Action (film 1980)

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Action
Una scena del film
Paese di produzioneItalia
Anno1980
Durata120 min
Generecommedia
RegiaTinto Brass
SoggettoTinto Brass
SceneggiaturaGiancarlo Fusco,
Roberto Lerici,
Tinto Brass
ProduttoreFranco Cancellieri
Casa di produzioneArs Cinematografica
Distribuzione in italianoC.I.D.I.F.
FotografiaSilvano Ippoliti
MontaggioTinto Brass
MusicheRiccardo Giovanini
ScenografiaClaudio Cinini
CostumiJost Jakob
TruccoPino Capogrosso
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Action è un film commedia del 1980 diretto da Tinto Brass.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Bruno Martel è un attore di film di serie B mentre sua moglie Ann, con la quale ha un rapporto contrastato, lavora come fotomodella e lo tradisce col suo agente. Martel prova a sfondare nel cinema hard, ma ne rimane disgustato e se ne allontana insieme a Ofelia, una svampita attricetta. Con lei e "Garibaldi", anziano anarchico vagabondo, vivono una serie di situazioni al limite del surreale e, in una casa di cura, Ofelia si suicida gettandosi da una finestra. Rubata un'automobile e compiuta una rapina, Bruno giunge con "Garibaldi" alla pompa di benzina gestita da Florence, donna ormai matura sposata al paralitico Joe; dopo averla soddisfatta, viene ucciso dalla polizia, chiamata nel frattempo da Joe.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Uscito nelle sale cinematografiche italiane il 4 gennaio 1980.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

«Diversamente da Caligola [...] Action è tutto Tinto Brass, nel bene e nel male, nelle insistenti provocazioni verbali e visuali come nell'adesione caparbia ai temi di fondo esposti già nella sua lontana e «opera prima» (Chi lavora è perduto, ovvero In capo al mondo) [...] Di caratterizzante c'è, in Action, il parallelismo, lo scambio, la voluta confusione tra vita e cinema, che giunge sino a citazioni esplicite (Qualcuno volò sul nido del cuculo o Il cacciatore), ma che comprende anche più sottili allusioni: come quelle che abbiamo creduto di cogliere, nelle fasi culminanti de racconto, ad alcuni momenti del Il grido di Antonioni, la cui sostanziale disperazione si volta qui in tetro sberleffo. Purtroppo, Brass si lascia prendere spesso la mano dal gusto della battuta goliardica, e non meno spesso sembra considerare il periodo sadico-anale come l'età d'oro dell'esistenza umana, mettendo così a dura prova la tolleranza dello spettatore adulto meglio disposto; e travagliando inutilmente una linea narrativa che, senza dubbio, si sarebbe giovata di una andatura più spedita. Insomma, benché assai esperto del mestiere, il regista avrebbe avuto forse bisogno di un montatore differente da lui medesimo. Però, da Luc Merenda ha cavato un apporto inatteso al personaggio di Bruno. [...]»

«Esasperato e rabbioso più ancora di Caligola, questo film di Tinto Brass dimostra che il suo autore, e insieme produttore e montatore, possiede un naturale ingegnaccio, al quale non soccorrono più né l'estrosa ispirazione d'un tempo, né il freno d'un oculato, perspicace autocontrollo. Il racconto è gratuitamente bislacco nel proporre la risposta all'interrogativo enunciato da Brass: «È la realtà solo finzione, oppure è la finzione la sola realtà?». [...] È difficile dare un senso a tutta questa storia, e meno che mai, attraverso essa, suggerire una risposta al sopra riportato interrogativo enunciato dal regista. [...] visivamente il film non è privo di ricerche stilistiche nella fotografia; è pieno di parolacce destinate dopo un po' a dare fastidio; ha interpreti non privi d'efficacia (specie Alberto Sorrentino mette al servizio di «Garibaldi» una maschera scavata e intensa [...]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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