Gianmastino Visconti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Signoria di Milano
Casato dei Visconti

(1277-1395)
vipereos mores non violabo
Stemma dei Visconti dal 1277 al 1395
Ottone
Nipoti
Matteo I
Luchino co-signore col fratello Giovanni fino al 1349
Figli
Galeazzo I
Figli
Azzone co-signore con gli zii Luchino e Giovanni
Matteo II co-signore coi fratelli Galeazzo II e Bernabò
Galeazzo II co-signore coi fratelli Matteo II e Bernabò
Figli
Bernabò co-signore coi fratelli Matto II e Galeazzo II
Gian Galeazzo
Modifica
Bernabò Visconti e Beatrice, genitori di Gianmastino

Gianmastino Visconti (Milano, marzo 1370Bergamo, 19 luglio 1405) fu Signore di Bergamo e della Gera d'Adda.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era figlio di Bernabò Visconti, signore di Milano, e di Beatrice della Scala.

Nel 1379 suo padre Bernabò spartì i propri domini tra i suoi cinque figli maschi legittimi: Marco, Gianmastino, Rodolfo, Carlo e Ludovico. A Gianmastino, che all'epoca aveva solo nove anni, spettò Brescia e la Val Camonica[1].

Dopo il colpo di stato compiuto da Gian Galeazzo Visconti al fine di diventare signore di Milano, Gianmastino si rifugiò a Brescia, poi a Coira, ospitato dal vescovo. Iniziò, da esule, una serie di viaggi che lo portarono fino in Germania. Qui ebbe due figli naturali, Giorgio e Maddalena, avuti da due donne del luogo[1].

Le fonti sono contraddittorie riguardo alla donna che divenne sua moglie. Nel 1385, qualche mese prima del colpo di stato, venne sicuramente promesso a Cleofe della Scala,[2] figlia di Antonio della Scala, signore di Verona, e di Samaritana da Polenta. Alcune fonti riportano il relativo matrimonio e la nascita di tre figli[3]:

  • Beatrice, che sposò Prosdocimo de' Conti,
  • Bernabò, che ebbe Marignano nel 1413 e una figlia, Donnina, sposata a Franciscolo Castiglioni, figlio di Cristoforo Castiglione;
  • Maddalena, che sposò Giovanni Porro, un nobile milanese.

Tuttavia, da altri documenti risulta la nascita di una figlia, Lucia, avuta da una certa Elisabetta[1].

Nel giugno del 1404 donò la Valtellina, Chiavenna, Poschiavo e Bormio al vescovo di Coira Hartmann II in segno di gratitudine[1]. Quello stesso anno, a novembre, i Visconti rivendicarono la signoria di Milano, in seguito alla morte di Gian Galeazzo, contro Pandolfo Malatesta. Da questa controversia Gianmastino ottenne Bergamo e la Ghiara d'Adda[1].

Morì l'anno dopo il 19 luglio e fu sepolto a Bergamo nella chiesa di San Giovanni nella Cittadella, poi inserita nel Seminario vescovile Giovanni XXIII.[1].

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Matteo I Visconti Teobaldo Visconti  
 
Anastasia Pirovano  
Stefano Visconti  
Bonacossa Borri Squarcino Borri  
 
Antonia  
Bernabò Visconti  
Bernabò Doria  
 
 
Valentina Doria  
Eliana Fieschi  
 
 
Gianmastino Visconti  
Alboino della Scala Alberto I della Scala  
 
Verde di Salizzole  
Mastino II della Scala  
Beatrice da Correggio Giberto III da Correggio  
 
Elena Malaspina  
Beatrice della Scala  
Giacomo I da Carrara Marsilio  
 
 
Taddea da Carrara  
Elisabetta Gradenigo Pietro Gradenigo  
 
Tommasina Morosini  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Storia di Milano ::: I Visconti
  2. ^ Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Scaligeri di Verona, Torino, 1835.
  3. ^ MILAN

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]