Isan (etnia)

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Isan
Una ragazza Isan che indossa il sinh al Festival della Candela di Ubon Ratchathani
 
Luogo d'origineBandiera della Thailandia Thailandia (Isan)
Popolazione22 milioni ca.[1]
Linguaisan, thailandese
Religionebuddhismo theravada
Gruppi correlatipopoli tai
Distribuzione
Bandiera della Thailandia Thailandia22 000 000 ca.[1]
Bandiera del Laos Laos8 000 ca.[1]

Gli isan[2] (in thailandese คนอีสาน, Khon Isan, [kʰōn ʔīːsǎːn]; in lao: ຄົນອີສານ; in birmano: အီသန် လူမျိုး) sono un gruppo etnico tai originario della Thailandia del Nordest,[3] con una popolazione stimata pari a 22 milioni di persone.[1][4]

In un senso più ampio, chiunque provenga dalle venti province nord-orientali della Thailandia può essere chiamato isan. In senso stretto, il termine si riferisce solo all'etnia laotiana che costituisce la maggioranza della popolazione nella maggior parte della regione. Dopo la fallimentare ribellione laotiana del 1826, la regione fu testimone di trasferimenti forzati di popolazione laotiana nell'Isan. La separazione della regione dallo storico regno laotiano, la sua integrazione nello stato nazionale thailandese e la politica di thaificazione del governo centrale hanno sviluppato un'identità regionale distinta che differisce sia dai laotiani del Laos che dai thailandesi della Thailandia Centrale.[3][5][6] L'integrazione nell'identità nazionale thailandese è iniziata intorno al 1900,[7][8][9] venendo accelerata durante l'era fascista[10] e perseguita aggressivamente durante la Guerra fredda.[3] Tuttora si mantiene, sebbene nel 2011 la Thailandia abbia ufficialmente riconosciuto l'identità laotiana alle Nazioni Unite.[4] Anche durante il culmine della Guerra Fredda il livello di questa integrazione era molto alto,[3] misurato dall'espressione di sentimenti nazionalisti.[11] Ancora oggi, il popolo Isan è tra i più nazionalisti della Thailandia;[12][13][14] in quanto tali, durante l'apice delle "guerre dei colori" della Thailandia (tra fine degli anni 2000 e l'inizio degli anni 2010), le camicie rosse basate nell'Isan non chiedevano il separatismo, ma un ritorno alla democrazia, a sostegno del partito Pheu Thai.[15]

Quasi tutti gli abitanti del nord-est della Thailandia sono cittadini thailandesi. Eppure, la maggioranza di loro (circa l'80%)[16] è di etnia laotiana e parla una variante della lingua laotiana quando è in casa (i tre principali dialetti laotiani parlati nel nord-est della Thailandia sono riassunti nella lingua isan).[17] Per evitare di essere soggetti a stereotipi e percezioni dispregiative associate alle persone di lingua laotiana, la maggior parte preferisce chiamarsi isan.[5][18]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Hattaway, p. 103.
  2. ^ Martina Dominici, Thailandia, in Atlante geopolitico, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2012-2016. URL consultato il 9 febbraio 2023.
    «È una divisione sub-etnica che frammenta la popolazione in termini di identità: i thai siamesi delle pianure centrali il cui dialetto è diventato la lingua ufficiale della Thailandia, dai thai del nord (Lanna) e del nord-est (Isan/Lao).»
  3. ^ a b c d (EN) Charles F. Keyes, Finding their voice: Northeastern villagers and the Thai state, Chiang Mai, Silkworm, 2014, ISBN 978-616-215-074-6, OCLC 1127266412.
  4. ^ a b (EN) First to third periodic reports of States parties due in 2008 – Thailand (PDF), su rlpd.go.th, Organizzazione delle Nazioni Unite, 5 ottobre 2011. URL consultato il 9 febbraio 2023 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2016).
  5. ^ a b (EN) Duncan McCargo e Krisadawan Hongladarom, Contesting Isan‐ness: Discourses of politics and identity in Northeast Thailand (PDF), in Asian Ethnicity, vol. 5, n. 2, 2004, DOI:10.1080/1463136042000221898. URL consultato il 9 febbraio 2023 (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2017).
  6. ^ (EN) Catherine Hesse-Swain, Speaking in Thai, dreaming in Isan: Popular Thai television and emerging identities of Lao Isan youth living in northeast Thailand, Edith Cowan University, 2011, OCLC 1029867099.
  7. ^ (EN) Akiko Iijima, The Invention of “Isan” History, in Journal of the Siam Society, vol. 106, 2018, p. 188. URL consultato il 9 febbraio 2023.
  8. ^ (EN) David Streckfuss, The mixed colonial legacy in Siam: Origins of Thai racialist thought, 1890–1910, in Autonomous Histories, Particular Truths: Essays in the Honor of John R. W. Smail, Madison, Centre for Southeast Asian Studies, 1993, pp. 123–153.
  9. ^ (EN) Kennon Breazeale, The integration of the Lao States into the Thai Kingdom, Università di Oxford, 1975, OCLC 223634347.
  10. ^ (EN) Shane Strate, The lost territories : Thailand's history of national humiliation, Honolulu, University of Hawaii Press, 2016, ISBN 978-0-8248-6971-7, OCLC 986596797.
  11. ^ (EN) Suntaree Komin, Psychology of the Thai people : values and behavioral patterns, National Institute of Development Administration, 1991, ISBN 974-85744-8-2, OCLC 35221306.
  12. ^ (EN) Jacob I. Ricks, giugno 2019.
  13. ^ (EN) Jacob I. Ricks, Proud to be Thai: The puzzling absence of ethnicity-based political cleavages in Northeastern Thailand, in Pacific Affairs, vol. 92, n. 2, Singapore Management University, giugno 2019, pp. 257–285, DOI:10.5509/2019922257. URL consultato il 9 febbraio 2023.
  14. ^ (EN) Jacob I. Ricks, Integration despite Exclusion: Thai National Identity among Isan People, su kyotoreview.org, vol. 27. URL consultato il 9 febbraio 2023.
  15. ^ (EN) Saowanee T. Alexander, Identity in Isan and the Return of the Redshirts in the 2019 Elections and Beyond, su kyotoreview.org, vol. 27. URL consultato il 9 febbraio 2023.
  16. ^ (EN) Volker Grabowsky, Regions and National Integration in Thailand, 1892-1992, Otto Harrassowitz Verlag, 1995, pp. 107–108, ISBN 978-3-447-03608-5.
  17. ^ (EN) John Draper, The Isan Culture Maintenance and Revitalisation Programme's multilingual signage attitude survey: Phase II, in Journal of Multilingual and Multicultural Development, vol. 37, n. 8, 2016, pp. 832–848, DOI:10.1080/01434632.2016.1142997.
  18. ^ (EN) Saowanee T. Alexander e Duncan McCargo, Diglossia and identity in Northeast Thailand: Linguistic, social, and political hierarchy, in Journal of Sociolinguistics, vol. 18, n. 1, 2014, pp. 60–86, DOI:10.1111/josl.12064.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Paul Hattaway, Peoples of the Buddhist World, William Carey Library, 2004.

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