Beatrice d'Este nella cultura di massa

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Voce principale: Beatrice d'Este.

Moglie di uno degli uomini più influenti dell'Italia quattrocentesca e influente politica ella stessa, la duchessa Beatrice d'Este divenne oggetto di rappresentazione letteraria e artistica già poco dopo la propria morte, finendo anche per stimolare la fantasia popolare.

La dama di Rothschild, attribuito a Bernardino de' Conti. Identificato come ritratto di Beatrice d'Este. Fine XV secolo.

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Autori coevi[modifica | modifica wikitesto]

I Triumphi[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Triumphi di Vincenzo Calmeta.

«Tolto m'ha morte el ben, spietata e cruda, | del qual l'avaro Ciel me fu sì largo, | lassando nostra età di gloria nuda; [...]»

A Beatrice sono dedicati i Triumphi (1497) di Vincenzo Calmeta, suo segretario, poemetto in terza rima d'ispirazione petrarchesca e dantesca nel quale il poeta piange la prematura scomparsa della duchessa e invoca la Morte affinché gli conceda di seguirla, inveendo contro il crudele Fato e la miseria della condizione umana, finché Beatrice stessa non scende dal Cielo a consolarlo e a trarlo fuori dal suo "passato errore", mostrandogli come in verità ogni cosa avvenga secondo la giustizia divina:[1]

«Misero, perché vai tu consumando | in pianto amaro i fugitivi giorni, | la morte ad ora ad ora desiando? | Deh, non turbare i mei dolci sogiorni! | Morta non son, ma gionta a meglior vita | lassando el mondo e soi fallaci scorni. | E s'io fui sciolta nella età fiorita | con tuo dolor dal bel carcer terreno, | tanto più fu felice la partíta, | ch'è bel morir mentre è el viver sereno.»

Il poeta, commosso e sbigottito, le rivolge si allora con questa invocazione:

«Alma mia diva e mio terrestre sole, | parlando e lacrimando alor dissi io, | o quanto el viver senza te mi dole! | Ché, te perdendo, persi ogni desio, | tua morte me interruppe ogni speranza, | né so più dove fermare el pensier mio [...]»

L'opera, che si inserisce nella tradizione rinascimentale dei Trionfi, non appare semplicemente una consolatoria di tipo cortigiano, e non risulta nemmeno che Vincenzo l'abbia mai presentata al duca Ludovico, il quale del resto viene menzionato poche volte. Tema portante è l'amore per la donna che, sul solco del Dolce Stil Novo, conduce il poeta alla salvezza. Anche in questo caso, secondo l'interpretazione di Rossella Guberti, si tratta di un amore puramente spirituale e non fisico, secondo una visione filosofico-religiosa: Beatrice è guida per gli smarriti sensi del poeta.[2]

Canzoniere e poesie[modifica | modifica wikitesto]

Gaspare Visconti compose per lei un intero canzoniere, preceduto da una lettera dedicatoria in cui la definisce "tra le Grazie la quarta, tra le Muse la decima, et unica fenice al nostro seculo, la quale sopra ogni altra la virtù ami e favorisci".[3] Fra le poesie ivi contenute, una introdotta dalla rubrica "per la morte de la Duchessa e per il periculo ove questa patria è posta" mostra già la consapevolezza della prossima rovina dello stato causata dalla disperazione del Moro per la perdita della consorte: "e la mia patria assai mi dà spavento | che in lui si regge, perché ogni edifizio | ruina, se vien manco il fondamento".[4]

Antonio Grifo scrisse ben undici sonetti in sua morte,[5] Serafino Aquilano quattro,[6] così anche altri poeti,[7] fra cui Niccolò da Correggio,[8] Timoteo Bendedei, e Cornelio Balbo.[9] Pietro Lazzaroni compose dodici Epitahia Beatricis consortis Ludovici Sforziae[10] e Michele Marullo un Epitaphium Beatricis Estensis:[11]

(LA)

«Solverat Eridanus tumidarum flumina aquarum. | Solverat, et populis non levis horror erat, | Quippe gravis Pyrrhae metuentes tempora cladis, | Credebant simili crescere flumen aqua. | Ille dolor fuerat saevus lacrimaeque futuri | Funeris et iustis dona paranda novis: | Scilicet et fluvios tangunt tua acerba, Beatrix, | Funera, nedum homines moestaque corda viri.»

(IT)

«L'Eridano aveva liberato i fiumi delle tumide acque. | Li aveva liberati, e non era lieve paura per i popoli, | poiché temendo i tempi delle pesanti sconfitte di Pirro | credevano che il fiume crescesse con simile acqua. | Quel dolore era stato crudele e [vi furono] lacrime del futuro | funerale, e bisognò preparare doni per le nuove esequie: | e certamente la tua acerba morte tocca i fiumi, Beatrice, | e tanto più gli uomini e il cuore afflitto del marito.»

La Disperata[modifica | modifica wikitesto]

Antonio Cammelli, detto il Pistoia, inviò al Moro ventisei sonetti e una lunga composizione in terza rima, conosciuta come "La Disperata", per consolarlo della morte "di quella tua sì chiara, anci chiarissima coniunta da te amata in terra, Beatrice, ora nel cielo tra le caste martire locata". Nella Disperata, il poeta presta voce allo stesso Ludovico nell'esprimere il suo lamento:[13]

«La nuda terra s'ha già messo il manto, | tenero e verde, et ogni cor s'alegra, | et io pur hor do principio al mio pianto. | Gli arbori piglian fronde, io veste negra. | [...] Il mondo è in pace, io sol rimango in guerra, | il sol più luce, e più rende splendore, | a me par notte, et esser giù sotterra. [...] Gli altri scaldansi al sole, io ardo al foco, | gli altri braman vivendo esser felici, | ad ogni passo io più la morte invoco | [...]. Qual animal si posa per le grotte, | qual sotto frasca, quale in ramo o stecco, | io piango mie speranze al tutto rotte, | ciascuna piaggia è verde, e io son secco. | [...] O mondo falso, o mondo cieco e vario! | Amor senza speranza, amor fallace, | a me sì aspro, a me tanto contrario! | Or ch'io sperava haver con teco pace, | privo m'hai d'ogni ben, d'ogni diletto! | e grido e piango, e tutto 'l mondo tace. | Qual ingiuria magior, o qual dispetto, | far mi potevi? Tolta m'hai colei, | che insino al ciel levava il mio intelletto! | [...] Perché non ho di Dedalo le piume? | Che mai non fu sì presto uccel volante, | com'io sarei in seguir mio perso lume. | [...] Questa è colei che 'l cor m'arde et impiaga, | altro Apollo, Esculapio, altro Avicenna, | non mi potria sanar la mortal piaga. | Lei fu principio a sì dolente pena, | e lei esser può fine, e sol remedio | al crudel colpo, che a morir mi mena. | [...] Odi anima gentil, che mi tormenta, | odi il mio pianto, odi dolore amaro, | odi un, che per tua causa si lamenta. | Odi colui che non vede il Sol chiaro, | odi colui che la vita rifiuta, | odi colui a cui morir è charo. | Tu mi se' fatta cieca, sorda e muta, | io parlo al vento, agli usci, alle finestre, | ciascuno di me si ride e non m'aiuta. [...]»

Benché già defunta, Beatrice compare nella tragedia in lingua latina De rebus Italicis deque triumpho Ludovici XII regis (1500) di Giovanni Armonio Marsio, che celebra la vittoria di Luigi XII, a rimproverare il marito per non aver seguito i suoi consigli di governo:[15]

(LA)

«Heu quotiens dixi: modum retine, vir, | Retine, vir, modum regendi populum, | Sacramque vim auri cohibe et nomen iniquum. | Regenda sunt regna magis clementia. | Plus valet amor quam timor et ensis principi: | Sat populi moenia fides est urbium. | Tu tamen ut nomen et asciscere posses | Laudes et eternum vagaretur decus, Omnia perplexe querebas ruere. [...] Tamen sequar, tibi semel meam fidem dedi | Eamque servabo [...]»

(IT)

«Ahimè, quante volte dissi: il modo modera, marito, | modera, marito, il modo di governare il popolo, | frena l'esacranda forza dell'oro e la fama avversa. | Bisogna reggere i regni più con la clemenza. | Al principe vale più l'amore che il timore e la spada. | La bastante fedeltà del popolo è mura delle città. | Tu tuttavia, affinché potessi arrogarti sia la gloria | sia gli onori e fosse diffuso un decoro eterno, | tutte le cose ambiguamente cercavi di rovesciare. | [...] Tuttavia ti seguirò, a te una volta giurai la mia fedeltà | e quella conserverò [...]»

Beatrix Estensis, Ludovici uxor. Copia libera antica.

Autori moderni[modifica | modifica wikitesto]

Il profondo dolore di Ludovico il Moro per la morte della moglie, il presunto avvelenamento del duca Gian Galeazzo, la chiamata dei francesi in Italia e l'usurpazione del ducato di Milano, la presenza a corte di artisti del calibro di Leonardo da Vinci furono fonte d'ispirazione per artisti e letterati specialmente nel XIX secolo, nel contesto della corrente romantica.[16]

Nelle produzioni letterarie moderne in cui è protagonista o coprotagonista, quali i romanzi di Giovanni Campiglio e Ignazio Cantù, Beatrice appare spesso rappresentata come sagace e subdola politica, sprone e consigliera dell'incerto marito Ludovico, che senza la fermezza della moglie non troverebbe la volontà necessaria a usurpare a tutti gli effetti il trono del nipote Gian Galeazzo.[17][18][19] "La fatale di sdegni incitatrice" la chiama Antonio dall'Acqua Giusti per bocca di Gian Galeazzo Sforza.[17] Proprio la sua ambizione, congiunta alle angherie inflitte alla cugina Isabella d'Aragona, viene talvolta esasperata fino a sfociare nella crudeltà, come nella tragedia di Gian Battista Niccolini, dove è addirittura definita come di "indole iniqua".[20]

Altrove il quadro cambia: Beatrice appare come l'ingenua e delicata moglie del Moro,[21] innamorata di qualcun altro e manovrata suo malgrado dall'astuto marito, che la usa per i propri scopi.[22]

Tragedie[modifica | modifica wikitesto]

«Bea: Ferma il tuo colpo, mio Re. Deh, per pietade il suo sangue risparmia, se non voi me pure trucidar. Per questo seno, pria che giungere a lui, quella tua spada passar dovrà. Se la sua morte brami, ferisci pur, che a fermo piè t'aspetto.
Re: e a tanto giungi per lo sposo infido?
Bea: è mio consorte, e basta. In lui difendo la mia vita, l'onor, la fede mia.
Re: la senti, ingrato? Una sì degna sposa non meritasti mai. A' merti suoi la libertà ti dono; ma dovrai pender da' cenni miei. [....]
Lud: Ne' Stati suoi vada il Franco Monarca a impor le sue leggi.»

Anno Titolo Autore Fatti salienti
1791 La morte di Ludovico Sforza detto il Moro Pietro Ferrari In preda alla gelosia, Beatrice tenta di pugnalare la cugina Isabella, credendola l'amante del marito. Scoperta la sua innocenza, si offre di aiutarla, supplicando al contempo a re Carlo VIII la salvezza di Ludovico. Quest'ultimo, sdegnato dal tradimento della moglie, si suicida.[23]
1833 Lodovico Sforza detto il Moro Giovanni Battista Niccolini È crudele antagonista della cugina Isabella.[24]
1835 Jean Galéas, Duc de Milan Arthur Fleury È innamorata, non ricambiata, di Gian Galeazzo, che tenta di salvare dalla congiura.[25]
1841 Lodovico il Moro Pietro Turati Compreso l'amore del marito per Isabella d'Aragona, Beatrice decide di sedurre Gian Galeazzo: convinta di dargli un filtro d'amore, gli dà invece del veleno, sostituito in segreto da Ludovico, che sfrutta così la passione della moglie per sbarazzarsi dell'ingombrante nipote.[22]
1856 Gli Sforza Antonio Dall'Acqua Giusti Incita il marito alla guerra e programma l'avvelenamento del duca Gian Galeazzo.[17]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

Anno Titolo Autore Fatti salienti
1837 Lodovico il Moro Giovanni Campiglio È sprone e consigliera all'incerto marito.[18]
1838 Beatrice o La corte di Lodovico il Moro o ancora Beatrice d'Este duchessa di Milano Ignazio Cantù A metà tra romanzo e biografia, narra le ambizioni e le macchinazioni della duchessa, con particolare attenzione alla sua tragica morte.[19][26]
1933 La città ardente Dino Bonardi Si concentra prevalentemente sulla realizzazione del Ritratto di Dama dell'Ambrosiana.[21]
1975 La Gioconda e il nobile sosia o L'enigma della Gioconda E. L. Konigsburg[27]
1992 La duchessa di Milano Michael Ennis Narra la vita di Beatrice e, in particolare, il suo rapporto conflittuale col marito e con la cugina Isabella.[28]
2006 I cigni di Leonardo Karen Essex Incentrato sulle rivalità tra Beatrice e la sorella Isabella.[29]

Biografie e monografie[modifica | modifica wikitesto]

Pochi autori si sono occupati di compilare biografie della duchessa, spesso in modo soltanto parziale o tematico, spessissimo influenzandosi a vicenda. Fra questi principalmente:

Anno Titolo Autore Note
1899 Beatrice D'Este, Duchess of Milan, 1475-1497 Julia Mary Cartwright Ady
1907 Béatrix d'Este, Duchesse de Milan Gustave Clausse
1923 Beatrice D'Este Et Sa Cour Robert de La Sizeranne
1943 Perle di Ferrara: la storia di Isabella e Beatrice d'Este Melita Hofmann[30]
1986 Beatrice d'Este duchessa di Milano Silvia Alberti de Mazzeri Lucida e meticolosa analisi degli eventi legati alla vita della duchessa e della sua personalità, del contesto storico, sociale e sentimentale.[31]
1993 Alla corte del Moro sulla scena ed in retroscena: Ludovico Sforza detto il Moro e Beatrice d'Este, i duchi della Milano rinascimentale, passati dalla storia alla leggenda Filiberto Amoroso[32]
2008 Beatrice d'Este (1475-1497) Autori vari[16] raccolta di monografie, fra cui una parziale edizione e commento delle lettere di Beatrice, che ce la mostrano sul piano pubblico e privato.
2009 La duchessa con i tacchi a stiletto Giulia Cacopardo Sorta di biografia modellata su una immaginaria intervista giornalistica, che mescola dunque ricerca storica e fantasia. Si concentra prevalentemente sul ruolo di Beatrice in quanto creatrice della moda italiana, con minuziose descrizioni dei suoi abiti.[33]

Fra le monografie:

Anno Titolo Autore Note
1491 Nuptiae Mediolanensium et Estensium principum Tristano Calco Narrazione in latino dei preparativi, del viaggio e dei festeggiamenti relativi alle triplici nozze tra Ludovico e Beatrice, tra Alfonso d'Este e Anna Maria Sforza e tra Ercole d'Este e Angela Sforza; e particolarmente della mirabolante giostra vinta da Galeazzo Sanseverino.
1882 La nascita di Massimiliano Sforza Attilio Portioli[34]
1882 Nozze di Beatrice d'Este e di Anna Sforza Giulio Porro[35]
1890 Delle relazioni di Isabella d' Este Gonzaga con Ludovico e Beatrice Sforza Alessandro Luzio e Rodolfo Renier[36] Parziale edizione e commento, all'interno di una narrazione biografica, dell'epistolario di Isabella d'Este con la sorella Beatrice e col cognato Ludovico.

Musica[modifica | modifica wikitesto]

Il compositore Reynaldo Hahn evocò la sua corte nella composizione del 1905 intitolata Le Bal de Béatrice d'Este.[37]

Culinaria[modifica | modifica wikitesto]

Dolceriso del Moro decorato con l'impresa sforzesca dello scovino.

L'invenzione del Dolceriso del Moro, dolce tipico di Vigevano, è tradizionalmente attribuita alla stessa Beatrice, che l'avrebbe ideato nel 1491 per compiacere l'illustre consorte.[38]

Giochi da tavolo[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni studiosi ritengono che la personalità dominante di Beatrice possa aver determinato l'avanzamento della Regina degli scacchi a pezzo più potente della scacchiera, avvenuto proprio alla fine del XV secolo.[39] Infatti all'origine del cambiamento vi sarebbe un bisogno psicologico da parte dell'innovatore: "espressione del suo desiderio istintivo di avere una donna forte che si prenda cura di lui". Si tratterebbe di un uomo che ha permesso a una donna di governare, appoggiandosi molto al di lei sostegno. Come uomo sposato, la moglie avrebbe avuto "un carattere dominante aggressivo, la personificazione della regina degli scacchi". Il nome di Beatrice è stato avanzato insieme a quelli di Caterina Sforza e di Isabella di Castiglia.[39]

Pellicole e serie televisive[modifica | modifica wikitesto]

Beatrice appare come personaggio in alcune pellicole o serie televisive:

Anno Titolo Attrice Genere
1971 La vita di Leonardo da Vinci Ottavia Piccolo Mini-serie:[40] Beatrice compare in un'importante scena in cui, visitando la chiesa delle Grazie, chiede a Leonardo da Vinci spiegazioni sul suo Cenacolo; è poi rappresentata la sua tragica morte, avvenuta durante un ballo.
2004 Le grandi dame di casa d'Este Lucia Bendia Pellicola documentaria[41]
2021 Leonardo Miriam Dalmazio Serie:[42] nel terzo episodio Beatrice commissiona a Leonardo l'organizzazione di un grande spettacolo sul mito di Orfeo; nel quarto chiede e ottiene dal marito che Caterina da Cremona rimanga a corte come sua dama di compagnia, in seguito la spinge a prostituirsi a Ludovico; nel quinto muore di parto.
Anni '80 Lucrezia Borgia Carmen di Pietro Erotico, ma la Beatrice qui rappresentata non ha nulla a che vedere col personaggio storico:[43] istituisce lo Ius primae noctis e incita un maniscalco allo stupro di una vergine; partecipa a orge, ha rapporti sessuali con diversi personaggi e seduce un messo papale dopo averlo accolto nuda in letto. Infine è accusata di tradimento e bandita dai territori pontifici, ma viene stuprata dagli sgherri del Papa lungo il tragitto. "Solo il pensiero fa venire agli storici la pelle d'oca alta un centimetro... In realtà, attraverso il recupero camp - nel suo significato postmoderno - dell'iconografia di Beatrice d'Este, la Duchessa si incarna nell'erotic-body della Di Pietro e resuscita..."[43]

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Beatrice appare, impersonata da Miriam Carsana, nell'opera lirica in un atto di Giuseppe Manfridi e Guido Chiarotti, con musica di Antonio Di Pofi, Le nozze di Leonardo, ambientata a Milano durante i festeggiamenti per le sue nozze nel 1491 e rappresentata al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste nel 2019.[44][45]

Omaggi postumi[modifica | modifica wikitesto]

Rievocazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Beatrice è annualmente protagonista del Palio di Mortara, in occasione del quale sono stati realizzati costumi storici fedeli a quelli dei suoi ritratti.[48][49]
  • Come tema del corteo storico del Palio di Asti è stato scelto, per il 2022, “Beatrice d’Este alla parata militare”, ossia l'entrata in città di Beatrice in compagnia di re Carlo VIII di Francia e del duca Luigi d’Orleans.[50]

Leggende[modifica | modifica wikitesto]

Si dice che nel castello sforzesco di Vigevano, e precisamente nell'ala del maschio, nelle caldi notti estive gli spiriti di Beatrice e delle sue dame continuino ad animare gli appartamenti un tempo appartenuti alla duchessa e la cosiddetta "loggia delle dame", che Ludovico aveva fatto costruire appositamente per la consorte.[51][52]

Raffigurazioni nell'arte[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Iconografia di Beatrice d'Este.

Eventi legati alla sua vita e alla sua corte stimolarono la fantasia di alcuni pittori del romanticismo ottocentesco:[53]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Calmeta, Triumphi, pp. 18-30.
  2. ^ Calmeta, Triumphi, pp. XXXIV e XLVI-LIV.
  3. ^ Gasparo Visconti, I canzonieri per Beatrice d'Este e per Bianca Maria Sforza, a cura di Paolo Bongrani, pp. XI-XVIII.
  4. ^ Gasparo Visconti, I canzonieri per Beatrice d'Este e per Bianca Maria Sforza, a cura di Paolo Bongrani, p. 186.
  5. ^ Giuseppe Frasso, Illustrazione libraria, filologia e esegesi petrarchesca tra Quattrocento e Cinquecento, 1990, pp. 163 e 192.
  6. ^ "Morta è costei, perso ha el suo regno Amore" "Biasma pur, viator, le insidie latre" "È morto Amor, caso nel mondo strano" "Fermati alquanto, o tu che movi el passo"
  7. ^ Un anonimo scriveva: IN FUNERE D. BEATRICIS DUCISSE MEDIOLANI DUCIS LODOVICI CONJUGIS: Come per natural mancha e declina...
  8. ^ Sonetto facto visto un ritratto di la Ill.ma Duchessa: "Se a li occhi mostri quel che fosti viva, / morti lor, como te, nulla vedranno, / ma le parte invisibil tue staranno, / poi che del secul questa età sia priva. / Laudo il pictor, ma più laudo un che scriva quello a' futuri, che i presenti sanno / origin, stato e che al triseptimo anno / morte spense ogni ben che in te fioriva. / Ma como excede tua forma il pennello, / excederà le tue virtù la penna, / e resterà imperfecto e quello e quello." (Miscellanea, Volume 207, 1892, p. 17).
  9. ^ "Dal ciel salito una Beata è giù che tra i mortali più digna non è"
  10. ^ Ludovicus dux. L'immagine del potere, Simone Albonico, 1995, Diakronia, p. 74.
  11. ^ Rassegna critica della letteratura italiana, Volumi 1-3, pp. 144-145.
  12. ^ Poems, Michele Marullo Tarcaniota, 2012, pp. 184-186.
  13. ^ The Disperata, from Medieval Italy to Renaissance France, di Gabriella Scarlatta, 2017, pp. XI-XII e 87-93.
  14. ^ Di Seraphino Aquilano poeta ... Opere, nuouamente ricorrette,&con diligentia impresse, etc. di Serafino de' CIMINELLI (Aquilano.), Bernardo di GIUNTA, 1548.
  15. ^ Gilbert Tournoy, De rebus Italicis deque triumpho Ludovici XII regis Francorum tragoedia, 1978, p. 6.
  16. ^ a b Giordano, pp. 195-202.
  17. ^ a b c Alcuni scritti letterari e storici di A. Dall'Acqua Giusti, pp. 235-236.
  18. ^ a b Giovanni Campiglio, Lodovico il Moro, Truffi, 1837, p. 81, ISBN non esistente.
  19. ^ a b Glissons n'appuyons pas. Giornale critico-letterario, d'Arti, Teatri e Varieta, vol. 5, Pirotta, 1838, p. 253, ISBN non esistente.
  20. ^ Vicende della tragedia in Italia per l'avv. Francesco Fulvio, Di Francesco Fulvio, Francesco Fulvio, 1860, p. 196.
  21. ^ a b Dino Bonardi, La città ardente, collana Romanzi storici italiani, Ravagnati, 1933, p. 166, ISBN non esistente.
  22. ^ a b Pietro Turati, Lodovico il Moro, P. M. Visaj, 1841, p. 14.
  23. ^ Pietro Ferrari, La morte di Ludovico Sforza detto il moro, società tipografica, 1791, p. 6, ISBN non esistente.
  24. ^ Giovanni Battista Niccolini, Lodovico Sforza detto il Moro, Tipografia e Libreria elvetica, 1833, p. 7, ISBN non esistente.
  25. ^ Arthur FLEURY, Jean Galéas, Duc de Milan; drame poétique, 1835, p. 13.
  26. ^ Vite e ritratti delle donne celebri d'ogni paese, Volume 3, Laure Junot d'Abrantès, 1837.
  27. ^ La Gioconda e il nobile sosia, Milano, Mondadori, 2004 traduzione di Angela Ragusa ISBN 88-04-53060-X
  28. ^ Michael Ennis, La duchessa di Milano, Tea, 1992, p. 24, ISBN 8878196347.
  29. ^ Karen Essex, I cigni di Leonardo, Mondolibri, 2006, p. 16, ISBN 9788845256165.
  30. ^ Pearls of Ferrara: The Story of Isabella and Beatrice D'Este, 1943, E.P. Dutton, Incorporated, Melita Hofmann.
  31. ^ Silvia Alberti de Mazzeri, Beatrice d'Este duchessa di Milano, Rusconi, 1986, ISBN 9788818230154.
  32. ^ Alla corte del Moro sulla scena ed in retroscena: Ludovico Sforza detto il Moro e Beatrice d'Este, i duchi della Milano rinascimentale, passati dalla storia alla leggenda, Filiberto Amoroso, Reverdito, 1993.
  33. ^ La duchessa con i tacchi a stiletto. Beatrice d'Este, la creatrice dell'italian look, Giulia Cacopardo, Ethos, 2009.
  34. ^ La nascita di Massimiliano Sforza, Attilio Portioli, Archivio storico lombardo : giornale della Società storica lombarda , Vol. 9, fasc. 2 (giu. 1882).
  35. ^ Porro Giulio - Nozze di Beatrice d'Este e di Anna Sforza. (Documenti copiati dagli originali esistenti nell'Archivio di Stato di Milano), Archivio Storico Lombardo : Giornale della società storica lombarda (1882 set, Serie 1, Volume 9, Fascicolo 3)
  36. ^ Delle relazioni di Isabella d'Este Gonzaga con Ludovico e Beatrice Sforza, Alessandro Luzio e Rod. Renier, Tip. Bardolotti di Giuseppe Prato, 1890.
  37. ^ Le Monde artiste: théâtre, musique, beaux-arts, littérature, su gallica.bnf.fr.
  38. ^ Dolceriso: la torta di Beatrice d'Este e Ludovico il Moro, su certosatourism.it. URL consultato il 10 settembre 2021 (archiviato il 10 settembre 2021).
  39. ^ a b The doctor writes: an anthology of the unusual in current medical literature, Sholom Omi Waife, 1954, p. 27; Histoire des jeux de société: géométries du désir, Jean-Marie Lhôte, 1994, p. 197.
  40. ^ La vita di Leonardo da Vinci (1971), su imdb.com.
  41. ^ Le Grandi Dame di Casa d'Este (PDF), su carnevalerinascimentale.it.
  42. ^ Leonardo (2021), su imdb.com.
  43. ^ a b Giulia Cacopardo, La duchessa coi tacchi a stiletto, Ethos Edizioni, p. 5.
  44. ^ Le nozze di Leonardo. Nuova commissione della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, su teatroverdi-trieste.com. URL consultato il 1º settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2022).
  45. ^ Le nozze di Leonardo L'opera, su teatroverdi-trieste.com.
  46. ^ Miscellanea di storia italiana, tomo XIII, Regia deputazione di storia patria, 1871, nota 1 p. 258.
  47. ^ Buzzi, p. 35.
  48. ^ Nuova Beatrice d’Este: quindici ragazze in corsa, iscrizioni aperte al concorso fino al 31 dicembre, su informatorelomellino.it.
  49. ^ Chi vuol essere Beatrice? Le candidature entro fine dicembre, poi la presentazione, su informatorelomellino.it.
  50. ^ “Beatrice d’Este alla parata militare” Il Rione San Paolo rappresenterà il cammino di Beatrice D’Este, in compagnia di Re Carlo VIII di Francia e del Luogotenente Duca Luigi d’Orleans per assistere, in Piazza d’Armi, all’imponente parata militare., su rionesanpaolo-asti.it.
  51. ^ Il fantasma di Beatrice d'Este, su lacortedileonardo.wordpress.com. URL consultato il 10 settembre 2021 (archiviato il 10 settembre 2021).
  52. ^ Vigevano: i fantasmi, su vivivigevano.com. URL consultato il 10 settembre 2021 (archiviato il 10 settembre 2021).
  53. ^ Giordano, pp. 198-202.
  54. ^ LA CORTE DI LUDOVICO IL MORO di Giuseppe Diotti (1823) - I personaggi raffigurati, su leonardoediotti.it.
  55. ^ Eleanor Fortescue-Brickdale: Il precursore, su eclecticlight.co.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vincenzo Calmeta, Triumphi, in Rossella Guberti (a cura di), Scelta di curiosità letterarie inedite o rare dal secolo XIII al XIX, Bologna, Commissione per i testi di lingua, 2004.
  • Luisa Giordano, Beatrice d'Este (1475-1497), vol. 2, ETS, 2008, ISBN 9788846720573.
  • Vittore Buzzi, Claudio Buzzi, Le vie di Milano dizionario della toponomastica milanese, U. Hoepli, 2005, ISBN 9788820334956.
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