La fine dell'eternità

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La fine dell'eternità
Titolo originaleThe End of Eternity
AutoreIsaac Asimov
1ª ed. originale1955
1ª ed. italiana1956
Genereromanzo
Sottogenerefantascienza
Lingua originaleinglese

La fine dell'eternità (The End of Eternity) è un romanzo di fantascienza di Isaac Asimov del 1955.

Non è ambientato nel ciclo della Fondazione né fa parte delle sue storie sui robot positronici. Tuttavia il romanzo, come e ancora più di Nemesis, ne costituisce il presupposto narrativo ed è anzi la chiave di volta dei successivi cicli di romanzi asimoviani.

Il romanzo è incentrato sul tema del viaggio nel tempo e i suoi paradossi, non disdegnando una forte caratterizzazione del personaggio principale e uno sfondo sentimentale che tuttavia è parte centrale dell'intreccio.

Il romanzo fu pubblicato per la prima volta in italiano il 23 febbraio 1956 nella collana fantascientifica Urania (n. 119).

Trama[modifica | modifica wikitesto]

L'Eternità è un'entità fuori dal tempo lineare che si estende attraverso milioni di secoli. I suoi membri, chiamati Eterni, sono reclutati da vari punti della storia e addestrati per apportare "Cambiamenti di Realtà" minori e maggiori che influenzano il corso degli eventi. Questi cambiamenti sono basati su complessi calcoli di probabilità e hanno l'obiettivo di ridurre il rischio e aumentare la felicità globale.

Il protagonista, Andrew Harlan, è un Tecnico, uno degli Eterni incaricati di implementare questi cambiamenti. Harlan è particolarmente abile e dedicato al suo lavoro, ma la sua visione rigida e senza compromessi della moralità lo rende spesso in conflitto con altri membri dell'Eternità, che hanno visioni più flessibili e pragmatiche.

Durante una missione nel 482° secolo, Harlan incontra Noys Lambent, una donna proveniente da quell'epoca. Contrariamente alla rigida etica degli Eterni, Harlan si innamora di Noys, un fatto che mette in pericolo la sua carriera e la sua stessa vita nell'Eternità.

Harlan scopre che un futuro cambiamento programmato dall'Eternità comporterà la cancellazione dell'esistenza di Noys. Invece di accettare il destino stabilito dai suoi superiori, Harlan decide di salvarla, contravvenendo alle regole dell'Eternità. Questo atto di ribellione lo mette in rotta di collisione con l'intera organizzazione.

Durante la loro fuga attraverso i secoli, Harlan e Noys scoprono verità sconvolgenti sull'origine dell'Eternità. Viene rivelato che l'Eternità è stata creata da un gruppo di scienziati nel 27° secolo, ma il vero scopo dell'organizzazione è molto più sinistro di quanto sembri. I Cambiamenti di Realtà effettuati dagli Eterni non stanno solo migliorando la vita umana, ma stanno anche sopprimendo l'innovazione e il progresso, mantenendo l'umanità in uno stato di stagnazione controllata.

Harlan, con l'aiuto di Noys, si rende conto che l'umanità deve essere libera di evolvere senza l'interferenza degli Eterni. Decidono di distruggere l'Eternità per permettere un futuro in cui l'umanità possa progredire liberamente. Harlan scopre che Noys è in realtà una persona del futuro, inviata per assicurarsi che l'Eternità venga distrutta e che l'umanità possa avanzare senza i vincoli temporali imposti.

Alla fine, Harlan e Noys riescono nel loro intento: l'Eternità viene cancellata e l'umanità è finalmente libera di percorrere il proprio cammino evolutivo senza manipolazioni esterne.

Racconto[modifica | modifica wikitesto]

Il romanzo nacque dalla rielaborazione di un racconto che Asimov aveva finito di scrivere il 6 febbraio 1954 da un'idea che aveva avuto vedendo in una vecchia rivista (1928) un'immagine di un geyser che ai suoi occhi era sembrata l'immagine di un fungo atomico, che non avrebbe potuto esistere in quell'anno. Il rifiuto alla pubblicazione sulla rivista Galaxy e i suggerimenti ricevuti spinsero Asimov a scriverne un romanzo.

Nel racconto il nome del tecnico, che non è il protagonista, è Anders Horemmle; il quale cercherà senza riuscirci di cambiare la storia per far scomparire per sempre l'Eternità mandando indietro nel tempo colui che avrebbe dovuto essere il precursore dei viaggi nel tempo: Cooper. Cooper riuscirà a mettersi in contatto con il futuro tramite la pubblicazione di un'inserzione dove era rappresentato il fungo di un'esplosione atomica. Il racconto si chiude con la convinzione di Twissell (l'elaboratore anziano responsabile del progetto) che nulla sia cambiato. Il lettore nelle ultime righe capisce che qualcosa è cambiato almeno nei gusti di Twissell il quale è passato da accanito fumatore ad accanito antifumatore.

Il racconto verrà pubblicato nella raccolta di racconti Fantasimov (The Alternate Asimovs, 1980).

Collocazione nell'universo di Asimov[modifica | modifica wikitesto]

Questo romanzo viene citato ne L'orlo della Fondazione; dopo che Trevize e Pelorat giungono su Gaia, il vecchio Dom racconta loro un'antica leggenda che parla appunto degli Eterni e di come si narra che essi modificassero il tempo, prima di creare la linea temporale in cui è ambientata la saga della Fondazione. Si apre l'ipotesi di una connessione anche con il Ciclo dei Robot, quando poco dopo Dom afferma che gli Eterni non siano altro che robot umanoidi. Inoltre, verso la fine del romanzo, svelando il futuro ad Harlan, Noys fa alcuni riferimenti all'Impero Galattico.

Giudizi della critica[modifica | modifica wikitesto]

La storia apparve direttamente in formato romanzo benché Asimov avesse tentato di pubblicarla a puntate su riviste, secondo la formula che aveva portato al successo la sua saga della Fondazione.[1] L'opera non ottenne la dovuta attenzione al Premio Hugo degli anni 1955-1956, non guadagnando alcun riconoscimento. In realtà la vicenda narrata da Asimov risultava fin troppo originale e slegata dal mainstream fantascientifico di quegli anni, ottenendo la dovuta attenzione solo più tardi. Oggi viene considerata una delle opere migliori di Asimov[1]: in essa, infatti, l'autore diversamente dai canoni delle sue produzioni più celebri mette in primo piano le vicende dei personaggi e costruisce un romanzo in un certo senso distopico con una brillante apologia del valore dell'ingegno e della creatività umana. L'intreccio complesso ma scorrevole e movimentato, altra formula in contrasto con i canoni dell'autore, è – come ha affermato Giuseppe Lippi nella sua prefazione all'edizione italiana dell'opera – impregnato di una nota claustrofobica arricchita da un senso pressante di urgenza che lo rende un'esperienza annichilente per il lettore e conserva tutt'oggi la sua intensità e carica riflessiva.[1]

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

(elenco parziale)

Traduzioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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