Anthony Steel (attore)

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Anthony Steel

Anthony Steel, all'anagrafe Anthony Maitland Steel (Londra, 21 maggio 1920Northwood, 21 marzo 2001), è stato un attore inglese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di un ufficiale dell'Esercito Britannico in India, frequentò la Alexander House Prep School a Broadstairs nel Kent, e successivamente l'Università di Cambridge. Quando scoppiò la seconda guerra mondiale egli si arruolò nei Grenadier Guards, diventandone ufficiale. Venne gravemente ferito in Medio Oriente e poi nuovamente in Estremo Oriente. Divenne paracadutista e compì nove missioni con lanci[1]. Dopo la smobilitazione, Steel decise di diventare attore ed ottenne alcune parti sul palcoscenico, tra cui quella in Roses for Her Pillow, in cui fu l'antagonista di Margaret Lockwood.

Fu una nipote di J. Arthur Rank, che egli frequentava, a presentarlo al magnate cinematografico inglese durante un ricevimento. Successivamente Rank gli fece ottenere dalla Rank Organisation un contratto a lungo termine[2]. Steel intraprese un periodo di tirocinio presso la The Company of Youth, che gli consentì di fare esperienza con piccole parti in molti film, iniziando da Sarabanda tragica (1948). Nello stesso anno comparve in Passioni, nel 1949 in I giovani uccidono, Il duca e la ballerina, Cristoforo Colombo e in The Chiltern Hundreds.

Il successo[modifica | modifica wikitesto]

Il primo rimarchevole successo di Steel risale al 1950 con il film Campo 111, storia realmente accaduta di tre prigionieri di guerra britannici che fuggirono da un campo di concentramento. Tale interpretazione lo portò al rango di star cinematografica[3].

Steel ottenne un nuovo successo con l'interpretazione dell'eroe romantico in Un monello alla corte d'Inghilterra (1950) e recitò con Bette Davis in La fossa dei peccati (1951). Fu quindi il protagonista in Dove gli avvoltoi non volano (1951), che fu il film più popolare in Gran Bretagna in quell'anno e il Royal Command Performance Film for 1951, confermando Steel come un'attrazione per il botteghino[4].

Nel 1952 fu eletto dai gestori britannici di sale cinematografiche al quarto posto fra gli attori britannici più popolari[5].

Rank provò a inserire Steel in una commedia, Something Money Can't Buy (1952), ma l'accoglienza del pubblico non fu entusiastica, cosicché l'attore tornò a film bellici come Sangue bianco (1952) e Una storia di guerra (1953), genere cui pareva molto più adatto. In rare occasioni interpretò film come primo attore, mentre solitamente faceva da spalla a celebri divi quali Claudette Colbert, Errol Flynn, Alec Guinness, Peter Finch o Bette Davis. Ciò non di meno era popolare e, nel 1954, lui e Dirk Bogarde risultarono i due attori della Rank Organisation meglio pagati[2].

Al culmine della carriera, venne classificato dai gestori britannici di sale cinematografiche come uno tra i più popolari attori nazionali:

  • 1952 - 4º attore più popolare[5]
  • 1953 - 10º attore più popolare
  • 1954 - 7º attore più popolare
  • 1956 - 6º attore più popolare[6].

Nel 1956 Steel sposò l'attrice svedese Anita Ekberg, con la quale si trasferì a Hollywood, con risultati contrastanti. Egli ruppe il contratto con la Rank Organisation, subì la pubblicità negativa derivatagli dai litigi con la Ekberg, dagli scontri con i paparazzi e dall'arresto che subì due volte per guida in stato di ebbrezza[7][8]. Durante il suo soggiorno a Hollywood egli comparve in un solo film: La donna del ranchero (1957), nel quale recitò anche la moglie.

Il declino[modifica | modifica wikitesto]

Steel rientrò in Gran Bretagna ma non riuscì a riguadagnare la propria popolarità. Il ruolo più prestigioso che ottenne fu in una pellicola diretta da Michael Powell, Luna di miele (1959), ma fu l'ultimo film a dargli una qualche notorietà. Oltre all'ostilità che gli dimostrò la Rank, per aver rotto a suo tempo il contratto, Steel dovette subire anche il calo del favore popolare verso il genere di film di guerra che gli aveva procurato la fama[2].

Nel 1960 Steel si trasferì a Roma, ove visse per una decina di anni. I ruoli da lui interpretati divennero sempre più brevi e meno prestigiosi, come quello di Sir Stephen nel film Histoire d'O (1975) di Just Jaeckin, adattamento dell' omonimo romanzo della scrittrice francese Dominique Aury, pubblicato nel 1954.

Negli anni settanta tornò nuovamente in Inghilterra, ove comparve in numerose serie televisive quali Un asso nella manica, I Professionals, Robin Hood e la soap opera Crossroads. Dopo l'attività degli anni ottanta, lavorò sporadicamente e condusse per alcuni anni un'esistenza riservata in un piccolo appartamento a Northolt, nella zona ovest di Londra. Il suo agente di allora David Daly, lo convinse infine a ritirarsi a Denville Hall, una casa di riposo per anziani attori e gli fornì un ruolo di guest star nella serie TV inglese The Broker's Man, non molto prima del suo decesso.

Cantante[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1954 Steel fece parte di un gruppo canoro, i Radio Revellers, per registrare "West of Zanzibar". Diffuso sotto il marchio Polygon Records, raggiunse il No.11 nella Official Singles Chart.[9]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Steel si sposò tre volte:

  1. Juanita Forbes (1949–1954)
  2. Anita Ekberg (1956–1959)
  3. Johanna Melcher (1964)

Ebbe due figli ed una figlia. Il suo matrimonio con la Ekberg ebbe, a suo tempo, molta pubblicità[10][11].

La Ekberg più tardi ebbe a dire di essere stata colpita da lui:

(EN)

«When he wasn't drunk he was charming and cultured, intelligent, a sense of humour. Too bad he got on that road. He would start arguments with anybody after one drink too much and then he would get violent.»

(IT)

«Quando era sobrio era affascinante e colto, intelligente e dotato di senso dell'umorismo. Peccato che egli avesse preso quella strada. Litigava con tutti dopo aver bevuto un bicchiere di troppo ed allora diventava violento.»

Nel 1952 Steel ebbe una relazione con l'attrice Patricia Roc, mentre recitava con lei nel film Something Money Can't Buy. Da questo legame nacque un figlio, Michele. La Roc era sposata all'epoca con André Thomas, ma i due non potevano aver figli, cosicché Thomas accettò di adottare Michele[13].

Decesso[modifica | modifica wikitesto]

Anthony Steel morì a causa di un tumore ai polmoni all'età di ottant'anni.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Mound the studios., in Sunday Mail (Adelaide), Adelaide, SA, National Library of Australia, 22 novembre 1952, p. 7 Supplement: SUNDAY MAGAZINE. URL consultato il 7 maggio 2012.
  2. ^ a b c (EN) Tom Vallance, 'Anthony Steel Obituary', The Independent, 29 March 2001
  3. ^ (EN) Best-seller "The Wooden Horse" comes to screen., in The Australian Women's Weekly, 1933 - 1982, National Library of Australia, 4 febbraio 1950, p. 36. URL consultato il 7 maggio 2012.
  4. ^ (EN) Anthony Steel Obituary, The Guardian. URL consultato il 21 febbraio 2012.
  5. ^ a b (EN) COMEDIAN TOPS FILM POLL., in The Sunday Herald (Sydney), Sydney, NSW, National Library of Australia, 28 dicembre 1952, p. 4. URL consultato il 24 aprile 2012.
  6. ^ (EN) The Most Popular Film Star In Britain. Times [London, England] 7 December 1956: 3. The Times Digital Archive. Web. 11 July 2012
  7. ^ (EN) WE WILL HANG 10000 REBELS, SAYS RED BOSS., in The Argus (Melbourne), Melbourne, Vic., National Library of Australia, 18 dicembre 1956, p. 2. URL consultato il 7 maggio 2012.
  8. ^ (EN) Mate of Anita Ekberg held as drunk driver, in Los Angeles Times, 6 Dec 1956 pp. 3-3
  9. ^ David Roberts, British Hit Singles & Albums, 19ª ed., London, Guinness World Records Limited, 2006, p. 527, ISBN 1-904994-10-5.
  10. ^ (EN) Hollywood Films and their Stars., in Mirror (Perth, WA: 1921 - 1956), Perth, WA, National Library of Australia, 21 aprile 1956, p. 11. URL consultato il 7 maggio 2012.
  11. ^ (EN) Cold shoulder for the groom!., in The Argus (Melbourne), Melbourne, Vic., National Library of Australia, 24 maggio 1956, p. 2. URL consultato il 7 maggio 2012.
  12. ^ Andrew Billen. "Not so dolce, but a true diva." Times [London, England] 18 Apr. 2006: 8+. The Times Digital Archive. Web. 12 July 2012.
  13. ^ (EN) "Patricia Roc." Times [London, England] 31 Dec. 2003: 31. The Times Digital Archive. Web. 12 July 2012.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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