Soppressata

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Jump to navigation Jump to search
Soppressata di Calabria

Il termine soppressata, anche detta sopressa o soppressa, indica un particolare tipo di salume, di cui esistono diversi tipi, anche tra loro molto diversi, nell'Italia centro-meridionale, in Veneto, nel Friuli e Toscana, preparati tramite pressatura e macinando carni magre e grasso di maiale.[1]

Il lemma "soppressa" può anche indicare, con un'accezione ben diversa, la testa in cassetta.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Si ritiene che la soppressata (dial. lucano: subbursata o soperzata a seconda delle zone) abbia avuto origini nella zona lucano-calabra, secondo la testimonianza scritta più antica datata 1719.[2]

Il prodotto divenne anche molto conosciuto nel resto d'Europa e nelle Americhe, soprattutto negli Stati Uniti, grazie agli immigrati italiani che fecero conoscere le proprie tradizioni all'estero. A seconda delle regioni italiane, il salume viene chiamato in vari modi come Soprassata e Soppresata. In Pennsylvania (Stati Uniti d'America), ove il prodotto è molto apprezzato, la soppressata viene chiamata Supersata, anche se, in gergo, viene usato più il suo diminutivo Supie.[senza fonte]

Preparazione[modifica | modifica wikitesto]

La carne usata è di puro suino macellata fresca, mediante la tecnica definita "punta di coltello", un taglio grossolano che consente alla carne di rimanere molto compatta e mantenere così una peculiare integrità organolettica. La soppressata è preparata con una selezione di tagli nobili di prosciutti, spalle e rifili di pancetta e lardo tenero (questi ultimi, in particolare, vengono usati allo scopo di "ammorbidire" la carne, normalmente troppo magra per poter essere usata da sola), anche se esistono delle varianti fatte con carne bovina.

La carne così tagliata viene poi condita semplicemente con sale, grani di pepe interi (eventualmente "ravvivati", poco prima, mediante una leggera pestatura in mortaio), e peperone essiccato in polvere. Successivamente, viene infilata in un budello che, se naturale, va pulito scrupolosamente con sale e limone, e viene legata con spago per compattarne il contenuto. La soppressata viene poi lasciata ad essiccare, al buio, dalle 3 alle 12 settimane, a seconda del diametro, perdendo il 30% del suo peso originario.

L'essiccazione ottimale va fatta ad umidità e temperatura controllata (un innalzamento repentino della temperatura può provocare il "buco" all'interno del salume, e rovinarne alcune peculiari caratteristiche), per questo motivo nelle zone di produzione della soppressata si è soliti prepararla d'inverno: una stanza fredda infatti, debitamente munita di camino, può essere all'occorrenza deumidificata e riscaldata nelle giornate troppo fredde e umide, e lasciata raffreddare rapidamente nel naturale rigore invernale, dopo una delle rare giornate di sole. Dopo l'essiccazione, la soppressata viene generalmente conservata in barattoli con olio d'oliva. Varianti della preparazione descritta sono una leggera affumicatura, e la conservazione (raro per questo prodotto, più consueto per il salame pezzente) nella "sugna" fresca di maiale.

Varianti[modifica | modifica wikitesto]

Soppressa veneta con polenta e funghi

Sono diffusi vari tipi di soppressata, soprattutto nell'Italia meridionale:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Slow Food; p. 651
  2. ^ Soppressata lucana su www.ilmaiale.it
  3. ^ http://www.agricoltura.regione.campania.it/tipici/tradizionali/soppressata-ricigliano.htm
  4. ^ a b Slow Food; p. 652
  5. ^ Joe Famularo A Cook's Tour of Italy, 2003, HPBooks pag. 320 ISBN 1-55788-418-8
  6. ^ a b c d e Slow Food; p. 650
  7. ^ Regione Lombardia[collegamento interrotto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • autori vari, Dizionario delle cucine regionali italiane, Slow Food, 2010.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Cucina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di cucina