Shout (Tears for Fears)

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Shout
singolo discografico
ArtistaTears for Fears
Pubblicazione19 novembre 1984
Durata6:34
Album di provenienzaSongs from the Big Chair
GenereNew wave
Synth pop[1]
EtichettaFontana Records, Mercury Records
ProduttoreTears for Fears e Dave Bascombe
Certificazioni originali
Dischi d'argentoBandiera del Regno Unito Regno Unito[2]
(vendite: 250 000+)
Dischi d'oroBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti[3]
(vendite: 500 000+)
Dischi di platinoBandiera del Canada Canada[4]
(vendite: 100 000+)
Certificazioni FIMI (dal 2009)
Dischi d'oroBandiera dell'Italia Italia[5]
(vendite: 50 000+)
Tears for Fears - cronologia
Singolo precedente
(1984)

Shout è un brano musicale dei Tears for Fears, pubblicato il 19 novembre 1984 come secondo singolo estratto dall'album Songs from the Big Chair, uscito tre mesi dopo (nel febbraio del 1985).

Negli Stati Uniti il singolo raggiunse la vetta della Billboard Hot 100 il 3 agosto 1985, e vi rimase per tre settimane. Shout diventò uno dei singoli di maggior successo di quell'anno, raggiungendo la top ten anche in molte altre nazioni, tra cui il secondo posto in classifica in Italia.

Il video ufficiale è stato girato nella località di Durdle Door nel Dorset.

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

7" Single
  1. Shout - 4:51
  2. The Big Chair - 3:20
12" Maxi
  1. Shout (Extended Version) - 7:40
  2. Shout (Full Version) - 5:58
  3. The Big Chair - 3:20
7" Single
  1. Shout - 5:58
  2. The Big Chair - 3:20

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifiche di fine anno[modifica | modifica wikitesto]

Classifica (1985) Posizione
Australia[6] 14
Belgio (Fiandre)[14] 14
Canada[15] 8
Germania[16] 8
Italia[10] 20
Nuova Zelanda[17] 7
Paesi Bassi[18] 6
Stati Uniti[19] 21
Sudafrica[20] 16
Svizzera[21] 13

Cover[modifica | modifica wikitesto]

Il gruppo alternative metal Disturbed ha inserito nel proprio disco d'esordio, The Sickness (2000), e nella ristampa dell'album nel 2010, una cover della canzone con il titolo di Shout 2000.

Il gruppo musicale tedesco Atrocity ha realizzato una cover del brano inserita nel disco Werk 80 del 1997.

Nel 2010 viene pubblicato il singolo Shout registrato dall'ensemble Shout for England, con il featuring di Dizzee Rascal e James Corden, diventato un inno non ufficiale della nazionale di calcio dell'Inghilterra durante i mondiali di calcio 2010 in Sudafrica e contenente degli estratti di Shout.

Nel 2011 nel decimo episodio della prima stagione della serie televisiva americana Skins gli attori Daniel Flaherty e Britne Oldford cantano una versione del brano leggermente velocizzata con delle piccole modifiche apportate al testo.

Nel 2015 viene inserito un campionamento del brano nel singolo di Luciano Ligabue C'è sempre una canzone.

Nel 2020 una cover del brano, interpretata da Elisa, fa da sigla di apertura della serie televisiva Romulus.[22] Il brano è stato successivamente incluso nell'undicesimo album della cantante Ritorno al futuro/Back to the Future.[23]

Nel settembre 2022 i Placebo pubblicano come singolo una cover del brano.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le più famose canzoni synth-pop degli anni 80, su ilmeglioditutto.it, 20 agosto 2021. URL consultato il 24 marzo 2022.
  2. ^ (EN) Shout, su British Phonographic Industry. URL consultato il 3 febbraio 2022.
  3. ^ (EN) Tears for Fears - Shout – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 3 febbraio 2022.
  4. ^ (EN) Shout – Gold/Platinum, su Music Canada. URL consultato il 3 febbraio 2022.
  5. ^ Shout (certificazione), su FIMI. URL consultato il 19 febbraio 2024.
  6. ^ a b (EN) David Kent, Australian Chart Book 1970–1992, St Ives, N.S.W., Australian Chart Book, 1993, ISBN 0-646-11917-6.
  7. ^ a b c d e f g h i (NL) Tears For Fears - Shout, su Ultratop. URL consultato il 2 settembre 2017.
  8. ^ (EN) Top Singles - March 30, 1985, su Library and Archives Canada. URL consultato il 2 settembre 2017.
  9. ^ (EN) Database, su The Irish Charts. URL consultato il 2 settembre 2017.
  10. ^ a b I singoli più venduti del 1985, su Hit Parade Italia. URL consultato il 2 settembre 2017.
  11. ^ (EN) Official Singles Chart: 20 January 1985 - 26 January 1985, su Official Charts Company. URL consultato il 2 settembre 2017.
  12. ^ a b c d (EN) Tears for Fears – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato il 2 settembre 2017. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.
  13. ^ (EN) South African Rock Lists Website SA Charts 1969 - 1989 Acts (T), su rock.co.za. URL consultato il 2 settembre 2017.
  14. ^ (NL) Jaaroverzichten 1985, su Ultratop. URL consultato il 2 settembre 2017.
  15. ^ (EN) Top 100 Singles of 1985, su Library and Archives Canada. URL consultato il 2 settembre 2017.
  16. ^ (DE) Single – Jahrescharts 1985, su Offizielle Deutsche Charts. URL consultato il 2 settembre 2017.
  17. ^ (EN) Top Selling Singles of 1985, su The Official NZ Music Charts. URL consultato il 2 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2016).
  18. ^ (NL) Dutch charts jaaroverzichten 1985, su Dutch Charts. URL consultato il 2 settembre 2017.
  19. ^ (EN) Billboard Top 100 - 1985, su longboredsurfer.com. URL consultato il 2 settembre 2017.
  20. ^ (EN) Top 20 Hit Singles of 1985, su rock.co.za. URL consultato il 2 settembre 2017.
  21. ^ (DE) Schweizer Jahreshitparade 1985, su Schweizer Hitparade. URL consultato il 2 settembre 2017.
  22. ^ Antonella Nesi, Su Sky 'Romulus' e il caos prima di Roma, su Adnkronos, 4 novembre 2020. URL consultato il 5 novembre 2020.
  23. ^ Elena Palmieri, Elisa canta e suona al piano un inedito dal nuovo album, su Rockol, 17 febbraio 2022. URL consultato il 18 febbraio 2022.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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