Wikipedia:Oracolo/Archivio/Novembre - Dicembre 2016

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Santa Claudia martire

Qualcuno saprebbe determinare in che lingua sono scritte le parole presenti nell'icona a latere, ed eventualmente cosa significano? Dovrebbe trattarsi con relativa certezza di Santa Claudia, ma sto cercando ulteriori conferme --Samuele Madini (msg) 16:49, 9 nov 2016 (CET)[rispondi]

Sulla destra ci dovrebbe essere scritto KLABDIA (Claudia) in cirillico. Dico "dovrebbe" perché l'unica lettera che non mi torna è la "A", mentre le altre corrispondono tutte: КЛAВДЇA: forse è nell'icona c'è un carattere arcaico per scrivere la A?... Invece a sinistra ci sarà scritto Святой (santa) o qualcosa de genere... --Nungalpiriggal (msg) 17:13, 9 nov 2016 (CET)[rispondi]
Si direbbe alfabeto cirillico arcaico. La parola sulla destra è banalmente "Claudia"; ho fondati motivi di credere che sulla sinistra vi sia la versione abbreviata di "santa" (in russo святой, svyatoy) e "martire" (мученик, muchenik). L'uso della lettera В con la valenza di "u" anziché "v" potrebbe suggerire, da quanto capisco, un'origine ucraina o slava dell'icona, ma qui sto davvero forzando la mia fortuna. :-D -- Rojelio (dimmi tutto) 17:18, 9 nov 2016 (CET)[rispondi]
PS: [@ Nungalpiriggal], se guardi l'immagine della stilizzazione della lettera "a" in cirillico arcaico, non mi sembra implausibile che quella nell'icona ne sia semplicemente una versione "abbellita". -- Rojelio (dimmi tutto) 17:21, 9 nov 2016 (CET)[rispondi]
Grazie mille a tutti :) --Samuele Madini (msg) 17:33, 9 nov 2016 (CET)[rispondi]

Correttezza del secondo posto in un torneo ad eliminazione diretta[modifica wikitesto]

Oggi non so perché mi è frullata in testa questa idea: perché in un torneo ad eliminazione diretta, chi perde la finale si aggiudica automaticamente il secondo posto? (ad es, alle Olimpiadi, la medaglia d'argento) Non è corretto, perché ci sono concorrenti che non ha sconfitto, né direttamente né indirettamente. Ho controllato la voce Torneo a eliminazione diretta, ma non ne fa menzione. Però mi è sembrato strano che nessuno ci avesse pensato prima, e infatti un accenno lo troviamo nella voce inglese: "In a random knockout tournament (single-elimination without any seeding), awarding the second place to the loser of the final is unjustified: any of the competitors knocked out by the tournament winner might have been the second strongest one, but they never got the chance to play against the losing finalist. In general, it is only fair to use a single-elimination tournament to determine first place. To fairly determine lower places requires some form of round-robin in which each player/team gets the opportunity to face every other player/team". Non ho capito però quel "some form of round-robin"... mi sembra una complicazione inutile. Ad esempio, nello schema disegnato in Torneo a eliminazione diretta, la Germania conquista il primo premio e fin qui tutto bene: a quel punto per essere più "fair" non basterebbe far scontrare Argentina e Brasile? Chi vince avrà battuto, direttamente o indirettamente, tutte le altre squadre eccetto la Germania, e avrà quindi diritto al secondo posto. Il perdente si misura con i Paesi Bassi e così si determina il terzo posto. Mi sembra semplice, non richiede un round-robin: qualcosa mi sfugge? Comunque, immagino che normalmente questo non si faccia perché comporterebbe una partita in più... O forse perché si assume ci sia un sistema di "seeding" come dice la voce inglese? Dipenderà però dallo specifico gioco/sport in questione, non in tutti i casi si possono stimare in anticipo gli abbinamenti migliori tra i concorrenti... --80.117.168.194 (msg) 20:47, 9 nov 2016 (CET)[rispondi]

Be' no perchè se decidi il secondo facendo scontrare solo Argentina e Brasile si ripresenta da capo il problema delle squadre eliminate in precedenza dalla vincitrice del torneo. Nello schema esempio citato la seconda più forte avrebbe potuto essere la Francia o l'Algeria, che però non hanno avuto modo di scontrarsi con le altre perchè eliminate dalla Germania. --Postcrosser (msg) 22:00, 9 nov 2016 (CET)[rispondi]
Mi gira la testa... Hmmm no, aspetta... ma sì, hai ragione! Lo sapevo che mi sfuggiva qualcosa... Grazie! Capisco, la cosa si complicherebbe troppo, e poi sotto sotto al pubblico (e ai partecipanti) importa solo chi vince il primo premio! :) --80.117.168.194 (msg) 22:18, 9 nov 2016 (CET)[rispondi]
Forse non in tutte le competizioni sportive è vero che "sotto sotto al pubblico (e ai partecipanti) importa solo chi vince il primo premio": alle Olimpiadi, ad esempio, l'importante è vincere una medaglia (con buona pace del Barone de Coubertin). Infatti in alcune discipline olimpiche con formula a eliminazione diretta (mi vengono in mente il judo e la lotta) si svolge un minitorneo, che mette in palio le due medaglie di bronzo, fra gli atleti esclusi dalla finalissima. --Sesquipedale (non parlar male) 18:47, 10 nov 2016 (CET)[rispondi]
Questa non la sapevo, si impara sempre qualcosa, grazie Oracolo! (però mettono in palio il bronzo, anche qui l'argento è automatico...) --79.56.21.37 (msg) 12:47, 12 nov 2016 (CET)[rispondi]

Come fanno i cani a "sentire" quando uno sconosciuto ha paura? --93.32.64.189 (msg) 09:38, 10 nov 2016 (CET)[rispondi]

Prova a leggere qui --Lepido (msg) 11:09, 10 nov 2016 (CET)[rispondi]

Date di nascita e date di morte.[modifica wikitesto]

Perché spesso e volentieri noto che le voci dei personaggi contengono più fonti sulla data di morte che non su quella di nascita? Per molti versi è anche paradossale, dato che è più complicato attestare la nascita di una persona che non la sua dipartita...--95.250.106.234 (msg) 10:03, 13 nov 2016 (CET)[rispondi]

Dove lo vedi il paradosso? --Captivo (msg) 11:20, 13 nov 2016 (CET)[rispondi]
Beh certificare la data di morte di una persona è innegabilmente più facile poiché morendo in epica cronologicamente più vicina alla nostra aumentano le fonti a disposizione. Se una persona nasce nel 1919 e muore nel 2005 sarebbe necessaria una fonte maggiore per la nascita poiché radio, giornali, internet e necrologi te la indicano facilmente la morte senza necessità di aggiungere 4 o 5 fonti alla sua morte, per la nascita non e cosi -- 95.250.106.234
Non va altresì dimenticato che una persona diviene enciclopedica, come lo intendiamo su Wikipedia, per ciò che ha fatto o rappresentato in vita. Mi pare quindi piuttosto naturale che la nascita di queste persone non fosse considerata un evento degno di ampia pubblicazione. --Captivo (msg) 11:51, 13 nov 2016 (CET)[rispondi]
Dovrebbe essere un problema di fonti, non della vita vissuta. È chiaro che di un personaggio famoso non esistano fonti che lo celebrino a priori alla nascita xD Ma piuttosto di come le fonti andrebbero comunque segnate, in questo senso. Cioè si tende molto a criticare le fonti inserite su Wikipedia ma per alcuni le date di nascita sono "fontizzate" per tanti altri no. Nella morte, per alcuni personaggi non vi sono fonti, per altri una, per altri addirittura 5 articoli diversi e ripetitivi. Allora il dubbio diventa: due pesi e due misure? -- 95.250.106.234
Perdonami, ma non mi risulta che venga redatto qualcosa di pregio (ovvero una fonte come si deve) per qualsiasi essere umano che venga alla luce. E che non abbia ancora fatto qualcosa di memorabile. --Captivo (msg) 14:52, 13 nov 2016 (CET)[rispondi]
Se nasci come erede al trono, la cosa viene registrata, con la data precisa, in ogni epoca. Altrimenti fai conto che fino a non molto tempo fa qui nel vecchio continente difficilmente abbiamo una data di nascita. Abbiamo solo la data di battesimo e il sospetto che il personaggio sia nato un giorno o pochissimi giorni prima. --Wermalda (msg) 21:46, 17 nov 2016 (CET)[rispondi]

Due domande di grammatica[modifica wikitesto]

Ciao, sono di madrelingua tedesca e ho dei dubbi su due espressioni italiane di cui non riesco a capire la struttura grammaticale:

  • "Un caffè per amico" (denominazione di una catena Segafredo in Austria, vedi p.e. [1], [2] e[3]) -> mi sembra un italiano maccheronico. Non si dovrebbe dire "Un caffè per un amico"? o "Un caffè per l'amico"?
  • "Che tempo che fa -> Cosa vuol dire questa espressione? -> "Che tempo fa?" O si capisce nel senso di "Oddio, che [brutto/bel] tempo che fa!"?

Grazie! Hans Urian (Dimmi!) 10:01, 15 nov 2016 (CET)[rispondi]

Ciao! Nel primo caso credo che il senso della frase sia "Avere un caffè per amico", nel senso che il tuo amico è il caffè.
Il senso di "Che tempo che fa" dovrebbe essere "che tempo fa?" Il secondo "che" è un rafforzativo che gli da un effetto colloquiale. Il titolo della trasmissione con Fabio Fazio è ispirato ad una vecchia trasmissione "Che tempo fa?", dove si parlava di previsioni meteo. E gioca sul fatto che in italiano "tempo" è sia quello atmosferico che quello cronologico, quindi "che tempo che fa" può essere inteso anche come "in che tempi viviamo" o "cosa succede oggi" --Postcrosser (msg) 10:53, 15 nov 2016 (CET)[rispondi]
Grazie per la tua risposta complessiva! Mi hai aiutato molto. Soprattutto nel primo caso non avrei mai pensato a questa soluzione. Ma hai ragione, è molto semplice :-) Hans Urian (Dimmi!) 11:24, 15 nov 2016 (CET)[rispondi]
"Ein Kaffee für einen Freund" è chiaramente una cosa diversa. Ma forse "Einen Kaffee zum Freund" o "Ein Kaffee als Freund" non è il massimo, la prima anche un po' antiquata. Oggi potremmo dire "Dieser Kaffee ist dein Freund" o simile, per esprimere lo stesso concetto pubblicitario. Per tacere del fatto che nei Paesi di lingua tedesca scriverebbero "Dieser Espresso ist Dein Freund." --Wermalda (msg) 21:51, 17 nov 2016 (CET)[rispondi]
Quello che dico è un parere personale, ma ritengo che la costruzione "Un XXXXXX per amico" sia perfettamente riconoscibile per un italiano (e sicuramente molto meno per i non italiani che hanno imparato la lingua a scuola), per merito della canzone di Lucio Battisti "Una donna per amico", che oltre al fatto di essere stata canzone famosissima per gli italiani di una certa età, ha come titolo un apparente errore grammaticale ("amico", non "amica") che lo ha reso a mio avviso indelebile nella memoria. Da allora le espressioni "un medico per amico", "un fantasma per amico", "un libro per amico", "un qualsiasicosa per amico" sono diventate comuni, riconoscibili e riconducibili alla matrice originale. Non stupisce quindi, a mio avviso, che si sia voluto inventare lo slogan "un caffè per amico", che forse può apparire strano e difficilmente traducibile per chi non sia completamente imbevuto dalla cultura pop italiana. --Lepido (msg) 00:51, 18 nov 2016 (CET)[rispondi]
In tempi più recenti c'è stato anche il telefilm Una mamma per amica, di cui non mi stupirei se il titolo fosse ispirato proprio alla canzone di Battisti --Postcrosser (msg) 01:07, 18 nov 2016 (CET)[rispondi]
Ce n'è di ogni, mi sa che "un X per amico" è entrata a pieno titolo nelle espressioni comuni della lingua italiana :) --Syrio posso aiutare? 12:46, 18 nov 2016 (CET)[rispondi]
Quindi l'espressione "Un X per amico" è vecchia quanto... me? Che scoperta! E non sapevo nemmeno che Google accettasse l'asterisco come metacarattere! Ora però ci vorrebbe una funzione di Google cerca "Un X per amico" antecedente al 1978 per dimostrare al 100% che è merito/colpa del grande Lucio! Chissà se esiste un nome tecnico per questo fenomeno... Nel caso dei film e libri lo chiamerei "cavalcare il titolo di moda". Ad esempio i vari Il codice Qualcuno o Persona, ho fatto X a Y o Se fai X faccio Y, etc --87.14.121.30 (msg) 20:00, 18 nov 2016 (CET)[rispondi]
Una funzione del genere su Google c'è... click su "Strumenti di ricerca" (sotto l'area di input), click su "Qualsiasi data" selezionando dal menu "Intervallo di date". Poi è sufficiente selezionare le date "1 gennaio -753" (ab Urbe condita, credo che sia sufficiente) e "1 ottobre 1978" (data di pubblicazione dell'album di Battisti). Se la teoria è giusta, dovresti ottenere "zero risultati". C'è però un piccolo problema: non so quale sia "l'anno zero" di Google, cioè l'anno da cui la prima pagina web è stata indicizzata, ma è sicuramente posteriore al mitico anno zero del Web (1991). Prima non c'era nulla, e nulla è dato di sapere... :-) --Lepido (msg) 18:52, 21 nov 2016 (CET)[rispondi]

Forte! Gli unici risultati sono per lo più CV di persone che sono nate prima del 1978 e hanno partecipato a qualcosa chiamato "Un X per amico", ma dopo il 1978... Per ora Lucio domina! :) --79.30.122.144 (msg) 21:52, 22 nov 2016 (CET)[rispondi]

Aiuto! Excel mi sta facendo impazzire![modifica wikitesto]

Esperienza di laboratorio scolastica: partendo da 4 soluzioni standard acqua-propanolo, si legge l'indice di rifrazione, si riportano i dati su un grafico e si traccia la curva di lavoro. Poi, ci danno due campioni a concentrazione incognita, noi leggiamo l'ind. rif. e otteniamo la concentrazione dei due campioni incogniti. Fatto a mano su carta millimetrata è molto facile.

Il problema arriva adesso: faccio la stessa cosa su Excel. Su una riga introduco le concentrazioni (ascisse), su quella sottostate gli indici di rifrazione (ordinate). evidenzio il tutto e costruisco un grafico a dispersione. poi faccio apparire la linea di tendenza (lineare) e... In teoria è possibile fare le estrapolazioni grafiche. Solo che non riesco proprio a farlo, e Google non mi aiuta.

Qualcuno saprebbe dirmi come si fa a fare un estrapolazione grafica su Excel partendo da una curva di lavoro, qualora fosse possibile?

--95.249.55.171 (msg) 18:05, 21 nov 2016 (CET)[rispondi]

Non sono sicurissimo di capire cosa tu intenda per "fare un'estrapolazione grafica", ma come lo farei io è abilitare "mostra equazione nel grafico" (traduco dall'inglese, non so come reciti di preciso nella versione italiana di Excel, se è quella che usi) tra le opzioni di visualizzazione della linea di tendenza.
A quel punto è piuttosto banale trascrivere coefficiente lineare e termine noto in un paio di celle e, per ogni ind.rif. dei campioni incogniti usare la formula "rifrazione*coeff+noto" per ottenerne le corrispondenti concentrazioni.
In realtà è anche possibile e meno macchinoso ottenere quei due valori direttamente in cella usando le funzioni SLOPE(serie_y, serie_x) e INTERCEPT(serie_y, serie_x) (di nuovo, ignoro se abbiano altro nome tradotto in italiano). Magari puoi usare sia quelle funzioni che la visualizzazione dell'equazione nel grafico giusto per "motivi didattici", ovvero per avere conferma visiva che le due funzioni ti stanno ritornando i valori che ti aspetti, ovvero che non hai commesso errori nella scrittura delle due chiamate SLOPE/INTERCEPT (errore classicissimo è invertire le due serie, ascisse e ordinate, ottenendo così la retta di interpolazione da concentrazione a rifrazione, ovvero l'esatto opposto di quel che vuoi). -- Rojelio (dimmi tutto) 18:35, 21 nov 2016 (CET)[rispondi]
E infatti avevo sbagliato (ora ho corretto): prima vuole la serie_y (le ordinate da interpolare) e per seconda la serie_x. XD -- Rojelio (dimmi tutto) 18:40, 21 nov 2016 (CET)[rispondi]
[@ Rojelio] Scusa per il ping. Con estrapolazione intendo partire dal punto Y corrispondente al IndRif del campione incognito, andare ad intercettare la curva (ovvero la retta di lavoro) e trovare il valore di X (concentrazione) corrispondente. è un processo grafico, più che matematico--95.249.55.171 (msg) 19:38, 21 nov 2016 (CET)[rispondi]
(E perché "scusa"? Il ping serve proprio per questo. :-) )
Il procedimento grafico ha senso come "surrogato" dei calcoli quando sei lì con carta, penna e righello e tirare due linee su un grafico stampato è ordini di grandezza più veloce che farsi i conti a mano. Ma un foglio di calcolo (sorpresa ;-) ) è fatto per far calcoli. Certo, produce anche grafici perché, alla fine della giostra, per l'essere umano un'immagine vale più di mille parole e un grafico più di mille numeri, ma lo strumento è concepito per la visualizzazione grafica dei dati, non per la manipolazione grafica.
Non dubito (anche se non me ne sovviene alcuno così su due piedi) che possano esistere software che consentono anche una qualche forma di esplorazione manuale dei grafici generati, ma sono ragionevolmente convinto che Excel non sia tra questi (sebbene non molto approfonditamente, l'ho usato per parecchi anni). -- Rojelio (dimmi tutto) 18:19, 22 nov 2016 (CET)[rispondi]

Vaccinazione meningococco C?[modifica wikitesto]

La Stampa scrive "Firenze, donna di 45 anni muore di meningite: non si era vaccinata" Ma quella contro il meningococco C in Italia è obbligatoria? O fortemente consigliata? Da piccoli o da adulti? Sono l'unico che non l'aveva sentito nominare? Grazie, --Wermalda (msg) 23:56, 21 nov 2016 (CET)[rispondi]

Non dovrebbe essere obbligatoria ma fortemente consigliata per i bambini piccoli e per gli adulti non vaccinati in precedenza che devono viaggiare in zone a rischio come Africa e Medio Oriente. Per i bambini la si fa intorno ai 13 mesi di età ed è gratuita. Fonte salute.gov --Postcrosser (msg) 00:49, 22 nov 2016 (CET)[rispondi]
La vaccinazione non preclude comunque dalla possibilità di ammalarsi di meningite meningococcica, perché ne esistono di diverse (motivo per cui trovo potenzialmente fuorviante il titolo di giornale) e in questo caso ci si proteggerebbe soltanto da tipo C. Su Wiki ci sono le voci Neisseria meningitidis e meningite meningococcica (sono senza fonti e brevi, ma rendono l'idea), e bisogna considerare che tale meningite meningococcica è a sua volta una delle varie meningiti generate da agenti diversi, come si può leggere in meningite. Alla luce di tutto ciò, si comprende anche il perché della non obbligatorietà. --Umberto NURS (msg) 01:09, 22 nov 2016 (CET)[rispondi]

Metodo scientifico, una domanda[modifica wikitesto]

Ciao a tutti, avrei bisogno di un aiuto: leggevo sul mio libro di testo che il metodo scientifico prevede che una ipotesi possa solo essere invalidata da esperimenti scientifici ma mai confermata. Si può in pratica dimostrare che sia errata una ipotesi, ma mai confermata.
Porta degli esempi pratici tipo: ipotizzo che un dato centometrista sia il più veloce di chiunque altro, se trovo qualcuno più veloce di lui allora ho invalidato l'ipotesi.
Fin qui nulla da obiettare, ma la mia domanda sorge ora su un mio ragionamento: vedo che i malati di TBC hanno biopsie contenenti il batterio, ipotizzo che un antibiotico lo curi. L'esperimento di somministrazione dell'antibiotico uccide il batterio e il malato guarisce. A questo punto come faccio a dire che l'ipotesi può essere falsa, non riesco a immaginare (come nel caso del centometrista sopra detto) un caso in cui possa esser falsificato.
Ho poi una seconda domanda:
Il libro porta anche un secondo esempio: che gli esperimenti possono fallire e quindi bisogna fare attenzione a non scartare una ipotesi magari vera. Es: Posso ipotizzare che gli orsi mangino bacche e quindi prevedere che nelle feci degli orsi troveremo parti di bacche. L'assenza di parti di bacche in 25 orsi campione non vuol però dire per forza non si nutrano di bacche: magari non era la stagione giusta.
Ragionandoci mi verrebbe da dire che: non saprò mai (col 100% della certezza) se sbaglio qualcosa in un esperimento. Prendendo anche 1000 gruppi di controllo diversi qualcosa può sempre sfuggirmi dall'analisi, e magari vado a falsificare una legge vera. Mi viene quindi da concludere che una legge a questo punto non si possa nemmeno mai invalidare così come confermare col 100% della sicurezza.
Grazie a chiunque mi aiuti a capire :) --37.176.141.210 (msg) 23:35, 24 nov 2016 (CET)[rispondi]

La descrizione corrente (in larga parte dovuta a Karl Popper) del metodo scientifico non afferma che qualsiasi ipotesi può essere solo falsificata ma mai confermata. Afferma, piuttosto, che una teoria scientifica (ossia la formulazione di una legge generale) può solo essere falsificata. Nel tuo esempio degli orsi, o in quello del centometrista, quale sarebbe la "teoria"? Prendi l'esempio della TBC: una malattia determina un complesso di sintomi, ma qualunque medico per porre la diagnosi di TBC verifica prima l'effettiva presenza del bacillo di Koch nel sangue. Con questa definizione, dire che la TBC implica la presenza del bacillo è una tautologia. Se però formuliamo una teoria generale secondo cui un certo complesso di sintomi e di lesioni può essere provocato SOLO dal bacillo di Koch, è evidente che questa potrebbe solo essere falsificata da un esperimento, mai verificata. Quanto poi a sbagliare un esperimento, certo che nella pratica può anche succedere (più che l'esperimento in sé, capita che sia sbagliata l'analisi dei dati osservati). Di fatto, quando un esperimento fornisce dati in contrasto con una teoria comunemente accettata lo si ripete in laboratori diversi e si verifca se non sono stati commessi errori nella sua progettazione o esecuzione. Tieni anche presente che per gli scienziati l'interesse, in quel caso, non sta tanto nella falsificazione di una teoria esistente, ma nella riceca di una nuova teoria compatibile con le evidenze sperimentali (quelle nuove, e anche quelle vecchie), quindi non è che ci si ferma al primo esperimento in contrasto con una teoria: a quel punto tutti si mettono a cercare nuove evidenze sperimentali. In tutto questo, poi, conviene distiguere le scienze sperimentali in senso stretto, in cui è possibile in tutti i casi progettare ed eseguire esperimenti (in cui il sistema da studiare può essere posto in uno stato a piacere in modo da osservare l'evoluzione del sistema a partire da qualunque stato iniziale), da quelle osservative, come l'astrofisica o l'epidemiologia, in cui prevalentemente si ossevano fenomeni che non sono "provocati" dallo sperimentatore. L'enfasi sulla falsificabilità di ogni teoria scientifica, comunque, punta non a concludere che nessuna teria scientifica si può ritenere definitivamente vera (è così, ma non servirebbe a molto enfatizzarlo) quanto piuttosto ad affermare che una teoria non falsificabile non è scientifica (criterio di demarcazione). Ultima annotazione: l'epistemologia non è una scienza sperimentale... --93.32.194.240 (msg) 00:56, 25 nov 2016 (CET)[rispondi]
Grazie per rendermi le idee più chiare, ho capito l'errore sull'ipotesi e teoria scientifica.
Mi rimangono però due chiarimenti:
-Semplificando molto, mettiamo che abbia un batterio e scopra una sostanza che uccide tale batterio. Ho quindi scoperto un antibiotico. La mia teoria è che questo antibiotico uccida tutti questi batteri. È una teoria scientifica in quanto falsificabile, basta un esperimento in cui il batterio sopravviva per falsificarla. Secoli dopo inventano il microscopio, noto che in effetti questa sostanza elide la membrana cellulare causando morte del batterio. Bene detto ciò la mia teoria scientifica non sarà mai falsificabile e sempre vera perché il batterio morirà sempre con tale sostanza. Voglio dire, alcune teorie scientifiche non hanno bisogno di esser falsificabili per esser tali, perché per evidenza (vedo direttamente col microscopio che elide la membrana) sono corrette.
-Altra cosa cosa che mi risulta un po' ostica è però il dire che un esperimento può falsificare una teoria. In realtà, da sperimentatore, non saprò mai se compio degli errori e non potrò mai tener sotto controllo tutto ciò che può influenzare un esperimento. Detto in altre parole: pragmaticamente non avrò mai la certezza nella pratica (nella teoria della falsificabilità ok). --109.112.68.130 (msg) 10:59, 25 nov 2016 (CET)[rispondi]
  1. Stai confondendo il grado di confidenza circa la correttezza della teoria e la sua falsificabilità. Nel tuo esempio, il fatto di aver pienamente compreso il meccanismo di funzionamento della sostanza ti dà un elevato grado di confidenza che essa sia in effetti corretta e che ogni tentativo di smentirla fallirà; ma rimane il fatto che tu puoi concepire esperimenti che, qualora producano risultati in contrasto con la teoria, ne dimostrerebbero i limiti. La tua certezza che tali esperimenti non produrranno mai risultati in contrasto è tutt'altra faccenda: significa solo che la teoria è solida, non che non è falsificabile.
  2. Di nuovo, stiamo parlando di gradi di confidenza. Più esperimenti diversi ed indipendenti confermano le previsioni di una teoria, più aumenta la nostra fiducia nella sua correttezza; più esperimenti, diversi ed indipendenti, mostrano risultati in contrasto con le previsioni della teoria, più si compromette la nostra fiducia nella sua correttezza. È alla base del "dibattito scientifico", particolarmente palese quando oggetto d'analisi è un sistema estremamente complesso e le risultanze sperimentali possono non essere di facile interpretazione o essere influenzate così tanto da fattori esterni trascurati da fornire, di volta in volta, interpretazioni contrastanti. Ciò non altera minimamente il fondamento del principio di falsificabilità: l'esistenza stessa di tale dibattito, di un confronto su dati sperimentali, qualifica la teoria come "scientifica"; controversa, se vuoi, tutta da definire, tutta da confermare, un grosso punto interrogativo su cui ancora non abbiamo certezze... ma scientifica nondimeno. -- Rojelio (dimmi tutto) 11:54, 25 nov 2016 (CET)[rispondi]

Uhmm, hai ragione :)
In effetti la falsificabilità mi dice che se vi è un errore nell'interpretazione (tramite la mia teoria) di un fenomeno, un esperimento può falsificarla, ma una certezza definitiva della veridicità non la avrò anche con 1000 esperimenti che la confermino. Es: la sostanza che elide la membrana cellulare funziona solo sopra una certa temperatura e non "sempre" come la prima teoria enunciava. In sostanza nella mia teoria potrebbe sfuggire qualcosa che non ho notato che è parte del fenomeno e un esperimento potrà contraddirmela, dopodiché formulerò una nuova teoria che comprenda anche la particolarità (per esempio).
Il punto però è che esattamente come non posso prevedere un errore di interpretazione che mi porta a una teoria incompleta, così non posso prevedere nemmeno un errore dell'esperimento che mi porta al falsificarla. Non capisco quindi perché il criterio di falsificabilità si "accanisca" sul fatto di poter falsificare una teoria che magari è incompleta nella comprensione del fenomeno, ma non pensi che nel falsificarla ci sia la stessa probabilità di errare gli esperimenti che l'hanno falsificata (sfugge qualcosa allo sperimentatore quanto allo scienziato che ha interpretato il fenomeno).--109.112.68.130 (msg) 12:31, 25 nov 2016 (CET)[rispondi]

(conflittato) Aggiungo ai giusti commenti di Rojelio che non si deve confondere una constatazione con una teoria. Il fatto che una certa sostanza uccida i batteri di una certa specie è una constatazione, un'evidenza empirica (e si deve pure vedere se li uccide tutti, in che concentrazione, se solo in vitro, ecc.), non una teoria. La teoria sottostante, come hai scritto, riguarda il meccanismo biochimico per cui ciò avviene, che a sua volta si basa sulla chimica organica, che a sua volta si basa sulla chimica fisica, e a fondamento di tutto sulla fisica (quantistica) dell'atomo e delle molecole. A ciascuno di questi livelli sono formulate delle leggi "universali" (cioè di validità generale), ed è possibile per ciascuna di queste progettare esperimenti (cosiddetti "cruciali") che permetterebbero di falsificarle. Ad esempio, le leggi della meccanica quantistica permettono di prevedere quali saranno gli spettri di emissione e assorbimento elettromagnetico per una certa sostanza, e in particolare prevedono che in presenza di un campo magnetico alcune righe spettrali si "sdoppieranno". Se faccio un esperimento e non osservo questo sdoppiamento (nella misura prevista dalla teoria) è difficile che mi sia sbagliato a sperimentare. Esempi di esperimenti (o osservazioni) che hanno "falsificato" teorie fisiche ce ne sono: ad esempio l'esperimento di Michelson-Morley o la precessione dell'orbita di Mercurio. Ma in tutti questi casi il momento in cui la teoria si considera effettivamente falsificata non è quello in cui si osservano dati sperimentali in contrasto con essa, ma è quello in cui non solo si è costruita una nuova teoria che permette di prevedere i nuovi fenomeni osservati (oltre a quelli che erano compatibili con la teoria precedente), ma questa nuova teoria è stata a sua volta sottoposta a verifica sperimentale. Fino a quel momento si può ragionevolmente ipotizzare che la teoria corrente sia sbagliata, ma non affermarlo. Per esempio, la precessione dell'orbita di Mercurio è (quantitativamente) diversa da quanto prevederebbe la teoria newtoniana della gravità, e per molti decenni ci si è chiesti che cosa potesse provocare questo effetto. La teoria della Relatività Generale (pubblicata nel 1915) predice una precessione del perielio di Mercurio esattamente corrispondente a quella osservata, ma prima di accettare che la Relatività Generale prendesse il posto della teoria newtoniana come descrizione del'interazione gravitazionale si è atteso di avere una sua conferma sperimentale indipendente, che avvenne solo nel 1919 ad opera di Arthur Eddington con l'osservazione della deflessione della luce da parte del campo gravitazionale (che la teoria newtoniana non prevede). Controesempio: quando qualcuno ha creduto di aver osservato dei neutrini che si spostavano a velocità maggiore di quella della luce, tutti (direi proprio tutti, in ambito scientifico) hanno pensato che molto probabilmente c'era qualcosa di sbagliato nei dati. E infatti si è poi trovato l'errore sistematico che falsava il risultato. --130.192.193.197 (msg) 12:39, 25 nov 2016 (CET)[rispondi]
«Non capisco quindi perché il criterio di falsificabilità si "accanisca" sul fatto di poter falsificare una teoria...»
Non è accanimento, è una definizione: una teoria non può dirsi "scientifica" se non può essere messa alla prova, se non è possibile provare ad effettuare osservazioni e misurazioni che la possano contraddire. Occhio, ho detto provare, non necessariamente riuscirci. Temo tu stia interpretando erroneamente il significato di "falsificabile": prova a sostituirlo mentalmente con "verificabile". Il motivo per cui ci si concentra, con un approccio apparentemente negativo e distruttivo, sulla "falsificabilità" anziché sulla "verificabilità" è perché la forza di una teoria non viene dalle prove che mirano a confermarla, ma dalla strenua resistenza che essa riesce ad opporre ai tentativi di metterla in difficoltà e provarla falsa.
Da questo punto di vista, anche se comprendo la logica che ci sta dietro, trovo che la frase "una ipotesi possa solo essere invalidata da esperimenti scientifici ma mai confermata" sia leggermente fuorviante. Preferisco pensarla come "un esperimento scientifico conferma una ipotesi solo se fallisce in un serio tentativo di invalidarla". È la stessa cosa... ma ha un'attitudine più positiva. XD
È inoltre una frase, probabilmente nel tentativo di semplificare, troppo manichea: nella pratica del metodo scientifico non sarà mai il singolo esperimento a confermare o smentire una teoria, ma il progressivo accumulo di risultanze sperimentali e di tecniche e strumenti di sperimentazione vieppiù raffinati a fornire sempre più informazioni su cui fondare la fiducia, il raffinamento, la riformulazione o il definitivo abbandono di una teoria scientifica. -- Rojelio (dimmi tutto) 15:41, 25 nov 2016 (CET)[rispondi]

Una domanda ai bolognesi[modifica wikitesto]

L'ultima volta che sono stato a Bologna era novembre 2012 e ricordo che in via Rizzoli, venendo da via Ugo Bassi e andando verso le due torri, McDonald's si trovava sul lato destro, di fronte (più o meno) all'Apple Store. Ora, guardano su Google Maps trovo McDonald's sullo stesso lato di Apple Store, circa 100 metri prima. I miei ricordi sono falsati o effettivamente McDonald's in quel periodo si trovava sul lato destro? --93.32.64.189 (msg) 12:13, 25 nov 2016 (CET)[rispondi]

C'è un McDonald's nell'angolo tra via Ugo Bassi e viale dell'Indipendenza da ben prima del 2012. Non mi pare che ce ne fosse anche uno in via Rizzoli dove dici tu. Comunque su Google Maps puoi selezionare anche il periodo temporale e verificare. --Captivo (msg) 12:28, 25 nov 2016 (CET)[rispondi]
mah... eppure io lo ricordo... a suo tempo ne avevo anche parlato con un parente... Possibile che ad esempio sia stato temporaneamente trasferito per lavori di manutenzione? --93.32.64.189 (msg) 15:17, 25 nov 2016 (CET)[rispondi]
Se non ricordo male, prima circa qui c'era un McDonald's (quindi dove dici tu) ma a quanto pare adesso non c'è più. Manco da un po' da Bologna, quindi non so esattamente quando abbia chiuso. --Lepido (msg) 23:28, 25 nov 2016 (CET)[rispondi]

3 milioni di voci[modifica wikitesto]

Ho visto che recentemente le wikipedie in lingua svedese e cebuano (lingua filippina) hanno superato il muro dei 3 milioni di voci e stanno rapidamente salendo verso i 4 milioni, oltretutto ad una velocità pazzesca (ceb.wiki ha scritto 1 milione di voci in 6-7 mesi!). Presumo che abbiano usato un bot per creare tutte quelle nuove voci, ma cosa hanno scritto? --Holapaco77 (msg) 00:01, 26 nov 2016 (CET)[rispondi]

[@ Holapaco77] Be', con un centinaio di utenti attivi è evidente l'uso di bot ;-) Hanno scritto circa 2,7 milioni di voci su forme viventi con Lsjbot, che può scrivere oltre 10.000 articoli al giorno, e comuni di vari paesi (sempre tramite bot). Comunque non so se ne vale la pena creare milioni di stubbissimi (perché i bot, per quanto avanzati, non possono che seguire un modello standard) che poi, a naso, due admin e un manipolo di utenti mi pare difficile possano riuscire a gestire. Ciao. --Adalhard Waffe («…») 07:37, 26 nov 2016 (CET)[rispondi]

Progetto top25 pagine pi visitate su it.wikipedia[modifica wikitesto]

Ciao. Non so se questo è il posto giusto. nel caso mi scuso già. Comunque stavo testando alcune nuove funzioni di Wikimedia, ed ho pensato che sarebbe stato interessante emulare questo progetto su en.wiki: Wikipedia:Top 25 Report Quindi nelle ultime settimane ho iniziato a salvare le 25 pagine più visitate su Wikipedia in italiano, le trovate qui: Utente:Mikima/Top25

  • Primo: non so se esiste già una cosa simile su it.wiki, ho dato un occhiata ma non ho trovato nulla.
  • Secondo: ho velocemente scoperto che descrivere le 25 pagine ogni settimana è un lavoro veramente lungo, quindi se qualcuno vuole dare una mano è ben accetto :)
  • Terzo: per ora ho solo copiato il layout della versione inglese, ma penso si possa fare di meglio e mettere info più rilevanti per una versione italiana, qualunque suggerimento/critica/ecc è ben accetto.

Se ho sbagliato posto per postare la discussione, scusate, cancello subito, fatemi sapere dove dovrei parlarne. Ciao! --  Mikima  Prob? 17:23, 27 nov 2016 (CET)[rispondi]

Per esempio al Wikipedia:Bar ? --80.117.169.123 (msg) 18:55, 27 nov 2016 (CET)[rispondi]
[@ Mikima] il progetto è interessante, ma il luogo giusto dove parlarne è il Wikipedia:Bar. --Holapaco77 (msg) 20:20, 27 nov 2016 (CET)[rispondi]
Ok, grazie mille. Scusate ma non sono molto pratico, non ero sicuro quello fosse il luogo giusto. Ora provo a postarlo lì. --  Mikima  Prob? 22:59, 27 nov 2016 (CET)[rispondi]
Scusate, ho provato ad andare al Wikipedia:Bar, ma non ho capito bene come funziona. Per evitare di fare casini, posso chiedere aiuto a qualcuno su come postare una discussione lì? grazie! --Mikima (msg) 23:09, 27 nov 2016 (CET)[rispondi]

Film difficile[modifica wikitesto]

Non riesco a trovare il titolo di un film realizzato all'incirca tra il 1988 e il 1992 (anno più anno meno) produzione italiana indipendente, tra il sentimentale e la commedia un po' osé, la storia di un ragazzo e una ragazza che già nel titolo (tipo "Marco e Chiara") diceva che si trattava di quello e poco di più. Lo cerco da anni. Credo che abbia avuto pochissimo successo.--Carnby (msg) 18:16, 27 nov 2016 (CET)[rispondi]

Marco e Chiara sono nomi a caso scelti da te per illustrare lo stile del titolo e non sono i nomi dei personaggi, vero? Senza qualche altro dettaglio della trama la vedo davvero difficile...--79.40.125.28 (msg) 19:39, 28 nov 2016 (CET)[rispondi]
Sì, sono due nomi tirati là, il titolo comunque era simile a quello. Ricordo solo una specie di presentazione da parte della produzione che diceva «una romantica storia d’amore», li si vedeva entrare in una specie di paesaggio agreste mano nella mano a cui poi faceva seguito l’immancabile scena di intimità, con la ragazza che rideva un po’ imbarazzata. Un antesignano dei teen movies che sarebbero esplosi qualche anno dopo.--Carnby (msg) 14:42, 29 nov 2016 (CET)[rispondi]
Marco e Laura dieci anni fa? --Nungalpiriggal (msg) 20:30, 28 nov 2016 (CET)[rispondi]
Ottimo suggerimento, guardo se lo recupero da qualche parte. Grazie.--Carnby (msg) 14:42, 29 nov 2016 (CET)[rispondi]

Maiuscola dopo i due punti[modifica wikitesto]

Salve a tutti, avrei bisogno di un chiarimento sull'uso dei due punti. Nel caso in cui i due punti vengano utilizzati per indicare una lista puntata, ogni riga della lista deve obbligatoriamente iniziare con una minuscola? Tralasciando i casi ovvi (nomi propri), esistono casi particolari in cui si possa utilizzare la maiuscola? Grazie mille. --2001:B07:AF5:F22E:B8F4:6830:AE2B:B5D (msg) 04:11, 28 nov 2016 (CET)[rispondi]

Spulciando in rete pare che il consenso sia che la punteggiatura usata dipenda dalla lunghezza e complessità degli elementi dell'elenco:
  • se un "puro elenco" senza altri elementi grammaticali, minuscole e nessuna punteggiatura conclusiva;
  • se sono frasi semplici, minuscole e punto e virgola in chiusura di ciascuno (punto fermo dopo l'ultimo);
  • se sono frasi complesse o addirittura paragrafi composti da più periodi, maiuscola iniziale e punto fermo alla fine per tutti, incluso il primo.
L'elenco che ho appena scritto rientra, ovviamente, nel secondo caso. :-) -- Rojelio (dimmi tutto) 14:11, 28 nov 2016 (CET)[rispondi]
A ben vedere il secondo e terzo caso sono due facce della stessa medaglia, ovvero l'idea di usare esattamente la stessa punteggiatura che si sarebbe utilizzata qualora l'elenco fosse stato scritto "in linea", considerando la puntatura un mero dettaglio tipografico che ne facilita lettura ed interpretazione, senza però interferire con la struttura generale del periodo.
Il primo caso fa un po' eccezione: ho visto talvolta elenchi di quel genere terminare con virgole e addirittura includere una "e" per l'ultimo elemento, riproducendo di nuovo esattamente la punteggiatura usata senza la puntatura, ma pare che in genere sia visto come inutile "appesantimento" (e a titolo personale concordo in pieno), preferendo in quel caso considerare l'elenco puntato come sostituto della normale grafia per gli elenchi semplici in linea. -- Rojelio (dimmi tutto) 14:26, 28 nov 2016 (CET)[rispondi]
Grazie mille! Sei stato gentilissimo.--2001:B07:AF5:F22E:B8F4:6830:AE2B:B5D (msg) 14:56, 28 nov 2016 (CET)[rispondi]
Ohhhhhh, che bello, è la prima volta che vedo una firma ipv6! --79.40.125.28 (msg) 19:39, 28 nov 2016 (CET)[rispondi]

Uccello sconosciuto a Torino[modifica wikitesto]

thumb|Uccello sconosciuto a Torino

Qualcuno mi sa dire di che uccello si tratta? L'ho visto lungo il Po.


--Erik91★★★+4 09:48, 3 dic 2016 (CET)[rispondi]

Potrebbe essere Cairina moschata? --Samuele Madini (msg) 11:22, 3 dic 2016 (CET)[rispondi]
Penso proprio di si [@ Samuele Madini] grazie! --Erik91★★★+4 21:15, 6 dic 2016 (CET)[rispondi]

Riparazione policarbonato[modifica wikitesto]

Sommo Oracolo, vorrei riparare una valigia in policarbonato (grossa e costosa) che ha riportato un lungo taglio (ma senza deformazioni né perdita di materiale) a seguito del confronto evidentemente poco amichevole con qualche addetto alla movimentazione bagagli in un aeroporto. (NB inutile spiegarmi che la procedura corretta sarebbe stata segnalare il danno in aeroporto appena ritirato il bagaglio: lo so, ma chi viaggiava non l'ha fatto e del danno ci siamo resi conto solo il giorno dopo a casa). In pratica, qual è una procedura per incollare in modo affidabile e duraturo il policarbonato (applicando dall'interno un pezzo dello stesso materiale o una rete, suppongo)? Leggo che i carrozzieri hanno dei kit per la riparazione di parti di carrozzeria in plastica, ma mi risulta che non tutte le "plastiche" sono identiche, e la valigia è in policarbonato, non in ABS. Puoi illuminarmi con la tua sapienza da vero esperto (non tipo yahoo answers...)? --130.192.193.197 (msg) 10:51, 5 dic 2016 (CET)[rispondi]

Template avviso stile manualistico[modifica wikitesto]

Sommo oracolo! C'è un template di avviso per invitare a modificare la relativa voce di Wikiversità/Wikibook invece che trasformare una enciclopedia in un manuale? E.g. PHP. Grazie! --Valerio Bozzolan (msg) 11:12, 6 dic 2016 (CET)[rispondi]

Tre domande di chimica[modifica wikitesto]

Sommo Oracolo. Chiedo scusa se ti tedio con tre domande, ma ho dei dubbi riguardanti la chimica che non riesco a risolvere, forse perché sono abituato a una versione troppo semplicistica della materia. A fini di ordine separo le due domande.

Reazione tra permanganato di potassio e acido cloridrico
Normalmente le reazioni acido + sale sono di scambio: per esempio Na2SO4 + HCl -> NaCl + H2SO4.
Ma la reazione tra permanganato di potassio e acido cloridrico è la seguente: KMnO4 + HCl -> MnCl2 + KCl + Cl2 + H2O. Come mai non avviene una semplice reazione di scambio, ma compie una reazione così complessa?
Cromato e dicromato
Anidride cromica: CrO3 In teoria facendo reagire un anidride con l'acqua si forma un acido. Infatti CrO3 + H2O -> H2CrO4
Eppure esiste il dicromato il cui acido ha formula H2Cr2O7. Il Cromo ha lo stesso Numero di ossidazione in entrambi gli acidi. Come faccio a sapere se mettendo dell'anidride cromica nell'acqua salta fuori l'acido cromico o quello dicromico?
Anidride + acqua =acido; davvero?
Ma visto che il concetto di ossiacido è "anidride + acqua", in teoria qualunque anidride messa nell'acqua diventa acido. Ma è davvero così semplice? anche perché la CO2 nell'acqua non mi sembra diventi acido ma... acqua gassata!

Ti ringrazio per la pazienza. So che sembro un ignorantone.

--80.117.35.143 (msg) 15:18, 6 dic 2016 (CET)[rispondi]

Infatti l'acqua gassata è (leggermente) più acida dell'acqua naturale. --Postcrosser (msg) 15:37, 6 dic 2016 (CET)[rispondi]
Provo a risponderti:
1) quando anioni e cationi sono relativamente stabili si ha quella che chiami "reazione di scambio", ma in casi particolari, come quello dello ione permanganato, possono avvenire delle redox più complesse. Questo per via dell'instabilità dell'anione in particolari condizioni (il magnesio 7+ si riduce facilmente a 2+ ossidando la seconda specie chimica con cui viene a "contatto")
2) Per l'anidride cromica non mi sento abbastanza sicuro, quindi non mi esprimo (comunque non è mica detto che non si possano formare entrambi gli acidi)
3) Per l'anidride carbonica in effetti non è così semplice. Ti confermo che CO2 + H2O = H2CO3, tuttavia H2CO3 è una specie relativamente instabile e tale reazione è apprezzabile solo se viene utilizzata acqua molto pura (ottenendo acqua pura in seguito ad un processo di deionizzazione, il pH della stessa tenderà col tempo a diventare leggermente acido, questo perchè l'acqua pura tende a solubilizzare la CO2 atmosferica che reagisce formando l'acido). Disciogliendo CO2 in acqua minerale si otterrà acqua gassata senza reazioni collaterali importanti per via della presenza di altri ioni. In particolare l'acqua minerale ha in genere un contenuto importante di ioni bicarbonato, che oltre che a tamponare l'eventuale acidità che si svilupperebbe contribuiscono a spostare l'equilibrio della reazione CO2 + H2O = H2CO3 verso i reagenti --Samuele Madini (msg) 16:09, 6 dic 2016 (CET)[rispondi]

Grazie. Ma se si prende un anidride un po più "reattiva", che forma un ossiacido stabile, il fatto di insufflarla in acqua è sufficiente per creare quell'ossiacido?--79.54.141.140 (msg) 14:45, 7 dic 2016 (CET)[rispondi]

Tutto dipende da quanto l'anidride è solubile in acqua. Se l'anidride risulta abbastanza solubile in condizioni standard e l'acido sufficientemente stabile allora la risposta in teaoria è sì --Samuele Madini (msg) 16:43, 8 dic 2016 (CET)[rispondi]

La percentuale[modifica wikitesto]

Notavo come pur usando le percentuali con facilità non mi sia mai ben soffermato su come nascano dal punto di vista "logico". Ho letto anche la voce su wikipedia ma ho dei dubbi comunque.
Facendo il solito esempio con gli sconti e €: mettiamo che applichi lo sconto di 1€ ogni 2€, avremmo così il rapporto 1€/2€ che è uguale a 50€(di sconto)/(ogni)100€, ma non siamo ancora alla percentuale.... al numero puro. Da quanto detto deriva qundi il rapporto di 50 su 100 (togliendo l'unità di misura €uro). 50/100 è appunto 50%. Sarà infatti la frazione 50/100 che andrò a utilizzare quando voglio sapere lo sconto di 50% su un prodotto di (esempio) 2€ --> 50/100*2€ = 1€ che sarebbe come dire divido 2€ in 100 pezzi e ne prendo 50. Se non usassi 50/100 ma 50€/100€ in effetti avrei 50€/100€*2€ = 1€ che operativamente funziona ma a livello logico non avrebbe senso dire 2€ diviso in 100€ e ne prendo 50€.
Noto però che posso anche interpretare la percentuale in altro modo: 50% è infatti 50€ ogni 100€ (50€/100€) che è esattamente identico ad avere uno sconto di 2€/(ogni)4€ ecc., posso fare una proporzione su 2€ --> 50€/100€ = X€/2€ e per la proprietà delle prop. avere X=1€.
Mi sorge quindi la domanda: "sono la stessa cosa le due interpretazioni (e in realtà ve ne sono molte altre)?" Beh direi di sì! Ma in realtà a conti fatti non riesco a razionalizzare concretamente, dimostrarmelo, il perché siano la stessa cosa se non per un istinto interiore. È un po' contorto (e forse stupido come l'ho spiegato), non so se si capisca il dubbio. Grazie--37.177.42.189 (msg) 17:21, 7 dic 2016 (CET)[rispondi]

La risposta è semplicissima: 42! --82.60.49.158 (msg) 22:00, 7 dic 2016 (CET)[rispondi]
Il numero 100 lo devi vedere come numero puro, senza dargli, in questo caso, l'unità di misura "€". La percentuale, quindi, semplicemente divide in 100 parti "uguali" un certo valore e ne considera solamente quelle indicate dal quoziente. Per ottenere il 50% di 2 devi dividere 2 in 100 parti uguali (2/100 = 0,02) e di queste prenderne 50 (50 * 0,02 = 1).--LLodi (msg) 22:23, 7 dic 2016 (CET)[rispondi]
Sono solo due modi di ridire la stessa cosa: la definizione della proporzionalità dello sconto si esprime tramite la proporzione che hai scritto alla fine, che con opportuna riscrittura ci dice che l'entità dello sconto X per il generico prezzo Y (2€ nel tuo esempio) si ottiene moltiplicando Y per (50€/100€), ovvero il rapporto tra lo "sconto di riferimento" e il "prezzo di riferimento" (giustamente osservi che potevano essere 1€ e 2€, 27€ e 54€... ma a noi piace avere il 100 a denominatore, siamo fatti così XD ).
Quello che potrebbe essere non immediatamente evidente (ci siamo così abituati da non farci più caso) è che il rapporto 50€/100€ sia 1) un numero puro e 2) lo stesso identico numero puro dato dal rapporto 50/100 (ovvero il nostro caro amico 0.5, o 50% che dir si voglia, sono solo scritture diverse dello stesso numero). Accetti la semplificazione delle unità di misura per fede, o a questo punto ti interessa sapere perché lo puoi fare? :-) -- Rojelio (dimmi tutto) 22:39, 7 dic 2016 (CET)[rispondi]
Vi ringrazio per le risposte.
Sapevo che non era molto chiaro come avevo spiegato e a parte il 42 che ovviamente è la risposta più esatta XD Rojelo è quello che ha centrato di più il mio dubbio.
Come dici tu Rojelo sono due modi di dire la stessa cosa e non potrei esser più d'accordo, quel che più che altro mi stupisce è che due interpretazioni "logiche" diverse funzionino allo stesso modo, e con una semplice semplificazione una si trasformi nell'altra. Riprendendo quel che dicevo, come hai scritto tu, la seconda è la proporzionalità dello sconto. Quando ho uno sconto del 50% so che avrò ogni 100€, 50€ di sconto --> 50€/100€=X/2€ (che la interpreto come proporzionalità: per 100€ ho 50€ per 2€, 1€) e per la proprietà delle proporzioni (50€/100€)*2€=X semplificando € avrei 50/100*2€=X e ora posso interpretarlo come divido 2€ in 100 pezzi e ne prendo 50. E per quanto è lapalissiano sia giusto, lo capisco intuitivamente, non capisco perché due cose che hanno una interpretazione logica diversa diventino l'una l'altra. --37.176.26.188 (msg) 23:51, 7 dic 2016 (CET)[rispondi]
Io non leggo alcuna interpretazione logica "diversa", le due sono proprio uguali! X-Dark (msg) 00:21, 8 dic 2016 (CET)[rispondi]
Grazie ancora per la risposta. Provo a riporre la domanda in modo più chiaro: riprendiamo la riscrittura della proporzionalità dello sconto (50€/100€)*2€=X, e semplificando € avrei 50/100*2€=X. Prima della semplificazione la forma (50€/100€)*2€=X ha una interpretazione, dopo sarebbe come dire divido 2€ in 100 pezzi e ne prendo 50. In pratica mi stupisce che una semplice semplificazione faccia cambiare anche la logica interpretativa dell'operazione. --31.159.138.21 (msg) 19:14, 11 dic 2016 (CET)[rispondi]
Mi unisco a coloro i quali non capiscono la "diversità" delle logiche. --Captivo (msg) 20:56, 11 dic 2016 (CET)[rispondi]
Il mistero si infittisce ... X-Dark (msg) 11:49, 12 dic 2016 (CET)[rispondi]

No ma ragazzi, non è un mistero, sono io che sono ignorante e vorrei capire XD.
Faccio due esempi diversi ancora:
1) Se tu hai uno sconto di 1€ ogni 2€ di prezzo allora per sapere quanto sconto hai su un prezzo di 100€ devi conoscere quanti "pezzi" da 2€ sono contenuti in 100€: (1€/2€)*100€=x --> 1€*(100€/2€)= x, che appunto è come fare una divisione intesa come contenenza e ottenere 50, che però non sono euro ma il "numero di sconti da 1€ che puoi ottenere".
2) Se invece a questo punto (1€/2€)*100€=x semplificassi l'unità di misura "€" avrei 1*(100€/2)=x, ora la interpreto come divisione di ripartizione. Sarebbe cioè come dividere il totale 100€ in 2 parti e prenderne 1. Quel che mi stupisce è quale passaggio logico ci sia dietro al fatto che una semplificazione delle unità di misura possa far sì che l'interpretazione cambi, eppure funzioni. Siamo abituati a farlo, ma perché? --31.159.138.21 (msg) 16:16, 12 dic 2016 (CET)[rispondi]

Però stiamo parlando delle proprietà di commutatività del prodotto e della divisione, in un caso esegui (1€/2€)*100€, cioè nell'ordine indicato dalle parentesi 0.5*100€=50€. Nell'altro caso noto che l'espressione è anche uguale a 1€*(100€/2€), cioè 1€*50 = 50€. Ma non importano le percentuali e nemmeno le unità di misura, ma solo le proprietà della divisione e della moltiplicazione. Potrei infatti scrivere anche 100€/(2€/1€), con una doppia divisione, e ottenere di nuovo 50€. In questo ultimo caso, le due divisioni come le interpreti, per contenenza o per ripartizione? X-Dark (msg) 21:32, 12 dic 2016 (CET)[rispondi]
Sì ho sbaglaito titolo, cioè il dubbio l'ho spiegato con le percentuali perché mi era sorto facendo una percentuale, ma ho sbagliato. Hai detto bene: ho depistato spiegandomi, dato che non è una mia qualita, ma il dubbio è più generico. :)
Usando le proprietà della moltiplicazione noto che può cambiare la logica interpretativa e mi stupisce che rimangano coerenti.--37.177.90.212 (msg) 19:01, 13 dic 2016 (CET)[rispondi]
Basta pensare a cosa accade nella seguente situazione: c'è una festa e da mangiare ci sono due torte, 3/4 del cibo va ai bambini che hanno molta fame, mentre il rimanente 1/4 va ai loro genitori. A questo punto, dato che le due torte (come ogni ciascun euro) sono uguali, puoi prendere ciascuna torta, tagliarne quattro fette e darne tre ai bambini e una ai genitori (otto fette in tutto, due ai genitori e quattro ai bambini). Oppure puoi prendere una torta intera e darla direttamente ai bambini, l'altra tagliarla a metà e una metà darla di nuovo ai bambini, l'altra ai genitori (tre parti in tutto, due ai bambini e una ai genitori). Nel primo caso, per stabilire quanta torta deve andare ai genitori, hai fatto (1/4)*2 (una fetta da un quarto per due, due fette), nell'altro caso hai fatto 1*(2/4)=1*(1/2) (una fetta da un mezzo per uno, una sola fetta). Nel tuo esempio, in questo caso è come se stessi calcolando il 25% di sconto di una merce che costa due euro. In questo modo dovresti capire che in effetti si tratta della stessa operazione. X-Dark (msg) 15:02, 14 dic 2016 (CET)[rispondi]

Domanda di elettronica[modifica wikitesto]

In un circuito supereterodina a più conversioni è possibile la ricezione esattamente sul valore della prima media frequenza? Faccio un esempio reale: Un costruttore dichiara che uno dei propri radio ricevitori, che è in configurazione supereterodina, ha una copertura continua da 30 kHz a 200 MHz con i seguenti valori di IF (media frequenza):

  1. 124,487 MHz
  2. 455 kHz
  3. 36 kHz

La domanda: è possibile la ricezione proprio in corrispondenza di 124,487 MHz? O esiste un cosiddetto "buco" nella ricezione? (il che però contrasterebbe con la dichiarazione che si tratta di ricevitore a copertura continua). --79.22.6.12 (msg) 18:41, 7 dic 2016 (CET)[rispondi]

Non so un tubo di circuiti, radio e frequenze. Ma il punto è: Se il costruttore dichiara esplicitamente che quello ha una copertura continua tra i 30 KHz e 200 MHz, perché mai ci dovrebbe essere un buco in un valore di frequenza intermedio? Insomma, sarebbe o un controsenso, o una truffa del costruttore!--82.60.49.158 (msg) 22:13, 7 dic 2016 (CET)[rispondi]
Il problema non è di facile risposta perché è una tripla conversione tipica di apparati di un elevato livello qualitativo: penso a 'sto punto sia meglio telefonare al produttore o al suo rappresentante. Se fosse un "normale" ricevitore a singola conversione il valore della media frequenza (MF) viene scelta al di fuori della gamma di sintonia dei ricevitori. Per di più dovrebbe essere una frequenza "protetta" dalla legge per evitare interferenze a tutto spiano. Infatti se mettiamo in funzione un trasmettitore sul valore di una delle medie frequenze più usate (450-470 kHz) oppure su 10,7 MHz (per non dire dei 36 MHz delle televisioni!!!), ebbene in qualunque punto della gamma delle radio (o TV) nelle vicinanze, si ascolterebbe sempre e solo quel trasmettitore fuorilegge. --Pracchia 78 (scrivimi) 18:00, 10 dic 2016 (CET)[rispondi]

Aggiornamento iOS 9.2[modifica wikitesto]

cb La discussione proviene dalla pagina Wikipedia:VisualEditor/Commenti#Aggiornamento iOS 9.2.
– Il cambusiere --fringio · 19:47, 7 dic 2016 (CET)[rispondi]
Agente utente: Mozilla/5.0 (Macintosh; Intel Mac OS X 10_12_1) AppleWebKit/602.2.14 (KHTML, like Gecko) Version/10.0.1 Safari/602.2.14

URL: https://it.wikipedia.org/wiki/IPhone_6s?veaction=edit

Cosa c'entra l'aggiornamento di iOS 9.2 e le nuove emoji con le caratteristiche dell'iPhone 6s?

Alexjenn (msg) 15:53, 7 dic 2016 (CET)[rispondi]

Non so se è il luogo adatto, ma mi è tornato in mente adesso che alcuni mesi fa avevo sentito per caso che il cantante dei The Primitives era deceduto. Dato che a giudicare dalla sua voce, egli è vivo e vegeto, mi piacerebbe sapere chi è che ha fatto spargere questa bufala, se l'ha fatto o se ricordo male io.--Gybo 95 (msg) 14:42, 9 dic 2016 (CET)[rispondi]

Mai sentita questa voce.--Bieco blu (msg) 15:10, 9 dic 2016 (CET)[rispondi]
Ho cercato Mal morto su Google e il risultato è che è un lago fla Islaele e la Gioldania.--StefBiondo 18:39, 9 dic 2016 (CET)[rispondi]
Molto divertente... allora ho ricordato mal-e io. Grazie.--Gybo 95 (msg) 18:47, 9 dic 2016 (CET)[rispondi]

repubbliche pirata[modifica wikitesto]

sono state veramente le repubbliche pirata? --2001:B07:6463:31EE:E14B:27D7:9305:98C2 (msg) 12:43, 10 dic 2016 (CET)[rispondi]

Vedi en:Republic of Pirates. --Franz van Lanzee (msg) 12:55, 10 dic 2016 (CET)[rispondi]
Fichissimo. Mi vergogno che noi questa voce non l'abbiamo. --StefBiondo 14:02, 10 dic 2016 (CET)[rispondi]
C'è poco di cui vergognarsi. Il lemma non sembra essere storicamente rilevante, ma derivato da un originale titolo di un libro di Colin Woodard. La stessa voce (EN) ammette che il termine "repubblica" è usato in modo mooooolto estensivo.--Flazaza (msg) 14:25, 10 dic 2016 (CET)[rispondi]
Ohibò, quand'è così... E io che già cullavo l'idea di proporla a Lo sapevi che...--StefBiondo 15:08, 10 dic 2016 (CET)[rispondi]

Università[modifica wikitesto]

chiedo a voi un aiuto riguardo alle università (perlomeno il funzionamento dei corsi). Sarò diretto: sono in 5 superiore e l'anno prossimo intendo frequentare il corso di ingegneria elettrica. Vedo nell'elenco del piano degli insegnamenti analisi matematica I, fisica, chimica analisi matematica II etc. Ma in pratica, come funziona? esiste un orario settimanale con tot ore di una materia e tot dell'altra? e soprattutto, perché esistono due materie che si chiamano analisi matematica (I e II)?. Ripeto che non sono affatto pratico di come funziona l'università. Non penso che funzioni come le superiori, cioè che tutti i giorni vengo a scuola e porto le materie in base all'orario settimanale che mi hanno imposto. Grazie per l'attenzione --95.244.150.72 (msg) 17:13, 10 dic 2016 (CET)[rispondi]

Ci sono un po' di differenza a seconda della città e della facoltà, ma in linea di massima funziona come alle superiri, soprattutto i primi anni: hai un orario settimanale con tot ore delle varie materie. Se vai sul sito della facoltà che vuoi frequentare quasi certamente troverai quello di quest'anno, per farti un'idea di come è organizzato. In genere è richiesta la frequenza di almeno un certo numero di ore di un corso (tipo il 70%) per poter sostenere l'esame, ma soprattutto a ingegneria conviene essere sempre presenti a lezione. Esistono Matematica I e II, Fisica I e II... perchè sono due corsi di matematica, due di fisica e così via, in cui il secondo è la continuazione del primo. --Postcrosser (msg) 17:38, 10 dic 2016 (CET)[rispondi]
Molti dettagli sono lasciati alla discrezione degli atenei e delle singole facoltà, quindi è difficile dare una risposta univoca, ma ci sono delle linee di massima valide grosso modo ovunque:
  • Il corso di laurea è suddiviso in anni, ciascuno organizzato di solito in due semestri; ciascun semestre prevede un periodo di lezioni seguito da un periodo in cui sono fissate le date per gli esami.
  • Ogni insegnamento (termine più comune al posto di "materia", ma di quello parliamo :-) ) è convenzionalmente associato ad un certo semestre di un certo anno. All'inizio di ogni semestre, la facoltà pubblica gli orari degli insegnamenti; tendenzialmente si fa in modo che gli insegnamenti di ciascun semestre/anno non abbiano sovrapposizioni (allo studente non è richiesto il dono dell'ubiquità, dato che non siamo a Hogwarts XD). Una differenza evidente tra il classico orario di lezione universitario e uno scolastico è che le lezioni sono "sparse" nel tempo e nello spazio: capita cioè di avere buchi liberi di qualche ora tra una lezione e la successiva (talvolta anche con un intero giorno libero da lezioni) e ogni lezione si svolge in una certa aula assegnata. Quindi non è che uno arriva la mattina, si siede lì per 5 ore e se ne va: ci si sposta di volta in volta dove si tiene la lezione che intendi seguire.
  • Prima ho detto "convenzionalmente" associato ad un semestre/anno perché molto spesso l'ordine con cui si possono dare gli esami degli insegnamenti è libero; sono però comuni le "propedeuticità", ovvero vincoli per cui non puoi tentare l'esame dell'insegnamento X se non hai già superato l'esame Y, considerato fondamentale per poter comprendere appieno X. Il caso più classico sono proprio gli insegnamenti che già dal nome affermano di essere "parte 1" e "parte 2" di un argomento. La suddivisione convenzionale in semestri e anni ha quindi lo scopo di indirizzare lo studente verso un ordine "naturale" degli insegnamenti, che ne distribuisce il carico e ne soddisfa le propedeuticità; ma ci sarà sempre il caso di uno o più esami "rimasti indietro" (non ti è riuscito di passarli nel "loro" semestre e andranno quindi riprovati in una successiva sessione d'esami, assieme agli altri corsi che nel frattempo hai studiato e preparato) e può occasionalmente capitare di preferire "anticipare" un esame su cui ci si senta pienamente preparati per "liberarsi" il semestre successivo per uno che risulta invece più ostico.
  • In alcune facoltà l'obbligo di frequenza è richiesto dalla normativa, ma ingegneria elettrica non è tra queste, e dipende quindi da cosa decide l'ateneo in cui ti iscrivi. Mi permetto di smussare l'affermazione che "a ingegneria conviene essere sempre presenti a lezione": se la frequenza non è obbligatoria, sta allo studente trovare il miglior compromesso tra l'andare a lezione e lo studiare per i fatti propri. Quello che è verissimo è che molti studenti, presi dall'"ebbrezza" della libertà di non dover per forza andare a lezione, soprattutto all'inizio ne sottovalutano l'utilità (e/o sopravvalutano le proprie capacità di studio autonomo) e si ritrovano poi alla sessione d'esami a prendere una serie ignobile di "facciate sul muro". XD Consiglio quindi anch'io di iniziare seguendo diligentemente e di trovare poi, nel corso del tempo, la propria "dimensione": c'è chi continua a seguire tutte le lezioni e che sta male se non può studiare sui propri appunti, chi invece si trova meglio a studiare per contro proprio e con i propri tempi; inoltre l'esperienza propria e altrui (ovvero di altri studenti che ci sono già passati) insegna quali corsi è fondamentale seguire e quali sono più "approcciabili" in autonomia. Io personalmente seguii con totale assiduità il primo anno e mezzo di lezioni, per poi diminuire la mia frequenza (complice anche la tendenza a preferire di studiare di notte) sino al punto di essere talvolta arrivato alla sessione d'esame e dover chiedere a qualche "collega" quale fosse il nostro professore perché per l'intero semestre non lo avevo ancora mai visto in faccia. XD XD
-- Rojelio (dimmi tutto) 00:45, 11 dic 2016 (CET)[rispondi]
[↓↑ fuori crono]Praticamente una guida per lo studente. Proporrei al MIUR di pubblicare la risposta di Rojello e di distribuirla alle classi quinte di tutte le scuole superiori. ;)--Flazaza (msg) 10:41, 11 dic 2016 (CET)[rispondi]
Quanto all'analisi matematica, visto che chiedevi esplicitamente, la suddivisione dipende più che altro dal numero di variabili che prenderai in considerazione nelle tue equazioni: in analisi 1 lavorerai risolvendo la "x" e quindi lavorerai su un piano, poi in analisi 2 lavorerai con due o più variabili lavorando nello spazio tridimensionale (o iperspazio in caso di n variabili). L'analisi 2 è una specie di generalizzazione dell'analisi 1, perciò, a parte qualche nozione in più da imparare, ti troverai grosso modo a calcolare le stesse cose ma in maniera più estesa, ad esempio integrali multipli in dx, dy e dz anziché solo in dx (sempre di un integrali si tratta). È comunque difficile scendere nei dettagli, perché ogni università ha programmi propri. --Umberto NURS (msg) 01:56, 11 dic 2016 (CET)[rispondi]

Cambio automatico[modifica wikitesto]

Il cambio automatico fa risparmiare carburante? Sto guidando da qualche giorno una 2000 (o 2000 e qualcosa, non ho controllato il libretto) TD con cambio automatico che ho impostato su "efficiency" che credo sia un eufemismo di "economy". Guida confortevole, scala di marcia già a 1100 1200 giri.. Tipo a 50km/h in piano sta in quarta a giri bassi o addirittura cammina col cosiddetto "minimo" cioè il numero e di giri di quando è ferma. Nei tratti stradali in discesa va a folle da sola ma mantiene la velocità costante inserendo ogni tanto la marcia. Credo calcoli velocità desiderata, pendenza, pesi etc etc e scali le varie marce nel millisecondo in cui è possibile farlo. L'auto in questione ha il sistema start e stop su cui ovviamente non c'è dubbio che comporti un risparmio quindi non rientra in questo discorso anche perchè dove lavoro io non c'è traffico manco a Natale. Normalmente invece guido una 1600 TD cambio manuale e non calcolo certo il secondo quando scalo, magari la tiro inutilmente perché vado a orecchio nonostante i TD moderni siano silenziosissimi, sicuramente la tiro inutilmente quando ascolto la musica, quando ho persone in auto e dunque penso di essere carico, quando la strada mi sembra in salita.. o quando guardo un cartello stradale o comunque quando non sto guardando il cruscotto dove si accende la lucina verde che mi suggerisce di scalare alla marcia superiore. A volte mi accorgo della lucina verde quando si spegne (!!!) e scalo, quindi chissà a quanti giri/min prima si era accesa. In sostanza, caro Oracolo, consuma di più una 2000 TD cambio automatico Efficiency o una 1600 TD con cambio manuale? Grazie. Puoi rispondermi anche a occhio, o in generale sui risparmi cambio automatico/mnuale.


--5.170.97.217 (msg) 11:05, 11 dic 2016 (CET)[rispondi]

Fammi capire... hai sprecato 9/10 della domanda per vantarti delle auto che guidi e voler dire a tutti i fatti tuoi, quando bastavano le ultime due frasi?! Comunque la 1600TD consuma meno.--80.180.47.170 (msg) 14:57, 13 dic 2016 (CET)[rispondi]

Il contesto è importante! L'Oracolo precisino 15:28, 13 dic 2016 (CET)[rispondi]
@Flazaza: c'è una bella differenza tra "essere precisini" ed "essere tronfi" --87.14.100.156 (msg) 21:38, 13 dic 2016 (CET)[rispondi]
Se la 1600 è guidata a marce sparate vince la 2000 col cambio automatico. La differenza di consumo a parità di condizioni fra una 1600 e una 2000 è significativa, ma la tecnologia costruttiva ha il suo peso. --Vito (msg) 21:48, 13 dic 2016 (CET)[rispondi]
Ci sono due opposte scuole di pensiero: c'è chi ritiene che il downsizing permetta sempre di migliorare i consumi quando la potenza richiesta è limitata e chi, al contrario, ritiene che una maggior cubatura, forte di una miglior coppia motrice a parità di potenza erogata, sia avvantaggiata. Sbagliano entrambi. La verità, ben più prosaica, è che i consumi dipendono dal rendimento termodinamico, non dalla cilindrata. --StefBiondo 00:57, 14 dic 2016 (CET)[rispondi]
Non sono d'accordissimo. Elementi "accessori" ma di forte impatto non sono lineari rispetto alla cilindrata. Peso del motore, necessità di raffreddamento, volume del motore (e di conseguenza del vano e dei parametri aerodinamici a esso correlati), etc ma anche il fatto che autovetture di gamma più alta tendano a piazzare accessori più esosi in termini energetici. Alla fine quello che interessa a me automobilista è il consumo, non se questo dipenda dal rendimento del motore, dal programma della centralina o da un regolatore di tensione migliore, il peso, l'aerodinamica etc sono parametri che non "apprezzo" in quanto tali ma che presentano il loro conto alla fine del gioco. In ogni caso qui, a mio giudizio, quello che prende il sopravvento è l'elemento "di controllo", in questo caso l'azione del guidatore o della centralina del cambio automatico tale è la differenza fra i due stili di guida. Io che solitamente tengo marce lunghe e giri ragionevolmente bassi magari me la posso giocare contro un programma di cambio economico, ma chi sta sparato in seconda a 60km/h proprio no.
--Vito (msg) 07:27, 14 dic 2016 (CET)[rispondi]
Magari sarebbe più utile mettere a confronto ipoteticamente la stessa vettura con la medesima motorizzazione, nelle due versioni. A occhio dovrebbe consumare meno quella col cambio automatico in forza del fatto che possiede un numero maggiore di rapporti (7 o 8) rispetto al manuale e di conseguenza dovrebbe poter selezionare con più probabilità quello "giusto" in termini di coppia necessaria. --Captivo (msg) 10:38, 14 dic 2016 (CET)[rispondi]
Ma non era più semplice comprare Quattroruote e leggersi le prove?--StefBiondo 11:21, 14 dic 2016 (CET)[rispondi]
Mica sono fatte in condizioni di parità, sta qui l'inghippo. --Vito (msg) 15:42, 14 dic 2016 (CET)[rispondi]

Ma quale vantarsi..a parte che credo si sia capito che se dico che normalmente guido (indicativo presente) la 1600 e che la la 2000 e passa TD "la guido da qualche giorno"... la 2000 è noleggiata o prestata. Cmq è una audi A3 cabrio e non è mia e mai getterei 50mila euro su una strada per una A3 full optional. Tornando in topic..forse conta pure che pesa poco avendo solo il parabrezza e la copertura in "gomma".--62.98.252.12 (msg)

Oddio alla fine il tetto non è che sia chissà quale parte del peso, penso che già il blocco cambio+differenziale lo batta, come pure gli assi, non parliamo del monoblocco (anche se nelle motorizzazioni moderne s'è alleggerito assai). --Vito (msg) 23:41, 26 dic 2016 (CET)[rispondi]

Buona scuola[modifica wikitesto]

Sommo oracolo. A scuola, di fronte al fatto che non abbiamo ancora un docente di matematica e al fatto che l'istituto che frequento è sovrassaturo di supplenti, molti professori attribuiscono la colpa di ciò alla cosiddetta buona scuola del governo Renzi. Ma visto che nessuno sa di preciso in che cosa consista, mi rivolgo a te: se non è troppo complicato, in che consiste la buona scuola? e perché dovrebbe causare la mancanza di cattedre? Grazie --87.15.21.107 (msg) 21:18, 12 dic 2016 (CET)[rispondi]

"La buona scuola" è il nome dato alla Legge 13 luglio 2015, n. 107, la quale ha introdotto tutta una serie di riforme e modifiche riguardanti il sistema dell'istruzione; le misure contenute nel provvedimento sono quanto di più eterogeneo ci sia: si va dai nuovi poteri concessi ai presidi allo stanziamento di fondi per l'edilizia scolastica, dall'alternanza scuola-lavoro per gli studenti ai corsi di formazione obbligatori per gli insegnanti.
L'inghippo sugli organici che fa sì che tu non abbia ancora un docente di matematica deriva da uno dei punti della riforma, il superamento delle graduatorie ad esaurimento degli insegnanti. Sicuramente ci sarà qualcun'altro che te lo può spiegare meglio, io ti dico che cosa ho capito io: la riforma ha previsto per l'anno scolastico 2015-2016 un maxi piano di assunzioni e di immissione in ruolo degli insegnanti iscritti nelle graduatorie dei precari, di fatto svuotandole quasi completamente (quantomeno quelle "di prima fascia", cioé degli insegnanti abilitati); questi insegnanti sono andati in parte a completare gli organici per l'anno scolastico in corso (ovvero sostituire chi nel frattempo è andato in pensione, cosa che avviene tutti gli anni), ma per gran parte sono stati assegnati alle scuole come "organico di potenziamento", ovvero per svolgere le attività ulteriori alle solite ore di insegnamento in classe: corsi di recupero, attività extracurricolari, dare il cencio per terra etc etc. Se da un lato ciò ha consentito di ridurre notevolmente il numero degli insegnanti precari, dall'altro lo svuotamento delle graduatorie ha anche azzerato la principale fonte da cui ricavare insegnati per le supplenze; questo inghippo si poi è sommato al fatto che il "concorsone" per l'assunzione di nuovi insegnanti si è concluso con una marea di bocciature, tanto che i posti effettivamente assegnati sono stati meno dei posti disponibil.
Poi, lo ripeto, questo è quanto sono riuscito a capire io. --Franz van Lanzee (msg) 13:32, 14 dic 2016 (CET)[rispondi]

Identificazione specie vivente[modifica wikitesto]

Salve! Vorrei chiedere cortesemente se qualcuno potesse fornirmi qualche notizia riguardo una specie vivente. Si tratta di una specie (con tutta probabilità animale) che vive nell'acqua dolce. Secondo fonti orali si presenta come dei fili molto sottili, di dimensioni paragonabili a un capello, secondo alcuni di colore bianco, secondo altri nero. Non bisogna assolutamente bere l'acqua da essi contaminata, in quanto sembrano essere in grado di perforare (o quantomeno danneggiare) lo stomaco. Il loro nome nel dialetto bellunese è "sedhole". Presumo di aver visto qualcosa che grossomodo corrisponde alla descrizione, di colore nero, in agosto nei Catini di Neva ((46.154465,11.914025)), anche se a tutti gli effetti credo si tratti di una chimera in quanto immediatamente a valle di un impianto di presa per uso potabile...

--Sandro.maoret

In questo libro se ne parla. --Lepido (msg) 13:48, 14 dic 2016 (CET)[rispondi]
Probabilmente si tratta di un nematode. Dalla descrizione è complicato risalire alla specie, anche perché non è detto che le "sedhole" appartengano tutte alla stessa specie. Essendo un termine dialettale è più probabile che con esso ci si riferisca ad un insieme eterogeneo di specie autoctone che hanno in comune forma, dimensione ed il fatto di vivere in acqua dolce da "adulti" --Samuele Madini (msg) 14:57, 14 dic 2016 (CET)[rispondi]
Grazie, mi sembra un buon punto di partenza! --Sandro.maoret (msg) 18.21, 14 dic 2016 (CET)

Cromatografia su carta[modifica wikitesto]

Caro oracolo, mi appello alla tua conoscenza sui materiali. Per motivi che preferirei non esternare devo fare una cromatografia in casa dello zafferano. Non dispongo della carta cromatografica: sapresti indicarmi qualcosa da usare al suo posto? ho già provato con la carta da disegno, ma non ha funzionato. P.S. se può servire, l'eluente è acqua salata.


--87.4.161.91 (msg) 15:21, 15 dic 2016 (CET)[rispondi]

Io userei una carta soffice e porosa, non quella da disegno che è liscia, dura e piena di colla e sbiancanti chimici. Oppure userei un tessuto ....--23:43, 26 dic 2016 (CET)

Misterioso oggetto volante (volante???)[modifica wikitesto]

Qualcuno ha idea di cosa sia questo questo? Si trova al museo dell'aviazione di Bucarest. --StefBiondo 20:48, 15 dic 2016 (CET)[rispondi]

Si chiama Virvas 4000, un progetto di aereo con rotori assiali al posto delle ali: tuttavia pare non sia mai decollato, vedi qui. --Yuma (msg) 21:12, 15 dic 2016 (CET)[rispondi]
Un'invenzione di en:Justin Capră, un inventore romeno che sosteneva di aver battuto la Bell di un paio d'anni sull'invenzione del jetpack. --Vito (msg) 21:15, 15 dic 2016 (CET)[rispondi]

Unità di misura e numero[modifica wikitesto]

Poco sopra avevo aperto una domanda con un titolo errato ed avevo portato fuori strada nel tentativo di spiegarvi il dubbio, Quanto ha scritto X-Dark in chiusura l'ho capito. Il mio dubbio era però un po' diverso e volevo provare a riordinare i pensieri per cercare una risposta. Vi ringrazio per la pazienza nello spiegarmi :D

Mettiamo io abbia:
(A) (4g / 2g) * 8g = x

Posso vederla come:

(1) (4g / 2g) * 8g = 2(volte) * 8g = 16g

che potrebbe essere rielaborata come:

(2) (4g / 2g) * 8g = 4g * 4(volte) = 16g

cosa mi garantisce che concettualmente dividere dalla (2) 8g per 2g e moltiplicarlo dopo per 4g sia identico alla (1) cioè: dividere 4g per 2g e moltiplicarlo per 8g?

Sono la stessa cosa, a calcoli, ma come logica "interpretativa" sono diverse: una è ripetere 4g per 4 volte, e l'altra moltiplicare 8g per 2 volte. E questo scambio di interpretazioni l'ho potuto fare con una semplice semplificazione.
Cosa è successo in sostanza:
Nella (1)
(4g / 2g) * 8g
l'operazione tra parentesi è una divisione per contenenza (quante volte sta 2g in 4g?) 2 volte e quel due volte in cui sta 2 nel 4 lo moltiplico per 8g per ottenere 16g totali.

Mentre contemporaneamente nella (2)

4g * (8g/2g)
questa volta vedo il 2g quante volte sta nel 8g cioè 4(volte) e ora questo numero di "volte" lo moltiplico per 4g per ottenere 16g totali.

Un numero di volte che ottengo "logicamente" da una divisione di contenenza vado a moltiplicarlo per un numero di grammi nel caso (1) e un altro "volte" di un'altra divisione di contenenza vado a moltiplicarlo per un altro numero di grammi caso (2). Ok empiricamente vedo che funziona per questo caso, ma non è così evidente, come posso dire (dimostrare) che vale sempre per ogni calcolo del mondo? --37.176.117.135 (msg) 18:34, 18 dic 2016 (CET)[rispondi]

Mi associo al dubbio, anche se non è lo stesso dubbio. --Captivo (msg) 22:16, 18 dic 2016 (CET)[rispondi]
Forse non ho ben compreso ma non vedo la contraddizione: la divisione indica, nella pratica, due "azioni" che poi sono equivalenti. La prima è quella di "tagliare" qualcosa in n pezzi, la seconda è stabilire quante volte qualcosa sta in qualcos'altro. Ripetere e moltiplicare sono concettualmente la stessa cosa pure loro. --Vito (msg) 22:43, 18 dic 2016 (CET)[rispondi]
Forse non ho capito neppure io. I due esempi non sono la stessa cosa, anche se il risultato è lo stesso. Nel primo stai cercando di calcolare quanti grammi di un dato materiale ti servono per fare 2 volte (4g/2g) di un oggetto che ne pesa 8. Nel secondo stai cercando di calcolare quanti grammi di un dato materiale ti servono per fare 4 (8g/2g) volte un oggetto che ne pesa 4. Le parentesi sono importanti e le unità di misura pure. Concettualmente nel secondo stai calcolando, ad esempio, quanta farina ti serve per fare 4 biscotti se per ogni biscotto servono 4 g di farina; il numero di biscotti (4) ti viene fuori da un rapporto, ad esempio sai di avere solo 8 g di lievito e sai che per ogni biscotto servono 2g di lievito, quindi puoi fare solo 4 biscotti. Il primo, per estensione ti darà lo stesso risultato, ma da dati di partenza magari diversi. A meno che, partendo dagli stessi dati iniziali (hai solo 8g di lievito, sai che per ogni biscotto servono 2g di lievito e 4g di farina), non si dica: per ogni biscotto il rapporto farina/lievito è 2 (4g di farina/2g di lievito come da ricetta) e tu, sapendo quanto lievito hai in casa (8g e basta) non voglia calcolare quanta farina ti serve. <OT>Una cosa è certa, le maestre e i maestri elementari e professori delle medie e anche delle superiori stanno rovinando generazioni di bambini e ragazzi insistendo sulle proporzioni, "A sta a B come C sta a D", e non spiegano due concetti fondamentali, cioè quello di proporzionalità diretta e il fatto che divisione e moltiplicazione sono la stessa cosa, cioè due modi di scrivere l'operazione detta prodotto (negli insiemi che lo prevedono). In più lo fanno facendo pure casino sul concetto di proprietà commutativa. Se il medico dice "prendi 2 pastiglie al giorno per 7 giorni" è ben diverso da "prendi 7 pastiglie al giorno per 2 giorni", anche se la scatola che compri in farmacia è giusto giusto di 14 pastiglie. Nel primo caso il pazienta magari guarisce, nel secondo ci sta che ci lasci le penne per avvelenamento da farmaci.</OT> --Amarvudol (msg) 12:36, 19 dic 2016 (CET)[rispondi]
La proprietà commutativa utilizzata "ad minchiam" nella vita reale può portare persino a credere che nove donne possano fare un figlio in un solo mese. --Captivo (msg) 14:01, 19 dic 2016 (CET)[rispondi]
Grazie della risposta.
Amarvudol hai ragione, se usassi numeri puri, ma io partivo da 4g / 2g * 8g = x... se noti ho unità di misura su ogni numero. Cioè la mia critica è sul fatto che spesso quando mi trovo una formula 4g / 2g * 8g vado operativamente a semplificare indifferentemente sul 4 o sull'8. Ma nel momento in cui vado a semplificare, escono i due modo di interpretare di cui parlavo sopra la (1) e la (2) che han due interpretazioni logiche ben diverse. Semplifichiamo cioè, nella pratica quotidiana, a cuor leggero, ma a me non sembra così evidente. --37.176.203.231 (msg) 15:54, 19 dic 2016 (CET)[rispondi]
Matematicamente g/g fa un numero puro, nella realtà indica "volte". Matematicamente g*g fa g^2 che non ha significato fisico. --Vito (msg) 15:57, 19 dic 2016 (CET)[rispondi]

Buongiorno,

sono un giornalista e ho provato a modificare alcune pagine di seguito elencate aggiungendo informazioni attuali, in quanto le informazioni riportate non sono complete e aggiornate. Per la modifica ho citato la fonte dell'articolo, il quotidiano nazionale italiano Il Mattino di Napoli, ma una volte apportate le modifiche le stesse non sono poi pubblicate.

https://it.wikipedia.org/wiki/Secondigliano_(metropolitana_di_Napoli) https://it.wikipedia.org/wiki/Linea_1_(metropolitana_di_Napoli) https://it.wikipedia.org/wiki/Di_Vittorio_(metropolitana_di_Napoli)

Se potete darmi informazioni in merito Saluti

--Peppewikipedia (msg) 11:22, 19 dic 2016 (CET)[rispondi]

[@ Peppewikipedia] In parte ti ha già risposto AttoRenato nella tua pagina di discussione, Discussioni utente:Peppewikipedia. Lascio anche io qualche appunto lì. --Amarvudol (msg) 11:47, 19 dic 2016 (CET)[rispondi]
[@ Peppewikipedia] Devi inserire le fonti in questo modo: <ref>{{cita news|autore=NOME DEL GIORNALISTA|url=INDIRIZZO WEB DELL'ARTICOLO|titolo=TITOLO DELL'ARTICOLO|pubblicazione=NOME DEL GIORNALE|data=AAAA-MM-GG}}</ref> --Holapaco77 (msg) 13:35, 19 dic 2016 (CET)[rispondi]
A latere: la corretta citazione delle fonti e lo stile asciutto sono caratteristiche proprie anche del (buon) giornalismo.--Ale Sasso (msg) 13:22, 20 dic 2016 (CET)[rispondi]

Curiosità sulla probabilità[modifica wikitesto]

Buongiorno a tutti, sono qui per porre una domanda all'oracolo sperando sappia fugare i miei dubbi.
-1- So che la probabilità di estrarre un re da un mazzo di 40 carte è per definizione classica 4/40. La possibilità invece che esca il re di quadri ad esempio è 1/4 (di questi 4/40 = 1/10). Per avere quindi la probabilità congiunta che esca il re di quadri è ovviamente 1/40. Però non capisco il passaggio logico per cui posso ottenerla da (1/10)*(1/4) perché proprio la moltiplicazione, mi sfugge e non riesco a comprenderlo...
-2- Riesco a vedere bene la probabilità di 4/40 totali, però quando vado a semplificare e dico che la probabilità è 1/10 mi viene da storcere il naso perché dico: in realtà su 10 non è detto mi esca un re mentre su 40 carte ne escono di certo 4. Come funziona?
Grazie e buon pomerigio --93.68.179.101 (msg) 15:23, 20 dic 2016 (CET)[rispondi]

Intuitivamente si può spiegare così: 1/10 è la probabilità di estrarre uno qualsiasi dei re, poiché su 40 carte solo 4 sono re (quindi 4/40 = 1/10), continuando poi a ritroso la probabilità che un re sia il re di quadri è 1/4, cioè 1 fra i 4 re. Perché fare la moltiplicazione quindi? Si potrebbe spiegare facilmente col fatto che la moltiplicazione corrisponde alla congiunzione logica ma a livello spicciolo vedila come il fatto che della probabilità di prendere un re a noi interessa solo la quarta parte, che si ottiene moltiplicando per 1/4 o dividendo per quattro.
Circa il secondo punto 4/40 è perfettamente equivalente a 1/10. In termini di probabilità sono perfettamente equivalenti: c'è la stessa probabilità a prendere un re in un mazzo da 40 carte con 4 re che in un mazzo di 10 carte con un solo re. --Vito (msg) 15:51, 20 dic 2016 (CET)[rispondi]
Grazie :)
L'unica cosa che mi risulta ancora non ben comprensibile è però sul secondo punto. Ovvio è che se come dici metto 10 carte con un re all'interno girandone 10 troverò un re, ma non è la stessa cosa di girarne 10 in 40 e trovare un re. Matematicamente son d'accorco che 4/40 sia 1/10, però riesco bene a vedere che se giro 40 carte di certo 4 saranno re, però se giro 10 carte (sul totale di 40) in realtà non è detto che una sia re. Interpretandola così non torna molto. --93.68.179.101 (msg) 15:56, 20 dic 2016 (CET)[rispondi]
In termini puramente matematici non so come si scriva, ma concettualmente credo che il ragionamento da fare sia il seguente algoritmo: hai 40 carte, la probabilità di trovare un re al primo colpo è 4/40 (=1/10), se lo trovi, girando la prossima carta la probabilità è 3/39 (1/13), se non lo trovi, la probabilità è 4/39. E via di seguito per ogni carta che giri (nell'ipotesi che stai pescando in fila le carte di un mazzo mescolato). Spero di non averla sparata grossa, ma a rigor di logica questo mi sembra l'approccio giusto al problema --Samuele Madini (msg) 16:12, 20 dic 2016 (CET)[rispondi]
[× Conflitto di modifiche]Attenzione, la probabilità si riferisce *al singolo* evento, quindi ne tiri sempre fuori una sola. Nel primo caso hai 4 "casi favorevoli" su 40 "casi totali", nel secondo 1 favorevole su 10 totali. Invece estrarre 10 carte su 40 e trovare almeno un re ha una probabilità molto alta. Calcoliamo la probabilità di non trovare un re al primo tentativo hai 36/40 probabilità di non prendere un re, al secondo 35/39, fino al decimo con 27/31, cioè 0,299. La probabilità di trovare almeno un re è l'evento complementare, cioè 1-0,299, quindi poco più del 70%, ecco spiegata la differenza. --Vito (msg) 16:16, 20 dic 2016 (CET)[rispondi]
Ok, quindi sostazialmente 4/40 è la probabilità di trovare un re in un mazzo da 40 e 1/10 (medesima probabilità di 4/40) è quella di trovare un re in un mazzo di 10 carte, non la probabilità di trovare un re in 10 carte del mazzo (come pensavo all'inizio). --93.68.179.101 (msg) 16:45, 20 dic 2016 (CET)[rispondi]
Esatto. Mi permetto di rimarcare come, a causa di una fastidiosa ambiguità della lingua italiana, quando si parla di estrazioni multiple sia preferibile evitare l'espressione "trovare un X", precisando invece se si vuole "trovare un solo X" o "trovare almeno un X" (non a caso Vito, conscio del problema, ci è andato giù con tanto di grassetto per sottolineare quale caso stava risolvendo :-) ). -- Rojelio (dimmi tutto) 19:20, 20 dic 2016 (CET)[rispondi]

Impasse sul concetto di potenziale redox[modifica wikitesto]

Salve a tutti. Il potenziale redox è ovviamente un indice della tendenza di una specie ad essere ridotta. Quindi, per esempio, il fluoro per passare dalla forma molecolare a lo ione fluoruro "genera" (che parolaccia!) una forza elettromotrice di 2,87 V. Tuttavia, per ridursi deve reagire con un elemento che ossidi: e qui arriva il mio dubbio! Esistono diverse sostanze dette "titolatori di ossidoriduzione" (per esempio il blu di metilene, che in ambiente ossidato è azzurro, mentre in ambiente ridotto è incolore). Ciò impone che esista uno stato di ossidato e di ridotto, anche senza che le sostanze reagiscono. Come si riesce a determinare se una sostanza sia ossidata o ridotta? se ho una soluzione acquosa di Cloruro di Magnesio, per esempio, e ci metto qualunque indicatore di ossidoriduzione, ne otterrò un ambiente ossidato o ridotto? Grazie Per semplicità, metto i potenziali di riduzione: cloro 1,36; magnesio -2,37; ma esiste anche quello dell'acqua -0,83; dell'H+ 0: quale di questi prevarrà per determinare se l'ambiente è ossidato o ridotto?

--79.51.148.183 (msg) 16:17, 20 dic 2016 (CET)[rispondi]

Segnalo l'esistenza di Discussioni progetto:Chimica, dove postare le domande di chimica. --Holapaco77 (msg) 18:19, 20 dic 2016 (CET)[rispondi]
Mhm, no [@ Holapaco77]. Discussioni progetto:Chimica serve per discutere sulle voci dell'enciclopedia che riguardano la chimica, non per "postare le domande di chimica". L'Oracolo invece è qui per questo. Se l'Oracolo, che è onnisciente per natura, ma magari a volte è distratto, conosce la risposta allora risponde; altrimenti si cerca la risposta altrove, magari in altri luoghi dove "postare le domande di chimica" fuori da Wikipedia, magari da un professore, in un libro, da un cugino sapientone, in un forum di chimica, ecc. --Amarvudol (msg) 18:30, 20 dic 2016 (CET)[rispondi]
L'errore è che gli indicatori sono a loro volta dei reattivi che a fronte di una reazione "piccola" producono una differenza molto marcata in termini visibili, cioè un netto cambio di colore. Gli indicatori non sono universali e infatti il blu di metilene viene usato in quel modo nella bottiglia blu e in altri casi, così come gli indicatori di pH, il cui funzionamento è del tutto analogo, non sono universali. --Vito (msg) 23:55, 20 dic 2016 (CET)[rispondi]

É ovvio che gli indicatori non sono universali, e che se essi cambiano colore ciò è dovuto ad una reazione (in un ambiente ossidato, l'indicatore redox cederà un elettrone...); Ma la mia domanda era: come faccio a dire se un ambiente (soluzione) sia ossidato o ridotto? Si, con la tabella dei potenziali, ma come detto nell'esempio della soluzione di cloruro di magnesio, ci sono diversi elementi (tra cui il solvente) con comportamenti diversi tra loro. --79.40.80.210 (msg) 14:15, 21 dic 2016 (CET) (ieri sera ero 79.51.148.183)[rispondi]

Deviazione standard, percentili[modifica wikitesto]

Non ho mai studiato statistica, volevo chiedere solo una informazione di tipo tecnico per comprendere una cosa: se un risultato è due sotto due deviazioni standard vuol dire che è sotto il 5° percentile? Vuol dire la stessa cosa? Ringrazio per l'aiuto. --37.180.83.196 (msg) 18:24, 21 dic 2016 (CET)[rispondi]

Dipende da cosa intendi per "sotto due deviazioni". I valori a cui ti riferisci riguardano il test "a due code", ovvero ci si chiede quale sia la probabilità di ottenere un risultato che differisca almeno di un tot in più o in meno (ovvero in valore assoluto) dalla media della popolazione: tale probabilità è del 5% per valori più lontani di due deviazioni standard dalla media (un po' più precisamente, oltre 1.96 deviazioni).
Se invece intendi un test a coda singola (probabilità che il risultato sia inferiore alla media più di un tot) allora il quinto percentile lo trovi al di sotto di -1.65 dev.st.
Per motivi di simmetria della distribuzione gaussiana, la probabilità dei valori inferiori a -1.96 dev.st. è esattamente la metà che nel test a due code (che include anche l'area al di sopra di +1.96 dev.st., del tutto identica), quindi usando per errore due deviazioni in un test a una coda otterresti il "due-e-mezzesimo percentile", anziché il quinto. -- Rojelio (dimmi tutto) 18:45, 21 dic 2016 (CET)[rispondi]
Chiarissimo grazie. Il problema è che era un test a una coda eppure dice due dev. standard o 5° centile. Strana cosa. --31.157.79.122 (msg) 21:49, 21 dic 2016 (CET)[rispondi]

Atomi e fotoni[modifica wikitesto]

Concettualmente, quando per "x" motivi del sale da cucina finisce sulla fiamma del fornello questa si colora di un giallo-arancio molto intenso. Questo perché l'energia termica eccita gli elettroni del sodio, che fanno un autentico salto quantico e quando tornano al loro stato originale emettono fotoni con lambda del colore sopra indicato. lo stesso accade con tutti i metalli, che producono fiamme di colori diversi.

Dopo questa premessa... ma il concetto su cui si basa l'assorbimento atomico non sarebbe un controsenso? Se gli ioni del metallo che devo analizzare sono atomizzati in fiamma, non dovrebbe succedere quello che ho descritto sopra, cioè che gli elettroni si eccitano e poi tornano allo stato iniziale emettendo luce, anziché assorbire ulteriori onde elettromagnetiche (cosa che effettivamente avviene)?

Attendendo una vostra risposta (non è urgente perché sono in vacanza, ma la risposta mi servirebbe), auguro a tutti i wikipediani registrati e non buon natale e buone feste. Auguri anche a te, Oracolo.

--82.54.140.51 (msg) 15:13, 23 dic 2016 (CET)[rispondi]

Una volta emesso da un atomo, un fotone può sfuggire dal sale e andare all'esterno (e quindi essere catturato dagli atomi dei nostri occhi) oppure essere a sua volta catturato da un altro atomo nel sale, in questo caso è il fotone stesso a causare il salto quantico e non l'energia termica. Infatti, essendo il prodotto di un salto quantico da un livello eccitato "n" allo stato fondamentale (o quello che è), il fotone emesso è in grado di innescare la reazione inversa: un salto dallo stato fondamentale a quello eccitato "n". Alla fine comunque anche in questo caso il fotone viene poi riemesso. I fotoni che noi vediamo possono quindi essere stati riemessi e riassorbiti numerose volte all'interno del sale (o meglio, possono essere il risultato di svariati salti quantici). La probabilità che un fotone venga assorbito senza riuscire ad uscire dal materiale dipende da numerose caratteristiche, immagino che la probabilità aumenti con la densità. Il processo è complesso, ed è lo stesso che porta ad affermare su varie fonti che ci vogliono migliaia di anni affinché un fotone prodotto nelle reazioni nucleari al centro del sole raggiunga alla fine la sua superficie e possa poi essere osservato dai nostri occhi sulla Terra, nonostante la velocità di propagazione della luce nel vuoto permetterebbe ai fotoni del nucleo di raggiungere la Terra in una manciata di minuti. Il sole è un caso estremo a causa della sua densità, ma lo stesso fenomeno accade sui materiali sulla Terra. X-Dark (msg) 21:44, 26 dic 2016 (CET)[rispondi]

Domanda di medicina[modifica wikitesto]

Senza girarci troppo intorno la domanda è: "perché non sono morto?". Ora le dovute premesse e spiegazioni: questa mattina, per la prima volta, mi sono recato presso un centro trasfusionale per donare il plasma, e nella noia dell'ultima mezz'ora mi sono messo ad osservare i vari tubicini che entravano ed uscivano dal macchinario per la centrifugazione. Ad un certo punto la mia attenzione viene catturata dalla sacca per flebo contenente la fisiologica da infondere una volta terminata la plasmaferesi, e noto che la cannula collegata alla flebo, provvista di ago terminale, è vuota, ovvero piena d'aria. Al che penso: "prima di iniettarmela immagino riempiranno cannula ed ago con fisiologica per eliminare l'aria", e invece no, infilano l'ago della fisiologica in un supporto collegato all'ago che avevo già in vena, e fanno partire l'infusione. Quindi penso "ci sarà un qualche meccanismo per far "sfiatare" l'aria?". Questo non lo so, io posso solo dire di aver visto chiaramente tutta una serie di bolle d'aria arrivare all'ago che avevo in vena. Ora, considerando che sto benone e non presento alcun sintomo di embolia gassosa, dubito che queste bolle siano mai entrate nella mia vena, ma sono anche abbastanza sicuro di averle viste chiaramente arrivare all'ago, ago che tuttavia era coperto da una garza, quindi non ho potuto effettivamente vedere cosa succedesse appena prima che queste bolle arrivassero alla punta dell'ago. La vera domanda, in definitiva, è la seguente: "dove sono finite queste bolle?" --93.148.8.147 (msg) 00:04, 24 dic 2016 (CET)[rispondi]

Se capitasse a me, non mi farei scrupolo a chiedere immediatamente la cosa all'infermiere. So che c'è a volte un certo timore a "passare da ignoranti", ma in questo caso questa "paura" me la sarei fatta passare subito, vista la posta in palio :-) --Lepido (msg) 11:30, 24 dic 2016 (CET)[rispondi]
Anche a me pochi anni fa è capitato che mi venisse questa paura. Lo feci presente all'infermiera e lei mi disse una cosa tipo: "Non si preoccupi, l'aria non può passare", ma senza spiegare perché. --Borgil (tí tò sophón?) 22:16, 25 dic 2016 (CET)[rispondi]

Poche bolle non sono pericolose, vengono assorbite dal sangue; se occludono una vena per qualche minuto (insomma finché non si disciolgono) non costituiscono un problema per via dei circoli collaterali venosi. Male che vada, in teoria, nel caso del braccio, dovrebbero fermarsi sul "tetto" della vena cava superiore, dove il flusso è lento ed abbondante e lì si sciolgono. Per la forza di gravità che le "tiene" in alto) è estremamente improbabile che da quel punto scendano in atrio destro, dove pure potrebbero sostare senza dare problemi, e poi ancora scendano in ventricolo destro.. e addirittura arrivino ai polmoni dove comunque sosterebbero nel versante venoso (permeabilissimo ai gas quindi la bolla più corazzata di tutte lì morirebbe) giacché il tessuto polmonare è nutrito da un altro circolo proprio e separato, arterioso. .... insomma stai tranquillo. Per provocare una embolia polmonare gassosa che impedisca l'ematosi, è necessaria una massiva introduzione di aria o che i gas si formino in loco, direttamente nel sangue, come nella malattia dei palombari. --00:20, 27 dic 2016 (CET)

Velocità della luce e red shift[modifica wikitesto]

Non mi è chiaro il motivo per cui la luce possa essere soggetta all'effetto Doppler, dato che secondo la teoria della relatività essa ha una velocità fissa indipendente dalla velocità dell'osservatore... qualcuno può spiegarmelo? Grazie.


--93.144.183.73 (msg) 12:00, 24 dic 2016 (CET)[rispondi]

Ma infatti, l'effetto Doppler non comporta una diminuzione della velocità, ma della frequenza dell'onda (col conseguente aumento della lunghezza). Il fotone viaggia alla velocità della luce, e quella resta costante, è solo la variazione della frequenza che determina se l'onda è visibile, UV, IR etc.--87.9.209.180 (msg) 13:53, 24 dic 2016 (CET)[rispondi]

Grammatica e La Spezia[modifica wikitesto]

domandina di grammatica: Un fiorentino è un uomo di Firenze; uno spezzino invece è un uomo...

  1. di La Spezia
  2. de La Spezia
  3. della Spezia

Qual è la risposta corretta, la 1 la 2 o la 3?

--79.21.18.82 (msg) 19:24, 24 dic 2016 (CET)[rispondi]

Visto che abbiamo la categoria Categoria:Nati alla Spezia probabilmente la n° 3 è corretta. --ValterVB (msg) 19:32, 24 dic 2016 (CET)[rispondi]
Lo è sia dal punto di vista grammaticale (si dice anch nati "Al Cairo", non "a Il Cairo"), sia da quello giuridico (un noto ex sindaco promosse anche un'ordinanza, se non ricordo male provinciale, per ribadire la corretta declinazione). Uno spezzino dunque è un uomo della Spezia.--Ale Sasso (msg) 19:42, 24 dic 2016 (CET)[rispondi]

Caro Oracolo...[modifica wikitesto]

...buon Natale!

--79.31.110.17 (msg) 18:36, 25 dic 2016 (CET)[rispondi]

Grazie, anche a te e ai frequentatori della rubrica. L'Oracolo

Trovare "cose" online[modifica wikitesto]

Mi chiedo, esiste un sito dove sia possibile rintracciare un certo articolo venduto in una certa zona? Del tipo: "dove posso acquistare [inserire articolo] nella provincia di Lodi?" → "ecco una mappa dei negozi della provincia di Lodi che vendono l'articolo da te cercato" --Samuele Madini (msg) 11:49, 26 dic 2016 (CET)[rispondi]

Se abiti vicino a Lodi e devi fare ancora i regali di Natale, mi spiace dirti che sei un po' in ritardo. Comunque con una bella cravatta o un mazzo di fiori te la cavi sempre. ;).--Flazaza (msg) 14:55, 26 dic 2016 (CET)[rispondi]
"Ovviamente" ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale ^_^ --Samuele Madini (msg) 15:33, 26 dic 2016 (CET)[rispondi]
Così per provare ho chiesto a Siri: dove vendono XXXXXX qui vicino? E "lei", che sapeva perfettamente dov'ero, mi ha risposto con tre link di negozi che vendevano quell'articolo. Se non sei amico di Siri, puoi provare con Cortana. Insomma, già che ci sono, quelle ragazze devono lavorare... :-) --Lepido (msg) 18:02, 26 dic 2016 (CET)[rispondi]
Ma se proprio non ti va di fare lavorare le ragazze durante le feste puoi anche provare con lo zio google : se cerchi ad esempio "orologi Piripicchio a Lodi" con buona proabilità ti usciranno come risultati i rivenditori ufficiali della marca nella tua zona e la posizione dei negozi su google maps. --Postcrosser (msg) 20:57, 26 dic 2016 (CET)[rispondi]
Per questa cosa purtroppo zio google non mi è mai stato di molta utilità :/ , e non credo che sia perchè non ne so sfruttare le potenzialità, è che si perde sempre nei meandri di inutili siti e annunci "mainstream" che non mi portano da nessuna parte, quando quello che interessa a me è magari un negozietto sperduto nella nebbia padana, che trattasi ahimè dell'unico punto vendita nel raggio di 100 km dove posso trovare quel "coso" che mi serve. --Samuele Madini (msg) 21:35, 26 dic 2016 (CET)[rispondi]
(nella fattispecie sto cercando un tipo di morsetto elettrico detto, non so quanto propriamente, "mammut"... tra i primissimi risultati compaiono negozi di animali... per dire...) --Samuele Madini (msg) 21:58, 26 dic 2016 (CET)[rispondi]
I mammuth in realtà non sono più "legali" negli impianti elettrici (si devono invece usare cappellotti e capicorda), ma se cerchi "morsettiera" ne trovi a pacchi. A te interessano quelli a stecca in nylon o polipropilene. --Vito (msg) 22:08, 26 dic 2016 (CET)[rispondi]

distribuzione di Zork[modifica wikitesto]

quando e stata distribuita la versione originale per PDP-10 di Zork, sia Wikipedia in italiano che in inglese dicono che fu scritta tra il 1977 e il 1979, ma mentre Wikipedia in italiano non specifica l'anno di distribuzione Wikipedia in inglese nel template sinottico dice 1977, ma in quell'epoca veniva ancora scritta--2001:B07:6463:31EE:D597:A2C:66DA:FF05 (msg) 13:22, 26 dic 2016 (CET)[rispondi]

Prendilo con beneficio d'inventario, ma da questo video vedo le note di Copyright del 1981. --Lepido (msg) 11:31, 29 dic 2016 (CET)[rispondi]

Statuine segnatempo[modifica wikitesto]

Qualcuno saprebbe dirmi quale sale di cobalto viene utilizzato nel rivestimento delle statuine segnatempo (quelle che quando è umido passano dal blu al rosa). Grazie, buon 2017 a tutti

--87.0.128.39 (msg) 10:24, 31 dic 2016 (CET)[rispondi]

Cloruro di cobalto[4]. --Lepido (msg) 12:44, 31 dic 2016 (CET)[rispondi]