Abrocoma boliviensis

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Ratto cincillà boliviano
Immagine di Abrocoma boliviensis mancante
Stato di conservazione
Critico[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Mammalia
Sottoclasse Theria
Infraclasse Eutheria
Superordine Euarchontoglires
(clade) Glires
Ordine Rodentia
Sottordine Hystricomorpha
Infraordine Hystricognathi
Superfamiglia Chinchilloidea
Famiglia Abrocomidae
Genere Abrocoma
Specie A. boliviensis
Nomenclatura binomiale
Abrocoma boliviensis
Glanz & Anderson, 1990
Areale

Il ratto cincillà boliviano (Abrocoma boliviensis Glanz & Anderson, 1990)[2] è un roditore appartenente alla famiglia Abrocomidae, diffuso in una ristretta zona della Bolivia centrale.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La livrea è folta e soffice, grigiastra o marroncina sul dorso e sui fianchi, ma bianco-giallastra nelle parti ventrali; il peso varia tra 225 e 300 g, mentre la lunghezza è compresa tra 170 e 178 mm, tanto che risulta essere la specie più piccola tra gli Abrocoma; è inoltre facilmente riconoscibile anche per la coda, che risulta essere più lunga e pelosa rispetto alle specie congeneri. Il muso ricorda molto quello di un ratto, cono occhi grandi e scuri e orecchi ampi e arrotondati. Gli arti sono corti, con quattro dita nella zampa anteriore e cinque nella posteriore. Nelle tre dita centrali della zampa posteriore si osserva la presenza di una sorta di "pettine", costituito da peli rigidi ravvicinati, che ha presumibilmente la funzione di liberare il pelo dai parassiti o dalla sporcizia.[4]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

La specie è esclusivamente erbivora.[1]

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

I piccoli vengono alla luce precoci, dopo un lungo periodo di gestazione.[1]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie è stata rinvenuta esclusivamente nei pressi del locus typicus (Comarapa, Provincia di Manuel María Caballero, Dipartimento di Santa Cruz, Bolivia centrale), sebbene non si possa escludere che il suo areale possa essere più esteso.[5]

L'habitat è rappresentato dalle zone rocciose all'interno della foresta pluviale, ad una quota altimetrica di circa 1.800 m s.l.m.[5]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

A. boliviensis è stato descritto per la prima volta da Glanz e Anderson nel 1990, sulla base di due esemplari, catturati nel 1926 e nel 1955, mai identificati in precedenza.[2]

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Non sono stati riportati sinonimi per questa specie.[3]

Sottospecie[modifica | modifica wikitesto]

Non sono state individuate sottospecie.[3]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

I principali fattori di rischio per la specie sono collegati all'antropizzazione, che sottrae territorio a vantaggio del pascolo del bestiame e frammenta ulteriormente le zone utili per A. boliviensis; inoltre la specie risente della presenza di predatori introdotti, quali gatti e cani. Va infine ricordato che in passato si cacciava questo roditore per il commercio delle pellicce.[1]

Tenendo conto della ristrettezza dell'areale e del fatto che la popolazione, pur in mancanza di dati certi, appare in calo numerico, la Lista rossa IUCN attribuisce a questo taxon lo status "CR" (rischio critico).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (EN) Dunnum, J., Vargas, J. & Bernal, N., 2008, Abrocoma boliviensis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b Glanz, W. E. and Anderson, S., Notes on Bolivian mammals. 7. A new species of Abrocoma (Rodentia) and relationships of the Abrocomidae, in American Museum Novitates, vol. 2991, 1990, pp. 1-32.
  3. ^ a b c (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Abrocoma boliviensis, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  4. ^ Abrocoma boliviensis, su EDGE - Evolutionarily Distinct & Globally Endangered. URL consultato il 4 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2013).
  5. ^ a b Woods, C. A. and Kilpatrick, C. W., Infraorder Hystricognathi. In: D. E. Wilson and D. M. Reeder (eds), Mammal Species of the World, Baltimore, MD, USA, The Johns Hopkins University Press, 2005, pp. 1538-1599.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Barrthlott, W., Winiger, M. and Biedinger, N., Biodiversity: a challenge for development research and policy, Berlin, Heidelberg, Springer – Verlag, 2001, pp. 281.
  • Braun, J. K. and Mares, M. A., Systematics of the Abrocoma cinerea species complex (Rodentia: Abrocomidae), with a description of a new species of Abrocoma, in Journal of Mammalogy, vol. 83, n. 1, 2002, pp. 1-19.
  • Cabrera, A., Catílogo de los mam¡feros de America del Sur, in Revista del Museo Argentino de Ciencias Naturales Bernardino Rivadavia, vol. 4, 1961, pp. 309-732.
  • Cortes, A., Rau, J. R., Miranda, E. and Jimenez, J. E., Habitos alimenticios de Lagidium viscacia y Abrocoma cinerea: roedores sintopicos en ambientes altoandinos del norte de Chile, in Revista Chilena de Historia Natural, vol. 75, 2002, pp. 583-593.
  • Ellerman, J. R., Families and genera of living rodents. Rodents other than Muridae, vol. 1, London, United Kingdom, British Museum (Natural History), 1940, pp. 1-689.
  • Glanz, W. E. and Anderson, S., Notes on Bolivian mammals. 7. A new species of Abrocoma (Rodentia) and relationships of the Abrocomidae, in American Museum Novitates, vol. 2991, 1990, pp. 1-32.
  • Honeycutt, R. L., Rowe, D. L. and Gallardo, M. H., Molecular systematics of the South American caviomorph rodents: relationships among species and genera in the family Octodontidae, in Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 26, 2003, pp. 476–489.
  • Nowak, R. M., Walker’s Mammals of the World, Sixth edition, Baltimore and London, The Johns Hopkins University Press, 1999.
  • Redford, K. H. and Eisenberg, J. F., Mammals of the Neotropics, The Southern Cone: Chile, Argentina, Uruguay, Paraguay, Chicago, USA, University of Chicago Press, 1992.
  • Thomas, O., On small mammals from the Famatina Chain, north-western Rioja, in Annals and Magazine of Natural History, vol. 6, n. 9, 1920, pp. 417-422.
  • Woods, C. A. and Kilpatrick, C. W., Infraorder Hystricognathi. In: D. E. Wilson and D. M. Reeder (eds), Mammal Species of the World, Baltimore, MD, USA, The Johns Hopkins University Press, 2005, pp. 1538-1599.

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