Festival di Berlino 1964

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Rod Steiger, Orso d'argento per il miglior attore per L'uomo del banco dei pegni di Sidney Lumet.

La 14ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino si è svolta a Berlino dal 26 giugno al 7 luglio 1964, con lo Zoo Palast come sede principale.[1] Direttore del festival è stato per il quattordicesimo anno Alfred Bauer.

L'Orso d'oro è stato assegnato al film turco L'estate arida di Metin Erksan.

Le retrospettive di questa edizione sono state dedicate all'inventore e cineasta Louis Lumière, all'attrice Pola Negri e al regista Paul Leni.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Claudia Cardinale, una delle presenze internazionali alla 14ª Berlinale.

La Berlinale del 1964 proseguì sulla stessa linea delle edizioni precedenti e secondo molti rappresentò il punto più basso dalla sua nascita. I giudizi dei critici furono inequivocabili, inclusi quelli di Ulrich Gregor sullo Spandauer Volksblatt Berlin («Il gioco è finito»), Friedrich Luft su Die Welt («Possiamo continuare così?»), Ennio Patalas su Filmkritik («Il tempo è scaduto, dottor Bauer!») e Karena Niehoff su Christ und Welt («E un festival muore in silenzio...»).[3]

I film non riuscirono a convincere né il pubblico né la critica, che considerò l'Orso d'oro al film di Erksan un "certificato di impoverimento".[1] La decisione della giuria presieduta dal regista americano Anthony Mann, che in molti dichiararono essere stata fatta principalmente su iniziativa del giurato francese Jacques Doniol-Valcroze,[4] fu definita da Ulrich Gregor «una presa in giro di pubblico e stampa».[1] Anche il film italiano in concorso, La ragazza di Bube diretto da Luigi Comencini, venne aspramente criticato: il Berliner Zeitung lo giudicò «un romanzo partigiano nevrotico filmato noiosamente su ricetta neorealistica».[5] L'organizzazione stessa fu caratterizzata da una serie di conflitti di competenze e seccature politiche e l'atmosfera che aveva preceduto la rassegna era stata piuttosto tesa dato che nessuno voleva commettere errori dopo i disastri degli ultimi anni.[1]

Una delle questioni aveva riguardato l'esclusione del controverso 490+1=491 del regista svedese Vilgot Sjöman, storia di sei giovani disadattati scelti per un esperimento sociale e costretti a vivere in un appartamento sotto la supervisione di due assistenti sociali.[1] Il film era stato proposto dall'Associazione dei produttori svedesi e dallo Svenska Filminstitutet a causa dei problemi di distribuzione in patria, dov'era stato considerato "inadatto" per il pubblico,[6] anche se nella motivazione ufficiale si fece semplicemente riferimento alle linee guida del festival, secondo cui l'unico criterio nella selezione di un film era il suo valore artistico.[7] Il 17 aprile 1964, rappresentanti della Chiesa cattolica ed Evangelica avevano inviato una lettera al senatore Werner Stein sollevando dubbi circa il possibile effetto del film sul pubblico, sulla Chiesa e sullo standard del festival, sottolineato in modo inequivocabile che la sua presenza avrebbe portato al ritiro delle loro giurie.[7] Pur con il sostegno del Senato di Berlino, il direttore Alfred Bauer si trovò in una posizione difficile dato che il regolamento non gli dava il potere di rifiutare un contributo ufficiale e alla fine fu deciso di ricorrere a un espediente formale.[1] Pochi mesi prima, 490+1=491 era stato proiettato per la stampa durante il Festival di Cannes e, secondo le stesse linee guida, solo i film inediti al di fuori del Paese di origine e mai proiettati in altri festival o eventi simili erano autorizzati a competere alla Berlinale.[8] Il 25 maggio Bauer informò lo Svenska Filminstitutet che il film era stato respinto, con conseguenti reazioni di sdegno da parte della Svezia e lettere di protesta inviate al sindaco Willy Brandt.[8]

Questa e altre decisioni, come il rifiuto da parte dello stesso Bauer di Bande à part di Jean-Luc Godard e l'invito di Herrenpartie di Wolfgang Staudte scavalcando la commissione di selezione (che avrebbe preferito Kennwort... Reiher di Rudolf Jugert),[8] furono discusse durante la "Settimana della critica", contro-manifestazione organizzata per la prima volta da un gruppo di critici cinematografici che alcuni anni più tardi avrebbe dato origine al Forum internazionale del giovane cinema.[1]

Ma l'edizione del 1964 rappresentò anche il primo passo verso una sorta di rinnovamento e più che in passato Alfred Bauer si mostrò aperto alle critiche, anticipando il dibattito con un "decalogo" volto a ristrutturare il festival.[1] Tra le proposte c'erano quelle di far partecipare la nuova generazione di critici alla programmazione e di consentire una maggiore libertà nel processo di selezione, in modo da invitare anche film provenienti dai Paesi del blocco sovietico e quelli già proiettati in altre rassegne.[1]

Quest'ultima proposta in particolare fu la reazione a un dibattito già aperto all'inizio dell'anno sulla location del festival, legato al sensibile status diplomatico di Berlino e ai vincoli politici che gravavano sulla Berlinale. Il giornalista Karl H. Kaesbach della rivista Münchner Leben aveva suggerito di organizzare il festival periodicamente in diverse città, come Monaco di Baviera, Düsseldorf o Baden-Baden, in modo che i Paesi socialisti fossero indotti a partecipare.[3] Dopo reazioni severe e talvolta polemiche la sede del festival fu ritenuta fuori discussione ma il dibattito su come renderlo artisticamente indipendente dalla condizione politica della città proseguì. Bauer e il senatore Stein si mostrarono favorevoli al trasferimento della rassegna a una società a responsabilità limitata, ma il tentativo fallì soprattutto a causa dell'opposizione del governo federale, che sarebbe rimasto il co-organizzatore ufficiale.[1]

Per quest'anno quindi il festival si svolse secondo le vecchie regole, ma i giudizi estremamente negativi sulla 14ª Berlinale portarono a un'attività frenetica all'interno del Senato e del comitato organizzativo. L'opinione dominante era che servivano misure di ampia portata per ristrutturare la manifestazione e la stessa posizione di Bauer come direttore cominciò ad essere messa in discussione, soprattutto riguardo a eventuali limitazioni nella scelta dei film.[9] Rappresentanti del Senato, del festival e dell'industria cinematografica incontrarono critici e giornalisti come Karena Niehoff, Ilse Urbach, Klaus Hebecker, Volker Baer, Ulrich Gregor, Enno Patalas e Friedrich Luft, per discutere la proposta di sfruttarne la competenza nel processo di selezione.[10] Il risultato fu l'ingresso della critica cinematografica nel comitato organizzativo, novità che avrebbe creato un contrappeso ai vari rappresentanti di Paesi e associazioni.[10]

Giurie[modifica | modifica wikitesto]

Giuria internazionale[modifica | modifica wikitesto]

Giuria "Documentari e cortometraggi"[modifica | modifica wikitesto]

Selezione ufficiale[modifica | modifica wikitesto]

Documentari e cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]

Premi[modifica | modifica wikitesto]

Premi della giuria internazionale[modifica | modifica wikitesto]

Premi della giuria "Documentari e cortometraggi"[modifica | modifica wikitesto]

Premi delle giurie indipendenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j 14th Berlin International Film Festival - June 26–July 7, 1964, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 4 maggio 2017.
  2. ^ Retrospectives Before 1977, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 13 gennaio 2018.
  3. ^ a b Jacobsen (2000), p. 121.
  4. ^ Jacobsen (2000), p. 127.
  5. ^ Sorpresa al festival di Berlino ha vinto il film della Turchia, in La Stampa, 8 luglio 1964.
  6. ^ Jacobsen (2000), p. 123.
  7. ^ a b Jacobsen (2000), p. 124.
  8. ^ a b c Jacobsen (2000), p. 126.
  9. ^ a b Jacobsen (2000), pp. 128-129.
  10. ^ a b c Jacobsen (2000), p. 129.
  11. ^ a b Juries - 1964, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 23 giugno 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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