Patrimoni dell'umanità della Bielorussia

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I patrimoni dell'umanità della Bielorussia sono i siti dichiarati dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità in Bielorussia, la quale è divenuta parte contraente della Convenzione sul patrimonio dell'umanità il 12 ottobre 1988, quando era ancora la Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa[1].

Al 2020 i siti iscritti nella Lista dei patrimoni dell'umanità sono quattro, mentre cinque sono le candidature per nuove iscrizioni[1]. Il primo sito iscritto nella lista è stato nel 1992 l'estensione alla parte bielorussa della Foresta di Białowieża, durante la sedicesima sessione del comitato del patrimonio mondiale. Nella ventiquattresima sessione (2000), il Complesso del Castello di Mir è divenuto il secondo sito bielorusso riconosciuto dall'UNESCO. Il terzo e il quarto patrimonio, sono stati inclusi nella lista nel 2005 dalla ventinovesima sessione del comitato; si tratta dell'Arco geodetico di Struve, comprendente diversi siti, in comune con altri nove paesi, e del Complesso architettonico, residenziale e culturale della famiglia Radziwiłł a Njasviž. Tre siti sono considerati culturali, secondo i criteri di selezione, e uno naturale; due sono parte di siti transnazionali.

Siti del Patrimonio mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Foto Sito Luogo Tipo Anno Descrizione
Foresta di Białowieża Regione di Brėst, Regione di Hrodna
(condiviso con la Bandiera della Polonia Polonia)
Naturale
(33; ix, x)
1992-2014 Il sito della foresta di Białowieża, al confine tra Polonia e Bielorussia, è una vasta gamma di foreste primarie che comprende sia conifere che latifoglie che coprono un'area totale di 141.885 ettari. Situata sullo spartiacque del Mar Baltico e del Mar Nero, questa proprietà transfrontaliera è eccezionale per le opportunità che offre per la conservazione della biodiversità. Ospita la più grande popolazione della specie iconica dell'area protetta, il bisonte europeo[2].
Complesso del Castello di Mir Mir Culturale
(625; ii, vi)
2000 La costruzione di questo castello iniziò alla fine del XV secolo, in stile gotico. Successivamente fu ampliato e ricostruito, prima in stile rinascimentale e poi in stile barocco. Dopo essere stato abbandonato per quasi un secolo e aver subito gravi danni durante il periodo napoleonico, il castello è stato restaurato alla fine del XIX secolo, con l'aggiunta di una serie di altri elementi e l'abbellimento del territorio circostante come parco. La sua forma attuale è una testimonianza plastica della sua storia spesso turbolenta[3].
Arco geodetico di Struve Distretto di Ašmjany, Distretto di Zėl'va, Distretto di Ivanava
(condiviso con Bandiera dell'Estonia Estonia, Bandiera della Finlandia Finlandia, Bandiera della Lettonia Lettonia, Bandiera della Lituania Lituania, Bandiera della Moldavia Moldavia, Bandiera della Norvegia Norvegia, Bandiera della Russia Russia, Bandiera della Svezia Svezia, Bandiera dell'Ucraina Ucraina)
Culturale
(1187; ii, iv, vi)
2005 L'arco geodetico di Struve è una catena di triangolazioni geodetiche che vanno da Hammerfest in Norvegia al Mar Nero, attraversando 10 nazioni e per una lunghezza complessiva di circa 2.820 chilometri. Questa catena venne ideata e utilizzata dallo scienziato baltico-tedesco Friedrich Georg Wilhelm von Struve negli anni compresi fra il 1816 e il 1855 per determinare le esatte forme e dimensioni della Terra. All'epoca l'arco attraversava solamente due nazioni: la Svezia-Norvegia e l'Impero russo. L'arco originale consisteva in 258 triangoli principali con 265 punti della stazione principale. Il sito elencato comprende 34 dei punti della stazione originale, mediante segnali di diversi tipi: buchi scavati nelle rocce, croci di ferro, "ometti" di pietre, obelischi. In Bielorussia sono presenti cinque punti di segnalazione: Tupiški nel distretto di Ašmjany, Lopati (Lopaty) nel distretto di Zėl'va, Ossovnica, Čekutsk e Leskoviči nel distretto di Ivanava[4].
Complesso architettonico, residenziale e culturale della famiglia Radziwiłł a Njasviž Njasviž Culturale
(1196; ii, iv, vi)
2005 La dinastia Radziwiłł, che ha costruito e mantenuto il complesso dal XVI secolo fino al 1939, ha dato i natali ad alcune delle personalità più importanti della storia e della cultura europea. Grazie ai loro sforzi, la città di Njasviž esercitò una grande influenza nelle scienze, nelle arti, nell'artigianato e nell'architettura. Il complesso è costituito dal castello residenziale e dalla chiesa mausoleo del Corpus Domini con il loro ambiente circostante. Il castello si compone di dieci edifici interconnessi, che si sono sviluppati come un insieme architettonico attorno a un cortile a sei lati. I palazzi e la chiesa divennero importanti prototipi che segnarono lo sviluppo dell'architettura in tutta l'Europa centrale e in Russia[5].

Siti candidati[modifica | modifica wikitesto]

Foto Sito Luogo Tipo Anno Descrizione
Canale di Augustów Distretto di Hrodna
(condiviso con la Bandiera della Polonia Polonia)
Culturale
(1892; i, ii)
30/01/2004 Il progetto per la costruzione del canale di Augustów, la cui parte bielorussa si trova nel territorio dell'attuale Distretto di Hrodna, fu avviato all'inizio del XIX secolo. È stato progettato per esportare grano e presumibilmente legname nei porti baltici bypassando il territorio della Prussia Orientale, che ha introdotto tasse eccessivamente elevate sulle merci spedite lungo i fiumi Vistola e Nemunas verso i porti del Mar Baltico[6].
Chiesa della Trasfigurazione del Salvatore e Cattedrale di Santa Sofia a Polack Polack Culturale
(1893; i, ii)
30/01/2004 Dal X al XIII secolo Polack è stata la città centrale del Principato di Polack. La favorevole posizione geografica sulle vie commerciali ("Dai Variaghi ai Greci") favorì il rapido sviluppo economico e culturale. A quel tempo furono costruiti eccezionali esempi di architettura del periodo come la Cattedrale di Santa Sofia e la Chiesa della Trasfigurazione del Salvatore. La Chiesa della Trasfigurazione del Salvatore è un monumento dell'antica architettura russa, costruito tra il 1152 e il 1161 dall'architetto locale Ioann per ordine della principessa Sant'Eufrosina di Polack come chiesa cattedrale del Convento del Salvatore e Sant'Eufrosina. La Cattedrale di Santa Sofia è un monumento di varie scuole di architettura dall'XI al XVIII secolo[7].
Chiesa dei santi Boris e Gleb (Kaloža) nella città di Hrodna Hrodna Culturale
(1895; i, ii)
30/01/2004 La chiesa dei santi Boris e Gleb (Kaloža) fu costruita nel 1180 dall'architetto Pëtr Milanech sull'alta riva destra del fiume Nemunas, di fronte alla collina del castello, nel territorio dell'ex insediamento di Kaloža. A seguito di parziali distruzioni e ricostruzioni, oggi dell'edificio medievale originario sono conservati il muro meridionale e una parte del muro occidentale, oltre a 3 absidi e 2 pilastri occidentali sotto la cupola[8].
Edifici di culto fortificati in Bielorussia, Polonia e Lituania Distretto di Pastavy, Distretto di Ščučyn, Distretto di Zėl'va Culturale
(1899; i)
30/01/2004 Questa candidatura include attualmente tre chiese fortificate in Bielorussia: la chiesa della Natività della Beata Vergine Maria a Muravanka, la chiesa di San Michele a Synkavičy e la chiesa di San Giovanni Battista a Kamai. Le chiese furono costruite tra il XVI e il XVII secolo e furono spesso ristrutturate a causa dei danni conseguenti a guerre o incendi[9].
Architettura religiosa lignea (XVII - XVIII secolo) della Polesia Regione di Brėst, Regione di Homel' Culturale
(1901; i, ii, iii)
30/01/2004 Questa candidatura prende in considerazione l'architettura in legno nella regione della Polesia, essendo il legno il principale materiale da costruzione per secoli. Nel XVII e XVIII secolo emersero due tipi di scuole di architettura in Polesia: quella occidentale e quella orientale. Un esempio è la chiesa di San Nicola a Zdzitava, costruita per la prima volta nel 1502 e successivamente ampliata[10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (ENFR) Belarus, su whc.unesco.org. URL consultato il 3 settembre 2020.
  2. ^ (ENFR) Białowieża Forest, su whc.unesco.org. URL consultato il 3 settembre 2020.
  3. ^ (ENFR) Mir Castle Complex, su whc.unesco.org. URL consultato il 3 settembre 2020.
  4. ^ (ENFR) Struve Geodetic Arc, su whc.unesco.org. URL consultato il 3 settembre 2020.
  5. ^ (ENFR) Architectural, Residential and Cultural Complex of the Radziwill Family at Nesvizh, su whc.unesco.org. URL consultato il 3 settembre 2020.
  6. ^ (ENFR) Augustow Canal, su whc.unesco.org. URL consultato il 3 settembre 2020.
  7. ^ (ENFR) Saviour Transfiguration Church and St. Sophia Cathedral in the town of Polatsk, su whc.unesco.org. URL consultato il 3 settembre 2020.
  8. ^ (ENFR) SS. Boris and Gleb (Kalozha) Church in the city of Hrodna, su whc.unesco.org. URL consultato il 3 settembre 2020.
  9. ^ (ENFR) Edifices for Worship of Fortress Type in Belarus, Poland and Lithuania, su whc.unesco.org. URL consultato il 3 settembre 2020.
  10. ^ (ENFR) Worship wooden architecture (17th -18th centuries) in Polesye, su whc.unesco.org. URL consultato il 3 settembre 2020.

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