Federico Ubaldo della Rovere

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Federico Ubaldo della Rovere
Ritratto di Federico Ubaldo della Rovere del 1610, Palazzo Pitti
Duca di Urbino
Stemma
Stemma
In carica3 novembre 1621 –
28 giugno 1623
PredecessoreFrancesco Maria II
SuccessoreFrancesco Maria II
Nome completoFederico Ubaldo Montefeltro della Rovere
Altri titoliSignore di Pesaro
Signore di Senigallia
Signore di Fossombrone
Signore di Gubbio
NascitaPesaro, 16 maggio 1605
MorteUrbino, 28 giugno 1623 (18 anni)
Luogo di sepolturaGrotte del Duomo, Urbino
DinastiaMontefeltro-della Rovere
PadreFrancesco Maria II della Rovere
MadreLivia della Rovere
ConsorteClaudia de' Medici
FigliVittoria
ReligioneCattolicesimo

Federico Ubaldo della Rovere (Pesaro, 16 maggio 1605Urbino, 28 giugno 1623) fu duca di Urbino e ultimo erede maschio della signoria Della Rovere.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nascita[modifica | modifica wikitesto]

Federico Ubaldo della Rovere neonato

Il cinquantenne duca di Urbino Francesco Maria II della Rovere, vedovo di Lucrezia d'Este, aspettava un erede maschio da molto tempo, altrimenti la dinastia dei Montefeltro della Rovere, discendente per via femminile dal grande Federico, si sarebbe estinta e lo Stato devoluto alla Santa Sede. Chiese, dunque, al papa Clemente VIII l'autorizzazione per convolare a nuove nozze e, il 25 aprile 1599, a Casteldurante, sua residenza preferita, sposò la quattordicenne Livia della Rovere, facente parte di un ramo collaterale della famiglia.[1]

Federico Ubaldo della Rovere (Claudio Ridolfi)

A quattro anni dal matrimonio (non certo assistito dai sentimenti di entrambi), il 16 maggio 1605 (giorno dedicato a sant'Ubaldo da Gubbio, patrono della casata) il sovrano si affacciò dal balcone del palazzo ducale di Pesaro per annunciare ai sudditi la nascita di Federico Ubaldo (il secondo nome in onore del santo eugubino), detto poi Federichino, che ricevette dal padre, quale primo dono, un prezioso smeraldo orientale e un amuleto contro il malocchio.[2]

Infanzia[modifica | modifica wikitesto]

Il duchino a cinque anni

Il tanto atteso erede visse tra le dimore ducali di Pesaro, Urbino, Gubbio e Casteldurante e, com'era consuetudine nelle famiglie principesche, all'età di sei anni, desiderando il Serenissimo genitore stringere un'alleanza con il granducato di Toscana, fu fidanzato a Claudia de' Medici, di otto mesi più grande e figlia di Ferdinando I e di Cristina di Lorena, la cui ava era la regina di Francia Caterina de' Medici.

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Claudia de' Medici all'epoca del matrimonio ritratta da Justus Sustermans

Il matrimonio sarà celebrato a Firenze il 29 aprile 1621 nella cappella della villa Medicea del Poggio Imperiale. L'evento fu festeggiatissimo nell'intero Stato.[3]
Il successivo 3 novembre[4] Francesco Maria II, sicuro della presenza di un erede, decise di abdicare e ritirarsi nella prediletta residenza di Casteldurante lasciando al figlio l'amministrazione del ducato.[5]

La giovane coppia, però, non andava d'accordo, nonostante la nascita, il 7 febbraio 1622, nel palazzo di Pesaro, di Vittoria, destinata ad essere l'ultima dei della Rovere e granduchessa consorte di Toscana, in quanto moglie di Ferdinando II de' Medici. La nascita della bambina riavvicinò alla famiglia anche la duchessa madre Livia, allontanatasi a causa delle incomprensioni con il marito.[6]

Duca di Urbino e Sora[modifica | modifica wikitesto]

Il blasone di Francesco Maria II e del figlio Federico Ubaldo

Federico Ubaldo, immaturo anche come reggitore dello Stato, si circondò di personaggi poco raccomandabili che avevano interesse ad esacerbare le sue relazioni con il padre: addirittura scelse come responsabile di quasi tutte le sue funzioni il fiorentino Luigi Vettori, il più prevaricatore e disonesto del gruppo. Intanto il duchino poteva godersi pubblicamente una vita dissoluta con grande dispiacere del padre, della madre e della moglie, da lui affatto considerata.[7]

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Grotte del duomo di Urbino, dove si trova la tomba di Federico Ubaldo

Il duca morì, all'età di 18 anni appena compiuti, il 28 giugno 1623 a Urbino, in seguito ad un attacco epilettico, dopo aver partecipato, in una parte tra l'altro sconveniente alla sua posizione, a uno spettacolo teatrale a fianco della sua amante Argentina, e dopo essersi ubriacato nella notte: esistono sospetti di avvelenamento o addirittura di soffocamento[8]. Un documento notarile, ritrovato recentemente a Urbino, testimonia che fu fatta un'autopsia dopo la sua morte. Vi si trova pure la descrizione dei funerali di Federico Ubaldo.[9]

La scomparsa del giovane principe fu un colpo terribile per i familiari e per il popolo, consapevole della futura incorporazione del ducato nello Stato della Chiesa. La piccola Vittoria infatti poteva ereditare il patrimonio mobiliare e immobiliare Roveresco, ma, in quanto femmina, non poteva aspirare alla successione. Francesco Maria fu, dunque, costretto a risalire sul trono e ad assistere all'estinzione della famiglia e dello Stato. La vedova Claudia de' Medici, ritornò in un primo momento a Firenze per poi risposarsi nel 1626 con il conte del Tirolo Leopoldo V d'Austria, fratello minore dell'imperatore Ferdinando II; Livia della Rovere, di nuovo duchessa regnante, preferì alternare i soggiorni con l'anziano consorte con quelli, più graditi, nel feudo paterno di Castelleone di Suasa. Il 2 luglio 1623 la salma di Federico Ubaldo, tra la costernazione generale e la speranza (poi vana) di una seconda gravidanza di Claudia, fu inumata nella cripta della cappella del Crocifisso nel duomo di Urbino in una tomba che il genitore aveva fatto realizzare per se stesso (sarà sepolto, a Casteldurante, nella chiesa del Santissimo Crocifisso dell'Ospedale).[6][10]

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Francesco Maria I della Rovere Giovanni della Rovere  
 
Giovanna da Montefeltro  
Guidobaldo II della Rovere  
Eleonora Gonzaga della Rovere Francesco II Gonzaga  
 
Isabella d'Este  
Francesco Maria II della Rovere  
Pier Luigi Farnese Papa Paolo III  
 
Silvia Ruffini  
Vittoria Farnese  
Gerolama Orsini Ludovico Orsini  
 
Giulia Conti  
Federico Ubaldo della Rovere  
Cardinale Giulio della Rovere Francesco Maria I della Rovere  
 
Eleonora Gonzaga della Rovere  
Ippolito della Rovere  
Leonora N.  
 
 
Livia della Rovere  
Jacopo Vitelli Alessandro Vitelli  
 
Angela Rossi di San Secondo  
Isabella Vitelli  
Livia Orsini Ferdinando Orsini  
 
Maria Castriota Scanderbegh  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Scorza, p, 21
  2. ^ Solari, p. 349
  3. ^ Montinaro, p. 46
  4. ^ Benzoni, vol. 45
  5. ^ Solari, p. 358
  6. ^ a b Benzoni, Federico Ubaldo della Rovere, vol. 45
  7. ^ Fiorani, p. 36
  8. ^ Scheda su Claudia de' Medici in Treccani.it
  9. ^ Michaël Gasperoni, La morte di Federico Ubaldo della Rovere nel racconto di un notaio urbinate, in Pesaro città e contà, n. 30.
  10. ^ Solari, pp. 360-361
Ducato di Urbino
Della Rovere

Francesco Maria I
Guidobaldo II
Francesco Maria II
Federico Ubaldo
Figli
Francesco Maria II
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gino Benzoni, Federico Ubaldo della Rovere, duca di Urbino, in <Dizionario Biografico degli Italiani>, vol. 45, Treccani, Roma 1995.
  • Paolo Dal Poggetto, I della Rovere. Piero della Francesca, Raffaello, Tiziano, Electa, Milano 2004.
  • Renzo Fiorani, Tra Misa e Metauro. Allegrezze e preoccupazioni per Federico Ubaldo della Rovere, ed. Archeoclub d'Italia, Sede di Castelleone di Suasa 2005.
  • Gianluca Montinaro, Fra Urbino e Firenze. Politica e diplomazia nel tramonto dei della Rovere (1574-1631), Olschki, Firenze 2009.
  • Gian Galeazzo Scorza (a cura di), I della Rovere 1508-1631, Melchiorri, Pesaro 1981.
  • Giovanna Solari, 22 Storie dei Duchi di Urbino tra il Sole e la Luna, Mondadori, Milano 1973.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Duca di Urbino Successore
Francesco Maria II della Rovere 3 novembre 1621 - 28 giugno 1623 Francesco Maria II della Rovere
Controllo di autoritàVIAF (EN3398920 · ISNI (EN0000 0000 6126 5425 · SBN MUSV025550 · BAV 495/15124 · CERL cnp00579432 · ULAN (EN500353761 · LCCN (ENn80011770 · GND (DE124194516 · WorldCat Identities (ENlccn-n80011770