Rifugio Tuckett

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Rifugio Tuckett - Quintino Sella
Il rifugio Tuckett (2.272 m) dal sentiero SOSAT
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Altitudine2 272 m s.l.m.
CatenaDolomiti di Brenta - Alpi Retiche meridionali
Coordinate46°11′31″N 10°52′55″E / 46.191944°N 10.881944°E46.191944; 10.881944
Dati generali
Inaugurazione1905
ProprietàSAT - Club Alpino Italiano
GestioneDaniele Angeli, Alberto Angeli, Giulio Angeli
Periodo di aperturadal 20 giugno al 20 settembre.
Capienza11 posti letto
Mappa di localizzazione
Map
Sito internet

Il rifugio Tuckett - Quintino Sella è situato nelle Dolomiti di Brenta (Trentino occidentale) nel comune di Tre Ville, a 2.272 m s.l.m. È di proprietà della Società alpinisti tridentini (SAT), ed è gestito dal 1981 dalla famiglia Angeli.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'inaugurazione della Tuckettpasshütte nel 1906

L'edificio orientale, di più modeste dimensioni ed oggi usato come dipendenza, fu costruito nel 1905 dalla SAT e dedicato a Quintino Sella, fondatore del Club Alpino Italiano. La costruzione principale fu eretta l'anno successivo dal Deutscher und Österreichischer Alpenverein (club alpino tedesco-austriaco), sezione di Berlino, e venne intitolata all'alpinista britannico Francis Fox Tuckett.

I rifugi subirono gravi danni durante la prima guerra mondiale e furono ristrutturati nel 1920 dalla SAT, che nel frattempo aveva acquistato il rifugio tedesco.

La costruzione di due distinti rifugi a un anno di distanza e a meno di venti metri l'uno dall'altro testimonia le tensioni nazionalistiche tra alpinisti di lingua tedesca e alpinisti trentini all'inizio del Novecento[1][2].

Terminata nel 2015, un'ulteriore ristrutturazione ha migliorato le condizioni dei due rifugi, aggiungendo al Tuckett una stanza di asciugatura, un deposito zaini e delle nuove toilette con doccia, oltre a rimodernarne le sistemazioni per il pernottamento. La ristrutturazione ha anche toccato il rifugio Sella, con nuovi bagni ed una doccia, pur conservando i punti salienti del rifugio originale come travi e le porte originali del 1905, donandogli una nuova vita.

Caratteristiche e informazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il rifugio sorge ai piedi del Castelletto Inferiore di Vallesinella e della vedretta di Brenta inferiore. Si compone di due edifici, per un totale di 112 posti letto. È aperto dal 20 giugno al 20 settembre. Dispone inoltre di un locale invernale, sempre aperto, con 8 posti.

La vicinanza alle pareti del Castelletto e ad una palestra di roccia attrezzata ne fanno una base ottimale per corsi di roccia.

La sua posizione centrale lo rende un buon punto di partenza per molte escursioni ed ascensioni, soprattutto per chi raggiunge le Dolomiti da Madonna di Campiglio.

Accessi[modifica | modifica wikitesto]

  • Dal Rifugio Vallesinella di Madonna di Campiglio (TN) (1.513 m) per il sentiero n. 317, che passa dal Rifugio Casinei (1.825 m) (1 ora e 45 minuti - escursionistico).
  • Da Campiglio in funivia sino al Passo del Grostè (2.442 m), poi per il sentiero n. 316 (1 ora e 20 minuti - escursionistico).

Ascensioni[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni dei contenuti riportati potrebbero generare situazioni di pericolo o danni. Le informazioni hanno solo fine illustrativo, non esortativo né didattico. L'uso di Wikipedia è a proprio rischio: leggi le avvertenze.

Traversate[modifica | modifica wikitesto]

Il rifugio funge da punto di appoggio per la Via delle Bocchette, pertanto le principali traversate avvengono lungo questo percorso. Si possono compiere traversate ai seguenti rifugi.

Cima Sella e Bocca di Tuckett, dal rifugio
Dietro al rifugio da sinistra: punta Massari, cima Mandron e punte di Campiglio
Dietro al rifugio da sinistra: punta Massari, cima Mandron e punte di Campiglio

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'anno successivo (1907) sul rifugio Sella fu affissa una lapide con l'iscrizione: "Il Club Alpino Italiano donava alla Società Alpinisti Tridentini quest'effigie di Quintino Sella affinché murata qui sul rifugio che porta il nome del grande alpinista affermasse perennemente di faccia alla provocazione straniera i diritti dell'italianità". Le parole "di faccia alla provocazione straniera" furono peraltro cancellate per ordine dell'autorità di polizia.
  2. ^ Alessandro Pastore, Alpinismo e storia d'Italia - Dall'Unità alla Resistenza, Bologna, Il Mulino, 2003. ISBN 8815094296

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