Discussione:Brigantaggio italiano/Archivio1

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Il brigantaggio in Sardegna[modifica wikitesto]

E' stato dimenticato il fenomeno del brigantaggio sardo, che ebbe modi e origini diverse da quello italiano continentale. E poi sarebbe il caso di istutuire una voce a parte per banditismo, perché in effetti non si può definire brigantaggio (che tra l'altro è un orrendo francesismo) l'azione criminale svoltasi nel secondo dopo guerra perlopiù in Sicilia e Sardegna.

...da fare in Brigantaggio italiano/Archivio1

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Mancano dei riferimenti al brigantaggio calabrese. Le canzoni lucane parlano spesso di una "Calabria che s'e' revoltata". Faccio una ricerca e cerco di incrementare la sezione anche se non so se abbia senso distinguelro da quello continentale.

Scusa, ma la Calabria non fa parte del "continente"??? Non ti sarai mica confuso con la Sicilia che è,invece, un' isola??? Comunque la risposta a quello che stai cercando la trovi in fondo ,nella sezione: " brigantaggio politico e brigantaggio sociale".Ovviamente l'argomento è solo abbozzato e va ancora approfondito.

Son passati 2 mesi da quando ho scritto il mio ultimo commento, ma snowdog non mi ha ancora risposto e soprattutto non vedo ancora cosa ci sia di "non neutrale" nell'articolo.--Vipstano 22:17, 28 nov 2005 (CET)[rispondi]

Non ritengo l'articolo come NPOV e nella sua impostazione generale è equilibrato e segue le recenti rivisitazioni della storia del risorgimento d'Italia e dell'unificazione. Effettivamente il brigantaggio fu una reazione popolare all'invasione piemontese che si comportò da subito come esercito occupante. Forse le ragioni del brigantaggio sono troppo focalizzate sugli aspetti economici e "razionali" sorvolando sulla brutalità del comportamento piemontese e sull'attacco alle tradizoini religiose e popolari dei meridionali. Il piemonte era fortemente anticattolico e da subito attaccò le tradizioni e la religiosità popolare così calorosa e radicata nel sud. La reazione fù violenta e di difesa perchè l'occupante attacava la cultura e l'essenza del vivere quotidiano.08:59, 18 feb 2006 (CET)

Forse Snowdog non sa che durante il decennio 1860-71 le truppe di "liberazione" piemontesi chiamiamole così altrimenti non sarebbe neutrale definirle d'occupazione)causarono sotto il comando dei vari generali Cialdini e Pinelli (ritenuti "padri della patria")miglialia e migliaia di morti, solo nel Regno delle due Sicilie. Secondo le stime di alcuni giornali stranieri che si affidavano alle informazioni "ufficiali" del nuovo Regno d'Italia, dal settembre del 1860 all'agosto del 1861 vi furono nel nostalgico regno duosiciliano 8964 fucilati, 10604 feriti, 6112 prigionieri, 64 sacerdoti, 22 frati, 60 ragazzi e 50 donne uccisi, 13529 arrestati, 918 case incendiate e 6 paesi dati a fuoco(tra cui Pontelandolfo e Casalduni), 3000 famiglie perquisite, 12 chiese saccheggiate, 1428 comuni sollevati. Queste sono quindi le cifre ufficiali di un solo anno e c'è da considerare che come tali erano sicuramente sottostimate dal ministero della guerra. SEI ANCORA SICURO CHE LA DEFINIZIONE DI TRUPPE D'OCCUPAZIONE SIA DI PARTE??? Io certamente tanto di parte non sono, preferisco solo che la verità sia mostrata a tutti e che la si finisca di definire l'unione d'Italia come una guerra di liberazione. P.S. Di solito quando nasce un nuovo regno nasce anche un nuovo re, a quanto pare Vittorio Emanuele II non volle farsi chiamare Vittorio Emanuele I re d'Italia ma preferì restare di fatto agli occhi della storia Vittorio Emanuele II del Regno di Sardegna.--Vipstano 00:04, Set 24, 2005 (CEST)

La nostalgia per il Regno delle due Sicilie porta scrivere frasi come "truppe d'occupazione piemontesi" (nel 1863). Piaccia o no nel 1863 c'era l'Italia. Poi non so quanto sia valida l'equazione lotta al brigantaggio=questione meridionale. --Snowdog 14:52, Set 22, 2005 (CEST)

Sono pienamente d'accordo - a parte la frase POV - l'articolo è piuttosto carente, ad esempio manca del tutto il brigantaggio in Maremma e nell'Alto Lazio di fine ottocento. È nella mia "tudu list", seppure nella mia "wishing list" ci siano un paio d'anni con le giornate da 36 ore. --M/ 15:08, Set 22, 2005 (CEST)

(conflittato)

Caro Snowdog ho eliminato un commento secondo me "inutilmente" POV (ovvero "da dimostrare"). Quanto alle truppe "d'occupazione" la questione è più complessa: in effetti i briganti erano per la maggior parte esponenti del disciolto esercito Duosiciliano che combattevano per uno stato (fino a pochi mesi prima "sovrano"). Si può (e si poteva) essere d'accordo o no con quelle persone, ma rimane il fatto che prima c'erano due stati (Sardegna e Due Sicilie) e dopo, a seguito di una "conquista", uno dei due era sparito. Questo è un fatto. Il nome "briganti" (come il nome "partigiani") è fuorviante, in realtà parliamo di "combattenti". Ripeto, aldilà delle opinioni politiche o storiche personali. Ti invito a valutare di rimuovere il template POV. Pensaci. :-) Bye. --Retaggio (msg) 15:14, Set 22, 2005 (CEST)

Comunque sono d'accordo riguardo "l'incompletezza" evidenziata da M7. Bye anche a lui...--Retaggio (msg) 15:14, Set 22, 2005 (CEST)

Sono d'accordo sul fatto che la voce vada notevolemente ampliata e migliorata. Non sono affatto d'accordo che, sol per questo, debba restare NPOV sulla base di una difesa ad oltranza di una lettura storiografica (assolutamente non la più autorevole) che pretende di far coincidere sic et simpliciter criminalità comune e resistenza armata contro un esercito invasore (si parla dei 120mila bersaglieri di Cialdini, non dei Mille e delle milizie Garibaldine). Se c'è una definizione NPOV e certamente infondata dal punto di vista storico e della realtà dei fatti, è proprio quella che si accontenta del racconto agiografico della lotta ai briganti o che addirittura pretende di imporlo come unica e completa verità. --Piero Montesacro 13:07, 26 gen 2006 (CET)[rispondi]

A evitare inutili polemiche propongo qui un inizio un po' diverso della voce.

Brigantaggio è il termine con il quale sono indicati, accomunandoli in modo discutibile, fenomeni di banditismo politico e comune. Il termine "brigante" è comunque un termine che esprime già un punto di vista, indicando un posizionarsi di chi lo usa dalla parte dell'ordine pubblico o del potere costituito. Resta il fatto che il termine "brigantaggio" è entrato nell'uso comune per indicare episodi storici, in cui spesso i cosiddetti "briganti" accettavano l'uso del termine.--Truman Burbank 14:38, 13 dic 2005 (CET)[rispondi]

Per quel che può contare la mia opinione, mi trovo ad essere piuttosto d'accordo con la proposta di Truman Burbank. Oltretutto la saggistica più recente, anche di un certo rilievo, tende a rileggere il fenomeno alla luce dei documenti piuttosto che della retorica di qualsiasi parte, rivelando come del tutto inadeguata e propagandistica la precedente lettura in bianco e nero del brigantaggio come fenomeno di pura criminalità e l'annessione manu militari del Regno delle Due Sicilie come una trionfale, immediata e quasi pacifica festa popolare.


E' assurdo ma è così[modifica wikitesto]

Ad "appena" 145 anni dall'unificazione, sembra proprio che su certi argomenti sia impossibile una serena ricostruzione che distingua il vero e il falso. Quanto sia arduo questo lavoro lo può dimostrare un piccolo esempio. Leggete questo passo:

"Era il 20 marzo 1861: dopo 127 anni terminava la sua esistenza l'esercito borbonico. La sua rapida fine - che pure al Volturno, a Gaeta e a Civitella del Tronto fu illuminata da episodi di fedeltà, di dedizione e di valore - e, soprattutto le esigenze contingenti di carattere politico portarono allora ad una riuscitissima opera di demolizione e di denigrazione di tutte le istituzioni militari borboniche, o napoletane, o meridionali che dir si voglia. Opera che possiamo oggi considerare riuscita forse al di là delle speranze di quanti allora, soprattutto per motivi politici, la promossero: ancor oggi per chi non si interessa alla storia militare - ed anche per molti di quelli che se ne interessano - l'esercito delle Due Sicilie è sempre l'esercito di Franceschiello."

Fine della citazione...ma da quale recondito covo di sfegatati borbonici è mai uscito siffatto passo? Citiamo dal tomo I, vol.3° de "L'Esercito Borbonico dal 1830 al 1861" edito dall' Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito Italiano, Roma 1998, pag. 55. Si tratta di un'opera ponderosa sugli eserciti preunitari (il solo esercito napoletano dal 1734 al 1861 è articolato in 4 esaurienti volumi). Ora, se tanto mi da tanto, qualche dubbio sulla agiografia sabauda che, nelle sue linee essenziali, curiosamente permane, è lecito o no ? A Snowdog che osserva che nel 1863 "piaccia o no, c'era l'Italia" faccio sommessamente notare che quel regno così malamente nato attendeva ancora il riconoscimento diplomatico di diverse potenze europee. Casa Savoia ne ricavò un tal prestigio e considerazione che sia il figlio che il nipote di Vittorio Emanuele II (ordinale mantenuto, all'epoca fonte di giustificastissime critiche...) per trovare uteri da adibire alla funzione successoria dovettero cercarli, il primo nell'ambito strettamente familiare (con il bel risultato successivo, come ebbe a commentare proprio Umberto I) e il secondo fra le aspre giogaie della Cernagora o Montenegro che dir si voglia, perchè principesse di casate reali europee disposte a imparentarsi con i Savoia non se ne trovarono....e si pensi che quando Maria Josè del Belgio sposò il futuro Re di maggio si beccò la reprimenda della terribile nonna Elisabetta che le ricordò la maniera disonorevole con cui i Savoia detronizzarono i Borbone Napoli e la scarsa considerazione per questo derivante alla dinastia italiana.

Del resto, proviamo un pò a considerare qualche banalissimo dato di fatto:

- eccetto il Lombardo-Veneto, esistevano in Italia Stati sottomessi a dominio straniero ?

Attenzione, parlo di dominio, non di influenza. Quanto ad influenza, ovvio che "potenze" di seconda fila quali gli Stati Italiani, difficilmente potevano operare autonomamente in campo internazionale....ma, giuridicamente, Napoli, Stato della Chiesa, Sardegna,Parma, Toscana... non erano altro che Stati sovrani.

Anzi, il torto del Sovrano napoletano fu proprio non aver capito che i tempi non consentivano più la politica dell'amico di tutti nemico di nessuno e che, perso l'appoggio inglese (il regno meridionale, ridotto in Sicilia, era stato l'unica nazione europea rimasta ininterrottamente a fianco della Gran Bretagna, durante il periodo napoleonico, in stato conflittuale) per l'affare degli zolfi siciliani, avrebbe dovuto - di corsa - cercare altre solide alleanze.

Certo, l'agiografia risorgimentale ha dipinto Ferdinando II come un satellite dell'Austria, infatti così era dipendente dall'Austria che per i fratelli Bandiera (figli di un ammiraglio dell'Imperial Regia Marina Austriaca e loro stessi Ufficiali austriaci) respinse l'intervento in loro favore di un certo Francesco Giuseppe...

- esisteva una qualsiasi ragione di intervento nel territorio delle Due Sicilie per il Regno di Sardegna ?

Vorrei essere chiaro, accantoniamo il feticcio dell'unità per l'unità, diamo per scontato che comunque la formazione di uno stato unitario era nella logica dei tempi e delle cose, nessun dubbio al riguardo.

Ma, per meglio spiegare ciò che intendo, guardiamo al parallelo processo unitario germanico: anche lì abbiamo uno Stato "motore" , la Prussia che, pur stando sotto il profilo militare al Piemonte come un missile sta a una salsiccia, perseguì il disegno unitario in modo del tutto diverso.

I numerosissimi staterelli germanici, eccetto l'Austria che avrebbe potuto, semmai, essere una concorrente al ruolo guida, furono dapprima unificati economicamente (lo Zollverein) e infine federati nel 1870, dopo Sedan.

Infatti, gli unici episodi bellici furono la guerra del '66 che vide la comica partecipazione italiana (tale fu alla fine considerata dai signori della guerra prussiani) che estromise l'Austria dalla confederazione e quella contro la Francia, unico ostacolo esterno al disegno unitario.

Il Piemonte, invece, perseguendo il proprio ingrandimento e, perchè no, i vantaggi che le dissestate finanze sarde avrebbero conseguito, ha sfruttato cinicamente le circostanze favorevoli (no, non la spedizione dei Mille) che rendevano desiderabile agli occhi inglesi un' Italia unita e legata alla Gran Bretagna a doppio filo.

Non dimentichiamo che, dopo secoli di marginalità, il Mediterraneo tornava all'importanza dell'antichità: la fattibilità del canale di Suez era un dato acquisito e la superpotenza dell'epoca, come qualsiasi superpotenza che si rispetti, vedeva le cose prima degli altri...

- dal momento che l'armata sarda affrontava truppe non meno italiane, tenne durante la campagna un comportamento che, quanto meno, lasciasse intravvedere il rammarico per una lotta tutto sommato fratricida ?

Al riguardo, va riconosciuto a Garibaldi un atteggiamento cavalleresco in alcune circostanze. I napoletani non furono da meno, se solo si pensa ai Cacciatori che si gettarono nel Volturno per salvare i garibaldini che annegavano...

E l'armata sarda ? Lasciamo parlare i fatti: le colonne piemontesi entrate negli Abruzzi mostrarono subito il volto da conquistatori con fucilazioni di contadini, rei di essersi opposti (si noti che siamo ancora in una fase in cui lo stato napoletano esisteva, le truppe operavano e nulla poteva far presumere l'amaro epilogo di lì a qualche mese) e con il trattamento oltraggioso di ufficiali napoletani sia durante ambascerie sia in fase di cattura.

Sotto il profilo bellico, andiamo direttamente alle fasi finali di Gaeta: durante le trattative per la resa della piazzaforte furono intensificati i bombardamenti sulla stessa.

Oggi siamo meno sensibili a certe finezze ma, all'epoca, la cosa fu giudicata molto disonorevole all'estero.

Fra i contendenti fu una delle tante gocce che contribuirono a far traboccare il calice dell'incomprensione e dell'odio.

Basta rileggersi le memorie di chi, al quartier generale piemontese, durante le trattative, vide le le lacrime degli ufficiali napoletani che assistevano al bombardamento di Gaeta condotto con accanimento degno di miglior causa...

E Messina e Civitella del Tronto, cadute dopo Gaeta ? Se a Messina non avvenne ciò che accadde a Civitella fu solo perchè a Messina, piazzaforte di rango, c'erano troppi testimoni, anche stranieri. Ma sapere che i difensori di Civitella, gente che vestiva la divisa napoletana, non civili ribelli, furono fucilati come "briganti", bene, credo sia una cosa sconvolgente.

Lei,egregio signore,usa troppo il fioretto,e non ne è il caso. Non si tratta di una "cosa sconvolgente",ma di vera e propria criminalità e delinquenza sociale.Lo fu tutto il cosiddetto "risorgimento",voluto e condotto da un pugno di esaltati.Il termine "briganti" fu coniato al nord da coloro che avevano programmato e pianificato l'invasione del pacifico Regno delle Due Sicilie,grazie all'aiuto determinante della loro Casa Madre,la Massoneria inglese.Fu divulgato da libri e giornali e da prezzolati sedicenti storici,i cui epigoni ancora oggi forniscono la loro nefasta "consulenza" ai giornali e ai salotti radiotelevisivi catechizzando non solo il volgo ma anche gli studenti di ogni ordine e grado.--Italo zamprotta (msg) 18:38, 16 lug 2010 (CEST)[rispondi]

- Ancor oggi, i cittadini italiani ignorano, nell'assoluta maggioranza, che migliaia di prigionieri dell'esercito napoletano morirono di freddo e di stenti nel forte di Fenestrelle (anche perchè, contro ogni criterio di umanità, non li si volle provvedere delle uniformi invernali di cui i magazzini borbonici erano pieni...) e avrebbero potuto sottrarsi a quella sorte sol che avessero accettato di entrare nell'esercito italiano.

A scanso di equivoci, i morti furono dissolti nella calce viva. Può bastare, per parlare di guerra o siamo ancora al quel che è stato è stato ?

E questa fu, come si dice a Napoli, " 'a primma asciuta", la prima presentazione dei fratelli del nord....

Ma, tutto sommato, lo stato meridionale era oppresso da un regime tirannico, era fortemente arretrato, era diventato un caso in Europa

E quindi, le anime belle, esulcerate da tanta nequizia, muovono - sotto l'egida del campione della libertà, la Gran Bretagna - alla volta di Napoli per liberarla...

Bene, se vogliamo credere alle favolette, se, dopo il caso di una partoriente vergine, abbiamo il caso di uno stato sovrano che interviene militarmente in un altro stato sovrano per le sole nobili finalità di:

- portare libertà e progresso, nonchè ricchezza e felicità

- accollarsi il peso di una nazione incapace di autogovernarsi (chissà come hanno fatto nei 700 anni precedenti...)

il tutto in un'epoca contrassegnata dai generosi sforzi di altre benefattrici dell'umanità, tipo Francia e Gran Bretagna, impegnate nell'assistenza ad algerini, indiani, cinesi (questi ultimi, autentica gentaglia, non ne volevano sapere di importare l'oppio indiano e la Gran Bretagna, attenta sempre alla libertà dei commerci, fu costretta a cannoneggiare i porti cinesi...guerra dell'oppio),

per carità, liberissimi di crederle....

Ma davvero, vogliamo credere che una Gran Bretagna che lasciava morire a milioni i sudditi irlandesi pur di non limitare i diritti dei nobilotti a scorrazzare per campi e boschi in cacce volpine, una Gran Bretagna che, appunto, si scatenava in una guerra dell'oppio per introdurlo come moneta in pagamento delle sete che importava dalla Cina, si faceva cogliere da turbamenti per le carceri borboniche ?

Certo, tutti ricordiamo le lettere di Gladstone e lo sdegno di Palmerston in materia...un pò meno conosciuti alcuni gustosi particolari:

Vent'anni dopo, in visita in Italia, Gladstone ai liberali che lo festeggiavano e gli ricordavano il grande apporto dato con le sue lettere alla causa unitaria grazie al discredito gettato sulle Due Sicilie, molto onestamente precisò di non aver visto nessun carcere borbonico e di essersi basato solo sui racconti fatti da Poerio e Settembrini (che, a loro volta, avevano già rivelato la strumentalità delle loro descrizioni).

A gettare un'ombra sulla onestà di certi interventi stanno alcune circostanze: Lord Palmerston era fieramente avverso a Ferdinando II...perchè era un rustico tiranno ? Perchè si era permesso di pretendere più eque condizioni per lo sfruttamento degli zolfi siciliani ?

Mah...avrebbe dovuto essere nemico di mezzo mondo, con quei criteri....

E..il fatto che Ferdinando si era permesso non solo di vietare al proprio fratello Carlo il matrimonio con la borghese Penelope Smith, non solo aveva rifiutato di concedere un titolo all suddetta ma, di fronte alla ribellione del fratello, fuggito a Londra con la signora, gli aveva anche "tagliato i viveri"....come si permetteva, il buzzurrone, siffatto comportamento verso una suddita di Sua Maestà Britannica ? Ora, tenuto conto che Gladstone, Palmerston e Penelope erano imparentati, o meglio, Gladstone era parente di Palmerston e Penelope era parente di Palmerston,e Palmerston era Primo Ministro, ma vuoi vedere che l'unità d'Italia non passa solo per la bocca della Castiglione (come squisitamente ebbe a dichiarare la nobildonna...)ma anche per le grazie della signorina Penelope ? O è troppo una domanda alla Cochi e Renato ?--Emmeauerre 00:45, 18 gen 2006 (CET)[rispondi]

Consenso totale a quanto ha scritto Emmeauerre. Si potrebbe e si dovrebbe scrivere molto di più nel senso indicato e gli argomenti citati qui sono persino riduttivi. --Piero Montesacro 01:02, 18 gen 2006 (CET)[rispondi]
Solita tattica. Si butta lì una serie di battute (Gladstone era parente di Palmerston, e insieme erano parenti di Penelope, e Ferdinando gli aveva tagliato i viveri, e Ferdinado aveva preteso condizioni più eque per gli zolfi siciliani, e i nobilotti in cacce volpine, e gli uteri da esibire in funzione successoria, ecc. ecc.) e si pretende che queste dimostrino una serie di fatti e che invalidino la "visione storica" imposta "dai vincitori". --Duroy 21:57, 4 nov 2007 (CET)[rispondi]
Se quella è una solita tattica, come mai esiste una questione meridionale? Tra le possibili spiegazioni mi è capitato di leggere anche "l'inferiorità razziale della popolazione". No, di sicuro non volevi dire questo, ma ti inviterei lo stesso ad una maggiore moderazione nella retorica. La Storia d'Italia è piena di folli folle, e di folle che non ci furono mai, se non nella narrativa dei vincitori di turno. Così un centinaio di persone in Piazza Sansepolcro 1922 divennero chissà quante centinaia di migliaia e lo stesso i partigiani, che erano settantamila secondo Parri sino al 24 aprile 1945, e il 26 erano almeno trecentomila, per non parlare dei giorni successivi. Cosa vieta di pensare che coi Garibaldini sia accaduta esattamente le stessa cosa? --Piero Montesacro 22:14, 4 nov 2007 (CET)[rispondi]

In realtà, le mie considerazioni erano riferite al modo di argomentare. Un conto è parlare di questione meridionale. Qui, è poco contestabile che i governi unitari abbiano fatto quasi nulla per risolvere i problemi del sud e che, anche negli anni della Repubblica, mentre molti finanziamenti si sono, diciamo così, "dispersi", l'intervento statale è stato praticamente uno solo: la creazione di posti pubblici. Però, purtroppo vengono spesso inserite considerazioni che nulla hanno a che fare con il problema e che si limitano ad una descrizione idilliaca del buon vecchio mondo antico, ucciso dai barbari calanti. In queste descrizioni il sud non aveva problemi, era un paese sereno, addirittura molto ricco o, nella migliore delle ipotesi, avviato ad uno sviluppo originale. Contadini in miseria? Nessuno. Un paese che aveva poche strade, pochi chilometri di ferrovia (si era fatto poco, oltre la Napoli - Portici)? Ma scherziamo? Aveva la terza più grande flotta d'Europa, a Benevento i trasporti erano - evidentemente - assicurati dalle navi. Un regno in cui la Sicilia era in uno stato di ribellione endemica, e la cosa favorirà alla grande Garibaldi? Tutte fole. Lo stato spendeva poco per le infrastrutture, analfabetismo decisamente più alto che in altre regioni d'Italia? Ma la cassa era piena d'oro. La famosa cassa piena d'oro. Non vorrei che da una giustissima critica agli errori di una classe dirigente, quella risorgimentale e post unitaria, si passasse ad un'esaltazione acritica dei loro avversari. Se una retorica risorgimentale si tramuta in una retorica anti risorgimentale, e se alla proibizione di parlar male di Garibaldi si sostituisce l'obbligo di parlar bene dei Borboni (solo quelli del Regno delle Due Sicilie, mai quelli di Parma, Spagna o, Iddio non voglia, Francia), possiamo dire di aver fatto dei progressi? Io direi di no. La corsa al carro del vincitore è una costante, non solo italiana. Per questo stimo molto i militari borbonici che resistettero a Gaeta e che vennero deportati a Fenestrelle, per questo stimo anche - e qui il terreno si fa insidioso - molti di coloro che, rimanendo fedeli a una causa persa, non si misero al collo un fazzoletto rosso o verde o azzurro (sì, c'era anche quel colore) il 26 aprile, come fecero molti che si erano imboscati per tutta la guerra. Però ritengo anche che le idee dei primi e dei secondi fossero sbagliate --Duroy 23:25, 4 nov 2007 (CET)[rispondi]

D'accordo su molto di quel che dici. Il mio consenso, tuttavia, si riferiva al riferire fatti che sono obliterati e ignoti ai più, non a cullarsi in improbabili ed oniriche arcadie. Spiegare tutto consolandosi con la retorica della narrativa dei vincitori finisce per non spiegare nulla e lo stesso, come giustamente dici anche tu, ribaltando la prospettiva e scambiando tra loro elogiati e vilipesi. Ma intanto, in quanti siamo a sapere di Fenestrelle? E ci siamo spiegati come mai la Sicilia fosse in perenne rivolta, prima, durante, e dopo? E l'incredibile dissolversi di un regno vecchio di sette secoli in poche settimane? E la necessità di condurre una guerra vera e propria, per anni, impegnando sino a 120mila uomini, impiegando metodi di solito usati nelle colonie? E come mai, ancora nel 1868, il presidente del consiglio - che era un generale, Luigi Menabrea - (come mai un generale?) trovava necessario discutere seriamente di deportare i ribelli in Patagonia? La vulgata risorgimentale che ancora campeggia nei testi scolastici ci consente non dico di sapere, ma almeno di chiederci "come mai"? Che è poi forse quello che tutti i narratori vogliono evitare, a prescindere dal fazzoletto indossato. --Piero Montesacro 23:56, 4 nov 2007 (CET)[rispondi]

Ancora ieri in Tv,durante un'intervista con Minoli,l'onnipresente Giuliano Amato ci ha fatto sapere che il sud fu liberato dalla "dominazione borbonica"! Il sud non aveva alcun bisogno di essere liberato perchè stava bene com'era.Non conosceva emigrazione ed era lo stato più ricco e potente della penisola.I meridionali mai chiamarono l'avventuriero Giuseppe Garibaldi e nessun altro.Tutto fu preparato,molto meticolosamente,a Torino,a Londra,a Parigi.Ognuno con un fine diverso:Londra aveva interesse alla nascita di uno stato debole al centro del Mediterraneo,da poter facilmente controllare grazie ai suoi adepti massonici.Parigi sperava di poter insediare,peerlomeno in Sicilia,un principe Bonaparte,viste le secolari tendenze autonomistiche dell'isola (poi periodicamente frustrate!).Torino doveva completare il discorso del loro antenato savoiardo,Emanuele Filiberto (1528-1580):"L'Italia? Un carciofo,di cui i Savoia mangeranno una foglia per volta".Altro che unità d'Italia,solo politica di annessione,con invasione,oppressione,colonizzazione,falsi plebisciti e ridicole elezioni!--Italo zamprotta (msg) 18:38, 16 lug 2010 (CEST)[rispondi]

Sito d'informazione sui briganti contenente un' interrogazione parlamentare[modifica wikitesto]

http://digilander.libero.it/pinkpanther1/

POV da eliminare[modifica wikitesto]

Cosa manca per eliminare il famigerato tag? Non credo possa restare in eterno. Mi assumerò la responsabilità di rimuoverlo in assenza di indicazioni accurate e puntuali sui paragrafi che dovessero ancora essere oggetto di contestazione. --Piero Montesacro 23:43, 8 apr 2006 (CEST)[rispondi]

ecetto la parte finale sul trasferimento di ricchezza da sud a nord che non c'entra col brigantaggio, tutto il resto mi sembra condivisibile. Per me si può togliere il POV. Ultramontano 00:06, 15 apr 2006 (CEST)[rispondi]

Arretratezza[modifica wikitesto]

Citando la voce Primati del Regno delle Due Sicilie vorrei sottolineare l'incongruenza di una parte dell'articolo che definisce arretrate le infrastrutture e la rete viaria del mezzogiorno ereditate dai Borbone e che queste facilitavano l'occultamento delle bande brigantesche. Ragazzi.....non vorrei dire fesserie......ma con un minimo di conoscenza storica e tralasciando la storiografia ufficiale, uno stato che nella metà dell'800 possedeva una rete ferroviaria, navi a vapore sia da guerra che da trasporto, piroscafi e ponti sospesi in ferro non era affatto arretrato! Anzi, rispetto agli altri stati europei e soprattutto a quelli italiani pre-unitari, il Regno delle Due Sicilie era notevolmente avanzato. --Vipstano 11:29, 17 gen 2007 (CET)[rispondi]

Salvatore Giuliano brigante?[modifica wikitesto]

Ho letto i commenti ed anch'io non sono d'accordo con la definizione di "brigante" per Giuliano , che è stato e resterà un bandito italiano. I briganti erano tutt'altra cosa ed anche il periodo storico è diverso. Il brigantaggio concluse la sua storia dopo il 1870 , quando venne catturato l'ultimo dei briganti post-unitari e il più famoso:Carmine Crocco.Con lui era cominciata la rivolta meridionale e con lui si è conclusa.Tutto ciò che è accaduto dopo , non è brigantaggio ma banditismo prima e terrorismo dopo.

Scusate.........ma sulla base di quali argomenti Salvatore Giuliano vien considerato un brigante?--Vipstano 13:57, 16 gen 2007 (CET)[rispondi]

È sempre stato considerato tale, anche per definizione, infatti è anche chiamato il "brigante Giuliano", dov'è il problema? Che poi lo sia stato o meno è un altro discorso e non voglio entrare nel merito, ma è sempre stato considerato tale. --Ediedi 17:14, 16 gen 2007 (CET)[rispondi]
Veramente la definizione storica è "bandito Giuliano". I briganti erano un tipo ben preciso di figure sociali, che fu definitivamente represso dopo il 1871.
Gli affioramenti di banditismo successivo al sud e nelle isole - cioè di gruppi malavitosi organizzati in bande per fini che magari in alcuni casi non escludevano alibi politici, ma restavano soprattutto di rapina, abigeato ed esercizio di violenza privata - sono sempre stati definiti bande. Brigante quindi, nel caso di Giuliano, è proprio sbagliato sul piano linguistico, nonostante alcune citazioni su Internet (che è notoriamente una pessima fonte, per un buon italiano). --la_lupa 21:51, 16 gen 2007 (CET)[rispondi]
Sì, hai ragione, sono caduto senza accorgermene nella trappola dell'ambiguità e scorrettezza linguistica di internet, ma solo per quanto riguarda la definizione. Mentre per quanto riguarda la storia, Giuliano è stato comunque affiancato alla tradizione del brigantaggio, permettimi comunque di non entrare nel merito, ma solo nella constatazione di cronaca. Basta che leggi la prima riga della voce. Ediedi 08:06, 17 gen 2007 (CET)[rispondi]
In effetti l'incipit della voce - credo involontariamente - mette in evidenza come le definizioni assumano un significato politico - a volte eminentemente politico - piuttosto che storico, ossia s-passionato: si "salvano" i sanfedisti, pare, in quanto combattenti contro lo straniero (non importa, pare, che lo facciano appoggiati dalle truppe e dalla marina inglesi (rimpinguate da un battaglione di còrsi) nel quadro di un conflitto europeo, ma non si "salvano" gli insorti meridionali, condannati anche, pare, per quanto riguarda il periodo nel quale (ossia almeno sino alla caduta delle piazzeforti di Messina, Gaeta e di Civitella del Tronto) la loro lotta è legittimata dal fatto che il governo cui si richiamano esplicitamente, quello borbonico, è l'unico - si badi bene, l'unico - riconosciuto dalle potenze europee, al contrario di quello piemontese, la cui autorità sul territorio interessato non è riconosciuta da nessuno (nessuno) Stato. --Piero Montesacro 10:14, 17 gen 2007 (CET)[rispondi]

Edit war su un commento in didascalia[modifica wikitesto]

Avviso ai naviganti: Vi invito a non fare edit war su una parolina di commento in didascalia e a sforzarvi di trovare una versione condivisa (se proprio volete guerreggiare, almeno fatelo su questioni più "grosse"). PS - E' verificabile l'informazione che il bersagliere raffigurato sarebbe proprio quello che l'ha ucciso? Da solo poi? Ma non c'erano i plotoni di esecuzione all'epoca? Se inseriamo frasi "forti" facciamolo a ragion veduta, mi raccomando... --Retaggio (msg) 11:21, 18 gen 2007 (CET)[rispondi]

Sinceramente non mi ero accorto che fossi in editwar, comunque non è questione di "parolina" ma un vero insulto (decisamente POV) su cose non provate né provabili riguardo le intenzioni di un bersagliere raffigurato in una foto. Chiedo pertanto che venga subito eliminato il riferimento POV. Oltre a questo, dov'è scritto che l'abbia ucciso lui e che vi sia stata un'esecuzione sommaria? In questo documento la didascalia alla stessa foto è ben diversa anche se afferma (senza citare le fonti) che l'uccisore è il bersagliere:

«Una tra le più note fotografie del banditismo meridionale: Nicola Napolitano, detto il Caprariello, che agiva nell’Avellinese. Probabilmente è già morto e il bersagliere che lo ha ucciso lo tiene fermo per i capelli perché la testa non cada in avanti. Il soldato, se ce ne fosse bisogno, è comunque pronto a colpire il bandito con il calcio del fucile.»

--Ediedi 11:29, 18 gen 2007 (CET)[rispondi]

Contesto radicalmente l'operato di Ediedi:

  • In primo luogo, la didascalia è rimasta incontestata per oltre un anno. Come si vede dalla cronologia addirittura dal settembre 2005. Sulla voce sono intervenuti nel frattempo numerosi utenti e, ad un primo esame, non pare che nessuno di essi abbia trovato particolarmente POV la descrizione della foto. Questo per far notare quanto sia per lo meno poco ovvio quello che Ediedi, bontà sua, ritiene essere, addirittura, «decisamente POV» e un «insulto».
  • Su una informazione rimasta intatta e incontestata per oltre un anno, Ediedi - utente assai esperto - ha dato vita ad una edit-war senza, pare, accorgersene. Capita, ma sempre di una edit-war si tratta.
  • A me (e non solo a me, basta guardare la cronologia recente: in questa sua iniziativa, al momento, Ediedi sembra essere isolato) la didascalia non pare POV, pare assolutamente accurata. Mi pare piuttosto ipocrita e POV, invece, quella riportata da Ediedi qui sopra. Anzi è imbarazzante per quanto è ridicola. Spiego di seguito perché.
  • La foto testimonia una macabra messa in scena e non potrebbe essere diversamente, in un periodo nel quale eseguire fotografie richiedeva una complessa preparazione e non era certo possibile scattare "istantanee".
  • La foto è stata scattata con evidenti intenti propagandistici e sulla falsariga dell'antico uso di esibire i cadaveri dei giustiziati come ammonimento.
  • L'ucciso è evidentemente morto, ed è sicuramente morto da tempo e senza dubbio alcuno se, come è evidente, dopo la sua uccisione, si è trovato il tempo di chiamare sul posto un fotografo, fargli montare la sua complessa apparecchiatura, preparare la deliziosa scenetta e prendere la fotografia.
  • La bocca spalancata, con la mandibola appesa al cranio in modo innaturale, come disarticolata, rende del tutto convincente - se non bastasse quanto sopra - il fatto che il personaggio ritratto sia cadavere da tempo; delle due possibilità logiche se ne scelga una, il risultato non cambia: o la mandibola appesa testimonia il rilascio dei muscoli facciali - comunissimo fenomeno post-mortem - che segue il rigor mortis (e questo collocherebbe l'ora della morte ad almeno una dozzina d'ore prima del momento nel quale fu eseguita la fotografia), oppure la mandibola è stata precedentemente disarticolata da colpi violenti, causando un dolore insopportabile, e il soggetto - fosse incredibilmente vivo, e certo non lo è e dubito fortemente qualsiasi medico forense esaminando la foto nutrirebbe una diversa opinione - non se starebbe certo buono e immobile con le mani in grembo, come se ne sta, per il tempo relativamente lungo necessario alla ripresa con la tecnologia fotografica dell'epoca; se ne sta invece immobile, e infatti la foto non appare mossa.
  • In queste circostanze, e osservando il contesto, come sopra, è possibile concludere, al contrario di quanto fa la didascalia riportata da Ediedi, che il fucile non è affatto tenuto pronto a colpire una persona evidentemente morta, ma semplicemente esibito.
  • Sostenere che "Il soldato, se ce ne fosse bisogno, è comunque pronto a colpire il bandito con il calcio del fucile" appare dunque ad un occhio spassionato come un goffo e ridicolo tentativo di distogliere l'attenzione dalla spiegazione più naturale e convincente, testimoniata da migliaia di foto che ritraggono sostanzialmente la stessa scena in occasione, per esempio, di battute di caccia, ove tipicamente il cacciatore tiene in una mano l'arma e nell'altra esibisce, orgoglioso, il suo trofeo, possibilmente sollevandone il capo, proprio come nella fotografia in questione. Potrei fornire decine di link a foto del genere, fosse necessario. Spero non lo sia.

In conclusione, a me pare onestamente che il POV qui sia tutto quello di Ediedi, che pretende di edulcorare, in nome non si sa bene di cosa, quanto la foto mostra anche senza bisogno di didascalie: la ferocia tipica della guerra e delle esecuzioni. --Piero Montesacro 13:08, 18 gen 2007 (CET)[rispondi]

Non faccio commenti, si commenta da solo. --Ediedi 13:28, 18 gen 2007 (CET)[rispondi]

Per almeno "scagionare" il bersagliere, non è possibile citare in didascalia gli evidenti intenti propagandistici? --kiAdo - dilloalkiAdo 13:38, 18 gen 2007 (CET)[rispondi]

Non c'è niente di evidente, né lo possiamo scrivere senza prove documentali. Ediedi 13:45, 18 gen 2007 (CET)[rispondi]
Se Ediedi - sempre bontà sua - trova opportuno non fare commenti al mio intervento, ciò implica rinunci a fare controdeduzioni alle mie: mi riterrò dunque libero di rimuovere il suo tag POV in qualsiasi momento in assenza di motivazioni argomentate e convincenti che ne giustifichino la presenza. Aspetto ancora un po' e poi procedo. --Piero Montesacro 13:43, 18 gen 2007 (CET)[rispondi]
Deduzione errata. Tuttalpiù la tua può essere definita una bella ricerca originale, che, come sappiamo, su wiki è vietata, come le deduzioni e le controdeduzioni. Non commento perché sarebbe ridicolo. --Ediedi 13:45, 18 gen 2007 (CET)[rispondi]
se togliamo il "come un trofeo" non si risolve la disputa?--Nick1915 - all you want 13:53, 18 gen 2007 (CET)[rispondi]
Infatti è quello che avevo fatto io. --Ediedi 18:02, 18 gen 2007 (CET)[rispondi]
Non si risolve. La foto, una foto, al contrario di quanto affermato poco sopra da Ediedi, è una evidenza, parla da sé (l'ho già ricordato sopra) e non abbiamo certo bisogno di autorità superiori per leggerla e descriverla, in quanto è essa stessa eminente mezzo descrittivo. La foto mostra esattamente l'esibizione come trofeo dell'ucciso. Temo sarà necessario fornire link a foto analoghe. Non c'è problema, ce ne sono a bizzeffe (e descritte come mostranti trofei) anche se speravo di non doverlo fare per non creare ulteriore imbarazzo a chi nega l'evidenza. La ricerca originale che io vedo qui è quella del conflitto tra utenti da parte di chi ha ha già avviato l'edit war. --Piero Montesacro 14:03, 18 gen 2007 (CET)[rispondi]
(conflittato mi ricollego a Nick) In effetti, pur essendo chiaro lo scopo propagandistico dell'immagine (e anche il fatto che il brigante è chiaramente morto - e anche già da un po', come dice Piero...), la frase "come un trofeo" sottintendende un giudizio morale negativo sul bersagliere del quale non sappiamo nulla (a parte il fatto che molto probabilmente ha fatto parte del plotone d'esecuzione) e sul quale non possiamo fare alcuna ipotesi. Che il bersagliere consideri il brigante ucciso un trofeo (e che quindi ne sia orgoglioso) è una nostra supposizione. Di più, tale giudizio (implicito) viene effettuato oggi a più di un secolo di distanza dai fatti. A mio parere, l'unica cosa che possiamo inserire in didascalia è ciò che è certo: la foto aveva un carattere propagandistico. Proporrei di cambiare la didascalia in Il "brigante" Nicola Napolitano, dopo l'esecuzione sommaria, mostrato a scopo propagandistico dal bersagliere che lo ha ucciso. Ricordiamoci che stiamo parlando di una guerra, con due eserciti contrapposti, e dobbiamo stare attenti alle parole da una parte e dall'altra. --Retaggio (msg) 14:13, 18 gen 2007 (CET) PS per Piero. Se fornisci altri link sarà di sicuro una cosa utile. Ps2 - Se Ediedi ha affermato di non essersi accorto della edit war, potremmo anche credergli (e dunque presumere la buona fede, Wikipedia docet), no? --Retaggio (msg) 14:16, 18 gen 2007 (CET)[rispondi]
Perfetto, questo era il mio ragionamento nel togliere la parola "trofeo". Il resto delle elucubrazioni logorroiche non serve. --Ediedi 18:02, 18 gen 2007 (CET)[rispondi]
Cerchiamo di dirimere la questione per punti, chiarendo meglio:
  1. Siamo d'accordo sul fatto che la foto sia evidentemente una immagine tipicamente propagandistica, composta e scattata a tale scopo? Ediedi?
  2. Siamo d'accordo sul fatto che la foto ritragga - oltre ogni ragionevole dubbio - il "brigante" già morto? Ediedi?
  3. Siamo d'accordo, assunti per buoni i due punti precedenti, sul fatto che la foto non ci consenta di dire con sicurezza chi abbia ucciso il soggetto?
  4. Siamo d'accordo, dunque, sul fatto che la foto - in sé - non sia sufficiente a stabilire che il bersagliere ritratto sia anche l'esecutore materiale dell'uccisione? Per quanto questo possa sembrare probabile, quello che si può dire con quasi assoluta certezza è che al bersagliere - sia o non sia egli l'esecutore matariale - è stato ordinato da qualcuno - forse neanche da un suo superiore, ma con ogni probabilità dal fotografo, specie se conveniamo sul punto uno - di assumere quella posa, in quanto, all'epoca, proprio quella posa meglio serviva lo scopo propagandistico che si desiderava conseguire tramite la diffusione della foto.
  5. Cosa mostra - da un punto di vista della composizione della scena - di sostanzialmente diverso, per esempio, da questa foto, il cui URL parla da sé: http://www.trophysafaris.com/images/zimbabwe/norris_lion.jpg ? O da questa, dall'URL altrettanto esplicito http://www.alfredny.biz/sportsmen/images/trophy_room_10-17-04_TT_spike.jpg ? thumb|right|350px|La didascalia originale di questa foto recita: "Un soldat japonais exhibant un trophée de chasse à la suite d'une opération punitive menée en Chine dans le cadre du sankô sakusen en 1942"
  6. In che modo e in nome di cosa dovremmo essere autorizzati, oggi - suppongo alla luce dell'etica ufficiale prevalente attualmente anche a livello militare - a censurare, omettendolo, il fatto che, all'epoca, fosse prassi comune esibire pubblicamente i giustifiziati a mo' di trofeo a scopo intimidatorio e propagandistico e che ciò non solo non fosse giudicato moralmente riprovevole dai vertici politico-militari, ma fosse addirittura raccomandato, anche nel quadro dell'ovvio meccanismo di demonizzazione e deumanizzazione del nemico proprio di qualsiasi conflitto in ogni epoca?
  7. A mio avviso la didascalia rende conto di questo fatto, assolutamente pacifico ed accurato se si resta entro un piano di onestà intellettuale, e non implica assolutamente - se non in chi ce lo volesse maliziosamente vedere ad ogni costo - un giudizio morale o un insulto nei confronti del bersagliere ritratto o in quelli dell'attuale specialità dei Bersaglieri. Una integrazione della didascalia che precisi, come suggerito sopra, le circostanze tipiche della composizione di una foto del genere, rende giustizia al singolo e al corpo militare, quali attori, non autori della macabra messinscena. --Piero Montesacro 17:20, 18 gen 2007 (CET)[rispondi]
Ediedi, il non rispondere alle mie obiezioni e il liquidarle come "logorroiche elucubrazioni" non risolve un bel nulla (al limite potrebbe iniziare ad introdurre un attacco personale) e fa anche sorgere il sospetto che nulla si abbia da replicare, sia esso logorroico o meno. Ho appena spiegato di nuovo, proprio qui sopra, per quali motivi l'impiego della parola trofeo è assieme accurata e non offensiva, se non per chi voglia sentirsi offeso sulla base di indebiti paralleli tra il presente e fatti avvenuti circa un secolo e mezzo fa. Aggiungo il neretto ad un punto particolarmente significativo del mio intervento precedente. Buona lettura. --Piero Montesacro 18:18, 18 gen 2007 (CET)[rispondi]

(conflittato torno a sinistra) Dici nel tuo intervento: prassi comune all'epoca dei fatti... ma questo lo sappiamo noi, in discussione, non è in didascalia (e a dire il vero non so se ce lo vedrei...). In realtà, secondo la sensibilità del XXI secolo, quella frase sottintende chiaramente una presa di posizione (e senza malizia). Il punto è: o diciamo qualche parola in più oppure riduciamo la frase all'osso. Voglio precisare che sono meridionale, nonstante ciò quella frase "secca" mi sembra più degna di un safari (come anche tu fai notare) che di una guerra combattuta tra due eserciti, e sulla quale noi non dovremmo prendere posizione. In ogni caso, dato che i tuoi ragionamenti mi trovano d'accordo su molte cose (meno che - of course - sulla conclusione di tenere la didascalia così come si trova ora) ti invito a proporre una versione alternativa, tale da accontentare anche questi 2 o 3 "rompioltranzisti" del NPOV... ;-) Bye. --Retaggio (msg) 18:22, 18 gen 2007 (CET)[rispondi]

Piero Montesacro, evita di parlare di attacchi personali quando non ci sono, solo per alzare il tono della discussione. Non rispondo perché mi pare ridicolo rispondere a certe logorroicità su temi che esulano il contendere. Comunque per sgomberare il campo da cattive interpretazioni del mio pensiero chiarisco: 1) la mia proposta è solo quella di eliminare il riferimento al "trofeo" come avevo fatto. 2) la didascalia che ho preso dal sito dell'anpi l'ho portata solo a titolo di esempio non credo affatto che sia "quella giusta" anche perché anche ciò che è scritto lì è deduzione, era solo per dimostrare che qualcuno potrebbe anche fare deduzioni diverse e vedere un'evidenza diversa. 3)posso essere d'accordo che si tratti di propaganda, che sia stato il bersagliere da solo ad uccidere il bandito, magari anche a mani nude (come si puù vedere dalle mani sporche di sangue), che fosse già morto ne sono certo, ma tutto ciò non è inerente all'obiezione che riguarda solo la parola "trofeo". Non solo, potrei essere anche d'accordo che si tratti di un trofeo, ma come le altre sono solo opinioni o deduzioni personali non suffragate da ualcun documento usabile su wikipedia, come già detto qui non c'è spazio per le deduzioni e credo che se lasciassimo una frase del genere qualcuno potrebbe anche denunciarci quantomeno per diffamazione. --Ediedi 18:34, 18 gen 2007 (CET) P.S. C'è un'evidente differenza tra la foto del giapponese e quella del bersagliere (anche se pure questo esula dal contendere) il giapponese sta ridendo, mentre il bersagliere non ride affatto, sembra anzi avere un'espressionemolto preoccupata.[rispondi]


Il punto mi pare -più che il testo della singola didascalia- piuttosto che sia che se veniva fatto da parte dello stato italiano un uso propagandistico/comunicativo dell'esibizione dei cadaveri dei briganti (e sopratutto dei capi), sia direttamente che sui giornali, con foto, ecc. , questo andrebbr trattato accennato "di sfuggita" in una didascalia, ma andrebbe trattato e analizzato in un paragrafo o in una sezione apposita
(Sarebbe come parlare della II guerra mondiale, senza parlare di Radio Londra
Non so se il termine "trofeo" sia utilizzabile in un similecontesto -poi mi cerco il significatopreciso del termine- ma il punto è appurare se un simile uso ropagandistico/comunicativo ci sia stato, andrebeb senz'altro mezionato nella voce. --ChemicalBit - scrivimi 19:42, 18 gen 2007 (CET)[rispondi]

Proposta di didascalia (e impaginazione) alternativa[modifica wikitesto]

Ringrazio Ediedi per la risposta (finalmente!) nel merito, che credo sia un passo utile ad avviare una composizione del problema.

Anche sulla scorta di quanto suggerito da Chemicalbit segnalo questo interessante documento a cura di un istituto bancario che sembra affrontare proprio la tematica sollecitata e che, tra l'altro, pare avvalorare quanto già andavo sostenendo: http://www.bpp.it/Apulia/html/archivio/1998/I/art/R98I017.html

Raccolgo l'invito di Retaggio e propongo di seguito una bozza di didascalia alternativa, che si avvale anche di una nota a pié di pagina per fornire qualche notizia sull'ucciso. --Piero Montesacro 21:46, 18 gen 2007 (CET)[rispondi]

Note a pié di pagina[modifica wikitesto]

  1. ^ Detto il Caprariello, perché pastore di capre per mestiere, Nicola Napolitano fu attivo nell’Avellinese. Nato a Nola il 28 febbraio 1838 dai contadini Sabato e Carmela di Napoli, e privo d'istruzione, nel 1861 fu chiamato alla leva militare istituita dal neonato Regno d'Italia e sconosciuta sotto il regime borbonico. Renitente, fu arrestato e arruolato a forza, ma disertò quasi immediatamente, unendosi alla formazione brigantesca guidata dai fratelli nolani La Gala, presso la quale assunse un ruolo preminente, segnalandosi per energia e ferocia, sino al punto, nel corso del 1862, di costituire e guidare una sua propria banda. Arrestato a seguito di un conflitto a fuoco ai primi di settembre del 1863, fu fucilato nella nativa Nola il 10 dello stesso mese.

Anche se discutibile, così mi pare senz'altro più accettabile, però aggiungerei "dell'epoca", ovvero, "una tipica foto propagandistica dell'epoca" (anche se, sinceramente la frase mi pare superflua). In questo modo non si da alcuna interpretazione personale, quindi mi pare si possa accettare, se agli altri sta bene. Comunque, Piero Montesacro, il suggerimento di Chemicalbit era un'altro. Faccio inoltre notare che il sito proposto da Piero Montesacro appare molto poco o affatto neutrale, ma nemmeno qui si parla di trofeo, mentre si incorre nell'errore di definire il "bersagliere" come "brigadiere" :-) Credo in ogni modo che andrebbero approfonditi i particolari della morte che finora mi pare siano state date versiono in contraddizione tra loro: 1)ucciso dal bersagliere, 2)esecuzione sommaria, 3)ucciso in conflitto a fuoco, 4)fucilato giorni dopo la cattura, 5)morto per un colpo inferto al volto con il calcio del fucile, 6)non ancora morto --Ediedi 08:42, 19 gen 2007 (CET)[rispondi]

Ragionandoci un po' sopra, l'ulteriore nota per me potrebbe restare, ma con alcune "limature": 1. l'esercito piemontese all'epoca dei fatti non esisteva più: da sostituire con esercito italiano (d'altra parte Cialdini era modenese...) - 2. "strumento di costruzione del consenso nella guerra..."... possiamo (se possibile) trovare una forma più breve e che sappia meno di "modernità"? - 3. Se erano un costume diffuso bisogna specificare che furono impiegate ... anche dall'esercito italiano - 4. il titolo parla di esecuzioni mentre la didascalia parla essenzialmente di propaganda: ci vedo una "stonatura", ma devo pensarci ancora... Bye. --Retaggio (msg) 11:03, 19 gen 2007 (CET)[rispondi]

La frase "esibizione a mo' di trofeo" è inaccettabile ed offensiva nella didascalia come sotto, poi sinceramente non capisco una didascalia alla didascalia. --Ediedi 11:18, 19 gen 2007 (CET)[rispondi]
@Retaggio: Giusto, siamo al 1863, dunque esercito italiano. Anche per il consenso... E per il titolo... Correggo quanto proposto di conseguenza. Puoi naturalmente fare anche tu le tue modifiche eh...
@Ediedi: ti ho profusamente :-) ri-risposto sotto sul trofeo; attendo sempre chiarimenti al fine di capire come quello che sinora appare essere il tuo POV personale (..."inaccettabile", "offensivo"...) possa diventare oggetto di largo consenso, che non pare emergere.
Soluzione!?[modifica wikitesto]

Salve a tutti! Ho notato che si è alzato un enorme "polverone" per qualcosa che sostanzialmente è una sciocchezza! Per essere chiari........qual'è il problema? La fotografia in questione la caricai più di un anno fa e vi aggiunsi il commento originale che rimase inalterato fino a qualche giorno addietro! Tengo a precisare che rispetto ogni vostra opinione a riguardo e che ogni intervento teso a migliorare la qualità e l'imparzialità dell'articolo sono ovviamente ben accetti.......ma, sinceramente, cosa c'era di sbagliato nella descrizione precedente? Si presume ovviamente che la presenza del bersagliere nella foto, ritratto visibilmente in posa, sia dovuta al merito di quest'ultimo per la cattura o l'uccisione del "brigante". Ma ciò che è evidente e che non sfugge nemmeno alla vista dell'osservatore più distratto è il fatto che il bersagliere in questione mostra, senza alcun dubbio tenendolo per i capelli, il Napolitano come se fosse un trofeo. E' un dato di fatto ! e quindi, perchè la versione precedente non era adatta a descrivere l'immagine? Certo, la foto ha chiari fini propagandistici ! Ma non era sufficiente mostrare l'atto della fucilazione o il cadavere del Napolitano ucciso sul campo invece di ritrarre quella macabra messinscena? La risposta è semplice! Il bersagliere voleva apparire nella foto in quella determinata posa soltanto per mostrare il proprio trofeo e prendersi giustamente il merito del successo. Tutto qui! Ora, tornando alla questione, la mia versione può essere benissimo contestata poichè oggettivamente non va oltre ogni ragionevole dubbio, ma mi sembra sia la più probabile e veritiera. Infine, suppongo sia un errore aver cancellato la versione precedente e di aver omesso nella descrizione il fatto che il bersagliere mostri il Napolitano come se fosse un trofeo. "Speriamo di trovare una soluzione pacifica.........e tanti auguri a me per il mio compleanno!" :) --Vipstano 11:15, 19 gen 2007 (CET)[rispondi]

Naturalmente auguri anche a te per il tuo compleanno. Per il resto... meglio lasciar perdere per non rovinarti la festa :-) Infatti nulla di quanto dici è evidente né accettabile, si tratta unicamente di congetture che risultano anche offensive e ci espongono tutti al rischio di querela. --Ediedi 11:18, 19 gen 2007 (CET)[rispondi]
Auguri anche da me :-). Comunque, non penso ci sia un "polverone", ma una "media discussione" (hai mai visto un polverone su Wiki?). ;-) Bye. --Retaggio (msg) 11:23, 19 gen 2007 (CET)[rispondi]

Grazie per gli auguri raga! Comunque sia la versione qui proposta va bene lo stesso. Mi sembra più che sufficiente!--Vipstano 11:27, 19 gen 2007 (CET)[rispondi]

Scusa.....Ediedi.....ma querela da chi???? Dal bersagliere? Non penso che siano congetture offensive.....del resto i soldati (di qualunque nazione appartengano) molto spesso in guerra si lasciano andare a certe barbarie! Lo notiamo ancora oggi purtroppo! --Vipstano 11:32, 19 gen 2007 (CET)[rispondi]

La querela potrebbe arrivare sia dallo Stato Italiano che daglii eventuali discendenti del bersagliere o anche da associazioni (solo in teoria naturalmente). --Ediedi 11:35, 19 gen 2007 (CET)[rispondi]

Giusto a titolo di esempio scrivo un'interpretazione che potrebbe sembrare più realistica, ma non credo sia quella giusta e come le altre non può essere inserita in wiki proprio perché solo congettura non suffragata da prove scritte:

«Un bersagliere mostra il cadavere del bandito dopo l'esecuzione per documentarne l'avvenuta morte. Perché il volto sia visibile e documentarne così l'identità, il bersagliere è costretto a tenerne sollevata la testa tenendola per i capelli.»

--Ediedi 11:35, 19 gen 2007 (CET)[rispondi]

(strapluriconflittato) Ediedi, grazie delle risposte, ancora qualche domanda e qualche osservazione:
  • Per quale motivo ci sarebbero (ancora) dubbi sul fatto che si tratti di una fotografia scattata con intenti propagandistici? Vogliamo forse preferirle, per evidenziare anche meglio tale aspetto, quella ancor più grottesca che illustra la copertina del file PDF che hai linkato tu più sopra (e che credo sia, come questa, ormai liberamente riproducibile), ove il cadavere dell'ucciso è inquadrato tra il milite e il prete? Magari affiancandole il noto santino nel quale il cadavere della brigantessa è ritratto graziosamente inquadrato in un ovale e a seno nudo, negli anni sessanta dell'800? Non ti sembra che questo tipo di inquadrature dimostri - oltre ogni ragionevole dubbio - la volontà inequivocabile di creare consenso attorno alla feroce repressione del brigantaggio, or dimostrando la pietas del potere, or disumanizzando il nemico sino al vilipendio della sua immagine e del suo cadavere?
  • Io non ho esaminato con attenzione il sito che ho indicato a Chemicalbit, ho solo notato sommariamente che si propone di sottoporre a vaglio critico questo genere di fotografie sul piano del progetto di comunicazione di cui facevano parte, e in questo senso sembra proprio andare nella direzione da lui indicata. Non ho in alcun modo, invece, garantito sulla sua particolare autorevolezza.
  • Le notizie in nota sull'ucciso le ho ricavate dalla copia di una relazione ufficiale sui briganti della regione: appena ritrovo il link lo fornisco. Quanto alle versioni sulla morte: la (1) non contraddice necessariamente nessuna delle altre, se non la (6), che spero tu non insista a caldeggiare; (2) e (4) non sembrano essere in reale contraddizione: semmai, si tratterebbe di esecuzione dopo processo sommario (e quale sarebbe la differenza sostanziale?) ma, vista l'epoca dei fatti, con la legge Pica appena emanata (agosto 1863) che prescrive la fucilazione sommaria, ogni residuo dubbio ragionevole appare decadere; (3) e (5) sarebbero suffragate da quali fonti? (La mandibola potrebbe essere comunque stata disarticolata da una palla, in occasione della fucilazione).
  • Sul trofeo: abbiamo un armato in missione di caccia ai briganti che solleva, afferrandola per i capelli, la testa del frutto della caccia - che è propriamente definito trofeo credo senza obiezioni quando non si tratti di un essere umano. In questo caso, si dice, infatti, "come un trofeo". Dove sta il problema? Si tratta di un gesto rituale ripetuto migliaia di volte, prima e dopo, dai boia quando sollevavano la testa mozzata dell'ucciso dall'alto del patibolo, così come, sin dall'alba dell'umanità, indifferentemente per esibire ai compagni d'arme le spoglie - e tipicamente la testa - dell'animale o del nemico ucciso. E cosa sarebbe il trofeo militare propriamente detto, se non la rappresentazione delle armi spogliate al nemico, laddove le armi conseguiscono un significato simbolico di annientamento della potenza collettiva nemica ancor più efficace e suggestivo dell'esibizione diretta del nemico vinto in catene, o del suo cadavere? Dove starebbe la ricerca originale in tutto ciò, dove il POV, vuoi spiegarlo per cortesia, magari fornendo il tuo POV su tali aspetti?
  • Infine: il commento - come lo definisce Ediedi - è invece una descrizione di una realtà suffragata in modo difficilmente equivocabile dalle foto della serie cui quella oggetto di discussione appartiene: quali sono i reali motivi di opposizione e quale sarebbe una possibile alternativa, credibile interpretazione neutrale delle stesse, laddove alcune appaiono senza il minimo dubbio accuratamente sceneggiate? Grazie sin d'ora per la pazienza e per le risposte :-) --Piero Montesacro 11:43, 19 gen 2007 (CET)[rispondi]
P.S. Ediedi ti voglio far notare che - in base ad una interpretazione basata sull'etica attuale - stai paradossalmente e certo involontariamente rischiando di fare un'ingiustizia alla memoria di quel bersagliere il quale, con ogni probabilità, in base all'etica dell'epoca, era orgoglioso di mostrare il brigante lungamente cacciato, e con fatica, come un trofeo. Ancora una volta, narrare la Storia non implica alcun pregiudizio, se non quando si crede programmaticamente di dover difendere qualcosa. E questo è sicuramente POV ;-) --Piero Montesacro 11:52, 19 gen 2007 (CET)[rispondi]

L'ipotesi di querela mi pare piuttosto fantasiosa ! Prima di tutto non vi è nulla di offensivo nei riguardi di nessuno! Anzi forse sarebbero i discendenti del Napolitano doversi risentire dell'immagine pubblicata! Comunque sia, lo Stato Italiano non avrebbe nessun diritto di querela come non l'avrebbe alcuna associazione poichè non sono soggetti in causa! Casomai il bersagliere potrebbe avere voce in capitolo, ma citando testualmente il primo comma dell'art. 126 c.p. "Il diritto di querela si estingue con la morte della persona offesa." (Ed ora se permettete torno a studiare Diritto Penale per l'esame! ;P)--Vipstano 12:03, 19 gen 2007 (CET)[rispondi]

Ti sbagli di grosso, perché in questo caso l'offesa non è solo alla persona (e vedo che ancora ne hai molto da studiare!!! A differenza di altri che l'hanno fatto magari da e per decenni). Comunque non vado avanti su questo perché non c'entra niente con la discussione. E non capisco perché ti accanisci su questioni irrilevanti per la discussione, qui non è buona cosa sviare dal tema e non fa una buona impressione (a volte nemmeno in aula di tribunale, ma lì può essere utile ad altri scopi). --Ediedi 12:20, 19 gen 2007 (CET) P.S. Stavolta mi pare inutile rispondere a Pietro Montesacro perché oltre la consueta logorroicità aggiunge un'evidente eccesso di non obiettività[rispondi]

E dove starebbe l'eccesso di non obiettività? E che dire del tuo reiterato ostentare indifferenza - se non disprezzo - nei confronti delle mie argomentazioni? Siamo intervenuti in diversi in questa discussione, e sei, mi pare, l'unico a ricorrere a rilievi personali scantonando dall'oggetto del contendere. Se credi di trascinarmi su questa strada o di riscuotere consenso in tal modo, temo ti sbagli di grosso. Torno a ricordare che l'assenza di obiezioni argomentate nel e sul merito delle questioni dibattute rende perfettamente possibile assumere che si possa procederee oltre (rimuovendo il tuo tag POV sul quale non sta emergendo alcun consenso), in quanto i tuoi rilievi generici sulla mia logorrea non dimostrano assolutamente nulla rispetto al contenuto della voce, né tanto meno hanno alcun senso le generiche accuse di non obiettività che vai distribuendo senza darti la pena di provare a dimostrarle. --Piero Montesacro 12:44, 19 gen 2007 (CET)[rispondi]
Trolling? Non sono il tipo da caderci. --Ediedi 15:49, 19 gen 2007 (CET)[rispondi]
Define trolling, please: (1) evidenziare problemi o (2) contestarli ad libitum rifiutando il dialogo e liquidando gli interlocutori in modo sommario? Grazie sin d'ora per l'eventuale risposta :-) --Piero Montesacro 16:37, 19 gen 2007 (CET)[rispondi]
Appunto. CVD --Ediedi 17:17, 19 gen 2007 (CET)[rispondi]
«Plonk» --il monaco della montagna :) 13:45, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Scusa Ediedi se ho ancora molto da studiare ma certamente potresti aiutarmi ad identificare almeno a grandi linee il soggetto che potrebbe sentirsi parte lesa(lo Stato Italiano?,l'esercito italiano? o il popolo italiano a cui è sempre stata insegnata una storia diversa?)! Che il bersagliere mostri con fierezza il proprio trofeo è un dato di fatto e sicuramente il suo sguardo non è per nulla "preoccupato". Comunque sia, tornando al dunque, per me si può benissimo eliminare la parola trofeo dalla descrizione poichè sarà l'immagine stessa a dirlo ! Accetto (poichè è bene mantenere, pur in determinati eccessi, lo spirito neutrale di wikipedia) ma non condivido.--Vipstano 00:04, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Già detto e comunque ripeto che questa non è materia del contendere. P.S. il mio non era un vanto, ma solo una risposta alla tua tendenziosa "frecciatina", niente di personale naturalmente :-) e discorso chiuso. --Ediedi 08:52, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Semplifichiamo (spero)[modifica wikitesto]

Propongo una versione leggermente limata della didascalia + immagine. Notare che ho stringato la didascalia dell'immagine, spostando l'aggettivo 'propagandistico' nel testo del box, dove è meglio contestualizzato. Creata pure voce per quel brigante di Napolitano... Che dite? Si può fare? --(Yuмa) - parliamone 01:13, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Per me va bene, basta togliere "a mo' di trofeo".
Letture consigliate (non a Yuma naturalmente):

--Ediedi 08:54, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Per evitare ogni ulteriore controversia, propongo di aggiungere la dicitura "a mo' di trofeo di guerra" per distinguerlo nettamente dal termine, questo sì inappropriato, di "trofeo sportivo o di caccia".--Vipstano 10:33, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Mi auguro che sia una battuta. --Ediedi 10:39, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Trofeo: dal latino Trophaeum e dal greco tropaion affine a tropé, ovvero "sconfitta" (del nemico). definizione: armi o spoglie del nemico vinto, ammucchiate sul luogo di battaglia dal vincitore o riportate in patria a testimonianza di una vittoria anche in forma di rappresentazione artistica o scultorea (trofeo di guerra) (tratto dal dizionario Garzanti)--Vipstano 10:53, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Ho cambiato ancora il testo qui a fianco. Personalmente, già il fatto che allora per noi italiani fosse normale la pena di morte è già piuttosto raccapricciante. Il bersagliere che ha appena fucilato un uomo e lo tiene in vista non è esattamente paragonabile a, che so, un agente della scientifica di oggi che ha rinvenuto un cadavere. Capisco il tentativo di Ediedi di tentare di non offendere gli antenati dello Stato e dei suoi servitori, e capisco Vipstano e Piero a insistere sulla cruenta realtà dei fatti storici, però (forse) è un bene che sia nata la diatriba: presentando il fatto nel modo più asettico possibile (compito IMHO della storiografia) restituiamo ancor meglio l'orrore di una barbarie che ci apparteneva, solo un secolo fa, e di cui ora inorridiamo vedendola in Iraq o nei balcani. La riflessione la lasciamo al lettore, noi presentiamo solo un fatto nella sua cruda normalità: un bandito/ribelle fucilato, da mostrare come monito ed esempio. --(Yuмa) - parliamone 11:42, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Son daccordo con te Yuma. Infatti, ripeto, sono anche favorevole all'eliminazione del termine trofeo dalla descrizione, poichè sarà l'immagine stessa a descrivere i fatti nella loro interezza e crudeltà. Mi spiace soltanto che la verità possa dar fastidio a qualcuno o a qualche istituzione che da sempre ha mentito alla gente raccontanto una Storia diversa.--Vipstano 12:00, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Provo a inserire (se invece ci fosse ancora da discutere, annullate pure la modifica) --(Yuмa) - parliamone 12:15, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]
Così per me è assolutamente obiettivo e quindi accettabile, non ho più alcun motivo per ritenere la parte POV. Ottimo il lavoro di Yuma. Mi dispiace solo se la vicenda possa aver intaccato alcuni rapporti personali, ma spero che così non sia, non lo è almeno da parte mia :-) --Ediedi 12:53, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Per esser ancora più obbiettivi, modificherei "pacificare il meridione in rivolta" con "sedare/reprimere le rivolte in meridione". Il concetto di pace in questo argomento è alquanto inappropriato.--Vipstano 13:27, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

+1 :Non mi pare deltutto inappropriato, comunque "sedare le rivolte in meridione", come proposto da Vipstano, mi pare possa andare bene, anche se non si trattava esclusivamente di "rivolte". --Ediedi 13:50, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]
+1 sulla sostituzione di "pacificare il meridione in rivolta" (termine storiograficamente scorretto, in quanto introduce un concetto eufemistico largamente impiegato oggi, ma che credo sarebbe parso bizzarro all'epoca, anche ai fautori della "pacificazione") con "soffocare le rivolte nel meridione d'Italia". Un applauso a Yuma per la consueta intelligenza e pacatezza dei suoi interventi, pur senza rinunciare alla loro sostanziale incisività. --Piero Montesacro 13:51, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]
P.S. Naturalmente andrebbe bene anche (forse persino meglio) "reprimere le rivolte nel meridione d'Italia"; del resto la voce ha una asezione che parla esplicitamente di "repressione del Cialdini". --Piero Montesacro 13:53, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

A quanto pare abbiamo "pacificato" la discussione! Ci sono altre obiezioni? Altrimenti correggiamo la didascalia e mettiamo fine a questa discussione chilometrica! ;) --Vipstano 14:10, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Per me tutto ok, vada "sedare" al posto di "pacificare" --Ediedi 14:21, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Ho fatto l'ultima modifica alla didascalia......spero che vada bene per tutti !--Vipstano 15:05, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Va bene, ma non eravamo d'accordo per "sedare"? Non è importante ma mi sembra più neutrale... Un'altra cosa, perché la parola "briganti" è scritta in corsivo? è italiano, no? --Ediedi 15:09, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Certo che è italiano! Ma è comunque scorretto, poichè l'uso del termine "brigante" era anche quello propagandistico e non adatto a descrivere persone che sostanzialmente combattevano contro un esercito invasore.--Vipstano 15:14, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

mmmmm... meglio lasciar perdere questo punto, basterebbe che ti leggessi la prima riga della voce Brigantaggio (ovvero questa voce) e comunque non vado avanti, anche se avrei moltissimo da dire soprattutto dal punto di vista linguistico, in onore ed ossequio alla ritrovata concordia :-) --Ediedi 15:31, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Basterebbe che leggessi l'intero articolo per capire chi fossero i veri criminali! E come hai detto tu......non vado avanti in onore ed ossequio alla ritrovata concordia!--Vipstano 17:45, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Attenzione! qui c'è la calunnia vera e propria, non si scherza. E poi chi ha parlato di criminali? --Ediedi 17:47, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Certo non tu.....ma in guerra i criminali ci son sempre purtroppo.....e spero che tu convenga con me almeno su questo! Non tutti i soldato o i ribelli hanno un cuore nobile in certe occasioni--Vipstano 17:51, 20 gen 2007 (CET)![rispondi]

Su questo siamo pienamente d'accordo, ma mi era sembrato che volessi dire altro. --Ediedi 17:56, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Non preoccuparti! Per me la guerra è sempre un affare sporco in cui le bugie regnano sovrane! (ma questo è il mio punto di vista!) P.S. Dato che il discorso vero e proprio ormai è finito; se vuoi contattami sul mio art. personale di discussione ! Questa discussione sta diventando una chat! Saluti --Vipstano 18:03, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Guarda che io sono pienamente d'accordo con te anche su queste ultime considerazioni sulla guera... Ci sentiamo, ciao. --Ediedi 18:06, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]
Tolgo il corsivo. Caso mai (ma non mi sembra sia il caso) si potrebbero usare le virgolette. Il

corsivo indica titoli e parole straniere. --Al Pereira 23:16, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

riprendo dopo due giorni di off-line... D'accordo con la didascalia (OK), d'accordo per eliminare il corsivo e inserire le virgolette: (nel testo è spiegato fin dall'incipit che il termine "brigante" non è da intendersi, in questo contesto, in maniera "letterale"). --Retaggio (msg) 09:57, 22 gen 2007 (CET)[rispondi]
Non sono d'accordo sul significato "letterale e comunque, essendo questo il contesto, non servono le virgolette cone anche detto da Al, ma non è importante. --Ediedi 10:00, 22 gen 2007 (CET)[rispondi]

virgolette o non la didascalia va bene comunque.......--Vipstano 10:55, 22 gen 2007 (CET)[rispondi]

Infatti. --Ediedi 11:49, 22 gen 2007 (CET)[rispondi]


ops, non avevo fatto login :-) vabbé, leggera modifica incipit + wikilink



una testimonianza di parte[modifica wikitesto]

"Carissimo papà, .................anche i giornali nostri avranno parlato degli orrori di Pontelandolfo. Gli abitanti di questo villaggio commisero il più nero tradimento e degli atti di mostruosa barbarie ma la punizione che gli venne inflitta, quantunque meritata, non fu per questo meno barbara. Un battaglione di bersaglieri entrò nel paese, uccise quanti vi erano rimasti, saccheggiò tutte le case e poi mise il fuoco al villaggio intero, che venne completamente distrutto. La stessa sorte toccò a Casaldone....."

Stiamo parlando di un fatto verificatosi nell'agosto 1861, quando, cioè, non era del tutto fuori luogo una resistenza armata di un certo livello...

Per eventuali querele rivolgersi a Gaetano Negri, autore della missiva e testimone diretto. Persona di sicura attendibilità (diventerà anche Sindaco di Milano un 20 anni più tardi).

Io penso che, anche semplicemente alla luce di quanto, senza tanti fronzoli, esposto dall'ufficiale lombardo, un termine come "trofeo" in quella didascalia sia assolutamente corrispondente alla realtà dei fatti e allo spirito che animava quei "fratelli d'Italia".

Questa vuole essere solo una considerazione pacata, non un rinfocolamento di una polemica abbastanza prolungata.--Emmeauerre 21:30, 31 gen 2007 (CET)[rispondi]


Altro testo rilevante[modifica wikitesto]

"I briganti sotterravano vivi i bersaglieri, li decapitavano e giocavano a bocce con i crani di quei poveretti tumefatti. I bersaglieri e i carabinieri - quando li prendevano - li impiccavano dove potevano e li lasciavano penzolare per giorni dalla forca. Inchiodavano i cadaveri sui portoni dei palazzi. Lasciavano le carcasse dei morti nelle piazze o sui gradini delle chiese, in modo che la gente potesse constatare quanto tremenda potesse diventare la furia del nord. Conservarono le teste dei più conosciuti in cassette di metallo, per poterle esibire come trofeo di vittoria. Con l'approvazione dei superiori. E il criminologo Lombroso misurò con attenzione i volumi e circonferenze del cranio per sentenziare che, con quel cervello, non potevano che diventare delinquenti." Lorenzo Del Boca, Maledetti Savoia! PIEMME 2003 ISBN 88-384-7040-5 pag. 234

--Piero Montesacro 00:08, 1 feb 2007 (CET)[rispondi]



Il dibattito storiografico[modifica wikitesto]

Proporrei una versione più leggibile di questo paragrafo che, forse per desiderio di concisione, risulta non del tutto corretto:


E’ in corso un ampio dibattito, peraltro basato su elementi largamente conosciuti,ma in passato considerati marginali o del tutto trascurati.

In larga misura ciò era dovuto a una lettura che privilegiava la valorizzazione della Monarchia sabauda, criterio protrattosi alquanto oltre la nascita della Repubblica.

Una rilettura approfondita incontra ancor oggi notevoli ostacoli e le polemiche furiose scoppiate su alcune voci chiave anche in questa sede dimostrano che sussiste un forte coinvolgimento che rende quantomeno difficoltosi i tentativi di mantenere il confronto sui binari di un corretto confronto.

Già F.S.Nitti pose in evidenza dati incontestabili :

  • La forte capitalizzazione determinata nel quarantennio 1820-60 dalla politica economico- finanziaria dei Borbone;
  • All’Unità il Mezzogiorno portò minori debiti e la maggior ricchezza pubblica come i seguenti dati evidenziano:
    • Debito pubblico derivato dai vari Stati:
      • Sardegna..................................... 61.615.255,05........... (per abitante: 13,93)
      • Lombardia..................................... 7.531.185,53........... ( 2,68)
      • Modena........................................... 794.534,42........... ( 1,32)
      • Parma............................................. 616.453,95........... ( 1,21)
      • Romagne, Umbria............................. 121.500,00........... ( 0,08)
      • Toscana ........................................8.093.284,00........... ( 4,43)
      • Totale CentroNord.......................78.772.212,95 (*)
      • Napoli.......................................... 26.003.633,50................ ( Due Sicilie x ab. 3,58)
      • Sicilia ........................................... 6.800.000,00
      • Totale Sud................................. 32.803.633,50


(*) con l’acquisizione di Veneto e residuo Stato Pontificio il dato aumenterà di 22 mln. Di conseguenza, lo Stato più popoloso (oltre il 42%), graverà con ¼ scarso (24,6%) sul Debito Pubblico dell’Italia unita al 1870.


  • In termini di moneta metallica circolante al 1861, su complessive Lit. 668.926.490,14 l’apporto delle Due Sicilie fu pari a 443.281.655,23 (il 65,7% del totale).


  • I beni demaniali e della manomorta ecclesiastica superavano largamente quelli degli altri Stati preunitari messi insieme.


Secondo la lettura nittiana dei dati suddetti (dati ufficiali, dell’Amministrazione Finanziaria) il Mezzogiorno era un paese povero ma, avendo accumulato molti risparmi e avendo grandi beni collettivi, “possedeva, tranne l’educazione pubblica, tutti gli elementi per la trasformazione”

Apprezzabile davvero il colpo d’ala di Nitti che – grazie a un piccolo inciso – può elegantemente dribblare lo scoglio, all’epoca spinosissimo e tabù, del “ma allora, come mai, avendo avuto la fortuna di un Governo moderno, democratico e liberale che si è sostituito al precedente assolutista e arcaico, il Sud non è decollato ?”.

E’ un dato di fatto che l’alienazione dei beni demaniali e della manomorta comportò 2 rilevanti conseguenze:

- Drenaggio di risorse finanziarie dal sud al nord - Rovina dei contadini poveri meridionali.

Per quanto concerne il primo punto, quei beni furono acquistati in prevalenza quasi assoluta dai borghesi del Sud che, data la rapida crisi delle iniziative industriali meridionali , impiegarono le proprie risorse nell’acquisto dei terreni . Chiaro che, se questo si fosse verificato in uno Stato autonomo del Sud , le risorse acquisite dalla mano pubblica avrebbero trovato impiego in quei territori. Ma, affluendo per contro a uno Stato più vasto, trovarono sbocchi diversi. Pertanto, la rovina dei contadini poveri non trovò alcuna compensazione in uno sviluppo industriale commerciale del Paese. Va precisato che la rovina del contadino povero nasce dalla scomparsa di quelle terre demaniali e della manomorta che venivano date in coltivazione a condizioni mitissime, ovviamente abbandonate dai nuovi proprietari, ben decisi, come ovvio, a far fruttare il proprio investimento.

A questo drenaggio di risorse si aggiungono le conseguenze della politica perseguita nei primi 35 anni del nuovo Stato: Innnanzitutto, le spese militari nei primi 40 anni di vita del nuovo Regno assorbirono risorse dal 30 al 40% delle entrate. Una percentuale analoga era al servizio del debito. In pratica, un 70-80%, secondo le annate, era rigidamente vincolato a spese militari e interessi sul debito.

Dato che le commesse militari furono concentrate esclusivamente al Nord (nonostante nel settore navale il Sud potesse vantare un’ indiscussa supremazia, come del resto nella produzione di macchine a vapore e materiale ferroviario) e all’Estero, sotto tale riguardo al Sud non venne alcun beneficio. Anzi, fu la definitiva rovina di strutture come Pietrarsa che pure era servita di modello per l'Ansaldo (che all'Unità era a malapena la metà) e per l'arsenale zarista di Kronstadt o la fine della siderurgia calabrese della Mongiana. Certo, indiscutibilmente, costava molto meno acquistare all'Estero ma, di solito, dovendo sviluppare un'industria la si protegge con una politica di alti dazi (cosa che poi fu fatta nel 1887 quando si trattò di favorire la nascente - allora - industrializzazione del Triangolo al Nord).

Per giunta, nella ripartizione delle risorse residue, al netto delle spese militari cioè, il 42% del Paese beneficiò di un 5% abbondante per istruzione, giustizia, sicurezza e lavori pubblici, mentre, agli stessi titoli, il 58% del Paese (il Centronord) potette "godere" del 15%. Certamente, anche al Centronord non si scialò ma, nella miseria ebbe in dato assoluto il triplo del sud e, in rapporto alla popolazione comunque il doppio.

Questi dati furono pubblicati da Giustino Fortunato nel 1904, epoca certamente non sospetta, e sono quelli ufficiali dell'Amministrazione Finanziaria del Regno. Ancor oggi disponibili per chiunque voglia accostarsi a questi studi. Come, del resto, sono disponibili i dati del censimento effettuato nel 1861, dati di estremo interesse: lascio a volenterosi amici lo sfizio di leggerli, ci sono diverse sorprese.

Tecnicamente, si trattò – senza che questo implichi valutazioni etiche – di un’operazione coloniale: del resto, eravamo in piena epoca di acquisizione di colonie in diverse aree del globo. Il Regno di Sardegna, ove avesse avuto le forze militari adeguate, avrebbe sicuramente indirizzato i propri sforzi verso l’Africa (cosa che farà non appena le annessioni ne avranno rafforzato l’autostima) ma, in quel tempo e nelle condizioni specifiche, l’unico sbocco praticabile risultava il Mezzogiorno d’Italia.

Naturalmente, a questo punto, è abbastanza più comprensibile come si sia formato il divario Nord-Sud e spiega anche la necessità di mantenere una certa vulgata, anche se non sussiste più la necessità di santificare l'istituzione monarchica.--Emmeauerre 00:45, 15 feb 2007 (CET)[rispondi]

Aldilà dei fatti (interessanti) e delle opinioni (in parte condivisibili, in parte meno) mi rendo conto che in effetti questo paragrafo è, secondo me del tutto sbagliato e andrebbe eliminato completamente: invece di parlare del dibatitto storiografico sul brigantaggio in effetti si parla, con una vera e propria virata a 180 gradi, di questione meridionale. Penso che sia il testo, sia gli ulteriori commenti dovrebbero essere spostati lì. In questa voce mi aspetterei di trovare nvece un dibattito sulle operazioni militari, sulla resistenza e sulle bande, non sulle questioni economiche (meglio in questione meridionale, credo. Reputo che prima di entrare in un lungo dibattito sia meglio trasferirsi, anche per evitare di fare doppioni. Saluti, bye. --Retaggio (msg) 01:02, 15 feb 2007 (CET)[rispondi]
Sono in buona parte d'accordo con Retaggio (ciao! :-) ) --Piero

Montesacro 01:11, 15 feb 2007 (CET)[rispondi]


Avete ragione!!!!!!!![modifica wikitesto]

Ho provveduto, e mò, di questa robba qua sopra che ne facciamo? La tolgo ? Comunque, ci tenevo a precisare che quell'intervento era in risposta al par. 6 "Il dibattito storiografico" presente nella voce "Brigantaggio". Ma, indubbiamente, vero, qui c'entra come i cavoli a merenda... --Emmeauerre 20:55, 15 feb 2007 (CET)[rispondi]

Ho creato la pagina su questo brigante del sorano... se vi interessa...--fabio 15:58, 25 feb 2007 (CET)[rispondi]

Ordine alfabetico dei briganti famosi[modifica wikitesto]

Occorrerebbe ordinare alfabeticamente l'elenco dei briganti famosi in modo da poterli individuare rapidamente. Luciodem 18:04, 12 mar 2007 (CET)[rispondi]

ho cancellato un paragrafo che afferma siano esistiti "briganti" nella roma repubblicana. il fatto è però un po' anacronistico, poichè la parola è francese, come ho messo nella sezione di etimologia.
Saranno di sicuro esistite delle persone dedite alla macchia, anche con scopi politici, ma la frase "Le prime forme di brigantaggio politico registrate come tali" dice non tanto che tali realtà siano veritiere, quanto invece che tali persone fossero chiamate "briganti".
ho messo però questa citazione alla voce banditismo, che mi pare etimologicamente più neutra.
--LeoCorrea 11:48, 18 lug 2007 (CEST)[rispondi]

canto dei briganti[modifica wikitesto]

sarebbe bello che si dessero più informaizoni sulla cantica inserita nel secondo paragrafo: io per esempio so che la suonano i mercanti di liquore, ma non so se è originale loro o ripresa da fonti autentiche. --LeoCorrea 14:21, 31 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Copyviol integrale rimosso -[modifica wikitesto]

Ho rimosso il "canto dei briganti" in quanto il testo è concesso nella forma riportata nell'edit della rimozione nel disco che contiene la canzone, che in realtà si chiama "Brigante se more", musica e testo di Carlo D'Angiò, Edizioni Warner Chappel Music Italiana Srl Milano.

Copio di seguito la cronologia degli edit rimossi in quanto contenevano il testo rimosso:

cronologia ....
# (corr) (prec)  19:01, 7 set 2007 Piero Montesacro (discussione | contributi | blocca) m (29.602 byte) (vari typo) (annulla)
# (corr) (prec) 18:58, 7 set 2007 Piero Montesacro (discussione | contributi | blocca) (29.603 byte) (→La continuazione sporadica della rivolta 1865-1870 - + img) (annulla)
# (corr) (prec) 17:52, 7 set 2007 Musso (discussione | contributi | blocca) (29.450 byte) (annulla)
# (corr) (prec) 17:45, 7 set 2007 213.140.11.130 (discussione | blocca) (29.378 byte) (CORRECT LINK Regno d'Italia (1861-1946)) (annulla)
# (corr) (prec) 17:44, 7 set 2007 213.140.11.130 (discussione | blocca) (29.270 byte) (→Il dibattito storiografico) (annulla)
# (corr) (prec) 17:39, 7 set 2007 213.140.11.130 (discussione | blocca) (29.218 byte) (Citazioni: aggiunto Benedetto Croce e portate in apposita sezione.) (annulla)
# (corr) (prec) 10:20, 7 set 2007 Vipstano (discussione | contributi | blocca) (28.832 byte) (→Il brigantaggio post-unitario) (annulla)
# (corr) (prec) 23:51, 6 set 2007 Musso (discussione | contributi | blocca) m (28.823 byte) (→Il brigantaggio post-unitario) (annulla)
# (corr) (prec) 23:48, 6 set 2007 Musso (discussione | contributi | blocca) (28.818 byte) (Spostato "Canto dei briganti" in fondo.) (annulla)
# (corr) (prec) 20:53, 6 set 2007 Vipstano (discussione | contributi | blocca) (28.818 byte) (annulla)
# (corr) (prec) 17:31, 5 set 2007 87.24.195.192 (discussione | blocca) (28.827 byte) (→Bibliografia) (annulla)
# (corr) (prec) 17:24, 5 set 2007 87.24.195.192 (discussione | blocca) (28.806 byte) (→Bibliografia) (annulla)
# (corr) (prec) 11:40, 2 set 2007 F.chiodo (discussione | contributi | blocca) (28.692 byte) (→Voci correlate) (annulla)
# (corr) (prec) 14:31, 31 ago 2007 Fafabifiofo (discussione | contributi | blocca) (28.663 byte) (→Il brigantaggio post-unitario) (annulla)
# (corr) (prec) 14:30, 31 ago 2007 Fafabifiofo (discussione | contributi | blocca) (28.665 byte) (→Canto dei briganti) (annulla)
# (corr) (prec) 14:29, 31 ago 2007 Fafabifiofo (discussione | contributi | blocca) (28.666 byte) (→Il brigantaggio post-unitario) (annulla)
#  14:30, 30 ago 2007 . . 81.208.71.157 (discussione | blocca) (28.497 byte) (Bibliografia)
# 14:30, 30 ago 2007 . . 81.208.71.157 (discussione | blocca) (28.499 byte) (Bibliografia)
# 14:26, 30 ago 2007 . . 81.208.71.157 (discussione | blocca) (28.326 byte) (Briganti famosi)
# 13:28, 26 ago 2007 . . Vipstano (discussione | contributi | blocca) (28.265 byte) (Briganti famosi)
# 12:48, 26 ago 2007 . . Webmasto (discussione | contributi | blocca) (28.261 byte) (Il brigantaggio post-unitario - aggiunto nome della canzone)
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# 18:22, 8 lug 2007 . . Zepekeno (discussione | contributi | blocca) (24.099 byte) (Il brigantaggio post-unitario)

--Piero Montesacro 19:29, 7 set 2007 (CEST)[rispondi]

Se forse fossi più acculturato.... -[modifica wikitesto]

Piero, se forse tu fossi più acculturato sapresti che il testo della canzone (che si intitola "Ammu Pusato chitarra e tammure")da me inserita è un canto popolare dei briganti lucani, e non un "testo di Carlo D'Angiò, Edizioni Warner Chappel Music Italiana Srl Milano", forse Carlo d'Angiò la avrà rieditata e ricantata. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Zepekeno (discussioni · contributi).

Se non assumessi, come assumo, che probabilmente ti sfugge il significato spregiativo del verbo acculturarsi, potrei prendere questo tuo messaggio come un attacco personale, ma voglio qui solo chiederti, cortesemente, di esibire qualche fonte autorevole e verificabile che sostenga quanto da te affermato e che contenga il testo della canzone. In ogni caso, i testi delle canzoni vanno eventualmente su Wikisource, non nel corpo di una voce storica. --Piero Montesacro 11:18, 22 set 2007 (CEST)[rispondi]

Mi rendo conto che è passato un po' di tempo da questa discussione, ma poichè oggi ho creato la pagina dei Musicanova, chi vuole può rendersi conto visitando quella pagina che la paternità della canzone "Brigante se more" è quantomeno controversa.--Pigr8 mi consenta... 16:14, 20 mar 2008 (CET)[rispondi]

voce fortemente limitante dalla definizione territoriale del termine[modifica wikitesto]

Secondo me andrebbe spostata sotto la voce Brigantaggio nel meridione,così crea solo confusione è assorbe personaggi che niente anno a che fare con la guerra partigiana del ex regno di Napoli. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Carlomarinobuttazzo (discussioni · contributi).

  • Sono d'accordo nel creare una voce apposita "Brigantaggio nel meridione", come tu suggerisci. Per esigenze di chiarezza espositiva. E perché una tale definizione fa, doverosamente, a pugni con l'altra che tu suggerisci: "guerra partigiana del ex regno di Napoli". --Musso 23:40, 30 set 2007 (CEST)[rispondi]

Con l'unione "Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti."

C'entra qualcosa ?[modifica wikitesto]

C'entra qualcosa con la storia del brigantaggio il seguente discorso, contenente una serie di ipotesi storiche fortemente discutibili (il brigantaggio come "sintomo del processo di trasferimento di ricchezza dal Meridione verso il nord", figurarsi), fatti che c'entrano nulla (la solita lagna dei risparmi del sud che finanziano il nord), fatti mai avvenuti (Banco di Napoli e Banco di Sicilia non vennero mai integrati nella Banca d'Italia e rimasero istituti di emissione fino al 1926) --Duroy 21:30, 4 nov 2007 (CET)[rispondi]

Il dibattito storiografico[modifica wikitesto]

Alcuni storici propongono di rivedere i capitoli che riguardano l'insegnamento di alcune pagine del recente passato italiano.

In parte è in corso una rivendicazione del ruolo svolto dal sud come finanziatore dello sviluppo industriale del Regno d'Italia; in altra parte viene accentuato un discorso di storia economica e monetaria come elemento chiave per capire gli squilibri nord-sud. È in questo periodo che il sistema bancario si struttura in modo simile a oggi: un meridione con poche tasse e alta raccolta di risparmi che non vengono investiti nel territorio, ma finanziano le industrie del nord Italia.

La tassazione imposta dal Regno d'Italia, la stessa del nord estesa al nuovo regno, e ulteriori aggravi come la tassa sul grano, coincisero temporalmente con la massiccia emigrazione che si verificò dopo l'unità d'Italia. L'afflusso di risparmi dagli emigranti (compresi moltissimi Veneti, Romagnoli, Liguri e Piemontesi) alle famiglie fu un importante ammontare di riserve di valuta estera (che valeva molto rispetto alla moneta italiana dell'epoca) che si sommava alle riserve auree (443 milioni di Lire-oro, all'epoca corrispondenti ad oltre il 60% del patrimonio di tutti gli Stati italiani messi insieme) integrate (dopo il loro fallimento) con l'acquisizione nella futura Banca d'Italia delle banche del sud. Taluni critici e storici interpretano il brigantaggio come un sintomo del processo di trasferimento di ricchezza dal Meridione verso il nord.

Se ci si mettono delle fonti, certamente una parte di quanto è scritto è salvabile. Che la tassazione diretta fosse praticamente sconosciuta al Sud mi pare una cosa pacifica. Che le casse dello Stato Piemontese fossero vuote e quelle delle Due Sicilie no, anche. Che L'emigrazione sia stata massiccia e successiva al 1870 anche, e dalle zone indicate in particolare. Ci saranno diverse versioni sul perché e percome, e vanno tutte riferite e referenziate. Di "lagne" se ne sentono tante, Duroy, e più spesso di segno opposto. Ma per piacere, lasciamo fuori la politica odierna e occupiamoci dell'enciclopedia. Grazie :) --Piero Montesacro 21:42, 4 nov 2007 (CET)[rispondi]
Noto che hai tolto il paragrafo dalla voce. Non sono d'accordo. Ti chiedo di reinserirlo aggiungendo richieste di citazioni ove opportuno. Un inquadramento del fenomeno è perfettamente accettabile. Grazie sin d'ora. --Piero Montesacro 21:44, 4 nov 2007 (CET)[rispondi]
Il discorso sulle casse "piene" del Regno delle Due Sicilie non c'entra (per fortuna) e infatti il paragrafo incriminato non ne parla. Si tratta delle rimesse degli emigranti, non solo meridionali, che affluirono in Italia a partire dagli ultimi decenni dell'ottocento. Che l'emigrazione fosse un fenomeno collegato al brigantaggio o, meglio, alla sua repressione da parte dei malvagi governi liberali è quantomeno dubbio, poiché molti emigranti partirono da zone non interessate al fenomeno e perché l'esodo maggiore iniziò almeno una quindicina d'anni dopo la fine della "rivolta". Che una parte del risparmio meridionale abbia spesso foraggiato l'industria del nord è un fatto. Ho usato il termine "lagna" perché se da un lato mi sembra ovvio che i risparmi vadano dove sono meglio impiegati, dall'altro perché credo sia evidente come gran parte del risparmio meridionale abbia fatto la stessa fine di quello settentrionale: ha finanziato non l'industria del nord, ma il debito pubblico. Ribadisco, il paragrafino per me non c'entra con la voce, e le poche tematiche in esso trattate che possono avere attinenza con il brigantaggio, come gli aggravi fiscali, sono già esaminate in altre parti. Te lo rimetto, con un da controllare, poi sentiamo cosa ne pensano gli altri, va bene? --Duroy 22:22, 4 nov 2007 (CET)[rispondi]

Se posso inserirmi, lodando il tono costruttivo della discussione, mi permetterei di ossevare come l'intero paragrafo si colleghi al brigantaggio esclusivamente per l'ultima frase Taluni critici e storici interpretano il brigantaggio come un sintomo del processo di trasferimento di ricchezza dal Meridione verso il nord. Una considerazione che, sinceramente, mi sembra non dimostrata né nel testo, né nelle condizioni date.
La ribellione non ebbe nulla a che vedere con la cosiddetta 'spoliazione': troppo vicino l'inizio della sollevazione alla spedizione dei mille. Troppo feroce la lotta fra i diversi segmenti della società meridionale: notabili e contadini, guardie civiche (o simili) e sbandati. I primi con il decisivo sostegno dell'esercito italiano.
Finanziariamente, poi, non mi sembra logico affermare che impiegando quasi metà dell'esercito nel cessato Regno, anziché sul confine austriaco (sul Mincio e sul Po), l'Italia ci abbia fatto un grande affare. Finanziario, appunto.
Dunque, per restare al tema della voce, suggerirei caldamente di cassare il paragrafo. --Musso 21:18, 25 nov 2007 (CET)[rispondi]

Io non sono l'estensore del paragrafo, né lo condivido fino in fondo, né vi sono per altre ragioni affezionato: la mia opposizione alla pura e semplice rimozione si basa essenzialmente sul fatto che, a mio avviso, è ragionevole ed è utile riportare riferimenti dotati di fonti che forniscano un qualche inquadramento storico al fenomeno, senza il quale, mi pare, il fenomeno resta descritto, forse, ma non spiegato. Se dobbiamo rimuoverlo, rimuoviamolo pure (la mia prima opposizione voleva anche dare modo a chi lo ha scritto di intervenire, cosa che purtroppo non è avvenuta malgrado il tempo trascorso) ma, prima di farlo, cerchiamo di sviluppare qui, collaborativamente, una qualche forma di "prologo" che lo sostituisca. --Piero Montesacro 13:30, 26 nov 2007 (CET)[rispondi]

Fatastico. Allora rimuoviamolo e non pensiamoci più. Poi discutiamo di questo 'prologo'. --Musso 18:46, 10 dic 2007 (CET)[rispondi]

Anch'io non vedo particolarmente bene questo paragrafo all'interno della voce per come attualmente strutturato, pur essendo d'accordo con Piero sulla necessità di integrare, almeno in parte, queste considerazioni che aiutano a spiegare le cause del brigantaggio come fenomeno sociale. Per esempio:

Alcuni storici propongono di rivedere i capitoli che riguardano l'insegnamento di alcune pagine del recente passato italiano. In particolare, il modo nel quale la figura del brigante sia sempre stata assimilata a quella del comune bandito deve essere riproposta invece come quella di un partigiano politico che, attraverso la lotta armata, combatteva, anche se non sempre a ragione, contro quello che vedeva come un invasore (il Piemontese), che depauperava e spoliava la sua terra. Così infatti venivano viste la tassazione imposta dal Regno d'Italia, la stessa del nord estesa al nuovo regno, ulteriori aggravi come la tassa sul grano ma soprattutto le politiche protezioniste adottate per favorire lo sviluppo dell'economia industriale del Settentrione, che colpirono duramente il Mezzogiorno, causando la massiccia emigrazione che si verificò dopo l'unità d'Italia.

Peraltro, io sono d'accordo con Emmeauerre, Vipstano ed altri per le considerazioni fatte; d'altronde, come qualcuno ha ricordato, la storia la scrivono i vincitori. Ma prima o poi c'è sempre un 8 settembre 1943. --Pigr8 mi consenta... 16:31, 20 mar 2008 (CET)[rispondi]

Dove sta Crocco?[modifica wikitesto]

Dal momento che, secondo le convenzioni geografiche più comuni, la Basilicata (o Lucania) fa parte del Mezzogiorno continentale, avevo trasferito un'ampia sezione riguardante le vicende del brigantaggio lucano al sottoparagrafo che tratta, appunto, di tale fenomeno nelle regioni del Mezzogiorno continentale. Il tutto senza modificare una virgola. Un utente ha eliminato tale trasferimento. Ora vorrei che mi si spiegasse: la Basilicata non fa parte del Mezzogiorno continentale? O esistono altre motivazioni esoteriche per separare la sua storia da quella di altre regioni del Mezzogiorno? --Duroy 20:00, 5 nov 2007 (CET)[rispondi]

Carlo Levi sul brigantaggio[modifica wikitesto]

Vorrei suggerire di mettere in bibliografia anche il famoso romanzo autobiografico di Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, che contiene delle pagine memorabili sul brigantaggio, visto dalla parte dei cosiddetti "briganti". Se è possibile sarebbe bello mettere anche qualche citazione nella voce.

Cavalleria rusticana[modifica wikitesto]

Chiamare "guerra civile italiana" la repressione del brigantaggio non ha senso, principalmente perché non interessò l'intero territorio nazionale, ma solo alcune regioni del Sud. Inoltre, in Italia il fenomeno del brigantaggio (banditismo, legittimismo o come lo si vuole chiamare), non fu circoscritto agli anni dal 1861 al 1869, in quanto era endemico nelle Due Sicilie, in certe zone dello Stato pontificio, in Sardegna e non solo. Se ne ebbe una recrudescenza anche dopo la seconda guerra mondiale. Quindi, se il soggetto della voce deve essere "la repressione del brigantaggio dal 1861 al 1869" dovremmo cambiare titolo. Se si vuole affrontare il banditismo come fenomeno criminale nel suo complesso, sarebbe necessario ampliare lo spettro degli argomenti. --Duroy (msg) 20:53, 18 mag 2008 (CEST)[rispondi]

Tra l'altro non è stata dichiarata lo stato di guerra civile.--Vu Duc Thang (msg) 21:40, 18 mag 2008 (CEST)[rispondi]

Esiste nella storia umana una dichiarazione dello stato di guerra civile? Nel testo gìà redatto dell'articolo, prima delle mie modifiche, sta l'espressione -guerra civile-: per le citazioni richieste, integrerò prossimamente. Sono favorevole a una voce intitolata [Guerra civile italiana 1861-1869].--Tamburellista (msg) 17:31, 19 mag 2008 (CEST)[rispondi]

Preso da wiki: <<il termine di guerra civile indica genericamente un conflitto combattuto all'interno di uno Stato tra opposte fazioni o formazioni armate ribelli e forze governative in lotta tra loro per il potere politico o il controllo di un'area>>. Anche se è a tutti gli effetti una guerra civile, storicamente è più opportuno usare il termine brigantaggio con le dovute considerazioni e precisazioni--Alfovel >> Contattami qui! 23:03, 19 mag 2008 (CEST)[rispondi]
Può essere dichiarato lo stato di guerra civile o più spesso di ribellione, come accadde durante la guerra d'indipendenza americana.--Vu Duc Thang (msg) 15:54, 23 mag 2008 (CEST)[rispondi]
I briganti del Mezzogiorno nel dopo unità non erano nè una fazione nè tantomeno una formazione. Non erano guidati da un'unica leadership nè da un comune ed unitario obiettivo politico primario. Erano briganti proprio come il termine descrive (consultate un vocabolario della lingua italiana, nel caso aveste dubbi), parlare di guerra civile è assolutamente fuori luogo e controproducente se veramente si vuole portare alla luce sotto un profilo più neutrale gli avvenimenti dell'unità e del dopo unità in Italia. Scrivendo esagerazioni fondamentaliste non farete altro che sostenere la tesi opposta. IdArkano (msg)IdArkano 16:18, 26 Mar 2010

Spostamento[modifica wikitesto]

Richiesta di pareri[modifica wikitesto]

Propongo lo spostamento in nuova voce del testo pertinente il conflitto militare post-unitario che non può esser confuso con il fenomeno del brigantagio pre-unitario presente in quasi tutte le regioni italiane. Secondo me, la nuova voce può intitolarsi [conflitto italiano meridionale 1861-69]: lasciando la storia di tale conflitto in questa voce si configura un POV già nel titolo poichè solo il governo dell'epoca definì briganti, camorristi, mafiosi, ecc. i guerriglieri meridionali ma tanti storici c'insegnano che non fu così nè si trattò di un genocidio. Insomma chiedo alla comunità di porsi il problema della neutralità agendo con un voto: invito tutti a votare pro o contro lo spostamento.--Tamburellista (msg) 15:03, 23 mag 2008 (CEST)[rispondi]

esprimi il tuo voto o parere[modifica wikitesto]

  1. +1--Tamburellista (msg) 15:06, 23 mag 2008 (CEST)[rispondi]
  2. +1 Pienamente d'accordo --Brigante lucano aka Il conte 18:49, 23 mag 2008 (CEST)[rispondi]
  3. 0 come calabrese so bene che l'Unità d'Italia non fu proprio una benedizione per il meridione, e che molte volte con la scusa della lotta al delinquante comune si soffocava il dissenso politico e sociale; cionondimeno non sarei propenso a togliere il grosso del materiale alla voce perchè è la spina dorsale della voce stessa, e neanche a cambiare nome visto che è quello con il quale il fenomeno è conosciuto. Però trovo che discuterne sia cosa buona, soprattutto perchè darebbe nuovi spunti per ampliare la voce. --Pigr8 mi consenta... 22:16, 25 mag 2008 (CEST)[rispondi]
  4. -1 contrario e spiego il perché. Sarei favorevole a dividere in due voci il brigantaggio pre-unitario e il post-unitario, ma il titolo dovrebbe rimanere comunque "brigantaggio preunitario" e brigantaggio postunitario". Se infatti è vero che il nome "brigantaggio" è POV, è anche vero che su un enciclopedia dobbiamo sempre sforzarci di mantenere il nome più noto, e se questo è ben "consolidato", anche se è POV (vedi Aiuto:Convenzioni_di_nomenclatura#Scelta_del_titolo_della_voce). Ricordo in tal senso una lunga discussione (anche al bar) per cambiare il nome alla voce guerra del Kippur, che molti sostenevano fosse POV (è infatti una festa ebraica) e fosse meglio sostituire con un più NPOV "guerra arabo-isarealiana del 1973". Il problema era però che questo titolo era totalmente sconosciuto alla storiografia italiana e quindi non utilizzabile. Stessa cosa per "conflitto italiano meridionale 1861-69", questa voce semplicemente non esiste: tale conflitto si chiama infatti (purtroppo) "brigantaggio". Il nome è certamente POV, é stato dato dalla parte che ha vinto (e che non aveva alcun riguardo per quella che ha vinto), ma ricordiamo che questo nome è ormai "sedimentato" storicamente, allo stesso modo per cui (all'opposto) la "guerra civile italiana 1943-45" in realtà si chiama Resistenza italiana (senza purtroppo). Sorry. --Retaggio (msg) 10:24, 26 mag 2008 (CEST)[rispondi]
  5. +0 Stavo pensando di occuparmi delle Due Sicilie e leggendo questa voce ho avuto le stesse perplessità di tamburellista, però è vero anche che Retaggio ha ragione quando dice che non possiamo inventarci titoli che non sono conosciuti e quindi sono favorevole al dividere in due in modo da trattare sia del brigantaggio pre-unitario (cioè quello vero e proprio) che di quello post-unitario (cioè come i vincitori hanno definito i vinti)...-- Eltharion Scrivimi 16:07, 2 giu 2008 (CEST)[rispondi]
  6. -1 Sono d'accordo con chi sopra ha scritto che non si possono inventare titoli. In tutti i libri di storia il brigantaggio si chiama così. Del resto, se non è neutrale definirli "briganti", non lo è nemmeno definirli, ad esempio, "partigiani" perché, data l'accezione positiva che ha il termine nella nostra lingua, implicherebbe sostituire un POV con un altro, di segno opposto. A margine: non vorrei che tutto questo discorso nascesse da considerazioni di tipo, diciamo così, storico politico (es. come erano belli i briganti, come erano puzzoni Savoia e piemontesi, come si stava meglio quando si stava peggio, la Ragione aveva torto, sporchi capitalisti, piove governo ladro, ecc.). Lo dico perché è sempre meglio precisare: va bene criticare posizioni storiche parziali (spiegando perché), ma sostituirle con altre, altrettanto parziali, spiacente, no. --Duroy (msg) 10:41, 3 giu 2008 (CEST)[rispondi]
  7. -1 fabella 12:15, 3 giu 2008 (CEST)[rispondi]
intervengo per specificare che non si possono mettere nello stesso articolo i briganti intèsi come -delinquenti comuni- e i combattenti antisabaudi altrimenti ci si schiera con il regìme sabaudo dell'epoca! La parola -partigiani- assolutamente non ha accezione positiva: dipende dai punti di vista personali! In tutti i libri di storia stanno versioni differenti: altro che -brigantaggio- inventato da feroci criminali di Stato dell'epoca! Le parole usate nel testo attuale sono accettabili e neutrali: ci si riferisce giustamente a -insurrezione -, -rivolta- o -conflitto- definendo -combattenti- e -guerriglieri- quelli che il re sabaudo voleva infamare chiamandoli -briganti- ma non c'è riuscito come dimostrano tanti storici! Il titolo sta già nel testo: -insurrezione meridionale-, -rivolta meridionale-, -guerriglia meridionale- o -conflitto meridionale antisabaudo-; insomma scegliete voi un titolo neutrale: vi potete sbizzarrire! Secondo me, il testo è solo da sviluppare ma si può spostare così com'è nella voce con titolo storicamente neutrale e non -partigiano sabaudo-!--Tamburellista (msg) 13:04, 3 giu 2008 (CEST)[rispondi]
  1. -1 Mi pare che crei confusione usare titoli che nessuno conosce. Il brigantaggio è brigantaggio. Quello post-unitario fu brigantaggio, e va secondo me in questo articolo.--Guarracino (msg) 10:37, 10 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Come sospettavo. L'intervento sopra contiene "chicche" che la dicono lunga sui retropensieri dell'estensore. Ad esempio: "feroci criminali di Stato dell'epoca", "quelli che il re sabaudo voleva infamare chiamandoli -briganti- ma non c'è riuscito come dimostrano tanti storici!", "partigiano sabaudo" (ecco, questa è un'accezione negativa del termine, nel senso di fanatico che agisce e pensa per partito preso. Però, quando ci si riferisce a combattenti, "partigiano" ha il significato - decisamente più positivo - di "colui che combatte per la libertà").--Duroy (msg) 14:05, 3 giu 2008 (CEST)[rispondi]

cordialissimo redattore guarda e ascolta Gigi Di Fiore: questo storico esprime il mio punto di vista.--Tamburellista (msg) 14:38, 3 giu 2008 (CEST)[rispondi]

vi ricordo che {{WNF}}, parlare dei POV degli utenti serve solo a causare flam o ad andare ot...sul resto vi faccio notare che sia "partigiano" che "brigante" sono entrambi POV, il primo perché non c'è niente di più POV che l'essere partigiano, che non significa combattere per la libertà (gli antifascisti non sono stati gli unici partigiani della storia) ma significa combattere per la propria parte (infatti "parti"-giano) contro un altra, il fatto che la sua parte sia quella giusta non ha importanza perché è appunto un POV; il secondo perché è ovvio che dopo l'instaurazione del regime Sabaudo chi era contrario e lo combatteva era un brigante, ma sicuramente è ovvio che i "briganti" non si sarebbero mai definiti in questo modo...per fare un esempio più recente, oggi per definire quelle persone che combattono uno stato invece di "briganti" usiamo il termine "terroristi"...ma come è stato detto prima, anche se il termine è POV, è stato il modo con cui queste persone sono passate alla storia: quindi si parla di "resistenza" piuttosto che "guerra civile italiana '43-'46" e di "brigantaggio" piuttosto che "insurrezione meridionale '61-'69". Nello specifico però concordo con tamburellista, perché effettivamente se cerchiamo su un dizionario la parola "brigante" prima ci dice che è sinonimo di "criminale" piuttosto che "partigiano meridionale che ha partecipato all'insurrezione '61-'69"... Eltharion Scrivimi 16:37, 3 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Ma scusate, non capisco il problema. I personaggi in questione vengono chiamati "briganti" in qualsiasi libro. Mi permetto anche di ricordare - molto modestamente - che molti dei "partigiani meridionali che parteciparono all'insurrezione '61-'69" prima dell'avvento di Garibaldi facevano ...i briganti ai danni dei governi delle Due Sicilie. Molti di loro collaborarono con l'eroe dei due mondi, per poi riprendere la macchia quando si accorsero che c'era poca trippa per gatti. Stento a vederli come degli eroici combattenti per una qualsiasi causa. Molte delle azioni brigantesche (o "resistenziali") erano decisamente fuori dal codice penale (piemontese e borbonico): estorsioni (per la causa, naturalmente), omicidi, sequestri di persona, ecc. Capisco che certi movimenti culturali cerchino di sostituire alla mitologia risorgimentale un'altra, di segno opposto, ma a che pro? --Duroy (msg) 19:56, 3 giu 2008 (CEST)[rispondi]

proprio Retaggio e Duroy non hanno percepito l'essenza della mia proposta! Nessuno definisce -eroi- i -partigiani meridionali-: evitate argomentazioni inutili!--Tamburellista (msg) 12:59, 4 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Tamburellista, volevo solo dire che molti "partigiani meridionali" erano briganti al tempo dei Borbone. Tendo quindi a ritenere poco probabile che dopo l'Unità si siano messi a combattere per una causa. Ad ogni modo, torno a ribadire che definizioni come "partigiani meridionali" e simili non sono compresi da alcuno. --Duroy (msg) 17:18, 4 giu 2008 (CEST)[rispondi]
piccola parentesi visto che ho usato io questa definizione: "partigiani meridionali" sarebbe neutrale perchè si riferisce semplicemente a quegli abitanti del sud che non era dalla parte savoiarda, ma come ha detto Duroy nessuno li conosce con questo nome quindi non possiamo utilizzarlo...(cmq non sono così sicuro che erano criminali ai tempi dei borbone...) -- Eltharion Scrivimi 20:13, 4 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Eltharion, i savoiardi sono i biscotti e gli abitanti della Savoia. Quando ci si riferisce alla dinastia è meglio usare "sabaudo". Non credo che la società meridionale si sia divisa in due, penso che la maggior parte della popolazione abbia cercato di campare, come sempre succede in questi casi.
Quanto ai precedenti di molti briganti, basta vedere le voci a loro dedicate. Prova con quelli elencati nel paragrafo "Briganti famosi". Ti anticipo che alcune biografie sono molto divertenti ed includono analisi storico - sociali particolarmente saporite. --Duroy (msg) 21:25, 4 giu 2008 (CEST)[rispondi]
eh eh lo so che si dice "sabaudo", ho usato di proposito "savoiardo" perchè è uno degli sfottò in uso al sud :D -- Eltharion Scrivimi 11:25, 5 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Ah, un po' come dire il "governo dei BArboni" --Duroy (msg) 12:13, 5 giu 2008 (CEST)[rispondi]
esatto :D ma ora chiudiamo qui, questo ot!-- Eltharion Scrivimi 12:47, 5 giu 2008 (CEST) [rispondi]
gli ultimi contributi in articolo segnalano l'urgenza dello spostamento da me sostenuto!--Tamburellista (msg) 19:11, 5 giu 2008 (CEST)[rispondi]

No, gli ultimi contributi sono un giro di battute tra me ed Eltharion, ininfluente ai fini della decisione. Eravamo rimasti alla stessa argomentazione: tutti parlano di briganti e brigantaggio, non spetta a noi trovare nuove ed ulteriori definizioni. --Duroy (msg) 22:30, 5 giu 2008 (CEST)[rispondi]

primo: mi riferivo al testo della voce; secondo: ormai nessuno storico attendibile definisce -briganti- quei guerriglieri terroni quasi tutti nullatenenti e analfabeti! Certo tra quei guerriglieri stavano pure camorristi e mafiosi ma erano gli stessi dell'esercito meridionale--Tamburellista (msg) 13:50, 6 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Allora, possiamo definirli briganti perché erano nullatenenti ed analfabeti? E se al contrario fossero stati tutti miliardari e laureati, invece, potremmo? Chi sono gli storici attendibili che ne danno una definizione diversa, e quale? Che molti briganti (o qualsiasi termine alternativo) fossero ex garibaldini lo sostengo da quando ho iniziato a scrivere in questa discussione --Duroy (msg) 19:25, 7 giu 2008 (CEST)[rispondi]

intelligente redattore, ho collegato le fonti nella citazione richiesta proprio da te nell'introduzione: leggile attentamente e fai una ricerca su internet per informarti su tale situazione storica.--Tamburellista (msg) 13:00, 8 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Grazie per la certificazione d'intelligenza. Rimane il fatto che anche i siti citati (sulla cui autorevolezza, diciamo, non metterei sempre la mano sul fuoco) parlano di "briganti". Ma io chiedevo: chi sono gli storici attendibili (da non confondere con web master ruspanti) che danno una definizione diversa al fenomeno? E che definizione danno? Nel senso, come li chiamano? --Duroy (msg) 15:42, 8 giu 2008 (CEST)[rispondi]

gli storici li vedi in sezione bibliografia di articolo e le definizioni pure! Tu abbracci in pieno la versione storica del re sabaudo: aspettiamo pareri di altri redattori che invito ponendo l'avviso sulla neutralità nella voce.--Tamburellista (msg) 11:54, 9 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Scusatemi se mi inserisco nella discussione (avevo cominciato a scrivere uno stub su L'eredità della priora, poi sono passato a leggere questa voce...). Non sono uno storico, conosco l'argomento per qualche libro e mostra che visto, ma mi pare che si darebbe più forza alle varie argomentazioni se si potessero citare un maggior numero di fonti. Ad es.: quando si cita il numero di morti, ecc. si potrebbe aggiungere una nota che fa riferimento a un giornale dell'epoca, un libro che lo riporta, ecc.

Tanto per cominciare, la nota 1 potrebbe essere resa un po' più chiara:

  1. puntando ai documenti direttamente, non alla cache do google
  2. riportando i nomi degli autori.

E' vero che la storia la scrivono i vincitori, ma non tutti i fatti si riescono a cancellare. Ad esempio, le foto delle teste mozzate mi sembrano emblematiche: si sono viste di recente durante la guerra in Bosnia, e quella fu una guerra civile.

Quando ci sono due pareri discordanti, davanti ai fatti diventa meno difficile discernere --Guarracino (msg) 11:44, 10 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Fonti ne stanno tante su internet ma non tutte sono affidabili: ne ho vista una che riporta circa 700.000 morti presumibilmente tra rivoltosi e fiancheggiatori meridionali, ma mi sembra volutamente esagerata! Pure i giornali dell'epoca non erano informati sui fatti poichè il governo sabaudo non voleva apparire crimininale, come in realtà era, specialmente all'estero quindi i militari nascondevano i cadaveri in fosse comuni e non comunicavano dati o in alternativa dichiaravano fandònie! Appunto come accadde in Bosnia, Croazia, Kosovo, per i massacri delle foibe e tante altre guerre: chi s'interessa di storia, sa che quando ci si ammazza vicendevolmente come bestie poi sèguono sempre propaganda e falsificazione storica attuate sistematicamente dalle bestie umane vincenti! Si consideri che i reazionari borbonici e rivoltosi repubblicani meridionali torturavano e assassinavano brutalmente i militari sabaudi: il sud Italia già nel 1799 era stato teatro di guerra civile tra borbonici e repubblicani con atrocità inaudite per mano di ambedue le parti nemiche e quasi 100.000 morti ammazzati!--Tamburellista (msg) 13:51, 10 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Vedo che di numeri ne hai. Forse si potrebbero riportare un po' di voci da una parte e dall'altra? Anche dimostrare che i vincitori scrivono una versione della storia diversa dai vinti può aiutare!--Guarracino (msg) 08:49, 11 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Brigante vs Brigantaggio?[modifica wikitesto]

Scusatemi di nuovo... forse la parte che appare fuori luogo non è quella del conflitto italiano meridionale, bensì l'etimologia di brigante. Per brigantaggio usualmente si intende la prima cosa, non l'azione di generici briganti, che possono essere anche malviventi comuni, ecc.

Spostare l'etimologia alla voce Brigante, che attualmente è un redirect, forse potrebbe essere una soluzione più ragionevole rispetto a quella proposta da Tamburellista?

Saluti, --Guarracino (msg) 12:35, 10 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Non capisco ma mi adeguo!--Tamburellista (msg) 14:03, 10 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Cerco di spiegarmi meglio:
  1. Il Brigante può essere inteso come delinquente o come partigiano meridionale. Quest'accezione viene dalla definizione dispregiativa che i piemontesi facevano dei partigiani, come spiegato nella voce. Quindi, la voce potrebbe spiegare le due accezioni del termine.
  2. Il Brigantaggio è un fenomeno storico ben delineato che si riferisce alla guerra tra meridionali e l'esercito savoia. In questo senso, se pur il nome Brigantaggio deriva da Brigante, il cui significato originario è delinquente, non si riferisce a delinquenza ordinaria, bensì ad un fenomeno di resistenza.
Ha senso posto in questo modo?--Guarracino (msg) 08:54, 11 giu 2008 (CEST)[rispondi]
io ci sto: fare di brigante (con rd briganti) una voce più etimologica, disambiguante, con link alle realtà storiche di briganti (popolo) e a brigantaggio.
--fabella 13:48, 11 giu 2008 (CEST)[rispondi]

La definizione di "brigante" come "partigiano meridionale", semplicemente, non esiste. Molti "partigiani meridionali" erano "briganti" al tempo del Regno delle Due Sicilie. Si erano forse trasformati dalla sera alla mattina in "partigiani"? Il Brigantaggio non è stata una guerra di "meridionali" contro "l'esercito Savoia" (?!), primo perché le classi dirigenti meridionali erano al gran completo favorevoli al nuovo regime, secondo perché il fenomeno non interessò vaste zone del Sud (mai sentito di "partigiani meridionali" a Napoli), terzo perché questa "resistenza" da un lato non creò un suo sistema di governo alternativo e neppure compì alcuna elaborazione culturale di come avrebbe dovuto essere la società al termine della guerra, limitandosi a lanciare slogan generici del tipo "Viva il re Francesco!", quarto perché non si vede come rapine, sequestri a scopo d'estorsione et similia - che costituivano l'attività principale delle bande - possano essere inquadrati in una guerra civile. Devo continuare? --Duroy (msg) 15:14, 11 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Beh, quello che scrivi sono asserzioni. Molte altre persone sostengono l'opposto, ossia che fosse predominante l'aspetto di resistenza, sebbene senza una chiara organizzazione politica (forse anche per carenze culturali e organizzative) rispetto a quello delinquenziale, e ce ne sono in anche bibliografia, tanto da poter giustificare la descrizione che trovi nella voce. Non mi pare molto costruttiva questa discussione, posta in questi termini. Perciò sopra proponevo di enfatizzare di più i dati oggettivi, quando disponibili (morti, 120000 soldati "occupanti", ecc.) per definire i termini della questione. Purtroppo, non ho personalmente molto materiale a riguardo, altrimenti contribuirei volentieri.--Guarracino (msg) 15:39, 11 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Una cosa interessante che ho trovato: nel 1861, Torino contava 173.000 abitanti (dalla pagina Wikipedia stessa). Quindi, l'esercito piemontese aveva mobilitato un esercito pari al 69% della popolazione della capitale. La Guerra di secessione americana ha coinvolto 2.2 + 1.1 = 3.3 milioni di soldati, mentre New York nel 1861 contava 3,880,735 abitanti. Quindi è sceso in campo un esercito di circa il 56% della città più popolosa per confrontarsi però con uno paria circa alla metà, messo in campo dai sudisti. Mi pare che le proporzioni siano più gravi di quelle di una guerra civile "dichiarata".--Guarracino (msg) 15:48, 11 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Beh, se le mie sono asserzioni, lo sono anche quelle di chi dice il contrario. Interessante come ci si riferisca sempre a "tesi di autorevoli storici", senza mai specificare chi siano questi autorevoli storici: la bibliografia è zeppa di titoli editi da case editrici semi sconosciute, con autori ancora meno noti. Riguardo alla bizzarra proporzione sulle forze in campo, ti ricordo che all'epoca in Italia non esisteva un sistema di forze di polizia in grado di assicurare l'ordine pubblico. Sopperiva l'esercito. Oggi abbiamo - tra polizia, carabinieri e guardie di finanza - migliaia e migliaia di persone che vegliano sulla nostra sicurezza (e l'esercito è stato anche di recente impiegato in diverse missioni di ordine pubblico, dalla Calabria alla Sicilia, senza parlare del problema dei rifiuti). Non per questo siamo in una guerra civile --Duroy (msg) 16:18, 11 giu 2008 (CEST)[rispondi]

È evidente che esistono diverse opinioni contrapposte, secondo me vanno espresse entrambe e motivate con riferimenti e dati. Per quanto riguarda la qualità degli storici, non ho sufficiente competenza per giudicare, ma tenderei a rispettare le opinioni di tutti quelli che non affermano cose che si dimostrano false con dati alla mano. Secondo me la voce potrebbe essere considerata equilibrata (in modo da rimuovere il famigerato warning iniziale, e magari puntare ad una maggiore qualità?) se può:
  1. riportare fatti noti e oggettivi; in base a questi, trarre delle "conclusioni" oggettive e condivisibili. Una di quelle potrebbe essere quanto scrive qui sotto Tamburellista: ci fu un grande spiegamenti di forze, fu un conflitti lungo e crutento con episodi molto gravi di disumanità (es.: teste mozzate, esecuzioni di massa, paesi dati alle fiamme).
  2. riportare i dati meno certi, ma con tanto di fonti. es.: Secondo XYZ Carmine Crocco si distinse per esempi di eroismo ed altruismo, va quindi considerato un eroe... (non so se mai nessuno abbia scritto questo...)
  3. riportare anche le voci contrarie (scusate, non me ne viene nessuna in mente; con parecchio bias a prima vista scriverei: Ciadini, invece, considerando i briganti peggio dei beduini ritenne giusto che fossero trucidati in massa. Qualcuno può scrivere di meglio...).
Per facilitare l'uso di riferimenti ai testi in bibliografia l'ho standardizzata usando {{cita libro}}, in modo che sia più facile introdurre citazioni nelle note attraverso il template {{cita}}. Volentieri do altri contributi, ma non chiedetemi di fare ricerche storiche, non ne sono competente.--Guarracino (msg) 10:01, 12 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Significativo il paragone con USA poichè trattasi dei medesimi anni ma in Italia i sudisti erano divisi in almeno 3 fazioni ossia: reazionari borbonici, rivoltosi repubblicani e miserabili nullatenenti che erano in maggioranza ma senza un preciso scopo politico quindi fu impossibile organizzarsi in un esercito. Il dato di fatto storico è evidenza : fu un conflitto cruento lungo quasi 8 anni altro che semplice operazione di polizia anti-crimine o anti-briganti!--Tamburellista (msg) 17:54, 11 giu 2008 (CEST)[rispondi]

sono d'accordo anch'io, anche solamente per non avere la voce brigante che al momento è redirect di un altra cosa...in ogni caso ricordo a duroy che oggi la leva è volontaria (quindi il numero di militare e molto diminuito rispetto al passato) anche sommando alle altre forze armate mi pare che si arriva alle 500mila persone, cioè il 20-25% di Roma e cmq l'uso che oggi si fa dell'esercito in patria, non è certo paragonabile a quello dei Savoia a fine '800, per questo allora era una guerra civile  Eltharion Scrivimi 18:29, 11 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Fino al novecento inoltrato l'esercito svolgeva anche funzioni di ordine pubblico. Quindi si era in piena guerra civile. Avevo solo chiesto: quali storici sostengono che il brigantaggio fu una guerra civile? E in che modo? Non dovrebbe essere difficile rispondere.--Duroy (msg) 14:56, 12 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Non essendo uno storico, imparo da questa voce. Tra quelli citati in bibliografia e che hanno pagine su wikipedia, leggo: Aldo De Jaco, Carlo Coppola, Gigi Di Fiore, Raffaele Nigro, qualificati quali giornalisti e scrittori. Carlo Alianello è uno scrittore e sceneggiatore. Nella prima nota ci sono quattro autori, forse meriterebbe un approfondimento. Credo che leggendo dai testi in bibliografia si potrebbero estrarre interessanti note e documenti per questa pagina. Io posso procurarmi La conquista del Sud, se ho un po' di tempo cerco di darci uno sguardo.--Guarracino (msg) 15:24, 12 giu 2008 (CEST)[rispondi]
                      ----------------------------------------------

Riporto qui ciò che scrisse lo scrittore e giornalista calabrese Vincenzo Padula nell'agosto del 1864 in merito alla terminologia " brigante e brigantaggio" ( se ne discuteva anche all'epoca e credo che il suo pensiero sia più veritiero proprio perchè scritto nel momento in cui si vivevano quei fatti tragici). << ...Finora avemmo i briganti ora abbiamo il brigantaggio e tra l'una e l'altra parola corre grande divario.Vi hanno briganti quando il popolo non li aiuta , quando si ruba per vivere e morire con la pancia piena; e vi ha il brigantaggio quando la causa del brigante è la causa del popolo , allorquando questo lo aiuta, gli assicura gli assalti , la ritirata , il furto e ne divide i guadagni.Ora noi siamo nella condizione del brigantaggio>>.

Visti un po' di consensi, ho creato la nuova voce Brigante, prendendo materiale da questa pagina che potrebbe quindi essere eliminato (se siamo d'accordo). Ho segnato le affermazioni che, a mio avviso, meriterebbero una citazione. Che ve ne pare? Anche questa è una pagina parziale?--Guarracino (msg) 10:26, 12 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Vedrò la nuova voce. Potrei essere d'accordo, in linea di massima.--Duroy (msg) 14:47, 12 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Voce correlata fuori luogo?[modifica wikitesto]

Ho notato la voce Charles Antoine Manhès, che si riferisce alla repressione del brigantaggio in epoca napoleonica, non post-unitaria. Forse è fuori luogo, se la voce intende come brigantaggio quello post-unitario? O forse ci vorrebbe una sezione sul brigantaggio prima dell'unità d'Italia?--Guarracino (msg) 10:54, 12 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Riordino sezioni[modifica wikitesto]

Ho riordinato le sezioni secondo quello che mi pare, anche dalla discussione, sembrava più sensato:

  1. Una breve presentazione del brigantaggio pre-unitario introduce il termine brigantaggio, inteso come delinquenza generica, che la definizione originaria, ma non quello che preminentemente viene definito brigantaggio
  2. Il conflitto italiano meridionale viene come prima cosa subito dopo, mi pare la parte più importante per la definizione del brigantaggio inteso come contrapposizione all'occupazione
  3. I dettagli sul brigantaggio nelle varie regioni viene dopo. Ho ordinato per ordine alfabetico. Tenderei a rimuovere le sezioni nelle quali non ci sono informazioni, se non ci saranno contributi a breve.

Spero Tamburellista ci dia qualche suggerimento perché possiamo finalmente rimuovere il warning {{P}}.... Commenti?--Guarracino (msg) 10:15, 13 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Mi son già spiegato precedentemente: aspettiamo pareri di altri riguardo lo spostamento del conflitto italiano meridionale in voce specifica ma correlata a questa con un disambigua, difatti nell'avviso iniziale della voce motivo la mia contestazione opponendomi alla mistificazione storica di accomunare criminali comuni come il romagnolo Pelloni e toscano Tiburzi a combattenti come il pugliese Pasquale Romano e basilisco Crocco che avevano scopi politici e sociali! Poi le sezioni posson restare vuote anche 4 anni: che fastidio danno? Prima o poi qualcuno più erudito di noi integrerà.--Tamburellista (msg) 13:26, 13 giu 2008 (CEST)[rispondi]

==> Stefano Pelloni è il 'Passatore' e basta, ché di cortese non aveva proprio niente, storicamente. Se Pascoli e ... Casadei pappagallescamente, l'hanno voluto chiamare 'cortese' sarà stata una 'licenza' che niente ha a che fare con la storia che lo considera invece oggettivamente uno dei più crudeli tra banditi e briganti. oph!


Il problema è sempre lo stesso: che sia un paragrafo o una voce, su Wikipedia dobbiamo sempre seguire il principio del nome più noto. In pratica: "Conflitto italiano meridionale" è un nome che non esiste; si chiama "brigantaggio" e se vogliamo particolarizzare il discorso alle regioni meridionali (non sono contrario) dovrà chiamarsi "brigantaggio meridionale". Spero che ci siamo capiti sul fatto che ciò non implica alcun giudizio di valore. In una encicliopedia tuttavia si cerca il nome più noto, non quello che a noi sembra migliore. Bye. --Retaggio (msg) 13:43, 13 giu 2008 (CEST)[rispondi]
tu sei amministratore e napoletano quindi proprio per questi motivi ti ho sollecitato a intervenire ma ti sbagli ostinandoti nell'etichettare il conflitto di annessione sabauda con il mistificatorio termine sabaudo brigantaggio! Ho studiato all'archivio napoletano di Stato quindi, se puoi, telefona in codesto centro di documentazione presentandoti in funzione di amministratore in wikipedia e chiedi di parlare con un docente dei corsi di archivistica: magari riesci a contattare la competente dottoressa Ascione, ma chiedi a loro se puoi accedere a documenti pertinenti quel conflitto e come lo definiscono gli esperti.--Tamburellista (msg) 14:07, 13 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Per chiarezza: chi ha la funzione di amministratore non ha particolari privilegi riguardo il contenuto delle voci. Esprimo le mie opinioni in qualità di utente. Quanto al fatto che io secondo te mi "ostinerei" in qualcosa, onestamente non capisco: esprimo le mie opinioni in discussione. Problemi? --Retaggio (msg) 15:09, 13 giu 2008 (CEST)[rispondi]
il problema c'è se pretendi di sentenziare senza documentarti: ti suggerisco codesta telefonata.--Tamburellista (msg) 15:35, 13 giu 2008 (CEST)[rispondi]
1) la mia non è una pretesa ma una libera espressione. Dobbiamo continuare questo tirittitì o "devo" cambiare la mia opinione per avallare la tua?
2) Quanto alla documentazione, sono certo che la persona che citi sarà informatissima ecc... io dico solo che secondo le regole di Wikipedia si usa il nome più noto. Tu riesci a portare delle fonti secondo le quali il nome che tu citi sia più noto di brigantaggio?
3) Come fai a dire che non mi sono documentato? Hai una web cam a casa mia? --Retaggio (msg) 16:21, 13 giu 2008 (CEST)[rispondi]
ma pure tu non puoi dimostrare che brigantaggio sia -sedimentato- come sinonimo di tale conflitto nella memoria storica degl'italiani! A Duroy comunico che secondo certi storici i partigiani meridionali antisabaudi a Napoli erano sicuramente più numerosi e democratici dei quattro gatti antifascisti delle quattro giornate di Napoli sistematicamente mistificati dalla falsificazione degli antifascisti.--Tamburellista (msg) 16:30, 13 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Certo, ho espresso una opinione, come te. Dopodicché, se esistono opinioni contrastanti si cercano le "fonti". Ovvero: secondo la enciclopedia Treccani (ad esempio) la voce si intitola così, secondo la enciclopedia rizzoli la voce si intitola cosà, secondo l'enciclopedia vattelapesca si intitola ancora così, eccetera. Ma tutto ciò (sia chiaro sempre) non ha nulla a che vedere con il giudizio che se ne dà. --Retaggio (msg) 16:35, 13 giu 2008 (CEST)[rispondi]
tu m'insegni che quest'enciclopedia è diversa dalle altre: consideriamo storici tematici come Di Fiore non enciclopedie generaliste come Treccani!--Tamburellista (msg) 16:46, 13 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Sul web (per ora guardo solo come si chiamano le voci, eh...):
Encarta: http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_981531316/Brigantaggio_meridionale.html
Sapere: http://www.sapere.it/tca/MainApp?srvc=vr&url=/7/8843_1
Rizzoli-Larousse: http://enciclopedia.corriere.it/enciclopedia/lemmi/b/bri_/brigantaggio.shtml
De Mauro-Paravia: http://old.demauroparavia.it/15842
Treccani: http://62.94.111.137/treccani/default_2.asp?FONT=0&TEXT=brigantaggio
Britannica on line (nel testo, brigandage): http://www.britannica.com/eb/article-27741/Italy
Purtroppo al momento sto in ufficio e non posso prendere cartacei, sorry. Bye. --Retaggio (msg) 17:53, 13 giu 2008 (CEST) PS: Non c'azzecca ma mi piace: Brigante se more. :-)[rispondi]

Onde evitare malintesi e discussioni noiose, propongo questo testo come base: è da sviluppare e disambigua con altra voce dove far lo spostamento della parte pertinente il conflitto. Dunque esprimetevi sulla questione.--Tamburellista (msg) 16:26, 14 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Unico termine noto è "Brigantaggio". Lo ripeterei anche in sanscrito, se lo sapessi... Definizioni come "resistenza", "conflitto italiano meridionale", "rivolta del sud" sono inventate sul momento. Ricordo, molto modestamente, che non è compito nostro dare giudizi di valore o stabilire nuove concezioni storiografiche. Se si vuole sostenere che i briganti toscani e romagnoli erano solo delinquenti, mentre quelli lucani e abruzzesi (anche quando avevano una fedina penale più lunga di quella di Totò Riina) combattevano per motivi di rilevante valore sociale e politico, bene, basta dimostrarlo: a quale idea di società anelavano? Cosa fecero per raggiungerla? Quali persone dalla fedina penale pulita e senza problemi connessi all'obbligo di leva andarono in montagna dichiarando "voglio combattere per la Repubblica" o "voglio che ritornino i Borbone?". E in che percentuale le bande erano formate da questi idealisti? A Napoli c'era quest'aria di rivolta? E come si manifestò? Fecero rivolte, barricate, stamparono giornali clandestini? Sì, perché dire che la camorra è nata come fenomeno di resistenza contro i Savoia è un po' tirato. Le quattro giornate di Napoli non c'entrano nulla. La sto tirando un po' lunga, ma mi si permetta un'ultima annotazione: il Sud ce l'aveva così tanto con i Savoia che nel 1946 votò in massa per mantenere la monarchia. In seguito, il partito monarchico (sabaudo) avrebbe avuto nelle città meridionali i suoi bastioni elettorali e questo fin quasi agli anni settanta... --Duroy (msg) 13:24, 15 giu 2008 (CEST)[rispondi]
giusto, Napoli fu la roccaforte nazionale dei monarchici in sistema repubblicano con Achille Lauro che per molti anni fu sindaco sostenuto da enorme consenso popolare ma forse Lauro era un neo-borbonico. Chiarisco che la camorra sorse durante il dominio borbonico; difatti il brigantaggio, ossia bande di briganti, faceva molti danni: leggiti la voce relativa. Durante il periodo della rivolta antisabauda a Napoli vi furono manifestazioni pacifiche di reazionari borbonici e repubblicani di varie ideologie ma i napoletani non combatterono a differenza dei palermitani che con la rivolta del 7 e mezzo diedero corpo alla più cruenta battaglia di tale conflitto. Si consideri che i guerriglieri rivoltosi agivano in zone impervie e collinari per attuare imboscate quindi una grande città come Napoli neanche era considerata come possibile teatro di scontro: difatti mai subì lo stato d'assedio governativo in quel periodo ma lo subì nel 1898 quando vi furono sommosse in tutta Italia e carnefici sabaudi massacrarono milanesi inermi per la protesta dello stomaco.--Tamburellista (msg) 15:46, 15 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Sì, certo, Lauro era neoborbonico, Berlusconi è neocomunista e Veltroni neodemocristiano. Il voto di massa a favore della monarchia (sabauda), però, c'era stato.
Il fatto che a Napoli ci siano state manifestazioni pacifiche di reazionari borbonici e repubblicani dimostra solo che nel regno sabaudo era possibile esprimere pacificamente la propria opinione politica, anche in disaccordo col governo.
In Italia, all'epoca, le rivolte popolari erano abbastanza frequenti. Nella Sicilia pre unitaria, poi, erano frequentissime (contro il governo di Napoli). A naso, avrei qualche dubbio a registrare il sette e mezzo nel quadro di una guerra contro il governo unitario.
Quanto ai fatti di Milano, il box che hai aggiunto è davvero divertente. Ho l'impressione che tu non eri nel gruppetto che a Napoli accolse Vittorio Emanuele al primo rientro ufficiale in Italia con lanci di petali di rosa (fuori un gruppetto neoborbonico completava lo spettacolo).
Non spetta a noi riparare i torti definitori sabaudi, veri o presunti. Torno a ribadirlo: l'unico nome con cui il brigantaggio è conosciuto è "brigantaggio". Poi, i marxisti vi hanno voluto vedere un anticipo di rivoluzione proletaria antiborghese (facendo intendere che, se ci fossero stati loro...), alcuni cattolici tradizionalisti il corrispondente italiano della Vandea, i neoborbonici (?!) una nostalgia per il passato. Troppe interpretazioni per un fenomeno solo, anche se sfaccettato. Se proprio si vuole fare una voce apposita, lo si chiami Brigantaggio meridionale postunitario. --Duroy (msg) 19:47, 15 giu 2008 (CEST)[rispondi]
giusto qualche precisazione per Duroy: il corrispettivo italiano della Vandea per i cattolici (non solo i tradizionalisti che oltretutto tecnicamente non esistono nel senso che intendiamo oggi) è stato il Viva Maria...vero è che in quel momento la Chiesa era ovviamente dalla parte dei Borbone (avevano un nemico comune) e che ogni cattolico dovrebbe odiare i Savoia per aver conquistato lo Stato Pontificio, ma sicuramente il brigantaggio nonostante la forte matrice anticlericale del neo-regno, non è stato un episodio controrivoluzionario da intendere nel senso di Vandea e Viva Maria. Poi i marxisti considerano la RF come loro predecessore, per ovvi motivi "culturali" (ti ricordi il discorso di cui ti parlavo riguardo la storiografia vandeana) non avrebbero potuto appoggiare della gente monarchica (e cattolica) che si ribellò contro un paese formato da una (specie di) "rivoluzionario" come Garibaldi e uno dei pochi monarchi che aveva invaso lo Stato Pontificio (non per niente come si chiamavano le brigate partigiane comuniste o le brigate della guerra di spagna? Crocco?! :D). Sul voto del '46, ci hanno scritto libri, ma, anche se è riduttivo, secondo me si potrebbe riassumere dicendo che: il Regno d'Italia dopo l'errore commesso cercò poi di riallacciare i rapporti con il Vaticano, passando da un estremo all'altro, cioè al concordato e poi bisogna ricordare che il sud è molto più cattolico del nord o cmq è meno anticlericale e per un cattolico la monarchia resta la migliore forma di governo possibile, a questo aggiungi, quello che potrebbe essere uno dei motivi di quel voto :), un detto siciliano che recita: "megghiu u' tintu canusciutu ca u bonu a' canusciri" che si "traduce": "meglio un cattivo conosciuto piuttosto che un buono sconosciuto" ;) Ripeto secondo me è giusto che l'argomento vada trattato separatamente, ma wikipedia non può inventarsi titoli -- Eltharion Scrivimi 20:24, 15 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Non mi pare che stiamo facendo progressi[modifica wikitesto]

Carissimi, mi pare che la proposta di spostare il conflitto italiano meridionale sia risultata minoritaria. Perché ostinarsi con questa proposta?

Piuttosto, la voce mi pare ancora piuttosto carente. Nella discussione molti si professano esperti (io non lo sono), ma vedo che mancano parecchie fonti, non esistono praticamente note. Perché non ci concentriamo sui contenuti, invece che sulla forma? Ad es.: c'è un ottimo catalogo che ho trovato di una mostra sul brigantaggio fatta a Napoli nel 1984. --Guarracino (msg) 09:34, 16 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Che la voce possa essere meglio articolata è probabile; che debba essere screditata con quel bel POV in testa alla pagina per il solo motivo che il suo nome è quello con il quale è effettivamente conosciuto mi sembra francamente eccessivo. Vi sono troppe sfumature e posizioni differenti nei fatti di quel periodo per pretendere che una sola parola le rispecchi appieno. Meglio lasciare Brigantaggio come titolo e articolare bene la voce per chiarirne i vari aspetti. Però quel POV andrebbe tolto IMO al più presto. --Pigr8 mi consenta... 03:12, 17 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Concordo pienamente con quanto dici. Mi pare che la posizione di Tamburellista sia isolata. Come ci si regola in questo casi? Esiste una procedura di ostracismo ;-) ? Più seriamente: mettiamo ai voti la rimozione del POV?--Guarracino (msg) 09:26, 17 giu 2008 (CEST)[rispondi]
no wikipedia è più moderna! :D vd. Wikipedia:Consenso: deve essere tamburellista stesso a togliere il template per mancanza di consenso -- Eltharion Scrivimi 10:19, 17 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Il POV IMHO e' discutibile, tuttavia la voce cosi' come si presenta e' scombinata: attorno ad un presunto asse portante che immagino sia il brigantaggio nel ex Regno delle due Sicilie a seguito dell' annessione, si trovano paragrafi sul Passator Cortese, brigantaggio di fine secolo ed inizio secolo XX, Brigantaggio in Maremma, e sezioni per ora vuote su Sardegna e altre regioni. Ossia una macedonia di fatti e nomi che come comune denominatore hanno solo il fatto di essere avvenuti nella penisola italiana nei secoli XIX e XX. Direi da considerare di aprire nuove voci, eventualmente creare una breve voce quadro tipo: brigantaggio post unità italiana. Incidentalmente in ogni caso il nome di questa presente voce andrebbe cambiato almeno in brigantaggio italiano, poiche' si parla solo di questo e non del brigantaggio in generale, che pure necessiterebbe di una voce sua. --Bramfab Discorriamo 11:51, 18 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Concordo anche io che la voce è molto scombinata, probabilmente risultato di editing incoerenti e poco coordinati dalla discussione (che come leggi ha posizioni diametralmente opposte). Dalla discussione, però, mi pare di capire che l'argomento sia visto come principalmente brigantaggio postunitario in Italia meridionale (cosa che mi vedrebbe d'accordo). Le altre accezioni sono considerate meno rilevanti e da relegare in voci secondarie. Secondo questo schema ho cercato di aprire la voce Brigante, però anche quella sta procedendo un po' per la tangente.--Guarracino (msg) 16:07, 18 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Ho visto, ma anche in brigante, come indirettamente osservi, vi e' da capire di cosa si vuol parlare: brigante in generale o casi italiani? e casi italiani di tutte le epoche o limitati ad un certo periodo storico? --Bramfab Discorriamo 16:49, 18 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Brigante dovrebbe essere una voce generale, da discusso sopra. Ciao, --Guarracino (msg) 09:14, 19 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Proposta di organizzazione dei paragrafi[modifica wikitesto]

Tornando a bomba, per l'organizzazione dei paragrafi (in particolare il 3°), la mia proposta:

  • eliminare le sezioni vuote (non ve la prendete, quando ci sarà qualcosa da dire si scriveranno)
  • rinominare "Conflitto italiano meridionale" in "Brigantaggio meridionale" (il termine più frequentemente riportato, vedi mio intervento precedente)
  • "Basilicata" sotto "Brigantaggio meridionale" e "Maremma" parallelo a questo.
  • ... anche se c'è un sacco di sovrapposizione tra "Basilicata" e "Conflitto italiano meridionale". Forse parte di "Basilicata" dovrebbe andare sotto "Brigantaggio meridionale".--Guarracino (msg) 15:16, 19 giu 2008 (CEST)[rispondi]
  • eliminare il par "citazioni" lasciandone solo 1 max 2 distribuite nel testo e trasferire il tutto su wikiquote, ovviamente linkato nel testo nel paragrafo "altri progetti" (non dimentichiamo che abbiamo un progetto apposito per le citazioni!) e riordino parte finale secondo schema di Aiuto:Note

Per capirci, in sintesi:

1 Etimologia e definizioni 
2 Brigantaggio prima dell'unità d'Italia
3 Brigantaggio post-unitario 
 3.1 Brigantaggio meridionale 
  3.1.1 L'inizio della rivolta 1860-61 
  3.1.2 La repressione di Cialdini 1861-66 
  3.1.3 La continuazione sporadica della rivolta 1866-70 
  3.1.4 Brigantaggio in Basilicata 
  3.1.5 Esito e conseguenze 
  3.1.6 Il dibattito storiografico 
 3.2 Brigantaggio in Maremma 
4 Note 
5 Bibliografia 
 5.1 Filmografia 
6 Voci correlate
7 Altri Progetti 
8 Collegamenti esterni 
 8.1 Video

Questo per i titoli, poi si vedrà il contenuto. Non escludo neanche che in seguito si potrebbe pensare di effettuare, uno scorporo del paragrafo 3.1 ("Brigantaggio meridionale") se la struttura della voce risultasse eccessivamente squilibrata tra le diverse parti. Bye. --Retaggio (msg) 11:11, 19 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Intanto ho creato la voce Brigantaggio su Wikiquote e inserito il link in "altri progetti". --Retaggio (msg) 17:38, 19 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Ho effettuato la modifica proposta. --Retaggio (msg) 18:46, 25 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Concordate sulla necessità di una revisione della voce ma a me e gli altri che contestano il termine brigantaggio riferito al conflitto meridionale dovete concedere almeno un sottotitolo ossia redirect per la regola pertinente il consenso in questo progetto: infatti si consideri che il primo a esprimersi mi ha dato totalmente ragione come potete vedere sopra in richiesta di pareri. Dunque tenetevi pure il titolo principale di un apposito articolo intitolato [brigantaggio italiano meridionale 1861-69] ma aggiungete un sottotitolo quale [repressione in sud Italia 1861-69] o altri ma senza la parola brigantaggio: considerate l'esempio di Stato socialista con sottotitoli Stato comunista e socialismo reale.--Tamburellista (msg) 19:09, 23 giu 2008 (CEST)[rispondi]

@Tamburellista: Premesso che in wikipedia non ci sono sottotitoli (ossia l' enciclopedia non e' un giornale) mi sembra che l' organizzazione proposta con i paragrafi 3.1 e sottostanti renda quello che si intende e sopratutto la renda in accordo agli studi storici sul periodo.--Bramfab Discorriamo 12:11, 24 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Tamburellista se ti riferisci a credo ti riferisci a me, è vero concordo con te, però devi ammettere che la voce è cambiata molto da allora, ed è molto migliorata, quindi penso che la proposta di retaggio sia buona, considerando sempre la voce Brigante per dare la definizione generica...-- Eltharion Scrivimi 12:50, 24 giu 2008 (CEST)[rispondi]

mi riferisco a un altro ma la tua opinione è simile alla mia comunque se mi collegate un sottotitolo-redirect senza la parola brigantaggio, rimuoverò l'avviso POV.--Tamburellista (msg) 17:29, 25 giu 2008 (CEST)[rispondi]

La prima e più importante frase che si legge, dopo la citazione è:

«Già nell'ultima fase della spedizione dei mille i borbonici, asserragliati a nord del Volturno intorno Gaeta, avevano deciso di fare ricorso a formazioni armate irregolari a supporto delle truppe regolari»

Non ci andrebbe meglio un'introduzione al problema? Già sarebbe meglio anticipare la seconda frase:

«Il periodo di più aspra lotta brigantesca si apre nel Mezzogiorno d'Italia all'indomani della spedizione dei mille e della conseguente annessione del Regno delle Due Sicilie al nuovo Regno d'Italia.... »

Magari cambiandola in qualcosa come:

«All'indomani della spedizione dei mille e della conseguente annessione del Regno delle Due Sicilie al nuovo Regno d'Italia, diverse fasce della popolazione meridionale cominciarono ad esprimere il proprio malcontento verso il processo di unificazione, e si cominciarono a formare gruppi formati da ex soldati del disciolto esercito napoletano, rimasti fedeli alla dinastia borbonica, da contadini e pastori che lottavano contro i proprietari terrieri e i latifondisti. Tra questi si inserirono anche malviventi e latitanti, adusi a vivere alla macchia. I contadini, in particolare, lamentavano la continuità dello sfruttamento da parte dei padroni terrieri i quali, in continuità rispetto al dominio borbonico, continuavano a detenere gran parte della terra del meridione, rendendo i contadini di fatto servi della gleba.»

Che ve ne pare?--Guarracino (msg) 11:17, 10 lug 2008 (CEST)[rispondi]

Che vorrei l' aggiunta di un paio di fonti qualificate. Che almeno spieghino perché' i contadini decisero di lamentarsi solo dopo la caduta borbonica--Bramfab Discorriamo 11:20, 10 lug 2008 (CEST)[rispondi]

Hai ragione. Come dicevo sopra, non sono uno storico. Queste cose si trovano sul Villari, ma forse qualcuno con maggiore esperienza in materia potrebbe commentare. Comunque, sul merito la cosa è semplice: sotto i Borbone erano abituati a subire una repressione. Dopo Garibaldi si erano illusi che le cose sarebbero andate meglio, ma invece sono andate addirittura peggio. Quindi hanno cominciato a lottare. I motivi che spingono la gente a rischiare la pelle sono sempre legati ai bisogni primari (pane, terra, ...)--Guarracino (msg) 11:45, 11 lug 2008 (CEST)[rispondi]
Comunque, il testo che propongo c'è già nell'articolo. Concordo sulle referenze, ma non si tratta di una modifica sostanziale, piuttosto un riordino per una lettura più agevole. Io comincerei a scriverlo, aggiungento un "citazione necessaria". D'accordo?--Guarracino (msg) 12:11, 11 lug 2008 (CEST)[rispondi]
Sicuramente servono delle citazioni ed anche un riordino linguistico della voce, in alcuni frasi si fatica persino a capire chi fa cosa.--Bramfab Discorriamo 13:41, 11 lug 2008 (CEST)[rispondi]
OK, ho fatto una revisione della prima parte, con indicazione di qualche citazione, ove necessario. Spero che ci siano altri contributi migliori del mio. Se ho tempo, cerco del materiale di riferimento (ma non sono sicuro di riuscirci entro l'estate).--Guarracino (msg) 14:01, 14 lug 2008 (CEST)[rispondi]

alla cortese attenzione[modifica wikitesto]

non so chi abbia scritto questa pagina, e metto subito in chiaro che purtroppo non ho potuto leggere TUTTI i commenti in questa discuassione, ma ci tengo a dire che i briganti, in modo particolare quelli della Basilicata (ma non solo), non possono venire considerati degli anti-unitari. Prendiamo a esempio Carmine Crocco Donatelli: nella sua autobiografia potrete leggere che lui, come i suoi "compagni", prima dell'Unità combattevano contro i Borbonici e a favore dei Piemontesi, dopo l'Unità combattevano contro i Piemontesi e a favore dei leggittimisti borbonici. Perchè? Perchè erano BANDITI. E come tutti i banditi combattevano per se stessi e per chi poteva aiutarli (prima dell'Unità a favore dei piemontesi che promettevano la redistribuzione delle terre - ricordatevi anche che Crocco e gli altri briganti erano figli di contadini - dopo l'Unità per i borbonici che promettevano che se fossero tornati al potere avrebbero eliminato tasse sui raccolti, servizio di leva e latifondismo). I briganti diventavano briganti politici solo per questo: si chiama opportunismo. Ciò che spesso non si capisce è che al cosidetto sud d'Italia (espressione troppo generica che a me non piace molto) "politica" è una parola astratta e senza significato: nel Regno delle Due Sicilie la situazione era così precaria che i contadini vivevano ancora sotto i signorotti (residuo dei feudatari del Medioevo), e che avrebbero combattuto CON chiunque gli avesse promesso un pò di benessere in più. Le ideologie politiche o gli ideali risorgimentali non contavano (e a ben pensarci non sono mai contate: vi pare un caso che la maggior parte dei voti dei qualunquisti veniva dal sud?).

In risposta a un commento che dice che il Regno delle due Sicile non era arretrato: si ricordi che, anche se i Borboni erano i regnati più ricchi d'Europa, la linea ferroviaria andava da Napoli a Salerno e la situazione di povertà economica e culturale del popolo era tale che, nel 1870, a Latronico cinque giovani vennero fucilati come disertori perchè nessuno dei 2.000 abitanti dell'epoca sapeva leggere il manifesto d'avviso ai giovani appeso nella piazza principale del paese.Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Luke18389 (discussioni · contributi).

Quest'ultimo commento scritto dall'utente sopra intervenuto, fa capire cos'erano i piemontesi per il Meridione, infatti furono FUCILATI 5 RAGAZZI PERCHE' NON SAPEVANO LEGGERE! , oppure la tassa sul macinato e la leva obbligatoria menzionata dallo stesso utente qui sopra erano sconosciute al Regno delle Due Sicilie, e furono invece brutalmente introdotte dai Piemontesi, quindi a ben vedere il tessuto socio-economico del meridione fu sconvolto con l'Unità e questo non potè che creare inesorabilmente la protesta o Guerra civile detta erroneamente Brigantaggio.

Ancora qualcuno non riesce a capire o mette in dubbio la valenza storico-sociale di questo fenomeno. --Brigante lucano aka Il conte 12:25, 13 ago 2008 (CEST)[rispondi]

Attenzione mio conterraneo lucano, qui si fa confusione!
la leva obbligatoria esisteva eccome nel Regno delle Due Sicilie (dimentichi che nella sua autobiografia Crocco dice di averla fatta, prima a Napoli e poi a Palermo, a partire dal 26 marzo 1849, nella II compagnia del I reggimento d'artiglieria? - se non ci credi la sua autobiografia si può scaricare sul sito delle Edizioni Trabant).

La tassa sul macinato e affini c'erano, ma sotto un'altra forma: i contadini pagavano le gabelle ai signorotti ai quali apparteneva il terreno. Che i piemontesi non siano stati all'altezza di fronteggiare i problemi sociali del meridione d'Italia è un dato di fatto della storia, ma il brigantaggio esisteva (in misura minore) anche prima e sotto ben altra forma: lo stesso Crocco assalì la cittadina di Atella in nome dei Savoia e Garibaldi! Ciò che mi preme, e credo che dovrebbe premere a ogni amante della verità, è restituire ai briganti lucani il loro vero volto (per quanto ingrato) di semplici banditi opportunisti, e non quello di novelli Braveheart alla Mel Gibson, che avrebbero combattuto contro un re cattivo o per aiutare i poveri (quando mai!) o per una qualche fedeltà verso i Borboni (che al sud non è mai esistita).Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Luke18389 (discussioni · contributi).

unisco questi paragrafi perché non si risponde ogni volta con un nuovo capitolo (quello serve solo per cambiare argomento) inoltre ricordo a Luke che deve firmare i suoi interventi con i 4 tilde e poi che le tue sono opinioni che possono anche non essere condivise, su Crocco ad esempio non è stato l'unico brigante esistente e non tutti erano come lui, tra l'altro come sappiamo ogni brigante aveva una storia ed un "ideologia" diversa, Crocco quindi rappresenta solo un certo tipo brigante, non "IL brigante"...sul discorso della tassa del macinato, non sono esperto in materia, per esperienza personale della mia famiglia vi posso dire che noi che eravamo dei proprietari terrieri di discreta importanza avevamo un forno accanto alla casa della mia famiglia che si trovava in un paese vicino Trapani (allora vivevano in una specie di palazzo tutto loro dove ci vivevano anche i figli dopo sposati, mio padre stesso li ci ha trascorso l'infanzia, ci stavano praticamente 2/3 famiglie) dopo l'unità d'Italia siccome ovviamente le terre erano fuori il paese, hanno costruito un nuovo forno nei suoi terreni e per non pagare la tassa entrava in paese con il pane già fatto, ora purtroppo quel forno è mezzo distrutto per colpa delle "Grandi manovre" (anche se si sono fatti risarcire i danni non lo hanno più ricostruito). Ora questa è una materia che sto ancora approfondento perché da siciliano non posso non conoscere la storia della mia terra, però ad esempio questo fatto che con le Due Sicilie noi eravamo discreti proprietari terrieri e i miei avi venivano sepolti insieme ai nobili siciliani nonostante non erano nobili (Leopold me lo ha confermato) mentre con il regno d'Italia mio nonno ha avuto la metà delle terre e molte le ha pure dovute vendere per necessità economiche mentre prima erano piuttosto ricchi, questi ad esempio sono interrogativi che mi sono posto senza però trovare risposta se non quella banale ed immediata che con le Due Sicilie si stava meglio, nonostante per ignoranza in materia non posso (per il momento) confermarlo o smentirlo Ps:{{WNF}} quindi non divagate/iamo troppo  Eltharion Scrivimi 10:52, 14 ago 2008 (CEST)[rispondi]

Visto che si parla di esperienze vissute, i miei avi vendettero una masseria con quindici ettari di terreno prima dell'Unità, misero i soldi in banca, ma subito dopo l'Unità quei soldi furono requisiti dai piemontesi e mai più restituiti! E quindi sono dovuti emigrare per povertà!!

Poi mi riallaccio all'utente Luke18389 , leggi bene l'autobiografia di Crocco, così riesci a capire in che modo si viveva allora e come il brigantaggio sia nato in forma di ribellione di popolo. Noi per la nuova Italia dovevamo essere la colonia da sfruttare, e se ci pensi bene è ancora tutt'ora così. Secondo te se il Meridione si sviluppasse, ci sarebbero soldati? insegnanti per il nord? passeggeri (emigranti) che prenderebbero i treni? o che pagherebbero l'autostrada? Ad ogni esodo, a Natale o Ferragosto, i 14 milioni di italiani (che non sono vacanzieri ma emigranti che tornano al Meridione) che si muovono fanno aumentare il PIL dello stato di 25 punti percentuale! Questi 14 milioni che muovono il PIL siamo tutti noi meridionali che torniamo dai nostri cari!! Secondo te siamo o non siamo una colonia?? Pensaci bene, vai a vedere gli archivi STATISTICI e noterai che nel Meridione fino al 1860 non esisteva emigrazione, nelle Americhe emigravano: LIGURI, LOMBARDI E VENETI!!! P.S. Oltre a Crocco ti consiglio di leggere Pedio, Nitti, Gramsci e Giustino Fortunato alcune delle miriadi di fonti che comprovano il fatto che il Brigantaggio sia stato una Guerra civile--Brigante lucano aka Il conte 12:05, 14 ago 2008 (CEST)[rispondi]

FUCILATI PERCHE'NON SAPEVANO LEGGERE?!? Attenzione!Credo che ufficialmente vennero fucilati perchè RENITENTI alla leva obbligatoria e non perchè non sapessero leggere! Anche se i "civili" piemontesi, nei confronti della popolazione meridionale ,si comportarono peggio dei barbari credo che la colpa di queste abominevoli fucilazioni di giovani innocenti era dei comuni che non si preoccupavano affatto di spiegare all'enorme massa di analfabeti cosa c'era scritto sui vari bandi che venivano affissi sui muri dei municipi ( e pensare che all'epoca esisteva il mestiere del "banditore" cioè colui che - iettannu ù bannu- leggeva ad alta voce le comunicazioni in modo che tutti potessero sentire e capire).Per quanto riguarda il SERVIZIO DI LEVA, durante il periodo borbonico esisteva ma era a sorteggio ( in ogni comune veniva sorteggiato un certo numero di ragazzi che dovevano partire per il servizio militare).Nella maggioranza dei casi l'essere sorteggiato era una fortuna immensa perchè la leva era salariata ,quindi quei giovani ricevevano uno stipendio mensile col quale facevano mangiare tutta la loro famiglia!! Con la conquista piemontese le cose cambiarono: la leva divenne obbligatoria per tutti e non veniva retribuita,durava 4 anni e si doveva partire per il lontano nord,inoltre il vecchio servizio militare borbonico era stato abolito e non veniva riconosciuto dal nuovo governo , ciò significava che chi aveva già prestato servizio sotto i borboni doveva riprestare servizio sotto i savoia!! Ma ve l'immaginate, ad esempio, un povero contadino dell'800, padre di famiglia numerosa, senza terra e senza un soldo che si vede portar via ,dal servizio di leva, tutti e cinque i figli maschi, dai 21 ai 28 anni , che sono le uniche braccia che lo aiutano nel faticoso lavoro dei campi? (... dei padroni ,per giunta!)- andate a nascondervi - avrà detto ai figli - quando ci saranno buone nuove vi manderò a chiamare- e quelli a furia di starsene rintanati nei boschi saranno diventati briganti...!! E le TASSE? Il regno delle due Sicilie aveva un primato , quello di far pagare meno tasse al popolo (solo 4) poi vennero i Piemontesi e aumentarono le tasse a dismisura.L'errore più grave fu proprio quello d'imporre le stesse Leggi amministrative del Piemonte sui nuovi territori occupati, infischiandosene della grave situazione economica in cui versavano i ceti più poveri, che erano impossibilitati ( ma non esentati!) dal pagare i tributi al nuovo Stato. Ciò scatenò la rabbia del popolo che sfociò,poi, nella rivolta brigantesca. gennaio 2011

Donne Briganti[modifica wikitesto]

Anche le donne hanno dato il loro apporto al brigantaggio (ci sono molte immagini dell' epoca). Propongo di creare una sezione distinta per loro. Tra l' altro credo che questa sezione attirera' molto gli interessi dei visitatori stranieri che saranno invogliati a tradurre nelle loro lingue la sezione.Questo commento senza la firma utente è stato inserito da TenaxRc (discussioni · contributi). LE BRIGANTESSE -PRIME FEMMINISTE DELLA STORIA D'ITALIA. Sui video di youtube, riguardanti le brigantesse , ho letto alcuni commenti che mi hanno lasciato molto perplessa.Alcuni utenti paragonano le brigantesse dell'ottocento alle brigatiste degli anni di piombo!! Il paragone non regge! Non c'è nessuna similitudine tra le due categorie di donne!!! Le brigantesse non combattevano contro lo stato italiano,ma si battevano per un loro riscatto personale in un mondo che era comandato dagli uomini! Potremo dire che le brigantesse ,in un certo senso, furono le antenate delle femministe ,non delle terroriste!! Le brigantesse,infatti, furono le prime a raggiungere dei record storici: prime donne a combattere insieme agli uomini, prime donne ad indossare abiti maschili, prime donne a cavalcare come gli uomini, prime donne a "liberarsi" di mariti-padroni, prime donne a sciogliersi i capelli ( era una cosa vergognosa per l'epoca) prime donne ad avere ruoli di responsabilità all'interno delle bande, prime donne a prendere il comando della banda alla morte del capo-amante... Se poi ci soffermiamo a pensare che le brigantesse erano tutte donne MERIDIONALI dell'800 aggiungiamo un altro importante record!!! Angelica,20 dicembre 2011

BRIGANTAGGIO PIEMONTESE[modifica wikitesto]

Nel periodo tra il 1797 e il 1808 ( per considerare solo i fenomeni più estesi)si è sviluppato un fenomeno abbastanza intenso di brigantaggio anche in Piemonte( caso Maijno della Spinetta, i barbetti i fratelli di Narzole ecc.). Il fenomeno ha preceduto l'invasione francese, anche se in forma ridotta, si è sviluppato con le carestie e le distruzioni degli ultimi anni del 1700. l'impiego di truppe per debellarlo non è stato così irrilevante; la valutazione del fenomeno anche in altre regioni d'Italia è importante al fine di inquadrare e contestualizzare il brigantaggio meridionale, senza per questo voler negare i forti collegamenti con la reazione anti piemontese.

A proposito di BRIGANTI PIEMONTESI! Non bisogna dimenticare che durante la rivolta meridionale post-unitaria ci furono alcuni soldati dell'esercito Piemontese che disertarono per passare tra le file dei briganti meridionali.Come nel caso del soldato Carlo Gastaldi che si unì alla banda filo-borbonica del sergente Romano. (Il fatto è riportato nel libro "Terroni" di Pino Aprile , al cap."Briganti in famiglia").Il nome di Gastaldo viene menzionato anche sul sito di storia "Leonardo" insieme a quello di un altro piemontese passato dall'altra parte della "barricata", tale Antonio Pascone. Credo che bisogna aggiungere questi episodi alla voce poichè è molto significativo che due piemontesi passassero tra le file brigantesche,ben sapendo di rischiare la fucilazione per alto tradimento.

Da rivedere[modifica wikitesto]

Questa voce è tutta da rivedere, senza entrare troppo nello specifico delle regioni (la parte del brigantaggio in Basilicata parla quasi esclusivamente di Crocco). E poi bisognerebbe parlare anche un pò di quello calabrese che è stato molto attivo in quel periodo (persino la canzone Briganti Se More cita i briganti calabresi assieme a quelli lucani). --Generale Lee (posta) 10:35, 12 nov 2008 (CET)[rispondi]

Io trovo che nella voce si parli del fenomeno in modo molto approssimativo e non si entri affatto nello specifico , bisognerebbe parlare di più dei fatti di brigantaggio ( ben specificandone le cause che portarono alla rivolta)e meno dei singoli briganti ( per i quali è stata creata un'altra voce).Sembra quasi di leggere uno dei tanti testi scolastici che ti fanno studiare a scuola ma che alla fine non ti dicono niente! La repressione piemontese,poi, è solo accennata mentre se ne dovrebbe parlare molto approfonditamente , perchè tutti debbono sapere cosa è successo veramente. A tal proposito volevo farvi sapere che qualche anno fa andai a curiosare sul sito dei bersaglieri(o era quello dei carabinieri? Adesso mi viene il dubbio) per vedere cosa dicessero sulla questione del brigantaggio meridionale e,con mia grande sorpresa, trovai qualche timido accenno alla -repressione- scaricandone , ovviamente ,le colpe su isolati gruppi di soldati sbandati.Però, devo essere sincera, già il fatto che comincino ad ammettere qualche colpa è buon segno! Forse i tempi sono maturi...???

Alcuni dubbi[modifica wikitesto]

1) Il banco di Napoli e quello di Sicilia esistono e sono tutt'ora sostanzialmente autonomi, pur all'interno delle recenti fusioni. Inoltre sono rimasti istituti di emissione fino al 1929 (vedi voce "Banca Romana"). Non mi riesce di capire in che modo possa essere avvenuto lo scippo di risparmi, a meno che non siano stati essi stessi a dirottare risorse al nord;

2)i dati sulla repressione: circa 9.000 fucilati in un anno sono veramente tanti, data l'epoca. Forse non li hanno fatti nemmeno i Tedeschi durante la Resistenza. Non mi stupirei che i dati siano stati gonfiati da qualche funzionario infedele interessato a screditare il nascente Stato Italiano;

3) i guerriglieri, dal canto loro, come si comportavano, in che cosa consistevano le loro azioni, sono stati i soldati Italiani (non solo Piemontesi) ad iniziare per primi le atrocità?

4) (ultimo ma non minore) la creazione di uno Stato Nazionale era un compito storicamente giusto? (clau II 4-1-09)

Ancora opinioni sulla terminologia. Finalmente, fra Diavolo, comincia a non essere solo un film di Stanlio e Ollio. Personalmente il termine brigante o brigantaggio lo ritengo fuorviante e indicativo solo del legame che queste persone avevano con il bosco, le foreste, gli anfratti, le valli e le montagne (importante anche quello). Per molti di loro il termine esatto sarebbe bandito, per altri guerrigliero (ovvero che parteggia per una parte politica e adotta una tecnica di guerra), per altri ancora patriota (che difende la sua terra dall'invasore straniero), per tanti briganti l'appellativo adatto sarebbe ribelle e infine moltissimo hanno una storia controversa in parte da patriota, in parte da ribelle e in parte da bandito. Ma questo modo di vedere la Storia (o microstoria, nella sua accezione positiva) di ogni singolo "brigante", di ogni epoca esso sia (del periodo spagnolo piuttosto che napoleonico; borbonico oppure post-unitario) comporta studio, approfondimento, non far di tutta l'erba un fascio e distinguere da periodo a periodo. La cosa non è affatto semplificabile, ma è difficile. Significa tener salda la barra della ricerca storica distinta da opinioni che hanno a che fare con valutazioni ideologiche e che non permettono una conoscenza profonda del fenomeno.

Guarda, io feci un seminario di storia all'Università 15 anni fa e già allora si parlava di un regno fiorente (Due Sicilie) che fu depredato di tutte le sue ricchezze dai piemontesi per rinsanare le casse del Piemonte per le esose spese della conquista degli stati peninsulari. Poi si parlava del brigantaggio ed era definito come una guerra partigiana a cui parteciparano sia contadini che uomini di cultura e in molti casi anche nobili (due briganti dell'alto cosentino erano di famiglia nobile). Questa ricerca storica era anche rafforzata dagli studi statistici che evidenziavano come l'emigrazione dal meridione era assente e invece, viceversa, il Sud riceveva immigrati sia dalle regioni del centro-nord italia e sia da zone depresse del nord Europa (nel salernitano è diffuso il cognome Helzen che deriva dalla Germania orientale, oppure in molte zone della Calabria è diffuso il cognome Alberto tipico piemontese ed infine la diffusione dei dialetti gallo-italici in Basilicata del nord derivanti da immigrazione dal Monferrato). Quindi per fortuna la storia sta rivalutando il fenomeno e ora si parla sempre più di una guerra civile e non di mero banditismo.--Antonio Romario 08:11, 16 apr 2009 (CEST)

Hanno chiamato criminali gente che è morta per la libertà ma purtroppo questo vale per tutti coloro che si sono battutti veramenti a favore dei diritti umani, non solo i Briganti ma altre figure rivoluzionare durante la storia della nostra Italia sono stati demonizzati, senza considerare che i veri criminali sono quelli che si impongono con la forza e la violenza per di occupare illegittimamente le terre e i paesi altrui, è sempre avvenuto, avviene ed avverrà sempre, perchè se ci sono stati dei criminali, quelli sono state le truppe Sabaude che con la scusa della repressione del Brigantaggio si sono appropriati illegittimamente delle terre del Sud, hanno massacrato e giustiziato centinaia di contadini innocenti che nulla centravano col movimento rivoluzionario di Carmine Crocco e Nino Nanco, senza contare le decine e decine di donne barbaramente violentate e stuprate dagli ufficiali Sabaudi. Molte volte a scuola durante le lezioni di storia, addirittura professori ingnoranti associavano al Bringantaggio la figura e la nascita del fenomeno moderno della Camorra, senza sapere che Enrico Cialdini si fece corrompere proprio dai Cammorristi dell'Onorata Società, al tempo dei Borboni duramente repressa e costretta a vivere come Loggia Massonica e infatti l'esercito Piemontese usò gli uomini dell'Onorata Società come strumento di terrore tra la popolazione contadina che giustamente rivendicava la proprietà delle proprie terre secondo leggi che non sono state mai approvate a causa dell'occupazione Sabauda. Alla fine i veri Briganti e Criminali sono sempre gli uomini di potere e non la povera gente che giustamente rivendica i propri diritti barbaramente usurpati.

il brigantaggio come forma di resistenza.[modifica wikitesto]

[[1]]

Rimosso. Ho provato a contribuire parlando delle cause, non delle favolette degli eroi in giubba rossa.

Proposte per una migliore sistemazione formale e contenutistica della pagina[modifica wikitesto]

Ho una serie di proposte per questa pagina.

Partendo con il notare che la pagina pecca nell’«accomunare criminali comuni ossia banditi con i guerriglieri antisabaudi che comprendevano pure reazionari borbonici e repubblicani che combattevano per una causa politica», come scritto nella nota in testa, attualmente ci troviamo di fronte a una pagina tutto sommato scarna rispetto alla vastità dell’argomento, pessimamente organizzata, lievemente di parte e che, a mio avviso, dovrebbe far parte di un progetto di più ampio respiro.

La pagina è a mio avviso scarna perché insiste molto poco sul brigantaggio anti-francese del triennio 1806-1809 (ad esempio: dove sono Fra' Diavolo e i compagni dell’insurrezione calabrese?), perché si occupa malamente di quello post-unitario (perché nella bibliografia – sospettosamente ampia per una pagina così piccola – mancano gli studi di Tommaso Pedio, il massimo storiografo dell’argomento? Dove è nel dibattito storiografico la sua tesi, che voleva la rivolta banditesca una ribellione dei «pària» contro i «galantuomini» che «avevano cambiato bandiera ma non avevano cambiato mestiere»?)

Pessimamente organizzata: qualcuno, in questa pagina di discussione, si lamenta della mancanza di citazioni sui briganti di quel o quell’altro posto. Bisogna dividere la sezione del brigantaggio post-unitario anche in sottosezioni geografiche. Branche più grandi, come per esempio il brigantaggio lucano, meritano una pagina tutta loro con relativo collegamento.

Lievemente di parte: nell’incipit trovo scritto: «Gli autori della resistenza furono infatti definiti, in senso dispregiativo, briganti dai sabaudi.» Ma qualcuno ricorda che, ad esempio, lo stesso Carmine Crocco si definiva brigante nei suoi scritti? Se il termine è inteso nel suo senso etimologico di «chi genera briga, disordine» , che senso ha scrivere una cosa nell’incipit e poi cercare di correggersi mettendo il collegamento con la pagina brigante. In più, si trovano qui, ancora una volta, quelle parole che Crocco non ha mai pronunciato («E intorno a noi il timore e la complicità di un popolo…») a introdurre il brigantaggio lucano, sarebbe preferibile una citazione autentica (ce ne sono in wikiquote) e non una attribuita.


Per la risoluzione di questi problemi, propongo quanto segue:

  • inserimento del materiale di Pedio nel dibattito storiografico
  • citazioni dagli studi storiografici, non frasi attribuite ai briganti
  • più note
  • creazione di un Portale Brigantaggio che raccolga tutte le pagine dell’argomento
  • ristrutturazione della pagina secondo una marcata linea-guida:
Brigantaggio
  • Incipit: presentazione del brigantaggio, origini del fenomeno dal medioevo. Sottolineatura del fenomeno pre e post unitario, citazione dei principali protagonisti.
  • Origine del fenomeno: Origini del brigantaggio nell’epoca romana, cenni al brigantaggio come formazione paramilitare nella Germania del XV-XVI secolo, approfondimento sul brigantaggio italiano.
  • Brigantaggio anti-fracese (o pre-unitario): Insurrezione calabrese (1806-1809) La rivolta anti-francese nel decennio napoleonico in Italia
  • Brigantaggio post-unitario: Origini storiche, specificando attentamente le fonti, del brigantaggio post-unitario nel Meridione d’Italia. Specificazioni sui briganti: diversificare i briganti comuni (contadini, galeotti, garibaldini delusi, ecc.) dai partigiani del Regno delle Due Sicilie o di altri stati pre-unitari (a questo proposito, sarebbe bene aggiornare e ampliare la pagina di José Borjes).
    • I briganti in Calabria: Storia e personaggi del brigantaggio in Calabria.
    • I briganti in Toscana: Storia e personaggi del brigantaggio in Toscana, in particolare la Maremma.
    • I briganti in Sardegna: Storia e personaggi del brigantaggio in Sardegna.
    • I briganti in Sicilia: Storia e personaggi del brigantaggio in Sicilia.
    • I briganti in Campania: Storia e personaggi del brigantaggio in Campania.
    • I briganti in Puglia: Storia e personaggi del brigantaggio in Puglia.
    • I briganti in Abruzzo: Storia e personaggi del brigantaggio in Abruzzo.
  • Dibattito storigografico sul fenomeno post-unitario: Storia della ricerca storica sul fenomeno, dalle «agiografie» post-risorgimentali agli studi più recenti. Bisogna cercare però di non dare troppo peso a tesi di parte, cercando anche qui di specificare meticolosamente le fonti, e di mettere in risalto, quando possibile, fonti dell’epoca (come, per esempio, l’autobiografia di Crocco e le sue interrogazioni penali, disponibili in appendice all’edizione dell’autobiografia curata da Pedio.)
  • Bigliografia e Fonti:Occorre separare le fonti reali della pagina dai semplici riferimenti bibliografici sull’argomento.

Attendo le vostre opinioni. Luke18389 (msg) 21:00, 23 nov 2009 (CET)[rispondi]

Ps: sarebbe bello evitare, nelle pagine di discussione, i "commenti" personali: wikipedia non è un blog.

@Luke: la tua (ultima di tempo) e' una proposta onesta di miglioramento della voce, che purtroppo si scontrerà con il forte POV politico a campanilistico che attira questo soggetto. Nel tuo elenco osservo che manca il brigantaggio del periodo post-napoleonico e pre-unitario, ben presente in Calabria, Basilicata, Campagnia e negli stati papalini (Passator Cortese & Co.), spesso "dimenticato" nella storiografia sul fenomeno, in quanto non vendibilei in un'ottica storica antiunitaria. Aggiungo che il termine brigantaggio venne inizialmente usato dai francesi per indicare i sanfedisti tant'e' vero che nella letteratura ottocentesca si trova anche il termine "brigataggio" , di simile assonanza ma che richiama maggiormente l'idea di grupppi di uomini organizzati (brigata dall'originario francese brigade) che brigante , sempre di origine francese ma con una valenza meno "militare". --Bramfab Discorriamo 11:08, 24 nov 2009 (CET)[rispondi]
Ringrazio dell'opinione positiva, ma faccio notare che ho inserito il brigantaggio post-napoleonico con il nome di brigantaggio pre-unitario o anti-francese - tra l'altro ho curato la pagina dell'Insurrezione calabrese (1806-1809). Dei sanfedisti non credo sia il caso di parlarne più di tanto, loro erano dei partigiani dei Borbone e il termine "brigante" per loro era esclusivamente spregiativo. Per quanto riguarda i POV politici-campanilistici, sincermente me ne frega poco: questa pagina va migliorata, riguarda un aspetto importantissimo della storia d'Italia e non la si può lasciare in mano ai filo-borbonici (nè, ovviamente, alle loro numerose nemesi).Luke18389 (msg) 13:49, 24 nov 2009 (CET)[rispondi]
Io intendevo il brigantaggio post fase anti-francese (o indifferente ai francesi, vedi il Passator Cortese) e pre unitario, che e' ben distinto dalla lotta antifrancese. I sanfedisti li ho citati perche' e' con loro che si inizia ad usare il termine brigantaggio o brigataggio in Italia, che poi questo fosse dispregiativo oppure no e' il medesimo uso per quello antisabaudo. Sulle incursioni dei POV politico-campanilistici e' solo un avviso, passeranno e ripasseranno pesantemente in questa voce anche quando la si riterra' sistemata.--Bramfab Discorriamo 15:02, 24 nov 2009 (CET)[rispondi]


@Luke18389

Sul brigantaggio non esiste solo Pedio, ma una infinità di fonti sia bibliografiche che dell'archivio centrale di Stato, te ne cito alcune cartacee:

  • Fulvio Izzo, "I Lager dei Savoia" (1999), Ed. Controcorrente
  • Di Fiore Gigi, "Controstoria dell'Unità d'Italia. Fatti e misfatti del Risorgimento", Ed. Rizzoli
  • Del Boca Lorenzo, "Indietro Savoia! Storia controcorrente del Risorgimento italiano", Ed. Piemme (collana Piemme pocket)
  • Del Boca Lorenzo, "Maledetti Savoia", Ed. Piemme (collana Piemme pocket)
  • L'unità truffaldina, Nicola Zitara (liberamente scaricabile in formato HTML o RTF)
  • Il Sud e l'unità d'Italia, Giuseppe Ressa e Alfonso Grasso (e-book)
  • La Storia Proibita - Quando i Piemontesi invasero il Sud - Autori Vari, Edizioni Controcorrente, Napoli 2001
  • Il Mezzogiorno e l'unità d'Italia, Carlo Scarfoglio, Parenti Firenze
  • L'Unità d'Italia: nascita di una colonia, Nicola Zitara
  • Tutta l'ègalitè, Nicola Zitara, estratto dalla rivista Separatismo
  • Memorie di quand'ero italiano, Nicola Zitara
  • Contro la questione meridionale, Capecelatro-Carlo, Savelli, Roma
  • L'unità d'Italia: guerra contadina e nascita del sottosviluppo del Sud, M. R. Cutrufelli, Bertani Editore, Verona
  • La conquista del Sud, Carlo Alianello, Rusconi Editore
  • I Savoia e il massacro del Sud, Antonio Ciano, Grandmelò
  • I panni sporchi dei Mille, Angela Pellicciari:(Liberal Edizioni)

A cui vanno aggiunti articoli di giornale nazionali

Come ben si può notare, c'è un dinamismo grandissimo a livello storico di questo paese, questo dinamismo non lo si può ridurre come 4 nostalgici neo borbonici, sarebbe veramente troppo riduttivo e magari anche offensivo verso tutti gli studiosi che stanno ricostruendo passo passo i lati oscuri del Risorgimento italiano. Wikipedia essendo una fonte secondaria deve per forza attenersi alle fonti primarie e siccome in questo caso ce ne sono tante e discordandi non si può ancora allo stato attuale trarre conclusioni e linee interpretative.--Brigante lucano aka Il conte 16:26, 24 nov 2009 (CET)[rispondi]

Concordo sulla necessità di rivedere la pagina, perlomeno in alcune sue parti, ma i commenti sul "lasciarla in mano ai filo-borbonici" o sulle "incursioni dei POV politico-campanilistici" non mi sembrano affatto un buon inizio per poterne discutere serenamente... --Mateola (msg) 20:10, 24 nov 2009 (CET)[rispondi]
Maledetti savoia, La conquista del sud e I savoia e il massacro del sud sono già presenti nella bibliografia, quindi presumo che i dati presenti in questi libri siano già integrati nella pagina. Il libro L'unità truffaldina non parla del fenomeno del brigantaggio, la stessa parola briganti appare solo 5 volte nell'intero testo: non capisco a che serva. Permane il fatto che Pedio, che non sarà l'unico storico sull'argomento ma è stato (forse) il migliore, non possa essere ignorato. Nei prossimi tempi inizierò a integrare gli studi e le tesi di Pedio nella pagina. Insisto nel sottolineare la necessità di creare un Portale Brigantaggio, ampliare il materiale sul brigantaggio toscano, sardo, siciliano e di altre regioni, e di creare pagine di approfondimento per le sezioni di maggiore spessore (ad es: Brigantaggio in Basilicata). I POV, filo o anti-borbonici o anti-filo-sabaudi che siano (non c'è poi tanta differenza quando si mistifica la storia) vanno evitati.
Pedio non può essere l'unica fonte, ormai ha fatto il suo tempo. La situazione è in dinamismo perché la posizione "tradizionale" è ormai in crisi e quindi difficile da mantenere, credo perciò sia il caso di insistere e poter presentare anche, per quanto possibile, il punto di vista di tutta una storiografia che va dal nord al sud che sta rivedendo e rivalutando moltissimi fatti salienti di quel periodo storico, quindi quello che penso io è: d'accordo con Luke di riorganizzare e riordinare al meglio la pagina, in disaccordo invece sul dare un' unica interpretazione storica, bisogna invece avere una visione ad ampio raggio. Per quanto riguarda il "mistifica", le centinaia di storici e studiosi che da oltre 30 anni stanno riscrivendo alcune parti di essa si basano su indagini e documenti storici (archivi di stato, testi, ecc) che hanno valenza quanto quelli "ufficiali" che abbiamo avuto fin'ora, quindi non vedo il mistificare nel fatto di creare un fatto storico pulendolo finalmente dalla retorica, scrivendolo col pricipio di avalutività e presentandolo così com'è stato, appunto un fatto storico (Weber insegna).--Brigante lucano aka Il conte 21:56, 24 nov 2009 (CET)[rispondi]
Qui parliamo senza capirci. Se dico che Pedio va integrato nel dibattito storiografico, come si può dire che lo si vuole essere l'unica fonte? Vogliamo scherzare? Che la posizione interpretativa "tradizionale" sia superata, il mio caro Pedio fu il primo a dirlo, non vedo perchè dovrei dargli torto. Ciò che sto cercando di dire, mi scuso se non sono stato abbastanza chiaro, è che questa pagina ha bisogno urgentemente di 4 cose:
  • più notizie sul brigantaggio pre e post napoleonico
  • più materiale sul brigantaggio post-unitario avvenuto in tutta la penisola
  • integrazione, nella pagina intera e nella sezione dibattito storiografico, di quante più posizioni interpretative possibili, cercando accompagnare le tesi (quando possibile) con citazioni o brani di documenti storici che hanno generato l'interpretazione stessa (questo tra l'altro sarà un buon filtro per qualche lavoro con scarse fonti), affinchè ci sia, oltre a un bel approfondimento, la massima trasparenza (wikipedia, in quanto usata come mezzo di tutoraggio dagli studenti, ne ha un bisogno disperato) su un tema così delicato, che oggettivamente attira POV come un parafulmine. Per avere un'idea su ciò che intendo con l'inserire citazione o brani di documenti, si veda il mio contributo per la l'epoca settentesca nella sezione storica nella pagina di Maratea.
  • più fonti (che consiglio di separe dalla semplice bibliografia) e più note. Una bibliografia essenziale soddisfacente DA INTEGRARE (leggi: da aggiungere) sull'argomento la si può trovare qui [2]

Spero di essermi spiegato al meglio. Luke18389 (msg) 23:32, 24 nov 2009 (CET)[rispondi]

Sopratutto rigore con le fonti: libri autoprodotti o quasi, autopubblicazioni in internet, blog e simili non sono accetti in nessuna voce di wikipedia e questa non fa eccezione. E niente ingiusto rilievo a tesi minoritarie, per quanto siano "rumorosamente" proposte --Bramfab Discorriamo 10:55, 25 nov 2009 (CET)[rispondi]

Dati di fatto contro i pregiudizi economici[modifica wikitesto]

Cari miei, le opinioni della storiografia ufficiale che vogliono un Sud pre-unitario povero e scarso di industrie si infrangono davanti ai dati di fatto. In questa pagina non sono riportati dati a tal proposito, e quando si parla di economia pre-unitaria si ricorre soprattutto a prese di posizione preconcette animate da scarso amore per l'esattezza e dal pressappochismo di chi è già pregno di pregiudizi. Ora riporterò qui dei dati, che spero mettano a tacere queste insinuazioni. In primis riporto qui il dossier di Daniele-Malanima (basato sui dati dei PIL regionali dal 1871 ad oggi), del CNR e dell'Università di Catanzaro, che ci fa capire come al momento dell'unità non esistesse sostanzialmente alcuna disparità economica tra nord e sud:

"Il prodotto delle regioni e il divario Nord-Sud in Italia (1861-2004)"[3]

E riporto testualmente: "Gli elementi diretti per sostenere l’esistenza di un “divario storico" non sono molti; almeno quelli che concernono l’economia." "Questi pochi dati diretti sono in accordo con i risultati che possediamo per il trentennio che va dal 1861 al 1891. Sappiamo, infatti, che il prodotto agricolo pro capite era, nel 1891, superiore nel Sud del 10 per cento rispetto a quello del Nord. È ragionevole pensare che anche nel 1861 fosse superiore, almeno altrettanto (se non di più). Quanto all’industria, le recenti stime regionali elaborate da Fenoaltea (2001; 2003), hanno ridimensionato la distanza fra Nord e Mezzogiorno. La stima per il 1871 mostra una superiorità del Nord di circa il 15 per cento in termini pro capite. Per i servizi non disponiamo di stime fino al 1891, quando il loro valore in termini pro capite era superiore nel Nord (che include Roma) rispetto al Sud di un 10 per cento. Supponendo che nel 1861 il vantaggio del Nord nei servizi fosse solo del 5 per cento, che in agricoltura fosse lo stesso che nel 1891 e che nell’industria fosse più modesto che nel 1871, e ponderando i dati con la popolazione, troviamo infine che non esisteva, all’Unità d’Italia, una reale differenza Nord-Sud in termini di prodotto pro capite. Il divario economico fra le due grandi aree del paese in termini di prodotto sembra invece essere un fenomeno successivo. Pare di poter dire che esso cominciò a manifestarsi dalla fine degli anni ’70 e negli anni ’80." "La nostra ricostruzione induce, dunque, a ritenere che, alla data dell’Unità, non vi fossero differenze tra le due aree del paese" "Per i vent’anni successivi all’Unità l’entità del divario tra Nord e Sud rimane trascurabile: assai probabilmente non superò i 5 punti percentuali. Nel 1891, la differenza tra il Pil pro capite meridionale e quella del resto del paese è di 7 punti percentuali. Il declino del Mezzogiorno è un processo continuo fino alla metà del Novecento, mai interrotto da episodi di convergenza."

E rincaro la dose con un dossier della Banca d'Italia sulla crescita industriale nelle varie regioni italiane dall'unità ad oggi: "aspetti provinciali della crescita industriale nell’Italia postunitaria"[4]

Se guardate velocemente i dati dell'indice di industrializzazione noterete che la provincia di Napoli (la più popolosa d'Italia, che da sola aveva più abitanti di interi stati del nord), ancora nel 1871 -dopo 10 anni di stato d'assedio disastrosi per l'economia meridionale- possedeva un indice di industrializzazione pari a quello delle città del Triangolo industriale (Milano, Genova, Torino), e superiore a tutto il resto d'Italia. E quindi riporto testualmente: "A growing corpus of national and regional estimates has much improved our understanding of Italy's development in the decades that followed Unification. To that corpus this paper contributes the first-ever estimates of industrial production in Italy's 69 provinces, here obtained for the census years 1871, 1881, 1901, and 1911. This further disaggregation reinforces the principal revisionist hypotheses suggested by the regional estimates. The provincial figures thus confirm that a decade after Unification the old political capitals remained centers of (artisanal) manufacturing, that the industrially sub-average areas were then the Adriatic and Ionic peripheries of broader entities, that the industrial backwardness of the South evident on the eve of the First World War had not been inherited from Italy's pre-Unification history."

Spero che si tanga conto di questi dati economici e scientifici e che si cancelli finalmente il pregiudizio di un sud più arretrato e miserevole del nord Italia, in primis perchè è una falsità conclamata e poi perchè questi plebeismi intellettuali non fanno onore ad un'enciclopedia che vuole ritenersi seria. Le condizioni economiche del sud non rimasero immutate ma peggiorarono. Spero che teniate conto di questo mio intervento dato che per suffragare l'ipotesi di un sud economicamnete più arretrato del resto d'Italia ho portato qui a prova indiscutibile dei solidi dati di fatto, e non le parole di qualche storicuncolo, dati che se non affermano il contrario dicono almeno che un divario economico tra nord e sud al momento dell'unificazione non esisteva, e perciò il peggioramento delle condizioni economiche avvenne solo dopo il 1860. Cordiali saluti. 15:38, 19 dic 2010 (CET)Bacefik15:38, 19 dic 2010 (CET)

Bene, naturalmente quando scriverai una voce sul divario Nord-Sud potrai ben compulsarne i dati riferiti, facendo però attenzione ad integrarli anche con quelli della storiografia economico-sociale più avveduta al riguardo (che, forse non ci crederai, non è poi, per certi versi, così distante dal succo del tuo discorso), altrimenti rischieresti di essere Pov. Puoi anche evidenziare quanto "suggerisci" nella voce sulla questione meridionale, ma i dati da te riferiti sono all'evidenza estranei alla voce sul brigantaggio. Almadannata (msg) 15:52, 19 dic 2010 (CET)[rispondi]
Andiamoci piano, non si sa ancora con certezza la condizione del sud prima dell'unità, le opinioni sono ancora contrastanti. Se Francesco Saverio Nitti dichiarava che il sud non era arretrato ed iniziò a declinare dopo l'unificazione, Giustino Fortunato (meridionalista come lui) nel 2° volume di Il Mezzogiorno e lo stato italiano sosteneva tutt'altro, che il meridione era già povero prima del Risorgimento e anche lui riporta dati e non solo parole (il libro si può scaricare gratuitamente da qui). Quindi non essendoci ancora chiarezza evitiamo di scrivere cose certe ed esponiamo le critiche sia di una parte che dell'altra. E come dice Almadannata tale dibattito riguarda più la questione meridionale che il brigantaggio. --Generale Lee (posta) 17:33, 19 dic 2010 (CET)[rispondi]

Generale Lee, come vedi mi sono occupato sia della pagina riguardante il Regno delle Due Sicilie, sia di quella riguardante la questione meridionale. Penso di avere già affrontato con te il discorso su G. Fortunato nella pagina della questione meridionale, in ogni caso il brigantaggio può essere considerato un aspetto primitivo della questione meridionale. Infatti se la lotta al brigantaggio assunse le proporzioni di una guerra civile non fu certo perchè le condizioni economiche dei contadini meridionali rimasero immutate, il grande malcontento popolare fu dovuto proprio al peggiorare della situazione economica dei contadini della provincia meridionale (è bene non generalizzare a tutto il sud, perchè queste situazioni critiche erano presenti solo nell'entroterra, lì dove era più difficile controllare). Nel libro di Giustino Fortunato si legge chiaramente che prima dell'unità d'Italia i contadini erano avvantaggiati dal basso numero di tasse e dalla vendita quasi libera dei prodotti agricoli, e che per quanto questi metodi fossero primitivi garantivano la sopravvivenza dei ceti più miseri del reame. Dopo l'unità le tasse aumentarono in maniera insostenibile per loro, e la regolamentazione del marcato agricolo e dei dazi doganali frenarono il "libero mercato" rurale. Poi bisogna accennare anche al ruolo svolto dai proprietari terrieri locali, che giurarono fedeltà ai nuovi regnanti in cambio di un potere ancora maggiore sui loro possedimenti, e soprattutto in cambio dell'ampliamento delle loro terre a danno dei terreni demaniali, altro fattore importante e negativo per la condizione economica dei braccianti meridionali. Questo non è riportato nella voce. Il brigantaggio meridionale non si può spiegare se non si spiegano i peggioramenti dell'economia meridionale dopo l'unità. 12:10, 25 dic 2010 (CET)Bacefik

Sono perfettamente d'accordo con l'utente soprastante.Basta leggere un qualsiasi volume meridionalista che tratta del- "Regno delle due Sicilie" per scoprire che tale regno era la terza potenza d'Europa (dopo Inghilterra e Francia)...quasi non ci si crede vedendo come siamo ridotti oggi!! L'utente ha pienamente centrato il problema: a Napoli c'era il re ed essa era la città più fiorente d'Italia ma dove l'occhio del re non arrivava c'era miseria e sfruttamento da parte dei signorotti locali che se la spadroneggiavano alla "don Rodrigo". Non appartengo al gruppo neo-borbonico ma devo ammettere che re Ferdinando,pur essendo severo, il suo lavoro di sovrano lo sapeva fare.E poi,re Ferdinando amava il popolo mentre era sospettoso dei nobili che lo attorniavano,per questo il popolo gli era riconoscente,purtroppo è morto nel '59...e un anno dopo i piemontesi son venuti ad occuparci...a volte mi domando come sarebbe andata se fosse divenuto lui il re d'Italia. Per quanto riguarda Giustino Fortunato, è lo stesso "don Giustino" che aveva i parenti indagati per manutengolismo coi briganti???

brigantaggio politico e brigantaggio sociale[modifica wikitesto]

Ho letto che qualcuno lamenta il fatto che si parla troppo del brigantaggio lucano (facendo riferimento soprattutto alla figura di Crocco) e non si parla affatto del brigantaggio calabrese che fece anche la sua bella parte nel periodo post- unitario ma soprattutto in quello del dominio francese.Durante la dominazione francese (primo decennio dell'ottocento) furono proprio i calabresi a ribellarsi all'invasore straniero scatenando la rivolta brigantesca e la guerriglia che durò circa dieci anni e che vide il popolo meridionale vincitore e il ritorno del borbone sul trono di Napoli.Per quanto riguarda il brigantaggio post- unitario,esso va suddiviso in BRIGANTAGGIO POLITICO e BRIGANTAGGIO SOCIALE. Il primo,quello politico, si manifestò soprattutto in Basilicata,Puglia e Campania ed era incitato,fomentato,strumentalizzato e sovvenzionato dai filo-borbonici allo scopo di far tornare la spodestata monarchia spagnola sul trono di Napoli.Si "mormora" che anche il Vaticano finanziò i briganti per paura che i piemontesi occupassero Roma.Figura emblematica del b.politico è Carmine Crocco,capo dei briganti dell'area del melfese,che combattè con ardore per il ritorno del suo re e per il Papa(ma alla fine dovette ricredersi anche lui e finì per combattere solo per se stesso). Il BRIGANTAGGIO SOCIALE ,invece, si sviluppò solo ed esclusivamente in CALABRIA, dove già di briganti ce ne stavano tanti anche prima dell'unità.I briganti calabresi, sospettosi per loro natura, nulla (o quasi) vollero aver a che fare con i loro colleghi d'oltre Pollino.In Calabria,infatti, furono pochissime le imprese brigantesche in cui si vide sventolare una bandiera borbonica.Ci fu addirittura qualche brigante che cercò di collaborare col nuovo governo piemontese, come Palma di Longobucco ( divenuto brigante a soli 16 anni per aver malmenato un signorino di buona famiglia che lo aveva deriso in pubblico)il quale si propose come "confidente" presso le nuove autorità governative ma venne respinto e se ne tornò alla macchia, o come quel Pietro Monaco già ex soldato borbonico ed ex garibaldino che divenne il brigante più temuto di tutta la Sila. I briganti calabresi ,in maggioranza ex contadini,combattevano solo per se stessi e poco gli importava di chi sedeva sul trono.Il brigantaggio sociale fu la più grande rivolta popolare del sud Italia:contadini arditi e senza terra si rivoltarono contro i loro padroni , poveri indebitati si rivoltarono contro i funzionari pubblici,chi aveva subito un abuso si rivoltò contro il suo aguzzino...poi,arrivarono i piemontesi con le loro divise piumate, i loro fucili, le loro Leggi e le loro Tasse...e il popolo ,ridotto alla fame, si rivoltò anche contro di essi! In Calabria il brigante era visto come una specie di eroe che vendica i soprusi , alleviando le sofferenze del popolo,rubando al ricco e spartendo il bottino col povero.Il popolino ,quindi,li proteggeva e li benediceva in barba a tutti i decreti del re Savoia.Forse è per questo che uno degli ultimi a cadere fu proprio un calabrese , il già citato Palma. Credo che sia fondamentale approfondire lo studio dei due fenomeni che caratterizzarono il brigantaggio meridionale post-unitario e riportarli sulla voce , anche perchè da tutto ciò nasce un'altra importantissima storia , quella della QUESTIONE MERIDIONALE. 20 01 2011

Trova la capacita' di scrivere cio' in forma enciclopedica e riportando le adeguate fonti su cui ti basi per queste asserzioni.--Bramfab Discorriamo 12:16, 20 gen 2011 (CET)[rispondi]

Sulla voce, nella sezione dedicata al brigantaggio post-risorgimentale, ho notato che Maria Oliverio è stata inserita tra le brigantesse che hanno combattuto per i borboni , propongo di togliere il suo nome da lì e di inserirlo solo quando sarà stata creata l'apposita sezione dedicata al brigantaggio sociale.La Oliverio faceva parte della banda Monaco e suo marito Pietro (il capo banda) non ha mai lottato a favore dei borboni.Riporto come fonte la "Mala unità" di S.Scarpino dove nel cap.4 "Tira, nimicu miu" (Spara, nemico mio) si legge: << La sua guerra( di Pietro Monaco) non ebbe alcun obiettivo politico preciso, nè si collegò direttamente ai tentativi di restaurazione borbonica operati in altre zone del Mezzogiorno:fu una lotta, ben nota da secoli a molti calabresi, contro baroni e galantuomini che in questo caso, s'erano schierati non disinteressatamente coi nuovi governanti...>>. Credo che ciò valga anche come fonte per poter affermare che in Calabria ci fu principalmente un brigantaggio di tipo "sociale".Cmq, proverò a cercare anche altre fonti.

Prima di stabilire le differenze tra brigantaggio politico e sociale credo sia necessario aggiungere qualcosa alla voce riguardante il periodo post-Risorgimento. Alle CAUSE che scatenarono la rivolta bisognerebbe aggiungere l'estensione della LEVA OBBLIGATORIA su tutto il territorio nazionale che fu causa di molti renitenti e dell'ingrossamento delle file brigantesche. Bisognerebbe,poi, sostituire la frase:<<...l'aggravarsi della questione agraria...>> con << la mancata risoluzione della questione agraria...>> Cito, in merito, da "Storia contemporanea" di R.Villari: <<...il rifiuto ( dei democratici) di affrontare la QUESTIONE AGRARIA e quindi di sostenere le rivendicazioni SOCIALI dei contadini fu il fattore fondamentale della loro debolezza...>> ed ancora:<<...Lo scontro tra il Governo e i Democratici sulla complessa questione romana si svolgeva mentre nelle province meridionali imperversava una grande RIVOLTA CONTADINA, la più grave manifestazione del distacco che si era creato tra le forze dirigenti risorgimentali e le masse...>>. Inoltre c'è da dire che i PRIMI SEGNI DI MALCONTENTO non si ebbero nel'61 con le prime sommosse popolari, com'è riportato sulla voce, ma subito dopo l'INCONTRO DI TEANO (ottobre 1860) allorquando l'esercito garibaldino venne sciolto e le migliaia di meridionali che vi si erano arruolati ,delusi, dovettero tornarsene a casa. (...)

La "PRIMA RIVOLTA", avvenuta nel febbraio del '61,non venne dai briganti ma dagli OPERAI dei CANTIERI NAVALI di Castellammare di Stabia che protestavano contro la chiusura del cantiere da parte delle nuove autorità governative piemontesi.250 lavoratori vennero arrestati con l'accusa di complottare contro l'unità d'Italia.Citato da: Storia.cronologia.Leonardo.it Bisogna, assolutamente, inserire che un'altra delle cause che portarono alla rivolta fu la chiusura delle fabbriche meridionali.Vado a cercare l'elenco completo di tutte le fabbriche che vennero smantellate e poi lo inserisco.

Sì dici un sacco di cose giuste, anche se la figura di Crocco è ancora controversa, personalmente l'ho visto sempre come un anticonformista che non gli interessava chi governasse, i briganti fedeli ai Borboni in Basilicata erano ben altri (il meno noto Pasquale Cavalcante è un esempio). Sembri una persona molto preparata nel campo, iscriviti e dacci una mano (e ricorda di firmarti) :) Mi dedicherei volentieri al massimo rielaborare la voce ma sto già impegnato con Revisionismo sul Risorgimento. :) --Generale Lee (posta) 13:33, 24 gen 2011 (CET)[rispondi]

Elenco delle fabbriche meridionali costrette a "fallire" dai governanti piemontesi[modifica wikitesto]

( Da cronologia.Leonardo) Opifici tessili di :SORA, NAPOLI, OTRANTO,TARANTO, GALLIPOLI, S.LEUCIO Cartiere di SULMONA Ferriere di MONGIANA Fabbriche per la produzione del lino e della canapa di CATANIA (So che c'erano anche fabbriche di stranieri che avevano aperto le loro attività al sud, mi pare nella prov.di Salerno - ma non riesco a ricordare dove l'avevo letto, se qualcuno ne è a conoscenza le può inserire).Può sembrare che tali informazioni col BRIGANTAGGIO c'entrino poco ed invece sono importantissime ,poichè con la chiusura delle fabbriche nacque il triste fenomeno della DISOCCUPAZIONE che portò gli ex operai ad emigrare ( nascita del fenomeno dell'EMIGRAZIONE MERIDIONALE) o a scegliere la via dei boschi per vendicarsi contro le nuove autorità ( incremento del BRIGANTAGGIO).Come vedete è tutto tristemente collegato e potrebbe essere inserito nelle voci di approfondimento.

Ti risulta invece che, nel secondo ventennio dopo l'Unità, è stata registrata una crescita industriale nell'Italia meridionale? Forse il sito da te citato non la registra, ma in alcuni volumi sì. Cerchiamo di non fare di tutta un'erba un fascio, articolando invece con fonti ciò che è più complesso. Almadannata (msg) 16:26, 1 feb 2011 (CET)[rispondi]

Il secondo ventennio sarebbe il 1900? Non mi risulta che in quell'epoca ci sia stata una crescita industriale al sud. Mi risulta, invece, che i meridionali erano costretti ad emigrare nelle Americhe ( compresi i miei bisnonni).--79.3.239.79 (msg) 17:04, 1 feb 2011 (CET)[rispondi]

Mi riferivo - ça va sans dire - agli anni Ottanta del XIX secolo. Almadannata (msg) 17:34, 1 feb 2011 (CET)[rispondi]

Appunto! Proprio il periodo nel quale cominciò l'emigrazione di massa ( 1884-85/ primi del '900). Non credo che in quel periodo nel Meridione ci sia stato un incremento industriale, altrimenti le masse popolari non sarebbero finite a lavorare nelle fabbriche straniere! (Potresti citare questi volumi dove hai letto tali notizie? Così mi aggiorno anch'io!)--Enotrialibre (msg) 09:02, 2 feb 2011 (CET)[rispondi]

Brigantaggio politico e brigantaggio sociale[modifica wikitesto]

Il brigantaggio Meridionale post-unitario può essere suddiviso in due correnti:b.politico e b.sociale. Entrambe le due forme nascevano dalla voglia di riscatto del mondo contadino nei confronti dei ricchi e dispotici proprietari terrieri. La rivolta, che esplose in Basilicata all'indomani della proclamazione del Regno d'Italia (17 marzo 1861),fu solo la svolta di un generale malessere che si era diffuso in tutto il Mezzogiorno subito dopo l'incontro di Teano (ottobre 1860)allorquando l'esercito garibaldino era stato sciolto e di fatto Garibaldi "consegnò" l'ex Regno delle due Sicilie nelle mani dei Savoia. La sommossa popolare venne da subito strumentalizzata dai Borboni. Lo spodestato re Francesco II tentò di organizzare il suo ritorno sul trono di Napoli e lo fece utilizzando parte dell'esercito borbonico rimastogli fedele e le bande di briganti lucani,pugliesi e campani, che egli stesso finanziava. In aiuto dei briganti accorse anche il Papato che,preoccupato per le " pretese " che lo Stato Italiano avanzava su Roma, cominciò a finanziare le bande e ad offrire protezione ai ricercati nei conventi e nelle terre della Chiesa. L'obiettivo delle bande era la riconquista dei paesi "occupati", la liberazione dei Municipi e l'innalzamento del vessillo borbonico. In prevalenza le bande lucane e pugliesi ( guidate rispettivamente dal Crocco e dal sergente Romano)seguirono la "corrente" politica ma ciò non significa che tutti i briganti combattessero per il re Borbone. (A tal proposito, lo storico F.Molfese ci narra l'episodio di un avvocato rapito da una banda di briganti campani. L'uomo, nel tentativo di farsi liberare, iniziò a proclamarsi filo-borbonico e un brigante gli disse:<< Tu sei un avvocato, sei un uomo istruito , pensi veramente che noi fatichiamo per Francesco II?>>). Il b. di tipo sociale si sviluppò in Calabria, dove la lotta intrapresa dai contadini era rivolta alla "conquista" delle terre. Tra il gennaio e il luglio del 1861 le popolazioni delle province cosentine e catanzaresi ( Calabria Citra e Calabria Ultra)andarono ad occupare pacificamente le terre demaniali usurpate dai "baroni". I ricchi possidenti chiesero l'intervento del nuovo governo affinchè smorzasse sul nascere il movimento contadino, gli occupanti vennero violentemente estromessi dalle terre e in molti di loro scattò la logica della vendetta, che si manifestò nel modo più cruento. I contadini si armarono e diventarono briganti iniziando una loro "guerra personale" contro nobili e borghesi. Obiettivo principale delle bande di contadini-briganti era l'invasione delle proprietà terriere e la depredazione delle stesse ,spesso seguita dall'incendio di campi e palazzi e dall'uccisione dei capi di bestiame. --Enotrialibre (msg) 10:54, 26 gen 2011 (CET)[rispondi]

Il brigantaggio politico è una cosa, quello sociale è un'altra: essi hanno origini e caratteristiche assai diverse. E non si tratta di correnti, ma di caratteri, in parte - almeno per il secondo - individuati come continuum fenomenologico e socio-antropologico in tutta l'Europa mediterranea. Almadannata (msg) 16:26, 1 feb 2011 (CET)[rispondi]

E'quello che sto cercando di dire da più giorni: Il b.politico è diverso da quello sociale.Credevo di aver parlato in italiano! Le caratteristiche dei due fenomeni sono diverse mentre le origini sono uguali ( malcontento e sofferenze delle fasce più deboli della popolazione). Non mi è piaciuta quella sottolineatura correnti/caratteri... stai forse cercando di dire che nell'area mediterranea si nasceva briganti per questione socio-antropologica?? Sarai mica un discendente di Lombroso??? N.B.- E cmq i briganti esistevano anche in Germania e in Inghilterra.--Enotrialibre (msg) 17:20, 1 feb 2011 (CET)[rispondi]

Non cominciamo a parlare di Lombroso, che non c'entra niente. Ho parlato di caratteri diversi tra quello di matrice politica e quello di natura sociale ed ho detto che, per quanta riguarda quest'ultimo, si sono registrati fattori comuni correlati all'endemicità del fenomeno nell'Europa Mediterranea, a differenza dei casi verificatisi in altri contesti. Almadannata (msg) 17:44, 1 feb 2011 (CET)[rispondi]

Adesso ti sei spiegato meglio ma sopra sembrava che volessi affermare qualcosa di diverso.

Incipit (2)[modifica wikitesto]

Generale Lee, io non ho alcuna intenzione di iniziare una edit war. Tuttavia impoverire l'incipit a scapito della completezza dell'informazione per non vedervi apparire una considerazione importante e storicamente indiscutibile (come l'esistenza del brigantaggio in età pre-unitaria) che oltretutto trova riscontro in un paragrafo della voce, mi sembra incredibile e inaccettabile. Seguendo tali logiche alcune voci legate al Meridione sono diventate quasi illegibili. Ti invito a guardare: Brigantaggio postunitario e Questione meridionale dove in un paragrafo si fa anche l'apologia del fascismo. Io adesso inserisco nuovamente le informazioni che tu hai tolto, e, se no sei d'accordo, forniscimi delle motivazioni plausibili in questa sede senza volere ogni volta continuare ad imporre i tuoi criteri nell'impostazione dell'incipit.--Justinianus da Perugia (msg) 16:14, 1 feb 2011 (CET)[rispondi]

Condivido. Peraltro quell'incipit, che trovo decoroso e particolarmente efficace come riassunto della voce, veniva da una discussione dalla quale, mi pare, siamo riusciti a trovare almeno una condivisione sul punto. Almadannata (msg) 16:43, 1 feb 2011 (CET)[rispondi]
L'incipit prodotto dall'utente Justinianus da Perugia, fornisce una informazione incorretta. Provvedo a ripristinare la versione di Bramfab ed invito gli utenti ineressati a postre qui di seguito eventuali nuove proposte di incipit, in modo che possano essere discusse dalla comunità, prima di essere pubblicate. Grazie. --The White Lion (msg) 21:47, 1 feb 2011 (CET)[rispondi]
In realtà se n'era discusso nel vaglio e non mi pare che tu avessi eccepito. Se vuoi continuare l'e.war fai pure. Almadannata (msg) 22:20, 1 feb 2011 (CET)[rispondi]
Per continuare c'è bisogno che qualcuno cominci: per caso qualcuno ha cominciato una edit war? --The White Lion (msg) 23:20, 1 feb 2011 (CET) PS: visto che ci sono utenti (tra i quali anche chi ha aperto il vaglio) che non condividono le modifiche apportate; visto che chi ha apportato le modifiche non ha tenuto conto dell'opinione altrui, visto che io ho solo ripristinato la versione preesistente agli interventi dell'utente di cui sopra, visto che l'ultima versione presentava delle evidenti inesattezze ed approssimazioni, visto che ho suggerito di valutare qui in discussione nuove versioni dell'incipit, prima di insistere con le modifiche, la mia posizione è ben lontana da quella di fomentatore di edit war; quindi gradirei che non fossero attribuite al sottoscritto responsabilità altrui. PPS: stemperando i toni, ti rinnovo l'invito a postare la versione che ritieni più corretta in modo da valutarla tutti insieme.[rispondi]
Leggi attentamente quanto ho scritto qui di sopra. Non vedo nessuna ragione plausibile per eliminare informazioni utili al lettore e che la stessa storiografia meridionalista riconosce come corrette (l'esistenza del brigantaggio nel mezzogiorno prima dell'unità d'Italia) se non quella di imporre un proprio punto di vista personale e una visione acritica della storia del Mezzogiorno. Ripristino pertanto la parte in questione.--Justinianus da Perugia (msg) 07:46, 2 feb 2011 (CET)[rispondi]
P.S. Sono intervenuto anche qui. --Justinianus da Perugia (msg) 12:21, 2 feb 2011 (CET)[rispondi]
Scusate il ritardo, avrei preferito eliminare il periodo per evitare l'insorgenza di edit war e di spiegare la vicenda in maniera più dettagliata nei paragrafi sottostanti. Dal tono esposto sembra (mio POV) che il brigantaggio meridionale sia nato sotto i Borboni (in realtà esisteva anche sotto il decennio francese e dalla notte dei tempi) e che vi fosse un quantitativo di bande simile al periodo postunitario. Durante il regno duosiciliano vi erano banditi solitari o sparuti gruppi, con l'unità si proliferarono e formarono bande ben organizzate, assumendo connotati (nella maggior parte dei casi) di una vera e propria insurrezione politico-sociale. La modifica non è errata ma va spiegata meglio, quindi suggerisco di rendere il passaggio più chiaro, se proprio dobbiamo parlarne nell'incipit. --Generale Lee (posta) 12:40, 2 feb 2011 (CET)[rispondi]
Come fai a parlare di banditi solitari e sparuti gruppi, quando invece il brigantaggio aveva assunto fin da età borbonica connotati di massa? Ad esso si dedicavano alacremente migliaia di individui, padri e figli, che nell'assalto ai viaggiatori, alle diligenze e al procaccio trovavano la fonte primaria del proprio sostentamento (vedi nota 20). Senza contare che fu inviato persino un generale (Guglielmo Pepe) per reprimere i briganti.--Justinianus da Perugia (msg) 15:33, 2 feb 2011 (CET)[rispondi]
Sì ma in che periodo? La fonte indicherebbe la causa nella crisi tra il 1825-1826? La gravità aumentò, diminuì o fu la stessa fino al 1860? Le migliaia di individui (1000, 2000, 3000, iperbole o dato approssimato) in che periodo proliferarono, erano tutti concentrati in un dato territorio o sparsi in tutto il regno, quindi in sparuti gruppi? Un anno più tardi fu inviato in Puglia il generale Guglielmo Pepe, s'intende nel 1827? Quanti briganti furono stimati sotto i Borbone, esistono dati come la relazione fatta da Massari sui briganti postunitari? Scusa la minuziosità e non per ripicca, ma visto che in quest'area storica si ha sempre da ridire sulle fonti revisioniste, anche io preferirei dati non da orologio svizzero ma neanche troppo approssimati. Tornando al nocciolo, il passaggio va reso più chiaro, perchè sembra dire che le stesse bande postunitarie agivano già sotto i borboni. Crocco, nel periodo borbonico, aveva un gruppetto di fuorilegge che forse comprendeva Ninco Nanco, Mastronardi e qualche altro "cafone"; con l'arrivo dei Savoia, il "Generalissimo" divenne capo di un esercito di 2000 uomini.--Generale Lee (posta) 16:40, 2 feb 2011 (CET)[rispondi]
Ma mi stai prendendo per i fondelli o parli seriamente? L'incipit riporta né più né meno ciò che è supportato dalle note del testo, non le inesattezze della precedente stesura. Tu mi parli delle motivazioni. È più che probabile che fossero, almeno in parte, le stesse: per le classi più povere la fame era fame sia sotto i Borbone che sotto i Savoia.--Justinianus da Perugia (msg) 18:45, 2 feb 2011 (CET)[rispondi]
Ma avete tutti la coda di paglia qui? Ho fatto delle obiezioni e non ci vedo nulla di male. Quando modifico io pretendono di tutto e di più, io che vorrei solo qualche chiarimento credo di non essere chissà quanto pignolo. Tutte quelle domande era per capire quanto fosse diffuso il brigantaggio sotto i Borbone non per presa in giro ma perchè veramente mi interesserebbe saperlo e per capire quanto abbia inciso sulla rivolta postunitaria, le motivazioni le ho già spiegate. Credo di essere stato chiaro poi vabbè fate come volete, a partire da questo periodo avrò poco tempo per Wikipedia causa lavoro. Fate vobis. --Generale Lee (posta) 19:16, 2 feb 2011 (CET)[rispondi]

Nella forma in cui la leggo ora, l'incipit mi sembra chiarissimo. Sulle bande precedenti a Garibaldi & Co, mi basta leggere gli esordi di Carmine_Crocco. Al piu' potremmo modificare: "...si svilupparono ulteriormente durante..." in "...si svilupparono ulteriormente crescendo numericamente, anche grazie all'ingresso nelle loro fila di ex soldato borbonici, durante...". --Bramfab Discorriamo 13:25, 2 feb 2011 (CET)[rispondi]

Ritengo chiaro, efficace e stabile l'incipit attuale. La modifica proposta da Bramfab, che pure non è scorretta, forse lo appesantirebbe di troppi avverbi. Almadannata (msg) 13:45, 2 feb 2011 (CET)[rispondi]
Proprio per non appesantire la narrazione (e per dare maggiore enfasi alle motivazioni -sociali e/o politiche- dei braccianti e degli ex soldati dell'esercito borbonico) avevo diviso il periodo in due. Comunque è accettabile anche quanto proposto da Bramfab. --Justinianus da Perugia (msg) 15:33, 2 feb 2011 (CET)[rispondi]

Non condivido la versione attuale (ma lo sapevate già) e sono perfettamente in linea con Generale Lee. A dispetto di quanto insinuato, non voglio mettere in dubbio che il fenomeno fosse presente, anche nel periodo borbonico (ci mancherebbe) - così come era presente in età napoleonica e a ritroso fino all'antica Roma; però, se proprio ci tenete a specificare nell'incipit che i briganti c'erano pure sotto i Borbone, il passaggio andrebbe riformulato. Infatti, questo testo:
[...] bande armate che già operanti nel Mezzogiorno in età borbonica, si svilupparono ulteriormente durante e subito dopo il processo di unificazione d'Italia [...]
può portare a conclusioni quali: 1. le bande sono le medesime, si sono solo ingrossate; 2. vi è una stretta continuità e connessione tra il brigantaggio sotto i Borbone e il brigantaggio sotto i Savoia, ma non con il brigantaggio del periodo francese; 3. quando la storiografia italiana adopera il termine brigantaggio lo fa per indicare le attività dei briganti del periodo borbonico e di quello postunitario.
Tali imprecise conclusioni che il lettore potrebbe trarre inficierebbero la volontà degli estensori di fornire una informazione chiara e corretta; ecco perché ho invitato più volte a proporre, in questa sede, un'alternativa condivisa e portatrice di informazioni più chiare.
Facendo fede anche a quanto riportato da Treccani.it riguardo il brigantaggio nel Meridione (ultima parte - dal titolo eloquente - dell'articolo: Di particolare interesse e significato dalla fine del 18° sec. nel Meridione per l'Italia fu il brigantaggio che si ebbe...), proporrei:
[...] Sebbene il fenomeno abbia origini remote ed abbia interessato periodi storici e territori diversi, nella storiografia italiana, con questo termine, ci si riferisce, generalmente, alle bande armate presenti nel Mezzogiorno a partire dalla fine del XVIII secolo e fino al primo decennio successivo alla proclamazione del Regno d’Italia. In particolare, l'attività brigantesca assunse connotati politici e religiosi con le sollevazioni sanfediste antifrancesi, fu ferocemente repressa in epoca murattiana, ricomparendo, però, in periodo borbonico e sviluppandosi ulteriormente durante e subito dopo il processo di unificazione d'Italia.
Il testo ...contrapponendosi alle truppe del neonato Stato italiano. All'interno o al di fuori di esse agirono anche, mossi da motivazioni di natura sociale e/o politica, gruppi di braccianti ed ex militari borbonici, se non vuole essere perso, può essere recuperato (con opportuni aggiustamenti) nel paragrafo relativo al periodo risorgementale.
Sperando che questa versione soddisfi tutte le esigenze, resto in attesa di pareri. --The White Lion (msg) 19:46, 2 feb 2011 (CET)[rispondi]

Per me puo' andare --Bramfab Discorriamo 10:25, 3 feb 2011 (CET)[rispondi]
Fondamentalmente potrebbe andar bene, salvo il seguente passo: «fu ferocemente repressa in epoca murattiana, ricomparendo, però, in periodo borbonico». Con esso si crea una divaricazione fra il periodo murattiano e il periodo successivo alla restaurazione, dando più rilievo al primo in quanto ferocia. Ora, com'è noto - e qui sono d'accordo anche i saggisti nei-borbonici, anche perché i decreti ferdinandei sono tutti online - la repressione, in particolare, dal 1815 al 1820, fu, forse, più accanita rispetto al periodo murattiano. Almadannata (msg) 11:07, 3 feb 2011 (CET)[rispondi]
Anche per me potrebbe andare, ma con una modifica che non snaturerebbe i contenuti dell'incipit:
''Sebbene il fenomeno abbia origini remote ed abbia interessato periodi storici e territori diversi, nella storiografia italiana, con questo termine, ci si riferisce, generalmente, alle bande armate presenti nel Mezzogiorno fra il XVIII secolo e fino al primo decennio successivo alla proclamazione del Regno d’Italia. In particolare, l'attività brigantesca assunse connotati politici e religiosi con le sollevazioni sanfediste antifrancesi e fu ferocemente repressa in epoca murattiana e borbonica, sviluppandosi ulteriormente durante e subito dopo processo di unificazione d'Italia.
Spiegazione:
In epoca borbonica il brigantaggio fu ferocemente represso e questo non si può ignorare. Nel 1817 il marchese di Pietracatella, alto funzionario governativo, osservava compiaciuto che la via consolare di Puglia e i territori che essa attraversava erano ormai tranquilli, addirittura percorribili di notte, anche perché erano presidiati, oltre che dalla gendarmeria, da teste di briganti chiuse in gabbie di ferro e collocate sul ponte di Bovino quale macabro ammonimento per i fuorilegge, i pastori e i contadini che frequentavano quelle località (Angelantoni Spagnoletti, Storia del Regno delle Due Sicilie, p.223). In Sicilia, prima ancora dell'arrivo di Garibaldi sull'isola, la popolazione rurale affamata, inquadrata spesso in bande armate ("briganti" secondo i paramatri dell'epoca), si era sollevata contro i Borboni che repressero la ribellione nel sangue. I metodi borbonici nei confronti di briganti, banditi, ecc. non differivano pertanto da quelli adottati successivamente dallo Stato italiano. L'incipit proposto senza la mia modifica indurrebbe a credere che repressione ci fu soltanto in epoca murattiana e "italiana", non borbonica, e che il brigantaggio, come giustamente segnalato da Almadannata, scomparve in un determinato momento per poi riapparire sotto i Borbone, mentre in realtà non cessò mai di prosperare.
Sulla base di quanto esposto ritengo necessaria la modifica summenzionata.--Justinianus da Perugia (msg) 11:21, 3 feb 2011 (CET)[rispondi]

Ragazzi, il ferocemente riferito al periodo di Murat, non è un mio Pov, l'ho inserito poiché attinto da Treccani.it che ho usato come fonte (e alla quale metterei una bella nota). Per inciso l'enciclopedia on line afferma che in periodo borbonico l'attività brigantesca era contenuta (con un, imho, implicito riferimento al periodo post 1820): per evitare altre criticità, però, ho evitato di evidenziarlo. Dato che sarebbe scorretto discostarci troppo da quanto la fonte riporta dobbiamo bilanciare. Quindi, per fare contenti tutti userei la controproposta del da Perugia, ma con duramente in luogo di ferocemente; la differenza non è eccessiva, ma si sposa bene con la nostra esigenza --The White Lion (msg) 12:29, 3 feb 2011 (CET)[rispondi]

Poiché condivido la "variante Jus" e la modifica proposta da The White Lion è, imo, ragionevole, riporto di seguito il testo "emerso", in attesa di altri pareri Almadannata (msg) 12:35, 3 feb 2011 (CET) :[rispondi]

Sebbene il fenomeno abbia origini remote ed abbia interessato periodi storici e territori diversi, nella storiografia italiana, con questo termine, ci si riferisce, generalmente, alle bande armate presenti nel Mezzogiorno fra il XVIII secolo e fino al primo decennio successivo alla proclamazione del Regno d'Italia. In particolare, l'attività brigantesca assunse connotati politici e religiosi con le sollevazioni sanfediste antifrancesi e fu duramente repressa in epoca murattiana e borbonica, sviluppandosi ulteriormente durante e subito dopo il processo di unificazione d'Italia

OK per il testo riportato qui di sopra da Almadannata. --Justinianus da Perugia (msg) 14:38, 3 feb 2011 (CET)[rispondi]

Dimenticavo, non vi siete espressi sul destino di quel testo che non ho recuperato nella mia versione (contrapponendosi alle truppe del neonato Stato italiano. All'interno o al di fuori di esse agirono anche, mossi da motivazioni di natura sociale e/o politica, gruppi di braccianti ed ex militari borbonici). Dato che si tratta di un rigo e mezzo, direi di aggiungerlo e riformularlo così: [...] allorquando le bande, ingrossate da ex militari borbonici e gruppi di braccianti, mossi da motivazioni di natura sociale e/o politica, si contrapposero alle truppe del neonato Stato italiano. Mi sembra che così forniamo un quadro completo invitando il lettore ad approfondire leggendo i paragrafi successivi. --The White Lion (msg) 12:53, 3 feb 2011 (CET)[rispondi]
Per quanto riguarda l'ultimo periodo io lo lascerei così com'è: 1) per ragioni di stile. Un periodo unico mi sembra eccessivamente lungo e macchinoso; 2) perché in tal modo si enfatizza maggiormente la contrapposizione fra un brigantaggio in età borbonica, con caratteristiche "banditesche" e un brigantaggio sociale o politico in età "italiana" di altra indole (suggerito anche dal testo attuale, ma in forma meno accentuata). In realtà il brigantaggio sociale o economico-sociale esisteva anche in età borbonica (la fame era fame sia sotto i Borbone che sotto i Savoia ho scritto in un precedente intervento), quindi la vera novità era, in epoca italiana, una forma di brigantaggio "collaterale" di tipo politico animato dai Borbone, dal loro denaro e dai soldati dell'ex esercito duosiciliano. Tale forma di brigantaggio fu colta perfettamente da Benedetto Croce nella sua Storia del Regno di Napoli; 3) perché non sempre gli ex militari borbonici e i loro fiancheggiatori (compresi tanti poveracci da essi foraggiati) confluirono nellle vecchie bande, ma agirono al di fuori di esse e dal testo proposto tale particolarità non si evince. --Justinianus da Perugia (msg) 13:56, 3 feb 2011 (CET)[rispondi]
Beh, come evidenzi nella tua analisi, il brigantaggio in periodo borbonico non prevedeva una contrapposizione allo stato intesa come un disconoscimento della sua legittimità, delle sue leggi e del suo ordinamento. La stessa adesione delle masse proletarie e dei ranghi inferiori dell'esercito, sono elementi di novità (al massimo ricollegabili al sanfedismo); quindi ptogliere del tutto quel passaggio sarebbe un errore (si potrebbe provare, al più, a riformulare). --The White Lion (msg) 14:44, 3 feb 2011 (CET)[rispondi]
Non chiedo di toglierlo, ma di lasciarlo dove e come si trova adesso (anche se a me non convince molto). Per quanto rguarda gli altri contenuti del tuo intervento, ti ricordo che il brigantaggio ha comportato sempre una delegittimazione dell'autoruità costituita prima, durante e dopo la riunione del Regno delle Due Sicilie all'Italia (un pò come la camorra e la mafia al giorno d'oggi). L'elemento politico nuovo fu costituito dalla resistenza organizzata e finanziata dai Borbone e dall'aristiocrazia filo-borbonica nel meridione avvalendosi della parte peggiore del popolo. Benedetto Croce è molto chiaro a questo proposito: «...meno gloriosamente finiva la dinastia borbonica, chiamando ancora una volta al suo soccorso, o piuttosto a far le sue vendette, le rozze plebi e non trovando altri campioni che truci e osceni briganti». Ciò non toglie che accanto a questo banditismo "politico" ne esistesse un'altro di carattere sociale, che era sempre esistito, anche se non si può escludere che si fosse ulteriormente incrementato a causa: 1) delle ripercussioni economiche negative di una guerra appena terminata; 2) degli effetti disastrosi della politica attuata dal Regno d'Italia nel Mezzogiorno nel corso degli anni sessanta dell'Ottocento. --Justinianus da Perugia (msg) 19:06, 3 feb 2011 (CET)[rispondi]

Guarda la tua disamina fondata sugli assunti del Croce è molto interessante, ma è pur sempre un point of view e come tale va trattato, senza nulla togliere all'autorevolezza del filosofo. Sicuramente anche quelli che sono fenomeni di mero banditismo minano l'autorità dello stato, ma il brigantaggio postunitario faceva molto di più: combatteva lo stato. Che si parli di finanziamenti e foraggiamenti da parte borbonica, questo mi sembra ovvio, quattro cafoni (le rozze plebi di Croce) armati di falce e rivoltella non avrebbero mai potuto tenere testa per dieci anni ad un esercito regolare: per fare una guerra ci vogliono i soldi ed entrambi gli schieramenti ne ebbero bisogno. Ritorniamo, però, all'incipit, cosa intendi per Non chiedo di toglierlo, ma di lasciarlo dove e come si trova adesso (anche se a me non convince molto)? Convieni per riformulare l'ultima parte? Vedi se così ti convince di più:

«Sebbene il fenomeno abbia origini remote ed abbia interessato periodi storici e territori diversi, nella storiografia italiana, con questo termine, ci si riferisce, generalmente, alle bande armate presenti nel Mezzogiorno a partire dalla fine del XVIII secolo e fino al primo decennio successivo alla proclamazione del Regno d’Italia. In particolare, l'attività brigantesca assunse connotati politici e religiosi con le sollevazioni sanfediste antifrancesi, fu duramente repressa in epoca murattiana e borbonica, sviluppandosi ulteriormente durante e subito dopo il processo di unificazione d'Italia allorquando le bande, con il supporto, interno o esterno, delle popolazioni rurali e di gruppi di ex militari borbonici, mosse da motivazioni di natura sociale e/o politica, si contrapposero alle truppe del neonato Stato italiano»

In pratica ho ripristinato il supporto interno o esterno, che mi pareva essere rilevante per te, ho sottolineato che non erano tutti i militari, ma solo gruppi e ho preferito essere più generico sui civili (non solo braccianti) --The White Lion (msg) 20:20, 3 feb 2011 (CET)[rispondi]

Benedetto Croce veramente non identificava le rozze plebi con le masse rurali (produttive) come si evince dalla tua ultima proposta, bensì con il sottoproletariato che viveva di espedienti e di attività illecite, dal momento che i Borboni non trovarono altri campioni a difenderli se non i briganti. In effetti subito dopo la riunione del Mezzogiorno all'Italia le bande si ampliarono grazie ai renitenti di leva [sic], disertori, truppe dell'ex esercito borbonico ed evasi dal carcere (Treccani). Parallelamente la plebaglia non inquadrata nelle bande di briganti, foraggiata dai Borboni e sobillata dal clero più reazionario (al Papa i "Piemontesi" avevano già "sottratto" Umbria, Marche e Romagna), si ribellò in alcune zone del meridione. Lo stesso Crocco, riferendosi ai saccheggi di Barile, Rionero, Melfi, ecc., ebbe parole sprezzanti per la plebe che se ne fece responsabile e ne lasciò chiara testimonianza nella sua tanto discussa autobiografia(Rettifico. --Justinianus da Perugia (msg) 16:39, 4 feb 2011 (CET)) in un interrogatorio: Le devastazioni e i saccheggi poi non furono commesse dai briganti...Fu la plebaglia di Barile e di tutti gli altri paesi in cui avvennero le reazioni che profittando della circostanza, saccheggiava, incendiava, uccideva... (Aldo De Jaco [a cura di], Il Brigantaggio meridionale. Cronaca inedita dell'Unità d'Italia [parte relativa a un interrogatorio di Carmine Crocco], Roma, L'Unità-Editori Riuniti, 1979, p. 102). Siccome sarebbe impossibile sintetizzare tutto ciò nell'incipit meglio procedere in questo modo (mi riferisco all'ultima parte che tu hai fuso con il periodo precedente: ...allorquando nelle bande confluirono, o operarono al di fuori di esse, renitenti alla leva, disertori, evasi dal carcere, ex soldati nell'esercito borbonico ed elementi del proletariato rurale mossi dalle motivazioni più diverse (sociali e/o politiche oppure criminali). Altre alternative: 1) lasciare la frase così come si trova attualmente nel testo (senza cioè legarla al periodo precedente); 2) toglierla dall'incipit, come hai già proposto nei giorni scorsi, per poi svilupparla (con maggiore ricchezza di informazioni e riferimenti adeguati) nel paragrafo corrispondente. In quest'ultimo caso nell'incipit rimarrebbe solo quanto già approvato da tutti noi (e riportato da Almadannata nel suo intervento del 3/2 ore 12,35).--Justinianus da Perugia (msg) 15:39, 4 feb 2011 (CET)[rispondi]
La biografia di Crocco è considerata manipolata e non solo da neoborbonici. É giudicata inaffidabile dagli storici Tommaso Pedio e Ettore Cinnella, lo stesso Croce la definì addirittura un falso. --Generale Lee (posta) 16:16, 4 feb 2011 (CET)[rispondi]
Hai ragione. Mi sono reso conto che la citazione non è tratta dall'autobiografia di Crocco, ma da un interrogatorio. Provvedo a rettificare riportando la fonte.--Justinianus da Perugia (msg) 16:39, 4 feb 2011 (CET)[rispondi]
Ok, vada per la prima alternativa: c'è comunque bisogno di amalgamare le due parti. Questo testo dovrebbe essere soddisfacente: Sebbene il fenomeno abbia origini remote ed abbia interessato periodi storici e territori diversi, nella storiografia italiana, con questo termine, ci si riferisce, generalmente, alle bande armate presenti nel Mezzogiorno a partire dalla fine del XVIII secolo e fino al primo decennio successivo alla proclamazione del Regno d'Italia. In particolare, l'attività brigantesca assunse connotati politici e religiosi con le sollevazioni sanfediste antifrancesi, fu duramente repressa in epoca murattiana e borbonica, sviluppandosi ulteriormente durante e subito dopo il processo di unificazione d'Italia, allorquando si contrappose alle truppe del neonato Stato italiano. All'interno o al di fuori delle bande agirono, anche mossi da motivazioni di natura sociale e/o politica, gruppi di braccianti ed ex militari borbonici. Resto in attesa. --The White Lion (msg) 14:48, 5 feb 2011 (CET)[rispondi]

Visto che c'è stata una quasi edit war sul dove collocare la nota n.20, sento di potermi accodare a coloro che la ritengono meglio collocata dove è ora, nel paragrafo sul brigantaggio borboniano. Per quanto concerne l'incipit proporrei di tagliare la testa al toro, ovverosia di eliminare dall'incipit ogni riferimento al brigantaggio nel meridione, lasciando le informazioni sul brigantaggio meridionale solo nell'apposito paragrafo. Infatti, come si deduce dalla voce, e come è conoscenza comune, il brigantaggio non nasce al sud, nè c'è stato solo al sud, nè la storiografia ha studiato solo il brigantaggio meridionale (per quanto questo sia stato comunque tra i fenomeni di brigantaggio più studiati). Io lascerei nell'incipit solo la definizione generale del termine, aggiungendo solo come, quando, se e dove è scomparso. In breve, dall'incipit toglierei (spostando quello che serve nel paragrafo apposito) "Generalmente nella storiografia italiana con questo termine ci si riferisce alle bande armate che, già operanti nel Mezzogiorno in età borbonica, si svilupparono ulteriormente durante e subito dopo il processo di unificazione d'Italia, contrapponendosi alle truppe del neonato Stato italiano. All'interno o al di fuori di esse agirono anche, mossi da motivazioni di natura sociale e/o politica, gruppi di braccianti ed ex militari borbonici. In realtà, l'origine del brigantaggio risale ad epoche più remote e, nel corso dei tempi, interessò diverse zone d'Italia", lasciando "Per brigantaggio si suole definire una forma di banditismo caratterizzata da azioni violente a scopo di rapina ed estorsione, ma che ha avuto, in altre circostanze, risvolti insurrezionalisti a sfondo politico e sociale". Che ne dite? AndreaFox bussa pure qui... 17:30, 5 feb 2011 (CET)[rispondi]

Anche la proposta di incipit di Andrea mi sembra condivisibile. --The White Lion (msg) 19:24, 5 feb 2011 (CET)[rispondi]
Non sono d'accordo. Il 1 febbraio alle ore 15,05 tale operazione era stata compiuta da Generale Lee ed a seguito delle rimostranze di alcuni utenti (non solo mie) si erano tornate ad inserire le informazioni che oggi si propone nuovamente di sopprimere. Tornare nuovamente su proposte superate non mi sembra il caso. Sono oltretutto informazioni che vengono riportate da tutte le enciclopedie, anche cartacee. Inoltre qui c'è un testo condiviso (riportato qui di sopra Almadannata) e che direttamente o indirettamente riscuote l'approvazione generale. Pur facendo notare che il testo ripreso da White Lion presenta una variante rispetto a quello approvato precedentemente (testo "Amadannata"), dove non era indicata come data di inizio del brigantaggio la fine del XVIII secolo, bensì il XVIII secolo (in generale), voglio soprassedere, per chiudere una volta per tutte la questione e come prova della mia buona volontà. Quindi va bene per me il testo di White Lion del 5/2 ore 14,48 senza alcun cambiamento. Altrimenti si può lasciare l'incipit nei termini in cui si trova attualmente.--Justinianus da Perugia (msg) 09:27, 6 feb 2011 (CET)[rispondi]
✔ Fatto come da indicazioni finali dell'utente:Justinianus da Perugia. --TWL (msg) 11:45, 6 feb 2011 (CET)[rispondi]
Secondo me accomunare il brigantaggio sotto i francesi e sotto i borboni mi pare esagerato. Certamente i Borbone fecero non poche condanne ai danni dei briganti ma non mi risulta che provocarono eccidi e saccheggi di enormi proporzioni ai livelli dei francesi (massacro di Lauria, resistenza di Maratea...). Accanto alle considerazioni di Croce, Montanelli disse che il brigantaggio nel Regno delle Due Sicilie e negli Stati pontifici era un fenomeno endemico dovuto a miseria, mancanza di comunicazioni e struttura dei regimi polizieschi "ma era un brigantaggio spicciolo, affidato all'iniziativa privata di pastori e contadini che, scontenti del loro stato, preferivano darsi alla macchia e al saccheggio." Potete leggere qui una parte tratta dalla sua opera monumentale Storia d'Italia, che narra la storia di Crocco [5]. --Generale Lee (posta) 13:28, 17 feb 2011 (CET)[rispondi]
La legislazione adottata subito dopo la restaurazione è, per certi versi, più dura di quella post-unitaria. Ciò posto, non credo si possa operare tante articolazioni in un incipit, che deve, nella sua scarna essenzialità, rappresentare una sintesi introduttiva all'intera la voce. Sul caso specifico di Montanelli, che ben può essere citato altrove, ricordo che stiamo pur sempre parlando di un giornalista che, da solo o con altri giornalisti, ha pubblicato storie d'italia a carattere spiccatamente e volutamente divulgativo, certamente molto diffuse ma tutt'altro che scientifiche. Almadannata (msg) 14:17, 17 feb 2011 (CET)[rispondi]
L'incipit concorda con quello che scrive Montanelli, i fatti di Lauria e Maratea sono inscrivibili nelle operazioni di occupazione militare di un territorio di fronte ad un centro che si ribella o rifiuta di assoggettarsi (mi ricorda qualcosa), a cui ne coincisero altrettanti di simili da parte della bande Sanfediste, come il sacco di Crotone, altrimenti etichettiamo ovunque queste azioni come azioni di antibrigantaggio o di brigantaggio ed arriviamo in fretta in tempi piu' vicini ai nostri in cui tutti gli opponenti ad una occupazione militare are "banditen". Le azioni murattiane e borboniche di dura repressione di banditismo sensu strictu sono riportate con citazione di fonti nei paragrafi 3.4 e 3.5. Ricordiamoci per esempio, parlando del periodo borbonico, che Crocco era gia' brigante, assieme ad altri briganti, ancor prima dell'arrivo di Garibaldi, Montanelli scrive: "....Dopo due anni di vita alla macchia punteggiata di rapine e omicidi, si schierò con Garibaldi...,". --Bramfab Discorriamo 14:22, 17 feb 2011 (CET)[rispondi]
Quindi, se non erro, convieni anche tu sull'esigenza di lasciare l'incipit così com'è. Almadannata (msg) 14:34, 17 feb 2011 (CET)[rispondi]
No, perchè l'entità repressiva tra i due governi (francese e borbonico) fu diversa. Non dico di rivoluzionare l'incipit va bene, ma non mi sembra che i Borbone abbiano prodotto gli stessi morti di Murat e Giuseppe Bonaparte. E poi cosa c'entra che Crocco era già brigante (lo so benissimo, anche perchè la sua biografia l'ho sviluppata principalmente io), è ribadito che il brigantaggio era un fenomeno endemico esistente dalla notte dei tempi. E poi da come se ne parla nell'incipit, sembra che quello postunitario sia stato più tenue di quelli precedenti, mentre in realtà fu molto più cruento. La mia soluzione? Togliere semplicemente l'avverbio duramente. --Generale Lee (posta) 15:11, 17 feb 2011 (CET)[rispondi]
Generale Lee, io facevo riferimento all'intervento di Bramfab. Ciò precisato, ti faccio notare che proprio quel duramente è scaturito da un'intensa discussione, come potrai leggere più sopra, in sostituzione di ferocemente. Se fosse più o meno dura la repressione sotto i francesi o dopo la restaurazione questo ben potrà essere oggetto di più approfondito confronto, ma resta il fatto che, per ambedue i casi, fu dura comunque. Altrimenti, è ovvio, non si parlerebbe di repressione. Almadannata (msg) 16:58, 17 feb 2011 (CET)[rispondi]
Fu repressa duramente da tutti quanti, senza sconti o clemenze per alcuno. Il duramente non e' una avverbio di quantita' ma di qualita', sicuramente meno POV di ferocemente, in quanto ciò che oggi chiamiamo feroce, a quel tempo era semplicemente severo. Certamente se vogliamo sottilizzare troviamo testi dell'epoca che denunciano, già a partire dal 1700, per l'area napoletana una connivenza fra malavitosi camorristi e rappresentanti del regno, che può aver portato ad una attenuazione della repressione in alcune situazioni, ma questo ci porterebbe allo stato attuale della voce ben troppo lontano. Se vi leggete le memorie di mastro Titta vedrete che anche il Papa non fu da meno (e bisognerà anche citare da qualche parte il brigantaggio nell'area laziale ben preesistente al 1861) nella durezza della repressione del brigantaggio.--Bramfab Discorriamo 17:14, 17 feb 2011 (CET) (F.C.) p.s. ho citato Montanelli per Crocco, in quanto si poteva avere l'impresione dalla citazione precedente che per Montanelli il banditismo in fondo fosse quasi un poco di più del furto di galline, uno di quelle generalizzazioni montanelliane, smentite pochi righe dopo nel suo stesso testo, del genere di quelle su cui batterono i denigratori delle sue capacita' di storico. --Bramfab Discorriamo 17:22, 17 feb 2011 (CET)[rispondi]
@Almadannata: Ok compreso. Cmq non voglio fare il mercoledì in mezzo alla settimana ma la differenza tra ferocemente e duramente è minima e come tu stesso hai detto una repressione è sempre dura quindi risulta un termine ridondante. Proprio per non evitare confronti tra le due epoche converrebbe eliminarlo. Se poi parliamo di repressioni sotto francesi e borboni, lo furono altrettanto (se non peggio) sotto il neogoverno italiano. Bisognerebbe specificare che anche il brigantaggio postunitario (come i precedenti) venne domato in maniera tutt'altro che innocua e non solamente dire che si sviluppò ulteriormente. Spero di essermi spiegato bene. --Generale Lee (posta) 17:21, 17 feb 2011 (CET)[rispondi]
@Bramfab: va bene lasciamo il duramente, però dovremmo anche dire lo stesso di quello postunitario per il motivo sopracitato. --Generale Lee (posta) 17:25, 17 feb 2011 (CET)[rispondi]
Li ci vorrebbe qualcosa di più: una frasetta di 10-12 parole al massimo, essendo in incipit, in cui inserire sia la dura repressione e sia il fatto che inizialmente si arrivo' anche a combattimenti o scontri di tipo bellico, in cui qualche volta furono i bersaglieri ad avere la peggio. --Bramfab Discorriamo 17:34, 17 feb 2011 (CET)[rispondi]
Non c'è bisogno dei particolari (abbiamo già detto che se ne può parlare tranquillamente nei paragrafi sottostanti) ma solo di specificare che anche i provvedimenti del regio governo furono "belli pesanti". --Generale Lee (posta) 17:47, 17 feb 2011 (CET)[rispondi]

Qualche precisazione: quando ho sviluppato la prima bozza dell'attuale incipit, l'ho fatto sulla base di quanto riportato in Treccani, che, ad onor del vero, definisce feroce la repressione nel periodo francese e poi parla di una ricomparsa dell'attivita brigantesca in periodo borbonico. L'aver "fuso" insieme francesi e borbone (con ferocemente che diviene duramente) è la conseguena del compromesso che si può ricostruire leggendo gli interventi postati più sopra. Circa la parte riguardante il periodo postunitario, beh, quella è sicuramente perfettibile, anche perché al testo attuale abbiamo lavorato solo in due, quindi qualcosa può esserci sfuggito --theWhite Lion 22:44, 17 feb 2011 (CET)[rispondi]

Visto che è stato fatto un rollback della mia modifica, allora discutiamo. Io ne avevo già parlato ma non vedendo risposte concrete ho proseguito. Allora come è necessario rimarcare che il brigantaggio venne represso duramente da francesi e borboni, lo fu altrettanto sotto i Savoia (dire che si sviluppò ulteriormente è riduttivo), tanto da tramutarsi in guerra civile (e ci ho messo anche le fonti). Vedete voi come formulare il periodo ma queste cose andrebbero dette nell'incipit. --Generale Lee (posta) 13:02, 21 feb 2011

(CET)

Non avertene a male, Generale Lee, ma a mio avviso le aggiunte da te fatte non sono molto pertinenti per le seguenti ragioni: 1) la voce è sul brigantaggio in generale, non sul brigantaggio postunitario; 2) esiste un paragrafo che può contenere le integrazioni (Risorgimento); 3) il testo dell'incipit attuale è stato ampiamente dibattuto e concordato: sarebbe pertanto meglio evitare di rimetterlo in discussione per un'integrazione che si può benissimo effettuare nel corpo del testo. Comunque domani, con un pò di calma, darò un'occhiata per vedere cosa si può fare per venirti incontro.--Justinianus da Perugia (msg) 23:48, 21 feb 2011 (CET)[rispondi]
Credo che questo testo possa andar bene: ...fu duramente repressa in epoca napoleonica, borbonica e post-unitaria allorquando, dopo essersi sviluppata ulteriormente, si contrappose alle truppe del neonato Stato italiano
Il fatto che sia stato ampiamente dibattuto e concordato non significa che non possa essere rimesso in discussione, è come non poter revisionare una legge approvata in precedenza. Forse la mia modifica era troppo dispersiva ma non si può dire solamente che il brigantaggio postunitario si sviluppò ulteriormente. Abbiamo puntualizzato (giustamente) che la politica borbonica contro il fenomeno fu dura, lo stesso deve essere detto per quello dal 1860 al 1870, senza inutili dispersioni. --Generale Lee (posta) 13:07, 22 feb 2011 (CET)[rispondi]
Scusa, ma il testo che ti propongo qui di sopra dice esattamente ciò che tu hai appena asserito. Mi sorge pertanto il fondato sospetto che tu non l'abbia neppure letto. Ovviamente l'incipit poi lo chiudiamo con l'ultima frase già presente e cioè: In questa fase storica, all'interno o al di fuori delle bande, agirono, mossi anche da motivazioni di natura sociale e/o politica, gruppi di braccianti ed ex militari borbonici (senza nessuna ulteriore aggiunta, ovviamente). Se ti sta bene consultiamo poi anche gli altri partecipanti alla discussione.--Justinianus da Perugia (msg) 15:19, 22 feb 2011 (CET)[rispondi]
Sì sì hai ragione scusami avevo visto di fretta. Ora può andare. --Generale Lee (posta) 19:48, 23 feb 2011 (CET)[rispondi]
Se non ci sono interventi da parte di altri utenti (chi tace acconsente...) domani puoi tu stesso effettuare la modifica che abbiamo concordato nell'incipit.--Justinianus da Perugia (msg) 08:08, 24 feb 2011 (CET)[rispondi]

Richiesta di fonti e presunto discendente brigante di Garibaldi[modifica wikitesto]

La richiesta di fonti non si cancella se non fornendo una fonte attendibile. Suggerisco di leggere Wikipedia:Fonti attendibili e wp:pilastri. Una prossima rimozione di richiesta fonti, senza inserimento di fonte sara' valutata.--Bramfab Discorriamo 09:58, 9 mar 2011 (CET)[rispondi]

Il periodo così come l'ho riformulato io (secondo quanto dichiarato) è validato dalla fonte indicata: in voce riportiamo che la signora Anita afferma XYZ e lo referenziamo; e non che è universalmente comprovato che Ricciotti si fosse schierato contro il Regno d'Italia. Se ritieni inaffidabile la fonte avresti dovuto motivare la tua richiesta (che altrimenti appare pretestuosa) così come hai fatto ora e discutere delle tue perplessità in talk (e senza fare minacce: una prossima rimozione di richiesta fonti, senza inserimento di fonte sara' valutata) e non operare come avevi fatto in precedenza. Ti ringrazio per la collaborazione. --theWhite Lion 11:56, 9 mar 2011 (CET)[rispondi]
Cioè, mi state dicendo che questo signore, combattente insieme "al papà" praticamente in tutte le sue battaglie dall'Uruguay fino a Digione, tra un "Aspromonte" (1862) e una Bezzecca (1866), sarebbe "andato un momentino" in Calabria a combattere con un brigante filoborbonico? E tutto perché una bis-bis-bis-nipote ha detto una mezza cosa in Tivvù "dicendo" di avere dei non precisati documenti? E guarda caso questa sarebbe anche l'unica cosa "non ben nota" di questo signore di cui si sa praticamente tutto della sua vita? E di punto in bianco tutti a riscrivere la storia in più e più pagine di wikipedia? Ma per favore... --Retaggio (msg) 12:16, 9 mar 2011 (CET) PS - consiglio la lettura di WP:Ingiusto rilievo[rispondi]
Addirittura! Penso che qui nessuno voglia far credere alcunchè a nessun altro. Ci siamo limitati a riportare una dichiarazione (che tra l'altro ha fatto anche abbastanza scalpore), senza riscrivere la voce (non so a quali altre voci tu ti riferisca), né tantomeno riscrivere la storia. --theWhite Lion 12:28, 9 mar 2011 (CET)[rispondi]
A quella di Ricciotti, ovviamente. --Retaggio (msg) 12:33, 9 mar 2011 (CET)[rispondi]
La comparsata televisiva non vale certamente come fonte, la rimozione di una richiesta di fonti e' inaccettabile, sopratutto quando si riferisce a qualcosa di rivoluzionario nella esegesi storica di un personaggio non secondario del risorgimento. Ci troviamo di fronte ad un tentativi di persistere nell'inserire in wikipedia fatti non documentati, dicerie non passate al vaglio di nessun storico (il DNA non trasmette alcuna memoria storica) a supporto di tesi minoritarie e decisamente orientate ideologicamente.
Lo scalpore dove sarebbe oltre un video in Youtube e i soliti blog?--Bramfab Discorriamo 12:44, 9 mar 2011 (CET)[rispondi]
Beh, a questo punto mi domando quale interesse avrebbe la povera vecchina a sostenere certe tesi ideologicamente orientate. Lo scalpore mi sembra che sia presente anche nell'articolo riportato come riferimento nella voce segnalata da Retaggio (che avrebbe potuto adoperare un tono differente nel suo primo post). Ci troviamo di fronte ad un tentativi di persistere nell'inserire in wikipedia fatti non documentati: le accuse che stai muovendo (al sottoscritto?) sono abbastanza gravi. Non mi pare che due interventi tesi, uno, a chiarire quanto già riportato in voce e, l'altro, a ottenere una più chiara motivazione alla richiesta fonti, siano ascrivibili alla tua interpretazione del "caso Ricciotti Garibaldi". --theWhite Lion 13:13, 9 mar 2011 (CET)[rispondi]
Ti assicuro che mentre scrivevo con quel tono non pensavo assolutamente a te. --Retaggio (msg) 14:00, 9 mar 2011 (CET) PS "OT" - Comunque non mi sembra proprio una povera vecchina -> [6] - Anzi, la direi pure enciclopedica[rispondi]
Il fatto non documentato e' che Ricciotti si unito in Calabria a briganti, l'inserimento ideologicamente orientato e' dare da intendere la sua alleanza con le forze di briganti sostenute dai borbonici. Mi attendo risposte ben documentate sul fatto che si sia unito a briganti tipo Crocco o Chiavone, la cosa non puo' essere passata inosservata per 150 anni, anche per il motivo che Garibaldi e figli erano visti come fumo negli occhi anche da molti "piemontesi" e figurarsi se si sarebbero fatti scappare questo "scandalo" per dare addosso a Don Peppino.--Bramfab Discorriamo 13:35, 9 mar 2011 (CET)[rispondi]
Bramfab ha ragione, Anita jr. non ha mai mostrato pubblicamente questi documenti di cui si ritiene in possesso, quindi rimane una dichiarazione unilaterale. --Generale Lee (posta) 14:55, 9 mar 2011 (CET)[rispondi]
Ovviamente il "povera vecchina" era un'iperbole :) Comunque per tagliare la testa al toro si potrebbe riportare dell'avventura calabrese pro-repubblicana ed aggiungere, che secondo una dichiarazione rilasciata dalla giornalista pubblicista Anita Garibaldi, figlia di Ezio e nipote di Ricciotti, questi si sarebbe addirittura unito ai briganti... etc etc. --theWhite Lion 18:38, 9 mar 2011 (CET)[rispondi]
Secondo me non si può basare un'informazione talmente importante su una singola dichiarazione televisiva di pochi secondi, senza che ci siano altri riscontri e un'adeguata contestualizzazione (ad esempio, questa cosa sarebbe accaduta prima, durante o dopo il movimento filo-repubblicano in Calabria? In che relazione è con essa? Cosa avrebbe "fruttato"? Quando e perché si sarebbe conclusa? Questi briganti con cui avrebbe combattuto erano borbonici o repubblicani?). Magari aspettiamo il prossimo libro della Garibaldi (che un uccellino malpensante mi dice che dovrebbe essere prossimo... :-P) e vediamo se c'è questa cosa, e cosa viene portato a riferimento. Ciò IMHO vale ovviamente anche per la pagina di Ricciotti Garibaldi e eventuali altre. --Retaggio (msg) 10:31, 10 mar 2011 (CET)[rispondi]
Inoltre, c'è anche un problema di "non rilevanza": se può avere un importanza nella pagina di Ricciotti (sempre se vera e contestualizzata), che rilevanza può avere in questa pagina se parliamo di un'informazione talmente "di nicchia" che non si trova alcun riscontro in 150 anni di storia? Che rilevanza può mai aver avuto sulla storia del brigantaggio? Incidentalmente, ricordo anche che questa è la pagina sul "brigantaggio" nel suo complesso, neanche quella sul brigantaggio postunitario... --Retaggio (msg) 10:46, 10 mar 2011 (CET)[rispondi]
Per carità, tutte eccezioni condivisibilissime le tue; ma come fai notare la notizia ha sicuramente rilievo nella pagina di Ricciotti, nonostante sia ancora incompleta (in attesa della prossima opera della vecchina) e, quando sarà supportata da bibliografia, imho, potrà essere riportata anche nella voce brigantaggio postunitario. --theWhite Lion 11:27, 10 mar 2011 (CET)[rispondi]
Ho rimosso l'informazione da questa pagina. Non possiamo dire nulla riguardo la veridicità e la contestualizzazione, ma la non rilevanza, in un ambito generico come questo, mi sembra fuori di dubbio. Rimane ancora nella pagina di Ricciotti (sempre da controllare - contestualizzare, si spera in futuro). --Retaggio (msg) 11:17, 11 mar 2011 (CET)[rispondi]
Beh, almeno nella pagina di Ricciotti, consiglierei di spostare (e armonizzare con il resto) le motivazioni che hai addotto nel tmp:chiarire da quest'ultimo al tmp:c (imho, dato che c'è, sarebbe preferibile utilizzare quello, anziché dilungarsi eccessivamente con le richieste nel corpo del testo della voce). --theWhite Lion 12:41, 11 mar 2011 (CET)[rispondi]
Con gli ultimi aggiornamenti, sempre con fonti, nella voce Ricciotti Garibaldi la questione e' chiara. La letteratura e' piena di riferimenti a quello che avvenne in Calabria, inquadrabile senza ombra di dubbio tra i primi moti libertari-socialisti-anarcoidi che avvennero anche in Italia, ma che nulla hanno che spartire con i "briganti" e chi rimpiangeva il regno borbonico e l'assetto antiunitario dello stivale.
Difficile dire se la presente Anita sia stata fraintesa, oppure se la sua intervista sia stata manipolata oppure abbia deciso di far parlare (chi ne voleva parlare) di se per vendere meglio il prossimo libro, in ogni caso ben prima della sua comparsata televisiva vi erano fonti chiare e attendibili e cartacee che davano i nomi e cognomi e i minimi dettagli sia per capire cosa accadde in Calabria e sia il suo vero contesto storico e ideologico in cui e' posizionato.
I tentativi di associare Ricciotti ai briganti filoborbonici hanno lo stesso valore di imbroglio storico di quello che sarebbe il voler associare in una ideale alleanza Toro Seduto alla truppe sudiste, in quanto entrambe combatterono contro Custer oppure arruolare Lev Trotsky nell' Armata Bianca dopo i suoi contrasti con Stalin.
La morale e' sempre la stessa: attenersi alle fonti serie, blog, youtube e scritti e sopratutto esegesi di improvvisati storici (spesso con un loro tornaconto) anche se piu' avvincenti, non possono far testo, per wikipedia almeno.--Bramfab Discorriamo 17:15, 11 mar 2011 (CET)[rispondi]
Eliminare da WP una bufala bella e buona come questa è per tutti noi wikipediani motivo di soddisfazione. Gli interventi dei giorni scorsi hanno permesso inoltre alla voce di migliorare sensibilmente. Complimenti a tutti coloro che si sono impegnati per rendere più leggibile questa pagina! --Justinianus da Perugia (msg) 19:33, 13 mag 2011 (CEST)[rispondi]

Bibliografia[modifica wikitesto]

Ma tutta questa caterva di libri sono impiegati nella voce? Secondo me qui c'è qualche promozione. A mio avviso questi testi vanno contestualizzati altrimenti bisognerebbe procedere ad uno scorporo. --Generale Lee (posta) 17:29, 7 feb 2012 (CET)[rispondi]

La promozione la vedo maggiore nella voce sorella Brigantaggio postunitario, qui sono tutti libri che hanno almeno qualche anno di eta' di stampa. Tuttavia l'idea di fare una voce bibliografia sul brigantaggio, contestualizzata sul tipo di Bibliografia sull'Olocausto non sarebbe male, scorporando dalle due voci e indicando lo scorporo, e lasciando nelle voci l'indicazione dei testi effettivamente usati. --Bramfab Discorriamo 17:50, 7 feb 2012 (CET)[rispondi]