CAT TM.2

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CAT TM.2
Descrizione
Tipoaliante da trasporto e assalto
Equipaggio1
ProgettistaSergio Del Proposto
CostruttoreBandiera dell'Italia CAT
Data impostazione1942
Data primo volo23 febbraio 1943
Esemplari2
Dimensioni e pesi
Lunghezza22,80 m
Apertura alare13,87 m
Altezza4,70 m
Superficie alare45,70
Peso a vuoto1 995 kg
Peso carico3 990 kg
Prestazioni
VNE250 km/h
Vt (velocità max al traino aereo)200 km/h
Velocità di stallo109 km/h

i dati sono estratti da Prototipi della Regia Aeronautica[1]

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Il CAT TM.2 era un aliante da trasporto e assalto realizzato dall'azienda italiana Costruzioni Aeronautiche Taliedo (CAT) nel 1942 e rimasto allo stadio di prototipo.

Storia del progetto[modifica | modifica wikitesto]

Visto il successo ottenuto dalla Luftwaffe nell’uso degli alianti da trasporto e assalto durante la campagna di Francia, culminato nell’occupazione del forte belga di Eben-Emael, il 27 maggio 1941 il generale Giulio Del Lupo,[2] comandante di Esercitavia, richiese per conto del Capo di stato maggiore del Regio Esercito, generale Ugo Cavallero di conoscere le eventuali[2] realizzazioni di alianti rimorchiati atti al trasporto di truppe e materiali sul campo di battaglia in Italia.[3] Il generale Mario Bernasconi,[2] sottocapo di stato maggiore per gli Armamenti Aerei della Regia Aeronautica rispose che nulla vi era esistente allo stato attuale.[2]

Il 6 giugno Cavallero ribadì l'interesse all'impiego bellico degli alianti rimorchiati[2] e richiese il parere della Regia Aeronautica che già il 12 giugno successivo interpellò la Luftwaffe[2] per avere notizie sulle modalità operative dello sbarco sull’isola di Creta.[4] I tedeschi diedero, però, risposte evasive.

Nell'ottobre del 1941[4] lo Stato Maggiore Armamenti Aerei emise un concorso per la realizzazione di alianti da rimorchio con peso totale di 2 500 kg, e nel dicembre 1941 per quelli da trasporto di con peso totale di 5 000 kg. Il primo requisito per alianti d’assalto venne emanato dalla Direzione Generale Costruzioni Approvvigionamenti (D.G.C.A.)[4] nel gennaio 1942, al quale risposero la Costruzioni Aeronautiche Taliedo con il modello TM.2, l'Aeronautica Lombarda con l’AL.12P,[5] e la SCA.2.[4] Un ulteriore bando per alianti dello stesso tipo venne emesso il 14 aprile 1942, cui risposero la CAT con il modello TM.3 e la CANSA con il CT.24.[6]

La direzione tecnica della Costruzioni Aeronautiche Taliedo progettò, sotto la direzione dell’ingegnere e tenente colonnello del G.A.r.i. Sergio Del Proposto,[4] un aliante di costruzione lignea, designato TM.2, di cui fu ordinata la produzione di due esemplari (MM510 e 511)[5] più una cellula per le prove statiche.[6] Il primo prototipo andò in volo per la prima volta sull’aeroporto di Milano-Linate il 23 febbraio 1943, nelle mani del collaudatore Nello Raimondo.[5]

Tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Il TM.2 era un aliante monoposto, monoplano ad ala alta, da trasporto e assalto, a struttura mista.[7] L'ala montata alta era monolongherone controventata da un solo montante con rivestimento esterno in compensato e tela, dotata sia superiormente che inferiormente di riduttori a comando meccanico tramite trasmissioni semi-rigide.[7] La fusoliera aveva struttura a guscio in legno, irrobustita da alcune ordinate in tubo d'acciaio, e rivestimento in legno.[7] Posteriormente terminava in un impennaggio tradizionale monoderiva caratterizzato da piani orizzontali a sbalzo, con struttura monolongherone, anch’essi controventati e rivestiti in compensato; il piano orizzontale era a incidenza regolabile in volo.[7] Le parti mobili erano rivestite in tela.[7] Il carrello d'atterraggio aveva le gambe principali dotate di ammortizzatori oleopneumatici, e poteva essere parzialmente sollevato oppure sganciato in volo.[7] I pattini d’atterraggio, uno ventrale e uno posto sotto la coda, ammortizzato, erano rivestiti con lamiera d’acciaio.[7] Il vano di carico poteva contenere dieci uomini equipaggiati,[4] e disponeva su entrambi i lati di due pannelli completamente amovibili per facilitare le operazioni di uscita. La cabina di pilotaggio, racchiusa da pannelli in plexiglas, era posta anteriormente in posizione rialzata.[7] Il plexiglas superiore era sganciabile in volo al fine di consentire al pilota di lanciarsi con il paracadute.[7] Era possibile installare eventuale armamento difensivo e corazzature.[7] L'aliante era concepito per essere facilmente smontabile al fine di essere trasportato via ferrovia, o su strade ordinarie.[7]

Impiego operativo[modifica | modifica wikitesto]

Durante il primo volo a rimorchio di un caccia Fiat C.R.42 Falco[N 1] non emersero particolari problemi,[5] ma il giorno dopo[6] a causa dello sgancio accidentale del prototipo, avvenuto ad una velocità ed a una quota troppo bassa, il TM.2 precipitò al suolo causando la morte del collaudatore e del capo ufficio tecnico della CAT che era salito sull'aliante poco prima del decollo.[6] La Regia Aeronautica bloccò subito i voli del secondo prototipo che era appena stato completato in attesa di conoscere[N 2] gli esiti dell’inchiesta sull'incidente.[6] Nel corso del 1942 erano già stati presi accordi tra il proprietario della CAT, l'industriale Cesare Gallieni,[5] il conte Caproni e l'industria Officine Reatine Lavorazioni Aeronautiche (ORLA)[6] per la produzione in serie del TM.2. Nella primavera del 1943 la CAT iniziò la costruzione del prototipo del più grande TM.3,[N 3] della classe del tedesco Gotha Go 242, avente formula bitrave e capacità di trasportare 5 000 kg di carico.[6]

Sopravvissuto fortunatamente al conflitto, nel dopoguerra la Caproni valutò la trasformazione del secondo prototipo in un velivolo da trasporto bimotore, ma tale progetto venne definitivamente abbandonato.[1] Il TM.2 (MM.511) entrò a far parte inizialmente della collezione del Museo della scienza e della tecnica di Milano dove rimase esposto fino al 1997,[1] e poi fu trasferito presso il Museo Volandia per un potenziale restauro che non è tuttavia stato realizzato a causa delle precarie condizioni in cui versa il velivolo e della mancanza cronica di fondi adeguati per affrontare restauri così impegnativi. Oggi, l'aeromobile, di proprietà AM, è in deposito presso i magazzini del museo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle, localizzati in periferia d Roma[senza fonte].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Si trattava dell’esemplare MM.7563 appartenente al 1º Nucleo Addestramento al Volo Senza Motore (NAVSM) di stanza sull’aeroporto di Cameri, Novara, ai comandi del sottotenente Cesare Gallieni Jr.
  2. ^ Si temeva che il TM.2 fosse precipitato al suolo a causa di un difetto di centraggio dell'aliante.
  3. ^ La richiesta per questo tipo di aliante era stata avanzata dallo Stato maggiore nel dicembre 1941.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Sgarlato 2007, p. 25.
  2. ^ a b c d e f Brotzu, Cosolo 1976, p. 75.
  3. ^ Sgarlato 2007, p. 7.
  4. ^ a b c d e f Brotzu, Cosolo 1976, p. 87.
  5. ^ a b c d e Sgarlato 2007, p. 24.
  6. ^ a b c d e f g Brotzu, Cosolo 1976, p. 88.
  7. ^ a b c d e f g h i j k Brotzu, Cosolo 1976, p. 85.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Emilio Brotzu e Gherardo Cosolo, Dimensione Cielo, Aerei Italiani nella 2ª Guerra Mondiale Trasporto Vol.9, Roma, Edizioni dell'Ateneo & Bizzarri, 1976.
  • Andrea Curami e Gianni Gambarini, Catalogo delle Matricole Militari della Regia Aeronautica 1923-1943, Milano, 1992.
  • Maurizio Setti, L'aliante militare; Caratteristiche e storia di uno straordinario mezzo da battaglia della seconda guerra mondiale, Roma, IBN Editore, 1995.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

  • Nico Sgarlato, Prototipi della Regia Aeronautica, in Aerei nella Storia, n. 57, Parma, West-Ward Edizioni, dicembre-gennaio 2007, p. 34, ISSN 1591-1071.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]