Mussetta

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Mussetta (o Mussa)[1] fu un centro fortificato della pianura veneto-friulana posto nei pressi del basso corso del fiume Piave, nel Veneto Orientale.

L'abitato, fiorito durante il Medioevo in un'area al confine tra la Marca Trevigiana, il Patriarcato di Aquileia e il Dogado Veneziano, scomparve all'inizio del XV secolo. Sul possesso e il controllo del feudo nacquero diverse dispute nel Duecento e Trecento tra i Patriarchi di Aquileia, il Libero Comune di Treviso, i membri delle casate dei Da Romano e Da Camino.

Documenti medievali attestano di quattro personaggi citati nella Divina Commedia di Dante Alighieri che ebbero a che fare con questa località: Cunizza da Romano, Ezzelino III da Romano, Gherardo da Camino e Gaia da Camino.[2]

Toponimo[modifica | modifica wikitesto]

In veneto antico la voce mussa o musa, citata negli statuti bellunesi e trevigiani, indicava un "prato chiuso per il pascolo".[3] Secondo Wladimiro Dorigo, il toponimo mussetta ricorda un dosso di origine antropica o naturale con funzioni confinarie.[4] Attorno al XV secolo lo stesso termine denotava anche ad una misura di superficie pari a 1000 m², cioè un appezzamento che un uomo era in grado di accudire in un giorno.[5]

Oggi il toponimo sopravvive nella denominazione di una frazione e di un quartiere di San Donà di Piave, rispettivamente Mussetta di Sopra e Mussetta di Sotto.[6]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Stemma del Patriarcato di Aquileia

Dalle origini al dominio degli Ezzelini[modifica | modifica wikitesto]

Ezzelino III da Romano

Il primo nucleo di Mussetta si sviluppò in seguito all'anno 1000 attorno a un castello edificato dai Patriarchi di Aquileia, i quali detenevano la giurisdizione sul territorio circostante.[7] All'epoca, Mussetta era parte di un ampio feudo, che comprendeva Fossalta di Piave, Croce, San Donato, Losson della Battaglia, Meolo e Marteggia.

Un documento risalente al 1152 cita la soggezione religiosa di Mussetta ai vescovi di Treviso, indicando la chiesa dell'abitato, dedicata a san Biagio, come una «regula» dipendente dalla pieve di San Mauro di Noventa.[7][8] Nel 1177 Il patriarca di Aquileia affidò «il castello di Mussa con tutte quelle possessioni e terre e boschi che al detto castello appartengono» ad Ezzelino I da Romano (detto "Il Balbo"), di ritorno dalla Terrasanta.[9]

Negli anni successivi la giurisdizione civile di Mussetta restò in mano alla casata degli Ezzelini[10] e nel 1207 il feudo venne assegnato in dote a Palma da Romano (figlia di Ezzelino II il Monaco) per le sue nozze con Valpertino di Cavaso (o di Onigo).[7] Il matrimonio fu celebrato il 16 febbraio dello stesso anno a Mussetta alla presenza di importanti personaggi del tempo.[9][11][12] In quel periodo la giurisdizione ecclesiastica apparteneva al Patriarca di Aquileia e il castello era dotato di una chiesa intitolata a Santa Maria Assunta e a Sant'Osvaldo.[13]

In seguito alla morte di Palma da Romano (1218), Mussetta ritornò agli Ezzelini.[7] Coinvolta nella guerra tra il comune di Treviso e i Da Romano, nel 1234 il borgo fu saccheggiato e gli scontri portarono alla distruzione del suo castello.[7][14] Ricostruito ai tempi di Ezzelino III da Romano, il castello subì una catastrofica alluvione del Piave nel 1250.[7]

Dalla caduta degli Ezzelini alla distruzione[modifica | modifica wikitesto]

Stemma dei Da Camino

Con la caduta degli Ezzelini, il gastaldo Almerico di Sacile prese possesso del castello a nome del patriarca di Aquileia, Gregorio da Montelongo, il 13 novembre 1259.[15]

Nel 1260 si ha notizia che il podestà trevigiano imponeva alla «Curiae Mussae et Sancti Donati» il pagamento di tributi sui prodotti agricoli.[7] Passata, dunque, al libero Comune di Treviso, successivamente Mussetta fu donata come dote nuziale alla poetessa Gaia da Camino per il suo matrimonio con il cugino, Tolberto III.[16] Cunizza, unica sopravvissuta dei da Romano, ritenendo di avere ancora dei diritti sul feudo ne fece atto di donazione ai suoi nipoti, i Conti di Mangona, il 10 giugno 1279.[17][18]

Contro le pretese di tutti, il Patriarca di Aquileia ne reclamò la proprietà e inascoltato comminò la scomunica al Comune di Treviso e a tutti i suoi maggiorenti (1292).[19] Lo stesso patriarca vendette in quell'anno il feudo di Mussetta al patrizio veneziano Marco Querini, vendita che scatenò la guerra fra il patriarca e Treviso. Alla fine fu deliberata una risoluzione che attribuì Mussetta al Comune di Treviso, che affidò a sua volta la gestione del feudo alla potente famiglia dei Da Camino.[7]

Sul possesso del castello nacquero alcune controversie nel XIV secolo (tra Rizzardo IV da Camino e il comune di Treviso).[20]

Il 5 settembre 1337 Mussa fu concessa in feudo a Morando di Porcia da Bertrand de Saint Geniès, patriarca di Aquileia.[21][22]

Fra il 1412 e il 1413 Mussetta venne occupata e distrutta nella guerra tra Sigismondo di Lussemburgo e la Serenissima Repubblica di Venezia.[23][24] La popolazione, abbandonata Mussetta, si insediò lungo i confini del territorio della Serenissima, presso l'attuale San Donà di Piave, ponendosi sotto la protezione della Repubblica di Venezia.[13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Agnoletti, p. 742.
  2. ^ Marchesan.
  3. ^ Pellegrini, p. 205.
  4. ^ Dorigo, p. 53.
  5. ^ Plateo.
  6. ^ Articolo 3 dello Statuto Comunale
  7. ^ a b c d e f g h Romanin, p. 9.
  8. ^ Cagnazzi, San Donà di Piave.
  9. ^ a b Cagnazzi, Nardo, Bonetto, p. 80.
  10. ^ Pavan, p. 61.
  11. ^ Marchesan, p. 5.
  12. ^ Verci, Codice diplomatico Eceliniano.
  13. ^ a b S. Maria Assunta, su parrocchie.it. URL consultato il 25 marzo 2017.
  14. ^ Pizzinat, p. 279.
  15. ^ Paschini, p. 27.
  16. ^ Picotti, p. 156.
  17. ^ Milanesi, p. 290.
  18. ^ Marchesan, p. 275.
  19. ^ Verci, Storia della Marca Trevigiana e Veronese.
  20. ^ Johannes Rainer, Rizzardo da Camino, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 17, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1974. URL consultato il 25 marzo 2017.
  21. ^ Di Manzano, p. 419.
  22. ^ Verci, Storia degli Ecelini, p. 351.
  23. ^ Romanin, p. 10.
  24. ^ Cagnazzi, I lidi dei dogi: catalogo dei beni culturali ed ambientali dei territori di S. Dona di Piave, Portogruaro e Motta di Livenza: itinerari, storia, tradizioni ed arte del vivere nell'antica culla del dogado.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carlo Agnoletti, Treviso e le sue pievi, Bologna, Sala Bolognese Forni, 1978 [1897].
  • Dario Canzian (a cura di), I documenti del processo di Oderzo del 1285, collana Fonti per la storia della terraferma veneta, Cittadella, Antenore, 1995, ISBN 978-88-845-5500-7.
  • Dino Cagnazzi, Giampietro Nardo e Luigi Bonetto, Una Terra ricca di memorie: Noventa di Piave, prefazione di Goffredo Parise, Dolo, Comune di Noventa di Piave, 1980.
  • Dino Cagnazzi, I lidi dei dogi: catalogo dei beni culturali ed ambientali dei territori di S. Dona di Piave, Portogruaro e Motta di Livenza: itinerari, storia, tradizioni ed arte del vivere nell'antica culla del dogado, San Donà di Piave, Comprensorio Basso Piave, 1983.
  • Dino Cagnazzi, San Donà di Piave, Oderzo, Comune di San Donà di Piave, 1995.
  • Wladimiro Dorigo, Venezia. Origini, ipotesi e ricerche sulla formazione della città, Milano, Electa, 1983, ISBN 978-88-435-0937-9.
  • Angelo Marchesan, Treviso medievale. Istituzioni, usi, costumi, aneddoti, curiosità, presentazione e aggiornamento bibliografico di Luciano Gargan, 3ª ed., Bologna, Atesa, 1990 [1923].
  • Francesco Di Manzano, Annali del Friuli ossia raccolta delle cose storiche appartenenti a questa regione, vol. 4, Udine, Trombetti-Murero, 1862. URL consultato il 25 marzo 2017.
  • Alfredo Michielin (a cura di), Gli Acta Comunitatis Tarvisii del sec. XIII, collana Fonti per la storia della Terraferma veneta, Roma, Viella, 1998, ISBN 88-85669-73-5.
  • Carlo Milanesi, Atto di donazione di Cunizza da Romano al Conte Alessandro da Mangona, in Giornale storico degli archivi toscani, vol. 2, Firenze, G. P. Vieusseux, 1858.
  • Pio Paschini, Gregorio di Montelongo patriarca d'Aquileia (1251-1269), in Memorie Storiche Forogiuliesi, Udine, Regia deputazione friulana di storia patria, 1921.
  • Laura Pavan, Terre della Venezia Orientale. Guida turistica e culturale, Portogruaro, Ediciclo, 2007, ISBN 978-88-888-2945-6.
  • Giovan Battista Pellegrini, Noterelle di Veneto antico, in Verbum Romanicum, Amburgo, Buske Verlag, 1993, ISBN 978-38-754-8025-2.
  • Giovanni Battista Picotti, I Caminesi e la loro Signoria in Treviso dal 1283 al 1313, Roma, Multigrafica, 1975 [1900].
  • Andrea Pizzinat, Camino e i da Camino. Un paese, la sua gente, il suo casato, Oderzo, Tredieci, 2009, ISBN 978-88-838-8155-8.
  • Teodegisillo Plateo, Il territorio di S. Donà nell'agro di Eraclea: cenni storici, Treviso, Trevigiana, 1969 [1907].
  • Franco Romanin, Mussetta e la sua Storia (PDF), in Noi e Voi, n. 36, Banca San Biagio del Veneto Orientale, dicembre 2005, pp. 8-10. URL consultato il 25 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2016).
  • Giovanni Battista Verci, Codice diplomatico Eceliniano, collana Storia degli Ecelini, vol. 3, Bassano del Grappa, Remondini, 1779. URL consultato il 25 marzo 2017.
  • Giovanni Battista Verci, Storia degli Ecelini, vol. 3, Venezia, Picotti, 1841.
  • Giovanni Battista Verci, Storia della Marca Trivigiana e Veronese, Bologna, Sala Bolognese Forni, 1980 [1791].

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]