Joy Buolamwini

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Joy Buolamwini durante Wikimania 2018 a Città del Capo (Sudafrica)

Joy Adowaa Buolamwini (Edmonton, 1989) è un'informatica attivista digitale ghanese naturalizzata statunitense presso il MIT Media Lab. Ha fondato la Algorithmic Justice League, un'organizzazione che identifica e combatte il pregiudizio nel software.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Buolamwini è nata a Edmonton, in Alberta, è cresciuta nel Mississippi e ha frequentato la Cordova High School[1]. All'età di 9 anni, è stata ispirata da Kismet, il robot del MIT, e ha appreso da autodidatta i linguaggi di programmazione XHTML, JavaScript e PHP[2][3][4]. Ha gareggiato a livello agonistico nel salto con l'asta[5]. Buolamwini ha vissuto in Ghana, a Barcellona, Memphis, Atlanta e Oxford, in Inghilterra[6].

Buolamwini ha studiato informatica presso il Georgia Institute of Technology, specializzandosi in informatica sanitaria.[7]. Si è laureata alla Georgia Tech nel 2012[8], ed è stata la più giovane finalista del premio Georgia Tech InVenture nel 2009[6].

Buolamwini ha ricevuto le borse di studio Rhodes Scholar, Fulbright, Stamps, Astronaut e ulteriore supporto dall'Anita Borg Institute[9]. Ha studiato apprendimento e tecnologia al Jesus College di Oxford[10]. Ha conseguito un Master presso il MIT nel 2017 con una ricerca supervisionata da Ethan Zuckerman.

Carriera e ricerca[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2011, ha collaborato con il programma Trachoma presso il Carter Center, con lo scopo di aiutare l'eradicazione del tracoma in tutto il mondo e di creare un sistema di valutazione basato su Android per l'Etiopia[3][11].

Joy Buolamwini a Wikimania nel 2018 a Città del Capo

Con il supporto della borsa di studio Fulbright, nel 2013 Buolamwini ha lavorato con scienziati informatici locali in Zambia per aiutare i giovani dello Zambia a diventare dei creatori di tecnologia. Il 14 settembre 2016 Buolamwini è apparsa al vertice della Casa Bianca dedicato all'Informatica per tutti (Computer Science for All)[12].

È ricercatrice presso il Media Lab del MIT, dove identifica i pregiudizi negli algoritmi e sviluppa pratiche per assicurare la responsabilità durante la loro progettazione[13]; Buolamwini fa parte del gruppo Center for Civic Media di Ethan Zuckerman[14][15]. Durante la sua ricerca, Buolamwini ha sottoposto 1000 volti ad alcuni sistemi di riconoscimento facciale e ha chiesto loro di identificare se i volti fossero di maschi o femmine, scoprendo che il software aveva difficoltà ad identificare le donne dalla pelle scura[16][17]. Il suo progetto, Gender Shades, ha attirato una significativa attenzione da parte dei media ed è diventato parte della sua tesi del MIT.[18][19][20][21][22][23][24][25]. Il suo articolo Gender Shades: Intersectional Accuracy Disparities in Commercial Gender Classification, ha motivato aziende come IBM e Microsoft a migliorare il loro software.[26][27] Buolamwini ha creato l'Aspire Mirror, un dispositivo che consente di vedere un riflesso di te stessa in base a ciò che ti ispira.[28] Il suo programma, Algorithmic Justice League, ha lo scopo di identificare ed evidenziare pregiudizi nel codice che possono portare alla discriminazione contro i gruppi sotto-rappresentati[29]. Buolamwini ha creato due film, "Code4Rights" e "Algorithmic Justice League: Unmasking Bias"[30][31]. È Chief Technology Officer di Techturized Inc, una società di tecnologia per la cura dei capelli[7].

La ricerca di Buolamwini è stata citata come un'importante influenza da Google e Microsoft nel loro lavoro di mitigazione e prevenzione dei pregiudizi basati su genere e razza nei loro prodotti e processi[32].

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2017, Buolamwini ha ricevuto il primo premio nella categoria professionale nel concorso Search for Hidden Figures, legato all'uscita del film Hidden Figures nel dicembre 2016[33]. Il concorso, sponsorizzato da PepsiCo e 21st Century Fox, aveva lo scopo di "aiutare a scoprire la prossima generazione di donne leader nel campo della scienza, della tecnologia, dell'ingegneria e della matematica"[34] e ha attirato 7 300 proposte di giovani donne negli Stati Uniti[8].

Buolamwini ha partecipato a TEDx Beacon Street con una presentazione intitolata Come sto combattendo il pregiudizio negli algoritmi[35][36]. Nel 2018 è apparsa su TED Radio Hour[37]. È stata protagonista di Smart Girls di Amy Poehler nel 2018[1]. La rivista Fast Company l'ha elencata come una dei quattro "eroi del design che stanno difendendo la democrazia online"[38]. È stata elencata tra le 100 donne della BBC nel 2018[39]. Nel 2018 è stata inserita tra le "Top 50 Women In Tech" d'America da Forbes[40].

Nel 2019, Buolamwini è stata elencata tra i grandi leader del mondo (World's Greatest Leaders) dalla rivista Fortune. La rivista l'ha definita "la coscienza della rivoluzione dell'IA"[41]. Buolamwini fa parte della lista Time 100 Next del 2019[42]. Nel 2020, Joy Buolamwini ha partecipato a una campagna di emancipazione della donna di Levi's per l'8 marzo, giornata internazionale della donna[43].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b The Future of Computer Science and Tech: 12 Young Women to Watch — Part 2, in Amy Poehler’s Smart Girls, 19 febbraio 2018. URL consultato il 24 marzo 2018.
  2. ^ (EN) TechDrawl Interviews GT Stamps President's Scholar, Joy Buolamwini, su Vimeo. URL consultato il 24 marzo 2018.
  3. ^ a b (EN) Joy Buolamwini | TryComputing.org, su trycomputing.org. URL consultato il 24 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2018).
  4. ^ (EN) Meet The Digital Activist That’s Taking Human Prejudice Out of Our Machines, in Bloomberg.com, 26 giugno 2017. URL consultato il 24 marzo 2018.
  5. ^ CHS Pole Vaulting - Joy Buolamwini, su vault.awardspace.com. URL consultato il 24 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2018).
  6. ^ a b (EN) Rhodes Scholar Shows ‘Compassion through Computation’, su news.gatech.edu. URL consultato il 24 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2019).
  7. ^ a b (EN) Marcia Wade Talbert, Tech Startup of The Week: Techturized Wins With Hair Care Company, in Black Enterprise, 15 marzo 2013. URL consultato il 24 marzo 2018.
  8. ^ a b Joy Buolamwini wins national contest for her work fighting bias in machine learning, in MIT News. URL consultato il 24 marzo 2018.
  9. ^ Filmmakers Collaborative | Profile, su filmmakerscollab.org. URL consultato il 24 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2018).
  10. ^ (EN) Joy Buolamwini Profile, su The Rhodes Project. URL consultato il 24 marzo 2018.
  11. ^ (EN) Scholar Spotlight: Joy Buolamwini | Astronaut Scholarship Foundation, su astronautscholarship.org. URL consultato il 24 marzo 2018.
  12. ^ Joy Buolamwini, #CSForAll Tribute to Seymour Papert, su MIT MEDIA LAB, 15 settembre 2016. URL consultato il 24 marzo 2018.
  13. ^ Project Overview ‹ Algorithmic Justice League – MIT Media Lab, su MIT Media Lab. URL consultato il 24 marzo 2018.
  14. ^ (EN) interview: joy buolamwini | MIT Admissions, su mitadmissions.org. URL consultato il 24 marzo 2018.
  15. ^ Group People ‹ Civic Media – MIT Media Lab, su MIT Media Lab. URL consultato il 24 marzo 2018.
  16. ^ (EN) Parmy Olson, Racist, Sexist AI Could Be A Bigger Problem Than Lost Jobs, in Forbes. URL consultato il 24 marzo 2018.
  17. ^ (EN) Photo Algorithms ID White Men Fine—Black Women, Not So Much, in WIRED. URL consultato il 24 marzo 2018.
  18. ^ (EN) Zoe Kleinman, Is artificial intelligence racist?, in BBC News, 14 aprile 2017. URL consultato il 24 marzo 2018.
  19. ^ (EN) Artificial Intelligence Can Be as Biased as Humans—But It Doesn't Have to Be | NOVA Next, in NOVA Next, 25 ottobre 2017. URL consultato il 24 marzo 2018.
  20. ^ (EN) Joy Buolamwini | Timnit Gebru /> <link rel=, Gender Shades, su gendershades.org. URL consultato il 24 marzo 2018.
  21. ^ (EN) Steve Lohr, Facial Recognition Is Accurate, if You’re a White Guy, in The New York Times, 9 febbraio 2018, ISSN 0362-4331 (WC · ACNP). URL consultato il 24 marzo 2018.
  22. ^ Facial recognition software is biased towards white men, researcher finds, in The Verge. URL consultato il 24 marzo 2018.
  23. ^ (EN) Facial-recognition technology works best if you’re a white guy, study says, in The Seattle Times, 18 febbraio 2018. URL consultato il 24 marzo 2018.
  24. ^ (EN) MIT Researcher: AI Has a Race Problem, and We Need to Fix It, in Boston Magazine, 23 febbraio 2018. URL consultato il 24 marzo 2018.
  25. ^ (EN) Study demonstrates gender and skin-type bias in commercial artificial-intelligence systems - Tech Explorist, in Tech Explorist, 12 febbraio 2018. URL consultato il 24 marzo 2018.
  26. ^ (EN) Mitigating Bias in Artificial Intelligence (AI) Models -- IBM Research, su ibm.com, 16 maggio 2016. URL consultato il 24 marzo 2018.
  27. ^ Gender Shades: Intersectional Accuracy Disparities in Commercial Gender Classification (PDF), su Proceedings of Machine Learning Research, 2018. URL consultato il 24 marzo 2018.
  28. ^ (EN) Aspire Mirror, su Aspire Mirror. URL consultato il 24 marzo 2018.
  29. ^ (EN) Youth Radio-- Youth Media International, A Search For 'Hidden Figures' Finds Joy, su Huffington Post, 28 febbraio 2017. URL consultato il 24 marzo 2018.
  30. ^ Filmmakers Collaborative | Code4Rights, su filmmakerscollab.org. URL consultato il 24 marzo 2018.
  31. ^ Filmmakers Collaborative | Algorithmic Justice League: Unmasking Bias, su filmmakerscollab.org. URL consultato il 24 marzo 2018.
  32. ^ (EN) Mar 2, Tech giants pressured to follow Google in removing gender labels from computer vision services, su Biometric Update, 2 marzo 2020. URL consultato il 9 marzo 2020.
  33. ^ (EN) Hidden No More: STEM Spotlight Shines On 'Hidden Figures' Like MIT's Joy Buolamwini, in Youth Radio, 27 febbraio 2017. URL consultato il 24 marzo 2018.
  34. ^ (EN) "Hidden Figures" Inspires A Scholarship Contest For Minority STEM Aspirants, in Fast Company, 19 gennaio 2017. URL consultato il 24 marzo 2018.
  35. ^ (EN) Speaker Joy Buolamwini: How I'm Fighting Bias in Algorithms, su scholar.harvard.edu. URL consultato il 24 marzo 2018.
  36. ^ Joy Buolamwini, How I'm fighting bias in algorithms – MIT Media Lab, su MIT Media Lab. URL consultato il 24 marzo 2018.
  37. ^ (EN) Joy Buolamwini: How Does Facial Recognition Software See Skin Color?, su TED Radio Hour.
  38. ^ (EN) Meet 4 design heroes who are defending democracy online, in Fast COmpany.
  39. ^ (EN) BBC 100 Women 2018: Who is on the list?, in BBC News, 19 novembre 2018. URL consultato il 21 novembre 2018.
  40. ^ Anne Aaron, su forbes.com, Forbes.
  41. ^ (EN) Joy Buolamwini, su Fortune. URL consultato il 26 novembre 2019.
  42. ^ (EN) TIME 100 Next 2019: Joy Buolamwini, su Time. URL consultato il 16 dicembre 2019.
  43. ^ (EN) She’s Rewriting the Code, su Off The Cuff. URL consultato il 9 marzo 2020.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN2155189994282132861 · ORCID (EN0000-0002-1892-0855