Aeronautica Lombarda AL.12P

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AL.12P
Descrizione
Tipoaliante da trasporto
Equipaggio2
ProgettistaErmenegildo Preti
CostruttoreBandiera dell'Italia Aeronautica Lombarda
Data impostazione1941
Data primo volo6 settembre 1942
Esemplari2
Dimensioni e pesi
Lunghezza21,30 m
Apertura alare14,30 m
Altezza3,45 m
Superficie alare50,7
Peso a vuoto1 585 kg
Peso carico2 810 kg
Peso max al decollo3 385 kg
Prestazioni
VNE250 km/h
Vt (velocità max al traino aereo)200 km/h
Armamento
Mitragliatrici3 Vickers K cal. 7,7 mm (previsto, ma non installato)

i dati sono estratti da Prototipi della Regia Aeronautica[1]

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L'Aeronautica Lombarda AL.12P era un aliante da trasporto e assalto realizzato dall'azienda italiana Aeronautica Lombarda nel 1942 e rimasto allo stadio di prototipo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Visto il successo della Luftwaffe nell’uso degli alianti da trasporto e assalto durante la campagna di Francia culminati nell’occupazione del forte di Eben-Emael, il 27 maggio 1941 il gen. Giulio Del Lupo,[2] Comandante di Esercitavia, richiese per conto del Capo di stato maggiore del Regio Esercito generale Ugo Cavallero di conoscere le eventuali[2] realizzazioni di alianti rimorchiati atti al trasporto di truppe e materiali sul campo di battaglia in Italia.[3]

Il generale Mario Bernasconi,[2] Sottocapo di stato maggiore per gli Armamenti Aerei della Regia Aeronautica rispose che nulla vi era esistente allo stato attuale.[2] Il 6 giugno Cavallero ribadì il interesse all'impiego bellico degli alianti rimorchiati[2] e richiese il parere della Regia Aeronautica che già il 12 giugno successivo interpellò la Luftwaffe[2] per avere notizie sulle modalità operative dello sbarco sull’isola di Creta.[4] I tedeschi diedero, però, risposte evasive.

Nell'ottobre del 1941[4] lo Stato Maggiore Armamenti Aerei emise un concorso per la realizzazione di alianti da rimorchio con peso totale di 2 500 kg, e nel dicembre 1941 per quelli da trasporto di con peso totale di 5 000 kg. Il primo requisito per alianti d’assalto venne emanato dalla Direzione Generale Costruzioni Approvvigionamenti (D.G.C.A.)[4] nel gennaio 1942, e risposero la Costruzioni Aeronautiche Taliedo con il modello TM.2,[5] l'Aeronautica Lombarda con l’AL.12P, e la SCA.2.[4] Un ulteriore bando per alianti dello stesso tipo venne emesso il 14 aprile 1942 e rispose la CAT con il modello TM.3 e la CANSA con il CT.24.[6]

La direzione tecnica della Aeronautica Lombarda progettò, sotto la direzione dell’ingegnere[N 1] e tenente G.A.r.i. Ermenegildo Preti,[3] appartenente al Centro Studi ed Esperienze per il Volo a Vela del Politecnico di Milano, un aliante di costruzione lignea con muso apribile verso destra per facilitare il carico, designato AL.12P, di cui il 10 gennaio 1942[2] fu ordinata la produzione di due esemplari (MM508 e 509)[3] in due configurazioni diverse, una con carrello fisso e una con carrello sganciabile dopo il decollo.[3]

Il primo prototipo fu realizzato presso lo stabilimento della Aeronautica Lombarda di Cantù, (Como), e poi trasferito a Venegono Superiore per i collaudi, andando in volo per la prima volta il 6 settembre 1942 nelle mani del collaudatore Nello Valzania, trainato per il decollo da un caccia Fiat C.R.42 Falco.[N 2]

Tecnica[modifica | modifica wikitesto]

L'AL.12P era un aliante biposto monoplano da trasporto e assalto.[7] L'ala montata alta era monolongherone, dotata di spessore variabile e forte allungamento.[7] La fusoliera aveva struttura a guscio in legno, con la sola eccezione della parte anteriore irrobustita da un traliccio di tubi d’acciaio, e rivestimento in compensato.[7] Posteriormente terminava in un impennaggio tradizionale monoderiva caratterizzato da piani orizzontali a sbalzo, monolongherone, rivestiti in compensato.[7] Il carrello d'atterraggio aveva le gambe principali dotate di ammortizzatori oleoelastici e ruotino di coda orientabile.[7] Per la versione assalto vi era un pattino d’atterraggio in posizione ventrale.[7] Il vano di carico poteva contenere 14 uomini equipaggiati, o 1 200 kg di merci, e disponeva di un portello su entrambi i lati per facilitare le operazioni di uscita.[7] La sezione anteriore della fusoliera poteva ruotare completamente su due cerniere, aprendosi sul lato destro.[7]

Impiego operativo[modifica | modifica wikitesto]

Durante il terzo volo a causa dell’elevato angolo di salita il pilota del C.R.42 fu costretto a sganciare prematuramente l’aliante, ma Nello Valzania riuscì ad atterrare senza problemi sull’aeroporto di partenza.[8] L’aliante venne quindi trasferito presso il 1° Centro Sperimentale di Roma-Guidonia dove arrivò l’8 ottobre, iniziando il giorno dopo le prove comparative di valutazione con l’aliante tedesco DFS 230.[8] Provato in volo dal pilota militare, capitano Paolo Moci,[9] il 23 ottobre il prototipo MM.508 fu lasciato a Guidonia, e Valzania e Fruet rientrarono in ditta.[8] Terminate le prove militari, su richiesta dello Stato maggiore della Regia Aeronautica, il prototipo fu adattato al trasporto di due serbatoi da 750 litri di carburante,[9] e fu presa in considerazione l’eventuale motorizzazione con propulsore Piaggio P.VII C.16 da 760 CV installato nel muso in posizione centrale.[1] Il danneggiamento del prototipo durante un atterraggio d’emergenza[1] fece accantonare ogni progetto, in attesa del completamento delle riparazioni del velivolo che fu poi trasferito al 1º Nucleo Addestramento Volo Senza Motore[10] sull’aeroporto di Orio al Serio, Bergamo.[10]

Nell’agosto 1943 fu consegnato il secondo prototipo, l’MM.509, e venne ordinata la produzione di sei esemplari di preserie.[10] Il secondo prototipo andò in volo con successo al traino di velivoli Caproni Ca.111 e Ca.133, ma sopraggiunse l’armistizio dell’8 settembre 1943, e tutte le attività di volo vennero annullate, il secondo prototipo requisito dalla Luftwaffe e la produzione degli esemplari di preserie bloccata per decisione delle autorità militari tedesche.[10] Il primo prototipo, rimasto danneggiato in un incidente di atterraggio a Orio al Serio, si trovava in ditta per le riparazioni e fu occultato con grande rischio dall’industriale Angelo Ambrosini, sopravvivendo alla guerra.[10]

Il 27 aprile 1946[10] Ambrosini propose allo Stato maggiore dell’Aeronautica Militare la realizzazione di sei esemplari, designati AL-12T, dotati di propulsore Piaggio P.VII, chiedendo il 3 luglio dello stesso anno che l’esemplare MM.508 fosse ritirato da Cantù, dove si trovava, e trasferito a Passignano sul Trasimeno.[10] Il 5 dicembre 1946 lo Stato maggiore dell’Aeronautica informò la DGCA che il modello AL.12P non interessava e poteva essere venduto.[10] All’inizio del 1947 la SAI informò che il prototipo non poteva essere[1] motorizzato e doveva servire per studi in vista della realizzazione di un nuovo modello di velivolo da trasporto, designato SAI Ambrosini P.512,[10] dotato di due motori Alfa Romeo AR.115ter da 225 CV, sollecitandone la cessione con richiesta del 15 ottobre 1947.[10] L’acquisto fu formalizzato con autorizzazione rilasciata il 24 maggio 1948, ma il programma P.512 venne successivamente annullato.

Versioni[modifica | modifica wikitesto]

  • AL.12P: due prototipi di aliante da trasporto, matricole MM.508-509.
  • AL.12: sei esemplari di preserie, non completati per il sopraggiungere dell’armistizio dell’8 settembre 1943.
  • AL.12T: sei esemplari di preserie, dotati di propulsore Piaggio P.VII C.16 da 460 CV, realizzati come velivoli da trasporto leggero.
  • P.512: progetto di una versione equipaggiata con due propulsori Alfa-Romeo AR.115ter da 225 CV.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ All’epoca dell’inizio della progettazione dell’aliante AL-12P, Ermenegildo Preti era ancora un laureando che stava preparando la tesi presso il Politecnico di Milano, infatti ricevette il dottorato il 23 dicembre 1943.
  2. ^ Il pilota assegnato ai collaudi, capitano Erardo Fruet, suggeri l’impiego di un C.R.42 al posto del preventivato IMAM Ro.41 Maggiolino, in quanto il Fiat disponeva di un propulsore più potente.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Sgarlato 2007, p. 7.
  2. ^ a b c d e f g Brotzu, Cosolo 1976, p. 75.
  3. ^ a b c d Sgarlato 2007, p. 6.
  4. ^ a b c d Brotzu, Cosolo 1976, p. 87.
  5. ^ Sgarlato 2007, p. 24.
  6. ^ Brotzu, Cosolo 1976, p. 88.
  7. ^ a b c d e f g h Brotzu, Cosolo 1976, p. 73.
  8. ^ a b c Brotzu, Cosolo 1976, p. 76.
  9. ^ a b Brotzu, Cosolo 1976, p. 77.
  10. ^ a b c d e f g h i j Brotzu, Cosolo 1976, p. 78.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Emilio Brotzu e Gherardo Cosolo, Dimensione Cielo, Aerei Italiani nella 2ª Guerra Mondiale Trasporto Vol.9, Roma, Edizioni dell'Ateneo & Bizzarri, 1976.
  • Andrea Curami e Gianni Gambarini, Catalogo delle Matricole Militari della Regia Aeronautica 1923-1943, Milano, 1992.
  • Maurizio Setti, L'aliante militare; Caratteristiche e storia di uno straordinario mezzo da battaglia della seconda guerra mondiale, Roma, IBN Editore, 1995.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

  • Nico Sgarlato, Prototipi della Regia Aeronautica, in Aerei nella Storia, n. 57, Parma, West-Ward Edizioni, dicembre-gennaio 2007, p. 34, ISSN 1591-1071.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]