Lorenzo Roverella

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Lorenzo Roverella
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Natoa Rovigo
Ordinato presbiteroin data sconosciuta
Nominato vescovo1460 da papa Callisto III
Consacrato vescovo26 marzo 1460
Deceduto1474 in Toscana
 

Lorenzo Roverella (Rovigo, ... – Toscana, 1474) è stato un vescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio del conte palatino Giovanni Roverella e di Beatrice Leopardi da Lendinara, nacque a Rovigo e fu fratello del Cardinale Bartolomeo. Uomo di ampia cultura classica si laureò nel 1440 presso l'università di Padova prima in diritto e poi in medicina. Fu lettore presso le cattedre accademiche di Padova e Ferrara, che lo portarono nel 1445 ad ottenere in Francia la cattedra di Teologia presso l'Università di Parigi su espressa volontà del pontefice Eugenio IV, ove rimase ad insegnare per dieci anni fino a che il successore papa Callisto III lo richiamò a Roma[1]. A seguire ottenne la Nunziatura in Polonia per trattare per conto del pontefice la pace fra il re Casimiro IV e l'Imperatore del Sacro Romano Impero Federico III d'Asburgo dalla cui unione sarebbe scaturita la lotta coesa verso l'impero ottomano e la crescenti sette eretiche, che si stavano sviluppando in quella parte d'Europa[2]. Nel 1460 in virtù dei suoi successi diplomatici ottenuti durante la nunziatura in Polonia, fu consacrato vescovo titolare di Ferrara[3]. A seguire papa Pio II lo chiamò a Roma affinché ricoprisse presso i sacri palazzi il ruolo di Teologo e l'importante ufficio di Datario presso la Curia romana. Lo stesso papa Enea Silvio Piccolomini, lo nominò suo archiatra pontificio e nel 1464 volle che il vescovo Roverella durante l'infermità grave che lo colse in Ancona lo assistesse sul letto di morte[2]. Il nuovo papa Paolo II che fu eletto il 30 agosto 1464, da subito lo annoverò fra i suoi più stretti collaboratori per curare gli interessi della sede apostolica. Nel 1469 conoscendo le relazioni personali che deteneva con l'Imperatore Federico III d'Asburgo lo volle nuovamente con incarichi diplomatici per recarsi dal re di Ungheria Mattia I accampato con le sue truppe in Alemagna per trattare la pace e l'unione con l'Imperatore, che si concluse positivamente con un trattato che unì le due corone. Rientrò in Roma per incontrare il papa e conferire sugli sviluppi favorevoli della missione diplomatica in favore del trono pontificio. Fece rientro in Ferrara presso il suo Vescovado, ma durante il viaggio si ammalò presso Cenobio. Morì a Monte Oliveto Maggiore, in Toscana, nel 1474. Le sue spoglie furono trasferite in Ferrara, ove fu tumulato in un mausoleo fatto costruire presso la chiesa suburbana di S. Giorgio, che recava la sua effige in alabastro, accompagnata dai versi latini del nobile poeta ferrarese Tito Vespasiano Strozzi[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Filippo Conti, Illustrazioni delle più cospicue e nobili famiglie ferraresi tanto estinte quanto viventi, Ferrara Tipografia della Pace, 1852 p. 198.
  2. ^ a b Filippo Conti, Illustrazioni delle più cospicue e nobili famiglie ferraresi op. cit., 1852 p. 199.
  3. ^ Catholic-Hierarchy (testo online)
  4. ^ Filippo Conti, Illustrazioni delle più cospicue e nobili famiglie ferraresi op. cit., 1852 p. 200.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • M.Guarini, (1621). Compendio historico dell'origine, accrescimento, e prerogatiue delle chiese, e luoghi pij della città e diocesi di Ferrara e delle memorie di que' personaggi di pregio che in esse son sepelliti.... A Ferrara: Presso gli heredi di Vittorio Baldini, p.123(testo on line).
  • Giuseppe Manini Ferranti Compendio della storia sacra e politica di Ferrara, Volume 3 p. 100(testo on line).
  • Filippo Conti, Illustrazioni delle più cospicue e nobili famiglie ferraresi tanto estinte quanto viventi, Ferrara Tipografia della Pace, 1852.

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