Classe Sociale (traghetti)

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Classe Sociale
La Caralis nel 1992
Descrizione generale
Tipotraghetti ro-ro (1979)
traghetti passeggeri (1987)
Numero unità3
Registro navaleRINA
Utilizzatore principaleTirrenia di Navigazione
Ordine24 dicembre 1975
CostruttoriCantieri Navali del Tirreno e Riuniti
CantiereAncona, Genova Bandiera dell'Italia Italia
Impostazione22 febbraio 1978 (la capoclasse)
Varo12 ottobre 1978 (la capoclasse)
Consegna12 giugno 1979 (la capoclasse)
Entrata in serviziogiugno 1979 (la capoclasse)
Ammodernamento1987-1988 (da traghetti merci a passeggeri)
Caratteristiche generali
Dislocamento11 476 (1979)
11 940 (1988)
Stazza lorda7 010 (1979)
11 324 (1987)
18 702 (1995) tsl
Portata lorda5 402 (1979)
3 957[1] tpl
Lunghezza148,32 m
Larghezza22,7 m
Pescaggio6,3 m
Propulsione2 motori GMT A420.12 12 cilindri Diesel, 15 000 cavalli
Velocità22 (1979)
19,5 (1988) nodi
Capacità di carico129 semirimorchi + 30 automobili (1979)
56 semirimorchi + 182 automobili
Passeggeri12 passeggeri, 22 conducenti (1979)
1314 (1988)
Bruno Balsamo, Le navi della Tirrenia[2]
(SV) M/S Staffetta Mediterranea (1979), su faktaomfartyg.se. URL consultato il 28 aprile 2020.
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La classe Sociale era una serie di tre navi traghetto passeggeri derivate dalla trasformazione di tre ro-ro merci, Staffetta Mediterranea, Staffetta Ligure e Staffetta Jonica. Le tre navi, rinominate rispettivamente Torres, Caralis e Arborea, prestarono servizio per Tirrenia di Navigazione fino agli anni 2000.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Come ro-ro merci[modifica | modifica wikitesto]

Originariamente le unità erano dei ro-ro merci: con una stazza lorda attorno alle 7 000 tonnellate[3], disponevano di tre ponti garage, che potevano contenere alternativamente 129 semirimorchi e 30 automobili, 117 semirimorchi e 100 automobili o 580 automobili[2]. Il garage sul ponte principale aveva accesso diretto dalla banchina per mezzo della rampa poppiera; il garage sul ponte di stiva era raggiungibile per mezzo di un ascensore con una portata di 60 tonnellate[4], mentre quello sul ponte superiore, scoperto ad eccezione della zona prodiera, era accessibile tramite una rampa fissa[2]. Le navi disponevano di sistemazioni per 12 passeggeri e 22 camionisti, per i quali erano a disposizione 17 cabine doppie, un ristorante e due sale soggiorno[2].

Le unità erano spinte da due eliche quadripala a passo variabile della Lips Italiana, collegate tramite un riduttore a due motori Diesel 12 cilindri GMT A420.12, con una potenza complessiva di 15 000 cavalli[2]. Potevano raggiungere una velocità di servizio di 22 nodi[2].

Come traghetti passeggeri[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1987, spinta dal forte aumento del traffico passeggeri tra il continente e la Sardegna, la Tirrenia decise di convertire i tre ro-ro in traghetti passeggeri. La trasformazione riguardò principalmente le sovrastrutture, che furono estese fino a poppa; la struttura dello scafo e le linee d'acqua rimasero immutate, mentre la stazza lorda salì a 11 324 tonnellate[3][5]. La trasformazione in navi passeggeri impose delle modifiche alla compartimentazione stagna, per rispettare le norme di stabilità che imponevano, tra gli altri requisiti, la galleggiabilità con due compartimenti allagati[6]. Il locale apparato motore fu diviso in due parti da una paratia trasversale, mentre le paratie longitudinali che delimitavano il garage inferiore furono spostate verso l'interno per posizionarle a una distanza pari a un quinto della larghezza dal fianco delle navi, come prescritto dai regolamenti[6]. La centrale elettrica delle navi fu potenziata, aggiungendo un quarto Diesel-generatore, mentre per migliorare la manovrabilità il singolo timone centrale fu sostituito da due posizionati dietro le eliche e fu aggiunta una seconda elica trasversale di manovra a prua[6]. Fu, infine, sostituito il fumaiolo[6].

Così trasformate, le navi potevano trasportare un massimo di 1314 passeggeri, avendo a bordo al massimo 45 semirimorchi e 232 automobili[2]. Con una maggiore quantità di carico (fino a 56 semirimorchi e 182 automobili), la condizione di galleggiabilità con due compartimenti stagni contigui allagati non poteva più essere garantita e la capacità passeggeri era ridotta di conseguenza a 500[2]. Le sistemazioni per i passeggeri comprendevano 64 cabine con servizi igienici e 40 senza servizi igienici, per un totale di 312 posti letto; erano poi presenti, come di consueto, una cella con 12 posti letto per eventuali detenuti e una cabina quadrupla per i carabinieri della scorta[2]. Erano poi presenti a bordo due sale poltrone di prima classe e sette di seconda classe, per un totale di 929 posti[2]. Gli spazi comuni per i passeggeri comprendevano un ristorante da 70 posti, una tavola calda per 170 persone, un soggiorno bar, una veranda, un cinema e un vestibolo con negozio e ufficio turistico[2].

Come accennato, la capacità dei garage risultò leggermente ridotta per via del riposizionamento delle paratie nel ponte inferiore; il numero massimo di automobili trasportabili scese a 435[2]. Anche la velocità di servizio fu ridotta in seguito ai lavori di trasformazione, scendendo a 19,5 nodi[2].

Servizio[modifica | modifica wikitesto]

La Staffetta Mediterranea (poi Torres) nel 1979.

Le tre navi furono ordinate dalla Tirrenia nel dicembre 1975, a completamento di un programma di potenziamento della flotta che comprendeva anche l'ordine di otto nuovi traghetti ro-ro passeggeri (le unità della Classe Strade Romane e i due traghetti di Classe Poeta Deledda e Verga[6]).

Le tre unità furono costruite tra il 1979 ed il 1980 alla Italcantieri di Ancona e Genova Sestri, prendendo i nomi di Staffetta Mediterranea, Staffetta Ligure e Staffetta Jonica. Come traghetti merci furono impiegati sulle linee Genova - Napoli - Tripoli e Trieste - Bari - Catania - Tripoli - Napoli - Genova[7]; in seguito alla chiusura di queste rotte furono utilizzate nei collegamenti verso la Sardegna[4][8].

La Staffetta Jonica fu la prima ad essere trasformata, venendo inviata ai cantieri INMA di La Spezia il 12 gennaio 1987[9]. Rinominata Arborea, rientrò in servizio tra Genova e Cagliari il 20 agosto dello stesso anno[10], venendo in seguito impiegata su diverse altre rotte, tra le quali anche la Cagliari - Arbatax - Civitavecchia. La Staffetta Ligure entrò ai cantieri INMA il 1 settembre, uscendone come Caralis il 25 giugno 1988[9]; fu immessa inizialmente tra Genova e Porto Torres, servendo in seguito anche la Cagliari - Arbatax - Civitavecchia. La Staffetta Mediterranea arrivò agli Stabilimenti dei Bacini di Napoli il 13 ottobre 1987, rimanendovi fino al 25 maggio 1988[9]. Ribattezzata Torres, entrò in servizio tra Genova e Cagliari e fu in seguito impiegata anche sulla rotta Napoli - Cagliari - Trapani - Tunisi - Trapani - Cagliari - Palermo e viceversa.

Il 14 marzo 1996 la Caralis, in navigazione tra Cagliari e Civitavecchia, si incagliò violentemente contro l'Isola Serpentara, al largo di Capo Carbonara[11]. Non ci furono feriti tra i 371 passeggeri a bordo, ma per liberare la nave fu necessario asportare il bulbo prodiero, spezzatosi a metà nell'impatto[12][11]. Una volta disincagliato il traghetto fu mandato a Messina per le riparazioni[8].

Il 26 ottobre 1999 la Arborea, in arrivo a Olbia proveniente da Civitavecchia, si incagliò all'imboccatura del porto sardo a causa della fitta nebbia: il traghetto fu liberato dopo due giorni da sette rimorchiatori, venendo rimorchiato in porto[10].

Il 22 novembre 1999 la Caralis compì l'ultimo viaggio con i colori Tirrenia tra Napoli e Cagliari, venendo venduta alla compagnia indonesiana Pelni nel giugno del 2000[8][11]. La nave prese il nome di Fudi e fu impiegata tra Surabaya, Ujung Pandang e Balikpapan.

Il 21 dicembre 2001 la Arborea fu posta in disarmo nel porto di Genova[10]. Nel giugno 2004 fu acquistata dall'armatore greco Gerasimos Agoudimos, proprietario della G.A Ferries, che la rivendette in seguito a demolitori indiani[13][10]. Il traghetto, rinominato per l'occasione Arbore, partì alla volta dell'India nei primi mesi del 2005, arrivando ad Alang il 5 aprile 2005[13].

L'ultima unità a rimanere in servizio per Tirrenia fu la Torres, che dopo la stagione estiva 2003 fu messa in disarmo a Cagliari. La nave fu venduta nel marzo dell'anno seguente alla turca Sancak Line, che la rinominò Istanbul S e la mise in servizio tra Brindisi e Çeşme. L'anno seguente la nave fu rinominata Sancak S. Nel maggio 2006 il traghetto fu venduto alla Namma Shipping Line, venendo impiegato a luglio dello stesso anno per l'evacuazione di profughi libanesi da Beirut verso Limassol. Nel 2010 fu pianificata la riconversione del traghetto in ro-ro merci, ma i lavori furono sospesi per un incendio; in seguito la nave fu demolita in Turchia.

Unità della classe[modifica | modifica wikitesto]

Nome Immagine Varo Cantiere Consegna Fine servizio con Tirrenia Note
Torres (già Staffetta Mediterranea) 12 ottobre 1978 Ancona 12 giugno 1979 2004 Demolita in Turchia nel 2011 in seguito a un incendio
Caralis (già Staffetta Ligure) 12 giugno 1979 Genova 14 novembre 1979 22 novembre 1999 In servizio per PELNI (Indonesia) con il nome Fudi
Demolita dopo essersi capovolta a Surabaya nel 2011
Arborea (già Staffetta Jonica) 4 marzo 1980 Genova 20 settembre 1980 dicembre 2001 Demolita in India nel 2005 con il nome Arbore

Origine dei nomi[modifica | modifica wikitesto]

Le tre navi, dopo essere state convertite in traghetti passeggeri, furono ribattezzate con i nomi di tre dei tre storici giudicati Sardi, ovvero il Giudicato di Arborea, il Giudicato di Torres e il Giudicato di Cagliari (il cui nome latino era Caralis). I nomi erano già appartenuti a diverse navi della flotta Tirrenia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nella configurazione con 1314 passeggeri.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m Bruno Balsamo, pp. 596-603.
  3. ^ a b Betti Carboncini, p. 122.
  4. ^ a b STAFFETTA MEDITERRANEA - traghetto, culturanavale.it
  5. ^ TORRES - traghetto, culturanavale.it
  6. ^ a b c d e Bruno Balsamo, p. 594.
  7. ^ Bruno Balsamo, p. 63.
  8. ^ a b c Maurizio Gadda, Tirrenia di Navigazione S.p.a., su naviearmatori.net. URL consultato il 1º maggio 2020.
  9. ^ a b c Bruno Balsamo, p. 66.
  10. ^ a b c d Bruno Balsamo, p. 608.
  11. ^ a b c Bruno Balsamo, p. 607.
  12. ^ Il traghetto finisce sugli scogli, su ricerca.repubblica.it, La Repubblica, 15 marzo 1996. URL consultato il 1º maggio 2020.
  13. ^ a b (SV) M/S Staffetta Jonica (1980), su faktaomfartyg.se. URL consultato il 28 aprile 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bruno Balsamo, Le navi della Tirrenia, Sorrento, Con-fine Edizioni di arte & cultura, 2018, ISBN 978-88-96427-73-6.
  • Adriano Betti Carboncini, Linee di navigazione marittima per la Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 2011, ISBN 978-88-7138-551-8.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]