John Updike

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John Updike alla Casa Bianca riceve la National Medal of Arts nel 1989
Premio Pulitzer Premio Pulitzer nel 1982
Premio Pulitzer Premio Pulitzer nel 1991

John Hoyer Updike (Reading, 18 marzo 1932Danvers, 27 gennaio 2009) è stato uno scrittore e poeta statunitense.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di un insegnante di scienze del liceo di discendenza ebraica di Shillington (cittadina in cui si trasferì poco dopo la nascita), frequentò l'Harvard College laureandosi con lode,[1] per poi trasferirsi per un periodo in Gran Bretagna dove frequentò la Ruskin School di Belle arti di Oxford. A ventitré anni, nel 1955, cominciò a lavorare nella redazione del «New Yorker». Dopo due anni, nel 1957 si licenziò e si trasferì in campagna per dedicarsi esclusivamente alla scrittura.

Sul New Yorker pubblicò le prime poesie, racconti e articoli di critica letteraria. Le poesie apparse sul giornale furono pubblicate nella prima raccolta La stessa porta (The Same Door) nel 1959, mentre i primi racconti e saggi furono raccolti in I pali del telefono (The Telephone Poles, 1963).

Il successo arrivò con il romanzo breve Festa all'ospizio (The Poorhouse Fair, 1959). I suoi racconti migliori dell'epoca apparvero nella raccolta Piume di piccione (Pigeon feathers, 1962).

I romanzi che lo hanno reso famoso sono quelli che costituiscono la cosiddetta "serie del Coniglio". Il primo della serie è Corri, Coniglio (Rabbit, Run), pubblicato nel 1960. Il "Coniglio" protagonista del romanzo è un campione di pallacanestro che all'improvviso decide di cambiare la sua vita, in un senso regressivo e nostalgico, di recupero della giovinezza perduta, ma anche autentico, anarchico e vitale alla ricerca di un'utopia, di un sogno collettivo.

I romanzi successivi della serie, scritti in momenti successivi della vita dello scrittore, sono Rabbit Redux (Il ritorno di Coniglio, 1971), Rabbit is Rich (Sei ricco, Coniglio, 1981) infine Rabbit At Rest, (Riposa Coniglio, 1990), e il racconto breve Rabbit Remembered.

Scrisse anche un altro ciclo di romanzi, centrati su un personaggio semi-autobiografico di nome Bech: Bech: a Book (Bech: un libro, 1970), cui segue Bech is Back (Bech di nuovo, 1982; in italiano pubblicato con il titolo Su e giù per il mondo).

Vi sono alcuni romanzi di tematica erotica o matrimoniale: Couples (Coppie, 1968) e Marry Me (Sposami, 1976) nelle cui trame è forte la componente ludica dell'ambiguità e dello scambio.

I soggetti prediletti di Updike sono le piccole città della provincia americana, la classe media borghese.

Updike è stato uno scrittore professionista veloce e produttivo, e ha pubblicato una mole impressionante di opere narrative. Ha scritto in tutto ventidue romanzi e tredici raccolte di racconti, oltre a raccolte di poesia, saggi di critica letteraria e libri per bambini.

Non va inoltre sottovalutata la già citata attività di critico letterario (e talvolta artistico) sulle pagine del "New Yorker", spesso al centro di vivaci discussioni intellettuali.[2]

Ha vinto il premio Pulitzer nel 1982 e nel 1991 rispettivamente per i due romanzi Rabbit is Rich e Rabbit at Rest. John Updike ha anche vinto per due volte il Premio O. Henry per i racconti brevi. È stato candidato più volte al premio Nobel per la letteratura.

Nel 1986 pubblicò il romanzo non convenzionale La versione di Roger, secondo volume della cosiddetta trilogia della Lettera Scarlatta, su un tentativo di dimostrare l'esistenza di Dio per mezzo di un programma per computer. L'autore e critico Martin Amis lo definì un "quasi capolavoro".[3] Il romanzo S (1989), insolitamente caratterizzato da una protagonista femminile, ha concluso la rielaborazione di Updike della Lettera Scarlatta di Hawthorne.[4]

I suoi romanzi Villages (Villaggi, 2004) e Terrorist (Terrorista, 2006), pubblicati in italiano da Guanda, sono stati accolti come capolavori dalla critica. Nel complesso questo autore ha venduto libri per una tiratura complessiva di milioni di copie.

Per quanto riguarda il suo stile, « la sua scrittura era elegante, caratterizzata da una innata capacità di descrizione psicologica che rendeva estremamente vitali i personaggi ».[5]

Updike morì il 27 gennaio 2009 nella sua casa di Beverly Farms dopo una lunga battaglia contro il cancro ai polmoni.[5]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Narrativa[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

  • Buchanan
    • Buchanan Dying (1974)
    • Memories of the Ford Administration (1992)

Raccolte di racconti[modifica | modifica wikitesto]

Poesia[modifica | modifica wikitesto]

  • The Carpentered Hen (1958)
  • Telephone Poles (1963)
  • Midpoint (1969)
  • Dance of the Solids (1969)
  • Cunts: Upon Receiving The Swingers Life Club Membership Solicitation (1974)
  • Tossing and Turning (1977)
  • 'Facing Nature (1985)
  • Collected Poems 1953–1993 (1993)
  • Americana: and Other Poems (2001)
  • Endpoint and Other Poems (2009)

Saggistica e altro[modifica | modifica wikitesto]

  • Assorted Prose (1965)
  • Picked-Up Pieces (1975)
  • Hugging The Shore (1983)
  • Self-Consciousness: Memoirs (1989)
  • Just Looking (1989)
  • Odd Jobs (1991)
  • Sogni di golf (Golf Dreams: Writings on Golf) (1996) Guanda, 1998
  • More Matter (1999)
  • Still Looking: Essays on American Art (2005)
  • Due Considerations: Essays and Criticism (2007)

Premi[modifica | modifica wikitesto]

Trasposizioni cinematografiche[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1987 dal suo romanzo Le streghe di Eastwick il regista australiano George Miller trasse il film omonimo con Jack Nicholson. Nel 2009 è stata prodotta la serie televisiva Eastwick.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Antonio Monda, Addio allo scrittore di "Coppie", "la Repubblica", 28 gennaio 2009, p. 37.
  2. ^ Ibidem, p. 36.
  3. ^ (EN) Martin Amis, When Amis met Updike ..., in The Observer, 1º febbraio 2009. URL consultato il 13 marzo 2024.
  4. ^ (EN) Boswell, Marshall, John Updike, su The Literary Encyclopedia. URL consultato il 13 marzo 2024.
  5. ^ a b Idem.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Monda, Addio allo scrittore di "Coppie", "la Repubblica", 28 gennaio 2009, pp. 36–37.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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