Ribes uva-crispa

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Uva spina
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
Ordine Saxifragales
Famiglia Grossulariaceae
Genere Ribes
Specie R. uva-crispa
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Rosidae
Ordine Rosales
Famiglia Grossulariaceae
Genere Ribes
Specie R. uva-crispa
Nomenclatura binomiale
Ribes uva-crispa
L., 1753
Sinonimi

Grossularia uva-crispa
(L.) Mill.
Oxyacanthus uva-crispa
(L.) Chevall.
Ribes grossularia
L.

Nomi comuni

Uva spina ungherese=köszmete

Ribes uva-crispa (L., 1753), comunemente nota come uva spina, è un pianta appartenente alla famiglia delle Grossulariaceae, originaria di Europa e Medio Oriente[1]. Le sue bacche, commestibili, sono considerate frutti di bosco.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'uva spina è un piccolo arbusto perenne, caducifoglio e a latifoglie, spinoso con rami intricati, alto circa 50–200 cm. La sua forma biologica è "NP - nano-fanerofita", cioè pianta legnosa con gemme perennanti poste tra 20 cm e 2 m dal suolo.

Ha foglie lobate, senza stipole, di pelosità variabile.

I fiori, solitari o a racemo di 2-3 fiori, hanno un breve peduncolo. Il calice è formato da cinque sepali giallo-verdi, gialli o porporini, di 5–7 mm. La corolla è formata da cinque petali minori dei sepali, alternati ad essi. Il fiore ha 5 stami epipetali (disposti in corrispondenza dei petali). L'ovario è infero, con uno stilo bifido. La fioritura avviene in aprile e la fruttificazione si ha ad agosto.

Il frutto è una bacca edule di dimensione e pelosità variabile con alcuni semini all'interno; ne esistono diverse varietà con colore rosso o giallo. Le radici sono superficiali e non vanno in profondità.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Maggiori produttori di uva-crispa (2012)[2]
(in tonnellate)
Bandiera della Germania Germania 77 000
Bandiera della Russia Russia 51 000
Bandiera della Polonia Polonia 16 318
Bandiera dell'Ucraina Ucraina 7 500
Bandiera della Rep. Ceca Rep. Ceca 3 100
Bandiera del Regno Unito Regno Unito 2 620
Bandiera dell'Austria Austria 1 875
Bandiera dell'Ungheria Ungheria 745
Bandiera della Danimarca Danimarca 436
Bandiera della Lituania Lituania 300
Mondo 161 462

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

L'uva spina è una pianta eurasiatica, originaria di Europa e parte del Medio Oriente e del Nordafrica. A causa della sua popolarità come pianta da frutto è stata tuttavia introdotta dall'uomo in un areale ben più ampio, che include America Settentrionale ed Estremo Oriente. In Italia è comune sulle Alpi e sull'Appennino centro-settentrionale, fino al Molise[3]. Cresce nei boschi e nelle radure di montagna, dai 100 ai 1600 m di quota.

Coltivazione[modifica | modifica wikitesto]

L'uva spina predilige posizioni semi-ombreggiate e luoghi freschi, patendo la siccità prolungata. Vegeta in terreni sub-acidi e non troppo compatti. È molto resistente al freddo e non teme le gelate tardive; inoltre è rustica e molto resistente alle malattie.

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Il frutto è commestibile; aromatico, succoso e dolce a piena maturazione. Può essere usato fresco, per fare confetture, sciroppi e gelatine. L'uva spina è poco conosciuta ed è catalogata tra i frutti minori o insoliti. Come erba medicinale ed erba officinale, l'uva spina può essere utilizzata grazie al contenuto di vitamina C, vitamina A, polifenoli, sali minerali, acido malico.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Ribes uva-crispa L., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 22 gennaio 2021.
  2. ^ (EN) Food and Agriculture Organization of The United Nations, FAOstat, su faostat.fao.org. URL consultato il 7 maggio 2013.
  3. ^ Uva Spina Rossa, Consigli Manutenzione e Cura, su edendeifiori.it. URL consultato il 7 settembre 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia, vol. 1, Bologna, Edagricole, 1982, p. 535, ISBN 88-506-2449-2.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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