Circonflesso: differenze tra le versioni
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Anche nei casi in cui la i è preceduta da una g dolce, è dovere usare l'accento circonflesso. |
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Il Sommo ha asserito ciò. Lui canta il Verbo. |
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Versione delle 23:27, 24 gen 2016
Il circonflesso, o accento circonflesso[1] (^ o ˆ) è un segno diacritico utilizzato in varie lingue. Graficamente consiste in un tettuccio posto in cima alla lettera (nel caso della «i» prende il posto del puntino). In italiano è usato sempre più raramente, al contrario della lingua francese.
Il circonflesso nella lingua italiana
Nell'italiano di tutti i giorni, salvi i casi di distinzione di parole omografe, il circonflesso è utilizzato sempre più raramente mentre viene ancora utilizzato in ambiti letterari o specialistici (es. diritto), caratterizzati da un linguaggio più preciso. In ambiti redazionali è addirittura sconsigliato, probabilmente per evitare complicazioni in fase di composizione e trascrizione del testo; al contrario, se utilizzato con moderazione e secondo le regole a esso proprie, è indice di maggiore raffinatezza espressiva e padronanza della lingua italiana.
Nel linguaggio matematico il circonflesso è utilizzato per evidenziare particolari proprietà di una variabile: il simbolo è pronunciato "x-cappello"[2].
Ieri
Anticamente il circonflesso poteva essere posto su qualsiasi vocale (â, ê, î, ô, û) e contrassegnava le forme contratte, tipiche del linguaggio poetico, dovute alla sincope di una sillaba per ragioni di metrica: fûro (furono), fêro (fecero), amâro (amarono), tôrre (togliere), côrre (cogliere), finîro (finirono).
Oggi
Oggigiorno il circonflesso può indicare solamente la contrazione delle due -ii (purché nessuna della due sia tonica -ìi) tipiche del plurale delle parole terminanti in -io (es. serio → serî - dalla contrazione della doppia I del plurale latineggiante serii, oggi non più pronunciato - al posto del più comune seri) o, uso veramente eccezionale e antiquato, di alcuni verbi in -iare alla 2ª persona dell'indicativo presente (es. odiare → (tu) odî - contrazione della doppia I del latineggiante (tu) odii - al posto del comune odi, eventualmente confondibile con l'omologa del verbo udire → (tu) odi)
È invece impensabile il circonflesso sui plurali femminili atoni in -ee (es. fulminea → fulminee e non *fulminê), e sui plurali tonici di qualunque genere (es. calpestio → calpestii e non *calpestî; ninfea → ninfee e non *ninfê).
L'applicazione del circonflesso non sottostà a regole ben precise, ma ci si dovrebbe rifare all'etimo o alla tradizione letteraria, tuttavia è possibile seguire le seguenti regole empiriche[3]:
Terminazione -io preceduta da una consonante
1) Il circonflesso può essere segnato se la terminazione -io è preceduta da una singola consonante:
singolare | plurale | IPA | singolare | plurale | IPA |
---|---|---|---|---|---|
salario | salarî | sa'la:ri | simposio | simposî | sim'pɔ:zi |
preludio | preludî | pre'lu:di | microbio | microbî | mi'krɔ:bi |
encomio | encomî | eŋ'kɔ:mi | demonio | demonî | de'mɔ:ni |
savio | savî | 'sa:vi | brefotrofio | brefotrofî | brefo'trɔ:fi |
principio | principî | prin'ʧi:pi | monopolio | monopolî | mono'pɔ:li |
ozio | ozî | 'ɔttsi | emistichio | emistichî | emis'ti:ki |
olio | olî | 'ɔ:li |
Se però questa consonante è una, gl, sc, c dolce o g dolce (ossia [ʎ], [ʃ], [ʧ] e [ʤ]), il circonflesso non deve essere utilizzato in quanto la ⟨i⟩ che segue queste consonanti ha un valore puramente ortografico (indica rispettivamente la pronuncia palatale o dolce).
singolare | plurale | IPA | singolare | plurale | IPA |
---|---|---|---|---|---|
foglio | fogli | 'fɔʎʎi | liscio | lisci | 'liʃʃi |
imbroglio | imbrogli | im'brɔʎʎi | bacio | baci | 'ba:ʧi |
orologio | orologi | oro'lɔ:ʤi |
Terminazione -io preceduta da più consonanti
2) Il circonflesso non va segnato se la terminazione -io è preceduta da più consonanti, uguali o diverse:
singolare | plurale | IPA | singolare | plurale | IPA |
---|---|---|---|---|---|
scoppio | scoppi | 'skɔppi | scempio | scempi | 'ʃempi |
appoggio | appoggi | ap'pɔdʤi | cambio | cambi | 'kambi |
occhio | occhi | 'ɔkki | gonfio | gonfi | 'goɱfi |
ghiaccio | ghiacci | 'gjattʃi | muschio | muschi | 'muski |
Fanno eccezione il plurale di ovvio (anche ovvî) e delle parole terminanti in -ennio (biennio → biennî)
Può essere invece utilizzato in presenza dell'unione tra una consonante liquida (l, r) e una occlusiva (t, d, p, b, c dura, g dura):
singolare | plurale | IPA | singolare | plurale | IPA |
---|---|---|---|---|---|
patrio | patrî | 'pa:tri | obbrobrio | obbrobrî | ob'brɔ:bri |
proprio | proprî | 'prɔ:pri | primordio | primordî | pri'mɔrdi |
sinedrio | sinedrî | si'nɛ:dri | caparbio | caparbî | ka'parbi |
Terminazione -io preceduta da vocale
In questo caso il circonflesso non è ammesso.
singolare | plurale | IPA | singolare | plurale | IPA |
---|---|---|---|---|---|
vivaio | vivai | vi'vaj | vassoio | vassoi | vas'soj |
Altre lingue
Greco antico
Il circonflesso, nel greco antico, può comparire soltanto su un dittongo o una vocale lunga, e soltanto sull'ultima o penultima sillaba di un vocabolo. Se il circonflesso compare sulla penultima sillaba, l'ultima sillaba, per la regola del trocheo finale, deve essere breve. In base alla posizione di quest'accento, una parola è detta perispomena (se l'accento cade sull'ultima sillaba) o properispomena (se cade sulla penultima).
Francese
In francese, il circonflesso può comparire su tutte le vocali.
In certi casi, il circonflesso indica una contrazione dovuta alla perdita di una ⟨s⟩ preconsonantica nel corso dei secoli:
latino | francese antico |
francese moderno |
---|---|---|
castellum | chastel, chasteau |
château |
fenestra | fenestre | fenêtre |
insula | isle | île |
costa | coste | côte |
crusta | crouste | croûte |
Può apparire curioso il fatto che molte parole della lingua inglese, pur essendo derivate dal francese, non hanno perso la ⟨s⟩, ma si spiega col fatto che la lingua francese fu importata in Inghilterra all'epoca della battaglia di Hastings (1066), ossia prima che sul continente il suono [s] iniziasse a scomparire davanti a consonante, tramutandosi in un allungamento compensatorio della vocale precedente. Tale allungamento vocalico scomparve a sua volta nel XVIII secolo, parallelamente alla scomparsa grafica della ⟨s⟩ muta che fu rimpiazzata dal circonflesso (introdotto nel 1740 dall'Académie Française).
Portoghese
In Portoghese ⟨â⟩ /ɐ/, ⟨ê⟩ /e/ e ⟨ô⟩ /o/ rappresentano vocali più chiuse di quando vengono segnate con Accento acuto (pronunciate rispettivamente /a/, /ɛ/ e /ɔ/).
Romeno
In Romeno l'accento circonflesso (posto solamente sulle lettere "a" ed "i") indica due vere e proprie lettere dell'alfabeto a sé stanti ("â" ed "î"); entrambe le lettere possiedono lo stesso suono, il quale, abbastanza complesso e difficile da esporre, è riconducibile ad una "a" molto chiusa che tende ad una "o"; simbolo fonetico di tale suono è [ɨ]. L'unica differenza tra le due lettere è l'uso all'interno di una parola: la "î" è usata solo ad inizio o fine di parola, la "â" all'interno.
Gallese
In Gallese è usato per allungare le vocali: Â â, Ê ê, Î î, Ô ô, Û û, Ŵ ŵ, Ŷ ŷ
Friulano
In friulano è utilizzato per indicare una vocale etimologicamente lunga e tonica, e con questa funzione si può trovare applicato a qualsiasi vocale. Il suo utilizzo nell'ortografia ufficiale è obbligatorio solo in alcuni casi (come nella coniugazione di alcuni tempi verbali). Da precisare che, in alcune varietà del friulano, certe o tutte le vocali toniche lunghe sono considerate tali solo in senso etimologico, mentre vengono pronunciate come dittonghi (secondari, ad es. Amôr = "Amòur", oppure Nêf = "Nèif") o come le corrispondenti vocali toniche brevi (ad es. Amôr = "Amòr").
Veneto
In vèneto è utilizzato per indicare una vocale foneticamente lunga; diversamente dall'italiano, in vèneto una vocale lunga non è obbligatoriamente tonica (neanche in caso di accento secondario; in realtà il vèneto non è per le vocali lunghe (a parte il trevigiano stretto), ma sono lunghe le vocali palatali (/e/, /ɛ/ e /i/) confinanti con il fonema ɰ, nel caso si scelga di non pronunciare quest'ultimo.
Ligure
In dialetto ligure, dove è importante marcare la durata e l'intonazione di ogni vocale, il circonflesso ricopre il ruolo di segnalare una vocale lunga e stretta; può essere utilizzato sia in posizione tonica che atona: es. mâvegiôzo /ma:ve'dʒu:zu/.
Esperanto
In Esperanto le consonanti con il circonflesso (in Esperanto Ĉapelo) (ŝ /ʃ/, ĉ /ʧ/, ĵ /ʒ/, ĝ /ʤ/ e ĥ /x/) sono vere lettere dell'alfabeto. Nella liste in ordine alfabetico sono inseriti immediatamente dopo la loro variante senza segno diacritico. Il Fundamento de Esperanto suggerisce, quando non è possibile scriverli, di sostituirlo con la lettera h.[4]
Albanese
Nella lingua albanese (nella sua variante dialettale settentrionale di tipo ghego e nella lingua ufficiale del Regno d'Albania fino al 1944) l'accento circonflesso indica la pronuncia nasale delle vocali /i/, /y/, /u/, /e/, /o/, /a/. Esso viene tuttora utilizzato nelle produzioni letterarie e sulla stampa in dialetto ghego.
Nella matematica
Il circonflesso è utilizzato anche in vari ambiti della matematica. Ad esempio, i versori, a differenza dei vettori (che vengono indicati con una freccia), si indicano con il circonflesso (i più noti sono î e ĵ, versori rispettivamente degli assi delle ascisse e delle ordinate).
Inoltre anche gli angoli, oltre alla loro tipica notazione con l'alfabeto greco, possono essere indicati utilizzando il circonflesso. Ad esempio, CÂB è l'angolo che ha come vertice il punto A e come lati i segmenti CA ed AB.
In statistica, e più precisamente in teoria della stima, l'accento circonflesso è la notazione tipicamente usata per indicare uno stimatore.
Uso improprio
L'apparente mancanza, sulle tastiere QWERTY, di combinazioni dirette con cui inserire gli indicatori ordinali (º ma soprattutto ª), induce troppo spesso ad usare il circonflesso in modo del tutto improprio ed immotivato in luogo degli indicatori stessi.
Note
- ^ Voce "circonflesso" del vocabolario Treccani, su treccani.it. URL consultato l'11 settembre 2015.
- ^ Hat - from Wolfram MathWorld
- ^ In alternativa è possibile rifarsi alle indicazioni del DOP (http://www.dizionario.rai.it/), usandolo quando questo suggerisce il plurale latineggiante in -ii. Si vedano anche queste spiegazioni generali in forma schematica: http://www.dizionario.rai.it/static.aspx?treeID=38&pg=5 (in fondo alla pagina) e http://www.dizionario.rai.it/static.aspx?treeID=38&pg=6 (in cima).
- ^ Ludwik Lejzer Zamenhof, Fundamento de Esperanto, Edistudio, ISBN 88-7036-046-6.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul circonflesso