Paperino e il feticcio

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Paperino e il feticcio
fumetto
Titolo orig.Donald Duck in "Voodoo Hoodoo"
Lingua orig.inglese
PaeseStati Uniti
AutoreCarl Barks
1ª edizioneagosto 1949
Periodicitàmensile
Albiunico
Editore it.Arnoldo Mondadori Editore
1ª edizione it.ottobre – dicembre 1949
Periodicità it.mensile

Paperino e il feticcio (in originale Donald Duck in "Voodoo Hoodoo") è una storia a fumetti di Carl Barks, pubblicata per la prima volta su Donald Duck Four Color 238 dell'agosto 1949, e in Italia su Topolino 7-9 (ottobre-dicembre 1949).

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Mentre passeggia per le vie di Paperopoli, Paperino ascolta alcuni discorsi di alcuni cittadini, che affermano di aver visto uno zombie (chiamato nella versione italiana Gongoro, Bombie in quella originale) in giro. Il papero si imbatte proprio nello zombie, che gli consegna un feticcio (una specie di pupazzetto simile ad una bambola voodoo). Una volta a casa, Paperino si punge accidentalmente con una spina nascosta nella pancia del feticcio e perde i sensi. Venuto a sapere della notizia, Zio Paperone si reca a casa del nipote e racconta che il feticcio, in realtà, era destinato a lui. Molti anni prima, infatti, il ricco papero aveva raso al suolo un villaggio africano dello stregone Matumbo (Foola Zoola in originale) per sottrarre le terre agli abitanti e costruire così la sua piantagione di chiodi di garofano. Lo stregone, per vendicarsi, decise di punire Paperone avvelenando una spina nascosta nel feticcio, per poi consegnarglielo dal Gongoro. All'epoca, Paperone era fisicamente identico a Paperino e questo ha portato lo zombie a consegnare il pupazzo al destinatario sbagliato. Paperino viene inoltre a sapere che il filtro magico ha il potere di far diventare di dimensioni microscopiche la vittima e decide così di recarsi in Africa per trovare un antidoto; Qui, Quo, Qua, che avevano il compito di tenere sotto controllo il Gongoro (tornato nel frattempo a casa loro), ottengono i soldi per andare anch'essi in Africa. Il Gongoro, infatti, riesce a vincere, inconsapevolmente, un barile di denaro partecipando ad una audizione. Durante la spedizione, il quintetto si imbatte in un uomo microscopico: il professor Cornelius Zampiron, anche lui vittima del potere del filtro. Il professore disegna una mappa a Paperino per aiutarlo a trovare il villaggio di Matumbo. Una volta trovato, quest'ultimo rivela al papero che il potere del filtro si era ormai esaurito al momento della puntura. Paperino, dalla contentezza, si lascia sfuggire di bocca il nome di Zio Paperone e lo stregone, capendo la parentela tra i due, decide di punirlo con un nuovo incantesimo. Paperino viene rinchiuso in un recinto eretto da delle palizzate, ma i nipotini riescono a portarlo in salvo. Subito dopo, i quattro decidono di legare dei materassini ai piedi del Gongoro e di farlo cadere da un dirupo in modo che lo zombie colpisca tutti i membri della tribù che li stavano inseguendo. I paperi riescono così definitivamente a scappare ed a tornare a casa.

La traduzione italiana[modifica | modifica wikitesto]

Nella versione italiana della storia la parola "zombie" viene tradotta con il termine (inventato per l'occasione) "gongoro". Questa scelta è stata probabilmente dettata dal fatto che all'epoca, in Italia, la figura dello zombie era pressoché sconosciuta ed è rimasta inalterata nelle successive ristampe ed è stata adottata anche nella traduzione italiana della Saga di Paperon de' Paperoni di Don Rosa, dove appunto appare il personaggio del gongoro. Sempre nell'edizione originale lo zombie possiede un nome proprio (Bombie) eliminato dall'adattamento in lingua italiana dove viene solamente indicato con un generico "il gongoro".

Curiosamente, nella prima traduzione italiana fu aggiunto un riferimento al ciclista Fausto Coppi: la domanda che il presentatore del quiz rivolge al Gongoro recita infatti "Se voi foste una lumaca, cosa direste a Fausto Coppi?", traducendo arbitrariamente l'originale "If you were a mussel, what would you say to a postman?" ("Se voi foste una cozza, cosa direste a un postino?"). Nelle revisioni successive il riferimento fu eliminato.

La censura[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante siamo molto lontani dall'attuale concetto di zombie diffusosi soltanto di recente nell'immaginario del genere horror (lo zombie della storia non è infatti un "morto vivente" bensì un individuo sospeso tra la vita e la morte da una maledizione vudù) la Western Printing decide di censurare alcuni aspetti della storia considerati troppo "macabri" per il target di bambini: le orbite vuote dello zombie disegnato da Barks vengono sostituite da palpebre semichiuse e la parola "dead" (morto), pronunciata più volte dai protagonisti, viene sostituita con "done for" (spacciato).

La Disney ha comunque per anni sconsigliato la ristampa di tale storia ai propri editori, sia per i temi trattati, sia per il modo quasi caricaturale in cui sono disegnati gli uomini di colore (naso e labbra particolarmente prominenti, anello al naso, denti aguzzi). Quando, nel 1986, la storia viene stampata per la seconda volta negli Stati Uniti (nel secondo volume della "Carl Barks Library") tutti gli stereotipi etnici sono eliminati, addolcendo i tratti del viso dei personaggi di colore (compreso un jazzista afro-americano che compare nella prima tavola). Da allora per le varie ristampe, soprattutto per gli albi americani, si utilizza questa versione "politically correct"

La Saga di Paperon de' Paperoni[modifica | modifica wikitesto]

Al momento di scrivere la Saga di Paperon de' Paperoni, biografia a fumetti di Zio Paperone, Don Rosa aveva inizialmente pensato di ignorare i fatti narrati in questa storia, per diverse ragioni: Paperone racconta infatti di avere bruciato un villaggio africano settant'anni prima, quando il suo aspetto era identico a quello di Paperino. Oltre a non collimare cronologicamente con gli altri eventi della "Saga", il crudele gesto del giovane Paperone si scontrava con il personaggio che Don Rosa stava delineando: un Paperone sempre onesto, con un profondo senso della morale. Don Rosa ha deciso poi di ignorare il riferimento temporale (il "settant'anni fa" pronunciato da Paperone), risolvere l'incongruenza della somiglianza con Paperino interpretando tale fatto come un travestimento del giovane Paperone, e di interpretare l'incendio del villaggio africano come l'unico gesto malvagio commesso da Paperone, facendone quindi il fulcro dell'undicesimo capitolo (Il cuore dell'impero) e causa scatenante di tutti gli eventi futuri della "Saga".[1] Nel disegnare lo zombie/gongoro e gli altri personaggi africani Don Rosa si è rifatto alla versione censurata della storia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • "La nascita di un morto vivente" di Luca Boschi, su "La Grande Dinastia dei Paperi" n°42, 2008.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]