Coordinate: 46°26′53.33″N 11°41′50.46″E

Val di Fassa

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Val di Fassa
Val de Fascia
La Val di Fassa vista dal Sass Pordoi
StatiItalia (bandiera) Italia
Regioni  Trentino-Alto Adige
Province  Trento
Località principaliMoena, Soraga, Vigo di Fassa, Pozza di Fassa, Mazzin, Campitello di Fassa, Canazei
Nome abitantifassani
Cartografia
Mappa della Valle
Mappa della Valle
Sito web

La Val di Fassa (in ladino Val de Fascia e in tedesco Fassatal) è una delle principali valli dolomitiche ed è situata nel Trentino nord-orientale.

Costituita da sette comuni, è attraversata per intero dal torrente Avisio, un affluente di sinistra del fiume Adige. La valle è circondata da alcuni dei più importanti massicci delle Dolomiti, i Monti Pallidi: la Marmolada, il Gruppo del Sella, il Sassolungo, il Gruppo del Catinaccio, ma anche da montagne a litologia non dolomitica quali il Buffaure e i Monzoni.

È l'unica valle trentina (assieme alle valli di Gardena e Badia in Alto Adige e alla valle di Livinallongo e parte della conca ampezzana in Veneto), dove tuttora si parla la lingua ladina (più precisamente il ladino dolomitico).

La Val di Fassa è collegata alle altre valli dolomitiche attraverso numerosi valichi: il Passo San Pellegrino collega Moena con la Valle del Biois (BL) il Passo di Costalunga connette Vigo con la Val d'Ega (Alto Adige), mentre da Canazei è possibile raggiungere Livinallongo (BL) tramite il Passo Pordoi e la Val Gardena (BZ) tramite il Passo Sella.

Le attività che si svolgono in valle sono legate principalmente al turismo, sia estivo che invernale. Le località sciistiche della valle fanno parte del consorzio Dolomiti Superski, il più esteso al mondo. Le ski aree della valle sono le seguenti:

  • Catinaccio-Rosengarten, presso Vigo e Pera di Fassa.
  • Buffaure, presso Pozza, collegata poi verso il Ciampac di Alba di Canazei.
  • Belvedere/Col Rodella di Canazei/Campitello, di notevoli dimensioni, collegata con Val Gardena (BZ) e Arabba-Marmolada (BL). Da qui si può partecipare al giro del dolomitico Gruppo del Sella, chiamato Sellaronda.
  • Tre Valli presso Moena e Passo San Pellegrino-Falcade(BL).

Per quanto riguarda il turismo estivo, è possibile utilizzare i mezzi di risalita invernali per raggiungere i punti di accesso più comodi per numerose escursioni, caratterizzate da laghi alpini, boschi e pareti rocciose.

Nella valle è molto forte la tradizione popolare, legata alla cultura ladina. In valle sono conosciute favole, leggende e racconti popolari legate ai maestosi monti che le fanno da contorno. A Vigo di Fassa, centro amministrativo della valle, hanno sede l'Istituto Culturale Ladino Majon di fascegn e il Museo Ladino. In ogni paese c'è una chiesa dall'architettura caratteristica della zona trentina e del vicino Alto Adige.

I comuni che ne fanno parte sono, da sud a nord, Moena, Soraga, Vigo di Fassa, Pozza di Fassa, Mazzin, Campitello di Fassa e Canazei:

Comune Frazioni Abitanti Estensione
Moena/Moena Forno, Sorte, Someda, Penia, Medil, Passo San Pellegrino 2.609 82 km²
Soraga/Sorèga Palua, Soraga Alta 685 19 km²
Vigo di Fassa/Vich Vallonga, Tamion 1.116 26 km²
Pozza di Fassa/Poza Pera di Fassa, Monzon 2.060 73 km²
Mazzin/Mazin Campestrin, Fontanazzo 477 23 km²
Campitello di Fassa/Ciampedel Pian 732 25 km²
Canazei/Cianacei Alba, Penia, Passo Pordoi 1.838 67 km²
Totale - 9.517 315 km²

Valli secondarie

La Val San Nicolò

Nel Torrente Avisio confluiscono numerosi torrenti che scorrono nelle numerose valli secondarie presenti nel bacino idrografico della Val di Fassa. Ogni "valle minore", solitamente di conformazione glaciale come la principale, spesso non dotata di una strada asfaltata, non presenta alcuni centri abitati importanti, ma non manca di malghe e fienili tipici della tradizione montana locale. Ecco un elenco di quelle più importanti, ordinate da monte a valle:

Storia

File:Flag of Fassa.png
Bandiera non ufficiale della Val di Fassa: ogni colore rappresenta uno dei sette comuni. Al centro i colori ladini [1].

I primi insediamenti umani nella Val di Fassa sembrano risalire all'Età del Bronzo, anche se la zona era frequentata fin dalla preistoria da cacciatori provenienti dalle pianure più a sud. Una conferma dell'esistenza di insediamenti stabili e culturalmente uniti nella zona, fu il ritrovamento dei resti di un castelliere retico, avvenuto nel 1968 nei pressi di Mazzin. La conquista romana della Rezia (15 a.C.), diffuse nell'area dolomitica il latino, che, in seguito alla compenetrazione con le lingue retiche, darà origine alla lingua ladina. Testimonianze del passaggio romano, oltre che nella lingua, si trovano comunque in alcuni toponimi locali (es. Vicus-Vigo di Fassa)[2].

Durante il Medioevo la Val di Fassa fu soggetta all'autorità del Principato vescovile di Bressanone, ad eccezione di Moena, che apparterrà a Trento almeno fin dal XII Secolo. Fu in questo periodo, attraverso una lunga lotta con l'autorità vescovile, che si affermarono le prerogative di autonomia e di libertà della Comunità di Fassa, fondate sul diretto controllo e sulla proprietà collettiva di parte del territorio, in particolare dei boschi e dei pascoli di alta montagna. I diritti di autonomia e di gestione del territorio decaddero soltanto nel periodo delle guerre napoleoniche, in cui i fassani si schierarono al fianco delle milizie popolari tirolesi[3]. Dopo la fine dell'epoca napoleonica la valle condivise i destini dell'Impero Austro-Ungarico, e alla fine del XIX Secolo la "scoperta" delle dolomiti contribuì a diffondere in tutta Europa il mito romantico dei Monti Pallidi, e creò le condizioni per la nascità di quell'industria turistica che sarebbe stata successivamente la maggiore risorsa economica locale [3].

Allo scoppio della prima guerra mondiale la val di Fassa si trovò sulla linea del fronte italo-austriaco. Numerose sono le testimonianze del conflitto, come le trincee e le gallerie scavate nel ghiaccio sul massiccio della Marmolada, visitabili oggi attraverso itinerari turistici come la celebre Ferrata delle Trincee. Il passaggio, nel 1918, dell'Alto Adige al Regno d'Italia, segnò un'ulteriore diminuzione dell'autonomia e dell'identità storica della zona, con il frazionamento dell'area culturale ladina in diverse entità amministrative. A partire dal secondo dopoguerra, con l'istituzione della regione autonoma Trentino-Alto Adige, del comprensorio Ladino di Fassa, e la recente istituzione della "comunità di valle"[4] (il Comun General de Fascia), l'identità locale fassana è nuovamente in fase di riconoscimento.

Note

  1. ^ Trattandosi di bandiera non ufficiale, la disposizione dei colori può variare. La versione illustrata è presente nel logo ufficiale della S.H.C. Fassa: [1]. Altre versioni sono visibili qui: Flags of the World, su crwflags.com. URL consultato il 26-01-2009.
  2. ^ www.DolomitiNetwork.com, su dolomitinetwork.com. URL consultato il 26-01-2009.
  3. ^ a b www.c11.tn.it/, su c11.tn.it. URL consultato il 26-01-2009.
  4. ^ Legge Provinciale del 16 giugno 2006, n. 3, su c11.tn.it. URL consultato il 26-01-2009.

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