Antonio Fazio
Antonio Fazio | |
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Governatore della Banca d'Italia | |
Durata mandato | maggio 1993 – 19 dicembre 2005 |
Predecessore | Carlo Azeglio Ciampi |
Successore | Mario Draghi |
Antonio Fazio (Alvito, 11 ottobre 1936) è un economista italiano, governatore della Banca d'Italia dal 1993 al 2005.
È stato l'ultimo reggente della banca centrale italiana con nomina vitalizia: allorché fu costretto a dimettersi in quanto coinvolto in questioni giudiziarie, la carica venne infatti ridotta a un mandato di 6 anni, rinnovabile solo per una volta.
Vita privata[modifica | modifica wikitesto]
È sposato dal 1978 con Maria Cristina Rosati e ha cinque figli.
Studi e carriera[modifica | modifica wikitesto]
Laureatosi in Economia a Roma nel 1960 con una tesi sui rapporti tra evoluzione demografica e sviluppo economico, vince subito una borsa di studio per specializzazione presso il servizio studi della Banca d'Italia[1], dove lavora anche come docente.
Dal 1962 segue corsi di specializzazione in macroeconomia e in teoria dello sviluppo economico e monetario presso il Massachusetts Institute of Technology, sotto la guida del premio Nobel Franco Modigliani.
Nel 1963, torna in Banca d'Italia come esperto all'ufficio ricerche econometriche, dove collabora a mettere a punto il primo modello econometrico (M1BI); nel 1966 viene assunto di ruolo presso l'istituto.
La sua carriera prosegue: diventa capo dell'ufficio ricerche econometriche e poi dell'ufficio mercato monetario del servizio studi. Nel 1972 viene nominato vicedirettore del servizio studi, l'anno seguente ne diventa prima direttore e poi capo. Nel 1976 assume il grado di condirettore centrale dell'Istituto di emissione, continuando a dirigere il servizio studi sino al dicembre 1979. Nel 1980 viene nominato direttore centrale, fino al 1982, in cui viene nominato vicedirettore generale.
Nel 1993, allorché Carlo Azeglio Ciampi presenta le dimissioni (essendo stato nominato Presidente del Consiglio dei ministri), Fazio gli succede nelle cariche di governatore della Banca d'Italia e presidente dell'Ufficio Italiano Cambi.
Operato da governatore[modifica | modifica wikitesto]
La tappa più significativa del suo mandato come Governatore è sicuramente quella del passaggio dalla lira italiana all'Euro, avvenuto tra il 1º gennaio 1999 e il 1º marzo 2002: Fazio è riconosciuto come uno dei principali fautori in Italia della stabilità economica necessaria per il passaggio alla moneta unica europea. In ragione di ciò, egli è stato anche l'ultimo governatore ad apporre la propria firma sulle banconote in lire.
Nel 2001, in occasione della consueta lettura delle considerazioni finali del 31 maggio, appoggia le scelte economiche del futuro governo Berlusconi, parlando di un possibile nuovo miracolo economico.[2] I rapporti con il Ministro dell'economia e delle finanze Giulio Tremonti si incrinano a seguito di una pubblica contestazione del Governatore di alcuni punti della manovra finanziaria varata nel 2003. Il disaccordo tra governo e Governatore culmina con il caso Parmalat a cavallo tra il 2003 e il 2004, in cui il Governatore e Ministro si trovano nuovamente in disaccordo aperto. La vicenda si conclude con le dimissioni di Giulio Tremonti dal governo e la riappacificazione del Governatore con il Parlamento Italiano.
Nel frattempo i rapporti tra Fazio e il mondo sindacale si erano deteriorati, a causa della decisione del Governatore (nel 2003) di mantenere in servizio, in violazione degli accordi sindacali vigenti, tre alti funzionari della Banca centrale che avevano ormai raggiunto l'età del pensionamento per vecchiaia, tra i quali il capo della Vigilanza, che stava seguendo alcuni dossier molto delicati; tale decisione venne poi ritenuta illegittima dal Tribunale di Roma.[3]
Procedimenti giudiziari[modifica | modifica wikitesto]
Nel luglio 2005 il quotidiano Il Giornale pubblica alcune intercettazioni telefoniche, che evidenziano potenzialmente una condotta impropria da parte di Fazio riguardo l'approvazione della Banca d'Italia all'offerta pubblica d'acquisto da parte di Banca Popolare di Lodi (poi divenuta Banca Popolare Italiana) su Banca Antonveneta, "sopravanzando" l'analoga richiesta formulata poco prima dall'istituto olandese ABN AMRO. L'operazione (considerata non legittima da Claudio Clemente e Giovanni Castaldi, all'epoca capi dei Servizi dell'Area Vigilanza della banca centrale italiana) sarebbe stata avallata dal governatore in ragione dei rapporti informali da lui intrattenuti con vari imprenditori e politici. L'inchiesta che ne scaturì (e in particolare le rivelazioni del banchiere Giampiero Fiorani, all'epoca a capo della BPL/BPI) fece montare la pressione dell'opinione pubblica e di parte del mondo politico su Antonio Fazio, che infine rassegnò le proprie dimissioni il 19 dicembre 2005.[4]
La vicenda portò successivamente alla promulgazione, mediante l'articolo 19 della legge 262/2005, di una riforma della carica di governatore della Banca d'Italia, la quale da vitalizia che era passò ad avere una durata di 6 anni, con mandato rinnovabile una sola volta.[5]
Il 28 maggio 2011 Fazio è stato condannato dai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Milano a 4 anni di reclusione e un milione e mezzo di euro di multa per aggiotaggio nel processo sulla tentata scalata ad Antonveneta da parte della Banca Popolare di Lodi[6]; dopo una lieve riduzione della pena in appello (da 4 anni a 2 anni e mezzo di reclusione), la condanna è stata confermata in via definitiva dalla Corte di Cassazione il 28 novembre 2012[7].
Il 31 ottobre 2011 Fazio è stato condannato dalla prima sezione del Tribunale di Milano a 3 anni e 6 mesi di reclusione e a una multa di 1 milione di euro per insider trading ed ostacolo alle funzioni di vigilanza nel processo sulla tentata scalata di Unipol alla Banca Nazionale del Lavoro[8]; nello stesso processo, sono stati condannati anche Giovanni Consorte e Francesco Gaetano Caltagirone. Il 31 maggio 2012 la Corte d'appello di Milano ha annullato la condanna inflittagli in primo grado e lo ha assolto assieme a molti altri imputati[9]. Successivamente, la Cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado, ordinando la ripetizione del processo davanti ad altra sezione della Corte d'Appello di Milano; tuttavia, la vicenda è destinata a risolversi in un nulla di fatto, giacché a dicembre 2012 è maturata la prescrizione[10].
Nel dicembre 2013 la Corte d'Appello assolve Fazio in quanto il fatto non sussiste.[11] Il 6 maggio 2015 la Cassazione conferma la sentenza di assoluzione mettendo la parola fine alla vicenda.[12]
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
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Cavaliere di gran croce dell'ordine al merito della Repubblica italiana |
— Roma, 2 giugno 1993[13] |
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Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana |
— 2 giugno 1982[14] |
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Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica italiana |
— 2 giugno 1981[15] |
Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]
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Laurea Honoris Causa in Economia[16] (Lectio Magistralis[17]) |
— Università degli studi di Bari (sede decentrata di Foggia), 15 ottobre 1994 |
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Laurea Honoris Causa in Giurisprudenza[18] |
— Università degli studi di Cassino, 16 aprile 1999 |
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Laurea Honoris Causa in Ingegneria informatica |
— Università di Lecce, 15 gennaio 2000 |
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Il Sole 24 Ore - Se ne va l'ultimo Governatore della lira
- ^ Si veda pagina 34 di questo documento Archiviato il 27 novembre 2006 in Internet Archive.
- ^ Vigilanza Bankitalia, soluzione ponte
- ^ Banca d'Italia comunicato stampa del 19-12-2005 Archiviato l'8 novembre 2012 in Internet Archive.
- ^ Si veda l'articolo 19 della legge 262/2005
- ^ Scalata Antonveneta: 4 anni a Fazio 3 per Consorte, 20 mesi a Fiorani Archiviato il 3 settembre 2011 in Internet Archive., il Messaggero, 28 maggio 2011
- ^ Antonveneta, la Cassazione conferma condanne per i furbetti
- ^ Bnl-Unipol, Fazio e Consorte condannati. Per Caltagirone tre anni di carcere, la Repubblica, 31 ottobre 2011
- ^ Scalata Bnl-Unipol: 11 imputati assolti. Condannati solo Consorte e Sacchetti – Il Fatto Quotidiano
- ^ Bnl-Unipol, annullata l'assoluzione di Fazio. Con lui anche Caltagirone e Cimbri
- ^ Unipol-Bnl: tutti assolti, ilsole24ore.com, 6 dicembre 2013. URL consultato il 9 gennaio 2018.
- ^ Bnl-Unipol: la Cassazione conferma l’assoluzione per Fazio, Consorte e gli altri co-imputati, ilsole24ore.com, 6 maggio 2015. URL consultato il 9 gennaio 2018.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ "Il new deal del Governatore per rilanciare il Mezzogiorno", il Corriere della Sera, 16 ottobre 1994
- ^ "Lectio Magistralis: Alcuni caratteri dell'Economia e del Sistema bancario meridionali" Archiviato l'8 novembre 2012 in Internet Archive.
- ^ Fazio: nuovo patto per il lavoro e per il Kosovo si muova l'Onu, la Repubblica, 16 aprile 1999
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni di o su Antonio Fazio
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Antonio Fazio
Wikinotizie contiene l'articolo Antonio Fazio risulta indagato dall'inizio d'agosto, 29 settembre 2005
Wikinotizie contiene l'articolo Antonio Fazio si è dimesso da governatore della Banca d'Italia, 19 dicembre 2005
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Antonio Fazio, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Antonio Fazio, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Antonio Fazio, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- La Gazzetta del Mezzogiorno: Scheda - Chi è Antonio Fazio, su lagazzettadelmezzogiorno.it (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2007).
- Il Giornale: Le intercettazioni, su ilgiornale.it.
- la Repubblica: Le intercettazioni, su repubblica.it.
- The Economist: Fazio Under Fire, su economist.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 262392856 · ISNI (EN) 0000 0003 8190 7888 · SBN IT\ICCU\CFIV\066444 · WorldCat Identities (EN) viaf-262392856 |
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