Antonelli (famiglia)

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Antonelli
D'azzurro alla fascia di rosso caricata da una stella di argento ed accompagnata da altre tre stelle di oro di sei raggi, due nel capo ed un in punta. D'azzurro alla sirena movente da un mare d'argento in atto di suonare una tromba e fissante una cometa posta nel canton destro del capo e ondeggiante in banda.
Stato Ducato di Urbino
Stato Pontificio
Regno di Napoli
Regno delle Due Sicilie
Regno d'Italia
Bandiera dell'Italia Italia
TitoliStorico:

Nobile di Gubbio

FondatoreAntonello
Data di fondazioneXIII secolo
EtniaItaliana
Rami cadetti

Gli Antonelli sono stati una famiglia comitale italiana. Originari di Gubbio, si insediarono già nel XIII secolo a Pergola per poi dividersi in molteplici rami nell'Italia centrale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini della famiglia si fanno risalire ad un Antonello di Gubbio, possidente del castello di Santa Colomba e del suo distretto. Nel 1250 vendette il feudo al libero comune della Pergola, dove si trasferì con altri nobili costituendo così una «colonia degli eugubini» nel pesarese.[1] Qui, nel XVI secolo, fecero costruire un grandioso palazzo nel centro storico.

Ramo dell'Aquila[modifica | modifica wikitesto]

Uno dei rami familiari si insediò nell'Abruzzo Ultra dove ottenne, già nel XIII secolo, la baronia di Forcella, nei pressi dell'odierna Preturo. Dal contado, gli Antonelli si trasferirono ben presto all'Aquila, nel quarto di San Giovanni, conseguendo ulteriore prestigio mediante la compravendita di feudi;[2] in particolare, nel XVI secolo, acquisirono Collepietro e Rocca di Cambio dai Carafa nonché Civitatomassa, Rocca Santo Stefano, Roio e Sassa dai Medina.[3]

In questo periodo inoltre, su impulso di Camillo e Marino Antonelli, fu edificato il monumentale palazzo Antonelli di via Roio, poi ristrutturato nel XVIII secolo ad opera dell'architetto di scuola romana Sebastiano Cipriani.[4] Gli Antonelli realizzarono all'Aquila altri complessi residenziali, quali il palazzo Antonelli in piazza Fontesecco e quello in via Sassa.[5] Il casato partecipò inoltre alla decorazione della chiesa di San Filippo con la realizzazione della cappella Antonelli, o dei Re Magi, impreziosita da importanti dipinti di Lazzaro Baldi.[6]

Nei secoli seguenti, la famiglia mantenne una primaria importanza nella vita politica ed economica della città,[7] esprimendo esponenti nella Camera aquilana e nominando numerosi Magistrati.[8]

Ramo di Pesaro[modifica | modifica wikitesto]

Pier Giorgio Antonelli, originario dell'Aquila, si stabilì a Pesaro nel XV secolo, dando vita ad un secondo ramo familiare che poi fu fregiato del titolo di Conte. A questa diramazione appartennero forse i fratelli Giovanni Battista e Battista Antonelli, ingegneri ed esploratori nelle Americhe per conto di Filippo II di Spagna.

Ramo di Senigallia[modifica | modifica wikitesto]

Un ulteriore ramo familiare fu ascritto al patriziato di Senigallia nel 1622.[9] Filippo Antonelli, rivendicando un credito pervenuto dalla dote della nonna materna Ginevra Ubaldini, acquisì nel 1701 la contea di Colle degli Stregoni presso Apecchio. Sul finire del XVII secolo, Francesco Antonelli — figlio di Filippo e castellano della Rocca Roveresca di Senigallia — edificò un castello in località Brugnetto, sui ruderi di una villa romana e sui resti di un monastero del XII secolo.

Nicolò Maria Antonelli, figlio di Francesco, fu segretario di papa Clemente XIII e divenne cardinale nel 1759.[1] Trasformò il castello di Brugnetto nell'attuale noto Palazzo Antonelli Castracani Augusti e tornò poi a Gubbio, città d'origine del casato, nel 1769.[1] Nipote di Niccolò è Leonardo Antonelli che divenne anche lui cardinale nel 1775; dalla diramazione umbra del ramo di Senigallia discenderebbe inoltre Ennio Antonelli, vescovo di Gubbio nel 1982, arcivescovo di Firenze nel 2001 e cardinale nel 2003.[9]

Ramo di Sonnino[modifica | modifica wikitesto]

A differenza dei precedenti, il ramo degli Antonelli di Sonnino ebbe origini modeste, derivando dall'imprenditore Domenico Antonelli, l'ingresso della famiglia nelle grazie del cardinale Giovanni Francesco Albani[10] fu determinante per l'assegnazione di forniture e appalti governativi, i quali affiancati da fortunate speculazioni immobiliari consentirono agli Antonelli di accumulare immensa ricchezza, i discendenti di Domenico acquisirono prestigio in modi differenti: mediante vincolo matrimoniale, la figlia Rosalia si unì alla famiglia Sanguigni e il figlio Filippo alla famiglia Dandini. Un altro figlio, Giacomo Antonelli, fu creato cardinale da papa Pio IX; quest'ultimo edificò un grandioso palazzo di famiglia a Roma, in largo Magnanapoli, e assieme ai fratelli ottenne il titolo di Conte nel 1850[9] tramite acquisizione dalla ormai estinta famiglia degli Antonelli di Senigallia(1811), fu uno dei protagonisti che segnarono le vicende dell'Unità d'Italia e dominò per trent’anni la vita politica dello Stato della Chiesa fino alla conquista di Roma nel 1870. Appartennero alla stessa famiglia il conte Pietro Antonelli, protagonista della politica crispina di espansione coloniale in Africa e Paola dei conti Antonelli[11], moglie del noto imprenditore Enrico Piaggio.

Blasonatura[modifica | modifica wikitesto]

Stemma relativo al ramo dell'Aquila.
Stemma relativo al ramo di Senigallia e Roma (Sonnino).
Stemma relativo al ramo di Roma (Sonnino).

La blasonatura della famiglia Antonelli, per quanto riguarda il ramo dell'Aquila, è la seguente: d'azzurro alla fascia di rosso caricata da una stella di argento ed accompagnata da altre tre stelle di oro di sei raggi, due nel capo ed un in punta.[12]

Relativamente ai rami di Senigallia e Roma (quest'ultimo derivante dal ramo di Sonnino) è: d'azzurro alla sirena di carnagione codata di verde, movente da un mare d'argento ombrato di azzurro in atto di suonare una tromba d'oro e fissante una cometa dello stesso ondeggiante in banda nel canton destro del capo.[12] Un ulteriore blasone per il ramo romano è il seguente: D'azzurro alla fascia d'argento accompagnata in capo da un semivolo ed in punta da 3 pali; il tutto d'argento.[12]

Residenze[modifica | modifica wikitesto]

Il Palazzo Antonelli Dragonetti de Torres all'Aquila.

Di seguito è riportato un elenco non completo delle dimore abitate dalla famiglia Antonelli:

Personaggi illustri[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Rinaldo Reposati, Della Zecca di Gubbio e delle geste de Conti e Duchi di Urbino, II, Bologna, 1773, p. 439.
  2. ^ Silvia Mantini, L'Aquila spagnola, Roma, Aracne, 2008, p. 79.
  3. ^ Silvia Mantini, L'Aquila spagnola, Roma, Aracne, 2008, p. 167.
  4. ^ Silvia Mantini, L'Aquila spagnola, Roma, Aracne, 2008, p. 247.
  5. ^ Stefano Brusaporci, Mario Centofanti, Il Disegno della città e le sue trasformazioni (PDF), su ing.univaq.it. URL consultato il 7 febbraio 2021.
  6. ^ Silvia Mantini, L'Aquila spagnola, Roma, Aracne, 2008, p. 273.
  7. ^ Silvia Mantini, L'Aquila spagnola, Roma, Aracne, 2008, p. 175.
  8. ^ Silvia Mantini, L'Aquila spagnola, Roma, Aracne, 2008, p. 225.
  9. ^ a b c Maria Gemma Paviolo, I testamenti dei cardinali: Nicola Antonelli (1698-1767), 2017, ISBN 978-0-244-31182-7, OCLC 1076322757. URL consultato il 25 agosto 2020.
  10. ^ Edoardo Soderini, ANTONELLI, Giacomo - Treccani, su Treccani. URL consultato il 22 gennaio 2024.
  11. ^ Morgan K. Barraco, PAOLA DEI CONTI ANTONELLI, MOGLIE ENRICO PIAGGIO/ “Fu una gran bella storia d'amore”, su IlSussidiario.net, 13.11.2019. URL consultato il 23 gennaio 2024.
  12. ^ a b c Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana: famiglie nobile e titolate viventi riconosciute del R. Governo d'Italia, compresi: città, comunità, mense vescovile, abazie, parrocchie ed enti nobili e titolati riconosciuti, I, 1928-1936, p. 404.

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