Matteo Annibale Arnaldi

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Matteo Annibale Arnaldi
Busto del generale Arnaldi conservato nella Torre celebrante la battaglia di San Martino
NascitaFinale Ligure, 21 gennaio 1801
MorteBrescia, 20 luglio 1859
Cause della morteferite riportate sul campo di battaglia
Luogo di sepolturaCimitero di Brescia
Dati militari
Paese servito Regno di Sardegna
Forza armataArmata Sarda
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
Anni di servizio1819-1859
GradoMaggiore Generale
GuerrePrima guerra d'indipendenza italiana
Guerra di Crimea
Seconda guerra d'indipendenza italiana
BattaglieBattaglia di Santa Lucia
Battaglia di Goito
Battaglia di Novara
Battaglia di Magenta
Battaglia di San Martino
Decorazionivedi qui
Frase celebreMuoio contento, perché muoio ferito
dati tratti da Vite degli italiani benemeriti della Libertà e della Patria morti combattendo[1]
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Matteo Annibale Arnaldi (Finale Ligure, 21 gennaio 1801Brescia, 20 luglio 1859) è stato un generale italiano, che combatte durante la Prima guerra d'indipendenza, la guerra di Crimea e Seconda guerra d'indipendenza. Si distinse particolarmente nella prima, dove fu insignito di due Medaglie d'argento al valor militare, e nella seconda dove ricevette la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Discendente di una ricca e nobile famiglia francese della Linguadoca trasferitasi in Piemonte nel corso del XVI secolo, Matteo Annibale Arnaldi era figlio del conte Giovanni Battista, residente a Finale Ligure,[1] nel quartiere di Finalborgo e della moglie, la nobildonna Caterina Campoantico. Durante i primi anni della sua vita, l'Arnaldi frequentò l'istituto diretto dai padri scolopi non distante dalla sua abitazione dove ebbe modo di eccellere negli studi, in particolare nella filosofia.

Nel 1819 decise di arruolarsi come volontario[1] nell'Armata Sarda venendo inquadrato col nella Brigata di fanteria "Saluzzo", iniziando una rapidissima carriera militare che nel giro di trent'anni lo portò a raggiungere i gradi massimi dell'esercito. Caporale nel 1820, divenne sottotenente dal 1822 quando divenne Aiutante di campo del generale Righini di San Giorgio. Nel 1836 divenne capitano e venne promosso al grado di maggiore nel 1848. Combatté in quello stesso anno la Prima guerra d'indipendenza con il Corpo dei bersaglieri per poi tornare in fanteria, nell'11º Reggimento. Dopo aver preso parte alla battaglia di Santa Lucia e a quella di battaglia di Goito,[1] il 1 novembre 1848 ottenne una Medaglia d'argento al valor militare, meritandosi la seconda nella battaglia di Novara nell'anno successivo, dove tra l'altro rimase ferito alla mano sinistra.[1]

Promosso tenente colonnello, nel 1851 ottenne il comando dell'11º Reggimento di fanteria, venendo poi promosso colonnello[1] dal 1852, grado con cui prese parte alla Guerra di Crimea dove ottenne la promozione a brigadiere generale[1] per meriti conseguiti sul campo.

Il 19 gennaio 1859 fu promosso maggiore generale e ottenne il comando della Brigata "Cuneo"[1] e nel corso delle prime battaglie della seconda guerra d'indipendenza, si guadagnò le insegne di Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia e dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Dopo aver partecipato alla battaglia di Magenta il 4 giugno 1859, venne impiegato con la sua brigata nella Battaglia di San Martino dove si distinse ancora una volta conquistando per breve tempo il paese di San Martino.[1] La sua brigata si trovò però presto sopraffatta dalle truppe austriache della controparte del generale Ludwig von Benedek, di numero nettamente superiore, al punto che la brigata fu costretta ad abbandonare la propria posizione che venne conquistata nuovamente dai piemontesi dopo un ulteriore assalto. Durante gli attacchi, il generale Arnaldi rimase però ferito gravemente da un colpo di moschetto ad una gamba che colpì in pieno il ginocchio.[1] Abbandonato il campo contro la sua volontà, venne trasferito all'Ospedale militare "Sant'Angelo" di Brescia dove rimase in cura per qualche tempo.[1] Morì il 20 luglio 1859 come conseguenza delle ferite riportate. Il giorno successivo ricevette una sepoltura solenne nel Cimitero di Brescia[1] alla presenza di tutti i vincitori dello scontro.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Per il valore dimostrato nella Battaglia di San Martino»
— 12 luglio 1859
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Per essersi singolarmente distinto in tutti i fatti d'arme»
— Regio Decreto 1 novembre 1848[1]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Per il valore dimostrato nella Battaglia di Novara»
— 1849
Medaglia piemontese della Guerra di Crimea - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
«Per il valore dimostrato nella Guerra di Crimea»
— 1854

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m D'Ayala 1868, p. 19.
  2. ^ Ne accompagnarono il feretro generali, colonnelli e ufficiali italiani e francesi, il prefetto e i rappresentanti della municipalità. L'onore delle armi fu portato dai due reggimenti al completo della Brigata "Aosta", un reggimento francese, un battaglione bersaglieri e uno squadrone di cavalleria.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mario D'Ayala, Vite degli italiani benemeriti della Libertà e della Patria morti combattendo, Firenze, M. Cellini e C., 1868.
  • Piero Pieri, Storia militare del Risorgimento; guerre e insurrezioni, Torino, Einaudi, 1962.
  • Società dei Reduci della Crimea, Ricordo della spedizione sarda in Oriente 1855-1856, Torino, Vincenzo Bona, 1884.

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