Lotario Rosario

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Lotario Rosario
arcivescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato1170 circa, Cremona
Nominato vescovo1205
Elevato arcivescovoaprile 1208
Deceduto1216, Roma[1]
 

Lotario Rosario, anche detto Lotario da Cremona (Cremona, 1170 circa[2]Roma, 1216[1][3]), è stato un giurista e arcivescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Cremona da una nobile e potente famiglia, nel 1196 entrò a far parte del Capitolo dei Canonici pisani, probabilmente cooptato da papa Clemente III al fine di assicurargli una prebenda che gli consentisse di attendere ai suoi studi giuridici presso l'Università di Bologna.[4] Nel frattempo aveva già cominciato la carriera di insegnante nella città felsinea a partire dal 1189.[5] Compare in alcuni documenti come giudice in processi relativi a privilegi ecclesiastici, svoltisi a Bologna e in altre città vicine, come Modena. Nel 1201 si recò per un breve periodo in Francia, come consigliere alla corte di re Filippo Augusto.

Agli inizi del XIII secolo abbandonò la carriera di giurista per quella ecclesiastica, venendo consacrato vescovo di Vercelli nel 1205 e svolgendo il ruolo di visitator e provisor Lombardie per conto del pontefice. Grazie probabilmente alle pressioni di quest'ultimo, Lotario fu elevato al rango di arcivescovo di Pisa nel mese di aprile del 1208. Grazie al buon rapporto tra Lotario e Innocenzo III, l'arcidiocesi pisana si vide rinnovare i diritti di legazia e primazia sulla Sardegna, tolti al suo predecessore Ubaldo Lanfranchi. Come ulteriore segno di riappacificazione, l'11 maggio dello stesso anno il papa ordinò al nuovo arcivescovo di togliere la scomunica al podestà pisano Lamberto Visconti.

Nonostante i ruoli ecclesiastici, Lotario continuò a dispensare preziosi consigli giuridici in varie occasioni. Aiutò Ottone IV almeno fino al 1211, quando si ebbe la rottura definitiva tra l'imperatore e il papa Innocenzo III. Seguì molte dispute anche nel suo periodo pisano, con il supporto di alcuni colleghi giuristi bolognesi nominati consiglieri arcivescovili. Di tutta la sua attività giuridica rimangono ad oggi solo alcune quaestiones.

Lotario rimase a capo dell'arcidiocesi toscana fino alla morte, occorsa nei primi mesi dell'anno 1216 a Roma, dove si era recato per partecipare al Concilio Lateranense IV.[1][3][6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Mauro G. Sanna, op. cit., pag. LXVII.
  2. ^ Luca Loschiavo, op. cit..
  3. ^ a b Giuseppe Dell'Amico, op. cit., pag. 2.
  4. ^ È Giuseppe Dell'Amico, op. cit., pag. 2, a ricordare come la "charta" n. 612 del 14 agosto 1196, inserita nel "Regesto della Chiesa di Pisa" del Caturegli, op. cit., affermi che l'arcivescovo pisano Ubaldo, di ritorno dalla Terrasanta, ebbe a contestare la nomina, fatta dal Capitolo di Santa Maria in sua assenza, di nove nuovi canonici fra i quali "magistrum Lotterium de Clemona". Di Lotario, dopo questa data e fino al 1208, non si ha più notizia, né nelle "chartae" arcivescovili pisane né nel "diplomatico" dell'Archivio Arcivescovile Pisano.
  5. ^ In quell'occasione prestò giuramento davanti ai consoli bolognesi, impegnandosi a non insegnare al di fuori della città. È considerato il primo caso documentato di questo genere di giuramento.
  6. ^ Secondo il Gams, op. cit., Lotario venne nominato patriarca di Gerusalemme, ma non risulta in nessun elenco la sua effettiva presenza a capo del Patriarcato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Saverio Bettinelli, Del Risorgimento d'Italia negli studj, nelle arti, e ne' costumi dopo il mille, Milano, Cavalletti, 1819.
  • Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae catholicae quotquot innotuerunt a beato Petro apostolo, Leipzig, Hiersemann, 1931.
  • Natale Caturegli, Regesta Chartarum Italie, Roma, Istituto storico italiano per il medio evo, 1938.
  • Mauro G. Sanna, Innocenzo III e la Sardegna, Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi, 2003.
  • Luca Loschiavo, Lotario da Cremona, in «Dizionario Biografico degli Italiani», vol. 66, Roma, Treccani, 2006.
  • Giuseppe Dell'Amico, Tra politica e pastorale. I trentacinque anni dell'arcivescovo Vitale nella diocesi di Pisa (1217-1252), Firenze, Reti Medievali, 2008.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Vercelli Successore
Alberto Avogadro 12051208 Aliprando
Predecessore Arcivescovo di Pisa Successore
Ubaldo Lanfranchi aprile 12081216 Vitale
Predecessore Primate di Corsica e Sardegna Successore
Ubaldo Lanfranchi aprile 12081216 Vitale