Sultanato di Sulu
Sultanato di Sulu | |
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Dati amministrativi | |
Nome ufficiale | کسلطانن سولو دار الإسلام Kasultanan sin Sūg Kesultanan Sulu |
Lingue ufficiali | arabo |
Lingue parlate | Malese, tausug, bajaw, visayano, arabo e banguingui |
Capitale | Maimbung (1878)[1] |
Altre capitali | Buansa Palawan (1893)[2] |
Dipendente da | Impero del Brunei (1405–1578) Spagna (1851–1898) Stati Uniti (1903–1915) |
Politica | |
Forma di governo | Monarchia |
Nascita | 17 novembre 1405 con Sharif ul-Hashim di Sulu |
Causa | Ascesa del Rajah Baginda |
Fine | 1986 con Mohammed Mahakuttah Abdullah Kiram (ultimo riconosciuto ufficialmente) |
Causa | Dissoluzione del sultanato |
Territorio e popolazione | |
Massima estensione | 35.000 kmq nel XVI secolo |
Economia | |
Valuta | Baratto, prima dell'introduzione delle monete sulu[3] |
Religione e società | |
Religione di Stato | Islam sunnita |
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Evoluzione storica | |
Preceduto da | Stato barangay Lupah Sug ![]() |
Succeduto da | ![]() ![]() Repubblica di Zamboanga ![]() ![]() ![]() |
Ora parte di | ![]() ![]() ![]() |
Il Sultanato di Sulu Dar al-Islam (Jawi: سلطنة سولو دار الإسلام) fu un sultanato tausūg islamico che governò sulle isole del mar di Sulu, nelle Filippine meridionali e in diversi luoghi nel Borneo settentrionale dal 1457 al 1917. Il sultanato fu fondato nel 1457 dall'esploratore arabo Johore e dallo studioso di religione Sayyid Abu Bakr Abiri dopo aver creato un insediamento a Banua Buansa Ummah (Umma è un termine arabo per comunità). Dopo il matrimonio di Abu Bakr e la principessa locale dayang-dayang Paramisuli, egli fondò il sultanato e assunse il titolo di Paduka Mahasari Maulana al-Sultan Sharif ul-Hāshim. Oggi, l'istanza su chi sia il legittimo sultano di Sulu è disputata da diversi rami delle famiglie reali, sebbene la linea di successione ricade sul ramo Kiram della famiglia reale dal 1863 Jamalul (Agdam) Alam-Kiram.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Economia
[modifica | modifica wikitesto]Società
[modifica | modifica wikitesto]Nella società del Sultanato di Sulu, la nobiltà si poteva ottenere solamente tramite legami sanguinei, in un sistema ereditario chiuso.[4]
Esistevano due classi reali:
- Il titolo di Datu (o susultanun) era acquisito esclusivamente per lignaggio, detenuto da tutti i membri maschi della casata insieme a quello di "Sua Altezza Reale"; i membri adottati dalla casa reale di Sulu erano designati come "Sua Altezza". Le loro consorti detenevano automaticamente il titolo di Dayangdayang (principessa di primo grado), e quelle dei membri adottati adottavano anch'esse il titolo di "Sua Altezza".
- Il Datu Sadja era un titolo nobiliare a vita, e insieme alle loro consorti potevano essere chiamati "Sua Eccellenza". Poteva essere acquisito confermandoo i titoli (gullal) presso l'intermediario del sultano; il gullal veniva conferito ai cittadini comuni che avevano compiuto imprese o servizi eccezionali nell'adempimento del loro dovere, dimostrando valori come saggezza o coraggio.
I Maharlika, o popolani, non avevano alcuna ascendenza reale, ma le sottoclassi superiori ricoprivano ruoli amministrativi:
- Wakil Kesultanan - rappresentante regionale al di fuori del sultanato
- Panglima - rappresentante regionale all'interno del sultanato
- Parkasa - aiutante in campo del rappresentante regionale all'interno del sultanato
- Laksaman - rappresentante subregionale all'interno del sultanato
Tutti questi individui ricoprivano il titolo nobiliare Tuan direttamente correlato alla carica, seguito dal grado della carica ricoperta, dal nome, dal cognome e dalla regione. Le donne che ricevevano tali cariche venivano chiamate Sitti, sempre direttamente collegato alla carica e sempre seguito dallo stesso ordine di nomi.
Gran parte della società Sulu, al pari del sultanato di Maguindanao, era composta da bisaya (o banyaga), schiavi catturati durante le incursioni o acquistati nei mercati. Si stima che negli anni '50 circa metà della popolazione di Sulu fosse composta da schiavi bisaya e dominasse l'economia locale. Erano trattati per la maggior parte come cittadini comuni, con case di proprietà, e si occupavano della coltivazione di campi e della pesca per conto della nobiltà; ogni tentativo di fuga era però severamente punito, e un gran numero di schiavi veniva venuduto a schiavisti europei, cinesi, e di Makassar e Bugis nelle Indie Orientali Olandesi.
Galleria d'immagini
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Bandiera ufficiale del sultanato sotto la guida del sultano Muedzul Lail Tan Kiram di Sulu.
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Bandiera del sultanato di Sulu secondo Pierre Sonnerat.
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Bandiera di guerra del sultanato di Sulu alla fine del XIX secolo.
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Bandiera moderna di Jamalul Kiram III.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Najeeb Mitry Saleeby (1870–1935), The History of Sulu, su gutenberg.org.
- ^ Josiah C, Historical Timeline of The Royal Sultanate of Sulu Including Related Events of Neighboring Peoples, su seasite.niu.edu, NIU..
- ^ 11 coins used by Filipinos before and during the Spanish Era, su The Kahimyang Project.
- ^ (EN) Juanito A. Bruno, The Social World of the Tausug, 1973, p. 146.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sultanato di Sulu
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su royalsultanateofsulu.org.
- Sulu, sultanato di, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.