Porticus Divorum

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Porticus Divorum
Ricostruzione ideale del Porticus Divorum dell'architetto Italo Gismondi (Museo della Civiltà Romana, Roma-EUR)
Civiltàromana
Utilizzoarea sacra
EpocaI secolo d.C.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneRoma
Dimensioni
Superficie14 938 
Amministrazione
Visitabileno
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 41°53′51.01″N 12°28′44.82″E / 41.897502°N 12.479117°E41.897502; 12.479117

La Porticus Divorum era un'area sacra di Roma antica ubicata nel Campo Marzio, che comprendeva due piccoli templi: il tempio del divo Tito[1] e un tempio presumibilmente dedicato al divo Vespasiano[2].

L'intero complesso era chiamato Templum Divorum o, più comunemente, solo Divorum[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Porticus Divorum fu fatta edificare da Domiziano[2], come confermato da Eutropio:

(LA)

«Romae quoque multa opera fecit, in his Capitolium et Forum Transitorium, Divorum Porticus, Isium ac Serapium et Stadium.»

(IT)

«[Domiziano] realizzò molte opere anche a Roma, tra queste il Capitolium e il Foro Transitorio, il Portico dei divi, [i templi] di Iside e di Serapide e lo stadio.»

Dopo il IV secolo, il portico non è più citato. Il suo nome comunque si conservò come "Diburi" o "Diburo" (da Divorum) in parecchi documenti medioevali relativi al monastero di San Ciriaco in Camilliano[2].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portico, che sorgeva lungo la Via Lata[3] e si trovava tra i Saepta Iulia e le terme di Agrippa, è descritto in undici frammenti della Forma Urbis marmorea di età severiana[2]. Esso misurava 194 m x 77 metri[2].

L'accesso al portico avveniva dal lato nord passando per un triplo arco. Al suo interno sorgevano i due piccoli templi tetrastili prostili sopra citati: il tempio del divo Tito e il tempio presumibilmente dedicato al divo Vespasiano[2], posti l'uno di fronte all'altro[3].

Il portico contava oltre trenta colonne sul lato lungo e sedici sul lato corto[2]. Includeva anche un altare e un boschetto a fianco degli altari[2].

Si estendeva dall'attuale Piazza Grazioli alla via di San Marco (all'incirca in corrispondenza di Palazzo Venezia)[2].

Sul sito dove fu costruito il portico, in precedenza probabilmente sorgeva la Villa Pubblica[3].

Attualmente non vi sono resti visibili del portico.

Planimetria del Campo Marzio centrale



Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ CIL VI,10234, linee 8, 10, 23
  2. ^ a b c d e f g h i j Samuel Ball Platner, A Topographical Dictionary of Ancient Rome, Oxford University Press, Londra, 1929, pagg. 152-153.
  3. ^ a b c L. Richardson jr., A New Topographical Dictionary of Ancient Rome, JHU Press, 1992, ISBN 978-0801843006, pag. 111.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Samuel Ball Platner, A Topographical Dictionary of Ancient Rome, Oxford University Press, Londra, 1929.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]