Porticus Maximae

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Le Porticus Maximae ("portici massimi") erano un porticato di Roma antica edificato nel IV secolo d.C. e ubicato nella IX regione augustea, ora non più esistente.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le Porticus Maximae furono costruite verso il 380 d.C.[1].

Rimane probabile traccia del nome dei portici nel nome della Chiesa di Sant'Ambrogio della Massima (de Maxima[2]), per il fatto che tale chiesa si trovava nelle vicinanze dell'inizio dei porticati[3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portico fu costruito lungo la strada (forse la Via Tecta o il tratto urbano della Via Trionfale), che collegava il circo Flaminio al Ponte Elio[1][4][5].

Il percorso, tuttora riconoscibile, è quello che passa per via del Portico di Ottavia, via di S.Maria del Pianto, via dei Giubbonari, via dei Cappellari (poi il percorso è probabilmente coincidente con Corso Vittorio Emanuele II), giungendo infine al Ponte Sant'Angelo.

In Via dei Cappellari, nei pressi di Piazza Farnese, in Piazza del Pianto e in Via della Reginella sono stati rinvenuti frammenti di colonne di granito che potrebbero appartenere a questa struttura[1]. Sono anche stati rinvenuti molte colonne e frammenti architettonici (capitelli in marmo) tra Corso Vittorio Emanuele II e le vie Sora e del Pellegrino[1][5].

L'Arco di Graziano, Valentiniano e Teodosio, ricordato nelle fonti medioevali, che ne trascrivono l'iscrizione, fu eretto tra il 379 e il 383 e sorgeva presso l'attuale Ponte Sant'Angelo, a conclusione delle Porticus Maximae[4].

Planimetria del Campo Marzio meridionale



Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Porticus Maximae, in: Samuel Ball Platner (completato e rivisto da Thomas Ashby), A Topographical Dictionary of Ancient Rome, Oxford University Press, Londra, 1929, pp. 419-431.
  2. ^ Vi sono citazioni del 1192 e del 1320 circa che riportano rispettivamente il nome del Monasterio Maximae e del Monasterium Sanctae Mariae de Maximae. Si veda: Alberto Danti, Una lastra a rilievo altomedievale dal Monsatero di Sant'Ambrogio alla Massima, in: Bollettino dei Musei comunali di Roma. Nuova serie, Volume 6, L'Erma di Bretschneider, 1992, ISBN 9788870628111, p. 50.
  3. ^ Via di Sant'Ambrogio - RomaSegreta.it.
  4. ^ a b CIL VI, 1184
  5. ^ a b Lawrence Richardson, A New Topographical Dictionary of Ancient Rome, Johns Hopkins University Press, 1992, p. 315.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]