Giovanni Trussardi Volpi

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Giovanni Trussardi Volpi (Clusone, 19 agosto 1875Lovere, 20 settembre 1921) è stato un pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni[1] mantenne i due cognomi, il cognome paterno e materno, non solo per rispetto alla madre che perse in tenera età, ma anche dello zio Giuliano Volpi, pittore e intagliatore di Lovere, suo primo insegnante, e anche per differenziarsi dal cugino Giacinto Trussardi ritrattista clusonese, che firmava le sue opere con le medesime iniziali[2].
Compì i suoi studi all'Accademia Carrara di Bergamo[3] avendo come insegnanti Cesare Tallone e Ponziano Loverini[4].

Divenne professore presso l'Accademia di belle arti di Firenze[5], insegnò poi all'Accademia di belle arti di Bologna, ma l'insegnamento non fu certo il suo desiderio, preferendo restare libero di esercitare la professione artistica.
A Roma, dove si fermò per una ventina di anni, incontrò Antonio Mancini che lo aiutò ad aprire un suo studio facendolo entrare nel mondo artistico romano, tanto da essere presente all'Esposizione internazionale di Milano del 1906.Il pittore praticò le diverse tecniche di pittura, sia ad olio, acquarello, pastello e carboncino. La sua fu una pittura vivace che gli procurò, in particolare per i ritratti, numerosi clienti tra i diplomatici stranieri presenti a Roma.

Chiesa del Paradiso Altare Maggiore- Giovanni Trussardi Volpi

L'arciprete Gusmini di Clusone, nel 1897, gli commissionò le sei tavoletti ai lati del tabernacolo per la chiesa del Paradiso, raffiguranti i ritratti della Maria Vergine e dei Profeti della chiesa,[6] e il ritratto del vescovo Marelli. Mentre dipinse il ritratto del Cardinale Giorgio Gusmini nel 1916.

Trussardi Volpi muore improvvisamente a Lovere lasciando tra le sue opere numerosi ritratti[7]. Le sue opere sono visibili nella raccolta Sant'Andrea esposta presso il MAT (Museo Arte Tempo) a Clusone e presso l'Accademia Tadini a Lovere.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ autoritratto Giovanni Trussardi Volpi, su lombardiabeniculturali.it, Lombardia Beni culturali. URL consultato il 19 settembre 2016.
  2. ^ Morali, p.159.
  3. ^ Giovanni Trussardi Volpi, su lacarrara.it, Accademia Carrara.
  4. ^ Antonio De Santis, Pittura Orobica del I° Novecento, Bergamo, Il conventino, 2000.
  5. ^ Giovanni Trussardi Volti, su museoartetempo.it, Museo arte tempo-Clusone. URL consultato il 19 settembre 2016.
  6. ^ Morali, p.165.
  7. ^ Giovanni Trussardi Volpi, su lombardiabeniculturali.it, Lombardia Beni Culturali.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Nicola Morali, Il Paradiso di Clusone, Ferrari editrice.
  • Giovanni Trussardi-Volpi (1876-1921).Un verista lombardo, Accademia Tadini, 1998.
  • Antonio De Santis, Pittura Orobica del I° novecento, Bergamo, Conventino, 2000.
  • A cura di Silvia Capponi, Sara Damiani e Valentina Raimondo, Giovanni Trussardi Volpi. Il colore irrequieto dell’anima, Silvana Editoriale, 2021.
  • Michele Lasala, Giovanni Trussardi Volpi. La bellezza fugace delle cose, in La stanza variopinta, Wine & Fashion Europe, Aprile 2022.

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