Utente:Manomozza/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Castello Torremare
Sancta Trinitastis
Vista dall'alto del Castello Torremare
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
CittàMetaponto

40°22′11.99″N 16°48′44.91″E / 40.369997°N 16.812475°E40.369997; 16.812475

Informazioni generali
StileNormanno
Inizio costruzioneIX secolo
MaterialeCalcarenite
Proprietario attualeComune di Bernalda
Visitabileno, solo la corte è aperta in presenza di spettacoli culturali e musicali
Informazioni militari
Funzione strategicaDifesa costiera
voci di architetture militari presenti su Wikipedia

Il Castello Torremare è un fortezza situata in località Torremare, nell'attuale frazione di Metaponto nel comune di Bernalda.
Il castello è facilmente raggiungibile poichè è situato nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria di Metaponto ed è raggiungibile con sentieri turistici.
Il Castello di Torremare ha un rilevante valore storico ed architettonico testimoniato da fonti scritte ed artistiche che ne esaltano l'esistenza.
Esso è di proprietà del Comune di Bernalda ed è presente nel catalogo dei Beni Culturali della Basilicata ed è tra i luoghi salvaguardati dal Fondo per l'Ambiente Italiano[1].
Durante la maggior parte dell'anno il Castello è chiuso e non ci sono visite guidate che permettono la visita di tutta la struttura.
La corte del Castello viene aperta soltanto in occasione di eventi culturali quali spettacoli teatrali e musicali specialmente nel periodo turistico estivo. Tra i concerti più noti si possono citare gli artisti Giovanni Allevi nel 2019[2] e Marlene Kuntz nel 2021[3].

Toponimo Torremare[modifica | modifica wikitesto]

L'origine del toponimo Torremare è legato dalla presenza del castello (Torre) nel sito geografico di riferimento. Attualmente Torremare è il toponimo ufficiale assegnato dall'Istituto Geografico Militare per identificare il Castello Torremare ed il suo piccolo territorio circostante[4]. Ciò è importante poichè ancora adesso c'è confusione nel chiamare il sito ed il castello con il toponimo Torre di Mare oppure Torre Mare.
Nel corso della storia medievale e moderna il sito di Torremare ha sostituito completamente quello di Metaponto a causa dello stato di abbandono in cui versavano i siti archeologici divenuti luoghi dimenticati infestati da paludi e malaria.
Nel XII secolo il toponimo era Turris Maris ed è testimoniato da un documento bilingue scritto in lingua greca e latino ed in un atto federiciano. Lo studio della cartografia permette lo studio del toponimo nel corso dei secoli.
In età carolingia nella Tabula Peutingeriana compaiono i nomi Turri Maris, Toriostu e Torre Mare. Con l'avvento del Regno d'Italia nella Carta d'Italia in scala 1:25000 prodotta dall'Istituto Geografico Militare, il foglio 87 dell'anno 1873 è denominato Torremare[5]. La stazione di Metaponto nel XIX secolo era identificata con il nome di Stazione di Torre Mare. Dal sito del Castello di Torremare partivano importanti tratturi[6], vie di comunicazione argillose e fangose con ristagni d'acqua. I più importanti erano il Tratturo Matarrese ed il Tratturo Torre di Mare: il primo conduceva dal Castello Torremare a Matera con una lunghezza di circa 6 km, il secondo invece era un Regio tratturo che dalla Calabria conduceva a Taranto[7]. In età moderna e contemporanea Torremare divenne una palude.[8]
Solo con l'avvento della Repubblica Italiana intorno agli anni '50 iniziò la bonifica del Metapontino ed il restauro dei siti archeologici e l'urbanizzazione. Ciò ha portato il riutilizzo del glorioso nome di Metaponto. Ciò è riscontrabile nei documenti di Stato quali la Carta Topografica d'Italia in scala 1:25.000 prodotta dall'Istituto Geografico Militare in cui ricompare il toponimo Metaponto[9]. Torremare è così tornato ad essere il toponimo della piccola località dove è presente il Castello Torremare ricadente nella frazione di Metaponto.

Storia del Castello Torremare[modifica | modifica wikitesto]

La fondazione del Castello Torremare è intorno al IX secolo ad opera dei monaci bizantini provenienti dall'Oriente, i quali chiamarono il sito Sancta Trinitastis.
Con la conquista Normanna dela seconda metà dell'XI secolo ci fu una riorganizzazione del territorio libero dagli ottomani. Ciò comportò la fondazione di comunità monastiche che si stanziarono in strutture conventuali autosufficienti.[10]
Nel 1119 la contessa Emma Maccabeo di Montescaglioso scelse il castrum Sanctae Trinitatis[11] come residenza di famiglia e venne eretta una torre fortificata per funzioni difensive e di controllo della costa ionica. L’insediamento fortificato è identificato come Civitas, Castrum e Castellum Sanctae Trinitatis.
Il forte è stato edificato utilizzando il materiale calcarenitico (chiamato localmente tufo). Esso fu recuperato in gran parte dai siti archeologici e Tavole Palatine che hanno subito lesioni irrecuperabili e non restaurabili[12][13]. Oltre alla torre e le mura il complesso fortificato era organizzato in spazi con specifiche funzioni.
La posizione della fortezza era strategica poichè si trovava lungo il Tratturo Regio che univa la costa calabra a quella pugliese: un regio decreto obbligava al pagamento di un dazio per ogni capo di bestiame che attraversava i confini.
Al XIV secolo risale il primo abbandono di Torremare per cause economiche ed ambientali caratterizzate da acquitrini, paludi e malaria che impedivano le attività primarie.
Tra il XV e XVI secolo, il complesso Sancta Trinitastis fu restaurato per creare un linea difensiva contro l'avanzata dell'Impero Ottomano a seguito della caduta dell'Impero romano d'oriente[14].
Nel 1459 Torre di Mare divenne feudo del principe di Taranto e nel 1497 fu venduto per 6.000 ducati.

Nella metà del XVI secolo vennero edificati nuove torri nei siti dove erano presenti comunità monastiche. Nel 1532 il vicerè Don Pedro di Toledo emanò un'ordinanza per costruire torri costiere sulle spiagge ed in prossimità delle foci fluviali. Il progetto fu realizzato solo in parte. Le torri dovevano essere costruite in vista l'una dell'altra.[15] La funzione attribuita alle torri poteva essere difensiva, offensiva o di osservazione.

L'editto del 1563 prevedeva il censimento il censimento delle fortificazioni presenti, comprese le torri normanne ed angioine. Nel 1620 Giovanni Mangini realizzò la cartografia della Terra di Bari et Basilicata raccolta in un atlante dove è presente Torre di Mare tra le torri presenti nel territorio[16]. Nel 1792 fu pubblicato nel secondo foglio XVI dell'Atlante marittimo di Giovanni Rizzi Zannoni dove è sempre presente Torre di Mare tra le torri costiere presenti[17].

Il porto di Metaponto era l'attuale Lago Salinella visibile dalla forte. Il Castello Torremare aveva funzioni di Torre d'avvistamento dei nemici che si avvicinavano alla costa, come visibile dalla struttura del forte, dove era presente l'abitazione dei guardia coste.[18]

Al Castello Torremare era attribuita la funzione di torre di guardia dai nemici che si avvicinavano alla costa.
L'importanza del Castello Torremare è testimoniata dall'affresco presente nel Salone dell'Episcopio della Curia Arcivescovile di Matera dove sono presenti i Comuni appartenenti alla Diocesi. Torremare era considerata autonoma rispetto agli altri paesi vicini quali Bernalda e Pisticci.
Il dipinto della veduta di Torremare è attribuito a Palmieri Anselmo Di Polla nella prima metà del XVIII secolo. In primo piano è visibile il Castello recintato da mura fortificate. Alle spalle della fortezza dipinta si intravede il porto di Metaponto (Lago Salinella) con una serie di imbarcazioni. Nella parte inferiore del dipinto è presente l'iscrizione Turris maris.[19]
Il dipinto è evocativo delle torri d'avvistamento costruite per la difesa dalle incursioni turche.
La forma architetturale della fortezza dipinta nella Sala in gran parte corrisponde a ciò che è visibile oggi del Castello Torremare.
Nel Castello di Torremare vi è la presenza della Chiesetta di San Leone Magno, parrocchia che apparteneva alla Diocesi di Matera.

Il complesso architettonico del Castello è suddiviso in tre costruzioni:

  • Chiesetta di San Leone Magno, in antichità unita alla fortezza ed ora divisa per il crollo delle mura ed è pericolante, attualmente è in una lunga fase di restauro.
    Anticamente era presente la statua di San Leone Magno realizzata nella prima metà XVI secolo. Essa presenta caratteri formali riferibili al gusto di ascendenza lombarda e più genericamente nordica affermatosi a Napoli con Tommaso Malvito e Pietro Belverte. Il restauro del 1983 ha restituito in parte l'originaria policromia della statua.[20]
    La statua è stata trasferita nella nuova Chiesa di San Leone Magno edificata negli anni '50 nel Borgo di Metaponto a seguito delle opere di bonifica.
  • Torri poligonali.
  • Taverna rettangolare parte del torrione cilindrico edificato a due piani: nella parte superiore vi era l'abitazione dei Gurdiacoste, nella parte inferiore vi risiedevano i contadini con il deposito degli strumenti utilizzati per le proprie attività. Il ruolo dei guardiacoste era quello di sorvegliare la costa. [21]

Il Castello Torremare disabitato ed abbandonato in epoca moderna fino alla metà del XX secolo divenne un rudere e gli abitanti locali distrussero l'infrastruttura del complesso per rifornirsi di materiale edilizio da impiegare per la costruzione di nuove masserie.
Con l'avvento della Riforma Agraria iniziata negli anni '50 attuata dal Consorzio di Bonifica del Bradano e Metaponto e grazie ai contributi della Regione Basilicata, Beni Culturali , il Comune di Bernalda e la Provincia di Matera, i resti di dell'antico forte furono restaurati e resi pubblici.

Galleria immagini Castello Torremare[modifica | modifica wikitesto]

Chiesetta di San Leone Magno nel Castello di Torremare[modifica | modifica wikitesto]

La Chiesetta di San Leone Magno all'interno del Castello di Torremare fu una parrocchia. Essa fu fondata dal Cardinale Ascanio Filomarino.
Nella relazione della visita pastorale dell'Arcivescovo Giovanni Michele Saraceno è scritto "il Rev.mo Arcivescovo, non potendo accedere a Torremare che dai pirati Turchi ed infedeli fu distrutta e non vi era popolo nè sacramenti, comandò il Rev. Domenico Di Leone, Arciprete del luogo, affinchè nel paese esistente di Bernalda facesse l'inventario dei beni stabili della chiesa, recinti o orti che, se fossero coltivati come una volta, sarebbero della Chiesa di detta terra".
L'Arciprete scrisse al Reverendissimo Arcivescovo il 15 marzo 1544 inviando una relazione sullo stato della Parrocchia i cui beni successivamente furono espropriati e venduti per i debiti contratti dal duca di Torremare.
In applicazione al concordato del 1818 i beni della soppressa Badia del Belvedere di Oppido Lucano, passarono alla Parrocchia di San Leone Magno per congrua. In una relazione del 1897 si legge: Torremare o Metaponto, Parrocchia San Leone Magno, abitanti 600, Don Domenico Grimaldi, Economo e Curato. L'ultimo parroco è stato Don Angelo Rotunno.[22]

La Chiesetta attualmente è inaccessibile ed in fase di restauro. Internamente ha un Altare interdetto per mancanza di pietra sacra, i paramenti erano maltenuti in buono stato i 16 candelieri di ottone ed una fonte battesimale distrutta.

Immagini Chiesetta San Leone Magno[modifica | modifica wikitesto]


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ FAI Castello Torremare, su fondoambiente.it.
  2. ^ Concerto Giovanni Allevi, su piazzalucana.it.
  3. ^ Concerto Marlene Kuntz, su sassilive.it.
  4. ^ SERIE 50V 201 II (TORREMARE) ANNO:1873, su igmi.org.
  5. ^ CARTA D'ITALIA - FOGLIO 87 TORREMARE, su igmi.org.
  6. ^ Donatella Gererardi, Associazione Nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia, 2012.
  7. ^ Antonio Bavusi, Turris Maris. Antiche vie di terra e d’acqua della costa jonica. (PDF), 2023.
  8. ^ George Gissing (Calabria 1897), Il Viaggio del Desiderio, Pellegrini, 2005 [1897].
  9. ^ 201 II-SO (METAPONTO) ANNO:1949 SERIE 25V, su igmi.org.
  10. ^ Antonio Bixio, Torri di mare e osservatori di paesaggi costieri, 2008, pp. 7-8-33.
  11. ^ GIOIA BERTELLI, L’INSEDIAMENTO MEDIEVALE DI TORRE DI MARE (METAPONTO) E I SUOI RAPPORTI CON IL TERRITORIO. PRIMI DATI, Edizioni all’Insegna del Giglio, 2001, p. 1.
  12. ^ François François Lenormant, Tra le genti di Lucania, Edizioni Osanna Venosa, 1999 [1883], p. 160, ISBN 88-8167-194-8.
  13. ^ Jean Baptiste Claude Richard, Viaggiatori stranieri in Terra di Basiicata, traduzione di Giovanni Caserta, Osanna Edizioni, 2005 [1778], SBN TSA0033815 Controllare il valore del parametro sbn (aiuto).
  14. ^ Antonio Bixio, Torri di mare e osservatori di paesaggi costieri, Grafie, 2008, pp. 7-8-33.
  15. ^ Antonio Bixio, Torri di mare e osservatori di paesaggi costieri, Grafie, 2008, pp. 8-9.
  16. ^ Antonio Bixio, Torri di mare e osservatori di paesaggi costieri, Grafie, 2008, pp. 17-41-61.
  17. ^ Antonio Bixio, Torri di mare e osservatori di paesaggi costieri, Grafie, 2008, pp. 53.
  18. ^ Antonio Bixio, Torri di mare e osservatori di paesaggi costieri, Grafie, 2008, pp. 14-15-16-65-66.
  19. ^ Catalogo generale dei Beni Culturali, su catalogo.beniculturali.it.
  20. ^ Catalogo generale dei Beni Culturali, su catalogo.beniculturali.it.
  21. ^ Michele Lacava, Topografia e storia di Metaponto, Matera, Editrice Bmg Matera, 1891, p. 94.
  22. ^ Si è spento Mons. Arcangelo Rotunno, su santuariomaterdominilaterza.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Bavusi, Turris Maris. Antiche vie di terra e d’acqua della costa jonica, 2023.
  • George Gissing (Calabria 1897), Il Viaggio del Desiderio, Pellegrini, 2005 [1897].
  • François François Lenormant, Tra le genti di Lucania, Edizioni Osanna Venosa, 1999 [1883], ISBN 88-8167-194-8.
  • Jean Baptiste Claude Richard, Viaggiatori stranieri in Terra di Basilicata, Edizioni Osanna Venosa, 2005 [1778]
  • Michele Lacava, Topografia e storia di Metaponto, Matera, Editrice Bmg Matera, 1891.
  • Gabriella Arena, Territorio e termini geografici dialettali nella Basilicata, Olschki Editore, 1979, SBN TSA0033815.
  • Luchino Franciosa, La casa rurale nella Lucania, Olschki Editore, 1942, ISBN 8822229045.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]