Solfato mercuroso

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Solfato mercuroso
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareHg2SO4
Massa molecolare (u)497,24
Aspettosolido bianco giallastro
Numero CAS7783-36-0
Numero EINECS231-993-0
PubChem24545
SMILES
O=S(=O)(O[Hg])O[Hg]
Proprietà chimico-fisiche
Densità (g/cm3, in c.s.)7,56
Solubilità in acqua0,6 g/L a 25 °C
Proprietà tossicologiche
DL50 (mg/kg)205 (ratto, orale)
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
tossicità acuta tossico a lungo termine pericoloso per l'ambiente
pericolo
Frasi H300 - 310 - 330 - 373 - 410
Consigli P260 - 264 - 273 - 280 - 284 - 301+310 [1]

Il solfato mercuroso è un sale di mercurio(I) dell'acido solforico. Si presenta allo stato solido cristallino con colorazione bianco giallastra, che diventa bruna per esposizione alla luce.

È un composto molto tossico, il cui principale utilizzo riguarda le celle elettrochimiche.

Sintesi[modifica | modifica wikitesto]

Il solfato mercuroso può essere preparato addizionando acido solforico a una soluzione di nitrato mercuroso:[2][3]

Un altro metodo di sintesi consiste nell'ossidare direttamente un eccesso di mercurio con acido solforico concentrato:[2]

Uso nelle celle elettrochimiche[modifica | modifica wikitesto]

Il solfato mercuroso venne per la prima volta introdotto nelle celle elettrochimiche da Josiah Latimer Clark nel 1872, rappresentando un miglioramento della precedente cella Daniell.[4] In seguito fu usato per costruire la pila Weston, ampiamente impiegata durante il XX secolo come pila di riferimento.

Insieme al solfato d'argento, risulta essere un buon elettrodo a temperature superiori ai 100 °C.[5] La bassa solubilità del solfato mercuroso, che ne limita la diffusione dal catodo, è però sufficiente a garantire un grande potenziale a un elettrodo al mercurio: queste caratteristiche peculiari rendono particolarmente adatto il composto per l'impiego in celle standard.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Scheda IFA-GESTIS Archiviato il 16 ottobre 2019 in Internet Archive.
  2. ^ a b Mayce Cannon Sneed, Comprehensive Inorganic Chemistry (Volume 4), Van Nostrand, 1955, p. 104.
  3. ^ G. A. Hulett, Mercurous Sulphate, Cadmium Sulphate and the Cadmium Cell, in Phys. Rev. (Series I), vol. 25, n. 16, 1907, p. 19, DOI:10.1103/PhysRevSeriesI.25.16.
  4. ^ John T. Stock, GEORGE AUGUSTUS HULETT: FROM LIQUID CRYSTALS TO STANDARD CELL (PDF), in Bull. Hist. Chem., vol. 25, n. 2, 2000, p. 93.
  5. ^ M. H. Lietzke e R. W. Stoughton, The Behavior of the Silver—Silver Sulfate and the Mercury—Mercurous Sulfate Electrodes at High Temperatures, in J. Am. Chem. Soc., vol. 75, n. 21, 1953, pp. 5226–5227, DOI:10.1021/ja01117a024.
  6. ^ R. B. Elliott e G. A. Hulett, Sulphates of Mercury and Standard Cells, in J. Phys. Chem., vol. 36, n. 7, 1932, pp. 2083–2086, DOI:10.1021/j150337a013.
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