Classe Tomakomai Maru

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Classe Tomakomai Maru
L'Italroro Three sotto sequestro a Genova
Descrizione generale
TipoRo/Ro cargo
ClasseTomakomai Maru
Numero unità5
CantiereHayashikane Shipbuilding & Engineering di Shimonoseki (Giappone)
Varo1975 (la capoclasse)
Statodemolite
Caratteristiche generali
Dislocamento10 622
Stazza lorda6 780 (al 2002)
13 972[1] tsl
Portata lorda4 342 tpl
Lunghezza147,6 m
Larghezza22,63 m
Pescaggio6,62 m
PropulsioneMitsubishi – MAN 16V52-55 4S
Velocità19,5 nodi (36,11 km/h)
Capacità di carico103 semirimorchi, 30 automobili
Passeggeri12
Bruno Balsamo, Le navi della Tirrenia[2]
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La classe Tomakomai Maru era composta da cinque navi traghetto Ro/Ro costruiti in Giappone tra il 1975 e il 1976, tre delle quali hanno fatto servizio per compagnie di navigazione italiane.

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Costruite presso il cantiere Hayashikane Shipbuilding & Engineering di Shimonoseki (Giappone), le prime due unità si differenziavano dalle successive per l'assenza del ponte di carico superiore chiuso, con conseguente maggior carico lineare per autoveicoli (150 metri)[3]. Esse furono realizzate rispettivamente nel 1975 e 1976, battezzate Tomakomai Maru e Tokyo Maru e consegnate all'armatore giapponese Nihon Enkai Ferry & Kawasaki Kinkai Kise.

Le restanti navi furono consegnate nel 1976 alla Società Mototraghetti Mediterranea con i nomi di Serenissima Express, Allemagna Express e Anglia Express.

Si trattava di navi a scafo singolo, dalla stazza lorda di 11939 tonnellate (le prime due) e 13972 tonnellate (le tre successive), lunghe 147,62 m. Il motore principale era un Mitsubishi – MAN 16V52-55 4S capace di erogare 11.768 kW che consentiva loro in origine una velocità massima di 22,4 nodi e una velocità di servizio di 19,5 nodi[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le unità greche[modifica | modifica wikitesto]

Dopo un primo impiego nei mari nipponici per collegare Tokyo e Tomakomai (sull'isola di Hokkaidō)[3], le due unità della prima fornitura furono cedute, nel 1999, all'armatore Express Sea Trailers di Kostas Agapitos che le trasferì nel Mediterraneo per le proprie rotte ribattezzandole rispettivamente Hellenic Trailer e Navetrailer[4]; le unità entrarono da lì a poco a far parte della divisione cargo di Hellas Ferries[3].

Un nuovo cambio di proprietario avvenne nel 2007, quando le unità passarono alla Hellenic Seaways[5] con i nomi mutati in Hellenic Trader e Cielo Trader. Quest'ultima unità fu demolita nel 2010, mentre la Hellenic Trader fu demolita nel 2014.

Le unità italiane[modifica | modifica wikitesto]

Nel maggio 1975 l'Adriatica di Navigazione aveva rilevato dalla Tirrenia la gestione delle linee merci per il Nord Europa, fino a quel momento coperte con navi da carico convenzionali (Giosuè Borsi, Cagliari e Vallisarco)[6]. L'Adriatica intendeva riorganizzarle integrandole con le linee per il Medio Oriente, già gestite in precedenza dalla compagnia, e introducendo l'impiego di unità ro-ro[6]. In attesa della consegna, prevista per il 1979, di tre nuove unità ordinate a questo scopo alla Italcantieri, fu deciso il noleggio di tre traghetti gemelli della classe Tomakomai Maru, di proprietà dell'armatore Russotti[6][7]. Le unità, battezzate Serenissima Express, Allemagna Express e Anglia Express, entrarono in servizio rispettivamente a maggio, agosto e novembre 1976[7].

Le cronache dell'epoca riferiscono di una polemica relativa al costo attribuito a tale noleggio, che portò ad un'inchiesta giudiziaria e alla conseguente sostituzione dei vertici di Adriatica e Finmare, coinvolti nella vicenda[8][9]. Proprio in ragione dell'elevato costo del nolo, nel 1978 fu deciso l'acquisto delle tre unità[10]; la situazione economica complessa della compagnia e il seguente riassetto di rotte e flotta portò al loro spostamento, nel giugno dello stesso anno, dalle rotte per il Nord Europa a quelle per il Mediterraneo Orientale[7][10].

Nel 1984 la Anglia Express e la Serenissima Express furono noleggiate alla Si.Tra., venendo destinate al collegamento Genova - Palermo, mentre la Allemagna Express, dopo un periodo di disarmo, fu destinata ai collegamenti per Cipro ed Egitto con partenza nei porti del Tirreno[7]. Nel 1986 la Allemagna Express fu ceduta alla Italia di Navigazione, che la ribattezzò Roro Italia e la destinò al trasporto di trattori e macchine movimento terra dall'Italia agli Stati Uniti[11]. Il servizio fu in seguito sospeso e il 28 aprile 1988 la nave passò alla Tirrenia di Navigazione, prendendo il nome di Sardegna[11][12]. A dicembre seguirono anche la Serenissima Express e la Anglia Express, che presero rispettivamente il nome di Calabria e Sicilia[12]; le navi furono destinate ai collegamenti con le isole maggiori[13].

Il 20 luglio 1989 la Sardegna si incagliò al largo delle coste sarde, subendo l'allagamento del locale apparato motore. Scongiurato il rischio di naufragio, la nave fu rimorchiata a Genova, dove fu sottoposta ai necessari lavori di riparazione, durante i quali fu sbarcato e revisionato il motore principale[14].

A fine 2006 le navi vennero nuovamente cedute, questa volta alla Puglia Navigazione, iscritte nel registro di Bari e ribattezzate Italroro, rispettivamente Two, One e Three; quest'ultima subì anche una modifica consistente nella rimozione della copertura del ponte superiore, che la rese simile alle prime due unità costruite. Il progetto di istituire una rotta Italia-Turchia per le quali furono acquisite non vide però la luce, e le unità furono dunque utilizzate, sempre in regime di noleggio, su altre rotte.

Fra i servizi effettuati si ricordano la rotta Venezia-Corinto già servita dalle prime due unità, la Termini Imerese-Livorno per conto della Navigazione Stretto di Messina, la Palermo-Cagliari con SNAV, la Genova-Rades (Tunisia) per la CoTuNav, la Napoli Cagliari/Olbia (Dimaio Lines) e la più recente Napoli-Cagliari per il trasporto della spazzatura durante l'emergenza rifiuti del 2008.

La compagnia proprietaria versava ormai in forti difficoltà finanziarie e dopo la dichiarazione di fallimento avvenuta nel luglio 2008[15] le unità vennero fermate e sequestrate:

  • la Italroro One finì sotto sequestro a Siracusa;
  • la Italroro Two, inviata ad Augusta per alcuni lavori, si vide revocata la certificazione e a fine anno risultava sotto sequestro a Tolone;
  • la Italroro Three, in partenza da Genova con un carico misto di camion usati e nuovi destinati a Lagos (Nigeria), venne sequestrata dall'autorità giudiziaria e divenne oggetto delle cronache dell'epoca a causa della decisione dell'equipaggio di rimanere a bordo come forma di protesta nei confronti della compagnia[16].

Tutte le unità furono dunque vendute per demolizione nel 2010.

Prospetto riassuntivo[modifica | modifica wikitesto]

Primo nome Numero IMO Costruzione Nomi successivi Destino
Tomakomai Maru 7419456 1975 Hellenic Trader (2007-2014)
Navetrailer (1999-2007)
Demolita nel 2014
Tokyo Maru 7419468 1976 Cielo Trailer (1999-2007)
Hellenic Trailer (2007-2010)
Demolita nel 2010
Serenissima Express 7517583 1976 Calabria (1990-2006)
Italroro Two (2006-2011)
Demolita nel 2011
Allemagna Express 7517595 1976 RO RO (1986-1988)
Sardegna (1988-2006)
Italroro One (2006-2011)
Demolita nel 2011
Anglia Express 7517600 1976 Sicilia (1990-2007)
Italroro Three (2007-2011)
Demolita nel 2011

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 7517595 ITALRORO ONE - Fundamental/Class, su leonardoinfo.com. URL consultato il 4 maggio 2020.
  2. ^ a b Bruno Balsamo,  pp.544-545
  3. ^ a b c www.adriaticandaegeanferries.com, http://www.adriaticandaegeanferries.com/. URL consultato il 17 marzo 2023.
  4. ^ The ferry site, su ferry-site.dk. URL consultato l'8 gennaio 2018.
  5. ^ Hellenic Seaways, su hellenicseaways.gr. URL consultato il 31 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2013).
  6. ^ a b c Pasquale Trizio, pp. 66-67
  7. ^ a b c d Maurizio Gadda, Adriatica di navigazione S.p.a. - Storia dal 1974 al 2004, su naviearmatori.net. URL consultato il 3 maggio 2020.
  8. ^ L'inchiesta si concluse con l'assoluzione degli indagati, gli amministratori delegati di Adriatica di Navigazione e Finmare, dell'armatore Russotti e dell'ex ministro dei trasporti Giovanni Gioia
  9. ^ L'IRI si affretta a sostituire i funzionari coinvolti nello scandalo dei traghetti, su archiviolastampa.it, La Stampa, 22 ottobre 1977.
  10. ^ a b Pasquale Trizio, p. 70
  11. ^ a b Aldo Caterino,  p.277
  12. ^ a b Bruno Balsamo,  p.66
  13. ^ Bruno Balsamo,  p.543
  14. ^ Bruno Balsamo,  p.544
  15. ^ Andrea Moizo, Ultimo viaggio per gli Italroro, su ship2shore.it, 13 dicembre 2010. URL consultato il 31 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  16. ^ Nave sequestrata in porto l’equipaggio ha freddo e fame, in Il Secolo XIX, 7 dicembre 2008. URL consultato l'8 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bruno Balsamo, Le navi della Tirrenia, Sorrento, Con-fine Edizioni di arte & cultura, 2018, ISBN 978-88-96427-73-6.
  • Pasquale Trizio, Adriatica Venezia (1932-2004), Bari, Gelsorosso, 2008, ISBN 978-88-89735-28-2.
  • Aldo Caterino, Italia Navigazione. Ottant'anni di storia sulle rotte transatlantiche, Genova, Il Portolano, 2013, ISBN 978-88-95051-22-2.