«Il mondo intero è in rivolta. Presto resteranno solo cinque re: il re di picche, il re di fiori, il re di cuori, il re di quadri e il re d'Inghilterra»
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(Fārūq I d'Egitto) |
Fārūq ibn Fuʾād (in arabo: فاروق الأول, Fārūq I), talora traslitterato Farouk I e conosciuto più comunemente come Faruq I d'Egitto (Il Cairo, 11 febbraio 1920 – Roma, 18 marzo 1965), è stato il decimo sovrano della dinastia di Mehmet Ali e secondo e penultimo re dell'Egitto, succeduto al padre, Fuʾād I, nel 1936.
Sua sorella Fawzia fu per otto anni imperatrice dell'Iran. Il suo titolo completo è "Sua Maestà Faruq I, per grazia di Allah, Re dell'Egitto e del Sudan, Sovrano di Nubia, del Kordofan e del Darfur". Il suo regno terminò a causa della Rivoluzione egiziana del 1952, in seguito al quale il sovrano fu costretto ad abdicare al trono in favore del figlio neonato Ahmad Fuʾād. Morì in Italia nel 1965.
S.M. Re Fārūq I in un ritratto ufficiale
Era figlio di re Fuʾād I e della seconda moglie, Nazli Sabri.
L'italofilo padre Fuad voleva che Farouk venisse istruito all'Accademia militare di Torino, ma l'Alto Commissario britannico, Miles Lampson, pose il veto a questa scelta poiché le crescenti pretese italiane che l'intero Mediterraneo fosse Mare Nostrum rendevano inaccettabile per il principe ereditario essere istruiti in Italia.
Quindi egli frequentò nel 1935 la Royal Military Academy di Woolwich, nel Regno Unito. Il 28 aprile 1936, il re Fuad morì di infarto e Farouk lasciò l'Inghilterra per tornare in Egitto come re, giungendo ad Alessandria il 6 maggio. Per la sua incoronazione, avvenuta a soli sedici anni di età, il re Fārūq diede un annuncio pubblico alla radio. Era la prima volta che un sovrano dell'Egitto si rivolgeva direttamente al suo popolo in questo modo. Il suo discorso fu incisivo:
«Se la volontà di Allah è quella di porre sulle mie spalle, in così giovane età, la responsabilità di regnare, io apprezzo profondamente questo "peso" che sarà mio, e sono pertanto pronto a tutti i sacrifici del mio dovere… Mio nobile popolo, sono orgoglioso di voi, della vostra fedeltà e sono fiducioso nel futuro, come lo sono in Dio. Lavoriamo insieme. Riusciremo a raggiungere la piena felicità. Viva la Patria!».
Durante la seconda guerra mondiale, il giovane re operò per tenere il Paese il più possibile lontano dai disagi del conflitto. Diede un importante contributo alla fondazione della Lega araba.
La lunga occupazione britannica dell'Egitto aveva reso il popolo e la stessa dinastia discretamente simpatizzanti nei confronti della Germania nazista e dell'Italia fascista, nella speranza che i maggiori avversari del Regno Unito fossero coerentemente favorevoli a un Egitto pienamente indipendente e padrone dei suoi destini. Nonostante la presenza di ingenti truppe britanniche in patria, l'Egitto rimase formalmente neutrale sino all'ultimo anno di guerra. L'unico atto compiuto dal re prima del 1945 contro l'Asse (Germania-Italia-Giappone) fu di internare nei campi di lavoro tutti gli italiani sospettati di essere dalla parte di Mussolini, quando l'Italia nel 1940 tentò di invadere il Sudan anglo-egiziano, utilizzando come base la sua colonia in Etiopia. Solo nel 1945 Faruq, sottoposto a forti pressioni dal governo di Sua Maestà Britannica, dichiarò guerra alle due dittature europee.
Il 23 luglio del 1952, un gruppo di militari, in seguito conosciuto col nome di Liberi Ufficiali, comandato dal colonnello Gamal Abdel Nasser e dal generale Muḥammad Naǧīb, attuò un colpo di Stato. Fārūq fu costretto ad abdicare il 26 luglio in favore del figlio neonato Fuʾād II, con Nagib capo del governo.
Anche se il figlio di Fārūq era formalmente re dell'Egitto, i poteri dello Stato erano in realtà nelle mani dei militari, che l'anno dopo abbatterono la monarchia. La repubblica venne quindi ufficialmente proclamata il 18 giugno del 1953 e quell'atto segnava la fine di una monarchia che aveva regnato per 150 anni, fin dall'epoca del Chedivè Mehmet Ali, proclamando Nagib presidente della Repubblica egiziana e Nasser primo ministro. Nel 1954 Nasser fece arrestare Nagib e assunse entrambe le cariche.
Fārūq, il giovane re, e la sua famiglia furono costretti, in seguito al colpo di Stato, a partire in esilio a bordo dello yacht reale "El-Mahrūsa" alla volta del Principato di Monaco, donde poi proseguirono per l'Italia, arrivando a Napoli il 29 luglio 1952 dove gli venne accordata ospitalità, dato che Fārūq aveva concesso lo stesso favore all'ex sovrano Vittorio Emanuele III di Savoia quando questi nel 1946 aveva abdicato a favore del figlio Umberto II, ultimo re d'Italia). Insieme alla famiglia reale, anche il re infante.
Nel periodo successivo al crollo del vecchio regime, molti beni dell'ex famiglia reale vennero messi all'asta, procurando al nuovo governo milioni di dollari. Al deposto sovrano fu peraltro consentito di portare con sé, nel panfilo che l'avrebbe condotto in Europa, uno scrigno ricolmo di gioielli di famiglia, che consentirono a Fārūq una vita lussuosa e dispendiosa negli anni che gli sarebbero rimasti da vivere.
Fārūq, il giorno della partenza per l'esilio, disse a un amico: «La rivoluzione dirà cose cattive su di me e sulla famiglia reale, e molte persone crederanno alle loro menzogne. Se è possibile, scrivete sulla mia vita e dimostrate a tutti che hanno torto. Dite la verità in modo che le nuove generazioni sappiano che io non sono una persona cattiva. Salvate la mia buona reputazione da quanto vorranno dire quei soldati».
L'ex sovrano trascorse buona parte del suo esilio a Roma, dove insieme con sua moglie fu uno dei protagonisti della vita mondana nel periodo chiamato della dolce vita.[1][2] Il re ebbe dimora anche in Anzio, località marittima vicino a Roma, la cui casa ancora permane accanto al liceo linguistico "Nostra Signora della Mercede", ove sembra abbia anche intrattenuto una breve relazione con una ragazza del luogo.
Fārūq morì a Roma il 18 marzo 1965, alla fine di un'abbondante cena nel suo ristorante preferito. Sulla sua morte furono ipotizzate molte versioni, anche quella di omicidio per avvelenamento, ma non c'era motivo per dubitare di una morte naturale, a tredici anni di distanza dalla sua incruenta deposizione, mentre la popolarità di Nasser e del suo regime erano alla loro acme. Che non vi fossero ostilità particolari nei confronti dell'ex sovrano lo dimostra il permesso di sepoltura accordatogli nella grande e ben nota moschea di Ahmad al-Rifāʿī, al Cairo, ai piedi della cittadella su cui svetta la moschea di Mehmet Ali.
Rimasero famose le parole, sembra, pronunciate in punto di morte dall'ex sovrano: «Nel XXI secolo resteranno solo cinque re: quelli dei mazzi di carte e l'inquilino di Buckingham Palace».[3]
Il re Fārūq fu sposato certamente solo due volte.
Con la regina Farida fu sposato dal 1938 al 1948, anno in cui i due divorziarono; dal loro matrimonio nacquero le tre figlie
Fārūq I si unì in seconde nozze nel 1951 con la regina Narriman Sadiq, dalla quale divorziò due anni dopo; dalla loro unione nacque il tanto agognato erede al trono Fuʾād II.
Non si hanno riscontri ufficiali, invece, di un matrimonio (forse di tipo morganatico) che l'avrebbe unito, durante il suo esilio in Italia, con Irma Capece Minutolo, cantante lirica e attrice cinematografica italiana, una relazione che durò fino alla sua prematura morte nel 1965.
- Faruq rimane vittima di un furto nell'episodio L'avventura del dolce di Natale della terza stagione della serie Poirot.
- Fārūq I d'Egitto, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.

- Fārūq I d'Egitto, su sapere.it, De Agostini.

- (EN) Fārūq I d'Egitto, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.

- (EN) Fārūq I d'Egitto, su Find a Grave.

- (EN) Fārūq I d'Egitto, su Internet Movie Database, IMDb.com.
