Egisto Zabeo

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Egisto Zabeo

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXVIII, XIX
Gruppo
parlamentare
Partito della Democrazia
CollegioMIRANO
Sito istituzionale

LegislaturaXX, XXI, XXII
Gruppo
parlamentare
Partito Repubblicano Italiano

Dati generali
Professionecommerciante

Egisto Zabeo (Dolo, 8 febbraio 1856Ravenna, 21 dicembre 1926) è stato un politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Giacomo fu Antonio, (1810-1879 - Commerciante di granaglie e biade, già consigliere comunale di Dolo dal 1876 al 1879) e di Santa Ferrara. Si sposò con Ausonia Gardelin ed ebbe un'unica figlia, Minerva.

Onorevole[modifica | modifica wikitesto]

L'onorevole Zabeo partecipò per la prima volta alle elezioni dopo la modifica della legge elettorale e la definizione dei nuovi Collegi elettorali del Regno d'Italia.

La legge con la quale Zabeo fu eletto fu il RD n.280 del 14 giugno 1891 che stabilì, in virtù della legge 210 del 5 maggio 1891 il sistema maggioritario con collegio uninominale con eventuale ballottaggio[1].

Nel nostro caso il Collegio elettorale, che in precedenza eleggeva tre deputati nel plurinominale n. 131 «Venezia II- Dolo»[2] diventò uno dei sei collegi della Provincia di Venezia: Venezia I, Venezia II, Venezia III , Mirano, Portogruaro, Chioggia.

Il Collegio uninominale Mirano, nel quale fu eletto Zabeo, aggregava i seguenti Comuni: Mirano, Noale, Pianiga, Salzano, Santa Maria di Sala, Scorzè, Dolo, Campagna Lupia, Campolongo Maggiore, Camponogara, Fiesso d'Artico, Fossò, Mira, Stra, Vigonovo.

Elezioni[modifica | modifica wikitesto]

Fu eletto :[3]

Partecipò alle elezioni per la XXIII legislatura del Regno d'Italia alla votazione del 24 marzo 1909 ma le perse (1580 voti) contro il moderato conte Piero Foscari (2574 voti). Era presente anche il candidato socialista Camillo Prampolini (133 voti).[4]

Fu segretario del VII ufficio della Camera dei Deputati +. Scrisse sul giornale Bachiglione di Padova. Fu sempre sostenuto dal giornale Adriatico di Venezia di orientamento Partito della Democrazia . Nel suo periodo il suo Collegio elettorale di Mirano divenne per un ventennio «un piccolo avamposto degli ateisti [...]» perché non fu «certo assente l'estroversa emancipazione dei popolani della Riviera del Brenta»[5]

Incarichi locali[modifica | modifica wikitesto]

  • Sindaco facente funzione dal dicembre 1889 al ottobre 1892.[6]
  • Assessore comunale dal 1884 al 1886,, nel 1893, nel 1903, dal 22 luglio 1905 al 5 maggio 1906.
  • Consigliere comunale dal 6 luglio 1879 al 1883; nell'anno 1887, nell'anno 1904, e dal 5 maggio 1906 al 1910.[7]
  • Presidente dell'Ospedale civile di Dolo dal 1906 al 1909.

Ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il 1910 si ritirò a vita privata e, successivamente al fallimento della sua tipografia a Mestre, si trasferirà a Ravenna dove vivrà facendo il semplice impiegato fino 1926, anno della morte.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Leggi che saranno riordinate con il Regio Decreto Testo Unico della legge elettorale politica. N. 83 del 28 marzo 1895 (pubblicata nella Gazzetta ufficiale del Regno il 29 marzo 1895 n. 75
  2. ^ Regio Decreto 999 del 24 settembre 1882 . Il Collegio comprendeva i Mandamenti di Cavarzere, Chioggia, Dolo, Mirano, Portogruaro, San Donà di Piave.
  3. ^ Moro, pp 194-195.
  4. ^ Moro, p. 326.
  5. ^ Silvio Lanaro - Dopo il '66-Una regione in patria in Veneto - Storia delle Regioni, Einaudi, 1984. p. 431
  6. ^ Moro, p. 449.
  7. ^ Moro, p. 460.
  8. ^ Moro, p. 195.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Enrico Moro, Riviera del Brenta dal 1800 alla prima guerra mondiale, Mazzanti Libri, 2017.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]