Prelatura della Santa Croce e Opus Dei: differenze tra le versioni

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==Collegamenti esterni==
==Collegamenti esterni==
===Siti istituzionali===

*[http://www.opusdei.it Ufficio informazioni dell'Opus Dei]
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*[http://www.romana.org Romana], Bollettino della Prelatura della Santa Croce e Opus Dei
*[http://www.romana.org Romana], Bollettino della Prelatura della Santa Croce e Opus Dei
*[http://www.it.josemariaescriva.info/ Informazioni sul Fondatore]
*[http://www.it.josemariaescriva.info/ Informazioni sul Fondatore]
*[http://it.escrivaworks.org/ Testi integrali in varie lingue di tutte le opere pubblicate del Fondatore]
*[http://it.escrivaworks.org/ Testi integrali in varie lingue di tutte le opere pubblicate del Fondatore]

===Siti di attività apostoliche in Italia===
*[http://www.elis.org ELIS]
*[http://www.elis.org ELIS]
*[http://www.fondazionerui.it Fondazione Rui]
*[http://www.fondazionerui.it Fondazione Rui]
*[http://www.pusc.it Pontificia Università della Santa Croce]
*[http://www.pusc.it Pontificia Università della Santa Croce]

===Siti critici===
*{{es}} [http://www.opuslibros.com Opus libros. Sito di ex appartenenti all'Opus Dei]
*{{pt}} [http://www.opuslivre.org Opus Livre] (sito brasiliano)
*{{lingue|en|es}} [http://www.odan.org/ Opus Dei Awareness Network] (ODAN.org) — di ex-membri e delle loro famiglie
*{{en}} [http://www.opusdeialert.com/ Opus Dei Alert], sito di [[sedevacantismo|sedevacantisti]]

===Siti favorevoli===
*[http://www.escriva.it Tutta la verità sull'Opus Dei], informazioni e documenti
*[http://www.escriva.it Tutta la verità sull'Opus Dei], informazioni e documenti
*{{en}} [http://www.opusmembers.com Opus Dei members], sito di membri australiani
*{{en}} [http://www.opusmembers.com Opus Dei members], sito di membri australiani
*{{es}} [http://usuarios.lycos.es/jochjoch/ Planeta Opus Dei]
*{{es}} [http://soydelopusdei.blogspot.com/ Soy del Opus Dei], sito di un numerario
*{{es}} [http://soydelopusdei.blogspot.com/ Soy del Opus Dei], sito di un numerario
*{{es}} [http://www.90segundos.org/ 90 segundos], autointerviste
*{{es}} [http://www.90segundos.org/ 90 segundos], autointerviste

===Altre pagine critiche===
*{{en}} [http://www.mond.at/opus.dei/opus.dei.uo.faq.html The Unofficial Opus Dei FAQ] — di [http://en.wikipedia.org/wiki/User:Mond "Member of the Communist Party”] (membro del Partito Comunista)
*{{en}} [http://www.ianpaisley.org/article.asp?ArtKey=opusdei The Rising Spectre] — di [[Ian Paisley]] (Istituto Europeo di Studi [[Protestanti]])
*{{en}} [http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/4249444.stm BBC News: Decoding secret world of Opus Dei] (articolo del 2005)
*{{en}} [http://www.crcnyc.net/od/guide.html Guide on Preventing Opus Dei Infiltration]
*{{en}} [http://religiousmovements.lib.virginia.edu/nrms/dei.html Religious Movements Homepage: Opus Dei] — di Corey Hanson, University of Virginia


{{Portale|Cattolicesimo}}
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La prelatura della Santa Croce e Opus Dei (letteralmente, "Opera di Dio") fu fondata nel 1928 da Josemaría Escrivá (1902-1975), sacerdote spagnolo canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 2002. A seguito del Concilio Vaticano II l'istituto della prelatura personale entrò nell'ordinamento canonico e tale status è stato acquisito dall'Opus Dei nel 1982. Oggi l'Opus Dei è l'unica prelatura personale della Chiesa cattolica.

Secondo le parole del suo fondatore, la sua principale finalità è diffondere ovunque una "viva consapevolezza della chiamata universale alla santità e all'apostolato nella vita quotidiana, in particolar modo nell'esercizio del lavoro professionale e su una pratica di vita ispirata da un costante spirito di mortificazione".

File:Stjosemariagettogetherwithwomen.jpg
Josemaría Escrivá, fondatore dell'Opus Dei


Gli 85.000 fedeli, uomini e donne, che fanno parte dell'Opus Dei, per quanto riguarda i fini specifici della Prelatura sono guidati da un prelato eletto da un Congresso generale elettivo e successivamente confermato dal Papa (dal 1994 è monsignore Javier Echevarría, succeduto a mons. Álvaro del Portillo, morto in quell'anno, e primo successore del fondatore).

Secondo il Codice di Diritto Canonico del 1983, le Prelature personali sono composte da presbiteri, diaconi e da laici.

Le finalità dell'Opus Dei, secondo quanto enunciato dalla stessa, riguardano cinque "dimensioni":

  • umana (sviluppo delle virtù e dei talenti, amicizia e condivisione, anche dei beni materiali, che può arrivare in taluni casi anche al lascito testamentario[senza fonte]);
  • professionale (aiuto nello studio attraverso le opere apostoliche per studenti, promozione di centri di formazione professionale come ad esempio il centro ELIS a Roma[1] o le diverse opere nei paesi in via di sviluppo);
  • spirituale e dottrinale (secondo i contenuti e le modalità proprie della Chiesa cattolica e da essa approvate).

Alcuni membri numerari dell'Opus Dei sono chiamati, ai fini della mortificazione corporale[senza fonte], ad utilizzare una cinghia di metallo con punte acuminate sulla coscia per due ore al giorno[senza fonte], chiamata cilicio, e a frustarsi le terga ogni sabato[senza fonte] con una frusta chiamata "disciplina". Solo alle numerarie di sesso femminile[senza fonte] è inoltre chiesto di dormire su una tavola di legno[senza fonte] con sopra una coperta di lana piegata in due o, in sua assenza, su un tavolo e, se numerarie ausiliarie, di lavare gli indumenti dei numerari[senza fonte].

Va comunque sottolineato il fatto che le mortificazioni corporali - intese come partecipazione alla Passione di Cristo - sono alla base di gran parte della spiritualità cristiana[senza fonte] (e, come tali, non sono soltanto proprie dell'Opus Dei)[senza fonte].

Un contratto verbale stipulato tra l'Opus Dei e il fedele che intende aderirvi stabilisce i reciproci impegni in relazione agli ambiti formativi propri della Prelatura. Al contratto verbale può anche seguirne uno scritto relativo ai lasciti testamentari[senza fonte]. Tale aspetto è stato sovente messo criticamente in relazione con una certa predilezione dell'Opus per il reclutamento di persone nelle classi benestanti (testimonianza di Emanuela Provera, ex numeraria dell'Opus Dei, dal libro di Ferruccio Pinotti, "Opus Dei segreta", BUR).

Storia

Un murale nelle Filippine: Magpakabanal sa gawain ("Diventare santo attraverso il lavoro")

L'Opus Dei nacque a Madrid il 2 ottobre 1928, per iniziativa del sacerdote spagnolo Josemaría Escrivá. L'ideale di santità nella vita quotidiana, a cui egli diceva di ispirarsi, unito ad un ben congegnato network per il reclutamento di nuovi membri fatto di club per ragazzi/e e centri di aiuto allo studio, attirò un numero sempre più ampio di persone, uomini e donne di diversa estrazione sociale e professionale, ma soprattutto di ceto elevato, ricoprenti incarichi di notevole spessore nel mondo dell'industria e della finanza, decisi a testimoniare la possibilità di essere cristiani coerenti con la propria fede, senza allontanarsi dal mondo, nella vita di tutti i giorni (un principio evangelico che è stato descritto dal Concilio Vaticano II come la «vocazione universale alla santità»). Due anni dopo, nel 1930, l'Opus Dei è stata aperta anche alle donne; la loro posizione, all'interno della prelatura, rimane tuttavia differenziata in relazione a talune attività e al modo di operare e comportarsi.

Fin dai primi tempi, l'apostolato dell'Opus Dei si contraddistingue per l'attenzione agli studenti ed alla formazione professionale, e alla gente che detiene il potere politico ed economico.

La Obra ("opera", in spagnolo) attraversa un difficile periodo[senza fonte] durante il periodo frontista in Spagna (1934-1936)[senza fonte], mentre torna in auge sotto la dittatura di Franco, della quale diviene strenua sostenitrice.

L'espansione nel mondo degli apostolati dell'Opus Dei risale al termine del seconda guerra mondiale: Portogallo (1945), Inghilterra e Italia (1946), Francia e Irlanda (1947), Stati Uniti e Messico (1949). La diffusione proseguì, poi, in Europa e nelle Americhe, per ampliarsi al Giappone, alle Filippine, all'Australia, a numerosi Paesi africani, fino alla recente presenza nei Paesi dell'ex blocco sovietico, India, Sudafrica, Paesi Baltici, ecc..

L'Opus Dei, approvata dalla Santa Sede nel 1950, ha ricevuto la definitiva configurazione giuridica con la Costituzione apostolica Ut sit, datata 28 novembre 1982, diventando una Prelatura personale (attualmente l'unica esistente di tutta la Chiesa), chiaro esempio della "singolarità del suo carisma" per i suoi adepti, espressione della forte azione di lobbying e della sua influenza raggiunta in seno alla Chiesa cattolica per i suoi critici.

Teologia

La teologia della «vocazione universale alla santità», come disse l'allora cardinal Albino Luciani (poi Giovanni Paolo I) "era presente, oltre trecento anni prima, anche in S. Francesco di Sales". Anche questi propugna la santità per tutti, ma sembra insegnare solo una «spiritualità dei laici», mentre Escrivá vuole una «spiritualità laicale». Mentre Francesco di Sales suggerisce quasi sempre ai laici gli stessi mezzi praticati dai religiosi con opportuni adattamenti, Escrivá è più radicale: parla addirittura di "materializzare" la santificazione. Per Escrivá è lo stesso lavoro materiale che deve trasformarsi in "preghiera e santità".

Durante un'udienza a Castel Gandolfo nell'agosto del 1979, papa Giovanni Paolo II disse ai membri dell'Opus Dei: «Grande ideale, veramente, il vostro, che fin dagli inizi ha anticipato quella teologia del laicato, che caratterizzò poi la Chiesa del Concilio e del post-Concilio. Tale infatti è il messaggio e la spiritualità dell'Opus Dei: vivere uniti a Dio, nel mondo, in qualunque situazione, cercando di migliorare se stessi con l'aiuto della grazia, e facendo conoscere Gesù Cristo con la testimonianza della vita».

Nell'articolo Lasciare operare Dio[2], l'allora cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (e futuro papa Benedetto XVI), scrisse, a proposito di san Josemaría Escrivá e l'Opus Dei: «un concetto sbagliato della santità», quello in cui «la santità diventa una cosa riservata ad alcuni grandi, e che sono tutt'altro rispetto a noi normali peccatori. Ma questo è un concetto sbagliato di santità, una percezione errata che è stata corretta proprio da Josemaría Escrivá. Essere santo è nient'altro che parlare con Dio come un amico parla con l'amico».

Alcuni autori[3] hanno confrontato la concezione dell'etica del lavoro promossa dall’Opus Dei in ambito cattolico con quella sostenuta dal calvinismo in ambiente protestante, analizzata da Max Weber nel suo classico di sociologia della religione (L'etica protestante e lo spirito del capitalismo): la specifica novità dell'Opus Dei sarebbe rappresentata, secondo tale interpretazione, dall’affermarsi di un pensiero cattolico originale in tema di teologia del lavoro, differente dalla dottrina sociale della Chiesa nata a fine Ottocento, che, di fatto, sarebbe divenuto sistematico solo con papa Giovanni Paolo II. Una tale concezione fu prodotta dallo stesso fondatore dell’Opus Dei a partire dagli anni trenta ed è stata gradualmente perfezionata ed articolata nel corso del tempo.

Fini e configurazione

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IESE Business School

L'attuale configurazione giuridica caratterizza l'Opus Dei come una realtà ecclesiale del tutto diversa sia dai fenomeni associativi sia dalle congregazioni e dagli ordini religiosi: prevista dal Concilio Vaticano II (decreto Presbyterorum Ordinis e motu proprio Ecclesiae Sanctae), la prelatura personale si configura come una struttura istituzionale e gerarchica della Chiesa, che raccoglie, sotto la giurisdizione di un Prelato nominato dal Papa, sacerdoti e laici al fine di perseguire specifiche iniziative pastorali e talvolta finanziarie: gli aderenti all'Opus Dei dipendono, quindi, dal Prelato per tutto ciò che riguarda direttamente la loro vita spirituale e sociale.

L'Opera si propone di offrire a uomini e donne, celibi o sposati, la formazione necessaria per vivere la propria "testimonianza cristiana" nel lavoro e nella vita familiare e sociale.

Ordinario della prelatura è il prelato, che gode di potestà ordinaria propria, di giurisdizione sui sacerdoti "incardinati" nella prelatura e sui laici a essa incorporati (dunque la prelatura personale ha diversi tratti in comune con una diocesi; non è però legata ad un determinato territorio). L'incorporazione dei laici avviene in risposta a una specifica vocazione.

Un clero di fiducia

Sede dell'Opus Dei a Roma

L'Opus Dei non è un ordine religioso e al suo interno non sono ammessi sacerdoti provenienti da congregazioni o da ordini religiosi. Il clero della prelatura è formato esclusivamente da sacerdoti provenienti dalle fila dei fedeli laici dell'Opus Dei. Nella Prelatura sono incardinabili quindi solamente sacerdoti e diaconi provenienti dal laicato della Prelatura stessa. All'Opus Dei è intrinsecamente unita la Società Sacerdotale della Santa Croce, associazione alla quale possono aderire sacerdoti diocesani.

Fedeli

I fedeli laici che collaborano con l'Opus Dei si dedicano ai fini della prelatura, di ordine esclusivamente spirituale; i loro impegni, peraltro, non ne mutano la condizione canonica e teologica di comuni fedeli cristiani (non formulano alcun tipo di voto e si limitano solo, in taluni casi, ad un lascito testamentario a favore di istituzioni promosse da fedeli della prelatura); essi si trovano sotto la giurisdizione del prelato per quanto attiene agli impegni ascetici, formativi, apostolici e di penitenza del corpo conseguenti all'incorporazione nella prelatura. Restano, invece, sotto la giurisdizione dell'ordinario diocesano per tutti gli aspetti determinati dal diritto comune nei confronti dei fedeli cattolici nelle varie diocesi in cui vivono.

Secondo quanto affermato dall'Opus Dei, essi sono tenuti a svolgere il loro apostolato nell'esercizio del quotidiano lavoro professionale, negli ambienti e nelle strutture della società civile.

Tra i membri si distinguono:

  • i “numerari[4]” (che abitualmente vivono nei centri dell’Opus Dei, seguono e dirigono le attività formative della Prelatura, vivono il celibato apostolico, devolvono all'Opus Dei i loro introiti, hanno svolto studi superiori e hanno caratteristiche personali - salute, personalità - idonee per dedicarsi a tempo pieno alle attività apostoliche);
  • gli “aggregati” (che ordinariamente vivono con le loro famiglie d'origine);
  • i “soprannumerari” (sposati o comunque non vocati al celibato). Questi ultimi rappresentano di gran lunga la maggior parte dei fedeli della Prelatura. Alcuni di essi, una minoranza, sono persone con alto tenore di vita. Molti sono tecnici, operai, contadini, come si può facilmente verificare andando nei diversi centri di formazione della Prelatura in tutto il mondo, soprattutto in America Latina.

Ai soprannumerari non è richiesto di fare testamento a favore dell'Opus Dei, mentre lo si suggerisce a numerari e aggregati (a questi ultimi compatibilmente con le esigenze della propria famiglia di nascita).

Alla Società Sacerdotale della Santa Croce (della quale è presidente generale il prelato dell'Opus Dei) possono associarsi sacerdoti appartenenti alle rispettive diocesi, che, secondo quanto asserito dall'Opus Dei, "desiderano cercare la santità nell'esercizio del loro ministero, secondo lo spirito e l'ascetica dell'Opus Dei". Tale ascrizione non ne altera la dipendenza dal vescovo diocesano, che ne resta l'unico superiore.

Il clero della prelatura proviene dai fedeli laici dell'Opus Dei: sono numerari e aggregati i quali, liberamente disponibili a essere sacerdoti, dopo diversi anni di incorporazione alla prelatura e dopo aver completato la formazione e gli studi di preparazione al sacerdozio, sono invitati dal prelato a ricevere gli ordini sacri.

L'Opus Dei conta anche suoi cooperatori, anche non cattolici o non cristiani; essi, senza far parte della prelatura, collaborano alle iniziative apostoliche.

Secondo taluni critici [senza fonte] i fini dell'Opus Dei sono anche:

  • la creazione di un network di persone che, con la scusa della religione, si aiuta negli affari e nella carriera professionale ( membri numerari e membri non numerari).
  • lo sfruttamento dei membri numerari grazie al conferimento all'Opus Dei del loro stipendio e della loro eredità, nonché delle donazioni che i membri non numerari sono sollecitati a fare all'Opera in percentuale al reddito (di parere contrario è il Ministro dell'interno Giuliano Amato, secondo quanto riportato in [5]).

Attività apostoliche

Benché l’apostolato dei membri sia principalmente esercitato a livello e a titolo personale, in alcune occasioni l'Opus Dei si incarica di assicurare la cura spirituale e dottrinale di determinate istituzioni educative, assistenziali e di promozione umana, per esempio tra le favelas delle città sudamericane, nelle isole indonesiane, ecc., o con programmi di cooperazione tecnica nei Paesi in via di sviluppo (Filippine, Ecuador, Perù, ecc.)[6].

In Italia esistono centri dell'Opus Dei, istituiti sempre con l'approvazione dei rispettivi vescovi, per esempio nelle diocesi di Roma, Milano, Brescia, Torino, Genova, Verona, Trieste, Bologna, Firenze, Perugia, Napoli, Cagliari, Bari, Catania, Palermo, Sassari e in varie altre.

Critiche e controversie

Per taluni l'Opus Dei è un'organizzazione che, per determinati aspetti del suo modus operandi, è qualificabile come setta. Ad esempio vengono criticate, anche nel mondo cattolico (vedi nota su iniziativa del Cardinale londinese Basil Hume e rapporto del superiore dei Gesuiti), le sue spregiudicate tecniche di proselitismo impieganti club giovanili e centri di aiuto allo studio non operanti apertamente con il suo nome (in Italia sotto le insegne del Faes e della Fondazione Rui) ma dove operano, apparentemente nelle vesti di "tutor" ma, in realtà, ai fini del reclutamento, numerari dell'Opus Dei istruiti proprio a tale compito.

L'Opus Dei è stata anche criticata per il fatto di promuovere una visione della fede cattolica conservatrice ed ostile alle novità introdotte dal Concilio Vaticano II, per alcune pratiche antigieniche di vita come la mortificazione corporale praticata dai membri numerari, per l'ostracismo verso chi fuoriesce dall'Opus Dei e per alcuni casi di patologie mentali sviluppati tra i numerari e le numerarie che vivono per molti anni nelle case dell'Opus Dei[senza fonte].

Critiche dal mondo cattolico

In base ad alcuni rapporti provenienti dalla Spagna, il superiore generale dei Gesuiti, p. Wlodimir Ledochowski (18661942), ha riferito al Vaticano che considerava l'Opus Dei "molto nocivo per la Chiesa in Spagna". Egli ne descrisse le caratteristiche di "segretezza" e ne vide dei "segni di una inclinazione mascherata a dominare il mondo con una forma particolare di massoneria cristiana"[7]. Questa critica, dall'interno di alcuni ambienti ecclesiastici ("l'opposizione dei Buoni" come venne definita da Escrivá; secondo Escrivá, la grande ostilità dei gesuiti era «illogica»[8]), è considerata la radice delle critiche recenti provenienti dalle fonti più disparate. Questa, almeno, è la conclusione di molti autori, incluso John L. Allen, Jr., un giornalista americano della CNN cattolico ed esperto vaticanista[9].

Nel 1981 il cardinale Basil Hume, arcivescovo di Westminster, dopo un'accurata indagine, scrisse alcune "Raccomandazioni per la futura attività dei membri dell’Opus Dei nella diocesi di Westminster" in cui redarguiva l'Opera in relazione alle sue attività di reclutamento tra i più giovani e poneva alla stessa forti limiti e regole a cui attenersi nel reclutamento di nuovi membri.

Per taluni critici, tra cui numerosi ex membri riuniti nell'Opus Dei Awareness Network e Opuslibros.org, l'Opus Dei ha tutte le caratteristiche e il modus operandi di una setta[senza fonte]. Nel 1997 il Parlamento belga ha sollecitato un rapporto sulle sette: l'Opus Dei è rientrata nell'elenco dei gruppi che la Commissione parlamentare d'inchiesta ritiene pericolosi per l'azione di reclutamento effettuata nei confronti degli adolescenti e per gli episodi di manipolazione psicologica segnalati da molte famiglie belghe[senza fonte].

Altre critiche

Ufficio principale dell'Opus Dei a New York: la costruzione è costata 70 milioni di dollari

Qualche tempo dopo il Concilio Vaticano II, vi furono - da parte liberale - molte critiche all'Opus Dei riguardo il suo carattere ultraconservatore e reazionario[10].

L'accusa all'Opus Dei di avere la forma di una setta[11] massonica ("massoneria bianca") è stata ripresa per contestare l'appoggio alle dittature in Sudamerica ed in Spagna e l'influenza di idee di stampo fascista.

Tale accusa, nata in ambienti politici[12], non tiene conto del fatto che molti membri dell'Opus Dei hanno spesso militato politicamente in opposizione alla destra. Per esempio, tra i casi più recenti in Italia, al Senato nell'aprile 2006 (XV legislatura) è stata eletta nella lista La Margherita, di centrosinistra, Paola Binetti, numeraria dell'Opus Dei. In passato Alberto Michelini, soprannumerario, è stato parlamentare nel centro-destra ma nel 2006 si è presentato nelle liste del centrosinistra al Comune di Roma e non è stato eletto.

Il 7 maggio 2007 il ministro dell'interno Giuliano Amato ha risposto a un'interrogazione parlamentare sostenendo che l'Opus Dei è un'istituzione della Chiesa cattolica, alla quale è stata riconosciuta personalità giuridica come ente ecclesiastico civilmente riconosciuto. Le pratiche di "mortificazione corporale" e le indicazioni di lettura sono liberamente assunte dagli aderenti, nel rispetto della Costituzione italiana e del Concordato tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica e le attività svolte dai numerari come volontariato non sono assimilabili ad un rapporto di lavoro subordinato, come è stato accertato dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale. Le "residenze universitarie" sono collegi universitari legalmente riconosciuti, non gestiti dall'Opus Dei, e rientrano nei benefici previsti dalla legislazione vigente[13].

Opus Dei e Finanza

L'atto costitutivo dell'Opus Dei[14] non prevede in alcun punto, tra le finalità associative, l'esercizio di attività aventi per oggetto l'intermediazione mobiliare, l'investimento in imprese o altre attività connesse in qualche modo con la finanza. Tuttavia, è noto che l'Opus Dei intrattenga relazioni economiche di ampio raggio, essendo detentrice di un vastissimo patrimonio immobiliare e finanziario. Tale patrimonio proviene essenzialmente dalle donazioni, dai lasciti testamentari (numerosissimi tra gli adepti, quasi sempre di classi molto agiate), dal reddito dei numerari e degli aggregati. Inoltre, molte sono le operazioni che hanno permesso all'Opus Dei, attraverso società distaccate ed holding, di svolgere un ruolo come potente attore economico sul mercato finanziario e bancario.

Il Codice da Vinci e l'Opus Dei

Con la pubblicazione del libro "Il codice da Vinci" nel 2003 e dell'omonimo film nel 2006 è sorto un certo interesse verso le già accennate pratiche di mortificazione corporale[15]. L'uso del cilicio e della disciplina è comune e regolare tra alcuni membri numerari dell'Opera (la scelta della mortificazione è stabilita da ciascun membro; l'eventuale frequenza è stabilita dal proprio direttore spirituale, a cui i numerari sono legati dal vincolo di obbedienza[16]), ma vi sono anche altre pratiche saltuarie di mortificazione (per esempio docce fredde o dormire per terra). Per l'Opus Dei gli istinti del corpo sono da "ordinare", non un nemico da combattere, e il loro contrario - il dolore, anzitutto spirituale - è considerato benedetto perché corredentore. È proprio il fondatore a chiarire il concetto in molti aforismi, tra cui: «Benedetto sia il dolore. Amato sia il dolore. Santificato sia il dolore... Glorificato sia il dolore!»[17] «Se sai che il tuo corpo è tuo nemico, e nemico della gloria di Dio, poiché lo è della tua santificazione, per quale motivo lo tratti con tante blandizie?»[18]. Recentemente è stato pubblicato e tradotto anche in Italia il romanzo del canadese M. O'Brein "Il nemico" che rappresenta una risposta del mondo cattolico al "Codice da Vinci"

L'Opus Dei è stato criticato per un atteggiamento di forte proselitismo rivolto soprattutto ai giovani[19].

L'Opus Dei è anche molto criticata in Italia per la presunta attività di lobbismo con la quale è accusata di proteggere e favorire la carriera di esponenti cattolici nei campi della politica e dell'economia (un esempio sono alcune affermazioni del portavoce dell'Opus Dei a favore del governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio nel 2005) e di indirizzare l'orientamento politico italiano attraverso l'appoggio dei partiti cattolici verso posizioni vicine al Vaticano. [senza fonte] Malgrado questo alle elezioni politiche del 2006 una numeraria Paola Binetti e un soprannumerario Alberto Michelini si sono candidati rispettivamente con la Margherita e con Forza Italia. L'Opus Dei sostiene infatti di non avere posizioni né azioni che afferiscano a tali settori, che non hanno a che fare con i fini della prelatura, nei quali sono attivi piuttosto i suoi singoli membri in virtù della loro responsabilità personale. Le legislazioni sulla privacy introdotte in tempi recenti in diversi paesi (tra cui l'Italia) impediscono di fatto la diffusione di liste ufficiali di membri dell'Opus Dei, in quanto le convinzioni religiose sono considerate un'informazione sensibile, ed in quanto, essendo la prelatura personale sotto molti aspetti assimilata ad una diocesi non avrebbe senso richiedere l'elenco dei battezzati delle singole diocesi. Quando Oscar Luigi Scalfaro era Ministro dell'Interno ha così giustificato il suo parere negativo ad un'interrogazione parlamentare su questo tema.

L'Opus Dei non rende pubblico chi è o chi smette di esser suo membro, in quanto l'appartenenza è strettamente legata alla fede e alla vocazione personale. L'articolo 191 della costituzione originale (che per molti anni fu solo ad uso interno dei membri) recitava: "I membri sappiano bene che dovranno osservare sempre un prudente silenzio a proposito dei nomi degli altri associati e non dovranno mai rivelare a nessuno che essi stessi appartengono all'Opus". Questo invito alla discrezione ha in seguito alimentato il sospetto che l'Opus Dei funzioni come una società segreta [senza fonte] (l'articolo fu però modificato negli anni ottanta e ora ciascuno è libero di rivelare la propria appartenenza come una normale confidenza personale).

Opus Dei e la politica

Antonio Fontan primo Presidente del Senato della democrazia di Spagna

Otto membri dell'Opus Dei furono nominati ministri nei governi del dittatore Francisco Franco tra il 1939 ed il 1975[20], mentre negli ultimi anni si è avuta una stretta relazione con i governi di José María Aznar. D'altra parte, durante il governo franchista spagnolo alcuni membri dell'Opus Dei furono perseguitati e incarcerati, e in qualche caso costretti all'esilio, perché non seguivano la politica governativa o la criticavano esplicitamente (per esempio nel 1953 Rafael Calvo Serer fu espulso dall'equivalente spagnolo del Consiglio Nazionale delle Ricerche perché aveva pubblicato a Parigi un articolo contrario al governo franchista)[21].

Durante un incontro personale tra Francisco Franco e il fondatore, il caudillo aveva definito i membri celibi dell'Opus Dei degli "scapoloni". Benché l'Opus Dei abbia sempre sostenuto di avere finalità esclusivamente spirituali, alcuni sostengono che l'Opus Dei «recluti» studenti eccellenti di università prestigiose per poter così influire maggiormente nel mondo degli affari e della politica.

Altri si oppongono al carattere proselitista [senza fonte] che viene impresso alle missioni di aiuto umanitario, come per esempio nelle montagne di Yauyos (Perù), dove nel 1957 la Santa Sede incaricò l'Opus Dei della cura pastorale di una zona impervia e povera delle Ande. Tuttavia, molte persone presenti in quei territori ritengono che tali aiuti siano fondamentali per la loro sussistenza, crescita umana e dignità[22].

L'opinione del Fondatore dell'Opus Dei sul rapporto dell'istituzione da lui fondata con la politica può essere dedotta da alcuni articoli apparsi sul quotidiano ABC[23] tra il 1969 e il 1970. Ecco un estratto tradotto in italiano:

Non è mio compito parlare di politica. Non è neppure il compito dell'Opus Dei, dato che la sua unica finalità è spirituale. L'Opus Dei non è entrato e non entrerà mai nella politica di gruppi o partiti, né è vincolato a nessuna persona o ideologia. Questo modo di agire non è una tattica apostolica, né una condotta meramente encomiabile. È una necessità intrinseca per l'Opus Dei procedere in questo modo, giacché lo esige la sua stessa natura e ha una conferma evidente: l'amore alla libertà, la fiducia nella condizione propria del cristiano in mezzo al mondo, che agisce con completa indipendenza e responsabilità personale.

Opus Dei e le donne

File:Opusdeiwomenescrivacongress.jpg
I partecipanti in un Congresso Internazionale su Escrivá

Alcuni critici accusano l'organizzazione di sfruttamento sessista della donna, [senza fonte] denunciando il fatto che le donne dell'Opus Dei sono relegate ai lavori domestici come la cucina e la pulizia, mansioni che effettivamente nell'Opus Dei sono svolte esclusivamente dalle donne (le cosiddette numerarie ausiliarie). L'Opus respinge le critiche, affermando che nell'Opus Dei le donne sono la maggioranza dei membri (sia tra i numerari, sia tra i soprannumerari, sia tra gli aggregati, tra cui anche molte professioniste di successo come la senatrice della Margherita, la numeraria Paola Binetti) e che il "tocco di femminilità", chiesto a suo tempo dal fondatore, intendeva la presenza di una "madre" piuttosto che di una domestica.

Un passo molto citato dai critici, tratto dall'opera "Cammino" di Escrivà, è il seguente: "Se volete darvi a Dio nel mondo, prima ancora che sapienti - le donne non è necessario che siano sapienti, basta che siano sagge - dovete essere spirituali, molto uniti al Signore per mezzo dell'orazione. Dovete portare un manto invisibile che copra ciascuno dei vostri sensi e delle vostre facoltà: pregare, pregare, pregare; espiare, espiare, espiare"[24] Il passo originale in lingua spagnola recita: "Si queréis entregaros a Dios en el mundo, antes que sabios - ellas no hace falta que sean sabias: basta que sean discretas - habéis de ser espirituales, muy unidos al Señor por la oración: habéis de llevar un manto invisible que cubra todos y cada uno de vuestros sentidos y potencias: orar, orar y orar; expiar, expiar y expiar". L'aggettivo "discreto", che ha in spagnolo esattamente lo stesso significato che in italiano, è stato liberamente tradotto in "saggio", forse nell'intento, da parte del traduttore, di limare un'affermazione piuttosto forte del fondatore.

Al di là di queste dispute di traduzione, c'è da osservare che fin dagli stessi anni della stesura dell'opera Escrivá incoraggiava molte giovani a dedicarsi agli studi universitari, in un contesto storico-culturale in cui le donne laureate erano un'assai rara eccezione[25].

Tratto dal libro "Colloqui" edito da Ares, il seguente brano: La donna è chiamata ad apportare alla famiglia, alla società civile, alla Chiesa, qualche cosa di caratteristico che le è proprio e che solo lei può dare: la sua delicata tenerezza, la sua instancabile generosità, il suo amore per la concretezza, il suo estro, la sua capacità di intuizione, la sua pietà profonda e semplice, la sua tenacia... La femminilità non è autentica se non sa cogliere la bellezza di questo insostituibile apporto e non ne fa vita della propria vita. (punto n° 87, di un capitolo interamente dedicato alla Donna)

Opus Dei, film e libri

Nonostante l'abolizione dell'Indice dei libri proibiti, avvenuta nel 1966 sotto papa Paolo VI dopo il Concilio Vaticano II, l'Opus Dei decise di mantenerlo, sotto forma di guida bibliografica[26], e di aggiornarlo. Per ogni opera viene attribuito un giudizio che va da 1, per i testi che possono essere letti con profitto spirituale, a 6, punteggio che connota la forte "pericolosità" di libri che sono giudicati conflittuali verso l'insegnamento impartito dall'Opus Dei e che possono essere consultati solo con l'esplicito consenso della Prelatura, vale a dire il vertice dell'organizzazione. Tra i libri ritenuti assolutamente da evitare, salvo autorizzazione del Prelato, si annoverano, a titolo di esempio, molti testi fondamentali del marxismo, Le ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo, Il Decamerone di Boccaccio, quasi tutte le opere di Voltaire e di altri illuministi, oltre a molti riconosciuti capolavori della letteratura italiana e straniera. Persino alcune opere di Joseph Ratzinger, papa Benedetto XVI, riportano una valutazione 3 o 4, e pertanto sarebbe necessario consultare i Direttori per leggerle. L'Opus Dei afferma[27] che la guida bibliografica sarebbe una sorta di elenco di letture consigliate e sconsigliate, e che la libertà di decisione ricadrebbe sempre e comunque sull'individuo. Tuttavia omette di dire che, se un fedele usasse frequentemente tale libero arbitrio, sarebbe severamente redarguito ed eventualmente gli sarebbe consigliato di abbandonare l'Opera. A tal proposito esiste un passo esplicito in Lingua Spagnola tratto dal Vademecum del governo locale dell'Opus Dei: "Si un fiel de la Prelatura leyera publicaciones erróneas o confusas sin haber pedido consejo y orientación a los Directores, fácilmente se expondría a un grave peligro para su alma. Por eso, si alguien lo hiciera de modo habitual, habría que informar inmediatamente a la Comisión Regional, pues desatender la disposición de pedir consejo sería motivo para que una persona no fuese admitida en la Obra, o en su caso para aconsejarle que pida la salida". La traduzione è la seguente: "Se un fedele della prelatura leggesse pubblicazioni erronee o fuorvianti senza aver richiesto consiglio e orientamento ai Direttori, si esporrebbe facilmente ad un pericolo per la sua anima. Per questo, se qualcuno dovesse farlo abitualmente, si informerà immediatamente la Commissione Regionale; non rispettare la disposizione di chiedere consiglio è motivo di non ammissione all'Opera, o per chi è già incorporato, per consigliare l'uscita dalla prelatura". Anche la visione dei film necessita di esplicita autorizzazione da parte dei superiori; l'Opus Dei infatti mantiene una lista di film la cui visione è permessa nei centri. Qualora un film non fosse presente nella lista, un superiore dovrà revisionarlo, ed eventualmente censurare le parti a suo avviso non rispettose della sensibilità cattolica (scene di nudo parziale o integrale, scene eccessivamente violente).

Le scuole

In tutto il mondo sono nate, su una spinta iniziale del fondatore, scuole gestite dai genitori degli alunni, che a volte hanno anche la proprietà degli edifici. Questi genitori, riuniti generalmente in associazioni (come il FAES), chiedono alla Prelatura dell'Opus Dei di assegnare un sacerdote per curare la formazione spirituale dei loro alunni. Questo tipo di scuole si chiamano in spagnolo "labor personal", equivalente ad "attività personale" per distinguerle dalle "obras corporativas" (iniziative apostoliche istituzionali) per le quali la Prelatura è impegnata in prima persona a garantire che l'insegnamento sia conforme alla dottrina cattolica, in piena adesione al Magistero della Chiesa. Tuttavia anche per queste ultime (come ad esempio la Scuola professionale ELIS o l'Istituto Professionale Alberghiero SAFI) la Prelatura non ne possiede gli edifici, né governa gli enti ad essi preposti.

Una caratteristica delle scuole che si ispirano agli insegnamenti del fondatore dell'Opus Dei è l'educazione differenziata, per scelta pedagogica. Esistono quindi scuole maschili e scuole femminili. A livello universitario, invece le attività didattiche sono miste. In tutte queste attività scolastiche, i fedeli della Prelatura svolgono il proprio apostolato e proselitismo, e alcuni (pochi) studenti e studentesse scoprono la loro vocazione durante i propri studi.

Curiosità

  • Nel 1997 don Giussani ha affermato, utilizzando una metafora ispirata a fascismo e nazismo, che i ciellini sarebbero i «balilla, gli irregolari che tirano le pietre», mentre quelli dell’Opus Dei «hanno i panzer: vanno avanti ben corazzati, con i cingoli, anche se li hanno rivestiti di gomma. Il rumore non si sente, ma ci sono, eccome. E ce ne renderemo conto sempre di più»[28].
  • Nel gergo opusiano i Gesuiti vengono chiamati nei discorsi tra numerari con l'appellativo "i soliti".

Note

  1. ^ Centro ELIS.
  2. ^ Joseph Ratzinger, Lasciare operare Dio in «L'Osservatore Romano», 6 ottobre 2002.
  3. ^ Paolo Zanotto,. Cattolicesimo, protestantesimo e capitalismo. Dottrina cristiana ed etica del lavoro, Rubbettino/Leonardo Facco, Soveria Mannelli (CZ) e Treviglio (BG) 2005.
  4. ^ Il termine numerario è una traslitterazione dal gergo spagnolo utilizzato dai primi nuclei dell'Opus Dei (mutuato dalla terminologia scolastica-universitaria), non è una traduzione o un termine scelto di proposito.
  5. ^ Atti parlamentari - Camera dei Deputati - XV Legislatura — Allegato B ai resoconti - Seduta del 7 maggio 2007. Testo integrale della seduta
  6. ^ Cfr. "Le opere apostoliche dell'Opus Dei", capitolo IV del libro di Giuseppe Romano, Opus Dei. Il messaggio, le parole, le opere, San Paolo, 2002. «In quelle zone di miseria che sono le Filippine, l'Opus Dei è tra le realtà cattoliche che non si limitano ad "aiutare" i poveri: fanno molto di più, li hanno tra loro, come membri a pieno titolo» (Vittorio Messori, Opus Dei. Un'indagine, Mondadori, Milano 1999, pag. 150).
  7. ^ Andres Vasquez de Prada: The Founder of Opus Dei. The Life of Josemaria Escrivá. Vol II: God and Daring., Scepter Publishers 1997, p. 387.
  8. ^ «Nell'aprile del 1967, in un'intervista al Time a proposito della "segretezza" e del "mistero" dell'Opus Dei, Escrivá rispondeva: «Lei parla di accusa di segreto. È una storia ormai molto vecchia. Potrei narrarle, punto per punto, l'origine storica di questa accusa calunniosa. Per molti anni, una potente organizzazione, di cui preferisco non fare il nome - l'amiamo e l'abbiamo sempre amata -, si è dedicata a falsificare quello che non conosceva». Vittorio Messori riporta questa citazione commentando: «si tratta, non è un mistero, di alcuni membri spagnoli della Compagnia di Gesù» (Vittorio Messori, Opus Dei. Un'indagine, Mondadori, Milano 1999, pag. 238).
  9. ^ John L. Allen, Jr., Opus Dei: an Objective Look Behind the Myths and Reality of the Most Controversial Force in the Catholic Church (2005).
  10. ^ Urquhart, Gordon (1997). "Conservative Catholic Influence in Europe", Report for Catholics for a Free Choice (che nonostante il nome non sono cattolici: cfr. Andrea Morigi su Libero del 23 marzo 2006). Secondo l'intellettuale di destra Massimo Introvigne, appartenente al movimento cattolico tradizionalista Alleanza Cattolica, «la ricetta per pubblicare un libro di successo dove un movimento o una realtà cattolica viene additata al pubblico ludibrio come "setta" è semplice: si prendono uno o più "ex" del movimento in questione, a cui si offre una splendida occasione per regolare vecchi conti; si traducono i loro resoconti — avendo cura di impiegare termini come "setta distruttiva", "lavaggio del cervello", "violazione dei diritti della persona" — nel gergo dei movimenti anti-sette, e si chiede aiuto a questi ultimi per lanciare i volumi che ne risultano» ("Sette cattoliche": l'equivoco continua): ciò è, secondo Introvigne, alla base della pubblicazione dei testi di "ex" focolarini come Urquhart e di "ex" Opus Dei come María del Carmen Tapia, e di gruppi come l'ODAN (Opus Dei Awareness Network).
  11. ^ Secondo Massimo Introvigne, date le dimensioni dell'Opus Dei (85.000 membri) l'accusa è ovvia: «Mentre il movimento contro le sette, nato in ambiente religioso — particolarmente protestante-evangelico, negli Stati Uniti d’America — critica le "sette" da un punto di vista qualitativo, mettendo in luce quanto nelle loro dottrine si oppone all’ortodossia cristiana, il movimento anti-sette, che nasce in ambienti laicisti, dichiara di volersi occupare esclusivamente di comportamenti, deeds, e non di dottrine, creeds, e attacca come "settaria" ogni forma di esperienza religiosa che da un punto di vista quantitativo appaia più intensa di quanto il secolarismo moderno sia disponibile a tollerare» (Massimo Introvigne, L’Opus Dei e il movimento anti-sette, in Cristianità, numero 229, 1994).
  12. ^ Secondo Massimo Introvigne e Vittorio Messori, l'applicazione di categorie politiche ad una realtà religiosa è un trascurare una "necessità ovvia, lapalissiana" («ciò che anche molti "intelligenti" sembrano da decenni aver dimenticato è una necessità ovvia, lapalissiana: e che, cioè, l’esperienza religiosa va affrontata secondo categorie religiose». Cfr. Massimo Introvigne, L’Opus Dei e il movimento anti-sette).
  13. ^ Atti parlamentari - Camera dei Deputati - XV Legislatura — Allegato B ai resoconti - Seduta del 7 maggio 2007. Testo integrale della seduta
  14. ^ Atto costitutivo Opus Dei
  15. ^ Sul fatto che il romanzo presenti in cattiva luce l'Opus Dei, cfr. Massimo Introvigne, "Il Codice Da Vinci": ma la storia è un’altra cosa, in Cristianità n. 322 (2004).
  16. ^ «Molti uomini di oggi si stupiscono, quando non si scandalizzano, che - nell'Opus Dei - alcuni membri includano tra le mortificazioni corporali l'uso del cilicio. Alcuni, dico: non la maggioranza; e anche costoro per un tempo limitato» (Vittorio Messori, Opus Dei. Un'indagine, Mondadori, Milano 1999, pagg. 199-200).
  17. ^ Cammino, 208.
  18. ^ Cammino, 227.
  19. ^ L'accusa di forte proselitismo non tiene però conto del fatto che da molti anni il numero dei membri dell'Opus Dei cresce molto lentamente: cfr. John L. Allen, Jr., Opus Dei: an Objective Look Behind the Myths and Reality of the Most Controversial Force in the Catholic Church (2005).
  20. ^ I primi due sono stati, nel febbraio 1957, Alberto Ullastres, docente di storia dell'economia dell'Università di Madrid, nominato ministro del Commercio, e Mariano Navarro Rubio, direttore amministrativo del Banco Popular, nominato ministro delle Finanze; successivamente anche Gregorio López Bravo, ministro dell'Industria e Laureano López Ródo, ministro senza portafogli e commissario generale del piano di sviluppo economico. Questi ultimi due furono anche ministri degli esteri. Cfr. Vittorio Messori, Opus Dei. Un'indagine, Mondadori, Milano 1999, pag. 254. «Su 116 ministri nominati da Franco, in undici governi, dal 1939 al 1975, soltanto otto erano membri dell'Opera, di diverse tendenze politiche» (ibid., pag. 258). L'ingresso nei governi franchisti di membri dell'Opus Dei fu «a titolo personale, cooptati per la stima che si erano guadagnati nell'esercizio delle rispettive professioni» (Giuseppe Romano, Opus Dei. Il messaggio, le opere, le persone, editrice San Paolo, 2002, pag. 259).
  21. ^ Cfr. Vittorio Messori, Opus Dei. Un'indagine, Mondadori, Milano 1999, pag. 258; il quotidiano Madrid, di cui Calvo Serer era divenuto direttore nel 1966, fu chiuso dalla censura del regime nel 1971.
  22. ^ Cfr. S. Valero, Yauyos. Sacerdoti pionieri sulle Ande, Ares, Milano 1995.
  23. ^ Testo originale spagnolo più ampio
  24. ^ Cammino, 946.
  25. ^ Cfr. Vittorio Messori, Opus Dei. Un'indagine, Mondadori, Milano 1999, pag. 174.
  26. ^ Guida bibliografica dell'Opus Dei aggiornata al 2003, contenente suggerimenti sulla valutazione morale (positiva o negativa) oppure in formato XLS qui.
  27. ^ Bruno Mastroianni, A proposito di un libro sull'Opus Dei, 27 dicembre 2006. (Punto E)
  28. ^ Intervista di Michele Brambilla pubblicata su Tracce, 2/1997, e riportata su Romana.

Bibliografia

  • John L. Allen, Opus Dei. La vera storia. I segreti della forza più controversa nella Chiesa Cattolica, Newton & Compton, Roma 2006.
  • P. Casciaro, Al di là dei sogni più audaci. Gli inizi dell'Opus Dei accanto al fondatore, Ares, Milano 1995.
  • A. de Fuenmayor, V. Gómez-Iglesias, J. L. Illanes, L'itinerario giuridico dell'Opus Dei - Storia e difesa di un carisma, Giuffrè, Milano 1991.
  • Opus Dei: la storia, i nomi, le sigle, i collegamenti internazionali, le luci e le ombre della multinazionale di Dio: in appendice, le vecchie e le nuove Costituzioni segrete, Maurizio Di Giacomo, T. Pironti (Napoli, 1987).
  • Politica occulta: logge, lobbies, sette e politiche trasversali nel mondo, Marco Dolcetta, Castelvecchi, 1998.
  • I segreti dell'Opus Dei: documenti e retroscena, Peter Hertel (a cura di Manuel Kromer), Torino, editrice valdese Claudiana 1997.
  • Vittorio Messori, Opus Dei. Un’indagine, Mondadori, 1994 (3ª ed., Mondadori / Leonardo - saggistica, 1999).
  • Ferruccio Pinotti , Opus Dei segreta. Frusta, cilicio e alta finanza. Per la prima volta parlano i testimoni. In collaborazione con Emanuela Provera e Amina Mazzali, già numerarie dell'Opus Dei., BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2006
  • Giuseppe Romano, Opus Dei. Il messaggio, le opere, le persone, San Paolo, 2002.
  • G. Romano, J. L. Olaizola, Il Vangelo nel lavoro, Edizioni Paoline, Milano 1992
  • P.Rodríguez, F.Ocariz, J.L.Illanes, L’Opus Dei nella Chiesa, Piemme, Casale Monferrato, 1993.
  • Oltre la soglia: una vita nell'Opus Dei, Maria del Carmen Tapia Baldini & Castoldi (Milano, 1996).
  • S. Valero, Yauyos. Sacerdoti pionieri sulle Ande, Ares, Milano 1995.
  • Andrés Vásquez de Prada, Il Fondatore dell'Opus Dei - La Biografia di San Josemaría Escrivà / Leonardo International, 3 volumi, II ediz. (2004).
  • Paolo Zanotto, Cattolicesimo, protestantesimo e capitalismo. Dottrina cristiana ed etica del lavoro, Soveria Mannelli (CZ) e Treviglio (BG), Rubbettino/Leonardo Facco, 2005.

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Collegamenti esterni

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