De lineis insecabilibus

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Sulle linee indivisibili
Titolo originaleΠερὶ ἀτόμων γραμμῶν
Perì atòmon grammòn
Autorepseudo-Aristotele
1ª ed. originale
Generetrattato
Sottogenerefilosofia
Lingua originalegreco antico

De lineis insecabilibus (greco Περὶ ἀτόμων γραμμῶν) è un breve trattato attribuito ad Aristotele, ma probabilmente scritto da un membro della scuola peripatetica qualche tempo prima del II secolo a.C.

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Il trattato[1] cerca di confutare le opinioni di Senocrate su linee e parti minime, viste come misure delle grandezze nei vari gradi dell'essere. Secondo una concezione poi invalsa anche nel medioevo, si esponeva la tesi dell'impossibilità dell'infinitesimo attuale (indivisibile).

In realtà, oggi gli studiosi di Senocrate sono convinti che l'anonimo autore svolga nella prima parte dell'opuscolo le tesi del filosofo accademico, per poi negarle polemicamente nella seconda.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 968a-972b nella Edizione di Bekker.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Maria Timpanaro Cardini, Pseudo-Aristotele. De lineis insecabilibus, Milano, Istituto Editoriale Cisalpino, 1970.
  • Francesco Verde, Elachista: La dottrina dei minimi nell'Epicureismo, Leuven, Leuven University Press, 2013.
Controllo di autoritàVIAF (EN308789877 · BAV 492/4545 · LCCN (ENno2023097517 · GND (DE4345407-0 · BNF (FRcb17115309n (data) · J9U (ENHE987007363827605171