Violenza contro gli uomini: differenze tra le versioni

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La [[violenza sessuale]] contro gli uomini è trattata in modo diverso a seconda delle società e dei contesti in cui viene affrontata. Gli studi sostengono che, «per ridurre e prevenire la violenza sessuale contro gli uomini nelle situazioni di conflitto, il [[diritto internazionale]] dovrebbe essere interpretato, applicato e rinforzato in modo da delegittimare le concezioni pregiudizievoli e discriminatorie di genere, sesso e (omo) sessualità che spesso alimentano tale tipo di violenza».<ref>{{Cita pubblicazione|cognome= Lewis |nome= D. |titolo= Unrecognized victims: sexual violence against men in conflict settings under international law |rivista= Wisconsin International Law Journal |volume= 27 |numero= 1 |pp= 149 |editore= University of Wisconsin Law School |anno= 2009 |url= https://dash.harvard.edu/bitstream/handle/1/9823975/Lewis_2009_UnrecognizedVictims.pdf |cid= harv | postscript = .|lingua=en}}</ref><ref name=DelZottoJones001>{{Cita conferenza|cognome1=DelZotto|nome1=A.|cognome2=Jones|nome2=A.|lingua=en|titolo=Male-on-male sexual violence in wartime: human rights' last taboo?|conferenza=Paper presented to the Annual Convention of the International Studies Association (ISA)|città=New Orleans, LA|anno=2002|mese=23–27 Marzo|urlarchivio=https://www.webcitation.org/6GXM0FGlT|dataarchivio=11 maggio 2013|url=http://adamjones.freeservers.com/malerape.htm}}</ref><ref name=80percentmalerape>{{Cita libro|autore=United Nations Population Fund (UNFPA) |anno=2002 |titolo=Impact of armed conflict on women and girls |url=http://www.unfpa.org/publications/impact-armed-conflict-women-and-girls |p=64|lingua=en }}</ref><ref name=Stemple1HR>{{Cita pubblicazione|cognome=Stemple|nome=Lara |titolo= Male rape and human rights |rivista= Hastings Law Journal |volume= 60 |numero= 3 |pp= 605&ndash;647 |editore= University of California, Hastings College of the Law |data= febbraio 2009 |url= https://heinonline.org/HOL/Page?handle=hein.journals/hastlj60&id=623&collection=journals&index=journals/hastlj |cid= harv|lingua=en }} [http://scienceblogs.de/geograffitico/wp-content/blogs.dir/70/files/2012/07/i-e76e350f9e3d50b6ce07403e0a3d35fe-Stemple_60-HLJ-605.pdf Pdf.]</ref>
La [[violenza sessuale]] contro gli uomini è trattata in modo diverso a seconda delle società e dei contesti in cui viene affrontata. Gli studi sostengono che, «per ridurre e prevenire la violenza sessuale contro gli uomini nelle situazioni di conflitto, il [[diritto internazionale]] dovrebbe essere interpretato, applicato e rinforzato in modo da delegittimare le concezioni pregiudizievoli e discriminatorie di genere, sesso e (omo) sessualità che spesso alimentano tale tipo di violenza».<ref>{{Cita pubblicazione|cognome= Lewis |nome= D. |titolo= Unrecognized victims: sexual violence against men in conflict settings under international law |rivista= Wisconsin International Law Journal |volume= 27 |numero= 1 |pp= 149 |editore= University of Wisconsin Law School |anno= 2009 |url= https://dash.harvard.edu/bitstream/handle/1/9823975/Lewis_2009_UnrecognizedVictims.pdf |cid= harv | postscript = .|lingua=en}}</ref><ref name=DelZottoJones001>{{Cita conferenza|cognome1=DelZotto|nome1=A.|cognome2=Jones|nome2=A.|lingua=en|titolo=Male-on-male sexual violence in wartime: human rights' last taboo?|conferenza=Paper presented to the Annual Convention of the International Studies Association (ISA)|città=New Orleans, LA|anno=2002|mese=23–27 Marzo|urlarchivio=https://www.webcitation.org/6GXM0FGlT|dataarchivio=11 maggio 2013|url=http://adamjones.freeservers.com/malerape.htm}}</ref><ref name=80percentmalerape>{{Cita libro|autore=United Nations Population Fund (UNFPA) |anno=2002 |titolo=Impact of armed conflict on women and girls |url=http://www.unfpa.org/publications/impact-armed-conflict-women-and-girls |p=64|lingua=en }}</ref><ref name=Stemple1HR>{{Cita pubblicazione|cognome=Stemple|nome=Lara |titolo= Male rape and human rights |rivista= Hastings Law Journal |volume= 60 |numero= 3 |pp= 605&ndash;647 |editore= University of California, Hastings College of the Law |data= febbraio 2009 |url= https://heinonline.org/HOL/Page?handle=hein.journals/hastlj60&id=623&collection=journals&index=journals/hastlj |cid= harv|lingua=en }} [http://scienceblogs.de/geograffitico/wp-content/blogs.dir/70/files/2012/07/i-e76e350f9e3d50b6ce07403e0a3d35fe-Stemple_60-HLJ-605.pdf Pdf.]</ref>


Il problema della violenza contro gli uomini è stato oggetto di dibattito presso il [[Consiglio d'Europa]], ove essa è stata definita una "violazione dei diritti umani, ma anche un ostacolo all'eguaglianza tra donne e uomini" ("violation of human rights, but also as an obstacle to equality between women and men")<ref name="conference">''[http://www.coe.int/t/dghl/standardsetting/equality/03themes/violence-against-women/EG-SEM-MV(2005)Proceedings_en.pdf Violence within the family: the place and role of men]'', Conference Proceedings, Strasburgo, 6-7 dicembre 2005</ref>.
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==La violenza di genere al maschile==
==La violenza di genere al maschile==

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Violenza contro gli uomini è un'espressione usata da alcuni ricercatori per raggruppare vari fenomeni di violenza contro gli uomini,[1][2][3] tra cui le violenze intrafamiliari, la violenza sessuale, la violenza di genere e gli abusi su minori.[4][5][6][7]

Alcuni ricercatori ritengono che la violenza contro gli uomini sia un serio problema sociale, oggetto di meno attenzione che la violenza contro le donne;[8] e che sia un fenomeno diverso dalla violenza sulle donne per natura, contesto e modalità di studio.[9][10][11]

Tra le ragioni per cui la violenza contro gli uomini sarebbe considerata un tabù sociale, viene indicato lo stereotipo dell'uomo come sesso forte,[9][12] che porterebbe a una scarsità di studi sulla violenza delle donne contro gli uomini, sebbene esistano.[13]

Secondo alcuni autori, gli uomini sarebbero sottorappresentati come vittime[14][15] e sovrarappresentati come autori di violenze.[16][17]

La violenza sessuale contro gli uomini è trattata in modo diverso a seconda delle società e dei contesti in cui viene affrontata. Gli studi sostengono che, «per ridurre e prevenire la violenza sessuale contro gli uomini nelle situazioni di conflitto, il diritto internazionale dovrebbe essere interpretato, applicato e rinforzato in modo da delegittimare le concezioni pregiudizievoli e discriminatorie di genere, sesso e (omo) sessualità che spesso alimentano tale tipo di violenza».[18][19][20][21]

Il problema della violenza contro gli uomini è stato oggetto di dibattito presso il Consiglio d'Europa, ove essa è stata definita una "violazione dei diritti umani, ma anche un ostacolo all'eguaglianza tra donne e uomini" ("violation of human rights, but also as an obstacle to equality between women and men").[22]

La violenza di genere al maschile

Durante il massacro di Srebrenica furono uccisi 8372 uomini e 7 donne; l'attacco era rivolto specificamente ad eliminare gli uomini adulti della città[23]

L'attenzione degli studiosi in ambito di violenza di genere è stata maggiormente rivolta alla violenza sulle donne, mentre quella contro gli uomini è stata presa in esame solo di recente[24]. Il termine violenza di genere viene quindi applicato per riferirsi ad atti violenti contro entrambi i generi, maschile e femminile[25].

Il Foreign Office britannico collaborò nel 2014 con l'Institute for International Criminal Investigations, che nell'ambito della Preventing Sexual Violence Initiative, stilò delle linee guida per l'investigazione sui casi di violenza contro gli uomini in contesti di guerra.[26] In tali situazioni, infatti, la maggior parte delle violenze commesse ai danni di civili, uomini e ragazzi, si configura come violenza di genere[27].

Diversi studiosi, dell'area ideologica femminista[19], affermano che nessun tipo di violenza contro gli uomini possa essere considerata violenza di genere e mantengono l'esclusività del temine solo per quella esercitata nei confronti delle donne[19], ponendo come riferimento il testo della Dichiarazione sull'eliminazione della violenza contro le donne del 1993[28][29]; altri ricercatori invece sostengono che essa sia un concetto più ampio che includa qualsiasi tipo di violenza fisica o psicologica praticata contro qualsiasi persona in base al suo sesso o genere[30][31][32][33]. In conformità con le Nazioni Unite, il termine è utilizzato «per distinguere la violenza comune da quella diretta a individui o gruppi in base al loro genere»[34], approccio condiviso da Human Rights Watch in diversi studi effettuati negli ultimi anni[35][36] e dallo Statuto di Roma in cui si indica che il termine si applica ad entrambi i sessi[37][38].

Questo tipo di violenza evidenzia caratteristiche differenti rispetto ad altri tipi di violenza interpersonale,[39] e anche se comunemente viene associata alla violenza contro la donna, pur non essendone un sinonimo,[40][41] la violenza di genere è un problema che include anche i maschi: violenze sessuali contro detenuti, prostituzione forzata, sfruttamento del lavoro, tortura in tempo di guerra, traffico di esseri umani, molestie in organizzazioni maschili, aggressioni nei confronti di omosessuali, bisessuali o transgender[42], aggressioni con acido[43][44][45] e circoncisione forzata[46].

Violenza domestica

"Femme battant son mari", illustrazione di Albrecht Dürer.

Uno studio del 1987 sul Journal of Interpersonal Violence ha affermato che: "circa il 30% degli uomini e il 32% delle donne hanno riportato di aver impiegato qualche forma di aggressione fisica contro il proprio partner. Inoltre, il 49% degli uomini e il 26% delle donne hanno riferito di essere vittime di aggressioni fisiche dai loro attuali partner."[47]

Uno studio successivo del 1989 pubblicato su "Aggressive Behavior" ha affermato che "Un'alta incidenza di qualche forma di violenza è stata riscontrata, con donne che mostrano livelli più elevati rispetto agli uomini, replicando così precedenti conclusioni degli Stati Uniti basati sui report delle vittime".[48]

La stessa rivista “Aggressive Behavior”, ha riscontrato, in uno studio successivo del 1996, su un campione di 1978 uomini e donne eterosessuali, che mentre gli uomini erano vittime di violenza nel 18% dei casi prendendo in considerazione tutte le relazioni e nell'11% nell'attuale relazione, le donne erano vittime di violenza nel 13% prendendo in considerazione tutte le relazioni e nel 5% nell'attuale relazione. Inoltre gli stessi dati hanno rilevato che, prendendo in considerazione tutte le relazioni, il 10% degli uomini e l'11% delle donne avevano commesso atti violenti nei riguardi del proprio partner[49].

Ulteriormente, da uno studio scientifico pubblicato nel 2002 risulterebbe che “Approssimativamente, la stessa percentuale di maschi e femmine commettono violenza all'interno delle loro relazioni (...), e la violenza perpetrata da femmine non può essere sempre scartata come auto-difesa (…), sia maschi che femmine avevano uguale probabilità di tirare il primo colpo in caso di abuso coniugale. Inoltre, diversi studi hanno mostrato che approssimativamente nel 25% delle relazioni, il maschio è il solo perpetratore di violenza, circa nel 25% delle relazioni, la femmina è la sola perpetratrice di violenza; e approssimativamente nel 50% delle relazioni, la violenza è reciproca”[50].

Allo stesso modo, una pubblicazione del 2004 sul Journal of Family Violence, affermerebbe che "Contrariamente alla nostra ipotesi, non c'era differenza nella percentuale di donne e uomini che avevano inflitto lesioni gravi o estreme ai loro partner (omissis). Queste lesioni, che richiedevano attenzione medica, includevano contusioni, ossa rotte e ferite da coltello (...). Così, quando le donne infliggevano lesioni gravi ai loro partner, nella maggior parte dei casi usavano un'arma o un oggetto. Al contrario, gli uomini che infliggevano questo stesso grado di lesione erano più propensi ad usare aggressioni fisiche per colpire le loro vittime"[51]

Nel 2005 sulla rivista peer-reviewed “Violence and Victims” è risultato che tra gli studenti universitari, uomini e donne erano ugualmente autori di violenza sul partner. L'unica differenza era che le donne avevano il doppio di possibilità di usare violenza grave verso i loro partner (15,11 vs 7,41%)[52].

Una ricerca del 2012 di 111 studi, pubblicata sulla rivista peer-reviewed “Partner Abuse”, ha stimato che vi fosse una percentuale di circa il 24,8% di perpetrazione di violenza nelle coppie, e che la violenza domestica era commessa leggermente più dalle donne che dagli uomini siccome 1 donna su 4 (il 28,3%) risultava aver commesso atti di violenza sul partner e 1 uomo su 5 (il 21,6%) aveva commesso atti di violenza sulla partner.[53]

Indagini nazionali statunitensi ritengono che la violenza reciproca, abbinata per livello di gravità, sia la forma più comune), e che la violenza domestica femminile contro un maschio non-violento (percosse verso il marito) è 2,5 volte più comune delle percosse verso la moglie.[54]

Il "Partner Abuse State of Knowledge Project" (PASK)[55] del 2013, pubblicato dal Domestic Violence Research Group[56] ha sancito che uomini e donne sono autori e vittime di violenza domestica in egual numero[57].

Violenza sessuale

Ricerche sulla violenza sessuale a danno degli uomini

Nel 1994 è stato condotto uno studio su 462 studenti universitari della California del Sud:

"Un campione prevalentemente eterosessuale di 204 studenti universitari maschi è stato invitato a segnalare episodi di contatto sessuale o rapporto sessuale sotto pressione o forzato dall’età di 16 anni in poi"

Il risultato dello studio, pubblicato sulla rivista scientifica "Sexuality and Culture" è stato che:

"Circa il 34% ha indicato di aver ricevuto contatto sessuale coercitivo: il 24% da donne, il 4% da uomini, e il 6% da entrambi i sessi. Il contatto includeva solo tocco sessuale per il 12% e rapporto sessuale per il 22%"[58]

L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) stima che la prevalenza di abusi sessuali infantili nei confronti dei maschi sia del 7,6% a livello mondiale. Un risultato simile è fornito da una meta-analisi del 2009 riguardante 22 paesi, in cui è stato rilevato che, in media, il 7,9% degli uomini aveva subito abusi sessuali durante l'infanzia. Altre ricerche suggeriscono che dal 3 al 17 per cento dei maschi ha subito abusi sessuali prima dei 18 anni [59]. Una ricerca internazionale sull'abuso sessuale infantile ha dimostrato che i ragazzi hanno più probabilità rispetto alle ragazze di essere vittime di abusi da parte di un non appartenente alla famiglia. Gli autori sono spesso uomini anziani eterosessuali, che non hanno nessun legame di parentela con le loro vittime[59].

Stupri di donne su uomini

In un campione di circa 400 giovani uomini circa il 30% ha riportato di essere stato oggetto di interazioni sessuali non desiderate[60].

Per far fronte a questo problema la legislazione statunitense ha promulgato leggi in materia per sancire un'uguaglianza di trattamento al di là del genere della vittima[61].

Negli Stati Uniti vi sono stati casi celebri di violenza sessuale su minori maschi da parte di donne adulte: tra questi quelli di Mary Kay Letourneau e Debra Lafave.

Violenza sessuale nelle carceri

Diversi autori concordano sul fatto che nei penitenziari si verificano più violenze sugli uomini che sulle donne, anche se ci sono disaccordi su questo punto. Secondo tre pubblicazioni indipendenti citati da Alex Thio e Jim Taylor nel 2011, lo stupro di donne nelle carceri, a livello globale, è proporzionalmente equivalente a quello delle donne in generale, in qualsiasi ambito. Al contrario, un uomo su cinque che entra in carcere viene violentato prima di scontare la sua pena, percentuale questa superiore al 3,8% degli uomini che sono vittime di violenza durante il corso della loro vita.[62] Secondo l'autore, ci sono tre ragioni che possono spiegare questo fenomeno: la poca empatia per i prigionieri da parte della società, la mancanza di una punizione per gli stupratori sessuali e la mancata separazione di questi dai prigionieri più sottomessi.[62] Secondo il "Rapporto mondiale su violenza e salute" della Pan American Health Organization, la violenza sessuale nelle carceri avviene soprattutto tra i detenuti come un modo per stabilire gerarchie, rispetto e punizioni. Tuttavia sono anche stati riportati casi dove i detenuti sono costretti dalle autorità a violentarsi l'un l'altro per "divertimento", o sono costretti a fare favori sessuali o a essere "puniti" sessualmente.[63]

Violenze sessuali in regioni di guerra

Diversi autori trattano degli aspetti del diritto internazionale di un evento ampiamente non riconosciuto nei conflitti armati: la violenza sessuale contro gli uomini. L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha analizzato il fenomeno della violenza sessuale commessa contro maschi adulti e ragazzi in zone di conflitto, spiegando come il fenomeno della violenza sessuale contro i maschi in guerra sia sottovalutato, molto frequente e legato a specifiche esigenze di umiliazione di genere della vittima[59].

L'ONU ha dedicato un forum apposito all'analisi del problema ed in particolare al fenomeno della mancata denuncia da parte delle vittime, che vivono il crimine subito come una forma di umiliazione in ragione della tradizionale rappresentazione della donna stuprata come una vittima e dell'uomo stuprato come meritevole di derisione, in quanto non in grado di assolvere al suo ruolo di genere.[64]

Dello stesso parere è l’Halsbury’s Law Exchange, think tank inglese prestigioso, che ha pubblicato una studio sull'argomento che giunge alle stesse conclusioni [65], sottolineando a pag. 5 dello studio che “gli uomini sono particolarmente vulnerabili alle aggressioni sessuali in zone di conflitto. Come l'Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari dell'ONU ha sottolineato, la maggior parte degli esperti concorda che l'attività investigativa porta a far emergere violenze sessuali di uomini su uomini - nella forma di stupro, tortura sessuale, violenza genitale e umiliazione sessuale - nella maggior parte dei conflitti" e che "le esperienze maschili di aggressione sessuali sono state messe per la maggior parte a tacere".

Circoncisione forzata

Nell'illustrazione è raffigurata una cintura chiudibile a chiave, con un tubo per l'inserimento del pene. Usa spuntoni, scosse elettriche e un campanello d'allarme come punizione per le erezioni. Fu brevettato nel 1903 per prevenire la masturbazione ed emissioni notturne.

La circoncisione maschile non necessaria è considerata da diversi gruppi come una forma di violenza contro giovani uomini e ragazzi[46][66]. La Corte penale internazionale considera la circoncisione forzata un "atto inumano"[46]. Alcune sentenze giudiziarie hanno rilevato che si tratta di una violazione dei diritti del bambino[67]. In alcuni paesi, come Australia, Bangladesh, Canada, Indonesia, Pakistan, Filippine, Corea del Sud, Turchia e Stati Uniti, i maschi appena nati vengono regolarmente circoncisi senza il consenso del bambino[68][69]. Inoltre, in alcune religioni, come quella ebraica e musulmana è usanza circoncidere i ragazzi in giovane età[70]. Lo stesso accade in alcune religioni cristiane come quella copta e ortodossa etiope[69][71]. Anche in Africa, avvengono circoncisioni forzate e violente[72][73].

Qualsiasi taglio dei genitali femminili, noto anche come mutilazioni genitali femminili, è stato vietato nella maggior parte dei paesi occidentali, iniziando in Svezia nel 1982 e negli Stati Uniti nel 1997[74]. Tuttavia ancora oggi, la circoncisione maschile è legale in tutto il mondo[68].

Sebbene una sentenza del 2012 in Germania abbia messo in discussione la pratica della circoncisione maschile, definendo la circoncisione "un grave danno fisico", il parlamento tedesco ha approvato una legge per mantenere legale la circoncisione dei ragazzi[75].

Stermini di massa

In situazioni di violenza strutturale, che includono guerre e genocidi, uomini e ragazzi sono spesso catturati e assassinati.[76] Durante la guerra del Kosovo, è stato stimato che le vittime civili di sesso maschile costituivano più del 90% del totale delle vittime.[76] Altri esempi di stermini di massa di civili maschi sono avvenuti anche durante la repressione politica in Unione Sovietica.[76]

Uomini e ragazzi non combattenti sono stati, e continuano ad essere, gli obiettivi più frequenti degli stermini di massa e dei genocidi, così come altre atrocità e abusi su minori.[77] Gendercide Watch, un gruppo indipendente per i diritti umani, ha documentato multipli stermini di massa contro il genere maschile (uomini e ragazzi maschi), come nel genocidio curdo,[78] conosciuto come operazione al-Anfal, (Kurdistan, 1988), nel genocidio armeno (1915-1917)[79] e nel genocidio del Ruanda (1994)..[80] La coscrizione forzata può anch'essa essere considerata come una violenza contro gli uomini in base al genere.[81]

Percezione sociale della violenza e riluttanza maschile alla denuncia

Disegno in stile Kalighat, "Woman Striking Man With Broom" (Calcutta, India, 1875).

Data una prevalente considerazione sociale verso il caso in cui la vittima è di genere femminile, è stata rilevata una comune sensibilizzazione che considera come eccezioni i casi in cui la vittima è di genere diverso, nonostante i dati statistici evidenzino il contrario.[82][22][83] Tale fenomeno ha generato una "normalizzazione" della violenza femminile diminuendo l'allarme sociale.[82]

A volte gli uomini vittime di violenza domestica sono riluttanti a denunciare la violenza o addirittura a cercare aiuto. Esiste anche lo stereotipo secondo cui solo gli uomini praticano la violenza domestica senza mai esserne vittime[84]. Come in altre forme di violenza contro gli uomini, quella tra partner è generalmente meno riconosciuta nella società quando le vittime sono maschi[85][86]. La violenza esercitata dalle donne contro gli uomini è comunemente banalizzata[87][88] in ragione del fisico femminile ritenuto più debole; e in tali casi, l'uso di oggetti e armi pericolosi viene omesso. Le ricerche hanno identificato, a partire dagli anni '90, problemi di parzialità percepiti e reali quando è coinvolta la polizia e la vittima (uomo) viene screditata anche se ferita[89].

Secondo il giornalista Martin Daubney "gli uomini non denunciano le loro esperienze [di violenza da parte di donne] per via di una cultura di aspettative virili".[90] La cifra ufficiale nel Regno Unito, per esempio, è pari a circa il 50% del numero degli atti di violenza degli uomini contro le donne, ma ci sono indizi che solo il 10% delle vittime maschili denunci gli episodi alle autorità, principalmente a causa di tabù e paure di incomprensioni create da una cultura di aspettative virili[91].1,9 milioni di persone di età compresa tra i 16 e i 59 anni hanno riferito al Crime Survey for England and Wales di essere state vittime di violenza domestica e il 79% non ha denunciato il proprio partner o ex partner. Di queste, circa 1,2 milioni erano donne e 713000 erano uomini[92]. Una ricerca canadese ha evidenziato che gli uomini avevano il 22% di probabilità in più rispetto alle donne di essere vittime di violenza nella loro attuale relazione[91][93]. I ricercatori Stemple e Meyer riportano che la violenza sessuale sugli uomini da parte delle donne è spesso poco studiata o non riconosciuta[94], mentre altri studi evidenziano che le forme di abusi sugli uomini siano in gran parte di tipo psicologico[95].

Il National Center for Injury Prevention e il Control of the Centers for Disease Control and Prevention in un rapporto del 2010 riportano come gli uomini statunitensi che affermano di essere stati stuprati sono l'1,8% (1 su 71, mentre le donne che riportano analoga violenza sono il 18,3 cioè 1 su 5).[96]

Uno studio statunitense (Strauss 2006) ha rilevato l'esistenza di un alto livello di accettazione da parte delle donne della violenza contro gli uomini.[97]

Costituisce un problema nello studiare il fenomeno il silenzio e il senso di vergogna che caratterizzano la vittima maschile di abusi,[82][22][98] a ciò si aggiunge l'incertezza tra gli studiosi nel dare definizioni univoche di "abuso domestico".[82]

Le teorie che affermano che le donne sono tanto violente quanto gli uomini sono state definite teorie della simmetria di genere.[99][100][101]

Straus e Gelles, analizzando la violenza entro le coppie sposate, hanno rilevato che nel 27% dei casi è il maschio a commettere la prima violenza; nel 24% è la femmina; nei rimanenti casi la violenza è reciproca, con entrambi i compagni che si abusano l'un l'altro.[102]

Martin S. Fiebert del Department of Psychology dell'Università della California ha compilato una bibliografia commentata di 286 ricerche accademiche compiute sugli abusi matrimoniali compiuti contro i compagni, giungendo alla conclusione che la violenza femminile sia equiparabile se non superiore rispetto a quella maschile nelle relazioni di coppia e matrimoniali ("women are as physically aggressive or more aggressive than men in their relationships with their spouses or male partners"; "le donne sono fisicamente aggressive quanto o più degli uomini nelle loro relazioni verso i coniugi o compagni maschi").[103] In un articolo sul Los Angeles Times sulle vittime maschili di violenze domestiche, Fiebert afferma che vi è "consenso sul fatto che le donne agiscano quanto l'uomo nell'aggredire fisicamente il proprio partner", ma che le donne hanno più probabilità di essere ferite.[104]

John Archer del Department of Psychology dell'University of Central Lancashire nel Regno Unito, commentando un proprio studio dal quale si evince che il 35% delle violenze domestiche negli USA ha per vittime uomini, afferma:

«La presente analisi indica che gli uomini sono tra coloro che sono oggetto di aggressione fisica. Risulta non risolta la questione del fino a che punto questo fenomeno richieda l'adozione della nozione di abuso reciproco o dell'equivalente maschile della "donna maltrattata". Entrambe suscitano perplessità. Straus (1997) ha avvertito dei pericoli insiti - specialmente per le donne - in forme di aggressione fisica divenute di routine nei rapporti di coppia. Gli "uomini maltrattati" - coloro oggetto di violenze sistematiche e protratte - verosimilmente soffriranno danni fisici e psicologici, assieme a problemi specifici associati con una mancanza di riconoscimento della loro condizione (George and George, 1998). Nell'approcciarsi a questi problemi non ci si deve astenere dal continuare a porre attenzione al problema delle "donne maltrattate".»

Per quanto riguarda il rapporto verso i figli, donne e uomini commettono almeno lo stesso numero di infanticidi,[106] mentre, secondo uno studio del Dipartimento Statunitense della Salute pubblicato nel dicembre 2013, il maltrattamento ai bambini è perpetrato nel 53.5% da donne e nel 45.3% da uomini (nell'1.1% il genere era sconosciuto).[107]

Nei casi di violenza di genere, giocano un ruolo altri fattori quali la classe sociale, la cultura, la religione, la dimensione ideologica. Tuttavia il ruolo dei comportamenti sessisti in correlazione con la violenza domestica hanno dato risultati contrastanti.[108][109]

Uno studio del 1997 ha dimostrato come una percentuale notevolmente maggiore di uomini rispetto alle donne tenda a non rivelare l'identità del proprio aggressore.[110] Una ricerca del 2009, mostrerebbe come ci sarebbe una maggiore accettazione degli abusi perpetrati dalle donne rispetto a quelli perpetrati dagli uomini.[111]

Diversi studi sulle attitudini sociali mostrano che la violenza è percepita in maniera più o meno seria a seconda del genere della vittima e dell'autore.[112][113][114] Secondo uno studio apparso sulla pubblicazione Aggressive Behavior, la violenza contro le donne aveva circa un terzo di probabilità in più di essere denunciata da terze parti alla polizia indipendentemente dal genere dell'aggressore,[115] sebbene la combinazione con più probabilità di essere denunciata fosse quella che vedeva una donna come vittima e un uomo come autore.[115] L'uso di stereotipi da parte delle forze dell'ordine è un problema riconosciuto[116] e la studiosa di diritto internazionale Solange Mouthaan sostiene che, in scenari di conflitto, la violenza sessuale ai danni degli uomini sia stata ignorata in favore di una maggiore attenzione su quella contro le donne e i bambini[117]. Una spiegazione per questa differenza è che la forza fisica che gli uomini esercitano sulle donne rende le persone più propense a condannare questo tipo di violenza[118]. Il concetto di sopravvissuti alla violenza di sesso maschile va contro la percezione sociale del ruolo di genere dell'uomo e porta ad un basso riconoscimento e a poche disposizioni legali[119]. Spesso non c'è un impianto legale per perseguire una donna quando commette violenza nei confronti di un uomo[120]. Richard Felson contesta il presupposto secondo cui la violenza sulle donne è diversa da quella contro gli uomini. Gli stessi motivi giocano un ruolo simile in quasi tutti gli episodi di violenza indipendentemente dal genere: il desiderio di ottenere il controllo o una retribuzione e l'intento di promuovere o difendere l'immagine di sé[121].

La giornalista Cathy Young, scrivendo per la rivista Time, ha criticato il movimento femminista per non aver fatto abbastanza per contestare i doppi standard nel trattamento delle vittime maschili di abusi fisici e sessuali[122].

In molti casi di violenza di genere ai danni degli uomini, come ad esempio in seguito agli episodi avvenuti durante la guerra nella Repubblica Democratica del Congo, non vi è stata alcuna denuncia da parte delle vittime per via di vari fattori sociali e culturali associati alle aggressioni sessuali, tra cui la "vergogna del sopravvissuto", paura di rappresaglie da parte degli esecutori e lo stigma della comunità[123].

Diffusione del fenomeno

Americhe

Canada

In Canada è stato rilevato (2007) che il 7% delle donne ed il 6% degli uomini sono stati oggetto di abusi dal partner e che le vittime femminili di violenze domestiche matrimoniali si sono ferite in più del doppio dei casi con vittime maschili, hanno temuto per la propria vita nel triplo dei casi, nel doppio sono state soggette a stalking o hanno subito più di dieci episodi di violenza[124].

Stati Uniti d'America

Negli Stati Uniti d'America, stando ai dati del Bureau of Justice Statistics, nel 1995 per ogni denuncia per abusi domestici commessi dal proprio partner effettuata da un uomo ve ne erano sei effettuate da donne: il tasso di denuncia quell'anno è stato sei volte maggiore nelle femmine rispetto che nei maschi[125][126]. Il Centers for Disease Control riporta che nel 2011 2,9 milioni di uomini sono stati vittime di violenze domestiche contro a 4.8 milioni di vittime donne[127]. Studi sottolineano come tali dati sono incompleti perché gli uomini tendono con più difficoltà a riportare simili casi di abuso[128]: secondo alcuni studi meno dell'1% dei casi sarebbe denunciato alla polizia[129][130]. In particolare è stata notata la sopravvalutazione della violenza contro le donne rispetto a quella contro gli uomini per effetto della vittimizzazione maggiore delle prime, dovuta all'aver riportato presso il pubblico un maggiore numero di casi di cronaca relativi a violenze contro vittime di genere femminile rispetto a quelle di genere maschile[131]. Straus, in una propria analisi condotta a riguardo degli abusi domestici commessi negli USA, ha affermato che tra le violenze contro le donne e quelle contro gli uomini non vi sono differenze statisticamente rilevanti: con riferimento agli abusi minori essi si sono verificati contro donne in 78 casi ogni 1000 coppie, contro uomini in 72 ogni 1000; con riferimento agli abusi maggiori contro donne in 46 casi ogni 1000 coppie, contro uomini in 50 ogni 1000[132].

Europa

Germania

In Germania uno studio condotto su un campione di 266 uomini ha riportato che tre su cinque (il 66.4%) sono stati vittime di violenze nell'infanzia o nell'adolescenza; in base allo studio, durante la vita adulta, specie nella fascia d'età tra i 18 ed i 25 anni d'età in cui gli episodi violenti appaiono essere più ricorrenti, gli uomini subiscono violenza fisica per l'85,8 da altri uomini, per il 14,2% da donne; subiscono invece violenza psicologica soprattutto sul luogo di lavoro e da parte della compagna, autrice di violenze fisiche nel 7,4% dei casi considerati.[133]

Italia

Secondo un'indagine dell'Università degli Studi di Siena del 2011, il numero di vittime maschili di violenza di genere in Italia sarebbe di cinque milioni all'anno[134].

Una ricerca effettuata del 2015 nell'ambito del progetto dell'Unione europea Daphne III[135] sulla violenza nelle dinamiche di coppia, realizzata analizzando un campione di giovani tra i 14 e i 17 anni, riporta che i ragazzi che hanno subito una forma di violenza sessuale sono tra il 9% ed il 25%.

Secondo un'indagine del 2016 da parte di studi di settore, in Italia 3.8 milioni di uomini hanno subito abusi e molestie. Si calcola che la percentuale si attesti intorno al 18.7 % della popolazione maschile italiana.[136]

Regno Unito

Nel Regno Unito dal 1999 al 2009 i casi di violenza domestica contro gli uomini sono aumentati del 167% rispetto al 40% delle violenze verso le donne ed il numero di violenze denunciate dagli uomini è passato da 2.524 a 6.753, mentre quelle contro le donne sono aumentate da 30.513 a 42.502 nello stesso lasso di tempo; per le violenze di cui è stato fatto oggetto muore in media un uomo ogni tre settimane.[137][138]

Il sistema sanitario nazionale britannico ha istuito uno specifico centro di supporto per le vittime maschili di violenza domestica.[139]

Svizzera

In Svizzera è stato fatto notare come l'uomo tenda ad essere visto come "autore" della violenza e con difficoltà come "vittima" - con conseguenti problemi di credibilità della violenza subita - e come vi sia una scarsa propensione denunciatoria da parte delle vittime maschili, che vivono la violenza subita come "normale" o si vergognano di raccontare la propria debolezza - "l'essere vittime di violenza non si concilia con l'immagine di “vero uomo” veicolata dalla società" - o se ne sentono responsabili, colpevolizzandosi;[140]. Valutando i dati relativi ai casi di omicidio consumato e tentato commessi a danno di uomini tra il 2000 ed il 2004, emerge che, su 203 casi, le vittime sono state oggetto di violenza omicida da parte di sconosciuti in 121 casi, da parte di familiari (partner esclusa) in 103, da parte della propria compagna o di una propria ex in 54[141].

Discriminazioni di genere contro gli uomini

Lo stesso argomento in dettaglio: Mascolinismo § Discriminazione contro gli uomini.

Discriminazione lavorative

Il dibattito recente ha portato alla luce anche una forma di discriminazione sul lavoro contro gli uomini, sollecitato in particolare da un libro del filosofo David Benatar,[142] che denuncia come relegati ai soli uomini alcuni lavori fisicamente usuranti o pericolosi. Tali lavori vengono, inoltre, raramente rivendicati dalle donne.

Il fenomeno è oggetto di studio [143] e ha determinato denunce per discriminazione [144] e l'interesse di ricercatori e media[145].

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    • 2) "...men are more likely to suffer spousal violence, with 342,000 women and 418,000 men suffering abuse in the preceding five years to 2014."
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Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni