Middlebrow: differenze tra le versioni

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Nella [[sociologia della cultura]], il termine '''''Middlebrow''''' è usato per indicare una categoria di prodotti culturali e artistici (in particolar modo letterari) che si offrono al pubblico per le loro caratteristiche di facile accesso e fruizione (in termini di sforzo culturale richiesto per la loro comprensione). Per le sue caratteristiche intrinseche, tale produzione si colloca in una posizione intermedia rispetto alle classiche suddivisioni in cultura [[alta cultura|alta]] e [[bassa cultura|bassa]]. Si tratta, in campo letterario, di quel panorama di "prodotti" di [[letteratura di genere]], di [[letteratura di consumo|consumo]] e [[intrattenimento]], legati alla [[società di massa|società]] e alla [[cultura di massa]] e all'orizzonte di "[[mercificazione]]" della cosiddetta [[industria culturale]]<ref>{{cita libro | url = http://www.treccani.it/enciclopedia/pop-art_(Enciclopedia-del-Novecento)/ | capitolo = Pop art | nome = Filiberto | cognome = Menna | wkautore = Filiberto Menna | titolo = Enciclopedia del Novecento | editore = [[Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]] | anno = 1980 | cid="Enc. Nov."}}</ref>. La cultura ''middlebrow'' è stata definita come una "forma parassitaria", il cui "statuto ibrido", per autodefinirsi,, necessita di entrambi gli estremi, alto e basso: dal primo dipende per imitazione, dal secondo per negazione<ref name="F. Frigerio, 11">{{cita libro | nome = Francesca | cognome = Frigerio | titolo = Modernismo e modernità. Per un ritratto della letteratura inglese. 1900-1940 | anno = 2014 | editore = Einaudi editore | collana = Piccola Biblioteca Einaudi. Mappe | p = 11 | isbn = 9788806214548}}</ref>.
Nella [[sociologia della cultura]], il termine '''''Middlebrow''''' è usato per indicare una categoria di prodotti culturali e artistici (in particolar modo letterari) che si offrono al pubblico per le loro caratteristiche di facile accesso e fruizione (in termini di sforzo culturale richiesto per la loro comprensione). Per le sue caratteristiche intrinseche, tale produzione si colloca in una posizione intermedia rispetto alle classiche suddivisioni in cultura [[alta cultura|alta]] e [[bassa cultura|bassa]]. Si tratta, in campo letterario, di quel panorama di "prodotti" di [[letteratura di genere]], di [[letteratura di consumo|consumo]] e [[intrattenimento]], legati alla [[società di massa|società]] e alla [[cultura di massa]] e all'orizzonte di "[[mercificazione]]" della cosiddetta [[industria culturale]]<ref>{{cita libro | url = http://www.treccani.it/enciclopedia/pop-art_(Enciclopedia-del-Novecento)/ | capitolo = Pop art | nome = Filiberto | cognome = Menna | wkautore = Filiberto Menna | titolo = Enciclopedia del Novecento | editore = [[Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]] | anno = 1980 | cid="Enc. Nov."}}</ref>. La cultura ''middlebrow'' è stata definita come una "forma parassitaria", il cui "statuto ibrido", per autodefinirsi,, necessita di entrambi gli estremi, alto e basso: dal primo dipende per imitazione, dal secondo per negazione<ref name="F. Frigerio, 11">{{cita libro | nome = Francesca | cognome = Frigerio | titolo = Modernismo e modernità. Per un ritratto della letteratura inglese. 1900-1940 | anno = 2014 | editore = Einaudi editore | collana = Piccola Biblioteca Einaudi. Mappe | p = 11 | isbn = 978-88-06-21454-8}}</ref>.


Lo stesso termine, con accezione molto più negativa (se non spregiativa, e a volte percepita come oltre il limite dell'[[insulto]]<ref>{{cita libro | titolo = The New Literary Middlebrow: Tastemakers and Reading in the Twenty-First Century | nome = Beth | cognome = Driscoll | anno = 2014 | p = 5 }}</ref><ref name="Slate 12-10-2011">{{cita pubblicazione | url = http://www.slate.com/blogs/browbeat/2011/10/12/middlebrow_origins_and_insults.html | titolo = Is "Middlebrow" Still an Insult? | rivista = [[Slate]] | giorno = 12 | mese = ottobre | anno = 2011 | lingua = en | accesso = 19 ottobre 2016 }}</ref>), viene impiegato per indicare le persone o le [[classi sociali|platee sociali]] che si nutrono di tali prodotti culturali o a cui tali prodotti sono destinati.
Lo stesso termine, con accezione molto più negativa (se non spregiativa, e a volte percepita come oltre il limite dell'[[insulto]]<ref>{{cita libro | titolo = The New Literary Middlebrow: Tastemakers and Reading in the Twenty-First Century | nome = Beth | cognome = Driscoll | anno = 2014 | p = 5 }}</ref><ref name="Slate 12-10-2011">{{cita pubblicazione | url = http://www.slate.com/blogs/browbeat/2011/10/12/middlebrow_origins_and_insults.html | titolo = Is "Middlebrow" Still an Insult? | rivista = [[Slate]] | giorno = 12 | mese = ottobre | anno = 2011 | lingua = en | accesso = 19 ottobre 2016 }}</ref>), viene impiegato per indicare le persone o le [[classi sociali|platee sociali]] che si nutrono di tali prodotti culturali o a cui tali prodotti sono destinati.
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Virginia Woolf attacca i middlebrow come meschini approvvigionatori di cultura highbrow per il proprio superficiale beneficio. Piuttosto che scegliere libri per il loro valore intrinseco, i middlebrow scelgono di leggere quello che è stato detto loro essere il meglio. I middlebrows si preoccupano di "come" essi li fanno sembrare, a differenza degli highbrow, donne e uomini di [[avanguardia]] che agiscono in base alla loro indefettibile dedizione alla [[bellezza]], al valore, all'arte, alla [[Forma (filosofia)|forma]], all'integrità. Virginia Woolf sosteneva che “noi highbrows leggiamo ciò che ci piace, facciamo ciò che ci piace, ed elogiamo ciò che ci piace”. Allo stresso modo, un ''lowbrow'' è dedito a un singolare interesse, è una persona “dalla vitalità di un purosangue che cavalca il proprio corpo alla ricerca del vivere, lanciato a galoppo attraverso la vita”; per questo, ''highbrow'' e ''middlebrow'' sono entrambi allo stesso modo degni di rispetto perché essi vivono per ciò a cui riconoscono intrinseco valore.
Virginia Woolf attacca i middlebrow come meschini approvvigionatori di cultura highbrow per il proprio superficiale beneficio. Piuttosto che scegliere libri per il loro valore intrinseco, i middlebrow scelgono di leggere quello che è stato detto loro essere il meglio. I middlebrows si preoccupano di "come" essi li fanno sembrare, a differenza degli highbrow, donne e uomini di [[avanguardia]] che agiscono in base alla loro indefettibile dedizione alla [[bellezza]], al valore, all'arte, alla [[Forma (filosofia)|forma]], all'integrità. Virginia Woolf sosteneva che “noi highbrows leggiamo ciò che ci piace, facciamo ciò che ci piace, ed elogiamo ciò che ci piace”. Allo stresso modo, un ''lowbrow'' è dedito a un singolare interesse, è una persona “dalla vitalità di un purosangue che cavalca il proprio corpo alla ricerca del vivere, lanciato a galoppo attraverso la vita”; per questo, ''highbrow'' e ''middlebrow'' sono entrambi allo stesso modo degni di rispetto perché essi vivono per ciò a cui riconoscono intrinseco valore.


I middlebrow, invece, non sono "né carne né pesce"<ref name="V. Woolf vs middlebrows"/>, sono persone che Virginia Woolf classifica come dediti "alla ricerca di alcun singolo oggetto, né dell'Arte in sé, né della Vita in sé, ma di entrambe mescolate in modo indistinguibile, e in modo abbastanza sguaiato, con il denaro, fama, potere, o prestigio”<ref name="V. Woolf vs middlebrows"/>. Il loro sistema di valori predilige il guadagno veloce attraverso la letteratura già designata come ‘[[Classico (opera)|Classico]]’ e ‘Grande’, mai frutto di una loro scelta, perché “comprare arte vivente richiede gusto vivente”. I middlebrow sono appariscenti — che è molto meno impegnativo dell'[[autenticità]]<ref name="V. Woolf vs middlebrows">{{cita libro | cognome =Woolf | nome = Virginia | wkautore = Virginia Woolf | capitolo = Middlebrow |titolo = The Death of the Moth, and Other Essays | città = Londra | editore = Hogarth Press | anno = 1942 |isbn= }}</ref><ref>{{cita web | url = http://hilobrow.com/2009/03/04/woolf-contra-middlebrow/ | titolo = Woolf Contra Middlebrow | nome = Joshua | cognome = Glenn | giorno = 4 | mese = marzo | anno = 2009 | lingua = en | accesso = 22 ottobre 2016 }}</ref><ref>La lettera è disponibile in italiano in {{cita libro | cognome =Woolf | nome = Virginia | wkautore = Virignia Woolf | curatore = Pola Splendore |altri = traduzione di Daniela Daniele | titolo = Ore in biblioteca e altri saggi | editore = [[La Tartaruga|La Tartaruga Edizioni]] | anno = 1991 | isbn = 8877380934 }}</ref>.
I middlebrow, invece, non sono "né carne né pesce"<ref name="V. Woolf vs middlebrows"/>, sono persone che Virginia Woolf classifica come dediti "alla ricerca di alcun singolo oggetto, né dell'Arte in sé, né della Vita in sé, ma di entrambe mescolate in modo indistinguibile, e in modo abbastanza sguaiato, con il denaro, fama, potere, o prestigio”<ref name="V. Woolf vs middlebrows"/>. Il loro sistema di valori predilige il guadagno veloce attraverso la letteratura già designata come ‘[[Classico (opera)|Classico]]’ e ‘Grande’, mai frutto di una loro scelta, perché “comprare arte vivente richiede gusto vivente”. I middlebrow sono appariscenti — che è molto meno impegnativo dell'[[autenticità]]<ref name="V. Woolf vs middlebrows">{{cita libro | cognome =Woolf | nome = Virginia | wkautore = Virginia Woolf | capitolo = Middlebrow |titolo = The Death of the Moth, and Other Essays | città = Londra | editore = Hogarth Press | anno = 1942 }}</ref><ref>{{cita web | url = http://hilobrow.com/2009/03/04/woolf-contra-middlebrow/ | titolo = Woolf Contra Middlebrow | nome = Joshua | cognome = Glenn | giorno = 4 | mese = marzo | anno = 2009 | lingua = en | accesso = 22 ottobre 2016 }}</ref><ref>La lettera è disponibile in italiano in {{cita libro | cognome =Woolf | nome = Virginia | wkautore = Virignia Woolf | curatore = Pola Splendore |altri = traduzione di Daniela Daniele | titolo = Ore in biblioteca e altri saggi | editore = [[La Tartaruga|La Tartaruga Edizioni]] | anno = 1991 | isbn = 88-7738-093-4 }}</ref>.


=== Russell Lynes: "Highbrow, Lowbrow, Middlebrow" ===
=== Russell Lynes: "Highbrow, Lowbrow, Middlebrow" ===
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Lynes continuava con ulteriori suddivisioni tra i "brows", dividendo il middlebrow esecrato dalla Woolf in due segmenti: "upper-middlebrow" e "lower-middlebrow". I primi, con il loro [[mecenatismo]] verso le arti, rendono possibile l'attività degli highbrow. Musei, orchestre, [[Opera|opere musicali]], [[case editrici]] sono portate avanti da upper-middlebrows. I lower middlebrow tentano di usare le arti in funzione di miglioramento personale: "decisi a migliorare le loro [[mente|menti]] allo stesso modo delle loro fortune personali". Intento anche a vivere il semplice e facile [[stile di vita]] tratteggiato nella [[pubblicità]]; il “lower middlebrow-ismo” era "un mondo che profuma di sapone" . Mettendo sotto una luce caricaturale la visione di Virginia Woolf, Russell Lynes delinea un "mondo perfetto" liberato dai middlebrow, in cui i lowbrows lavorano mentre gli highbrows si dedicano alla creazione di arte pura fine a sé stessa.
Lynes continuava con ulteriori suddivisioni tra i "brows", dividendo il middlebrow esecrato dalla Woolf in due segmenti: "upper-middlebrow" e "lower-middlebrow". I primi, con il loro [[mecenatismo]] verso le arti, rendono possibile l'attività degli highbrow. Musei, orchestre, [[Opera|opere musicali]], [[case editrici]] sono portate avanti da upper-middlebrows. I lower middlebrow tentano di usare le arti in funzione di miglioramento personale: "decisi a migliorare le loro [[mente|menti]] allo stesso modo delle loro fortune personali". Intento anche a vivere il semplice e facile [[stile di vita]] tratteggiato nella [[pubblicità]]; il “lower middlebrow-ismo” era "un mondo che profuma di sapone" . Mettendo sotto una luce caricaturale la visione di Virginia Woolf, Russell Lynes delinea un "mondo perfetto" liberato dai middlebrow, in cui i lowbrows lavorano mentre gli highbrows si dedicano alla creazione di arte pura fine a sé stessa.


Mesi dopo, la rivista ''[[Life]]'' chiese a Lynes di distinguere in modo specifico tra i cibi giusti, il mobilio, l'[[codice di abbigliamento|abbigliamento]], le arti, per ciascuno dei quattro segmenti four 'brows' da lui identificati. Questo divenne una preoccupaizone nazionale, dal momento che la gente cercava di identificare l'adeguata [[classe sociale]], proprio basandosi sulle proprie cose preferite. Sebbene il ''middlebrow'' spesso evocasse disprezzo, Lynes lodava lo zelo e l'aspirazioni dei middlebrow<ref>{{cita libro | cognome = Rubin | first = Joan Shelley | titolo = The Making of Middlebrow Culture | lingua = en | città = Chapel Hill | editore = University of North Carolina Press | anno = 1992 | isbn= 0807820105 }}</ref>.
Mesi dopo, la rivista ''[[Life]]'' chiese a Lynes di distinguere in modo specifico tra i cibi giusti, il mobilio, l'[[codice di abbigliamento|abbigliamento]], le arti, per ciascuno dei quattro segmenti four 'brows' da lui identificati. Questo divenne una preoccupaizone nazionale, dal momento che la gente cercava di identificare l'adeguata [[classe sociale]], proprio basandosi sulle proprie cose preferite. Sebbene il ''middlebrow'' spesso evocasse disprezzo, Lynes lodava lo zelo e l'aspirazioni dei middlebrow<ref>{{cita libro | cognome = Rubin |nome= Joan Shelley | titolo = The Making of Middlebrow Culture | lingua = en | città = Chapel Hill | editore = University of North Carolina Press | anno = 1992 | isbn= 0-8078-2010-5 }}</ref>.


=== Difesa del middlebrow in J. B. Priestley ===
=== Difesa del middlebrow in J. B. Priestley ===
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|data = 9 marzo 1965
|data = 9 marzo 1965
|editore = [[L'Approdo|L'approdo, settimanale di lettere ed arti]], dalle [[Teche Rai]]
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Nella [[storia dell'Italia repubblicana|storia]] della [[classe media]] del [[secondo dopoguerra italiano]] e del [[miracolo italiano|boom economico]], un posto importante, benché sottovalutato<ref name="M. Santoro"/>, è occupato dal fenomeno musicale della [[canzone d'autore]] [[Canzone italiana|italiana]], quel filone che, per mano dei suoi autori (cantautori), operò "la valorizzazione di quel genere eminentemente popolare e 'di massa' che è la [[canzone italiana|canzone]]", raccogliendo successo e consensi soprattutto nelle "frazioni più intellettualizzate e a elevata scolarizzazione" della società, "alla ricerca di titoli di 'nobiltà culturale' per un genere culturale anch'esso tipicamente medio, ''middlebrow'' direbbero gli americani, di cui appropriarsi e in cui riconoscersi"<ref name="M. Santoro">{{cita libro | titolo = Canzone, nazione, regione | url = http://www.treccani.it/enciclopedia/canzone-nazione-regione_(L'Italia-e-le-sue-Regioni)/ | opera = L'Italia e le sue Regioni | anno = 2015 | nome = Marco | cognome = Santoro | wkautore = Marco Santoro | editore = [[Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]] | accesso = 24 ottobre 2016 }}</ref>.
Nella [[storia dell'Italia repubblicana|storia]] della [[classe media]] del [[secondo dopoguerra italiano]] e del [[miracolo italiano|boom economico]], un posto importante, benché sottovalutato<ref name="M. Santoro"/>, è occupato dal fenomeno musicale della [[canzone d'autore]] [[Canzone italiana|italiana]], quel filone che, per mano dei suoi autori (cantautori), operò "la valorizzazione di quel genere eminentemente popolare e 'di massa' che è la [[canzone italiana|canzone]]", raccogliendo successo e consensi soprattutto nelle "frazioni più intellettualizzate e a elevata scolarizzazione" della società, "alla ricerca di titoli di 'nobiltà culturale' per un genere culturale anch'esso tipicamente medio, ''middlebrow'' direbbero gli americani, di cui appropriarsi e in cui riconoscersi"<ref name="M. Santoro">{{cita libro | titolo = Canzone, nazione, regione | url = http://www.treccani.it/enciclopedia/canzone-nazione-regione_(L'Italia-e-le-sue-Regioni)/ |collana= L'Italia e le sue Regioni | anno = 2015 | nome = Marco | cognome = Santoro | wkautore = Marco Santoro | editore = [[Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]] | accesso = 24 ottobre 2016 }}</ref>.


A caratterizzare il ''middlebrow'' italiano degli [[anni 1990|anni '90]] ci si è provato, con una breve esemplificazione, [[Vittorio Giacopini]] nella sua prefazione all'edizione 1997 del saggio di [[Dwight Macdonald]]: secondo Giacopini possono essere annoverati al ''Midcult'' di Macdonald "prodotti e personaggi tipici del [...] paesaggio culturale" italiano, come "la [[Bibbia ebraica|Bibbia]] tradotta dall'operaio-scrittore [[misticismo|misticheggiante]]" ([[Erri De Luca]]), "il giovane cannibale che scrive a quattro mani (con papà) un manualetto sui rapporti tra «adulti e piccini»" ([[Niccolò Ammaniti]]), "il raffinato [[mezzi di comunicazione di massa|massmediologo]] che tesse l'elogio degli «[[analfabeti]] di tutto il mondo» ([[Alberto Abruzzese]])<ref name="D. Macdonald, 15">{{cita libro | nome = Dwigth | cognome = Macdonald | wkautore = Dwight Macdonald | titolo = Masscult e Midcult | p = 15 |editore = [[edizioni e/o]] | anno = 1997 }}</ref>.
A caratterizzare il ''middlebrow'' italiano degli [[anni 1990|anni '90]] ci si è provato, con una breve esemplificazione, [[Vittorio Giacopini]] nella sua prefazione all'edizione 1997 del saggio di [[Dwight Macdonald]]: secondo Giacopini possono essere annoverati al ''Midcult'' di Macdonald "prodotti e personaggi tipici del [...] paesaggio culturale" italiano, come "la [[Bibbia ebraica|Bibbia]] tradotta dall'operaio-scrittore [[misticismo|misticheggiante]]" ([[Erri De Luca]]), "il giovane cannibale che scrive a quattro mani (con papà) un manualetto sui rapporti tra «adulti e piccini»" ([[Niccolò Ammaniti]]), "il raffinato [[mezzi di comunicazione di massa|massmediologo]] che tesse l'elogio degli «[[analfabeti]] di tutto il mondo» ([[Alberto Abruzzese]])<ref name="D. Macdonald, 15">{{cita libro | nome = Dwigth | cognome = Macdonald | wkautore = Dwight Macdonald | titolo = Masscult e Midcult | p = 15 |editore = [[edizioni e/o]] | anno = 1997 }}</ref>.
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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==


* {{cita pubblicazione | nome = Dwigth | cognome = Macdonald | wkautore = Dwight Macdonald | titolo = Masscult e Midcult | rivista = ''[[Partisan Review]]'' | volume = anno XXVII | numero = 4 | pp = 589-631 | anno = 1960 }} Pubblicato in saggio in: {{cita libro | nome = Dwigth | cognome = Macdonald | wkautore = Dwight Macdonald | titolo = Masscult and Midcult | opera = Against The American Grain: Essays on the Effects of Mass Culture | lingua = en | editore = [[Random House]] | anno = 1962}} Traduzioni italiane in:
* {{cita pubblicazione | nome = Dwigth | cognome = Macdonald | wkautore = Dwight Macdonald | titolo = Masscult e Midcult | rivista = ''[[Partisan Review]]'' | volume = anno XXVII | numero = 4 | pp = 589-631 | anno = 1960 }} Pubblicato in saggio in: {{cita libro | nome = Dwigth | cognome = Macdonald | wkautore = Dwight Macdonald | titolo = Masscult and Midcult |collana= Against The American Grain: Essays on the Effects of Mass Culture | lingua = en | editore = [[Random House]] | anno = 1962}} Traduzioni italiane in:
** {{cita libro| autore = AA,VV, | titolo = [[Almanacco letterario Bompiani|Almanacco letterario]] | editore = [[Bompiani]] | anno = 1963 }}
** {{cita libro| autore = AA,VV, | titolo = [[Almanacco letterario Bompiani|Almanacco letterario]] | editore = [[Bompiani]] | anno = 1963 }}
** {{cita libro | nome = Dwigth | cognome = Macdonald | wkautore = Dwight Macdonald | titolo = Masscult e Midcult | opera = Controamerica | pp = 19-83 | curatore = Claudio Gorlier | altri = traduzione di Domenico Tarizzo | editore = [[Rizzoli editore]] | città = Milano | anno = 1969}}
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** {{cita libro | nome = Dwigth | cognome = Macdonald | wkautore = Dwight Macdonald | titolo = Masscult e Midcult | pp = 125 | altri = introduzione di [[Vittorio Giacopini]], traduzione di Adriana Dell'Orto e Annalisa Gersoni Kelley | città = Milano |editore = [[edizioni e/o]] | anno = 1997 | isbn = 88-7641-317-0 }}
** {{cita libro | nome = Dwigth | cognome = Macdonald | wkautore = Dwight Macdonald | titolo = Masscult e Midcult | pp = 125 | altri = introduzione di [[Vittorio Giacopini]], traduzione di Adriana Dell'Orto e Annalisa Gersoni Kelley | città = Milano |editore = [[edizioni e/o]] | anno = 1997 | isbn = 88-7641-317-0 }}
* {{cita libro | nome = Umberto | cognome = Eco | wkautore = Umberto Eco | titolo = [[Apocalittici e integrati|Apocalittici e integrati. Comunicazioni di massa e teorie della cultura di massa]] | città = Milano, | editore = [[Bompiani]] | anno = 1964}}
* {{cita libro | nome = Umberto | cognome = Eco | wkautore = Umberto Eco | titolo = [[Apocalittici e integrati|Apocalittici e integrati. Comunicazioni di massa e teorie della cultura di massa]] | città = Milano, | editore = [[Bompiani]] | anno = 1964}}
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== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==


* {{cita pubblicazione | url = http://espresso.repubblica.it/opinioni/la-bustina-di-minerva/2010/04/16/news/alto-medio-basso-1.20134 | titolo = Alto medio basso | nome = Umberto | cognome = Eco | wkautore = Umberto Eco | opera = [[La bustina di minerva]] | editore = [[l'Espresso]] | giorno = 16 | mese = aprile | anno = 2010 | accesso = 24 ottobre 2016 }}
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Versione delle 20:59, 26 ott 2016

Nella sociologia della cultura, il termine Middlebrow è usato per indicare una categoria di prodotti culturali e artistici (in particolar modo letterari) che si offrono al pubblico per le loro caratteristiche di facile accesso e fruizione (in termini di sforzo culturale richiesto per la loro comprensione). Per le sue caratteristiche intrinseche, tale produzione si colloca in una posizione intermedia rispetto alle classiche suddivisioni in cultura alta e bassa. Si tratta, in campo letterario, di quel panorama di "prodotti" di letteratura di genere, di consumo e intrattenimento, legati alla società e alla cultura di massa e all'orizzonte di "mercificazione" della cosiddetta industria culturale[1]. La cultura middlebrow è stata definita come una "forma parassitaria", il cui "statuto ibrido", per autodefinirsi,, necessita di entrambi gli estremi, alto e basso: dal primo dipende per imitazione, dal secondo per negazione[2].

Lo stesso termine, con accezione molto più negativa (se non spregiativa, e a volte percepita come oltre il limite dell'insulto[3][4]), viene impiegato per indicare le persone o le platee sociali che si nutrono di tali prodotti culturali o a cui tali prodotti sono destinati.

L'emergere di quest'area intermedia (con la conseguente necessità di un termine definitorio) è l'esito di un processo socioculturale che si lega allo sviluppo industriale e al delinearsi di una sempre più evidente ed espansiva classe media, un segmento affluente della stratificazione sociale che, pur non avendone ereditato i privilegi, nelle aspirazioni e nel sistema di valori delle classi superiori è stata pur sempre formata ed educata.

Origine del termine e diffusione

L'espressione è una frase d'autore la cui coniazione è avvenuta in ambito satirico, nel 1925, ad opera della rivista inglese Punch, che attribuiva alla BBC la "scoperta" parodistica di una nuova categoria antropologica, quella di un pubblico che spera, un giorno, di poter acquisire familiarità con quelle cose che gli "devono" per forza piacere[5], piuttosto che con quelle che davvero gli piacciono. A propisito di tale genesi, l'Oxford English Dictionary segnala una precedente attestazione della parola, in un diverso contesto, più neutro e passeggero, in un pezzo giornalistico di un anno prima, apparso nel maggio 1924 sul Freeman's Journal, un quotidiano nazionalista irlandese[6]).

La parola macedonia è stata costruita secondo un procedimento che richiama da vicino quello che ha portato alla coniazione di altri due analoghi termini, Highbrow e Lowbrow (fronte alta e fronte bassa, di derivazione eminentemente frenologica), che già si erano imposti, nel mondo anglosassone, sia come sostantivi per indicare i segmenti "alti" e "bassi" della cultura, sia come aggettivi per qualificare le classi e gli individui che ne erano fruitori e protagonisti.

Il termine, quando usato in funzione di aggettivo, è traducibile in italiano come "accessibile, adatto a persone di cultura mediocre"[7]. Nella sua funzione di sostantivo, serve a qualificare i modo dispregiativo il soggetto portatore di "cultura mediocre"[7] o l'opera appartenente a tale orizzonte culturale.

Dibattito critico sulla cultura "middlebrow"

L'espressione è stata poi ripresa ed è divenuta di uso corrente in quella diatriba intellettuale nota come battle of the brows ("battaglia dei brow"), nata sullo sfondo degli anni trenta del Novecento, quando l'intellighenzia anglosassone iniziò a denunciare quello che veniva percepito come un abbassamento del livello culturale per effetto della disinvolta modernità, in campo culturale, dell'emergente middle class borghese, che diviene obiettivo commerciale di scrittori "di romanzetti e di periodici d'assalto"[2]. Il termine è stato adottato, ad esempio, negli attacchi polemici portati dalla scrittrice Virginia Woolf e dal critico anarchico Dwight MacDonald (oltre che, in una certa misura, da Russell Lynes), che si sono spesi in favore di un'auspicata marginalizzazione modernista della cultura di massa rispetto alla cultura alta[8]. Il middlebrow, in quest'ottica, è bollato come un tentativo maldestro e inefficace di realizzazione culturale e intellettuale, o come un epiteto per caratterizzare quella produzione letteraria e artistica che enfatizza le connessioni emozionali e sentimentali ma trascura la qualità e l'innovazione letteraria[4]. Diverso, invece, è stato l'atteggiamento del postmodernismo, più incline a vedere i vantaggi di una posizione middlebrow che sia, tuttavia, consapevole e non estranea all'alta cultura ma capace di contemperare le espressioni "alte" con le esperienze e le aspirazioni "ordinarie" della vita di tutti i giorni[9].

Virginia Woolf

Virginia Woolf articolò un'esplicita critica derisoria del middlebrow nell'ottobre 1932, in una lettera all'editore del New Statesman & Nation, mai spedita, che si occupava di un programma radiofonico che attaccava gli Highbrows[10]. La lettera fu pubblicata postuma dieci anni più tardi, nel 1942, nella collezione di saggi intitolata The Death of the Moth[11].

Virginia Woolf attacca i middlebrow come meschini approvvigionatori di cultura highbrow per il proprio superficiale beneficio. Piuttosto che scegliere libri per il loro valore intrinseco, i middlebrow scelgono di leggere quello che è stato detto loro essere il meglio. I middlebrows si preoccupano di "come" essi li fanno sembrare, a differenza degli highbrow, donne e uomini di avanguardia che agiscono in base alla loro indefettibile dedizione alla bellezza, al valore, all'arte, alla forma, all'integrità. Virginia Woolf sosteneva che “noi highbrows leggiamo ciò che ci piace, facciamo ciò che ci piace, ed elogiamo ciò che ci piace”. Allo stresso modo, un lowbrow è dedito a un singolare interesse, è una persona “dalla vitalità di un purosangue che cavalca il proprio corpo alla ricerca del vivere, lanciato a galoppo attraverso la vita”; per questo, highbrow e middlebrow sono entrambi allo stesso modo degni di rispetto perché essi vivono per ciò a cui riconoscono intrinseco valore.

I middlebrow, invece, non sono "né carne né pesce"[11], sono persone che Virginia Woolf classifica come dediti "alla ricerca di alcun singolo oggetto, né dell'Arte in sé, né della Vita in sé, ma di entrambe mescolate in modo indistinguibile, e in modo abbastanza sguaiato, con il denaro, fama, potere, o prestigio”[11]. Il loro sistema di valori predilige il guadagno veloce attraverso la letteratura già designata come ‘Classico’ e ‘Grande’, mai frutto di una loro scelta, perché “comprare arte vivente richiede gusto vivente”. I middlebrow sono appariscenti — che è molto meno impegnativo dell'autenticità[11][12][13].

Russell Lynes: "Highbrow, Lowbrow, Middlebrow"

Russell Lynes, dell'Harper's Magazine, in un articolo dal titolo "Highbrow, Lowbrow, Middlebrow", bersagliò con la satira il disprezzo espresso dall'atteggiamento culturale highbrow nella celebre "lettera al direttore" di Virginia Woolf[14]. Citando le sue parole e quelle di altri sostenitori dell'highbrow, come il critico Clement Greenberg, Lynes parodiò il pomposo senso di superiorità highbrow facendo notare come le sottili distinzioni tra i vari "brow", che la scrittrice trovava significative, erano nient'altro che mezzi di affermazione della propria superiorità culturale. Nello specifico, Lynes prendeva di mira la pretesa highbrow che i prodotti usati da una persona distinguessero il suo livello di dignità culturale, e lo faceva individuando, in modo satirico, i prodotti che dovrebbero permettere di identificare una persona middlebrow.

Lynes continuava con ulteriori suddivisioni tra i "brows", dividendo il middlebrow esecrato dalla Woolf in due segmenti: "upper-middlebrow" e "lower-middlebrow". I primi, con il loro mecenatismo verso le arti, rendono possibile l'attività degli highbrow. Musei, orchestre, opere musicali, case editrici sono portate avanti da upper-middlebrows. I lower middlebrow tentano di usare le arti in funzione di miglioramento personale: "decisi a migliorare le loro menti allo stesso modo delle loro fortune personali". Intento anche a vivere il semplice e facile stile di vita tratteggiato nella pubblicità; il “lower middlebrow-ismo” era "un mondo che profuma di sapone" . Mettendo sotto una luce caricaturale la visione di Virginia Woolf, Russell Lynes delinea un "mondo perfetto" liberato dai middlebrow, in cui i lowbrows lavorano mentre gli highbrows si dedicano alla creazione di arte pura fine a sé stessa.

Mesi dopo, la rivista Life chiese a Lynes di distinguere in modo specifico tra i cibi giusti, il mobilio, l'abbigliamento, le arti, per ciascuno dei quattro segmenti four 'brows' da lui identificati. Questo divenne una preoccupaizone nazionale, dal momento che la gente cercava di identificare l'adeguata classe sociale, proprio basandosi sulle proprie cose preferite. Sebbene il middlebrow spesso evocasse disprezzo, Lynes lodava lo zelo e l'aspirazioni dei middlebrow[15].

Difesa del middlebrow in J. B. Priestley

J. B. Priestley ha cercato di creare uno spazio culturale positivo ritagliato intorno al concetto di middlebrow – qualcosa di caratterizzato da serietà, amichevolezza e preoccupazioni etiche[16]. La sua linea difensiva prendeva spunto dalla funzione di una stazione radio: lodava, infatti, il BBC Home Service per la sua confortevole comprensibilità. a metà strada tra il Light Programme (intrattenimento leggero) e il Third Programme (il canale culturale): "Tra i rochi lowbrows e gli highbrows dalla erre moscia vi è un bel divario, che sembra fatto apposta per i middlebrows (o broadbrows) [...] la nostra familiare maniera"[17].

In una lotta che, come sostenuto da Melba Cuddy-Keane, era resa più intensa e accesa dalla concorrenza per i lettori, da un lato, e, dall'altro, per il rispetto e la legittimazione che si reclamava per il capitale culturale nei confronti della produzione, del consumo e della comunicazione di massa, Virginia Woolf rispondeva sciogliendo l'acronimo BBC in un "Betwixt and Between Company" ("Azienda né carne né pesce")[18].

Dwight Macdonald: "Masscult and Midcult"

Il pensatore anarchico Dwight Macdonald, da posizioni radicali, espose una durissima critica alla cultura middlebrow nel saggio intitolato Masscult and Midcult. Against The American Grain ("Masscult and Midcult. Il contropelo all'America"), pubblicato, per la prima volta, sulle pagine della Partisan Review nel 1960[19]: Macdonald associava il popolo e la moderna deriva industriale di allontanamento dalla specializzazione nella responsabilità di aver creato consumatori di arti in un mercato di massa (e che, già solo per quest'ultimo motivo, costituiscono una platea anonima e indistinta di soggetti). La cultura Highbrow, per Macdonald, è associata alla specializzazione dei connoisseur, mentre la cultura lowbrow comporta prodotti popolari autenticamente adatti a specifiche comunità. La cultura di massa, che egli preferisce chiamare masscult, copia e manipola entrambi queste tradizioni, con prodotti in serie privi di innovatività o si preoccupa espressamente del mercato[20]. Questo crea un'America in cui dominano omogeneità e livellamento e una cultura pluralistica non può nemmeno esistere[21]. Il Midcult, al contrario, emerge con la cultura middlebrow e copia e adultera in modo spericolato la cultura alta, spargendo ovunque il suo tiepido velo fangoso che minaccia l'alta cultura[22]. Tra le sue stroncature, vi sono Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway e Piccola città di Thornton Wilder, e l'architettura neogotica dei college americani[23].

Macdonald scrive che, mentre nel Masscult "il trucco è scoperto" e consiste nel "piacere alle folle con ogni mezzo", il Midcult, invece, riserva "un duplice tranello: finge di rispettare i modelli dell'Alta Cultura mentre, in effetti, li annacqua e li volgarizza. Il nemico che se ne sta fuori le mura è facilmente individuabile. Ciò che rende pericoloso il Midcult è la sua ambiguità. Perché il Midcult si presenta come facente parte dell'Alta Cultura"[20]. Promuoveva una separazione tra i "brows" in modo che "i pochi che si curano della buona letteratura, pittura, musica, architettura, abbiano la loro Alta Cultura, e non confondiamola il Midcult"[24].

Commercializzazione del middlebrow

Il circolo dei lettori chiamato Book-of-the-Month Club e il Book Club, quest'ultimo un programma televisivo di infotainment condotto da Oprah Winfrey, sono spesso indicati come middlebrow[25], lanciati sul mercato per portare classici della lettura e letteratura highbrow' alla middle class statunitense. Questo è stato sottolineato con particolare forza quando Jonathan Franzen, dopo che era stato scelto il suo Le correzioni, rimarcò in molte occasioni cime alcuni delle scelte dell'Oprah's Book Club fossero middlebrow[26]. Nel suo influente A Feeling for Books, resoconto del Book-of-the-Month Club (come era stato dal suo inizio nel 1926 fino agli anni '80, quando si trasformò in un'operazione puramente commerciale), Janice Radway sostiene che la cultura middlebrow non è solo una impersonificazione annacquata dell'highbrow, ma piuttosto distintamente definito in sé a dispetto della allta cultura di avanguardia[27]. Il club librario offriva agli abbonati una scelta letteraria fatta da giudici esperti e "generalisti", ma considerava come fondamentale l'esperienza personale ed emozionale del leggere un libro, mantenendo, al contempo, alti standard di "qualità letteraria"‘. In questo modo, il club era in opposizione alla critica mossa in generale alla cultura middlebrow, come esperienza costrittiva alla cultura alta. Invece, Radway dimostra come la cultura middlebrow permetta ai lettori di accedere, in modo simultaneo, alle sfide sia intellettuali sia emozionali che le buone letture pongono al lettore. Radway identifica anche la contraddittorietà dei messaggi di genere veicolati dalle scelte editoriali: se da un lato, infatti, il marketing del Club aveva un forte orientamento verso un pubblico di lettrici di sesso femminile, compresa l'enfasi posta sul piacere emotivo dei libri, d'altro canto, l'accento posto sulla letteratura intellettuale e accademica del middlebrow intrappolava il lettore in costrittivi standard di valore maschili, classificando come 'grandi libri' quelli che sono in linea con classificazioni tecniche e maschili di eccellenza.

Dibattito sul Middlebrow contemporaneo

Slate Magazine suggerisce che la fine degli anni 2000 e i primi anni 2010 potrebbero essere considerati come "l'età dell'oro dell'arte middlebrow" —riferendosi a prodotti televisivi come Breaking Bad, Mad Men, I Soprano e The Wire e romanzi come Libertà di Jonathan Franzen, La trama del matrimonio di Jeffrey Eugenides e Il tempo è un bastardo di Jennifer Egan. Nella stessa categoria middlebrow Slate annovera, ad esempio, i film di Aaron Sorkin[28]. Lo stesso Slate è stato definito giornalismo middlebrow[29].

In una articolo apparso sul Jewish Ideas Daily nel marzo 2012, Peodair Leihy ha descritto l'opera del cantautore e poeta Leonard Cohen come "una sorta di pop—upper-middle-brow, o lower-high-brow, come minimo, ma pur sempre pop"[30]. Questa categorizzazione estetica è stata teorizzata anche in un saggio scritto da William Deresiewicz nel novembre dello stesso anno per The American Scholar, in cui Deresiewicz propone l'aggiunta del segmento "upper middle brow", per indicare una collocazione culturale in posizione intermedia tra masscult e midcult, definito come "assai di gran lunga più sottile del Midcult. È post- piuttosto che pre-ironico, con il suo sentimentalismo celato sotto un velo di fresco. È tagliente, abile, informata, alla moda, e inventiva almeno nella forma"[31].

Su The New Yorker, la giornalista Macy Halford caratterizza Harper's Magazine, e lo stesso New Yorker, come dei media "percepiti spesso quali esempi tipici del middlebrow: entrambe le riviste sono dedicate al segmento alto ma anche al renderlo accessibile a molti; al prendere idee che potrebbero rimanere confinate in torri d'avorio e testi accademici, o in scene high-art (o film, o teatro), e portarle sulle pagine di un periodico relativamente poco costoso che può essere acquistato nelle librerie e nelle edicole sparse ovunque in tutto il paese (e ora anche su Internet)". Fa notare, inoltre, l'effetto di Internet sul dibattito intorno al middlebrow: "Internet ci sta costringendo a ripensare (ancora una volta) quale sia il significato di “middlebrow” in un'era in cui ciò che è più elevato è accessibile allo stesso modo del più infimo —accessibile nel senso che entrambi sono a portata di un click [...] — è davvero pensare di nuovo come percorrere questa via di mezzo". La Halford così descrive Wikipedia come "Wiki è essa stessa una specie di prodotto middlebrow" con le sue voci che "forniscono davvero un rapido sommario"[32].

Dibattito culturale in Italia

Con riferimento alla cultura italiana non esiste un animato dibattito su tali categorie culturali, paragonabile alla "guerra dei brows" degli anni '30 in Inghilterra e alle polemica di Macdonald negli anni '60. Nel 1965, intervistato dal programma televisivo L'approdo, settimanale di lettere ed arti, andata in onda sul Primo canale della RAI il 9 marzo di quell'anno, Alberto Moravia esponeva una definizione del Midcult teorizzato da Macdonald e si cimentava nel tentativo di tracciare una linea di demarcazione con la cultura di massa fornendo alcuni esempi della categoria intermedia[33]: Al primo posto metteva il Libro Cuore di Edmondo de Amicis, da lui ritenuto "il colosso dei colossi" del genere e una sorta di "modello del Midcult", il Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche, le Les Nourritures terrestres di André Gide, le opere di due prolificie fortunati romanzieri, Archibald Cronin e Ferenc Körmendi, il Giovanni Episcopo di Gabriele D'Annunzio, definito da Moravia come vero capolavoro del Midcult libertino e dostojevskiano, opera compiutamente artificiosa e "completa nel suo genere", e Il dottor Živago di Boris Pasternak (autore, d'altro canto, da lui stimato sia sul piano personale sia come grande poeta)[33].

Nella storia della classe media del secondo dopoguerra italiano e del boom economico, un posto importante, benché sottovalutato[34], è occupato dal fenomeno musicale della canzone d'autore italiana, quel filone che, per mano dei suoi autori (cantautori), operò "la valorizzazione di quel genere eminentemente popolare e 'di massa' che è la canzone", raccogliendo successo e consensi soprattutto nelle "frazioni più intellettualizzate e a elevata scolarizzazione" della società, "alla ricerca di titoli di 'nobiltà culturale' per un genere culturale anch'esso tipicamente medio, middlebrow direbbero gli americani, di cui appropriarsi e in cui riconoscersi"[34].

A caratterizzare il middlebrow italiano degli anni '90 ci si è provato, con una breve esemplificazione, Vittorio Giacopini nella sua prefazione all'edizione 1997 del saggio di Dwight Macdonald: secondo Giacopini possono essere annoverati al Midcult di Macdonald "prodotti e personaggi tipici del [...] paesaggio culturale" italiano, come "la Bibbia tradotta dall'operaio-scrittore misticheggiante" (Erri De Luca), "il giovane cannibale che scrive a quattro mani (con papà) un manualetto sui rapporti tra «adulti e piccini»" (Niccolò Ammaniti), "il raffinato massmediologo che tesse l'elogio degli «analfabeti di tutto il mondo» (Alberto Abruzzese)[35].

Note

  1. ^ Filiberto Menna, Pop art, in Enciclopedia del Novecento, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani, 1980.
  2. ^ a b Francesca Frigerio, Modernismo e modernità. Per un ritratto della letteratura inglese. 1900-1940, collana Piccola Biblioteca Einaudi. Mappe, Einaudi editore, 2014, p. 11, ISBN 978-88-06-21454-8.
  3. ^ Beth Driscoll, The New Literary Middlebrow: Tastemakers and Reading in the Twenty-First Century, 2014, p. 5.
  4. ^ a b (EN) Is "Middlebrow" Still an Insult?, in Slate, 12 ottobre 2011. URL consultato il 19 ottobre 2016.
  5. ^ (EN)
    «The B.B.C. claim to have discovered a new type, the "middlebrow". It consists of people who are hoping that some day they will get used to the stuff they ought to like»
  6. ^ (EN) Freeman's Journal, 3 maggio 1924.
    «Ireland's musical destiny, in spite of what the highbrows or the middlebrows may say, is intimately bound up with the festivals (Il destino musicale dell'Irlanda, a dispetto di quello che ne possono dire i "fronte-alta" e i "fronte-media", è intimamente legato ai festival)»
  7. ^ a b middlebrow, su Dizionario italiano - inglese, la Repubblica. URL consultato il 19 ottobre 2016.
  8. ^ (EN) Kevin Pask, The Fairy Way of Writing, The Johns Hopkins University Press, 2013, p. 125.
  9. ^ (EN) David Cardiff, Mass Middlebrow Laughter. The origins of BBC comedy, in Media, Culture and Society, n. 10, gennaio 1988, pp. 41-60, DOI:10.1177/016344388010001004.
  10. ^ Hermione Lee, Virginia Woolf, 1996, p. 634.
  11. ^ a b c d Virginia Woolf, Middlebrow, in The Death of the Moth, and Other Essays, Londra, Hogarth Press, 1942.
  12. ^ (EN) Joshua Glenn, Woolf Contra Middlebrow, su hilobrow.com, 4 marzo 2009. URL consultato il 22 ottobre 2016.
  13. ^ La lettera è disponibile in italiano in Virginia Woolf, Ore in biblioteca e altri saggi, a cura di Pola Splendore, traduzione di Daniela Daniele, La Tartaruga Edizioni, 1991, ISBN 88-7738-093-4.
  14. ^ (EN) Russell Lynes, The Tastemakers, New York, Harper's Magazine, 1954.
  15. ^ (EN) Joan Shelley Rubin, The Making of Middlebrow Culture, Chapel Hill, University of North Carolina Press, 1992, ISBN 0-8078-2010-5.
  16. ^ Beth Driscoll, The New Literary Middlebrow: Tastemakers and Reading in the Twenty-First Century, 2014, p. 40.
  17. ^ Citato in Richard Hoggart, The Uses of Literacy, 1957, p. 185.
  18. ^ Melba Cuddy-Keane, Virginia Woolf, the Intellectual, and the Public Sphere, Cambridge University Press, 2014, p. 21.
  19. ^ Dwigth Macdonald, Masscult e Midcult, in Partisan Review, n. 4, 1960.
  20. ^ a b Dwigth Macdonald, Masscult e Midcult, edizioni e/o, 1997, p. 65.
  21. ^ Dwigth Macdonald, Masscult e Midcult, edizioni e/o, 1997, p. 63.
  22. ^ Dwigth Macdonald, Masscult e Midcult, edizioni e/o, 1997, p. 85.
  23. ^ Dwigth Macdonald, Masscult e Midcult, edizioni e/o, 1997, p. 55.
  24. ^ Dwigth Macdonald, Masscult e Midcult, edizioni e/o, 1997, p. 112.
  25. ^ Hillary Kelly, We Don’t Need Oprah’s Book Club, in The New Republic, 25 maggio 2011.
  26. ^ Julie Bosman, Oprah Picks Franzen for Final Book Club, su mediadecoder.blogs.nytimes.com, The New York Times.
  27. ^ Janice Radway, A Feeling for Books: The Book-Of-The-Month Club, Literary Taste, and Middle-Class Desire.
  28. ^ You Can’t Handle the Truth About Aaron Sorkin, in Slate, 22 giugno 2012.
  29. ^ http://declineofgenius.com/media/has-slate-declined-31082010/
  30. ^ Old-New Leonard, in Jewish Ideas Daily, 9 marzo 2012.
  31. ^ William Deresiewicz, Upper Middle Brow. The culture of the creative class, in The American Scholar, 4 novembre 2012.
  32. ^ Macy Halford, On "Middlebrow", in The New Yorker.
  33. ^ a b Filmato audio Alberto Moravia, "Masscult" e "midcult" nella definizione di Alberto Moravia, L'approdo, settimanale di lettere ed arti, dalle Teche Rai, 9 marzo 1965, a 1 min 34 s. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  34. ^ a b Marco Santoro, Canzone, nazione, regione, collana L'Italia e le sue Regioni, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani, 2015. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  35. ^ Dwigth Macdonald, Masscult e Midcult, edizioni e/o, 1997, p. 15.

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni