    «In addition to being the first all-black singing cowboy film, Harlem on the Prairie was unique in other ways. Black films usually played in black theaters only. (One estimate is that there were as many as 500 black theaters nation-wide at the time when Herb Jeffries' first movie came out.) This film was not only shown in segregated movie houses; it was also shown in East and West Coast theaters where the audiences were mainly white.»
  20. ^ Archived copy, su blackfilmmakershalloffamearchives.com. URL consultato il 13 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2019).
  21. ^ Palm Springs Walk of Stars by date dedicated (PDF) (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2012).
  22. ^ Bob Perkins, Bob Perkins Tells The Story of Herb Jeffries, "The Bronze Buckaroo", su wrti.org, 30 maggio 2014. URL consultato il 30 agosto 2019.
  23. ^ Dennis McLellan, Herb Jeffries dies at 100; Hollywood's first black singing cowboy, in Los Angeles Times, 26 maggio 2014. URL consultato il 10 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2012).
  24. ^ Interviewees in Order of Appearance, su awaketheyoganandamovie.com. URL consultato il 29 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2019).

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